la Fiera Letteraria - XV - n. 52 - 25 dicembre 1960

A • i nostri letto1·i Buon Natale e Buon Anno! LAFIERA LETTERARI Anno XV • r. 52 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELLE .4.R J E DEbI:,E SCJ NZE Domenica 25 dicembre l96Ò SI PUBBLICA LA DOMENICA QUESTO NUMERO L. 100 D1Rl!:Z1UNE, AMMlNlSTRAZlUNE: Roma - Via dJ Porta Castello, 13. 'l'elefoni: H.eda21one tS55.487 . Am.mtOJStra:1.1ooe 65!>.lf>H • PUBliUCl'l'A': AmnnnlSLnlz.tooe: • LA Fl.ERA L.ETTERAlUA > • Via dJ Porta Caste.1.J~ 13 . Roma l' A.KU• 'l-"A: L. 150 al mtlllmetro • A BBONAMENTl: Annuo L. 4.000 • Sem~tre L. :uSo . Trtmestre L. 1.100 • ~ro: Annuo L. '1.000 . Copia arretrata L. UO • $pedfz1on• tn conto corrente oostale (Gruppo 0) Conto oorren~ onsta~ ti. 1131426 TREBRANI MANOSCRITTI DEL "NATALE,, UN RACCONTO NATALIZIO * IL PERMESSO A L'"-ARIALDA,;, * ' ~~~,tf.- ll cucu Necessità di coe1~enza * I L GENERALE Bramble mi pregò di trascorrere 1e feste natalizie in campagna: e Quest'anno invito soltanto mio cogna– to, Lord Tullock e mia cognata; non sarà molto allegro e me ne scuso, ma se non temete né la solitu– dine né l'inverno inglese, saremo lieti di avervi con noi e parlare insieme del buon vecchio tempo andato>. di Ail 1 DRÉ JIAlJROIS sato il punto. Torniamo>. E tornammo indietro. e Vediamo - dissi. Deve essere facile ritrovare quel punto: è dove la siepe forma un angolo rientran– te ... >. Nessuno dei dome– stici ricordava d'aver mai visto il luogo che descri– vevo. Seguimmo la siepe in tutta la sua lunghezza: era tutta perfettamente diritta>. I / ~·, Jut~,,-.adfll :J,.. t~j'°"': :!:";. °)o'J..._ wt4 {"de, cj,..,'),_; [,A &",W>kdru'·17,'/JJ· (}:":) .. j· ?:r.w"ìi, : J 'r.tt .,.o ,1-,~,4_, '-fro,,.J.,.•, Ov .. u,I';;,,,"" ,. d,o,.rl.,,: J~_.J.,,../? ,·~llm,·. (Per cortese concessione dell'Editore Mondadorl) mo del lavoro fra otto giorni...>. e SI - rispos.e l'altro - e quel domestico è pesan– te ... > e E' vero - replicò il primo cavallo - è pe– sante e la strada che porta al cimitero è faticosa ... > Otto giorni più tardi quel valletto moriva. e Uhm, fece il generale. Sapevo che i miei ami- E la sua governante ave- ci, durante l'anno, aveva- va conosciuto queU'uomot? no avuto il dolore di per- - Benissimo - rispose dere una figlia di diciot- Lord Tullock.. Era suo fra- t'anni, caduta da cavallo tello ... durante una partita di Restò qualche istante si- caccia. Li compiangevo e lenzioso; io guardavo le desideravo vederli: accet- alte fiamme che lambiva- tai. no il camino. come drap... Lord e Lady Tullock mi pi nella tempesta. 11 gene- disturbavano un poco, ma raie Se ne stava immobile quando li conobbi fui lie- e l'ago di Mrs. Bramble to della loro presenza. 11 disegnava sulla tela lun- GeneraJe Bramble è un ghe strisce dai colori vivi. tipo che può starsene tre - In Svezia - riprese ore accanto al fuoco fu- Lord Tullock - ho visto mando la pipa. senza dire spesso i contadini di Da- una sola parola. Mrs. Bram- Jécarlie preparare la cena ble ricama o lavora d'ago, per i fantasmi. Lassù, du- anch'essa in silenzio. Lord rante la notte di Natale, i Tullock è invece un pia- morti tornano nelle case cevole chiacchierone : è in cui hanno vissuto la lo- stato ambasciatore in di- ro vita. Prima di ritirarsi, versi paesi e, cosa mera- la gente della