La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 32-33 - 6 agosto 1961

Pag. 2 LA FIERA LETTERARI~ Domenica 6 agosto 1961 sia ... »: rappresentano in– fatti un tentativo. un'il– lusione di fuga e.dalla pro– pria realtà-irrealtà, dalla incapacità e impossibilità di vivere nello spaz.ìo del– la propria dimensione umana•, col proposito di insinuarsi, 6ltraverso un successo più o meno carpi– to, nella sola realtà consi– derata puLroppo autentica e comunque capace di ri– scattarli e "di risollevarli dall'insipienza e dell'indi– genza: la realtà del de– naro. L'itinerario spirituale diFrancescoJovi * di CARLO DE .1/0LISIO E siccome 1e strade per riuscirvi, stando agli esem– pi trionfanti, sono quelle dischiuse dalla editoria, dalla stampa, dalla radio, dalla televisione, d'at cine– matografo e dal teatro, è lì che puntano i derelitti autori della Mistificazione, non pervenendo ad altra meta, col loro miserevole bagaglio di amblz.ioni sba– gliate, che non sia quella del iallimento. Ma, prima di convincersene e di ras– segnarvisi, a quante lusin– ghe e proUerte, truffe e r delusioni non debbono sot– tostare da parte di perso– ne e di organizzazioni sen– za scrupolo? E fossero sol– tanto quelle che lo !anno per lucro, a praticar l'im– broglio. « Non si deve di– menticare che il basso bo– sco letterario è blandito e incoraggiato più o meno indirettamente da tutti»: anche da coloro che, per ipocrita e deleteria genero– sità, ma in effetti per cre– arsi delle clientele adula– trici, non si trattengono dal fomentare le più irriso– rie speranze, mettendo co– sì a repentag.Jio il presti– gio stesso di cui s'amman– tano e s'impennacchiano. Deriva dal persistere di simili incresciose circo– stanze la possibilità di avere esercitata ~a scelta sopra un materiale vastis– simo, ma di provenienza prevalentemente meridio– nale e femminile, messo a disposizione da case editri– ci e da aziende giornali– stiche, oltre che da priva– ti, fatti segno a richieste di giudizio e conforto, di aiu– to e salvezza. E del Testo la scelta non è convalida– ta da una squallidissima serie di lesti, dove. tra quelli in verso, ce n'è di non troppo differenti ed in– feriori ai tanti che, in altra sede, capita spesso di ve– dere presentati e discussi con assurda serietà? Non per nulla spetta ai sedicen– ti poeti, più che agli aspi– ranti narratori, il privile– gio di testimoniare con la meschinità àei loro com– ponimentucci «l'assunzione del caos mascherato da or– dine e codificato in leg– ge a norma di vita>: a mistificazione. Segno che la mistificazione è più dif– fusa di quanto lamentano e denunziano gH stessi an– tolog!sti. Purtroppo il sot– tobosco letterario cresce ed avanza. ENRICO FALQUI Una 1.cttcra autografa di Fran ccsco Jovlnc D JPO quanto ~ stato det– to e scriuo su France– sco Jovine e le sue ope– re principali Signora Ava e Le. terre del Sacramento. non– ché su taluni dei suoi rac– conti migliori come II pa– store sepolto e Giustino d'Ariento, viene voglia di mettersi alla ricerca dei suoi scrilli minori, d'argomento tutt'altro che narrativo e poetico, sparsi su vecchie ri– ,•iste e quotidiani (e non è escluso che qualcuno si ac– cinga al proficuo recupero, anche per gettar più luce sull'implicito atteggiamento mentale dei romanzi citati). Si sa, tuttavia, che il lavoro di esegesi e di critica è oc– cupazione collettiva, è appor– to minuzioso e graduale alla più larga opcrs di conoscen– za degli autori presi ad og– getto. Orbene, nel caso di Francesco Jo\tine, c'è da far notare, non dico come asso· Iuta novità ma senz'altro qua– le elemento caratteristico di lui artista non sufficiente– mente lumeggiato, la sua na– tiva e geniale disposizione al– la rappresentazione realisti– ca. Ho dello a bella posta ., nativa• e •geniale»: Jovi– ne non obbedisce a moduli di scuola, né sforza !'espressio– ni al fine di cavarne effetti ,,aiuti. C'è in lui. direi, una sensualità del rappresenta– re, una corposità d'immagini. un rilievo d'elementi sensori. tattili, olfattivi, cromatici i quali richiamano da presso il pennello o lo scalpello e, ancor più, la viva realtà na– turale che impressiona il no– stro sistema organologico. Ecco, ad esempio, un'• istan– tanea • del prete don Matteo, pittoresco personaggio di Si– gnora Ava: « Il prete ringra– ziò con un sorriso, si schiarl la gola con un colpetto di tosse, passò la mano sull'orlo per pulirlo e imboccò il reci– piente: a capo rovesciato, ad occhi chiusi poppa,,a avida– mente; si vedeva il liquido far gorgo nel palato e poi scorrere per il collo che ri– ,,cla\'a nel moto della pelle stirata il rivolo scendente•· Ecco un feroce ri1rauo, a pranzo fatto, del Signor Zio don Beniamino, il pingue Vi– cario dell'ex