la Fiera Letteraria - XV - n. 27 - 3 luglio 1960

Le richieste cli giudizio che giornalmente d pervengono, troveranno risposta nelle apposite rubriche • Verba Vo– lant •• • Scripta manent • e • La Fiera risponde• secondo l'ordine di anfro. Si prega pertanto di astenersi dal solleciti I.AFIERA LETTERARIA I UKAHIU Ul-:.1LA Jn.lJ\/.10'\!l! 11·13 dal mcrcolcdl aJ sabato ManoscrHtl. roto e disegni non rlchlcstl non si restituiscono LE ~110§'JCHE D'ARTE J1N J1'JCALJ1A~ * U A 10STRA CIRCOLA TE * Unastaiione artistica Spettacolo inpiazz TI settarismo degli astrat– tisti nostrani (teorici o praticanti che siano). men– tre da un canto consolida lll. sua ufficialità (almeno sino al rango ministerio.– le). dall'altro dà luogo a reazioni ogni giorno sem– pre più concrete che, nel riferimento immediato, si pongono come anti-Bien– naJe: dall'ottima Mostra della Figura di Taranto alla interessante collettiva di alcuni giovani veneti in un salone del museo Cor– rer a Venezia, dalla mo– stra Mezzo Secolo di Pit– tura Italiana, che s'inau– gura in qu~sh giorni a Milano. alla Mostra del Rinnovamento dell"Arte in Italia dal 1930 al 1945, che ha luogo presentemente a Ferrara. Quest'ultima vuole nel sùo complesso significare che i quindici anni predet– ti furono e difficili• ma non e perduti • se, al di sopra delle classifiche for– malistiche, a Roma come a 1'1ilano, a Torino come a Venezia e un po' altrove (lasciamo stare Napoli che non c'entra affatto: sareb– be stato più consono repe– rire qualche opera di quel periodo dei palermitani Giarrizzo, fan.ilio Bevilac– qua,- Castro. Varvaro e Co– rona) ebbero modo di ve– nir fuori e. alla bene e meglio, di vivere alcune persona1ita che ancor oggi tengono il campo e denun– ciavano una situazione di fatto positiva, ad onta del– la moda che òa Venezia tenta di sommergere ogni autoctono impegno artisti– co per renderci mancipl dJ un manierismo che la no– stra cultura e la nostra ci– viltà decisamente respin– gono. In una sala, dunque, troviamo allineati cinque dei c:Sei> di Torino (man– ca la Boswel) con opere che non rivelano un inten– to unitario, pur se in qual– cuna di esse balugina un'intenzione di rottura. Anche se il suo ostentato populismo, per altro di origine ovviamente lette– raria, ha finito col fare dei suoi quadri (almeno per alcuni dei documenti di cprotesta>. tuttavia Levi ci sembra - con Galante - il meno pittore dei e sei>; Chessa e Paulucci, invece, appaiono pittori più dotati nelle due na– ture morte dai colori gioio– si. liberi, freschi. Menzio, fin dall'epoca dei e sei •. è già artista completo, an– che se certi aspetti della sua futura personalità so– no ancora in nuce. * di GllJSEPPE SCIQRTli\ 1 0 lero rinnovare senza stra– fare. avanzare con cautela piemontese rispetto al No– \·ecento e alla situazione artistica dell'epoca. Il e chiarismo • anch'es– so sostenuto dal Persico, e che ebbe la sua più ap– pariscente fioritura a Mi– lano. si oppone anch'esso agli epigoni del Novecen– to: e a Ferrara è presente con opere di Del Bon e di Lilloni (assenti. non sap– piamo perché, De Rocchi , "\ . .... tà.; artisti che senza tanto clamore finiscono con l'ope– rare una sostanziale rivo– luzione. rinnovando- qua– si senza proporselo, per un felice intuito - l'am– biente dei vari Siviera e influenzando tutto il tra– ,raglio artistico dell'Italia centro-meridionale: già la capitale politica coincide con la capitale artistica: Napoli, in tutti i sensi. di– venta veramente una pro– vincia. Enrico Pauluccl: • Natura morta• 1930 (Mostra di Ferrara) e Spilimbergo). Questi chiaristi non sono perso– nalità di primo piano: ag– giornano. se vogliamo, la tradizione lombarda con innesti impressionisti. con– quistando a stento il di– ritto a una citazione ma!"• ginale. A ?