La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 4 - 22 gennaio 1961

Pag. l L~ FIERA LETTERARIA Domenica 22 e:eooaio 1961 iiata più che liber.unentc delineata dal vario atlrito con Ja ,ita e coo l'esperienza. Un ~lOrc di purismo intel– lcttt:ale, di csdusi,rismo ido– latnco emana da quel con– cetto; che può a,-cre forza di !!'-OC-are l'immagine di una mallingibile ca!tedr.i, ai piedi dello qual-: st_tano, I'C\-crenti e stupefatti, discepoli muti e f~atici. chiusi neu·o~lio di credere che non ci sia altro •·aJorc, al di I~ delle pareti accademiche c!te accolJ,?ono quel portento di magistralità· c..J:!c la ,'lta, il mondo non ab~ b1ano :tltro sewno e altra pre– <cnz.1 che quelli che può Prestare loro la parola di ~u~gli infallibili. Perché una muma illusione di infallibi– lhà sostiene, se non ci in– ganniamo, l'uso pratico di quepa formula, di quella lo– CU2lonc; non per niente essa sara reperibile più propria– mente m un contesto con– ~ato da un'oggctth-a– zionc qualificath"a di misura supcrlath-::i e ipcrbolio., tut– ta costellala di e stupendi • e lonnidabili• e simili • sicuro, almeno nell'apparen• za, di cogliere e di conttn• trare nel proprio àmbito il meglio di quanto si possa ccncepire oqgi intorno ai fe– nomeni e ai pcrsona,z-2\ dt'l· l'arte e deUa poesia: ma queU'uso, ri~ ostentato da parte di queg li U Dmaturi, ri– chiamerà poi p.iù prontamen– te il senso di quaJche COS3 di scolastico. in contraddizione S05tanziale C'Onl'altezza e la libertà che si debbono neccs– S1riamen1c allribuire all'op.:– rarc in atto di quei campioni t.:into vaghc,zgjali nella for· mazione culturale g:io\'anile, e tanto spesso deformati at– traYerso operazioni critiche che non sanno attcncrtj a un e!fetth-o r.1ppor10 con la real– tà. E penso che il tendenziale o effettivo realismo attuale aovrebc,t; abolire formule e locuzioni tanto sintomatiche di una presunzione astratta, che contribuiscono a defor– mare, o a mantenere defor– mata, per ,·izio ed eccesso intellettualistico. quell'imma• gme nella quale \"Orrcmmo pure tutti \'edere profilato il più alacre spirito di libertà. che oon si dovrebbe irrigidire nell'atto e nel gesto di una magistralità rroppo più pro– fessorale che non creativa. Poesia e libertà Fiori dserra e ... Attenti che non si· tratta qui di ironia spicciola e tut– ~ \'e.rbale, ma di una rea– z1cne organica, che non un– plica una diversa "isione e ~nsideraz.ione dei cosiddetti e ,-a.lori•· Non si tratta di iÌÌa~uJ~~~ 0 ~itc i~~ 1 i~~ note nescano via ,;a a ren– dere qualche linea sostanzia· le, o manri .. se possibile, la figura comprnta in tutti i suoi segni distintivi. Illusione di infallibilità, di– CC\-O; ma credo sia conve– niente parlare piuttosto di «esemplarità•• che ~ ratto miraQ'io degli intellettuali nel loro applicarsi a dare corpo e articolazione concre– ~ ::i ~ lo"? più specifico ideale di poes1a; e esemplari· tà • che non a,Tà espressio– ne più propria di quella esprimibile e riassumibile ap– punto in una e lezione•· Cosl che l':i.utentica tensione mora– le del poet:3, dell'artista, ine– ,itabilmente soffer1:i.e dram• mati.zzata nel suo limite fatale e nella struggente co– scienza di esso, pure fra le "ittorie che essa può con.sen– tire di segnare all'atth-o di coloro, finirà per risultare c.ome staticizzata, e quasi imbalsamab in una ,·enera– bile mummia, non appena vensra assunta, anra\-erso quei processi di beatificazione letteraria e intellettualistica. al grado sublime di quella csemplariù. Si potrà concedere che pu• re attraverso l'uso di una ter– minologia del genere. si potrà esprimere anche il più .schiet– to e con,into fer,,.:,rc di c.o– scienza e di mente; ricono– sco che deve essere difficile, specie per i più gio,•ani e acerbi, sottrarsi alle sugge– stioni di un gergo tanto au– toritario e perentorio, tanto Tutte queste elezioni• sono siate fatte impan.ire ai poeti soprattutto dalJa critica er– metica, d<""llo spirito della quale l'uso di quel termine è senza dubhio intimamente sintomatico; ma. almeno per quanto riguarda l'Italia, assai prima di ,-ederlo nonnalitta• to net linguaggio di Bo o di Macrl, credo di ra,"'153.rne un possibile archètipo, ccrta– !11-CDte uno dei primi esempi, m un articolo di Vittorini, intitolato e La lezione dell:.1 Ronda •· che consen'O in un ingiallito riugJio dal e Resto del Carlino•. pri,·o di data· z1one, ma che attribuirci al 1930 all'incirca, poco prima o poco dopo: al più non ol– tre il '35. n~~~n)!