La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 43 - 29 ottobre 1961

LAFIERA LETTERARI Anno XVI . N. 43 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 29 ottobre 1961 SI PUBBLICA LA DOME llCA Fondato da UMBERTO FRACCIDA * Diretto da DIEGO FABBRI QUESTO UMERO L. 100 ~1k~~~~~N;I: RAEnDnAuZolOIN,rEe: 4 R_ 00 ° 0 m ~ Via del Corso. 303 - Tel. 687645 - Arnmlnlstrazlone Tel. 673015 - PUBBLICITA': A.mmlnJstrazloae: • LA FIERA LETTERA.RLA 11 • Via del Corso. 303 · Roma • TARl1'•1"A L 150 1 alnumm•~Uotmle:;~42 ~ Seme~, re lire 2.150 - Trimestre lire 1.100 - Estero: Annuo llrr 7.000 . Copia arretrata lire 150 • Spedizione ln conto corrente pMtale (Gruppo 11) · Conto corr.-nte po,ta e A ROMA UNCONVEGNO DISCRITTORI A ABI Ignazio SUonc tra Ali Alunad Said, poeta siriano, alla sua sl·nistra, e Yacitt Kalclo, scrittore algerino Il salutodi Silone Tema del convegno roman!) era: << La leueratura araba contempo– ranea » · Nelle pagine interne pnbblichiamo. per concessione esclusiva, i brani delle relazioni e degfi interventi piìi significativi I L 16 OTTOBRE si C aperto a Roma un Convegno sul– la lcneratura araba con– temporanea, organizzato sot– to gli auspici dd Movimento internazionale ~r la libertà della cultura, dcll'htitulO ita– liano rer l'Oriente e della ri\'iSta • Tempo Presente,._ Una cinquantina di scrit– tori - saggisti, romanzieri e poeti - ve_•,uti dni diversi Paesi di lingua amba (Egit– to, Giordania, Siria, frak, Li– bano, Sudan, Tunisia, M::isoc– co, Algeria) erano arrivati per l'occasione a Roma. Tra essi ve ne erano numerosi le cui opere sono siate già tra-. <lolle in italiano, in fran– cese e in inglese, e che eser– citano una notevole influen– za nel prot>rio Paese. Erano presenti i più noti arabisti italiani: i professori Giorgio GIORGIO LEVI DELLA VIDA situazione dello sc.-ittorc nel mondo mod..!rno. Noi siamo ancora lontani da un'integra– zione delle opere di scrittori arabi vi\'enti in quella che Goethe chiamava e dic Wcltli– teratur •; ma nemmeno pos– siamo limitarci, per ciò che l"iguarda i vostri Paesi. alla conoscenza di notizie di ca– rattere politico cd cconomko. Solo la lct1crntura può darci la rappresentazione ddl'uomo_ nr:ibo reale, con i suoi sen– timenti. i suoi sogni, le sue angosce. La conoscenza rc- ~ip~i~!!a:0Fi~~ihi :;"it~~ tcn•icnc la dimensione dd- \'o$ii~~c d~~~:~ip:wa afferma– zioni su alcuni temi polemici che avrebbero accesi ~li spi– riti dei convenuti nelle se– guenti sedute. La politica e le ideologie crcarJO barriere nefaste ma che non si possono ignorare. Anche sul piano ddla cul– tura i contrasti tra le di\'ersc concezioni dell'uomo e della società sono più che mai ri· rulenti. In tali condizioni parlare di sintesi è facile; ma attuarla non è solo que– stione di buona volontà. Non ci si .deve contentare di frasi. Per il mor.nen10 è innegabile che noi attraversiamo una fo::.e di accentuazione di ciò che divide. l popoli che dalla condi1Jone coloniale assurgo– no all'indipendenza, si rivol– tano non soltanto contro i militari e i politici dei Paesi europei. ma anche contro la loro Cultura. Bisogna affron– tare b 1·cal1à così come è. Ogni sintesi prematura ::.a– rebbc fittizia e puramente \'Crhale. Una sintesi autenti– ca è un compilo storico. La si può preparare col rispetto reciproco, col riliuto del fa– nati<;mo e con la fedcl1à nlla ricercél disinteressata del n.!– ro in ogni occasione. Perché. ha concluso Silo– ne. noi sentiamo ::.impalia e solid:iriet:\ verso di voi. scrit– tori arabi? D<, do\'c ci viene la fiducia nella \'alidità della vostra opera? E' a cau:,.a della durezza stessa delle pl'C\!c da \'Di subit~. O}!niciviltà in de– cadcn, .... 