la Fiera Letteraria - XV - n. 29 - 17 luglio 1960

LA· FIERA LETTERAR (A:nnoXV . N. 29 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELL ARTJ E DEI:,I:,E SCJENZE Domenica 17 luglio 1960 SI PUBBLICA LA DG:\'lE ;ICA QUESTO NUJlERO L. 100 DlRt-.ZIUN&, AM.11,HNlSTRP.ZIUNE: Roma . Via dJ Pon.a C..:a.st.eUo. 13. '!eleloru: Hedauooe tS5~.487 • Anun1nistra:z.100e 65!>.1{>8. PUliliLH;!'lA': Ammuust .raz.1o.ne: e W\ t-'lt:KA Lr:rn:RAK!.i\. • . Via dJ Porta Cast.etio. 13 • twma · rAkH"FA: . L. 150 al millimetro • ARRONAMENT1: Annuo L 4(X)(l. Sem~l!"e L.. 2.1~. Tnme5tre L.. 1.100. Estern: Annuo L. 7000. Copia arretrata L.. 150 • Spedl:don• ln conto eorreote oostaJe (Gruppo Cl) • Cnnto corrente, O"lcCl.-il~a 1' 31426 LA SITUAZIONE DRAMMATICA * Il coniormismo dellaribellione * di GIOIIA,1 1 .\I CALE.l"DOLI Ugo Stille in 1ma inte– ressante corrispondenza da Kuova York apparsa nel < Corriere deUa Se– ra ,. dà notizia del dibat– tito suscitato nel < Xew York Times,. da un arti– colo con il quale 3.Iarya Mannes si è recentemente scagliata contro l'eccessi– va insistenza dei comme– diografi americani nel rappresentare casi di de– pravazione sessuale o di perversione morale. nessuno scrittore può sin– ceramente sostenere di porre un problema se. nel– l'atto stesso del porlo, non ne sente soluzione almeno sotto raspetto della ne– cessità interiore se non co– me definizione conquistata. Anzi, nella sua imposta– zione di a\-"Yio,un proble– ma è già di per se stesso una soluzione intuita e sperata. E quello che nelle op-:?– re teatrali di Tennessee CONSIGLI PER GLI ESA,l/l * • • Lettera se1n1ser1a di un esaminatorè * di VLADI.IIIRO CAJOLI Esaminando carissimo. non devi crederti solo. Tu non sai quanta gente fa il tifo per te. Si direbbe che dagli stadi già vuoti a lu– glio e non ancor pieni a settembre. idealmente tut– ti si riversino nell'aula do– ,·e tu rappresenti il debole malmenato daì forti. Io me– desimo. che dovrei stare dall'altra parte della catte– dra, mi offro come quinta colonna; forse perché bo capito che in democrazia bisogna armare la classe più numerosa contro la meno numerosa che deten– ga il vantaggio del coltello e del manico. Dunque. ap– profitta dei miei consigli. come dati da un professo– re che conosce bene le de– bolezze proprie e quelle della categoria alla quale appartiene. Le due opere che ha:1- no più. direttamente mo– tivato la polemica sono Sweet Bird of Youth di Tennessee Williams e Toys in the Atti.e di Llilian Hellman. Della prima è protagonista una donna anziana morbosamente in– ,·aghita di un bellimbusto. che poi è condannato alla evirazione da una banda di giovanotti: della secon– da, una matura zitella che manda in ro,·ina il fra– tello al quale è legato da una passione degenerata. Williams, di Lillie.n Hell- Luigi Bartollni: e Lungote\'ere Angelico• :n~e 0 n:~ aa!:ric~7,tt~~ 1---------------------------------------------------I canitamente dediti alla .ci\.LJLORA\ NON E' .;\JlORTO L' .ELZEVIRO! Primo: non p:-esentarti agli esami con la cotta. Non aUudo alla ferrea so– pravveste che ti difenda dal coltello sopraddetto. Per quanto le scuole siano rimaste molto indietro. hanno tuttavia superato il tempo dei giachi a maglia d'acciaio. Gli stessi prores– sori. già fatti segno a re– volverate. sanno che ci vuol altro. Cotta: nell'accezione a te meglio r.ota dal gergo spcrti,·o. quella che ha mes– so a terra un Ercole come Baldini. costringendolo a riparare al giro di Francia la bocciatura riportala al giro d'Italia seli dai piedi. e nessuno ,·orrà condannare ta nostra tentazione di esaminatori. di prendere simbolicamen– te a calci. con lo:-o. anche chi ha fatti I fogli e pagate le tasse. Sto scherzando. Nessun uomo appartiene rigorosamente ad µna cat~ goria. figurarsi i ragazzi