~~o:i Jii:rir~ ri,·o in po&:ritto alla puntata del e Colèdoco • primith-o de– dicato a questo argomento; risparmiandomi tuttavia, per limite di è.isc.rezione, di ri– petere qui il nome (nome che invece allora feci) di quel gio\'ane giornalisu e .scritto– re. e redattore della • Fiera Letteraria •. che, in un ani– colo dedicato a Rasce!, diee– \<l. di lui: ~ .. dentro JZli canta la IC'Zioned'un Cbarlot "isto da bimbo nei cinema di pe– riferia. a Trastevere, e magari inconsape,"Olmente assimila– to•· Particolare che può es· .sere dimostrath-o della natu– rale caricaturaliù del lin· guaggio pedantesco e profcs· serale. Cocdudcvo, allora, soggiungendo: e A quando. dunque, 31lche la le:.iotte di RascelJ •· ).13 direi ch e, a l– meno quella, ci sia st.: i.ta ri· sparmiata. G. A . Utilità della (continua da pag. 1) de\·e tener conto sia delle leggi generali sia delle condizioni particolari del– l'esperienza. - Come potrebbero es– serci leggi generali? Le proporzioni sono cambiate in modo tale che le leggi ,·alide in passato non si applicano più ai fenome• ni osservati. Le parole non hanno più lo stesso sigoifi. cato. Come è possibile usa– re la parola <guerra > per designare la distruzione universale che impliche– rebbe oggi un conflitto mondiale, e. nello stesso tempo, per designare quei pic-nic tra le trine ai quali i generali del diciottesimo secolo invita,·ano le signo– re?... Ebbene. vi darò un esempio del gravissimo pericolo insito in ogni pre– dizione fatta in funzione di un passato che si crede simile ad una situazione presente. Il gio\·ane La– fayette ave,·a assist ito, m America ,a una ri\· oluz.io• ne che si era conclusa ne l modo più felice e a,·e,·a visto un uomo saggio. il generale Washington, as-– sumere il potere. Ne era ritornato con la convinzio– ne che una rh"oluzione m Francia si sarebbe svolta allo stesso modo. Può dar– si che nutrisse la speranza di esserne il Washington. Certamente. non si imma– gina,ra il Terrore. i suoi seguaci ghigliottinati. e Xapoleone Imperatore. Dobbiamo biasimarlo? Dobbiamo biasimarlo di a\·er trascurato le diffe– renze storiche tra la Fran– cia e l'America. Ogni volta che tentere– mo di dedurre rav·venire dal passato. ,·i saranno sempre di.ffere.nz.e stori• che. Che la storia non si ripete è un'idea fritta e rifnt la, e tutta\;a è vera. Ho conosciuto un tempo un grande storico di Ox– ford, H. A. L. Fisher. che a\·eva dedicato la propria vita a scri,·ere una storia dell"Europa Egli diceva: ...Uocini più sagg) e più sapienti di me hanno sco– perto nella storia un rit,.. mo, un senso, un avvicen– darsi regolare. Queste ar– monie mi sfuggono. Rie– sco soltanto a ·vedere una catastrofe che segue ad un·altra. come dopo un·on– data \"iene un"altra on– data. 11 progresso è realtà scritta a caratteri cubitali su una pagina di storia, ma non e una legge natu– rale. Il terreno che una generazione ha guadagna– to può essere preso dalla generazione successiva. Le menti degli uomini possono di nuovo affonda– re nella barbarie>. - Sono d'accordo con Fisher su un punto: la sto.. ria non ha una direzione. Essa non •:a né ,·erso un liberismo ideale, né ,·erso una società senza classi. e neppure verso un dispoti. smo illuminato degli scien– ziati (il go,·erno dell'Isti• tuto ru Francia vagheggia– to da Rénan). Di per se stessa, non \·a in nessuna direzione. L'uo– mo di Stato de,·e sempre ricostruire pecche ogni si– stema si corrompe. • Con· servare - diceva Disraell - è mantenere e rifor– mare». Nondimeno. conti– nuo a pensare che nella storia \"i siano ritmi e com– binazioni riconoscibili. Po• treste negare che esista una <curYa > del dittato– re, sempre trascinato ver– so nuo,·e conquiste fino al disastro provocato dal gi– gantismo e dalla resisten• za crescente del mondo esterno? Per tre secoli. la politica dell"lnghilterra fu una combinazione stabile: opporsi alla potenza più forte del continente. Ciò condusse ad allearsi con altre potenze europee per abbattere di volta in volta Filippo Il. Luigi XIV. Na– poleone. Guglielmo II. ffi. tler. Lo storie.o delflnghil– terra era allora in grado di pre,·ederne le reazioni. - '-la. al tempo di Yal– ta. rlnghilterra seppe pre– ,·ederne che Stalin sareb– be divenuto il padrone del continente? - ;'.\!on e stato Churchill a lare Yalta. ma Roosevelt. - In ogni caso, quest.l effimera < costante > oggi non sarebbe più possibile. Abbattere la potenza a\·• ,·ersa. nel 1959. equivar– rebbe a un suicidio. Anco– ra una volta. a cosa può sen;ire mai la storia se tutto è cambiato intorno a noi? ... E d·a1tra parte, la storia non fa la \•olontà di un uomo che conosce la storia... Sono i piccoli fatti che producono i gran– di an•enimenti... Al gra– nello di sabbia netrure– tra di Cromwell. potete aggiungere l'arteria capil– lare spezzatasi nel cervel– lo di Wilson. di Roosevelt. Senza l'asma di Sant' Ago– stino, non ci sarebbero stati giansenisti e tutta la storia religiosa della Fran– cia sarebbe cambiata. - Conosciamo questo ra– gionamento. E. fragile. l piccoli fatti non determi– nano i grandi avvenimen– ti, danno a essi soltanto l'avvio in un dato momen– to piuttosto che in un al– tro. Se