'l è rin«1ta e tornata a fiorire, quando il ::.uo ele– mento più doloroso, il più opprcsSo e disprezzato, gra– zie alfoper,1 d'arte, di\·cnta un valore ccl è acce! t.tto co- tale. * Nuovi aspetti cleH' inflazione LETI'ERE INGLESI La noia dell'erotismo Iris Murdoch N EL DARE alle stampe il suo secondo libro, com– posto di sci storie e fa– talmen1e inti1olato La mala adolescenza (Sugar, Milano, 1%1), Piergiuseppe J\1urgia, autore del famigerato Raga:.– :.o di f11oco, ha voluto ac– compagnarlo con una Letrera aperta al p11b.blico e ai critici, nella quale si professa del tutto immeritevole dell'accu– sa e della condanna subite per il precedente romanzo. Romanzo? e Era una pagina di , 1 ita, trascritta in maniera immediata e bruciante•- E e cli letterai·io aveva poco: c'era dentro la vita dei ra– gazzi d'oggi. colle loro esi– genze, la loro ricerca ansiosa avida cli uno sfogo, di uno spazio possibile•· Già, già: bella vita, bei ragazzi, belle esigenze, bella ricerca, bella ansia, bello sfogo, bello spa– zio... E siccome al• Murgia non riesce di scrivere altro che quello che sente ( e è un po' la mia malattia•), egli ci preannunzia che dovrà persistere nei suoi e incauti ci-rori •- Ragione per la quale si augura che tale malattia, e di essere sinceri e di avere il coraggio del proprio com– pito, accomuni d'ora in avan– ti ancor più quelli che s'in– teressano d'arte, quelli che credono alla funzione dell'ar- cli ElVRICO FALQIJI dire della tetraggine e della nausea che se ne sprigionano? Tuttavia, anche quando con un'occhiata è facile capire di che si tratta, messa da ban– da ogni prevenzione, ci riac– costiamo pazientemente a Questi documenti e ripren– diamo a leggerli. Nel caso del Murgia e dei suoi rac– conti. non siamo alle prese con la • ragnatela di senti– menti e di sensazioni che è nello spirito dei suoi coe– tanei •? Già. già: noi non meueremo in dubbio l'onestà del suo impegno, per quanto troppo istinto di furberia, ma neppure rinunzieremo alla sincerità del nostro giudizio. E abbiamo un bel discacciare la noia, un bel tenere a bada Possibile mai che si debba accettare per buona una si– mile pervertita teslimonian– il fastidio: la tiritera non cambia. Materia e maniera corrispondono squallidamen– te ai dettami di un esaspe– rato convulso spregioso ero– tismo, quanto mai confonni– s1ico nel suo prescritto abu– sato ridicolo anticonformi– smo. In che cosa differisce, almeno per ora, la narrati\•a del i\1urgia da quella di lanti altri accaniti ricercatori del– la presunta realtà della vita? Anche lo stile ha ben poco d'originale. E pensare che l'editore pre– senta questi racconti e sui giovani. d'oggi, sui loro reali problemi, sulle loro istanze. sul loro diStacco dalle acne– razioni,. precedenti, come• la risposta alla critica che ha voluto troppo sommariamen– te liquidarlo. dandogli del teddy-boy •· Sì, fummo pro– prio noi: e non ce ne pen– tiamo. Né sarà il Sua:ar a persuaderci che ci tro\!iamo di fronte, per merito suo. alla e prima ,•era testimonianza su un mondo del quale molto si parla, e mollo spesso sen– z.a alcuna conoscenza diret– ta•· Il Sugar sostiene che i personaggi di questi raccon– ti, non volendo rimanere in– vischiati nella cronaca. tro– vano scampo e riscauo e in una dimensione le11eraria che è il segreto dello stile•· Magari accadesse: i primi a rallegrarsene saremmo noi. In realtà, converrà aspettare il Murgia ad altre pro,·c, sconsigliandolo dal ritenere, come