ir– riducibili al tipo e impre– vedibili sempre. So per esperienza che parecchi. tardi che sia. si aprono ve– ramente a quel senso della responsabilità. che com– prend~ anche il gusto del combattimento. ~~i~e~~zi~~!i~~!tle~ * Ì~1~tf:~~:fj~ l "fochetti" di Praz al cospetto déi Lincei Un combattimento aperto e leale: non altro è. o do– \"rebb'e_o:.sere. l'esame. Se avete tirato di scherma. vi è mai venuto in mente che il maestro. tanto più bravo di ,·oi. volesse infilzarvi dan·ero? Conosco spadacci– ni che tripudiano. quando l"&llievo li tocca. perché in fondo non si è maestri se non si desidera d"essere uguagliati e superati dagli alunni. D'accordo: può dar- 5i che l'esaminatore non sfa nato maestro. ma inviato su quella sedia da chi avrebbe fatto meglio a man· àarlo altrove. Ebbene. oggi. che la eoscienza sindacale ha fatto tanta strada. non esito a suggerire agli esa– minandi: scegliete due o tre ragazzi che sappiano espor– re con rispetto e chiarezza le e\·entuali lagnanze. e in– \'iafeli dal Presidente. C"è &ppo&ta. li ascotlerà. So dte pensate a una solidarietà di casta. che possa metter contro di voi il Presidente e inasprire l'esaminatore. No: appartengono a due cieli dh:ersi. I Presidenti. o son presidi o sono univer– sitari. stanno più in alto; e gli esaminatori. quand"an– che non volessero riconosce– re. come capita. il lo:-o ef– fettivo stato d'in!er'iori~à. hanno bisogno degli esami. e non vorranno esser quali· ficati tnidone.i alla funzione. nelle note finali e nella re– lazione del Presidente. Ma J)O...'-'-<> assicurarvi che un ca– so come questo si dà su diecimila. che tante non so– no le eommissioni: è l'eccé– zione trascurabile. in un di– scorso generale. La rego1a invece è che avete paura. Scriye :\Jarya :\iannes: , :'.'l'onvi sono che gli psi– chiatri e gli infermieri di manicomio che passino a contatto di pervertiti. co– cainomani, sadici ister'.ci e malati di mente un nume– ro di ore equivalente a quello che in compagnia di tipi simili trascorre adesso il pubblico che frequenta regolarmente i teatri di Br.>adway >. Partecipando alla pole– mica. Tennessee Williams, che è uno dei principali imputati, ha opposto alla protesta di ::\larya Mannes due argomenti. Il primo non merita la spesa di molte parole. Il comme– diografo ha affermato d1 ritrarre nelle sue opere la vita quare. Quella della realtà della vita, come si sa, è una formula destituita di vero significato nell'am– bito della creazione arti– stica o, almeno, una for– mula da intendersi con tutt"altra sottigliezza. La realtà storica della ,·ita ha sempre infiniti e contra– stanti aspetti, dai qualJ l'artista nella rappresen– tazione trae una propria prospetth·a che diviene ,·alida nella realtà este– tica. Il secondo argomento opposto da Tennessee Wil– Jiams a Marya àlannes è invece più inquietante ed al tempo stesso più. pre– suntuoso. e I nostri scrive il commediografo - sono tempi disperati. Oggi siamo tutti impauriti e ci sentiamo tutti intimamen– te colpe,·oli. anche quando ci sforziamo di non mo– strarlo. E' per questo che la gente si interessa. a teatro. a quei personaggi che riflettono le sue stesse ansietà. il suo stesso senso di vergogna. Oggi quella che va espressa ed aUer– mata non è la dignità es· senziale dell'uomo, ma al contrario la sua essenziale ambiguità •- Il me'rito fondamentale del nuo,·o teatro, secondo Tennessee \\"i.lliams. sa– rebbe appunto quello di a,·er finalmente illumina– to e gli angoli nascosti. i ripostigli. le soffitte e le cantine della psiche e del comportamento umano>. Xon è dtificile scorgere quaJe distorsione mentale sia mascherata sotto rap– parente suggestione dì ta– le argomento. Può darsi che e'ffetth·amente la no– stra c.h·ìlta sia dominata. anzj ossessionata da un sentimento