mensa vescovile di Guardialfiera: « Il prete dormiva: il testone pallido gli gravava sul petto come volesse guardare con atten– tissima cura il decimo botto· ne della sottana che premuto dall'epa s'era allentato e fa– cc,,a vedere un lembo della grossa camicia di lioo tes– suta in casa, e un triangolo pallido del petto molliccio ricoperto da lunghi peli bian– chi •· Qui uu umorismo cari– cato, quasi crudele, domina le scene e infiamma l'agget– tivazione; ma neo meno rea– le, vero, palmare è la rap– presentazione che Jo,,ine dà nell'indagine psicologica. Si noli l'evidel)za e la precisione di moti d'animo c di sentori fisici ch'egli suscita, nelle Terre del Sacramento, a comporre due figure di don- ne, in un incontro non certo Lareligione inRussia amichevole: «Clelia era tor– nata circospetta. monacale, trepidante. Ma, all'arrivo di Laura, la sua esitazione non poteva durare. Si avviò nei corridoi con una serie di pic– coli salti legati, senza grazia, come quelli di un passero ferito, e riuscl a raggiungerla nel pianerottolo. Voleva sa– lutarla con una frase cordiale. e invece le venne un inchino cerimonioso. freddo, umilis– simo. Laura si arrestò un momento a guardarla, poi le andò incontro e le disse: VERBAVOLANT E' venuto il momento di di andare in ferie. Ma do\'c andrà Caronte, avrà mai fe– rie e riposi Caronte, lasce– rà mai il suo barcone dan– nato? Tra le sponde d'arrivo e partenze delle anime in– fernali, e le spiagge della costa tirrenica, c'è davvero molta differenza? Bando agli scherzi, molte lettere e mol– te poesie sono rimaste • ine– vase•• per colpa un po' di Caronte e un po' dei mit· tenti. che sono molti e an– cora non hanno imparato a mandare meno materiale in visione. Comunque, anche per coloro che sin qui sono stati dimenticati, verrà il consiglio, valga quel che vale. A tutti i corrispondenti della rubrica, il consiglio di leggere « La Mistificazione •, di cui Enrico· Falqui parla in prima pagina. C'è da im– parare qualcosa ... R.P.: Può da\f\!cro cam– biare mestiere, per quel che ne capisco. Ma Che serve essere cocciuti? 77 URBINO: Intanto. una riguardata alla grammatica. parecchio scadente. E poi. finisca di leggere gli altri poeti e legga se stesso: po- trcbbc avere bellissime sor– prese. Poesie, in complesso, molto leggere. RR.: Anche lei vuol sen– tirsi dire da me quel che dovrà fare in futuro, se seguitare o cambiare atti– vità, come la chiama lei. Perché vuol darmi simile responsabilità? lo posso dire che la poesia inviata è poco più di niente. Quanto alle altre attività, non co– nosco le sue capacità: quin– di. non posso dar consigli utili. SANT. PAS., Roma - Lei ha )etio tanta roba confusa, che sta digerendo c si trova in quel momento tipico di languore che chiameremo momento del chilo. Siamo agli inizi d'una carriern, non si può dire altro. Sin qui non trovo gran che, non posso buttarmi sugli escla– mativi ammirativi e promet– terle rosei avveniri poetici, ·né in tutta sincerità posso dirle: la smetta. Con quale autorità? Ci sono cose di– screte e cose infantili. Aspet– tiamo dell'altro tempo, ci capiremo di più tutt'e due. CARONTE (continua ~pagina 1) dl un operalo deila fabbrica di automobili L1chaclov dl Mosca. Costui. A. Usakow– skl. chiedeva in sostanza. nuo- vi riti. nuove tradizioni. nuo– ve usanze. ln una. parola nuovi simboli mitico-rituali. con i quali contraddistin- !~t'~deW•~g;;?ciu~~ :a~r~~~ renza. del 7 novembre. « Per– ciò lo proporrei » oonclude– va così la sua lettera Usa– kowski « d1 incominciare da una dfscusslone sui riti che cl sono necessari e clascw10 dovrebbe dire come se li Immagina. Da questa discus– sione potrebbero nascere le basi del riti popolari sovie– tici». E' chiaro che la nuova esigenzn. solo apparente– mente de1Ja sfera mondana e profa.n9.. racchiude In ger– me w1 orientamento verso la religione e nel confrontJ de1la non surrogabile funzio– ne del simbolismo nell'inter– no delle società uMane: on– de 11 problema. precisa 11 de MartJ.no. non è più 11 ri– gettare qualsiasi ordine sim– bolico. ma. d1 adottarne uno che sia 1n accordo con il moderno umanesimo e con la coscienza storicistica. che lo accompagna. La propost.a di Usakowskl, definita da m1a nota redazione « meri– tevole di attenzione e di ap– poggio » aprì un pubbllco dibattito che si protrasse per vari mesi: le Izvestla misero a disposizione del Jet.