fattoria ac. vigliosa, sembra ave.rli cende con un gran fuoco, realmente visti; sua mo- sistema delle candele nuo- glie è d'una bruttezza pie- ve, apparecchia la tavola na di grazia, vestita con con candide tovaglie, spol- estrema semplicità. vera la sedia e lascia il IJ volto della signora posto alle ombre. L'indo- Bramble era segnato dal- mani mattina, si ritrova le lacrime, ma non mi sul pavimeu~ w.. po' di parlò del suo lutto. La terra, dei tovaglioli., i bic• prima •sera soltanto, quan• chieri mossi e uno strano do salii per coricarmi, si odore fluttua nell'aria. arrestò un istante davanti _ Hum!, fece dolce- alla camera che precede- mente il generale ... va la mia, dicendomi: Mi sembrava che Lord ,Questa era la sua stanza>. Tullock mancasse di tatto. E volse la testa. Guardai Mrs. Bramble, mi La vigilia di Natale tra- parve tranquilla. ma volli scorremmo la serata nella . ugualmente dare un di- biblioteca; una bella flam- verso corso alla conversa- ma si levava nel camino; zione. la grande stanza era illu- - Secondo me - dissi minata solo dalla tremula - sono più propenso e luce delle candele: al chia- considerare la vigilia di rore lunare ~i sc~~geva. Natale come Shakespeare. attraverso i crtstalh mcor- • Ricordate? n!ciati d~ s~ttil} la~e di e A nd then, they say, no piombo. il giardmo bianco spirit dare stir abroad, / sul quale la neve cadeva The nights are wholesome; leggera. Il .generale fuma- then no plaints strike, I va la sua pipa; Mrs. Bram- No fairt1 takes, nor toitch ble lavorava; Lord Tul- has power to charms >. ( E lock parlava della notte di allora, dicono, nessun fan:. Natale: tasma osa apparire, I Le - Cinquant'anni fa - notti sono quiete; allora disse - nella mia contea, non s'ode lamento, / Non i vecchi contadini crede- v'è incantesimo, né stre- vano ancora che, durante ga capace d'incanto). Questa notte. gli animali - Noi sappiamo, noi. parlassero come gli uomi- che Shakespeare ha torto ni. Ricordo che la mia g0- - interloqui çon grande vernante mi raccontava la serietà Lady Tullock - storia di un giovane di Edwerd, caro, vuoi rac- scuderia che, incredulo. contare la nostra avveo- s'era nascosto nella staUa tura di Tullock Castle? per controllare la veridi- - Ml piacerebbe cono- cità della leggenda. Quan- scerla, dissi. do dal campanile giunse il - Bene. disse Lord Tul- primo rintocco deUa mez- lock. La sera di Natale del zanotte, uno dei cavalli J 920, poiché avevo un po• girò il muso verso un el- di mal di testa e faceva tro e gli disse: e Avre- un bel freddo secco, volli, lL LINGUAGGIO DELL'ARTE COME SINTESI DI UNA CULTURA * Bealisnio e antirealisnio * Sarà più facile inlendere se cominceremo daJ teatro. ln esso, la battuta è verso o strofa; ritmo autonomo, con– cluso in se medesimo; e il linguaggio che l'esprime, è sintesi. Non importa se sia vero, ma verosimile: un ri– sultato che si ottiene median– te la congruità tra il fine per– seguito e /'espressione che lo persegue. Altri direbbe che il solo obiettivo' da raggiungere è il vero poetico: purtroppo, una sorta di vero che non di– pende dalla buona volontà dell'autore. Teniamoci dun– que su quell'ultimo gradino di \'LADUURO CAJOLI ~!