generale di col– pa. da un·angoscia oscura che ne costituisce il pro– blema morale dominante. Da tale coscienza non ri– solta di una colpa non de– finita e non scontata trag– g'.l)DO il loro primo impul– so tutte le correnti dei– l'esistenzialismo. :\la anzi– tutto la riduzione di un problema cosi vasto ed aperto ad una casi~t~ca di pen:ersioni sessuali e no? solo arbitraria. ma an·1- lente. Ed in secondo luogo essa potrebbe imporsi e giustificarsi soltanto se la ~~P~~ff~~~f,~~n;si;:~=~~ risoluzione ideale. Infatti la rappresentazione del– le oerversioni e vi rima– ne ·fermo con un compia– cimento passivo. che non può non d:ventare croni– stico proprio perché non è trasfigurazione problemati– ca e tormentata, ma è se:n– plice identificazione. Giugno 1960. - .-\desso che l'Accademia dei Lin– cei. acc'ogliendo la desi– gnazione deUa commissio– ne giudicatrice. di cui fa– ce,·ano parte: Flora )._ton– te\~erdi Ronga Schiaffini e Cecciti. ha. su relazione di quest"cltimo. assegnato a :\lario Praz i cinque mi– lioni di premio < Feltri– neUi > per la Filologia e la Storia e la Critica lette· raria. si può ben a,•anzare· un·osservazione. La quale. a prima udita, potrà ma– gari sembrare stiracchiata e spiritosa, ma poi, a ri– pensarla con tutte le sue documentabili giustifica– zioni, accumulate durante una quarantina d'anni e ormai agli atti in una ven– tina di libri. apparirà ,,a– lida e meritata. di Eì'HUCO FALQUI t e ripostigli. le soffit– te, le cantine della psiche e del comportamento uma– no•• non sono stati scoperti né da Tennessee Williams né da Lillian Hellman. In questa scoperta già Eschi– lo si era spinto molto più audacemente e nel senso della perversione Edipo non ha nulla da invidiare ai piccoli < gigolo ,. del– la letteratura drammatica contemporanea. :\fa la sco– perta di Eschilo, come quella di Shakespare o di Ibsen o di Pirandello. è guidata da un'aspirazione irrefrenabile alla risoluzio– ne ideale che la riscatta dalla cronaca. la giustifi– ca e la rende universale ed universalmente accet– tabile. E' del resto un in– segnamento estetico ormai unanimemente :oiconosciu– to che nessun contenuto deffopent artistica sia di per sé sconcio o turpe e c.l:ie tutti i contenuti pos– sono dh·enire sublimi o offensivi nella rappresen– tazione che ne è offerta. Questa è la maglia del– rarte. La condizione di una certa letteratura dramma– tica odierna e molto più. semplice: scrittori come Tennessee Williams. Lil– tian HeUman ed i loro nu– merosi seguaci ormai si GIOVANl~J CALENDOLI (continua a pag. 2) L·osservazione è la se– guente: nel premiare àla– rio Praz. rAccademia dei Lincei ha premiato non soltanto l'insigne docente di lingua e letteratura in– glese e il pro,·etto editore di testi e !"infaticabile tra– duttore. ma soprattutto lo studioso. il critico. il sag– gista. Diciamolo pure con franchezza: l'elze,·irista. E p0iche <elzevirista• è co– lui il quale scri,·e l'arti– colo d"apertura nella terza pagina del giornale (arti· colo oer solito di varietà. o di Ùitica). premiando lo elzevirista Praz si è un pa• anche premiato re el– zeviro > stesso e, con esso. di conseguenza. il < gior– nale,. che lo accoglie e lo presenta. con distinzione e decoro, nella sua < t.erza pagina •. 