- tori le colonne del giornale. anzi finirono col bandire un vero e proprio concorso a prem1 « per le migliori pro– post.e e descrlzlonl dt ceri– monie». Un3. iiturgia laica, se vogliamo. sollecitata dal– ia intima necessità. di Wl autentico misticismo. dal– l'Insopprimibile desiderio di 5.!mboll tutt·attro che nrtifl• clall e già In atto: come processo formativo del sin– golo. oggi: domani. forse, dell'Intera società sovietica. ELIO TALARICO "Buongiorno, Clelia". Le si fece ,•icino e l'abbracciò con amabilità convenzionale. Cle– lia sentl sulle guance il con– tatto fuggevole delle labbra umide, il profumo, il calore ----------1 del corpo con invincibile re– Studi !uso-brasiliani Lo scorso dicembre si è s"olto a Pisa il primo con– vegno italiano di studi filo– logici e storici Juso-brasi– liani: ora, la sezione romanza degli Annali del!' Istituto Universitario Orientale cura la pubblicozionc d'un faséi– colo contenente gli intenrenti dei numerosi studiosi che parteciparono a quel conve– gno. Fra gli allri segnaliamo: R. Jacobbì. 1A letteratura drammatica in Brasile; G. C. Rossi, / lirici portoghesi del Ci11q11ece11lo all'esame di uu settecentista (Francisco Dias Gomcs}; Luciana S1egagno, li Pater Noster dell'Auto do Velho da Horta; G. Tavani, Motivi della canzone d'alba in una cantiga di Nw10 Femandez Torneol. Il fascicolo è dì imminente pubblicazione. pulsione•. Spesso l'evocazione del da– to naturale s'intreccia alla introspezione, in guisa che il senso di realtà sboccia ancor più rilevato e violento. Ed è supcr0uo soggiungere che la ., sicurezza di taglio•. la • ma– niera sciolta • e insomma la sobrietà e insieme ricchezza di lessico e l'armonia sintat– tico-musicale notate da vari critici non sono valori a sé, bensl la veste, l'apparire compiuto 31l'estemo, il frut– to artistico di una interiore posizione di Jo,,ìne. E se Oijni cos3 si diparte dallo spinto ed in esso 1rm 1 a quindi cau– sa e giustificazione, è legitti– mo domandarsi quale posi– zione spirituale si cela sotto l'incisività pitton.::o-narrati– va. poetico-plastica, fantasti– co-sensoria e sensuale del– l'arte joviniana; vale a dire quale spinta originaria porta il nostro autore a cercare nelrcviden1.a corposa delle cose e ne~i addentellati psi– co-fisiolog1ci la maniera ca– ratteristica del suo narrare. I casi sono due: o un co· sciente studio veristico del– l'oggetto concreto oppure, ruori da canoni estetici, un istintivo e alquanto cinico gusto di ritrarre la scorsa del mondo. A mio parere, l'ani– mo di Jovine inclinava al se– condo sentimento. Si ripensi agli effimeri amori, ai filoso- ~~m~i abr~~val!bò.s~r~i-6~~: gonisla del primo roman.io di Jovine, l'uomo che lo stes– so autore volle chiamare • provvisorio•. cioè abulico e sofista, volubile e scettico e, nell'apparente pro\tvisorietà e fallimento del suo neghittoso vivere cittadino, abbarbicato ad un infelice fatalismo esi– stenzialistico. Strana eppur consueta figura di giovane del nostro tempo che nessun Jddio riesce più a vivificare. Invero, il male di Giulio Sa– bò non risiede nella sua indi– genza di provinciale spianta– to o nella supposta incapa– cità di amare (sarebbe uo– mo?). ma nell'acuta facoltà di penetrazione e giudizio che. acerba per difetto d'anni e di esperienze. si accanisce a scovare le impalcature men– tali della società, per bur– larsene con sapida ironia. Vuoto di passioni e fini du– revoli e tuttavia orgoglioso del suo bisturi critico. sor– re110 da buona intelligenza e pronto a notomizzarc le zo– ne della propria esistenza, lo studente Sabò affina in ef– fetti. con l'ironia, il suo mez– zo espressivo, scruta moli fisici e psicologici. scorre sto– rie e filosofie per trarne uso. scopre persone e vicende e si procura. solidale col suo au1obiografico autore, un lin- f~a~,j~ d~~~~~af~~~fo~~l~e~j direbbe o~gi, in accordo dun– que con I indurito e sensuale stato dell"animo. E". in fon· do, una· crisi di smaniosa crescenza. Difatti la stesura stessa dell'Uomo provvisorio è già acquisizione d'un di– stacco prospe11ico dalla crisi sofferta e segno indubbio di positivo superamento. Alla fine del breve romanzo, pur tra reminiscenze e sapori an– cora vh 1 i nell'acre cittadino c'è il ritorno alla terra n3~ tla, simbolo di riacquistata serenità e presentimento del– la successiva vocazione poe– tica. La sterilità di coscienza è gradat;imente Vi\ta nel ba– luginare d'un nuovo eppur nolo e antico mondo d'ispi– razione. quello del remoto Paese molisano e dei ricordi gai e nostalgici della fanciul– lezza; ma il mezzo espressi– vo faticosamente conquista– to, resta. Luigi Russo ci ha detto che Jovine «un temperamento in– tellet1ualistico non è•; cd avrebbe dovuto soggiungere che non è neppure un tem– peramento puramente lirico. Che nell'opera dello scri11ore molisano (cui furono fami– liari. è bene tenerne conto, le correnti di pensiero anti– che e moderne) ci sia un'an– sia di conoscenza, una ricer– ca di verità, è indubbio. A tal proposito, basti rammen– tare il pcssìmismo proprio UN MEDICO - POETA SUGGERISCE UN'INTERESSANTE ACCOSTAMENTO * AI CONFINI TRA ARTE S OLLECITATO da una cu– riosità tutta personale che ha suo motivo nell"interes– se da mc nutrito per la poesia e per la farmacologia e in– dirizzato inoltre verso l'ar– gomento da un mio lavoro sulle droghe allucinogeno ed il loro impiego in psichiatria. mi sono ch1esto quale potefii• se essere !"effetto di certi medicinali, così detti ''tran– quillanti., sull"attività poeti– ca. cioè sulla piU alta espres– sione umana dello psichismo. La domanda ha inoltre una sua più reale ragione di es– sere poiché, mentre l"interes– se de,;tato dalle droghe ad azione eccitante conta su di una ricchezza di produzione eccezionale anche rispetto al– la psicologia e all'arte in genere. nulla si conooce in riguardo al problema da noi accennato. La cosa è tanto più Incomprensibile quanto più evidente è il fatto che, rapprcsentondo i "tranq~il– lant1,. l'inverso farmal~gtco degli eccitanti. il loro inte– resse nel campo artistico do• vrebbe ec;~erevivo nello stes– so modo come lo è per gli altri farmaci. lettere. Ne è chiara te&timo– nianza, solo per citare un esempio, il '"Club des Hachi– schln& .. sorto a Parigi in pie– na Isola Saint•Louls nel vec– chio palazzo Bimodan club di cui facevano parte nomi quali Baudelairc, Theophile Gautier, Delacroix. ecc. i qua– li molto spesso trassero dal– J"uso della droga <in quC6to caso J"Hachisch) un mezzo di eccctaz1one immaginativa. Chissà dunque che in pari modo, dopo che il tranquil– lante sarà pre&o nella dovu– ta considerazione, non ab– biano a sorgere dei "Clubs du mcprobamate .. !, una sorta di cenacolo di yoga-chimico. succursale del santone India– no! Che si possa sicuramente attribuire al ·'tranquillante .. un effetto sul campo artistico è fuor di d 1 1bbio poich(! la sua azione interessa gli stessi compartimenti fisiologici che riguardano l"eccitante ma con azione totalmente diversa. Poesia e tranquillanti Tale silenzio è dovuto al diver;;o modo di esprimersi di quC6ta drog:i (anche il tranquillante è una droga) che non determina nell'indi– viduo fatti conclamati, situa– zioni di eccezionalità ogget– tiva trru;:formazioni psico-so– matiche esteriorizzate tant~ da polarizzare per forza dl evidenza un interesse imme– diato neU-osservatore. Anzi il tranquillante mimetizza ?er• te situazioni psic0•6omahche nascondendo psicologicamen– te, l'individuo 3;ll'attenzione altrui giacchè mstaura la normalità psico-somatica del– la indifferenza che è appun– to caratterizzata dal non "dar nell"occbio·•. Ma se una tale indifferenza scientifico-lette– raria è giustificata d~lla m.an – canza del macroscop1co ps1co– somatico. non può C6serlo per considerazioni di puro interesse psicologico e ciò tanto più per chi vive per quella e magari di quella sua attività la quale, nel no- 6tro caso, è l"attività poetica. A suo tempo, l'interC6se de– stato dalle droghe "allucino– gene., o "eldetiche .. (più co– munemente dette "eccitanti.,) fermavano non solo l'atten– zione dello scienziato, beasi anche quella dell'uomo di Ma per rientrare in argo– mento. poniamoci anzitutto una domanda: Che cosa è la poesia? :ion è forse il risultato di un certo grado di sensibilità che, portato al carico estre• mo. cerca appunto una sua soluzione nella espressione: poetica? In altri termini. la poesia corrisponde ad una liberazione o ripri6tino di un perduto equilibrio inte– riore determinato da fattori emozionali sia esogeni (del mondo esterno) sia endoge• ni (del mondo interno: ger– minaziorie spontanea della Individualità). In tale forma di arte si rivela. infatti. la elaborazione dell'io nei suoi atteggia:nenti multiformi sia verso l'ambiente. sia verso 6è stesso. Tanto clie a buon di– ritto la psichiatria si avvale dei contenuti artistici in ge– nere (o dei tentativi in que– sto sen6o) per indirizzare la sua analisi nel difficilissimo mondo psicologico dei suoi pazienti. Molto approssimativamente e 6uperfklaimente il Taine defl.ni -la !"artista come •·una concretizzazione del modo di pensare della sua epoca .., espressione da cui l"artista ri- 6Ulta troppo vincolato all'am– biente. Il poeta è molto di più e di conseguenza molto di ,più è la poC6ia. Il poeta è uno strumento eletto; un uomo dotato di sensibilità Juori del comune, capace di vibrare agli stimoli in ml- sura superiore a chiunque altro. I poeti sono cioè in– dividui particolarmente con– dizionati o modificati dalla influenza e.cl mezzo-ambien– te. termine con cui si 6tan– no a significare tutti i !atto– ri concorrenti a cootituire !"uomo prC6ente a sé stesso e al mondo. Tanto più vero cib in quanto ogni tendenza artistica e poetica in ispecie rl6ponde ad una nccCSGità storico-evolutiva di stati psi– cologici in conseguenza con le frustazionì del