-.lilano, nel1a stagione considerata dalla mostra ferrarese. il movimento che ha scritto una pagina notevole è quello di e Cor– rente >: non è, si badi. un movimento politica– mente intransigente (qual– cuno degli aderenti colla– borava a Primato e accet– tava a mezzo di Bottai i benefici del regime): ma artisticamente ha senza dubbio il suo peso ed è portato avanti con un en– tusiasmo che in un certo senso travolge le forti per– sonalità di un Carrà e di un Sironi. In esso, più o meno impegnativamente. militarono Badodi (troppi quadri a Ferrara), Birolli. Cantatore, Cassinari. Gau– li. Grosso. Lanaro, Manzù. Migneco. !\1orlotti. l\!ucchi, Sassu. Filippo Tallone. To– rnea. Treccani. Valenti. nomi che. variamente. han– no il loro peso nel clima e contro il clima dell'ap– parente euforia che portò l'Italia all'ultima guerra e alla inevitabile sconfitta. All'apice di codesto rin– novamento - nella pro– spettiva storica - stanno il marchigiano Scipione e i) romano ~lafai: e dal punto di vista estetico. mentre il barocchismo di Scipione (che era più di un'esperienza) resiste e si consolida. l'apporto di Ma– fai va svanendo nel tempo come modesto contri'buto all'atmosfera determinata da Scipione e complicata dalle chagalismo della Ra– phael. E se dobbiamo ci– tare altri valori che più o meno resistono, ecco i no– mi di Omiccioli, Stradone e Tamburi. Ma in un certo senso qualificano il grup– po romano, con apporti di primissimo piano. Fazzini, Gattuso, Pirandello e Zi– veri: temperamenti che da soli basterebbero a fare della Roma 1930-1945 una città artisticamente viva. con un suo travaglio che s'inserisce in quello euro– peo: una solida base di quella civiltà artistica che adesso. come allora. si cerca di coartare ado– prando tutte le buccine per eontrabbandare i1 ma– nier:.;:mo internazionalisti– co cosi ben documentato dall'attuale Biennale di Venezia ca> di una e: storia• alme– no in parte da scrivere; quindi. ìn attesa che I~ prospettiva si rassodi, noi consideriamo specialmente il lato polemico della ma– nifestazione e diciamo che esso non solo è éscogitato ma testimonia la vitalità di un'arte che rinnega le mode e si pone come so– luzione - ovviamente po– stulata universalisticamen– te - di problemi storici sempre attuali. poiché - una volta risolti - avan– zano l'esigenza di nuove soluzioni. GIUSEPPE SCIORTINO Scipione: • Cavalli al mattatolo•• 1929 (Mostra di Ferrara) Lo spettacolo in pint.to si intitola una interessante mo· stra allestita in questi giomi nel Museo delle ani e delle tradizioni popolari di Roma. Essa è dedicata allo e spetta– colo ,·iaggiante • minore e minimo, cioè ai circoli di in· fimo rango che possegsono appena un telone da innalza– re sulla minuscola pista nei giorni di pioggia o a quelle modeste compagnie di gioco– lieri e di acrobati, quasi tu1- te a composizione familiare, che sono in srado di stende– re sollanto un 1appeto al centro di una piazza. L'interesse principale della mostra è dato dalla sua so– brietà: essa si compone di una serie di fotografie che sono commentate con brevi dichiarazioni compiute sulla loro professione dagli stessi attori ritraui. Un modesto carrozzone ospita quasi sempre queste famiglie di attori primordiali, anche quando essi si sposta– no in una zona relativamente ristrclla che consentirebbe la abitazione in una dimora stabile con una rudimentale or;.?anizwzione dei trasporti. Il nomadismo è una delle caratteristiche profonde di queste famiglie, una caratte– ristica de1ennina1a da ragio– ni di sopranivenze morali tradizionali prima ancora che da r.1gioni economiche o lo· gistiche. Alcuni contadini meridionali per arrivare sul luogo del lavoro debbono ogni giomo percorrere una strada assai pili lunsa di quella alla quale sono co– strell.i que!sli attori nomadi; eppure non sanno rinunciare alla loro casa. Non di rado anzi è una catapecchia, ma è di loro proprietà cd essi la abitano permanentemente sia pure a prezzo di tmsmiira– zioni quotidiane estenuanti. Anche in un mondo di cc- ---------------------------------------------------, mento armato. di edifici pre- Dieci a11ni di vita italiana fabbricati di osni srandezza queste