La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 10 - 5 marzo 1961

/ LA. FlERA LETTERARI '.Anno XVI - N. 10 SETTlMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 5 marzo 19'/il SI PUBBLICA LA DOMÈ!'IICA Fondalo da UMBEl{TO FHACCHlA * Diretto da DIEGO FABl:HU QUESTO NUMEl{O L. 100 DIREZIONE. AMMINISTRAZIONE: Roma · Via del Corso. 303 - Tel. 687645 - Amministrazione Tcl. 673015 - PUBBLICITA': AmmlnJstrazjone: « LA FIERA LETTERARIA» - Via del Corso. 303 • Roma - TARIFFA L.. 150 al millimetro - ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 T Semestre lire 2.150 Trimestre lire 1.100 - Estero: Annuo lire 7.000 - Copia arretrata lire 150 - Spedizione in conto corrente postale (Gruppo II) - Conto corrente postale numero l/31426 1-l.LCU ~ Jl ll=J\ IRA\ N Jl l.N * «Diario omano» diBrancati Lalezione esemplare diThomas àlann * 1 ,{3 1 ~ 0 r~ 0 {;~J:~~f:,'i 8 ~i~: praffare dal dolore. Il se- Il piacevole autore di parte dello scellerato a Forza e gioia ' pirmi. condo sospiro invece è ac- ,Waverley~ del l'Antiqua- un Turco o a un Abis– compagnato dalle parole e rio, di Rob-Roy e di tutti sino ... ». Febbraio 1947 viene a insegnarci che la quegli amabili romanzi La frivolezza ai nostri S O DI GIUDICARE la vera arte non si occupa scozzesi tanto superiori a giorni non bisogna cer– politica da morali- del c~stume ma 1 .dei _s~nti- tutt~ ciò che. si scrive nel carla nelle pe~·sone cl~e sta cioè secondo re- men.ti. che l 111twz1one continente, e stato pre- amano scherzate, ma in gole c'he non sono le comica non produce poe- sentato come uno che at- quei tetri visi che hanno sue. E' uno sbaglio del sia ma_ letteratura ecc. tenti ,all'onore nazionale. per~uto per sempre la fa. quale sono felice perché Se Il mode_sto . autore perche ha osato dare un colta di sorridère la volta le regole che applico al- della commedia _risponde nome scozzese a uno scel- che ascoltarono in religia– la politica sono quelle di che appunto egh ha vo- lerato necessario al suo so ~ilenzio_ un ~apo_ politi– un'attività che di gran luto fare letteratura e racconto. E' vero che tut- co impartire direttive nel lunga la sorpassa. Com- non _poe~ia, c~e las~ia 1~ ti gli altri personaggi so- campo dell'arte, del pen– prendere certe cose dal- poesia a1 ven poeti e s1 no scozzesi, che il luogo siero, della morale. Maz– l'interno è lo stesso che contenta di applicar~ l_e d ~l.la vicènda_ è i? Sco~ia zini non_ rid~v~ yer n:an: praticarle (p. es. com- sue forze n:1 ~ampo limi- e _che la stona di Scozia, ~anza _d1 feh~1ta :oggi s1 prendere il fascismo dal- tata che gh e sta_to _con- come tutte le altre storie, e cupi e seri per man– l'interno significa prati- ces~o dalla sorte, 1 d_1f~n- è pien.a di crimini e di c_anza. d'intelligenza e di nel lavoro * di Ei\ 1 /UCO FALQlJI care il fascismo) Non ci so,n aggrottano I~ c1gba: atrocita. Non importa: hberta. rèsta che comPrendere ~vrebbero prefe~1to che egli doveva as:egnare la VITALIANO BRANCATI dall'alto o, come dicono i tl loro avver~ar10 fosse,,-------------------- teorici dei regimi totali- meno mode st0 · Ma da\~ UN INEDITO "'EL ,._,LIMA DE "LE NOTTI ROMANE,, tari dal di fuori. che egh_ Io e,. e non e e 1., \.!, Giorgio Vigolo nella sua ubltazlonc romana Tutte le occasioni per Iéggere o rileggere pagine di Thomas Mann sono rav– dvanti: si è avuto modo di risperimentarlo ultima– mente con la ristampa. nella Biblioteca delle Si– lerchie (Saggiatore. Mila– no. 1960). della Lettera ml matrimonio. di Una tra– versata con Don Chiseiol- le. del prologo della trilo– gia biblica di Giuseppe e i stwi fratelli. (H