passato e la ncce,;;sità di rinnovamento che costantemente muove la umanità. Tutto questo, lega– to ad un fondo emozionale ricettivo ed esplicativo del tutto individuale, i cui moti reattivi sono in diretto rap– porto con la sorgerite di emo– zione. L'emozione è. dunque. al– l'origine di ogni neceS1Sità poetica. Che cosa è remozio– ne? Una forma di reazione intensa e vitale ad avveni– menti favorevoli e sfavore– voli della vita che crea stati agitati di coscienza. ammas– si di sentimenti turbolenti ed impulsi. Essa coinvolge ogni campo (memoria, pensiero. ìmmagim,zione e anche la percezione del mondo circo– stante) e dipende da un ac– cumulo di ~neìone emotiva che indica come la nostra reazione ad una "crisi., non sia soltanto reazione del mo– mento. ma risulti anzi da una sorta di riserva venu– tasi accumulando durante il passato individuale ed ere– ditarlo. In effetti la natura del pro– cesso di ri6posta emotiva è molto complesso poichè sog– getto a fattori costituzionali. organici, biologici ereditari, fattori tutti che nell'Insieme vanno a formare cib che noi diciamo ''perplessità'', Lo sti– molo del momento. quindi. non è che il mezzo scate– nante una massa di reazioni biopsichiche che paSGanodal– la potenza all'atto. Ecco per– ché ogni poeta ba un suo "6tile'·, un suo preciso mo- * di EFREill TORRI do di C6primersi inconfondi– bile (quando sia naturalmen– te originale) che lo contrad– distingue da ogni altro. Per– ciò il fattore tecnico (che è. solo esteriorizzazione di un complesso processo d'interio– rità bio-psichica) corrispon– de alla soluzione di una pro– blematica i cui termini sono 6Ì di natura psichica. ma an– che biochimica. Infatti. quale più stretta connessione, quale interdi– pendc.nza maggiore del rap– porto psiche-6istema nervoso? Il meccanismo biologico del– la emozione (di per sé fat– to psichico) è presieduto dal sistema nervoso che si arti– cola secondo norme biochi– miche ben definite su tre di– rettrici ma su fondo unita– rio: ricezione, elaborazione. trasmist.lone dello stimolo. Un complesso delicatissi– mo di reazioni chimiche mos– so dallo stimolo, si instaura nel nostro organismo deter– minandone il suo comporta– mento meccanico poi indi– rizzato nella sua e6Pre6sione psico-somatica dalla ragione e da quel fattori razionali e istintivi propri alla persona– lità individuale. Si viene cioè a creare un "rapporto psico– somatico,. che consta nella influenza cronica dell'atteg– giamento mentale dell"indivl– duo, dal suo modo di pensa– re e sentire rispetto alla sua attività fisiologica. E" ormai a tutti nota la inOuenza esercitata dalla se– crezione ghiandolare sul com– portamento tanto da affer– ma-re che ghiandole endocri– ne e personalità sono in rc.– ciprocità di relazione in quanto 60no le ghiandole che presiedono ai principali pro– cessi vitali dell"organlsmo per il suo mantenimento In uno stato di relatività costante eomeootasi). Queste ghiando– le. Inoltre, banno 11 compito di influenzare tutti quei tes– suti da cui•dipendono l'emo– zione e razione. Di conse– guenza, le reazioni .all'emo– zione sono diverse in indi– vidui chimicamente diver61. E il farmaco "tranquillan- te.. non è esso un prodotto chimico che determina una variazione biochimica nel no– stro organismo C06Ì come (in modo opposto) le sostanze eccitanti e le droghe in ge– nere? Un breve 6guardo al meccanismo di azione del tranquillante varrà a chiari– re il perchè in seguito noi giungeremo a certe conclu- sioni · Tale meccanismo è di ele– zione sul sistema nervoso centrale senza alcuna in– fluenza a carico del muscoli, connesslorii muscolari e nervi periferici. 1n particolare es– si agiscono deprimendo la trasmissione degli eccitamen– ti attraverso le connessioni interneuroniche specie a li– vello del talamo, bulbo e mi– dollo spinale. Sono cioè far– maci che, pur la&ciando Inte– gre le possibilità di azione e intellettive. pongono l'indi– viduo in condizione di quie– te, distensione, "tranquilli– tà". &si appartengono al gruppo degli "ortotirnici se– dativi., variamente specifica- ti come ...tranquillanti .., .. ataTassici .., ...psicoplegici .., dalla loro caratteristica di procurare una azione seda– tiva speciale a base di indif– ferenza (un poco euforica) verso le sollecitazioni sia che derivino dallo interiore so– matico e viscera.le o da una troppo inteD6a vibrazione delle sollecitazioni esterlorì. Sono medicinali che non im– pllcano la realizzazione far– macologica di stati euforici o atarassici a discapito del– la personalità ma Si compor– tano come •·ottunditori del– l"emozione .. stornando la sol– lecitazione stressante anche quando questa deriva dallo strato di fondo individuale alla cui base sono tutte le