il suo zelanle cdilorc, che noi biasimammo /f ra- ga:.zo di. fuoco perché costi– tuiva e una spiacevole ecce– zione alla regola delle rort– tines letterarie•· E' troppo comodo ragionare cosi. E sleale C l'insinuare che, cosi criticando, ci si spinga fino alla denuncia. Vada, piutto– s10, il Murgia a leggersi e a meditare le \•ibranti e severe risposte date da Norberto Bobbio alle tendenziose Otto domande 5ul/'erotismo in let– teratura rivolte a narratori e a filosofi e a giuristi da Nuovi argomenti (luglio-otto– bre '61), ma risoltesi. con– trariamente all'aspettativa dei dirigenti della rivista, in una condanna dell'erotismo. Cosl fiera e circostanziata, da far testo: esemplarmente. 11 Bob• bio non esita a denunziare l'erotismo come • una delle più sicure manifestazioni del decadentismo letterario• ed a negare che sia possibile • essere ad un tempo pro– ~ressisti in politica e deca– denti in letteratura•- L'ero– tismo è una morale? Quale morale? E in qua·n10 all'as– serita e innocenza de\l'ar1e •. troppo spesso si ri, 1 ela come e un. comodo pretesto•; men– Ire il problema è quello di assumere e nuove responsa– bilità contro la tenta1.ione del disordine, dell'egoismo, della volgarità• la capricciosa * di GIACOJIO ANTO~l1\1 D O N N E capricciose possono essere per alcuni insopportabili, appare indubbio però che sovente raggiungono i lo– ro SC'opi facendo magari più strada nella vita di al– tre assai più meritorie. La cosa ò diversa in letteratu– ra; scrittrici capricciose per quanto ricche d'inge– gno conducono sempre una esistenza perigliosa. Iris Murdoch ne è un esempio. Delle scrittrici inglesi del– la nuova generazione af– fermatasi nelrultimo de– cennio è senza dubbio la più brillante. la più ricca d"ingegno e di possibilità. Purtroppo è anche insta– bile e capricciosa. I suoi libri sono disuguali in va- lore intrinseco ed interes– se non perché uno sia az– zeccato in pieno e l'altro sfa invece mancato, come avviene con scrittori bril– lanti magari ma poco sicu– ri od indotti a pubblicare troppo. ma perché estrosa e sicura di sé si diverte a cambiare registro. a sor– prendere e disorientare il lettore. te•. Di modo che gli sia con- 1----------------------------------------- sentito battersi" per e un'edu– cazione più realista. sfronda– ta da ogni ipocrisia, da ogni timore morboso. da ogni complesso•: battersi. si ca– pisce, impunemente, nono– stante il modo da lui pre– ferito_ ma spacciato per ne– Chiunque ricordi The BeU, uno dei romanzi in– glesi più forti ed originali degli ultimi tre lustri. ri– mano.? sorpreso e disotien– tato alta lettura di A Se– uered Head (Chatto and Winrius ed London) tanto diverso di tono e d"impo– stazione da poter quasi dubitare che ambedue sia– no dovuti alla stessa scrit– trice. Poi. avendola segui– ta sin daffinizio, Si ricor– dano i due primi libri ed allora s1 scorge nel più re– cente e maturo un ritorno a modi ed indirizzi che furono una diecina di an– ni or sono della giovanis– sima brillante e sconcer– tante narratrice. Tutto ora e soltanto più riflesso più elaborato e sicuro nel trat– to senza essere però molto più convincente. Dopo due pienamente riusciti tenta– tivi di essere seriamente impegnata neUa storia nar– rata: The Sandcaslle e The Bell. Iris l\Iurdoch nqivie– ne leggera se non frivola lasciando libero corso ad una quanto mai sbrigliata fantasia. cessario. Brutto e vitllpcrc\'ole mo– do, che I rava sempre la stes– sa sequela di giustificazioni presso coloro che lo pratica– no con successo e con lucro. L'arte non è forse lo