pozzo del passato). cui si ricollegn. · nell'intimo. quel tanto del ' • • • verso d1 fargb prendere Lo scrittore X: la sua il volo verso le cime del– penna scrive e scrive, ma l'arte pura, eccoli a grati– non riesce mai a sgra- ficarlo di un terzo ben varsi. più grave e profondo so– A G . • V. I lungo carteggio di i\Iann con Kerényi, che riguarda lorclo lco O in particolare il problema del rapporto tra Romanzo ' : ~i~fj;p}\:;ri ~;~c%/ 0 ~ii spiro. e Capisco! » gli dicori'o. Ottobre 1948 J...,"" SAME di coscienza: e Capi.sco benisstn:io! Ma L ecco tre parole gra- lei, vede? ha fatto una vemente discredita- cosa troppo amara! Man– te m Italia. Il solo sentir- ca un raggio di sole! Per– le pronunciare dà fa;tidio ché, alla fine, non_ ci h~ e suscita una smorfia di messo un raggio d1 I• t Bacntta 196. I :f~~/;;,~ •~t!.tonti~:::~ poiché in sostanza. oltre a servire quasi di commei1- to alla più approfondita in- terpretazione delle opere di Mann. risulta di sicuro giovamento per l'indagine intemerata dei problemi delrumanesimo, divenuti assillanti nello sconvolgi– mento del secondo Dopo– guerra. hihliomante" ripugnanza come se allu- sole?•- <lessero a un'operazione Qual~ sole? . e HE ORA RICCA. mescolata dei più avventurosi immorale e leggermente Il difensore d1 destra piaceri era quella che. qualche anno fa. passavo disgustosa. allude al e sole che sorge ogni mercoledì fra le bancarelle dei librai nella Nel 1944 si presentò al- libero e giocondo», il di- piazzelt~ del_ Paradis?! Ci arrivavo infallibil~~nte la ribalta un partito nuo- fensore di sinistra al e 50 • poco prima d1 mezzogiorno e la cannonata meridiana YO, pieno di nobiltà e di le d:Jravv:nire •; tutti_ e i:~ ~à.al :ratr~e=~~a,.;u~;~ ~;~~-pr~al:/l~~•rv~ te;r 0 gt~ 1 ;: austerità ,e riusci subito due m ogm modo voglio- tomi d'ogni sorta. gradito: i suoi componen- no un sole, e tutti e due La piccola piazza raccolta. riusciva a creare uno ti parvero troppo pallidi vogliono che, nella vicen- di quegli incontri felici fra l'aperto e il chiuso, tra i per il tormento dello spi- da, si rida pure di qual- fantasmi sempre un p_oco_ gelidi dei ~ibri e la_ calda rito di esame e tutti che perso_na. o famiglia, i~~~/~i~i~:- :c:ua~~I ctf~1e~~;~~~v=, u~a uftr;: ~7co~~~ quanti affetti da una pe- ma non SI rida assoluta- di Grecia. cli civiltà mediterrane.:1, dove il gusto delle renne emicrania. In ve- mente della massa. idee e degli studi resta una naturale dimensione rità, l'esame di coscienza, Perché la massa è sem- del discorso quotidiano. un colloquio per le vie o nel che questi uomini prati- pre buona sia per l'uomo banchetto. Un ultimo_ r.icord~ di Grecia, perdutosi il~ cavano, riguardava piut- di destra che per quello que_l cantoi:i~ della cma. cosi arj?'~to e_~vva_lo:ato di tosto la coscienza altrui di sinistra, e cat~iva ,la ~~-~~cr~ ~~d 1 \~~t~;e~n~}~a~~fm~s~~i~ 1 st ati I primi Slam. che la propria; i peccati. avr~bb~~o fa_tta _di_v~nta- Fra le quattro mura della piazz;;?Ua ciel Paradiso che confessavano a voce re 1 dirigenti d1 sm1stra si era venuta a rifugiare l'a"ria colta e umanistica di alta, erano spesso i pec• (se parla l'uomo di de- questo rione cinquecentesco. Qui giungevano a crolli cati dei propri nemici. stra) o i dirigenti di de- ~r;;io:i~i~llc~~ ri;~il~~r!tede;t~n~~~~Ul~~g1rg~~ed~~i~~tt~ 1 ;~i l\1a se anche avessero ap- st ra (se parla l'uomo di di biblioteche insigni, naufragate fra le demolizioni plicato lo spirito d'esame sinistra). La massa, nella e gli sventramenti: arrivavano a ondate e brillavano in una forma più rigore- superstizione de g Pinte I- per