~~e 2 f~~led'~\~fi~~~ che a codesto livello è già tea1ro d'arte, impone uno sforzo di riduzione e di con– centrazione. da cui si ricono– sce la cultura delle civiltà ef– fettivamente pervenute a un momento essenziale. La realtà. e quindi il reali– smo, rapp~nrano un'esP<"– rienza o una somma di espe– rienze non ancora filtrate dal– l'interpretazir,ne nl! classifica– te dall'in1elle1to. L'optimum dei realisti dovrebbe coinci– dere con il tempo reale de– gli avvenimenti e con la loro apparen23, che soltan10 per caso ha vibrazioni d'arte e, io quel caso, si sottrae ap– punto aJla nuda obiettivazio– ne, per assumere oeUo spirito risonanze esorbitanti dai con– fini del reaJe. La le1teratura e la poesia probabilmen1e son nate dall'osservazione che una esperienza ne vale mille se riesce a divenire esemplare, ovvero seguita a vibrare nel– lo spirito anche quando il fatto assunto come pretesto può considerarsi esaurito sia nella rappresentazione sia nell'interesse del primo os– servatore. su~1~a~~ l~~~~ti~~~~n~~~re: che nessuno può dire dove giungano, quante molecole di acqua o creature interessino, a qual punto si spengano. Nella s1essa maniera, una pa– rola detta o scritta, sommuo– ve e turba iJ mondo circo– stanle: giunge lontano e può essere accolta in accezioni as– sai diverse da quella origina– ria. Se cosl non fosse, nessun atto o parola direbbero nulla se non ai loro autori, mentre invece acquistano significato pieno, soltanto come mezzi di comunicazione. Che poi qual– cuno sos1enga l'incomunicabi– lilà dei linguaggi particolari, potrebb'essere la prova che cercavamo: che non sia pos– sibile esprimere oggettiva– mente alcunché, perché ogni segno, mimico acustico o les– sicale, è necessariamente io- 1erpreta10 da chi lo percepi– sce, e adatlato alla sua pro– pria necessità, poco o nuUa • serbando dell'esigenza per cui fu primamente espresso. La sola realtà sulla quale si fonderanno codesti rap– porti, è che il sasso colpisca la superficie dello stagno. Vo– gliamo dire che non basta lanciare sassi, come non ba– sta esprimere parole o con– cetti, per avere gli effetti che vogliamo studiare. Ma perché i sassi colpiscano lo stagno e le parole suscitino le onde concentriche di cui dicevamo. bisogna ollenere una grande precisione nel lancio e nel– l'uso, rispet1ivamente, dei sassi e delle parole. E tut– tavia, chi sarà mai in condi- zione di riprodurre la realtà, quand'essa consta di innu– merevoli effetti molecolari e atomici? Sarà sempre un ri– dursi alle apparenze, quale che sia la loro illusione di ve– rità, valida oggi ma non do– mani, quando la conoscenza dei fenomeni (fisici o psichi– ci) sia diversa, perché pro– gredita o fo~ (potrebbe an– che darsi questo caso non raro nel corso della civiltà) involuta e regredita. . La registrazione, la fotogra– fia, la riproduzione in labora– torio del vero perrettamente corrispondente ai tempi della vila, non hanno nulla da spartire con l'arte, se non si fu~~unJ.