famiglie hanno con– sen•ato il senso del nomadi– smo in forme che rn.lvolta appaiono paradossalmente ar– cheologiche, e non sanno li– berarsene. • Jll un·a colonna sonora Nei dintorni di Roma a mc è capitato di ,·isitare la casa di un ,·ccchio attore del cir– co. Il pernio di questa casa. ormai stabile. è costituito da un vecchio carrozzone anco– rato al suolo con sistemi elementari. In periodi suc– cessivi intorno all'originario carrozzone. che naturalmente è rimasto il cuore della casa, sono stati costruiti altri am– * cli GIOJ!A1\·1n CALl:,i1 1 DQLI In un domani non lon- più acuta e più giusta di Dall'altra alcuni mezzi mi convenzionali. non sot- tano la pubblicazione di un'epoca, espressivi. che sono stati tanto per citi rivolge i suoi Dieci anni della nostra. vita Ma a noi qui la pubbli- lungamente elaborati pro- interessi fond:tmentali ver- di Enzo Biagi e Sergio caz.ione di Enzo Biagi e di prio nel dominio dello spet- so il libro ma anche per Zavoll sarà particolarmente Sergio Zavoli interessa più tacolo. si di(tondono straor- chi li rivolge verso lo spet- ricordata: è l'avvenimento ~tto il suo aspetto espres· dinariamente, diventano di tacolo. iniziale di una nuova fase sivo e formale. anche per· uso comune e sono impie- In uniepoca come la no- dell'editoria. Questo strano ché è la manifestazione più gati con sistemi che sol- stra che sotto un certo libro si compone di un importante di un vasto mo- tanto ieri erano ancora in- aspetto è straordinariamen- albu.m di illustrazioni sin- vimento. Alcuni mesi ad· concepibili. te «esteriorizzata• ed al· tetica.mente commentate e dietro apparve un romanzo Le dimensioni della no- tiva. l'individuo sente di un disco. Dovremmo dire di Giose Rimanelli accom- stra cultura si modificano contemporaneamente uno più esattamente di una pagnato da un disco. Molte radicalmente e 1e riparti- struggente biso!?no di r2c- « colonna sonora n conce- riviste oggi sono integrate zioni retoriche consuete non coglimento. l\Ia nel suo bi- pita come una trasmissio- da un disco ed il disco non valgono più. A quale ge- sogno di raccoglimento ne !l'"adiofonica. E' un libro serve soltanto ad o!!rire nere potremo. per esempio. porta anche fatalmente il che si ascolta e si guarda una musica o un documento assegnare questo volume di riflesso delle nuove abitu- ed è un Jibro che tratta sonoro. O disco serve an- Enzo Biafi e di Sergio Za- dini contratte nell'altra di un argomento molto se- c,~e ad aprire un discorso, voli? E' storia? E' poesia? vita «esteriorizzata• ed at· rio: la rievocazione di dieci a rappresentare una realtà E' teatro? cronaca? Una liva. Non sa più chinarsi anni cruciali (1935 - 1945) nel linguaggio più imme- cosa è sicura: si tratta di sulla pagina scritta in si- per quanti stanno oggi in· diato e più diretto al quale un'opera animata da uno lenziosa immobilità. Non torno alla cinquantina, gli ci hanno abituati i nuovi spirito unitario, nel quale sa «evocare •• se una voce anni che condussero alla mezzi di comunicazione co- è ben riconoscibile la per- non riacquista anche ma- guerra eò alla sconfitta. me la radio e la televisione. sonalità dei due attori. A teria1mente la concretezza Questi dieci anni misera· Da una parte si lamenta nostro avviso è un pale- della sua esistenza. Non bili e grandiosi attraverso la decadenza dello spetta- tico e severo diario e in sa risentire le sperate ar- i quali il popolo italiano colo e si pubblicano le sta- tal senso lo citeremo in monie se non vibrano ef- dopo secoli ha rischiato di tistiche dalle quali è do- avvenire. fettivamente al suo udito e ritrovare interamente se cumentato talvolta in ma· Esso oggi con lo stile non sa immaginare se non stesso ma non vi è riuscito niera impressionante il inconfondibile della sua vede. Ecco la funzione del saranno compresi nella loro progressivo allontanamento composWone è un invito disco e delle fotografie, ambiguità contraddittoria degli spettatori dalle sale. ad