qualche mattina al sole e all'azzurro, come sulla sa e altruistica, la loro lettuali d'oggi, è priva di riva i detriti del mare. Fra dì essi non· si sa mai quale fortuna non sarebbe du- difetti. è paziente ,eroica, ~~~f~~ ~~\~~~ ~~/~~~-= ~~~ti~\\~~: 1 ~ 1 ~ 1 :iga~!n~~~I ;;a:~~i rata a lungo in Italia, un laboriosa,_ onesta, veritie– Paese che da quarant'an- ra. Le piazze, che essa ni va coprendo tutti gli riempie ora in camicia ne– specchi per dimenticare ra1 ora col basco, ora con la sua vera facc'ia e ere- la bustina di carta, ora dere in buona fede di col fazzoletto, sono il B ,,. e v ,~ e ,,. 11 n, ,.,, t! ti llt"lltt /Jl•t'll'IÌfl:i(Jllt>, aver quella che i D'An- campo della storia, ed es- f\llLANO. febbraio mo. uscit.o dopo la morte dei nurlzio i Mussolini j sa, coi suoi perpetui sì e (O. Or.) - Con la raccol· suoi. genitori? e suçcessiva· Nenni I gli attribuisc~no i suoi pugni tesi contro il ta _di prose Le notti rom~n1:, mente Silenzio creat? (193~), ?i volta i~ v_olta ~ei loro nemico_ del momento, fa ~~:giial~g~~saliaBo~~it~nti ~~~cfau,?e 'J:t~~:nfi(I~i~~ie~ mfiammati d1scors1. la stona. _ . Premio Bagiitta 1961. Linea della vita (1949). Ot- Perché difatti nari esi- Una commedia, che OSI Quest'anno si è avuta u.na ·tre alla pubblicazione clel- ste una commedia del ca- non adulare questa mas- sola designazione al e Ba: L'opera cui. è stato conferi.io stume in Italia? Perché sa, cade sotto i fulmini di g~tta ,._. appunto qu_ella ~t il. Prem_io Bagutta, ~iorgio la commedia del costume tutti i retori d'Ital~a,_ del- ::g~~;,r:;~/; ~ 0 ~it~~1~°:oa;~r:~r;oe edtt~n;~o:,~. dt Hol- spera di leggere finalmente la vera storia della sua vita o trovarne rivelato il segreto. Questa era !orse la ragione inconsapevole della cu– riosa aspettativa con cui ogni mercoledì io correvo alla piazzetta del Paradiso come a un appuntamento. di quelJi ai quali Si arriva un qu:irto d'ora prima. col cuore che batte. Non saltavo una settimana sola. Tutti quei libri portati li dal caso creavano un'aura piena di tentazioni. accendevano un pericoloso libertinaggio intellettuale: quello dell'avventura libresca. Poiché da un libro tutto ci si vuò aspettare. da un momento al– l'altro, anche un cambiamento di vita; ed C nei libri che il vero Don Giovanni dello spirito va a caccia di occasion.i per tradire il suo destino o per avverarlo senza che lo sappia, magari in una conveI'sione. Infedele a qualunque definizione di sè restio a lasciarsi imprigionare in una qualsiasi categoria. sia pure la più nobile. delle arti o delle scienze, questo nemico giurato della specializzaz1onc. questo .:1mante sempre inappagato dell'infinito e dell'universale. va spiando nei libri. come in tante serrature. il segreto della vocazione degli altri e l'affascinante possibilità òi cambiare la propria. li che una volta si diceva: vendere l'anima al diavolo. Eccolo il grande peccato dell'inguaribile e dilettan– te>, quello che più difficilmente gli sarà perdonato; e per cui. anzi, le ispide suocere della pedante'ria vor– rebbero lacerarlo come Orfeo o bruci:.1rlo qui accosto sul rogo di Giordano Bruno. Eccola la sua vera passione. Egli non viene mica qui a cercare i libri che più direttamente lo riguar– dano e si attagliano al suo ingegno e ai suoi studi. Di quelli anzi non si cura come di partita già chjusa. Lo vedrete invece esplorare traltati di chimica. somme di teologia, una grammatica ebraica, un'oper:i. sulle rocce o sulle nuvole, un'altra sulla economia medie– vale. Le tombe degli etruschi e loro lingua; la forma. zione del cristalli: le malattie tropicali; i fossili