~~eaJJ~~isu~rf~t~ corrisponda aJ documentario di un'esis1en1,a riprodotta in tutti i particolari e secondo la sua durata effettiva: un libro. un film. un dramma, un romanzo che durerebbero Quanto una vila umana: una, e non quella di tulti eli allri. I reali<:ti ohiellano eh" si può assumere come esem– plare e completa in se stessa una tranche de vie, o alcuni momenti di una vita riduci– bili ad unica tranche, che comprendano ed esprimano, appunto, un'avventura com– pleta. Ma quali fatti polran– no mai essere isolali da una vita, che non abbiano le ra– dici in altn falli. assenti dal– la tranche, eppure determi– nanli per essa? E quand'an· che immaginassimo codesta eccezione. forse che il repe– rimento e la scella non di– penderebbero ugualmente dal bisogno di esprimere, in quel caso. un assoluto? Ma jli as– soluti non possono identifi– carsi con i fatti, anzi se ne liberano per a'itrazione, come dice la parola medesima: ab-soluti. U periodico ritorno al rea– le, la febbre in1ermitteme di verità che colpisce durante i secoli e continuerà a colpire gli autori della crea7ione ar– tistica, hanno un solo signi– ficato: che si sta passando da una ad altra cultura. da una ad altra civillà. da una sin– !e<:i all'altra oer in<:Mdi.;fa• z1one della ,;:;ntesi va.;rhia (continua a pagina 2) verso la mezzanotte, tare due passi all'aperto. Uscii di casa e, davanti al can– cello del giardino, m'av– viai per una straducola fiancheggiata da siepi piut– tosto alte. La luna bril– lava chiarissima nel cielo limpido e stellato. Dopo aver camminato circa un mezzo miglio, scorsi lonta– no, sul terreno bianco. una traccia nerastra che attra– versava la strada. Quando fui vicino mi resi conto che era del sangue; cer– cando da dove proveniva quel rivolo rosso, scoper– si che la siepe, in quel punto, formava come un angolo rientrante e che in quel vuoto vi era un cor– po coricato, immobile. Mi avvicinai: era cadavere. Tornai di corsa a casa e chiamai i domestici. Ne mandai uno ad avvertire la polizia e ordinai agli altri di prendere delle tor– ce e di seguirmi. Percor– remmo la stessa strada e camminammo a lungo, troppo a lungo secondo me, ma non si • vedeva niente e invano cercavo la traccia sanguinante. Alla fine, dopo almeno due mi– glia di cammino. dissi: e E' impossibile! Non so– no certo arnvato cosi lon– tano. Dobbiamo avere pas- Lord Tullock tacque un istante. Fuori 1a neve con– tinuava a cadere con im– placabile lentezza. S'udi– va solo il leggero sfrigo– lio del filo di seta e il crocchiare del fuoco. - Avevate avuto una allucinazione? chiesi. Il generale vol5e il ca– Po verso di me, ma restò silenzioso. - L'ho creduto per molto tempo, mi rispose Lord Tullock; interrogai invano le polizia. 1 vicini, la gente che passava di là. Nessun delitto era sta– to commesso, quella not– te, sulla strada di Tul– lock; nessun incidente si era verificato... Quattro anni erano passati e m'ero convinto che quella sera avevo subito un brutto scherzo dalla fantasia. quando ricevetti da un amico, archeologo di pro– fessione, una lettera che mi procurò un grande pia- (contlnu;-;-;ailoa 2) • Il fermo atteggiamento as– sunto dal Sottosegretario al Turismo e allo Spettacolo Helfe,- sul divieto di rap– presentazione de e l..' A rial-– da• aveva suscitato gU isterici clamori dì. quanti cOnfondono il diritto alla li– bertd con l'impunibflitd del turpiloquio; ma aveva an• che riscosso l'approvazione di coloro f qual{ vorreb– bero difeso U comune sen– timento della morale. Fino ad oggi si era assi– stito sempre, immancabil– mente, alla capitolazione o al compromesso degli or– gani censori ogni qualvol– ta da sinistra si era levata la protesta indignata dei cosiddetti difensori