11 giornale. non in quanto è precisamente il Tempo, ma in quanto foglio pubblicato quotidia– namente ecc. ecc. Chi a,·esse la pazienza e si togliesse il gusto di di– sting-.iere e numerare. nel– la lunga ma concatenata serie di opere elaborate dal Praz. gli articoli veri e propri. o saggi o elzeviri che chiamar si -çogliano, constaterebbe, infatti, co– me la loro quantità. sia senza paragone preponde– rante su quella degli studi e dei contributi più stret– tamente scientifici. E ac– certerebbe anche come ta– le quantità. non torni a de– trimento della qualità. che giusto nella prestabilita e risicata misura dell'elze– viro. dopo tanti anni di esercizio. il Pra.z dispone di così scaltra disinvoltu– ra da poter a volte eonce– dersi perfino la ch-etteria di una certa <nonscialan– za >. (La sgualcitura, la pieia dell'elegantone: non si sa se più voluta o più casuale ...). xe. del resto. con un erudito della sua filologi-ca ed es-~"'053 spe– cie. pote,·a andare dh·er– samente. Tutta,ria. non vorremmo che si equh-o– casse. Di recente (n-=?1 Tempo del 5 dicembre 1959). re– censendo la prima serie del nostro Novecento let– terario> riguardante (ma senza alcuna orotesta, di c0mpiutezza storica e solo limitatamente alla specie degli autori in esame) il periodo dalla Voce alfa Ronda. il Praz ebbe ad ossen·are che quella, e e saranno in molti a con– venirne>. fu < una sta- gione di fochetli >. Yale a dire? Lasciamo che sia Praz stesso a chiarire il riferimento. E Praz ci ri– corda che. <quando il ).fausoleo d'Augusto non era il pezzo d'archeologia che è oggi. ma un ,·ivo anfiteatro, il Corea. ogni domenica di estate, da san Pietro ai!"ultima domenica di settembre, si converti– va il ,pomeriggio e la sera in una specie di Vauxhal.l romano. un ritrovo fre– quentato dagli oziosi. dagli innamorati. oagJi stranie– ri che passeggiavano in su e in giù al suono d"una banda. fino al momento in cui. nel centro dell'arena. si !acevan quei fuochi di artifizio che si cb.iamavan !ochetti: leggeri e leggia– dri fiori di pirotecnica. spesso presentati dietro or– namenti a u-aforo che ne tacevan !"'..sa!ta.-e l'effet,10, ma. come diceva il nome, codesti fuochi d"arlifizio non si le,·a,·ano molto in alto: al di là delle mura del Corea. il loro rumore non si do,·e,·a udire mol– to lontano. Partivano in gran quantità. questi pro– mettenti zampilli di fuoco. ma restavano a mezz·aria: molti non a1,;·evan più sta– tura eh• di cande!• ro– mane. E' mia impressione - la mia quaìita di cono– scitore di letterature stra– niere :nj pern:ette di guar– dar certe cose un po' co- . me un estraneo - che daUa letteratura italiana dalla Voce alla Ronda si sia ar,ricchito più il no– stro vocabolario. si siano più scaltrile le tecniche letterarìe. che non si siano C/NCHIESTA DELLA «FIERA» SU U PERSONAGGIO DEL NOSTRO TEMPO * Il t1~adnttore a•~rabbiato * cli LlJCIA.1.0 BIA 1·c1ARDI Sto traducendo un'antologia di angios~~i contem· poranei, e beatniks • cioè e giovani arrabbiati.-. Ho t nito ora ora George Scot~ atta.eco subito Kingsley Amts. Ma poi arriva lo vostra lettera, e mi fe"!W' u_n mo~en– to, a contaTe quante ca"Ttelle in meno nem_pio _ogg1 se .,.perdo rempo. per rispondere alla vost-ra mchi:esta. I~ tTaduttore professionista.., quello che lavOTa ~l nt'?o d~ uenli cartelle ..al giorno, se vuol ti~v~e e far v1_oere 1 suoi (numerosi nel caso mio) ormai. e TidoUo con: una !et– t.era a un amico, una passeggiata troppo lunga.. un ar– rabbiatura non indispensabile gli mangiano r.empo ed energia a scapito della .,. produzione•_- _ Ho letto che Silvio Ceccato sta tnventando la mac china per t-radurre: venga a casa mia, oppure vada ~ Odderra.. 0 da Bruno Tasso, e vedrd che quella macch_ 1~ no esiste di gid da un pezzo. In Italia oggi si traduc': JJ:'~ che in Giappone; si traduce di tutto;, I.e _ca.se ed!trtC1 sran dietro alle mode straniere con. ~-n afl$t.O febbrile e masochistica; siamo, nella cultura prn che altrove. una colonia. Ed io mi chiedo a volte come può ~ura:e, C?" settemila titoli e possa all'anno. c~_ van.no tn _libre-no., e non oltre un miltcme di acquirenti. (Dico COS'1. e non lettori, perché non posso credere che in. Italia due:en~ tornila persone abbiano veramente letto il Dottor z:va. go). Ma il traduttore ,direte voi,. dovrebbe rallegrarsi di