del– l'Orenoc0; le steUe mu)tiple e periodiche: un metodo di calcolo jnfinitesimale; una dottrina della scienza: una storia delle eresie. Ognuno di 'questi argomenti lo app~ssipna: _ è Per lui un pall,)ito imprevisto, un e non s1 sa mai >. La molla che lo spinge è la speranza di incontrare q4i queJ, libro fondamentale e decisivo che :1on po– trebbe t_rovare se non in ques~ta ispirata biblioteca del caso, dove la Fortuna in persona coi suoi occhi ben– dati è bibliotecaria. Essa gira quì la rucita delle vo. cazioni e degli estri, e li distribuisce a chi vuole. come i mucchi d'oro sui numeri e i colori del tavolo da _giuoco. Essa regala per puro capriccio il capolavoro e la scoperta al dilettante di genio; ·e lascia che lo spe. ~!~l~!taac~~~ins~\aa ;~~!e~~~ i~~~il;ifn\~:r~l ~~fh!Pebr~!~ E si comprende come la carica di esperienza uma– na e arlistica trasfusa dal Mann in ogni pagina, an– che nelln più apparente– mente improvvisata e ca– suale. renda illuminante e rianimante ogni scritto che. riferendosi alla sua vita e alla sua opera, ce ne faccia conoscere episo– di,. pensieri e detti. Pur non riuscendo sorprenden– ti, poiché nulla vi si di– scosta dal sentimento cli M·ann quale si è venuto manifestando attraverso le opere. non per tanto essi risultano sovraccarichi di un'intimità che. nel mo. mento stesso in cui cessa di essere gelosamente se– greta. ci si palesa. al di sopra di ogni travaglio. cosi decisamente esempla– re da sembrar quasi pre– disposta. se a condizionar. la non fosse il suo stesso continuo travaglio. NulJa, quindi, di men che naturale e doveroso dell'interesse suscitato in noi (e da noi qui registra– to con la fiducia di tra– smetterlo ad altri lettori non unicamente dediti ai lugubri piaceri della nar– rativa erotico-pornografica in rosa o in nero) dal e re– soconto :t di Erika Mann su L'tLLtim? mmo di suo padre (Mondadori, Milano, 1960). E' un libretto alla buo– na. in cui, senza esaltazio– ne, sono raccontati i fatti succedutisi nell'ultimo an• no della laboriosa e vitto– riosa lunga vita di ~lann. datragosto del '54 all'ago– sto del ·55_ Viaggi. incon– tri. discorsi, lavori vi ri– sultano. più che descritti con la solennità della bio– grafia da tramandare alla posterità, registrati con la dimessa rapidità di un cre– soconto fedele>, steso sen– za pretese. e tutt'al più con l'ambizione di mescolare, similmente a quanto fanno il tempo e la vita, ciò che e importante con ciò che lo è meno, ciò che non è comune con ciò che lo e. ciò che e indimenticabile con ciò che si scorda facil– mente>. Una raccolta di materiale estremamente esatto. che è quanto di più utile potesse venir messo in serbo per gli storici di domani. senza che tutto debba assumere lo stesso valore poiché. proprio nel– la vicinanza e nella me– scolanza del grave col leg– gero. del solenne col futi– le. s'accerta la spontaneità di una vita in cui la lumi– nosa presenza della grazia non venne m"-i meno, nep– pure quando dovette farsi largo tra le asperità di an– ni minacciosamente oscuri. Ma quello che nel e re– soconto,, raccolto dal vi– vo accadimento in ogni annotazione. vuol essere più meditato. è quanto la l\.Jann riporta a proposito della considerazione qua– si magica in cui suo padre teneva la preoccupazione derivantegli dal lavoro. Sempre ogni lavoro gli ri– sullava motivo di preoccu– pazione. pe~ lo scrupolo e la pienezza con cui ci si dedicava. Eppure il lavo– ro, per sua dichiarazione, era la sua ~ unica gioia,. nel senso che era quella cui da ultimo rimanevano subordinate tutte le altre. e Il lavoro, la sensazione di svolgerlo