uscire fuori dagli sche- che però riconducono il ~u~~~~o sin!rl~nt:~~~e~~~ -------------------------------- del Risorgimento che no– nonostante i lodevoli sforzi di una storiografia spregiu– dicata è ancora oggi rap– presentato come una con– venzionale oleografia. La ricostruzione di spi– rito memorialistico e auto· biografico di Enzo Biagi e di Sergio Zavoli costitui– sce un contributo molto notevole per la sua since– rità, la sua discrezione. il suo rispetto del sentimenti umani. la sua onestà so-– stanziale. Questa onestà si manifesta anzitutto nel non spingere il ricordo oltre i limiti serenamente possi– bili ad un serio giudizio athlale cioè oltre i limiti del rancore inevitabile. Ed è un merito indubbio lo aver concluso la ricostru– zione con una larpidaria confessione di Benedetto Croce. che rimane ruttora l'immagine più dolorosa, Novitàdi Cancogni e Rosso (continua da pag. 5) una rete di intensissimi problemi, senza che essi vengano mai a pesç.re sul– la freschezza della vicenda. La storia di Anna, giovane donna della borghesia cli· berale• italiana, educata a una estrema disponibilità di se stessa, disponibilità di cui ella av-verte un fondo di inafferrabile ipocrisia, e appunto per questo ella ri– fiuta con giovanile capar– bietà e con una sorta di au– tocoscienza di se stessa, di approfittarne) cbe in un breve soggiorno a Parigi, scopre nel confronto con la futile vita di altri giovanl, il valore Incomparabile del sentimenti, ma nel tempo stesso il senso della mecca– nicità della sua educazione cosicché al ritorno nella villa della famiglia In Ver– silia, ellà si sente veramen– te al di fuori del suo cer– chio, e si darà, consapevole del dono, al compagno che ha saputo attendere con uguale consapevolezza. scienza morale, tra realtà interiore e realtà esteriore. E dei buoni narratori trie– stini egll ha allresi Il re– taggio di una amara e vi– vida sensualità che si lega appunto alla complessità culturale di cui si diceva dianzi. lettore ascoltatore e con- bienti minori prevalentemen– templatore ad una serie di te destinati ai scnrizi. che dimensioni che sono state sono in parte in muratura cd in lui sviluppate ed affi- in parte di legname o di la– nate dal lungo e:-ercizio miera. dello spettacolo e partico- q~es~re~os\~~fn~~m~hin~ larmente dalla radio e dal· strano te fotoi!r.lfie. passono la televisione. insegnare molte cose. Un in– La radio e la televisione goiatore di ,·etri rrantumati posseggono un potere di e di lame dice che i quar– eroismo e di trasrormazio- ticri periferici di Roma, nei ne formidabile. come la quali era solito esibir.i, oggi famosa goccia che cade ~~~~nicae~hr~!bi~~~'tl1~ implacabile per millenni trasferirsi nei quartieri piU ed alla fine crea una vo- lontani delle baracclrt:, • Non ragine o un pllooe stal- si guadagna niente - egli ha lattilico mastodontico. Ma dichiarato all'intervistatore. questo potere di erosione - La gente dei quartieri co– e di trasformazione si mc Centocelle ha mille pre– esercita con la forza tra- tese. Deve comperare la 1e– dizionale che i due mezzi le\fisione. la la\'atrice. la mo– di trasmissione nuovissi- toreua. Cos\ quello che gua- mi hanno ereditato dalle ~a~~~n~a~~otu~~~n~~ 1 ;in':~~ antichissime arti de I 1 o lire da danni. E' meglio la– spettacolo. Esse non sono Yorare tra le baracche dove propriamente una realtà almeno la gente ha qualche originale; ma operano uno soldo in mano. Se uno va spostamento essenziale nel~ a ,•enderc gli stracci e tor– te proporzioni delle real- nando a casa ci \'ede, ci dà tà già esistenti. I q~alche. C<?s.a •· .Considera.zio– ~ possibilità interpre~ ~a~~:;~~ 1 n::0 1 d:;Jt~o tesr!:'~ tauve offerte dalla ~oce ~1 a~dietro anche da un postcg– un attore erano pruna d1- g1atore di una trattoria ro– schluse soltanto a chi po- mana di estrema periferia. teva frequentare una sala II benessere acquistabile di spettacolo; oe;gi sono mediante il sistema delle aperte alle persone che \'enditc a ra!e