questt anni di vacche grasse. E: mue_ce. no. . Cè innan-,; tutto lo furia con cui t1 fanno lavorare: .,.Dovresti darcelo per la fine del mese•• dicono, magan a.l giorno cinque. E son 450 pagine, magari di Br_e-ndan Behan, che io t-raduni l'estate scorsa.,_al ~sso dt ven: ticinque cartelle quotidiane: un magnifico hbro che pot in Italia han visto sì e no cin~ecento per~one. . . Poi l'enciclopedismo superficiale a Ctli tt costnngono. oggi io son costretto a ricordare molte cose che ~ ~or– rei: la fecondazione artificiale ~ella d<mn:4. io. s1t_ua21on_~ dei. negri in .NordO:merica., le ragazze sqtullo, t mlii.e cn_ tenJ. per vendere un detersivo, la battaglia di Cass1no, 11 bandito Giuliano, la ghigliottina ,i raga.t:z{ di vita new– yorkesi. Come vedete, nonostante la gran ma.ssa di_ tra– duzioni. l'editoria. nostrana - aziendalmente caotlc? ~ rigidissima a un tempo - non ha. trovato la volontd d, specializzare i collaboratori. PTe-ndetelo pure com_e uno sfogo, ma voglio dirvi che l'edii01"e -:-- J)eT usare ti ger– go delle miniere - cj .,.coltiva a. raptna •. Non varrebbe la pena di tenerci a maggese, all'ingra..s~o? Non varrebbe la pena di spesare il sottoscritto, perche se ne stesse u:n me.!e a Dublino? Dico Dublino perchè io ho tradotto tre romanzi ambientati ld, e so a memoria la toJ>OgTafia del– la capitale irlandese. Se avessi visto c~i miei ~hi KU– dare Street, non credete che aVTeì cap~to n:i,egbo, e tra: dotto meglio, un autOTe che mi ha. diveruto, e che St chiama Donlea1,11? E poi capita a volte (ma per fortuna dt. r~do) di d~er fare i conti con U redattore di casa edtt~e .<mesttere nuovissimo che anch'io ho fatto per tre annt) hcealesca– mente ir~ico e pedanteggia-nte su una gramma..ticu di sua invenzione. Il giovane lombardo che non ammette il tuo tosca-no e costd • e corregge con • laggiù •. L'anziana signorina che cancella < raccolse le v-e..sti> e mette invece e prese S1J gli abiti.-; o leva la tua. • bottega • per. met– terci un suo .,. laboratorio •. E poi dice che non sa.1 tra· durre. Allora, se tu stai :zitro pa..ssi da imbeciU.e, se ti ribelli O citi il Leopardi o il Tommaseo, ti fai fama di • piantagrane•; nell'uno e nell'altro caso non traduci piU. E poi ci sarebbe da dire della situa.zi ~ sindacale! inesistente. di queUa fiscale, esistente: se h ammali sei a terra: ma la bolletta arriva anche allora. E poi ci ..sa~ rebbe da dire ... Ma pia-ntiamoia qui. Non vi d.ico 1.c ca– priole che ho fatto quest'anno per pubblicare du.e libri miei. Scusate lo sfogo. e ora vi lascio, peTehé devo at– taccare l"c arrabbiato.- (ma non mai quanto me) Kingsley Amis: • As will soon become obviou.s from wha.t I have LOCIAXO BIANCIARDI dilatati gli orizzonti della fantasia>. Xaturalmente noi non siamo dello stesso parere, pur convenendo che quel– la non fu stagione di fiam– meggianti soli letterari. E se è vero che ci. si dovet– te accontentare di qual– che c!ochetto>. resta ugualmente provato ch"es– so non fu poi troppo de– bole, se la sua luce si è prolungata fino a noi e in ,particolare fino al Praz. la cui natura e la cui scrit– tura si ricolleg-.;.no pro– priamente a quella stessa stagione. Fochetti. dunque. anche i suoi ,premjati , el– zev:iri .-? Senza dubbio. 1-.la con ciò? La sua carriera di elze– virista prese avvio nel 1924 da una nota Sul color loca– le. suUa Londra del Lamb e suUe rovine i,rreparabili, preposta ad una propria traduzione (Carabba. Lan– ciano) àegli isuperati Sag– gi di Elia del La.mb. Ed oggi. con le seicento pagi– ne dell'ennesima raccolta saggista: Bellezza e bi=.?ar– ria (Saggiatore. Milano), ha raggiunto quella orna– ta e capricciosa compat– tezz.a di ispirazione e di espressione, che. elaborata e scaltrita di periodo in periodo, gli ha \"also il l a u r o degli Accademici lincei. Dimostratisi. nella circo· stanza di un simile con!e– rimen to, più e lincei ,. che <accademici,. (ma e lin– cei >, in questo caso. sta per <~pregiudicati>), i suoi giudici hanno ben sottolineato, attraverso la concisa !"elazione del Cec– chi (m2.estro e collega in e elzevirismo >). come la critica letteraria ed arti– stica del Praz. e ricca di notazioni penetranti e di acuti giudizi"· sia < impo– st.a:a e si realizzi in st.