ri– chieste, i traumi, le paure. gli squilibri che la cellula germinale ha subito nella GUa lunga evoluziono biologica di inserimento all'ambiente. A tale proposito dobbiamo perb aggiungere cbe per ciò che riguarda il fondo psichico individuale l'azione del me– dicinale è 6Ufficiente ad at– tenuare la entità emoziona– le ma non a variare la qua– lità delle reazioni del pen– siero. La loro azione è dun– que volta a di6articolare le nostre sensazioni emotive dalla forma di stress e cioè :1d attenuare quelle reazioni biochimiche che determina– no (dietro 6timolazionc) lo scatenamento psico-somatico della emozione intesa come forma massiccia di reazione allo stimolo. A questo punto 6arebbe fa– cile concludere 11 quesito se non sapessimo che, a grandi linee. la poesia può avere due distinte fonti d"ispirazione (e quindi di emozione): l'una di natura prepoaderantemcn– te interiore (poesia intro– spettiva che agita i proble– mi esterni dell'io universale sia pure con indirizzi e so– luzioni logicamente Indivi– duali), }"altra di natura pre– valentemente esteriore (poe– sia eterospettiva che 6i muo– ve sollecitata da emozioni tratte dal mondo esterno e quindi limitata ad un modo personale di considerare · e tradurre l'ambiente). Ma anche non volendo ope. rare una cosi drastica distin– zione nel campo della poe6la (in considerazione di chi po– trebbe obiettare che come non vi è poesia esclusivamen– te introspettiva cosi non vi è poesia esclusivamente etero– spettiva) noi vogliamo In– vece considerare valido que– sto caso per comodità di ana– lisi per trarre le necessarie conclusioni. A no,;tro avviso non pub esservi dubbio che il tran– quillante nei con!rontl della poesia eterospettiva avrà ef– fetto del tutto negativo nel senso che annullerà o •ridur– rà enormemente le poS6ibili– tà poetiche del soggetto ope– rarite. Infatti r... ovattamen– to .. che il farmaco e5€rcita sul processo biologico dello Impulso, agendo sul meccani– smo organico, è capace di produrre una profonda alte- razione della emozione In quanto quest'ultima è quasi del tutto b86ata sulla rice– zione ed analisi di sensazio– ni esterne. Tale ·•rice-analisi., in effetti risulta fortemente ridotta tn quanto ridotta è la ricezione dello stimolo e di coooegucnza la sua tra– smissione. La realtà da cui il fatto irne ispirazione. sol• lo l'inOuenza del farmaco, si allontana nello spazio psi– chico assumendo contorni sbiaditi da cui le relativC 601- lecitazioni giungono al poe– ta in modo attenuato sia co– me int!.!nsità sia come p&rti– colarltà. I~ sistema nervo,;o del poeta in effetti ba per– duto quello stato particolare di allarme che lo rende vi– gile e facilmente vulnerabile allo stimolo tanto che, alla mmorc sollecitazione, rispon– do un ridotto stato emozio– nale per cui la poesia assu– merà le tinte dello stato psi– cologico proprio del momen– to. La controprova di ciò ad esempio ci viene fornita dal– le prove eseguite su sogget– ti eccezionalmente dotati {poeti, musicanti, pittori, eec.) che sottoposti ail"az1one di particolari droghe ecc1tant1 (Oachisdalcool mCDcalina,ps1- locibi.na , pcyoU, yagé. ecc. ai sono espressi in direzione di eccesso, di esaltazione, quasi che. il loro spirito scorgesse nella realtà, qualità .partlco– lari sfuggenti ad un pari sog– getto non drogato. E' da que– ste risult:inze ad esempio che la psichiatria di fronte ad opere artistiche a indirizzo e carattere di eccezione larti figurative in particolare e poesia) 6i è chiesta e si chiede quale linea di demarcazione divida il genio dalla pazzia. Ma ben diverso è l'effetto del tranquillante quando que– sto agisca su individualità a spiccato 6en6o introspettivo, creatori di una poesia .,ente– rori!lessa "'· ln questo caso la azione dei farmaco agisce 6ul mezzo biologico facendo sl che non v1 sia emozione, ma SUS6istala attenziorie psichica che non richiede realtà este– riori da cui ricevere gU sti– moli per i1 processo creativo ben6l realtà interiori, di na– tura abiologica. cootituentl es– senziali, naturali, della sua personalità corrispondente ad un co:nune latereese umano al problema degli universali. In altre parole, con il tran– quillante si verifica sempre l'ottundimento della possibi- da intellettuale dello studen– te Sabò e i discorsi di alcuni personaggi joviniani, creati, a quanto pare, proprio per riflettere sui valori eterni dell'universo con una singo– lare filosofia, invero, tra pu– dica e desolata (don Giovan– nino de Risio, ad esempio, sorta di Basilio Puoti della Contrada di Molise, il mis• sionario d'Africa che appare fuggevolmente nelle • Terre•, ccc.). Certo, la filosofia di Francesco Jovine non è un risoluto proparsi e risolvere problemi astratti; è un ori– gliare pacato