spec– chio del costume dei tempo? E l'arte, se ,,era arie, non C, innanzi tutto, documento? Ma il continuo sfaldarsi della morale non dipende dalle ipocrisie di cui è sovracca– rica? Altrimenti perché con– siderare pericoloso ogni ten– tati\'o di ·e portare la co– scien1.a alla realtà•? E via di seguilo, di equivoco in eqùi– ,,oco. di inganno in inganno. La morale è l'umanità: e poi-. ché, più che al rispetto della decenza, 1occa oggi al e senso di umanità• di venir calpe– stato e infangato, e ecco la vera immoralità•. che spinge i vari Murgia a ribellarsi e a sollevarsi: e ieri con un ro– man7,o e oggi con un raccon– to, ma pili o meno sempre con la stessa frivola ferocia. si sforzano, e si illudono, di abbattere la maschera della finzione per discoprire il vol– to della verità. • Vogliamo vederci chiaro•. gridano. Ed è il nostro stesso in1ento. Anche noi desideriamo far luce sull'increscioso prospe– rare di certi documenti let– terari. secondo i quali l'uni– rcrso mondo sarebbe OiJ;gi ossessionato unicamente dai più lerci problemi sessuali. za, per ,,aJida una simile ma– niaca interpretazione? E che Per 1a morte cli uu grande poeta tin1aoòlese Omaggio a ElmerDil{tonius Ehner Dlktonlus I L GIAGUARO di Brankulla ha fatto il suo 11l1imobalzo. E' scomparso, a 65 anni, il poeta finlandese Elmer Dik1011ius. Era di formato mondiale, già un classico, e !!el SePJS0~sso{uto il modernista più felice, il formatore Pili ardtto, m lmgua svedese. Sostiene il suo collega Ralf Parland: • Se avesse scrillo, diciamo, in inglese, avrebbe facilmente distanziato Cari Sandburg e la sua ,,oce avrebbe destato i \·ecchierelli som,eccldanti dell'Accade1111a Svedese•, /.,a. poesia di Diklonius, 11010anche come saggista e critico musicale, è violenta e tenera: morde e accarez.~. :g~tin~ ~~1 .ff'i11 d~o:'.-"!iilz ://;~i ;~~~~!a :: 1~ J~~~/'~u~~!~~ • Forte ma scuro,., e Terra e ma•ole ,., e Erba e granito•, • Teuerczza terrestre• ed altri. co,~~~i~ttaq~tJ}~· 1:~,~~:::, 1 :a !~;~;~~'. 11 }1tf a,~:osf:];;:,o '~if!~ guaro •· Ora che il suo creatore è morto se,111amo pur senlpre e i/ riso stellare nel suo mggito • e lo ,·edia1110 baciare 1111 fiore. A.P.C. Lasciate che i pargoli ... LASCIATE che i pargoli vengano a me con le loro picèole preoccupazioni e la loro grande gioia. Lasciate che si presentino al mio cuore perché sia purificato dalla loro innocenza <(~uò a8pirare all'uni– versalità la nuova letteratura araba?,) YUSUF ALKHAL ({Lo scrittore arabo ne,l mondo moderno,) La sua trio n fa Le •· estate ·di .San Martin o,, * Come acqua chiara ~he scorre. sono le loro anime immacolate, come campanellini d 1 argento tintinna la loro favella leggera: accarezza le cose Il contrasto fra la serietà ;assoluta di The Bell e fa leggerezza di A Severed Head non è nel tono. an– che nell"ultimo romanzo affatto scherzoso. Se cosi fosse. nessuna obiezione si avrebbe da formulare, bensi nel! 'assunto il cui si– ~nificato qui come in Un.– der the Ner. che a suo tem– po pure colpi per il brio, s f u g g e completamente. Nell'uno come nell'altro caso non ci si sottrae al fascino innegabile della scrittrice però non si ar– riva a credere alla realtà dei personaggi e della sto– ria narrata .. Si ha anzi la impressione che per Iris Murdoch stessa si trat1i soltanto di uno scherzo, un capriccio. quasi di una scommessa. magari fatta con se medesima. E questa è per una narratore in un certo senso la peggiore delle cose. perché se non crede a quanto sta raccon– tando come mai potranno crederci gli altri. cioé i let– tori ? E come evitare al– lora