della U– bertd della cultura. Sino al punto di far sospettare che le audacte da una parte, le repressioni censorie dall'al· tra, te con.seguentt prote– ste ed i conclusivi rlpen· sa.menti degH organi cen-– sori (truci in principio e arrendevoli aU.a fine) fo1- se-ro abilmente orche.strati a scopi pubbltcitari. La decisione dimostrata dal Sottosegretario Helfer aveva fatto pensare con UN DRAMMA DI DIEGO FABBRI A PARIGI * Applausi all'Hébertot ·per''Vegliad'armi" Un vivissimo succesEo ha accolto a Parigi e Le Signe du feu ,. di Diego Fabbri che con la regie. .!i Mar– celle Tassencourt è stato rappresent.ato nel Teatro Hébertot. e Le Signe du teu • è :.i titolo con il quale lo stesso Jacques Hébertot. eh~ è stato il patrocinatore ptù entusiastico dello spettaco– lo, ha tradott.c- e Veglia d'armi •• dremma che è stato ridotto per le scena fl-ancese da Thierry Maul– nler e da Coste de Rels L'opera ha colpito non soltanto per il suo messag· gio spirituaìe, ma enche per l'orlgin.:i.lltà della sua torma drammatica. e Non v'è nulla di piran· delllano in e Le Signe du feu,. - ha scritto Thler– ry Maulnier in un suo er– ttcolo apparso nel Figaro Lettbaire -; solta.,to un;11 estrema libertà del giuoco teetrale, che fonde In questo dramma l'elemento poliziesco e l'elemento so– VTanneturale e che fa ap– parire sulle scena. tre uo– mini del nostro tempo e tatti della nostra stessa oerne, t signori del gluoco celeste. Clò che non è più Inverosimile che il mo– strarci su UI'\ teatro de!.!'ll esseri umani muW.t! l'uno dopo l'altro In rlnocernnth • L'apparer.7..a del dram– me. - continua ancora U Maulnier - è in "'Le Sl– gne du reu • molto diversa da quella di e Processo 1: Gesù•. ma le sua anima è la stessa. Eti uguale è ti suo so~e:e~to. E' il medesl· mo problemi' delle fe--if" della tede confrontate con la nostre situazione pre– sente di uomini del vente– simo secolo, con le nostra angoscia. le nostra pott-nvi. le nostra Jperenza di uo– mini de) ventesimo secolo. Un so~getto che ci rls,?uar– de tutti. credenti ;,,d hcre· duli. Una rlrer<'8 che ci impegna tutb >, Il dramma è steto in– terpretato da Luci~ Nat. Alain Mottet, Pierre Ta– berd. Christian Melsen, o. Rozan, Jacques Monod. P. Peloux, P. Le Reumeur, Nicole Kessel e M ~rie Te– resa Arène. Le perte del gesuita ne– gro - che nell'edizione italiana del dramme era sostenuta. come Si ricorde– rà, da un Annibale NincnJ adeguatamente truccato - è stata assunta nell'edizJo· ne parigine. da un autenti– co attore negro. Gord,>n Heath, che è steto sco– perto dallo stesso Diego Fabbri. n dramma. cosi favo– revolmente accolto dal pub~llco e dalla critica, promette già di percorrere una lunga e fortunata e carrie10 • di repliche. cm E' AMICO della FIERA LETTERARIA SI ABBONA alla FlERA LETTERARIA L'edicola più vicina può essere sfornita:l'abbo– namentovi raggiungeovunque,puntuale, sicuro L'ahhonamento annuale costa L. 4.000. Semestrale L. 2.150. 