--et– ta connessione con la stcr ria del costume e deUa cultura >. Che è per l'ap– punto la più originale <co– stante,. riscontrabile ne– gli scritti di Praz. in ciò aiutat~ da e un'illuminata curiosità. da una vasta erudizione e da una for– te .e ,·ersatile capacità di rappresentazione artisti– ca >. Caratteristica riscon– trabile così nelle vaste trattazioni su La carne. la morte e it diavolo (1930). sul Concettismo (1934). .suJ Gusto neoclassico (1940), su La crisi del– l'eroe nel romanzo vitto– ria-no (1952), nonche nella stessa Storia della lette– ratura inglese (1937: di cui sta per uscire la settima. aggiornata e raddoppiata. ~dizione) come nelle ele– ganti variazioni riunite sotto insegne, che dai Ficr ri freschi del 1943 in poi sono registrate con onore nella storia della saggisti– ca italiana del Novecento. Prima di arrivare a gua– dagnarsi i premi e Via– reggi<) • (1952), e Marz.ot– to > (1954) e e Feltrinel– li • (1960). Praz ha sgob– bato tenacemente. in si– lenzio. avendo di mira tutt'altri miraggi, meno vistosi e meno sonanti. Ma Praz vanta anche al– tre corde su11a sua lira e in alcuni capitoli di La casa della vita (1959) si è dato a pizzicare, con in- tenzionc artistica estrava– gante. quelle della auto· biografia in collegamento, perché no?. con quelle deUa narrath·a. Di raccol– ta in raceolta stiamo cosi assistendo al trasformarsi dell'erudizione di un pro– fessore neUa fantasia di uno scrittore. senza che mai ,·enga meno quel lie– vito di cultura che è la condizione della saggisti~ ca più. elzeviristica e che in Praz annovera uno dei suoi osservanti .più liberi e più. de,·oti. < La molte– plicità. la mole e soprat– tutto la oualilà,. di tanti suoi lavori e hanno deci– so la Commissione giudi– catrice ... ,._ Decisione della quale ci sarà consentito rallegrar– ci non solo perche da una quarantina d'anni il Praz è ,·enuto regolarmente me– ritandola e rafforzandola con gli articoli destinati alla e terza pagina >. ma anche perché la sua vit– toria antiaccademica segna la \"ittoria antiaccademica dell"elzevirismo stesso. Era tempo che. a tante criti– che e riprovazioni e ca– lunnie Nntro il persiste– re e il sussistere dell'c el· zeviro ,. carne < genere,. e della e terza pagina > co– me istituzione giomalisti– ccrletteraria prettamente italiana. si rispondesse mettendosi al di sopra della pOlemica. (Goffa ed assurda polemica, del re– sto. contraddetta dai fat– ti.) E tanto meglio se la scelta è caduta su Praz: un e elzevirista > di buona lega. che contribuisce con i suoi e fochetti > a tener lucidi i titoli di nobiltà della e terza pagina•· ENRICO FALQUI C"è cotta e l.-Otta La più degna di compassione stron– ca bravi ragazzi che ban– no lavorato tutto r anno. ma agli esami si compor– tano come sensitive. chiu– dendosi perfino alle carez– ze. Tu che mi ascolti. non iUuderti che sia il caso tuo. Dice la legge delle proba– bilità che saresti quell'uno su mille. in cui il so\o-rac– carko mentale. anziche li· berarsi con il trasferimen– to :1U"esaminatore. si espri– me con un blocco: una par– tita di cui non m'intendo. Posso dirne soltanto che si accompagna a cupezza e so– litudine. e che forse sareb– be liquidata c<in l'opposto commercio, della compa– gnia e deUa serenità. L'altra cotta colpisce i fondisti delfultirn'ora. quelli che banno studiato