esercita in possono acquistare un di- m?lte categone una sugge– sco e sono un numero in- s11one cosl fone c:;henon 1.1uò finitamente. pi~ vast~. No~ ~si;e uil:d~nsr~~~i;ie 1 :j è lontano 11 giorno m cui, gusti e delle abitudini schc– facendo ocorrere un mi- matizznndo e inigid~ndo i nuscolo nastro magnetico rapporti umani. in un minuscolo apparec- .Questo è il gravissimo pc– chio. potremo proiettore n,colo insito in quelle forme su uno schermo a portata di sp~ttacolo,. c_he, come la di mano un libro filmato telev1s1o_ne.ehmmano il rap– e parlato. u libro di Enzo pono ,diretto fra lo spcttato- !3iagi e di Sergio ~avoll ;;= :o!:k~1~repiZ 1 5;:1osf~nr;;gra~~ In un certo senso è già un uno spettacolo è dalo ap– antenato. punto da questo rapporto di· Proprio nella cronaca rei!?, ~al calore \ri\'O delle della scorsa settimana os· reaz,om che esso suscita. dal- ~er~•avamo che il mondo ~'ll15=i°aci~~~~r;n:a~rit:~~~j~ italiano .dello spettacolo. \'itale che e'.'-socomporla. Lo se ~ol risorgere dalla po- spettacolo trasmesso median– verta nella quale è lenta· 1c un mezzo meccanico (cd ment«: scivolato, deve ade- ha !ncominciato il cinema) guarst alla realtà della vi- b.ruc1~ Questo sottofondo. ta attuale. Questa real1à C\oè impoverisce stra.ordina- : ~~~1:rs~a~~ 11 i;d~~~~~ ~~ ~ifr'/ni1,'~s~n::z~.rittura an- A proposito di questi artisti, parlare di un post– impressionismo che li uni– sce è stato - da parte di Edoardo Persico - un atto di mera generosità. La lo– ro unione è contingente: in partenza abbiamo un giovanile e superficiale empito contro il e rigore > casoratiano e per U resto (fuori di ogni movimento) ratto di nascita di almeno due pittori (Chessa muore prematuramente nel 1935) che sono riusciti a con– quistarsi un posto di rilie– vo fra quelli della gene– razione di mezzo che voJ- La cosiddetta cscuola ro– mana> ha, nella mostra di Ferrara. una posizione– guida. un po' messa in ombra ma non distrutta dal peso eccessivo che si è voluto dare ad altre si– tuazioni poco o punto in– teressanti. Si fanno appar– tenere a codesta e scuola >. in mancanza di un albo come quello marinettia– no. temperamenti diversi, spesso soltanto casualmen~ te (o idealmente) uniti per un"'opposizione all'ufficiali- Ma gli ordinatori della mostra. per altro sincera– mente appassionati al lo– ro assunto. avrebbero reso un maggior omaggio alla verità storica se avessero dato il giusto rilievo a una personalità come quella di Ceracchini; e se avessero, per esempio (non aven– do trascurato i\lazzacura– ti. Montanarlni. Cavalli. V. Guzzi. Janni, Martinelli. Savelli), inserito Carlo Barbieri, Trifoglio e Pu– rificato. Pecche a cui. in un'edizione romana e mi– lanese della mostra. si po– trebbe facilmente riparare. Interess:mte è, poi, la (.--------------------~ Anche qui l'intelligenza di Cancogni ha operato eui sottofondi, servendosi con estrema perizia di tutti 1 contrappunti che la vicen– da stessa gli offriva; la li– bertà sessuale forse senza convinzione di un certo mondo giovanile, il conven– zionalismo di un'educazione borghese anch'essa senza vera persuasione, nella sua larvale spregiudicatezza, of– frono al Cancogni più di una occasione per acutis– sime punt.ualizzazioni di una ironia quanto mal pe– netrante. Anna è ·un lncan· tevole personaggio: U EìUO semplice mondo, U suo fre– sco idillio col giovane ugualmente scontroso libero <:he l'ha seguita da Parigi, ot!rono il modo allo S<:rit~ tore di rivelare la misura della sua intelligenza e del– la sua capacità dl penetra– zione. Il primo dei suoi tre rac– conti Breve viaggio in Ger– mania., è la storia di un funzionario del servizio se– greto che cerca In Germa– nia le tracce di un atroce criminale nazista, un aguz– zino dei campi di concen– tramento, e, trovatolo, in una sua nuova faJlllglla, subisce l'ascendente che emana dalla fOS"Ca freddez– za dell'uomo e ne diventa succube. Una lontana esta– te, Invece, U secondo rac– conto è la storia di una esperienza