con profitto e di mantenere ciò che ave– va iniziato sullo stesso li– vello del concetto che se *' Avveniamo che alla no· stra inchiesta in corso: u L'uomo nelle arti contemporanee >J la partecipazione è esclusi– ,,amentc per im·ito. * è uno specchio, e il pub- la destra e della sm1stra. seg·no. Infatti, il Premio Ba· blico italiano non vuole L'autore è maledetto da gutta è tornato alle origini, ----------------------------------------- ----------– che il sipario si alzi su ogni lato, e anche gli as- sia per<:11<? è st.ato pres!edu- h · · · sassini di professione si to da Riccardo BacclteLh. elle u~o specc 10 In CUI possa _ ,. • fu anche il µrimo presiden- mirare se stesso. senton? m gr~do d_mse te dell'istituzione nel 110- Se questo caso disgra- gnargh come s1 faccia ad vcmbre del 1926, sia per· ziato dovesse avverarsi amare il prossimo. Tutti cl1é è stata decisa l'abolizio– tuttì gli sciocchi dell~ pensano :e E' proprio co- ne di_ t.utti i_ premi n:itnori Penisola. a cui da qua- si! » m~ tutti . gridano: ~~e (l~~i~L~l~r ~;t ;;~',i,~io st j)~~~~ rant'anni sono affidati i « Non bisogna dirlo! Non cipale. nostri difetti. verrebbero è utile dirlo! Non è bene Alla scelta di Giorgjo Vi– chiamati alle armi e in· dirlo! •- golosi è giunti dopo che già caricati di difenderci nel In questo modo le più dc_z oltre 1~n mese _i giudi~i modo più sentimentale gravi esperienze. non ser- f:t:ze~:~~~ 1 ~gt~;!~~it!i P:~~:!~ possibile_ Questi difenso- vano a ~ulla, ti tempo riuniti quasi ogni sera 11el– ri d'ufficio conoscono be- perduto SI torna a perder- L'ultima saletta della ,muo– ne il fatto loro: una via- lo. e il piacere di ricadere ria. Nelle ultime ore la ro~u. lenta quanto .~urocratic_a i~, un vecc~io p:cc_ato è :e:wC:~~~1~~i Jf :;:{i.dotta indignazione s impadro_n~- p_ru dolce di ogm 1 eden- Riccardo BacclleW, pro– sce subito dei loro v1s1; zion~. . clamando L'aggiudicazione nastrini. distintivi. plac- Mi conforto le~gen_do det e Bagutta,. a Giorgio che. stellette. cominciano Stendhal: e Si puo dire Vig~lo .. ha sot.toli11eato che a scampanare a martello che nient_e è sciocco com~ ~ig::r~~l.:~~~~: 1 : 1 ~~~~,r~ ~:~~ sui loro pelti come a dare una Nazione. Il .fat~o. e tera ria.. ma anche un e va– l'allarme; la poca cultura che 1~ persone di. sp~nt_o lentuomo > e un prob,o let· è mobilitata ... ed essi, che non SI curano mai dt di: terato. hanno letto l'Estetica solo fendere questo ~en~re d! Nato a Roma nel 1894 da per cavarne alcune massi- cause, e sono gh sc1?cch1 ~adre_ romana e 1a pa~r_e · · bT t che non avendo niente v,centrno. entrambi musici- me 1 mp1ega I 1 . a_ pr? ~- ' . d . del sti., ebbe fin da fa11ciitllo una zione della stup1d1ta, mi- da dire_ e arman ?SI educazione anche musicale. ziano Ja loro offensiva diritto mcontesta?Ile che Segui poi studi uma~istici, con un grave profondo dà loro l'~ssere m mag- filosofici e di fitologia ro_- sospiro. E' il primp segnolgio~a~za. SI fanno pro~o- ;;.~ 1 :~r ;:l~e ~::f:it: ff~~:c~. di una collera che vuoJ ton d1 queiste accuse _d at- La Voce. Nel 1923 p1ibbli<"6 dare a intendere di man-_1entato all_onore ~azwna- il sito primo libro La dtta tenersi nei limiti della ra-1 le, al carattere_ di un po- dell'anima_ isJ?irato a Ro1111'.:I gione e di lasciarsi so- poto e altre sciocchezze ... nel 1931, ii libro Canto fe1· ì'-Oì:'<i U\; ,,_BllJLPl~JE: D'OR.0 JIL !";JILEì">ZJ[O lDJf<:Gll,11 llè',"'IJ'R<:lLJLJF.::TTU.!.ILll * l..1'ElJB·OPA E L' Al__,/TO ADIGE Ciò che più colpisce nei presenti rapporti tra l'lta– lia e l'Austria a proposito dell'Alto Adige, è la man- canza di efficaci