'Trimestrale L. 1.100. Per Insegnanti e Studenti sconto del 10 % * ABBONAMENTI CUMULATIVI (senza ulterori sconti): Ln Fiera letteraria e Tl Tempo (6 numeri set– timanali) L. 13.600; (7 ourneri i:«>tlimanali) Lire 15.250; Lo Fiera Letteraria e Humnnitas L. 6.300; La Fiera Letteraria e Rag511aglio 1.etrernrio lire 4.680. Versamentisul C. C. P. n. 1/31426 * CHI E' AMICO della FIERA LETTERARIA SI AIH3ONASUBITO sollievo che ormai si cam– biava sistema e che, ricon,– dotta la censura a una pie– na CO$Cien.za del suo com– pito, ogni pTovvedimento sarebbe stato adeguatamen– te ponderato, ma non più soggetto a revoca.. E non pochi si erano Tal– legratt, perché oltretutto l4 materia della censura ri– chiede chtarezza, precisione inequivocabile, certezza. an– che per i ri/fesst pratici ed economici che ogni provve– dimento del genere assu– me nel campo dello spetta– colo. E' tToppo comodo che una p6lemica orchestrata J)Tevalga su una decisione del aoverno, la quale d presuppone adottata per evidenti motivi sociali dopo un severo vaglio/ La fermezza. antidemago– gictt, dello quale U Seare-– tario Helfer aveva dato i prova a proposito de •L'Ari a Id a,, costituiva l'unico contrtbuto serio e positivo nella confu.rtone polemico su..scitato dai pro– blema della cen.tura (anche a prescindere dai mer{tt o demeriti dell'opera che noi non conasctamo e che ad ogni modo la pubbhca.zione avrebbe dimostrato in ma– niera evidente). Ebbene. anche (1 Sotto– segretario Helfer alla fine non è riuscito a ,ottrarri alla lebbra delle decisioni prese e rimangiate, della soggezione at rumori della piazza, del comp !es.so di ln.– ferioritd dinanzi ai clamori polemici dei cosiddetti di– fensori delta libertd. Anche il Sotto.searetarto Helfer ha voluto d~mostrare che ta censura è soltanto un'arma di combattimento validissi– mo fornita a coloro l qua– li vorrebbero demolita la morale. E' stato un grave errore immaginare chr finalmen– te cambiasse il si.sterna. La. ditferen.za rispetto al J)Q..1• sato è una sola: U Sotto– searetario Hetfer ritorno sui propri passi come gU altri; mo pretende soltanto che ah strilli della ptaua durino un pd più a tunao di prima. E' una soddisfazione da poco per chi •i preoccupi essenzialmente della difesa dei valori morali della tra– dizione italiana.. Noi vo,... remmo invece che una vol– ta tanto ali strlUi non fo•• sera più Qli arbitri supremi di uno cosi delicata que-– sttone. LA FIERA LETIER,\RlA L'Italia in America Organizzata dalla dr. Giu– lia Sinibald1 della t.,allena .Jegli UthZJ di Firenze, una rara Mos1ra del Disegno lta– hano, dal Trecento alrOtto– cento, sia girando alcuni dei più importanti '"Musei statu– nitensi, e ci~. neU'ordine, la 1 a1ional GaJJery ot Art di Washington, lo Art lnstitute d1 Chicago, il Museum of Fìne Ans di Boston, e il Me– tropclitan Museum of Art di ~ew York. La manifes1az1one è curata. in America, dal– l'Istituto Smithsoniano di Washington, e per il gusto e la compe1enz.a con cui la dr. Sinibaldi, assistita da al· tri studiosi e organizzatori, ha scelto i disegni, presen- 1andoli altresì in un Ca1alogo 1llus!rato il? lingua inglese, rossiamo dire senz'altro che questa Mostra segnerà una svolta nella conoscenza del– l'arte classica italiana. Alcuni di questi disegni (accurata– mente commentati nel Cata– logo) vengono ora esposti al oubblico per la prima volta; ce ne sono di un anonimo 2iot1esco, di Raflaello, di Leo– nardo e Michelangelo, di Ti– ~iano e Tinloretto, del Bel"9 nini. del Longhi. Piauelta, Guardi e Tiepolo. L'Arcit-re di Tin1ore110 b oensare al- (cootlnu~agina 4)

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