i cannoni di \"en• dezmniaio fossero arrivati un po' piU tardi, Bonapar– te avrebbe atteso la sua occasione più a lungo, ma sarebbe rimasto lo stesso Bonaparte. Gli scienziati ci Wcono che le leggi del- (continua da pag. I) braccia e~ minuscolo spazio che divide un di– scorso dall'altro. Questa poesia è condan• nata a sorridere eterna• mente. e il suo ottimismo contraddice contempora– neamente la miseria pri– vata del cittaWno sotto– messo al terrore quotidia– no. e insieme la miseria universale, di carattere spirituale, inerente alla condizione umana. Sareb– be troppo facile comporre un'antologia di questo er– rore che tras.forma la poe– sia so,;etica in una pseu– do-poesia. costretta per esempio a cantare, nel '53, i meriti di Stalin, e i suoi peccati a qualche anno di distanza. Sarebbe evidentemente gra\·e confondere questa poesia con tutti i poeti vi– venti al cli là della cortina di ferro. La rivoluzione ungherese. come quella po• lacca. sono state pro\~oca– te dai poeti, non dimen-– tichiamolo, e le poesie rac• colte in coda al romanzo di Boris Pastemak, < li dottor Zivago >, sono poe– sie scritte in pieno regime comunista. decine d'anni dopo l'an·ento del bolsce– \·ismo. Ciò pro·va che il monolitismo non esiste af. fatto. anche là dove si fa finta d'ignorare resistenza della crisi contemporanea, cancellandola di colpo con un decreto < realista-socia– lista >. Pasternak. nel suo romanzo e nelle poesie che Jo com pJetano, rinnega no– bilmente questo illusioni– smo, di cui già Albert Ca– mus a,·eva fatto la critica ne < L·uomo in rivolta>. Quel che è incoraggian. te. per noi. in un simile caso. è il fatto che, mal– grado i decreti e il terro– re che ne garantisce J'ap– plicazione a priori, la poe– sia non è morta in quella parte del mondo dove è tacitamente interdetta. Tri– ste invece che il popolo russo non possa stabilire un contatto con essa. pot• ché il libro di Pasternak è stato proibito dalla cen• sura sovietica e non è po– tuto uscire che al di qua storia runiverso sono forse sol– tanto leggi statistiche: si stabilisce una media su un numero immenso di casi. Forse è la stessa cosa per le leggi della storia. Un eccesso di popolazione gio– ,·ane coincide presto o tar– di. con la guerra e la ri– voluzione. Al contrario, le grandi carneficine sono se– guite da periodi pacifici. Chiamate pure il com– plesso di queste leggi sta– tistiche sociologia o sto– ria. poco importa. ma esse sono (o possono dh·enta• re) leggi scientifiche. - No. Per esser,..; scien– za. nel significato che dia. mo alla parola quando si tratta di fisica. di chimi– ca o di biologia. bisogna che sia possibile respe– rienza, cioè che l'esperi– mento possa essere ripe• tuto. e che inoltre nuovi .?sperimenti. dai quali ab– biamo modificato le con– dizioni. consentano W os– servare variazioni conco– mitanti. Chi ha il potere e raudacia di compiere espe– rimenti nella storia? - Chi? Tutti i gover• ni... Quando. concedendo gli assegni familiari. fan– no aumentare la natalità, non si tratta di un espe– rimento? Cambiare una legge elettorale, una costi• tuzione. è un esperimento che pennette di osservare, attraverso i risultati, va• riazioni concomitanti. - Questi esperimenti so– no troppo poco numerosi per essere conclusivi. Pro– \"a ne sia che si continua a discutere sulla migliore legge elettorale. mentre non si discute sulla noci– vità del microbo del tifo. 11 fatto e che esiste una scienza biologica e non una scienza politica. - ~i buttate addosso la parola <scienza>. Ci ri– nuncio. Diciamo, se vole– te, che la storia è un'arte. E non c'è ragione perché non sia ugualmente utile. Quando, leggo Retz. Saint– Simon o il ~emoriale ru Sant"Elena. so benissimo che \;viamo in tempi as-– sal diversi dalla Fronda, dalla Reggenza o dall'Im– pero. Ma ravviso lo stesso in quegli autori una na– tura umana che è stabile, che è prezioso conoscere, e belle massime che sono esterne. < Ogni Assemblea è popolo >, scri,·e Retz. Questo rimane ,·ero. - Certamente. ma chi ne tiene conto? < La storia cosa ci insegna, e che la storia non insegna niente a nessuno>. - Ora vi lasc io, ma vo– glio prima farVi osserva.re che le ragioni ch e av ete addotto per diffidare della storia sono attinte alla sto– ria stessa. Buonasera. - Buonasera. A. AL della cortina. Ma il fatto è là. e nessuno può negar– Jo. Prometeo non ha ces– sato di dibattersi sotto le catene. e questa continui– tà implica la sua liberazio– ne, il suo ritorno tra gli uommi. Qual'è ]a situazione del– la nostra poesia, quella del mondo libero? Malgrado le affermaz.ioni dei poeti, essa si porta sempre più al di là dell'uomo, evita le domande e la possibilità di rispondervi. E' questo lo errore d'un linguaggio ere– ditato dai simbolisti e che ha cessato ru specchiare le nostre preoccupazioni e le nostre