riferi– menti all'Europa. voglia– mo dire a quell'unità in _gestazione;per la Quale. su diversi piani e in differen· ti raggruppanfenti tuttavia destinati a riunirsi, lavo– rano in Austria e in Italia gli uomini migliori. L'integrazione europea. in cui vediamo l'unico mezzo per non essere so· praffatti dal blocco asia– tico e da quello america– no, è ostacolata da credi· tà ottocentesche: cosa più che normale. da non far meraviglia. Ma il fatto de· precai;,ile è che alcuni gruppi d'individui voglia– no imporre la liquidazio– ne dei ,problemi ereditati dai padri. con mentalità degna dell'Ottocento. ossia rispellabile "'llora. ma o_g– gi superate! dalle nostre e:-pcricnze e dai fini di– versissimi che ci son pro- * di VLADHIIRO CA.JOLI posti da 11 a convivenza mondiale. Che cosa avverrebbe se l'Italia. con tanto maggior fondamento e con peso di gran lunga superiore a quello dell'Austria, si.con– tenesse a proposito della Istria o della Dalmazia, come l'Austria si contie– ne a proposito dell' .6,Jto Adig'.e? Ripetiamo. e causa cli vero stupore accor;gersi che la contesa non abbia ancora provocato, almeno da parte degli scrittori. alcun intervento d'ispira- • zione europeistica: discor– so certamente complicato, ma che in questa sede può esse ridotto aJla seguente proposizione: non si vede perché alcune rparti stiano contendendo per- scopi na– zionalistici. mentre i mag- 2:iori sforzi debbono essere dedicati all'unità dell'Eu– ropa: né si capisce c;ome l'autonomia di una regio- ne possa avere un signi– ficato ,preminente, quando . si dov,rebbe pensare alla integi:azione. _che di per sé rappresent'a la fine di tutte le autonomie egoi· stiche. · per una collabo– razione che ,promette mol- 1 ti va1\taggi. a condizione che si'"sappiano compiere prontissimi sacrifici. ! oi vorremmo che la povertà immaginativa dei politicanti austriaci non ottuntjesse il nostro già progredito senso europei· stico. Vorremmo che par– tisse proprio da noi la proposta, che la contesa non sia deferita a orga– nismi. o politici o giuri– d~ci. come le Nazioni Uni• te-o ila Corte dell'Aia, ove ·la politica e il diritto pro· .penderebbero verso solu– zioni. o troppo rigide per– ché miranti agli assoluti. o troppo dipendenti da~li interessi altrui. che non sarebbero mai gl'interessi né dell'Austria né della Italia. anche se a volta a volta coincidessero con questi o con quelli. Noi vorremmo che tutto il problema fosse studiato in uno dei nuovi organi– smi europei, dove più fa– cilmente si potrebbe tro– vare. se non proprio la formula giuridico. atta a contentare tutti. almeno lo spirito nuovo seconclo il quale va trattata la questione. Infatti. ci do– mandiamo . quanto giovi all'Austria o all'Italia, de– dicare forze. umori, ric– chezze e intelligenza. a un· problema che potrebM e dovrebbe esser superato entro pochissimi anni dal– l'Eurppa nuova. Perché, in essa. o si crede o non si crede.· E noi pensiamo che !"Austria. anche più del– l'Italia. donebbe sforzarsi di di,·enire nell'Europa in· tegrata. quello che non può più essere tra le na– zioni autonome. Oggi, non è lecito con– tendere alla maniera an– tica. quando il cielo ap– parteneva agli uccelli. il mare ai pesci. e la terra agli uomini di cattiva vo– lontà. I facinorosi. che ci sarnnno come son sempre stati. dovrebbero esser co– stretti a disputarsi gli al– tri pianeti. se gli uomini di buona volontà. che hanno )'.!iàun peso deter• minante. fossero pronti a fare qucUo che non hanno fatto µrima. perché il loro desiderio di -pace e di col– laborazione non sia messo in pericolo dai miti del sangue. della