l'impressione che si tratti soltanto di un gio– co? BENT Al CHAT'I ((Il contributo femmi- nile alla nuova let– teraturai, JABRA IBRAHIM JABRA <1Responso-bilità socia– le dello scrittore mc.derno,) IGNAZIO SILONE ((/ quattro punti del– engagément)) Levi Della \fida, Martino Mo– reno, Francesco Gabrieli, Ma– ria Nallino, Virginia Vacca, ,Umberto Riz;,itano. Giova11111 Oman. Paolo Minganti. Lau– ra Veccia Vaglieri. Renato Traini, Ester Panetta e altri. Ernno giunti Picrrc Er,1ma– nud da Parigi, Stephen Spen– der e Anthonv Hartlcv, da Londrn. che ao;,icmc al ro– man7icre americano John 1-lunt e :i.d lgnvio Silone rapprescma,.·ano al ConvcJ,?nO il "Movimento internm•ionalc per la liher!à della cultura». Per la rivi-.1a « Tempo Pre– 'icntc,. erano prc<,cnti. oltre a Silane. il rcdalLorc-capo dr. Virwrio Libera c fc,;arc Vinlcli li saluto al Conn,gno. a nome dei tre organismi pro– motori, e srato rhoho da lgna?.io Silon1•. in lingua fran– cese. La carattcfr.,1ii:a principale di ques10 Com cgno, egli ha dello tra l'ali ro, è che C3"0 è al di fuori della sfera delle rela?ioni tra gli Stati e i partiti politici. Senza alcuna specie di limita1ionc, qocsia è un'assemblea di uomini di ]ellcrc riuniti per cli-.cutcfr lihcramcnte 1emi al!inenti alla lellcratura arnha e, in un senso piu generale, ~alla Betocchi preso a Q UANDO si può accctfare serenamente la vita, tut– ti i triboli e le poche gioie della vita? Quan~o. il ciclo non C la cappa md1f- ;~~~b~e,deer/~i1\~~:a e"~~ ~.i:: non è uno smarri10 dbcorso di giorni ira il silenzio di prima e il ricaduto ~ilcnzi<? di poi; ma quando 1 segm della disperazione sono rico– nosciuti apparenza, e la fede spacca il cielo e dall'occasio– ne della terra l'anima-colom– ba spicca un volo di libera– zione. La morte \terrà e avrà i nostri occhi: ma che im– pana: dice l'antico saggio che e sono gli occhi ad imp~di;ci di , edere la luce,._ Noi sia– mo visti dalla luce, ccl è que– slò che ci salva. Carlo Betocchi è un poe1a di fede, di questa fede. L'esta– Le di Sa11 Martino (Monda– dori. '61) ne è la più recente tcstimoniam.a: un Jibrn n11to cantato, tutto voli, colorato, ~bs~~•:li~c;,ft~tcriol~ ~0~!~1~~~ la poesia non la compensa o ::.urroga. non danna: ma la \'ila è bella. il poéla è in compagnia di se stesso e di tutto ciò che lo circonda, e le sue parole legano in un canto d'amore le co::.c vicine alle lontane, le azzurre alle buie, le cose come appaiono a quel ch'e significano, che stanno a testimoniare. Ottimisroo ormai al di la dalle contraddizioni e dalle tentazioni, dunque. quello d! Betocchi? La ::.ua e \!!)tate dt San ,\fa nino• lo coglie dun– que non già per via, pellegri– no in cerca di un'asilo, di una sicure:u..a. ma già al si– curo, al riparo dal ben~ e dal male, accanto a una fiamma eterna che gli anticipa con– for1e,·ole calore? Pcn::.ar quc- cli PIE'.l'RO CIIIATTI sto è pensar male. Betocchi è per via, e al di qua delle contraddizioni e delle tenta– zioni, perché è un poeta e non un santo; C uno che sta ancora, sia sempre e tentan– doti, o divino equilibrio•: è come tutti gli uomini, • do· ciii no; indocili / nemmeno•. gli uomini e feriti sempre / da qualche piaga, di cui si riempie/ la nostra umanità•· Sa dentro di lui e la lo1ta sorda del bene e del male•· Sa fuori di lui la miseria del mondo, la guerra della \ ila. Se si considera, si vede nel solco d'una • antica gen– te• che l'ha ·fallo e formica tra le lente / ed ignote for– miche della fame•· La sua , ila non è stata un sogno. non ha \ 1 issuto evitando ma accumulando, rischiando. E ora la bandiera