passioni? Forse ruo– mo poetico, sgomento e troppo sensibile, non ha più il coraggio di aUronta– re il male che pesa sui fi. gli de.I secolo? Ciò che più colpisce, in ogni caso, e la assenza del poeta. o, che e ancor più grave. il suo si• lenzio. Questa ai!ermazio– ne non significa che la poesia si sia ritirata dal mondo. Essa si agita anco– ra tra noi, ma l'attitudine del poeta somiglia strana. mente a quella di Virgilio che, vicino a morire, pre– ga Augusto cli distruggere il manoscntto delrEneide. che egli considera,•a uma– na.mente inutile. Questa autodistruzione, secondo la interpretazione che ne dà Hermann Brocb, significa la discesa del poeta nel– ranonimato, nelle tenebre del non~sere. davanti al fallimento dell'uomo Vir– gilio che era stato incapa– ce di comprendere ed esprimere la vita e la ve– rità. ·et libro di Broch l'imperatore persuade il poeta a tornare sulla sua decisione e cosi sal,·a lo Eneide, da una tragica fine. Quelli che sal ,·ano la poesia, nel nostro tempo, non sono più gli imperato.. ri, ma i romanzieri. Il ro• ~anzo è divenuto l'espres– sione più intelligibile e, tah-olta. la sola accetta. bile. dell'arte poetica. La morte di Virgilio di Her– mann Broch non è che un lungo poema. Les racines du ciel di Romain Gary è un'epopea, il cui merito e di aver messo in scena il dramma più pregnante del nostro tempo, quello della lotta per Ja libertà. Lo stesso titol-::, è una meta– fora. Un altro poema scrit– to in forma di romanzo è La fiancée du silence del nost:-o compatriota Con– stantin Amariu, che fa ri– vivere il tema centrale della poesia popolare ru– mena. La fiancée du silen– ce e la morte, e l'eroe del romanzo è ranima di un morto che torna al suo \·illaggio, dopo la guerra. per sposarsi, per essere fe. lice. cioè per votarsi alla eternità che gli era desti– nata. come il pastore del· la < M.ioritza > che confon– deva la morte con una fi. danzata e con la suprema felicita. Anche Kafka fu un poeta che utilizzò il ro– manzo come il mezzo mi– gliore per esprimere le sue inquietudini. E ai nostri giorni Dino Buuati, nel suo romanzo Il deserto dei Tartari, non fa che conti– nuare in questa direzione che già costituisce una tra– dizione europea. Secondo questo punto di \·iru. la poesia non sareb-– be più un genere lettera– rio, una forma fissa, ma una assenza in procinto di sfuggire dalle mani del poeta e di rinascere sotto gli aspetti più inattesi. As– sistiamo dunque al decll• no dei poeti e alla rivalQ– rizzazione della poesia la quale, dopo il periodo di crisi provocato dal surrea– lismo, esprime ru nuo\·o le nostre più gravi sofferen– ze e i nostri problemi più angosciosi. più attuali. D'altra parte, gli sforzi dei poeti nuovi indicano non un rinnovamento della poesia, rinnovamento già realizzato dai romanzieri poeti, ma una ricerca for– male capace di attualizza– re la poesia come tale, vo– glio dire come linguaggio poetico in se. ·n poeta di lingua francese, Armen Tarpi– nian, esprime perfettamen– te questo momento d"in– quietudine del Poeta da– vanti alla vita che lo sor• passa. da\"anti all'inedito delle sue incitazioni, da– vanti all'impotenza esege– tica delle vecchie formu– le. quando scri"e: < C'è qualcosa di più forte che il freddo notturno del se– greto morto, che il lago spento dell'oblio, che la madreperla violetta della paura, che gli umidi muri delle notti chiuse, che il triste banco del tempo perduto, che i polsi sloga– ti cli una tomba. che il pa– ne nero gettato alla luce ... Questo deve essere la vi- ta > (fl u a, ne < Le chant et rombre, Parigi 1953). E' ancora la vita che il poeta Yves Bonnefoy cer– ca di racchiudere nell' <at.-. lo di conoscere e di nomi– nare>, la vita che i ro– manzieri del mezzo secolo sono arrivatj a conoscere e a nominare: l'elenco sareb– be lungo, da James Joyce fino a Samuel Beckett e a Romain Gary. La scena poetica occi– dentale è stata ultimamen• te occupata da due perso– naggi che combattono lo uno contro l'altro con l'ac. cani.mento dei fratelli ne– mici. I due personaggi SO· no il poeta engage e t'an– ti-confonni.sta. Almeno in Europa stiamo assistendo alla sconfitta del primo. In America Latina. invece. la \·ittoria dell'uno sull'altro dei due antagonisti è an– cora lontana dall'essere decisa e la situazione pre– senta un altro aspetto del problema. I due termini, correttamente interpretati in Europa, danno luogo a una penosa confusione ap– pena ci si avventuri sulle rive del vecchio impero spagnolo. E' probabile che tra qualche anno, le stesse spinte ideologiche provocheranno la stessa confusione nel quadro spi– rituale del mondo arabo. Si tratta di un sillogismo apparentemente impecca• bile: poiché vi vi amo in un mondo ingiusto, dobbiamo rivoltarci; i primi a rivol– tarsi sono i poeti. che fu– rono sempre anti-confor– misti, a