razza e del– la lingua. Noi riteniamo sacrosan– to il diritto dell'Austria di sorvegliare e cli preten· dere che i propri figli abbiano presso di noi il trattamento che noi riser– biamo ai figli nostri: e l'ltalia farà bene a vigi– lare che dovunque sia un (Conlin~ pag. 2) n'era fatto: da ciò dipen– de\·a ogni sua gioia. }la, ammessa questa gioia, egli era la ricettività in perso– na. La musica. il teatro, persone e cose simpatiche. una bella giornata, un bambino. un animale gra– zioso: tutto gli procurava tanta gioia. però sempre a condizione che anche il la– voro gliene procurasse in quel momento. Senza il la– voro. cioè, come egli dice– va, senza speranza fattiva .. non sarebbe stato capace di vivere: e una vita, in cui. per una menomazio– ne delle forze. non avesse potuto appagare le proprie principali esigenze. avreb– be rappresentato per lui la più tremenda delle umi– liazioni,._ Persuasione ben capita nella serietà quasi religio– sa del movente e dell'im– pegno e bene espressa con semplicità di parola. La Erika non ignora come ogni gonfiezza retorica avrebbe corrotto e falsato il virile sentimento del pa– dre e con reverenza si at– tiene a dimessità di lin– guaggio nel proseguire il resoconto, anche là do,·e s'inoltra nella zona pnJ delicatamente misteriosa. Verso la metà del gen– naio 1955. lo scrittore. ter– minato il saggio su Schil– ler (riportato. nella sua splendida interezza. in ap- _ pendice). lasciò Zurigo per la montagna di Arosa. ln un'aria resa pura datral– tezza. quali microbi pote– vano sopravvivere e pro– care infezione? Pur senza escluderlo del lutto. è da ammettere che il l'irus dal quale fu aggredito suo pa– dre nella quarta notte del soggiorno montano fosse latente in lui e abbia ap– profittato dello stato di ri– lassatezza e di prostrazio– ne dovuto al completamen– to del lavoro e al disimpe– gno. e Avevo sempre l'irrl– pressione che la tensione, in cui viveva mentre na– sceva un lavoro al quale attribuiva grande impor– tanza. facesse rimbalzare da lui le frecce patogene, quasi che egli portasse una corazza. Ma. appena a:veva scritto la parola fi– "e e - senza che lo ,·o• lesse - subentrava uno· stato di distensione: allora il fisico. sottoposto a uno sforzo eccessivo. si vendi– cava accogliendo veleni. per i quali. in condizfoni normali. era inaccessibile>. E le condizioni e normali> erano quelle delrintensità di lavoro. della speranza fattiva: lì trovava la sua ragione e condizione di vi– ta, li la sua forza e la sua difesa. l'esaudimento di uno stato di necessità in cui, come artista. riponeva ogni riprova della sua vo– cazione. Era già successo altra volta che. ultimato un la– voro e accordatosi un bre– ve periodo di ferie. pro– prio allora cadesse amma– lato. Fece eccezione il Fau,– stus: ma se probabilmente !u l'eccessivo lavoro del romanzo a indebolirlo ed affermarlo. senza dubbio fu il romanzo stesso a fa– cilitargli la guarigione. Quando uscì, nel '47, Mann contava sessantadue anni. E due anni dopo fu seguito e. in certo senso. illustrato nella genesi dal Romanzo d-'un romanzo (Scritti. mi– nori, 107-249), dove, fra l'altro, e raccontata. dallo inizio alla convalescenza, la storia della grave ma. lattia sofferta durante il lavoro. nel '46. e E' una storia commovente per chi ama T.M. - garantisce il Mayer nella sua minuziosa monografia (Einaudi, Tori– no, 1955) -, ed è un capo– lavoro descrittivo: come opera letteraria, e degna di stare accanto ai raccon• ti di malattia e di morte, di medici e di pazienti d1rl– la Montagna incantata••

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