dannatamente in vista del traguardo. e a bistecchine di mamma. vitamine di pa– pà. e caffè fatti in segreto dalla cameriera. hanno in– trodotto cento ma spenden– do mille. E' una cotta irre– parabile: infatti proviene da un eserciz.io contro na– tura. giacché natura vuole che si costruisca a poco a poco. armonizzando conte– nente e c0ntenuto. Codesti esaminandi. im·ece. somi– gliano ad ostie imbottite di porchetta a tocchi grossi: l'ostia si sbricciola al pri– mo ass3.Wo. C'è poi una terza catego– ria: quelli che giungono agli esami ne cotti né cru– di. Capisci subito che ce li hanno mandati c0n lo stes– so spirito con CUi li manda– vano al cinema per levar- J[L LJIBRO Dll CUll * §[ Consci dello stato caotico e mostruoso della vostra preparazione. vedete il mo– stro là davanti: proiettate la vostra mala coscleni.a ne I l'esaminatore. Com e certe sette di tremolanti. cadete in crisi per auto– suggestione; poi andate a VLADlMIRO CAJOLI (contlnuaa' pag. 2) .PAHLa Notti romane * di Vig.olo di FERDl!l'A ,·no l'IRDIA li nome di Giorgio Vi– golo. come prosatore era affidato sino a ieri, insie– me ai capitoli di Canto fermo, il suo tributo alla prosa d'arte (tributo di alto livello poetico, ma pressoché d'obbligo per la generazione di scrittori al– la quale appartiene), al grande, classico saggio che precede il suo Belli. voglio dire le monumentale edi– zione dei Sonetti. frutto di anni di lavoro. di pazienti. intelHgenti e nuovissime ricerche filologiche e sto– riche. che deve essere con– siderato uno dei più im– portanti documenti della critica italiana contempo– ranea sia per la mQderni– tà e per l'originalità deUa interpretazione. e sia pu– re l'arditezza della sua analisi. per l'ampiezza e la complessità della ricostru– zione. E' merito di Vigolo di averci dato la storia della poesia di Belli nella prospettiva più vera del suo linguaggio, attraverso il millenario dramma esi– stenziale della Città tratto alla luce in tutte le sue implicazioni morali. psi– cologiche, di costume, in- serito nella grande ra~ presentai.ione di una fan– tasia barocca, in quel rap– porto. dialettico tra sa– cro e demoniaco che sca– turisce appunto dalla do– lenta primordialità della vita popolare, di un.a Ro– ma vera nella perenne tragedia, o commedia. del Nel pro11imo numero inediti di GIORGIO VIGOLO suo mondo: di aver dun– que scoperto la struttura– lità della poesia belliana nel senso di un $!:rande poema epico e lirico. Ma il lettore di quel saggio. come di quello che il Vigolo ha premesso al volume, apparso lo scorso anno presso Einaudi. nel quale sono raccolte le sue traduzioni deJle poesie di H0lderlin. come deUe cro– nache musicali che appaio– no da anni su un settima– nale romano. oltreche dal– l"acutezza del critico e del ricarcatore erudito. dalla importanz.a delle sue sco– perte, rimane altresi col– pito. dall'intelligenza e dalla persuasione della prosa. dalla sua chiarezza e dalla sua perspicuità. dal clima che essa riesce sem– pre a creare, veramente classica nel suo impasto e nel suo ritmo. ma altresl perfettamente intonata al– la sua particolare materia. a quel dramma surreale. ante litteram della Roma barocca che il Belli aveva espresso traendola non tanto da un e parlato,. po– polare, qu.anto dal magma brulicante e violento del suo primordio, della sua preistoria. Si badi: non si vuole con questa constatazione identificare neU-analisi del Vigolo all'opera di Belli Ce tanto meno in quella del Vigolo sull'opera di H0!derlin) una sorta di critica quanto mai ana– cronisticamente en arti&te, una critìca intuizionale e lirizzante. dalla quale in Vigolo stesso è lontani~ simo. come è del resto lon– tano su un piano ideolo– gico-critico, sia nel saggio

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