più giusto ti.toto oggi; ma poiche viviamo in un mondo tecnico e po– siti\·o, non basta procla– mare l'ingiustizia, occorre nello stesso tempo propor– re agli uomini una solu– zione di giustizia. L"anti– conformista dh·enta cosi. sovente senza che se ne acccorga, un engage, vale a dire il contrario di quel che si proclama. E poiche la rivolta si trasforma ra– pidame nte in rivoluz.ione, in uno spaz.io le cui istitu– zioni e o pinioni sono an– cora sabbia mobile, il ri• voluzionario confonde ben presto la sua rivoluzione con lo pseudo-modello del– la rivoluzione moderna. il comunismo. Fu questo che a·vYenne per Eluard, in Francia. e per Pa\·ese. in Italia. su cui torneremo ben presto e che non è più esemplare sulla scena spi– rituale moderna, almeno da qualche anno. \·oglio dire dal momento in cui la cosiddetta rivoluzione s·e avverata come la peg– giore delle reazioni. Xel– rAmerica Latina, tale conclusione non è ancora accettata e tutta una scuo– la di anti-confonnistf en-– gagés fiorisce, dal :\lessico a Buenos Aires. capeggiati da PabJo Neruda, il poe– ta delramore più purn e delle lodi ai tiranni. Mi li– miterò a citare due strofe di un poema di Keruda la cui inattualita pone un \·elo di dubbio su tutto quello che il poeta ha scritto di ispirazione po– litica: En tres habitacioncs del \liejo KremJin / vh-e un hombre llamado José Stalin. / Tarde se apaga la luz de su cuarto, / El mundo y la patria no le dan reposo. ~folotov y Vorochilov / estàn alli,. los \·eo, / con los ot.ros. los altos gene– rales. los indomables. / Firmes corno nevados encinares (1). Quanto avrà sofferto il poeta, in fondo alla sua anima, quando i nuovi pa– droni del < \·iejo Krem– lin > proclamarono l"inat– tualita del su nominato Joseph Stalin e quando Molotov fu im·iato in .1.longolia! Tutto ciò ci ri• corda gli esercizi di stile dei poeti sovietici. il cui ideale di oggi e la peste e l'obbrobrio di domani. Ecco dunque il destino di un anti-conlormismo bene intenzionato nel suo ini– zio e caduto i n desuetu di• ne da che s" ingagg.ia su un terreno c h e la vera poesia do,Tebbe evitare con cura. Anche poeti europei hanno gustato questo vi– no, immediatamente dopo J"uJtima guerra. trascinati sul pendio d'un anti-con– formismo mal compreso. che separò una volta ài più la poesia dal vero senso della realtà. Si fab– bricavano allora versi co– me questi: Nous irons à Moscou sur les grands boulevards. / Dans les Cermes nous entendrons chanter les samovars. Oppure: Ah! que je t"aime toi ma lemme 'l Elément neuf du socialisme. ... E' facile intuire e giu– stificare, in questa pro– spettiva, il divorzio so– pravvenuto tra il pubbli– co e- i poeti. Il dramma di Pavese. il poeta italia– no che s'è dato la mor• te nel 1950, illustra per– fettamente questo isola– mento anch'esso provo– cato dalla confusione tra l'anti-conformjsmo e la poesia engagée, di cui stia– mo parlando. Pavese descrive con mi• rabile sincerità le fasi di questa e,·oluzione \·erso la morte. Nel suo < jour– nal ,, Il mestiere di vi. vere, prende posizione da– vanti alla società della sua epoca e sceglie il comuni• smo per contribuire alla liberazione del suo paese dai pregiuWzi che lo OP· primevano. Fu quel che fecero i migliori scrittori di Italia. Pavese fu pre– sto nauseato dal confor– mismcr del partito e di quanti volevano fare di lui uno strumento politi– co, alla s tregua di Neru– da. I suoi compag.ai si cli– staccarono po co a poco dal loro errore e riconquista– rono la libertà perduta. Pavese non ebbe la pa– zienza di attendere e si suicidò. vittima leale d"un pregiudizio la cui immen– sa falsità è stata messa in evidenza dalla rivolta col– lettiva dei poeti unghere– si e dal romanzo di Pa– sternak. Altri occidentali, come Vittorini. vittima dello stesso pregiudjzio, rico– nobbero in modo brillan• te il loro errore iniziale. Xel suo addio alle armi comuniste. che data dal 1948, Vittorini chjamava e arcadi > - ossia con– venzionali e che non han– no nulla di nuo\-·o da of– frire - i poeti come Ne– ruda e gli altri engagé dell'epoca nostra, che tra• divano l'essenza della poe– sia e. con essa. l'essenza dell'uomo. Egli scrisse queste righe memorabili; e L'estetica arcadica con– duce i poeti a dire: Met,.. tiamoci a servizio del1a verità; essa non s'accorge che questo non significa lavorare per la verità; non s'accorge che li con– duce, al contrario. a suo– nare la tromba pe,r una forma di verità già rag– giunta, cuj mancherà sem• pre quella parte di verità di cui essi avrebbero do– vuto accrescerla >. AJ contrario, < è rivoluziona– rio lo scrittore che riesce a porre nelle sue opere delle esigenze rivoluzio– narie diverse da quelle della politica; delle esi– genze interiori. segrete, nascoste nell'uomo, che egli solo sa scoprire nel– ruomo, che sta a lui scoprire, a lui scrittore, e che sta a lui scrittore ri– \"Oluzionario di porre. e di porre a fianco delle esi– genze che pone la politica. in più delle esigenze che pone la Politica (Lettera di Vittorini a Togliatti, pubblicata su < Politecni– co> di Milano e su < Esprit>, Parigi, nel 1948) (2). traduzione di Pietro Cimatti I) Come lecceti nevosi. 