e dolente entro le stratificazioni sfumate e misteriose della memoria; è la curiosità d'un uomo colto e sensibile che ad un tratto si arresta sognante nell'inda– gine per lasciarsi sedurre dall'onda dei ricordi. Arre– sto, comunque, che non esclu– de il precedente via1gio del pensiero. Si può, quindi, at· tribuire al nostro scrittore un tentativo di penetrare nelle fibre segrete del mondo amato e nelle psicologie dei più svariati esemplari urna· ni da lui rievocati o affatto creati; tentativo che non ascende però a passione co– smica dell'anima, cui com– peterebbe una soluzione, lo– gica o lirica che sia: prefe– risce restare nell'incerto, nel ~~:~1t ~~P~;: a~~~naf!, g~~= si per favorire l'incontro, anzi la compenetrazione tra l'interrogativo metafisico e le creature destinate a propar– selo e i luoghi destinati a suscitarlo. Allorché l'incontro ~1;'ua~iesJf i~n~~~on}o!~; (una inquieta. dolente consa– pevolezza dell'ambiguità del– la vita e l'affello dolcemente sognante per le con1rade na– tie) trova pieno equilibrio nell'intimo, anche la corpo– sità lessicale, di cui abbiamo discorso, si piega docile, si modella sopra stati d'animo più umani e più profondi. E' da questo aspetto e punto d'equilibrio (stato veramen– te di grazia e veramente jo– viniano) che scaturisce quel particolare alone poetico no– talo in Siguora Ava; l'• at– teggiamento favoloso• rile– vato da Luigi Russo, la • do– ratura di memoria• descrit· ta da Pietro Pancrazi. Nella pace notturna del loro tu– gurio, Pietro Veleno, ruomo di fatica di casa De Risio, e sua madre. tra veglia e son– no, si scambiano le ultime parole della giomata: • Il pesante telaio è vicino alla ~hr 1 ~ :b~f~. n~ sivi~:e dei la madre che altraversa le te- ~~~~ ~i~~f!taa dai~t;o,ain;~~; tlci morti... Fuori intanto s'era levato il vento e nel silenzio delle vie si udiva il suo sibilo leggero e cullante; poi lo sportello di una fine– stra non lontana incominciò a bat1erc disperato contro il muro. li vento rinforzò; ar– rÌ\'Ò alle case lo scroscio dei rami della foresta prossim3 e incominciò a cadere la piogiria. ''Pietro non rispon– di? Vuoi dormire?". La ma· dre insisteva con la sua do– manda un po' triste, in cui c'era il desiderio di vederlo finalmente dormire e quello non meno forte di udirne la E MEDICINA htà ricettiva ma non può il farmaco agire su quelle che sono le naturali sorgenti ispi– ratrici del poeta che trae i suoi motivi dalla qualità StC6- sa della sua psiche agitante una problematica esclusiva– mente interiore per nulla o per ben poco debitrice verso 11 mondo esterno (eteroam– biente). Nel primo caso da noi con– siderato. veniva a mancare o meglio a diminuire ·la sor– gente esterna Ispiratrice in quanto ad e&sa e da essa erano precipuamente l sensi che traevano il moto primo di impul6o emozionale men– tre nel secondo caso I seooi non prendono che minima parte al processo essendo questo appannaggio de 1 la I)61che stessa. Il trariquillante modifica cioé il mezzo mec– canico della emozione ma non la sorgente della emozione. dal momento che la sorgente non è al di fuori di noi. di– pende cioé da una realtà oc– casionale esteriore, ma parte di un nostro modo continuo di essere psicologico. Quindi il dirottamento della realtà esterna, il disancoramento dallo stato esteriore ambien– tale nulla può togliere a chi dal mondo esterno riulla o poco chiede. La differenza è dunque non sul modo di azio– ne ma sul terreno su cui essa si svolge. Ciò che ne è tur– bato è. dunque, il terreno biologico dell"indivuo ma non la fonte ispiratrice puramente psichica, perta.;to abiologica. Con ciò non vogliamo affer– mare che rion si possa veri– ficare un qualche formale cambiamento nel caso della poC6ia cnter06pettiva e questo nel suo modo di esprimersi ma non certo potrà mutare la qualità del mondo poetico di ciò che è r essenza poetica individuale. Questo ovattamento dunque degli stimoli esterni, questa sorta di isolamento blofuiico, dovrebbe operare in 6enso estremamente tavorf'vole per lo Introspettivo, ché l"allonta– namerito dalle rive solleclta- ~r;~~b~e:ib~:::~ l~,s~~~~~~ ~~Ì mare dello sconfinamento ver– so la meditazione pura. Il tranquillante creerebbe cioé una specie di romitagglo biologico entro cui l'anima si muove in sè stessn agitando una sua entità Integra e non distratta dai richiami del mondo esterno, voce, di partecipare a quella lunghissima giornata in cui Immacolata Veleno era vis– sut::. senza vedere il figlio. 