di speranai che alza sul comignolo della sua casa fiorentina, ora que– sto canto di gioia, debbono essere presi per quel che sono e valgono: per una con– quista, per una villoria! An– cora cammina, ma sa dove \'3, perché ha camminato: ha \'into sui fantasmi. • Esister qui ed amare • e il suo mcs– sagE?iO,tra delinizionc e con– siglio: e in quel solo "crso c'è la malinconica consapevo– lezza della t:ibilità e il suo scandito iiscat to, c'è la sag– gezza paziente del dolore e l'incisiva definizione della gioia, dell'unica gioia pos– sibile. Siamo troppo abmiati ai poeti-vittime; ai martiri d'un destino mancato: ai poeti \"is– <,uti troppo poco le ahhi:tmo empito poi il I uolù. n1..:1l.'n- dovi dentro della leggenda) per poter intuire che avreb– bero fatto di se stessi dopo lo sciupio della giovinezza; o vissuti a lungo ma bloccati, come anime fanciulle, in una vocazione indefluibile (e ab– biamo prestato noi lo svilup– po alla loro poesia, includen– dola in un tempo che rifiuta– vano). E forse ora ci è diffi– cile capire una poesia che ha camminato, e cammina, per– ché il sicuro presentimento dell'eternità non l'ha falta di ghiaccio ma anzi l'ha so– spinta, le ha aperto sen– tieri, le ha da10 insieme sbi- ~~~i:ft~~~ d~ffi~\f~r1~pi;~ _: ciò che pure a volle coabita con l'ammirare - un poeta che ha usato clcll'esisrenza e non se n'è fatto usare, che ha vissuto giusto, stagione per stagione, che ha vissuto .da uomo. Si può ammirare in Bctocchi il poeta di fede; si deve capire, per dare un senso ·all'ammirazione, che in questa poesia c'è un uo– mo, con tutto il dolore e l'or– goglio, con tutto l'amore e 1·umiltà che sono dell'uomo. Aria di vecchia Toscana Si può interloquire che si tratta d'un uomo prima del diluvio, nel senso che sembra 1estimoniare d'una civiltà, di una umanità inattuali. d'una poesia troppo libera per que– sto tempo schiavo dell'ango– scia. troppo umile per questo tempo d'orgogli. i\la si pos– ~onn pn•ncfrrr- ,u! ,c.-rioq11:i.n- 1i e o~Èi pu, 10Pppu ,11111::,...., no pochi, ragionano per ca– pitoli chiusi di stona, gio– cano a identificare moderno con attuale, validità con per– fetta riS(>Ondenzaall'opinione di magg10ranza? Alla mistifi– cazione del poela come deve essere, Betocchi risponde, ma sono le sue opere che rispon– dono chiare per lui, oggi co– me ieri, fosse stagione er– metica e sia stagione con– traria, con l'evidenza palpa– bile, immediatamente persua– siva, d'una poesia che è quel– la che è per una legge cre– sciuta dal di dentro. della quale essa si illumina, nella quale limpidamente si spec– chia. E l'autenticità non ha scadenze, è contemporanea di ogni altra autenticità. sia la più lontana dai calendari. Un'aria di antica poesia ita– liana soffia per i \!Crsi di Be– tocchi, l'aria pura d'una !in• gua uscita di fresco dal cuore d'un popolo, d'un scntimen10 della vita che trae i suoi pa– ragoni e i suoi simboli dalle creature della colorata natu– ra, dalle occasioni delle belle stagioni naturali. Ar.ia di \!ec– chia Toscana. E la vecchia Toscana è tagliata fuori. si dice ancora, dal tempo e dal– la storia, e con essa so– no retrodatati inesorabilmen– te ruui i suoi poeti, ritar– dati e ritardanti: ma an– che fosse \"ero questo, Be– tocchi non ha molto a che \ledere con la declas– sata 10scanità, quella che spaventa e fa inorridire con ctfet1i re1roattìvi i nuovi le– gislatori cuhurali. L'uso della favella ientilc è obbligato per la c.11:i. anim:t di ooeta che 11011 'IUI libi i rna per J.imui,,: volo degli occhi s'è attaccato a questa terra do, 1 e pure