2) li testo C stato preso da Espril, dal quale lo abbiamo ritradotto in italiano. (conllnua da pag. I) Come. appu11to. taranno i più le nel presente: \--ed.i caso. E tutto andrebbe a posto quasi tutto; e cosi venJva ri- ugualmente. chi ~esse tempo conosciuta alla clas.sicita, la al tempo. Ma eh.i ha rr:tta, funzione di ponte e la ca· eh.I. per natura o educazione, ratteristlca di orma irrefuta- è impazient e e smanioso di bUe. Ma noi distingueremo comp:-ome~. e.si. seguiterà a ancora una volta cla.s~;icità da vivere Jn un certo modo: clusielsmo; e diremo che Il JnE"ntal~te comparando il classicl!:mo (ovvero. l'Jmita· caduco all"eterno. il classico z.ione pedfsaequa) è la zavo:-- al proVVLq)riO. Il nuovo al– ra che impedisce qualsiasi rantico. Ce:-'..amen:.C gli re– voio. mentre la class.icità sterà qualcosa. se avrà lerto rappresenta ù medesimo fine cercando d·integ:-a:e con la a etti deve tende:-e anche let:.eratura rinascente nel l'età nostra. :\la la classicità proprio spirito. ranUiet'..era– è. una meta che non si rag- tura de,.:i e·.:ersori. dei rivo– g:iunge senza lo strumento luzionari che s·illudono di approprialo di una letteratu- trovare fiori di serra nella ra che ~mpreocla. il m~ brughiera O responsi di poe– e lo stile e~ressn:o corn- sia nel fegato del maia!e sp~mdenJi alla no~ra n.uova appena acanna!o: cose da psicologia: una pstc0Jog1a di taumaturghi. da a:uspicl. da gente che ascende e che non gente che e:rede nella ra– ha te::"~ né voglia di voi- g:ione e, senza accorgersene.. gers_i mdie~ro:. se prima non compie atti di !ede. abbi_a ~ 1 tu.i~o m t_Utti i Per poter precedere sul posti-~h1~ve le 'ç'eccltie ge- traguardo codesta gente.. non ne~on~osa bi.sogna fare. c·è appunto da fare altro. che dunque. per affrettare la no- • andar. comparando le 1;10:– stra maturazione o. in altri ~ stagJOnf e la presen_te e tenn.fni. perché la nostra vita viva e il ~on d~ lei »: mge– di scrittori non vada perdu• gno permet..endo.o. ta? :Sient'altro che aspettare? VlADL\fIRO CAJOU Piccola biblioteca DLs;O PRAXDI: • C:..talogo n. IIO•, Libreria Antiquaria Prandi, Reggio Emilia, 1960, Lire l.llXI. Ogni anno Dino Prandi presenta di se stesso e della sua bottega le note migliori. Ogni anno è sempre più for· nito e ricco di titoli di pritn.3 mano. Rodolfo PalJucchini nella prefazione dice: e Di anno io anno il Prandi ha ampliato la c:crcbia deJJa sua mostra-mercato deU·incisione moderna, italiana e straniera, con un fiuto, una costanZa VARI: e Ana eccetera•. T~ grafia Casamara, Genora, 1960, s. p. --------------------1 ed una intelligenza che ormai e An a Ecct:.tua • è. aI1o ste.no tempo wra n\.-ista, una anto logI.O, un riJrovo di spi· TiJi bi::.:;arri e infonr.J.UWir.-.i.. Già la 5ii,/Q e Ar.o Ecatera • dii rin.d.icaziont!. Che signifi– cato ha e ana ~tera •? A. t:ht! sen:e scoprirlo? Han.r.o un significato curo i uu.i di ,.\fichau,ù Cosi è « cr.o ~ura •. BtU ta cl:t! conrenga queJ. J.agror.de doSI! di inzt:.lli· gen:;a e puot ecnia chi! con– tiene ~ é.arlt! lustro I! storia, per dare ai suoi. ideo.tori e rt:.dattori la nostra consid.ua– ::ior.L lnJcmto l!CCO com .I! s i presenta: .e pu la . circ.ola::i.o– nl!: doro il tipo di pubblicc.· ::ioni! a ci:ra.ztue pu5ar..ak e Chi è (continua da pai. I) go, a Fire,u.T""i' in Umbria, dove ebbe modo di compene– trarsi del paesaggio e della spiritualitd francescana. Nel– la raccolta di \.-e,si e E' mor- 10 w1 sat110 •• pubblicata a Buenos Aires, dOl•e lo porte– rd ulteriormuite l'esilio, pa– glierd ili versi commossi il debito ,•erso il Poverello e la sua miracolosa terra. l'aroto scorso, a Salamanca, I'allwz· le premio Goncourt pubblicò, in collaborarione, ima e POf!.– sia italiana contemporanea•• in ispagnuolo: antologia felice nella scelta e ne.Ila presenta– zione, con ima introduiiont:. sullo s,·iluppo della lirica iUJliana moderna, che testi• rnonia non solo la buon.a co– noscen::a dt:.lle corruiti di cultura italia,il!, ma 1m af– feuo profondo ~r l'Italia e ~r il popolo italiano. Nei quindici anni di esilio, Anche un gatto può darci la misura del tempo, il polso, come abbi3IDo intitolato que– sta nostra rubrica, e non ci si scandalizzi: si tratta di un e gatto letterario•• che qual– che ,·olta miagola addirittu– ra poeticatpente come tutti i felini che si rispettano. ll nostro, per di più, è un gatto seh-atico. Non lo conoscete? e Se.h-atico • per m odo di dire, pcrchc! cos\ lo han.no chiamato sin dall'epoca pio– nc.ristica quando wildcaJ sta• ~: ! 