11 giovano:= ascoltava il vento che gemeva, lo sportello f=he picchiava contro il muro e la pioggia che scrosciava per le vie. Pensava: "Domani sa– rà tutto fango. terra tempra– ta per ricevere il seme. C::e verrà un po' di sole tutt1 i contadini con la terra fino aUe ginocchia per spargere il seme sulla terra". "Ora ho veramente sonno". Rispose cosl per.ché a"eva troppe co– se da pensare, da ~ttere in ordine nella sua testa: sen– tiva il vento che veniva da spazi interminabili che non gli riusciva d'immaginare•· Pagina armonica. questa, dove pur l'indefinibile tri– stezza esistenziale, che tradi– sce una coscienza riflessiva sempre presente, rimane ben calata e fusa nel contesto fantastico delle immaiini rie– vocate: il giovane contadino placa le sue incertezze in un programma affettuosamente presentito e pregustato. seb– bene la voce un pa' umana e un po' spettrale di sua madre e il fragore vario del– la tempesta si oppongano come elementi irraz1ooali, in– domiti, oscuramente subiti al desiderio d'amore, di chia– rezza, di pacifico lavoro. Lo scetticismo duro, deso– lato e all'occorrenza sarca– stico dell'Uomo provvisorio si è tramutato in sognante e un po' sofferta malinconia. Nei capitoli meno schizzati e più vibranti di Signora Ava si incontrano accenti di uma– na e poetica rassegnazione; un placarsi della ricerca del pensiero. cui non arrisero nuove \'Crita di raiione. nel- 1'«humus• della materna na– tura ricreala con atti di af– fetto e voli di memoria. La lingua si è sciolta dal sor- ~!f/somo~e~~ua~~ g~ga~~~ un modo più accorto e di– scorsh·o. più prossimo agli affetti che alle sensazioni. Ma nelle Terre del Sacramento essa raggiunge I'• optimum •: una docilità versatile, una pieghevolezza insinuante nei ritratti psicologici, un·essen– zialità lirica nelle scene di tragedia, una tale velocità ritmica nei dialoghi e scenet– te paesane, che l'intero ro– manzo ne risulta vestito spon– taneamente, nutrito con rari scadimenti, condotto insom– ma con mano di maturo ar– tista. Dinnanzi all"in1recciar– si delle vicende e al susse– guirsi dei quadri secondo una \ntima . logica quasi storica, ti pensiero del lettore si ri- d~Jf.:ur~~ go'°;\~~n~.mftz~a~ ~~;rin~ 00 f~~~l~ af~~~~ Jovine ha saputo narrare da maestro. ln quanto allo spi– rito che circola nel suo ro– manzo postumo bisogna pur– troppo tenere altro discorso. L'armonia artistica notata in Signora Ava, quel tramutarsi del corposo realismo da un lato e della riflessione scet– tica dall'altro in poetica sim– biosi in seno a malinconiche rievocazioni. qui si è rotta: sotto sotto, quale ragione della narrazione. si risente certa tesi ideologica che ~à tentò Jovine col non fehce r~cconto L'impero in pro– vmcta. E' come se l'originaria po– sizione di spirito tra mora– listica e speculativa, un tem– po analitica e detrattrice per soverchio lavarlo d'intelletto su cose e persone non amate ri lenti con nuove forze ed esperienze mentali un"azione in proprio; e rifacendosi li– bera, ritorni esterna all'ani– mo e all'indole artistica del– l'autore. Perché quando in Francesco Jovine prevale la analisi. la lingua ridiventa dura, seppure plastica, e la facoltà indagatnce si trasfor– ma in un crudele strumento di critica e di pessimismo. La storia di Luca Marana, del resto, e dei suoi compaesani dì Morutri, ingenuamente convinti di poter debellare la loro secolare miseria con un atto di enfiteusi da carpire ad un nobilotro di Calena per le petrose terre del Sa– cramento, è una triste storia innanzitutto a causa del de– solato senso di impotenza cui s'intona l'intera vicenda. • Laura incominciò a sen– tire Calena - narra lo scrit– tore. - Si rese conto, sia pure oscuramente. della sua antica. mortuaria saggezza. E.ra una scienza sepolta nelle pietre; a Calena era acca– duto tutto senza modificare nulla. Incominciò ad avere p:3ura di quell'atmosfera: il cielo, cosl breve, i crepuscoli che entravano silenziosamen– te nelle tenebre delle lunghe notti d'inverno. l'almanacca– re furioso degli uomini che s\ arrampicavano sulle fra– si con una destrezza da fu– nan:iboli, le davano un'inquie– tud1!1e c?e s'andava di gior– no 1n giorno aggravando ... ». La poesia di Jovine sgorga tutta ~i Qui: dalla rassegna– ta sofferenza per l'orizzonte ~ ~t.at ~ i: 11 :i ~~~st~u\rtt~ tuosam.ente ad esse, egli scri– ve pagine dorate dal fascino del tempo e resuscita carat– teri umani a lui fclicemenle ;~~fi~ii~li fm;!gi~~ ~f:;,~:ia~~ m1 <:f1 redenzione sociale, pic- f:Cr:~l~~c~n~~saa}o~~. ~~~~ nella parte conclusiva delle Terre del Sacramento. Nel gioco dialettico delle cpntrastanti istanze spiritua– li. avvalendosi di un corredo veramente esemplare di co- ~os~~~z~c,linj~~~~~:o stfo~ 1~~ aveva avviato, con quest'ope- ~f~au~Pg~s;~~~!i~n~ 0 ~Yr:~~ mondo. Ma una sorte infau– sta gli ha stroncato la mano· cpmc il bieco fucile del mi~ lite spezzò la giovane vita di Luca Marana mentre si ac– cingeva all'opera.

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