non è nato; né si può parlare di una ir regressione naturalisti– co-regionale,., complicata da una piena adesione alla fede, se non si vuole che e iJ con– fronto ai livelli internaziona– li ,. (le espressioni sono quel– le di moda in questo mo– mento) diventi il modo di rendere la poesia disponibile all'apolide e a\l'astra110. ta– gliata alle sue radici geogra– fiche e linguistiche per farne dono alla follia. L'ironia dei sordi I bozzetti dì Betocchi non sono oleografie, sono quadri, e se vogliamo proprio quadri moderni. colti nella loro ve– locità di apparizione e illu– minazione simbolica, occasio– ni per andare oltre l'occasio– ne, oltre il colore. Betocchi dà l'impressione di sapere solo da dove pane. di inna– morarsi di un avvio, di un luccichio che gli è nato in parole dal fondo dell'anima. da lì slanciandosi col cuore sulla bocca: ogni \terso suc– cessivo al primo è un'im•en– zione, un a1.zardo, una con– quista. Le rime, che battono frequenti, gli servono di gui– da, di aiuto nel breve ma intenso viaggio verso l'ignoto che ogni composizione rap– presenta e rinnova. Stampel– le per un passo malcer10? E' l'ironia dei sordi. Ma chi di– rà mai. a questi e gio\!ani • che vivono di rendita su una rivoluzione che non hanno fatta, il valore della rima. il valore di slancio, di gioia, di esaltazione, delle rime non cercate e subito trovate, di istinto ,hc accorcl11no1erraz- (~u .. ,11n,.~J1ai:::i1rn l) con la sua musica dolce. Lasciate che i pargoli guariscano le mie ferite e mi diano la loro pace iridifferente: quando un bambino mette la sua mano nella è un grande dono. Anche un bambino povero nei suoi cenci è un essere sacro, più sacro di lutti i santi; quello che senza colpa ha sofferto è il fardello più pesante del mondo più amaro di ogni schiavitù. · Appunto dei bambini poveri ho più bisogno: hanno una dimora fissa nel mio cuore duramente provato. Lasciate che i pargoli, tutti i pargoli. venga~no a me vengano a me e, benché ignoti, mi diano del tu, come se fossi un amico caro e vecchio compagno di giochi. Nella loro cerchia, nel loro mondo grande tutto di piccole cose a cui tutti sorridono - ivi posso dimenticare e vivere. TI gia/!,uarò I DA FOGLIE verdi spunta muso rosso occhi dai triangolari sguardi macchiettatamente; baffi movime_nto. d'onda, zampa d'artiglio allora tu volt! giaguaro del mio cuore! allora vola e mordi e graffia e dilania (continua a 1mglna 2) [mia pure! Unromanzo singolare Forse giunti a questo punto è d'uopo narrare per sommi capi l'intreccio del singolare romanzo. La pri– ma parte del romanzo è ~ssolutamente convincente. Il protagonista Martin Lynch-Gibbon. un londi– nese di una quarantina di anni. narra la propria sto– ria e-on obiettività e paca– tezza. senza risparmiarsi. Come professione dirige una prospera azienda fa– miliare di importazione e vendita di vini francesi, di largo smercio in Inghilter– ra dove non si produce vi– no. Per vocazione e~li ~ I però un intellettuale dedito agli studi storici. Essi so– no la sua vera passione e se non fosse stato per ne– cessità impellenti dovute al matrimonio con Anlon1a. una donna molto seducente appartenente ad una clas– se sociale leggermente su~ periore alla sua. avrebbe seguito una carriera uni– versitaria. Praticamente cerca di combinare le due cose riducendo al minimo indispensabile la presenza negli uffici dell'azienda e I lasciando ad un socio più • ~iovrine il compito di man– tenere il contatto coi clien– ti per disporre del tempo necessario per preparare

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