0 ~~zo~ ~:'rap~: splorata, e si vole,·a andare a fondo, SC3\'are, in ce.rea di petrolio. 11 termine e Gat– to seh-atico • deriva dall'ot– tocento americano e ora lo hanno appioppato anche a lui. Sono sei anni che si chia– ma cosl, e quel nome gli sta bene, sembra creato su misu· ra. Nell'ambiente è conosciu• tissimò. Se non ti viene in casa, puoi trovarlo nelle an– ticamere, nei salottini di at· tesa, nei corridoi do,·e è pos– sibile sistemare un ta,·olo ed una poltrona. Lui è là do– cile, nelle \'arie sedi dell'E!\'1 e presso i distributori stra– dali dell'AGJP: sempre pron· to, aggiornato, liscio e lustro e colorato come un sopram• mobile. E parla: basta ca– pirlo. Un e gatto selvatico• che sa di letteratura e di politica di 3Tte e di spon. capace di int.rauenen·i su di un argo– mento per ore e ore, a spie– Jani, poniamo, la nascita del Surrealismo o la costruzione della centrale elettronucleare di Latina, cosl alla buona. senza darsi atteggiamenti sno– bistici da e gatto culturale•· Lo C e non lo dà a ,·edere. Chi non sa quante storie si sono scritte sui e gatti•• sui :aà~i:~~i~/~c!zi~n~ . Cc ne sono di rune Je spe– cie, famosi o anonimi. alcuni si danno alla politica, altri alla .poesia e al giornalismo: ce h abbiamo tutti qui su.Ifa punta dclle dita. Ma il nostro e gatto sch-a– tico • è un'altra cosa. L'ulti– ma volta che l'ho visto fu a MetanoJ)Oli. la capitale dclt'Ente Nazionale Idrocar– buri, do,·e se ne sta,-a. in compagnia di fratelli più grandi, maggiori di qualche mese. ma a Roma o in Lu– cania o in P3tagonia credo che mi avrebbe ri\'olto la stes,;a frase, con la \"OCe che pa.rc" a di Maoc:ari: e Se "UO– le de lle parolacce, d paghi i diritti d'autore•· Boria Vintila Boria non ha mai tradito lo sua voca.::iom di letteralo, poeta, artista. Ha vissuto senrprl!, srenta.tamen– ce, deJ.Ia swz penna. E, pur partecipando aui,·amente al· la ,-ita culturale dei Paesi, in cui \'Olla ~r \.'Ollalta dO\·uto ,i,-e,e, non lta ~,so mai di ,•ista la sua dolorosa, eppur feconda, coudi.::Jone di esule, Fuleltd costante, ripetiamo, alla propria ,-oca::io,ie artisti– ca, considerata quali! un sa· cerdozio - l'afflato religioso è, del resto, presente in tulta la sua opera, anche nd ro– man::o premiato, il cui prota– gonista imuisce con le sensi– bili antenne del poeta l'av– ,·mto della ,mO\·a era cris1ia- 11a; l'amicizia fiorentina con Papini rro,,a, forse, qui il suo pnmo stunolo -; af/e~ m vitale ddla condi:.ione di esule politico in un mondo ancora diviso sulla frontiera della libertd. ),,L P. lo qualificano tra i pochi esperti nostrani in tale Cllll· po •· Si sa che Pallucchlni non ~ facile negli entusiasmi e ne.i giudizi: ceco perché di Prandi si può es.sere sicuri . In questo catalogo elenca s· numeri e 300 illustrazioni in nero e a C'Olori: da ),,torandi a Dc Pisis, da Lltrillo a Pis– sarro, da \1.aminck a Pic:as• so. da Braque a Fontanesi. da Tosi a Casorati. da Boc– cioni a Carrà. da Dc Chi· rico a Soffici, da Rosai 3 Maccari a Bartolini a Tam– buri a Martini a Manzù a Morandi 3 Carnpigli a Sa.ssu a Guttuso a Viviani a Omic• doli a Purificato a Fazzini a Cantatore a Ciarroc:chi 3 Vcspignani a 2.ancana.ro a Gentilini a Annigoni a Sc- \-e– rini a Go,a a Capogrossi a Corot a \1illet a Manet a Renoir a Degas 3 Ce:zanne a Toulusc - Lautrcc a Gauguin a Derain a Bonnard a Matissc a Dufy a Chagall a Roualt a Kokoska a Kandiski a CoctC3u a Dal\ a \'illon. Tutto in ~plari unici o in riproduzioni limitatissitne. t:,~~~&1:::toAr~ wi circolo pantCOl.are, fra u:– tuessari - non re in "·endita nelle libruie o edicolt!. - Il e bolleltino • ecatera diffuso all'esuro con allegato in lin– gua, viate in\.'iato WllC.Qr.Ln.ce pu abbonamenro. e indiri:;:a· to ad personom •· QuLs-to ler· w fascicolo conti.ate. il • ool– letcino • di Alarti.no Ober..o il e sen:Oo di co~ ni • di Dai.id Gordon e di E,irico Ributi, il .. suppk– m.uito L • di O.\f ( \kr:ino <;Jberto) e Ciampaolo Barosso, 1/ e supplt!rr.cuo A • di Cor– rado d'O mn'I ( questo su;,– plmto1.to è a colori). Si i!, detto che tuuo di questi fa– scicoli può apparire .sm;:.a souo, attett:iom però a .sa.'1• cire cilJ. Uartino Oberto, dt· rettore responsabile, potr~ be ftu::ibnmJe dimostrare il contrario. G. T. .l\'O~ TROPPO Si~LVATICA * ri1Jista dell' Eni * di hLIO F. ACCBOCC,l Un a.iomale ~ dunque li Calto SdvaJi.co, il mensile doll'E.'sl <b< ba ,;a libon iD tutte le sedi, e se ne sta .su un ta,·olo o su u na poltrona, docile, o rilega.to nelle sca.f. falature, sulle scrivanie, pronto p,er esser consultato. letto, care:z:z::110, sfogliato, e mfagola tra le dita questa Soriano dal nome antico, ri– chiamando su di sé l'atten· rione del dirigente e delJ·ope– raio, del te cnico e de ll'im– piegato, del riccrc:ato.re e del ri,·enditore. del l ettore inte– ressato e del lettore spora– dico. Miagola, e mi sono accorto che non miagola soltanto in italiano. Vorrei poten'i rip,etere il miagolio in lingua araba (un'annata di Ca1ti SefraJici rilegati) che ho ascoltato e ,isto nella re– d:3-Donc romana. Erano per– stani autentici quei ptti ri– legati in pelle, pronti a pren– dere il volo per il ~1edio Oriente. Bi.sogna però dtseriYtre la scena: sullo sfondo dei palaz– zi appena accennati. un grup· po di bulletti capellosi sta giocando a carte sotto un lampione; ragazzi di ,ita, è evidente. Tutta la stori3 è intitolata e Nuo,-a letteratura e nuo,·o cinema •• con allu– sione all'abuso del dialetto e del gergo di cene contrade dclJa pc.ri( eria romana. A un cer10 punto s'a,•vicina un tale che potrebbe essere, mettia• mo ,er Pasolo, col quaderno e la penna per scrivere le pa– rolacce che sente pro,·enire dal gruppetto di giocatori di carte; ma uno di questi, col baschctto e la grinta da ospi– te di Rebibbia, alzatosi in piedi minaccioso, intima al– l'intruso: e Se vuole le paro– lacce, ci paghi i diritti d'au• lare •· La voce era di Mac– cari, non c'era dubbio, cd anche i seiJli del .succinto racconlo, butlato Il all'izn– pro,"'ÌSO C'Omeuna sentenza da tribunale. Ma questo non ~ che un cp~io. li mio e gatto sci• "atico •· fattosi lisciare un po·, comincia a parlare di fatti di costume. li suo è una specie di diario con com• mento sui maggiori a,1,:ni– menti della vita pubblica po– litica, letteraria. \'iene •cosl a miagolarmi J'35soluzione di e l.ady Chatterley •, il famoso romanzo dello scrittore D. H. ~~vren~e •.che oggi ha possi– b1htà d1 circolare liberamen– te in loghiuerra come una comune ~terlioa; oppure mi fa la stona del we.sten1, o mi raccont;t quella diavoleria del e ruscino d'aria• che si sol– le,.-a.a mezzo metro da terra come un tappeto orientale e gira come una farfalla. Un scnizio di cronaca., un di– scorso, un'inchiesta giornali• stica sui centri di la,·oro an– che, piif lon1!1-ni; pagine di scntton e illustrazioni di pittori; , iaggi, paesauio. letture, segnalazioni librarie ~. ~ema. spon; una pa~ gma di collaborazione lette– raria e artistica riscn-ata ai dipendenti dell'azienda, ru– bncbe varie, di\"ula:izione delle arti fiil,lratfre, con l'il– lustrazione storico-critica dei vari e ismi • dcll'ane moder– na: un'infmità di cose che sono aziendali per un terzo e di ,·era e propria dhulga– zione culturale per i due terzi. Questo ~ il e K3tlo sclvati- co • che da sci anni circola nei l uoghi di lavoro e nelle ca.se de.i dipendenti dcll"ENI. e Un rotocalco - mi spiega Attilio Benoluc:ci che lo di· riee (sl, proprio il poeta, l'.:i.utore de La c:.apanna in• diano) - che stampa tren· tamila copie e che può es• sere C'Onsider ato come un mezzo preci.so e puntuale di anicinamento alla cultura più progredita. ~lentre le al– t.re aziende, in genere, han· no d ue tipi di ri,'lste: una cosiddetta di rappresentanza e l'altra a carattere azien– dale, interna; l'E..\i'.1ne ba una sola che risponde ai due requisiti. ll Gallo s~fratico non è in \"Cndita e ,iene in– viato gratuitamente al per• sonale. KeUa.fusione di Jrou.se organ e rivista aziendale è forse da ,·edere UD3 conce• zione democratica di questo tipo di stampa•· VERBAVOLANT i ARIO P_tL\ , Pescara - E' scritto a qualche editore o a 1 '? pseudom.mo sccl~o da Be-- qualche premio. Merita più ~!~~b~e. ~ m! :e)nnctto che una semplice citazione nel- nome a~~~~ è;; ;~ech~ ~~~~ ~~':; H.a:Ì8citoe indi =~~':tt~~: wcorag: origine cl.issica ~ ~ temJ>:O petto di pocs· · • "t ègrup moderno, con nsultati soddi– garanzia. Ke ~l~~~:a a ~~ sfacenti nel linguaa,o poc_ti– so, e Per Je raccoglitrici d'o- C'O,nel ,-erso che ~rrc p1a– lh·e •: no e melodioso. M1 tenga al COITCntedella sua atti"ità. lA sclticna aret1ta, come a l'albuo che be-.-e ciel~Z:~~:,:~ ( ) ,'f~J? ~~~ Pi;~ luvuw raccvlUJ lulla una ,-ane d1 ,-cnt 3!Uli. Le sue com• {stagione postzioni sono usuali. fiacche, oli\.'e ne~e; e le canl!.Stre .scontate. Un esempio: Mare: staruw !~ del pe.s<J, inumidite. e Biancbeuiar lontano di ve- Lt! giovani reginl! hanno le, / mormorio dell'onda / [ca11to10 che s'infrange sulla roccia / im letto, una gentile dolce oblio del presente / nel mano amorosa, un respiro ricordo del pass;ito •. Siamo posato accanto a loro nella ad uno stadio incolore da car- [norte. tolina illustrata. No~ se la GABRIELE PETTI _ La sua ~renda con questo mio giudi• raccolta è abbastanza nut.rita no. Se la prenda m,-ccc con J--!ocominciato a leggerla C'O,;se stess;o ~ con le cose che Le rilutt~ ed ho terminato con 5:U1!1° 1sp1~re. ~tro che pen• en_tus1asmo.Le rinils;o un com• sien .e frasi _ms1a:nificaoti. Se pltm_ent_o, poca cosa lo so, e camb1era s1 rifacaa vivo. la mv1to a spedire il mano- HOFFM.AJ' tN

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