giovanile nello anno dell'evasione, U ma– turarsi di un ragazzo e confronto del gioco amoroso di una donna che egli desi– dera e che si concede a un altro, la scopena. oltre tut– to di un profondo attrito morale. ierl perchè diversi sono og- Lo • spettacolo in piazza • gi gli individui che la quale è documentato da que- compongono. Non bi~o~a ~! ~iÙt~;...flfre n~~i~:n~~j;- Informazioni librarie JL SAGGIATORE « LO SCRITTOIO• di Giuseppe RalmondJ; Collezione • La Cultura»; pagg. 312; L 1.600. . . . Raimondi si è creato un genere letterano cli cw detiene il brevetto e che può definirsi un nuovo tipo di • viaggi intorno alla propria stanza•· lncontriamo Pascal e Montaigne, Nerval e Baudelaire, fino a~ ".',pol– linaire e Cecchi, Campana e Pasternak, uom101 che • banno fatto qualcosa • per il mondo. MO 1 DADORI « I.A VOLPE E LE CAMELIE• dJ Ignazio Sllone; Collezione« arratorl ltalianb; pagg. 176; L 1.000. La vicenda si svolge nel Canton Ticino negli anni 1930-'35: i drammatici interrogativi umani, sociali e politici degli esiliati antifascisti NISTRI · LISCHI « PI.AUTO O DELLA POESIA DRA.\L\1ATICA • dl G.B. Plghl; pagg. 88; L 500. . Un curioso •inedito• secentesco, mterpolato nel Sette ed Ottocento, commentato e presentato dal Pigh.i nella forma del romanzo storico: minuscolo romanzo che richiama i modelU dello Scott e deJ GrossL REBELLATO • L'ABBRACCIO DI G I UD A• dJ Lorenzo Sicari; pngg. 270; L I .300, . . Dodici racconti alcuni dej quali sono ven romanzi brevi. VITA del TEATRO documentazione di quei pittori che, dopo aver par– tecipato da mediocri alle predette tendenze, hanno saltato il fosso e si sono buttati nel calderone del- la nuova a ca mia. Ri- ,._ ___________________ _, cordiamo Afro, Capogros– si. Licini. Santomaso, Spaz.. zapan, Vedova, di cui qui si espongono quadri figu– rativi: mediocri prima ed altrettanto mediocri dopo il salto della quaglia, il– lusi che l'originalità pos– sa alla loro arte venire dall'esterno. Forse per la fretta con cui è stata allestita la mo– stra, forse per difficoltà di natura meno contingente, ab'biamo anche alcuni au• tori la cui presenza non viene giustificata con l'ap– partenenza a questo o a quell'orientamento e la cui opera non viene sufficien– temente messa a fuoco. St tratta, a volta, di persona– lità piuttosto rappresenta~ tive della cosiddetta e ge– nerazione di mezzo>: ci– tiamo. per esempio, Bar– tolioi deJ quale si espon– gono tre acqueforti esem– plari. Cagl~ Maccari che è il frutto artistico più sa• poroso di Strapaese, Mar– cucci, Martina e Pizzlnato (le omlssion.i sono invo– lontarie). In verità a Ferrara s'è tentata la e mostra stari• Una commedia per la Valeri Franca Valeri ritornerà alle scene ael.la prossima stagione. interpretando una commedia che per lei sta scri\•eodo appo– sitamente il francese François Billetdoux, • Les Petites soeurs de la bonne humeur •· L'attrice non sarà pill sola sulla scena, come in alcuni suoi recenti spettacoli; ma creerà egualmente di\fersi personaggi. Franca Valeri riesce ad essere più intensamente se stessa e ad esprimere con migliore fedeltà la propria personalità quando appare in una serie di personasgi e non in uno solo. come le è accaduto ne • La Maria Brasca • di Giovanni Testori. Il suo \fero dono non è quello della caratterizzazione, come generalmente si crede; ma quello della satir.i che sottolinea e cbe incide, lasciando i personaggi al loro destino dopo averli istantaneamente aggrediti. Una tragedia per la Celli Maria Letizia Celli, che dell'attrice tragica t-radizionale ha conscivato la misura, la nobiltà e l'energia, attuerà in questa stagione estiva un suo antico proposito: l'interpre– tazione della •Merope> di Vittorio Alfieri. Lo spettacolo contribuirà a riproporre l'insoluto problema !e"~=~a J=~. a:cr=o t~~ 0 e aldi qv~~o~~ s~~~ alcuni anni addietro avevano suscitato fervide discussioni. Il tono di Vittorio Alfieri è particolarmente ostico agli attori e agli spettatori di oggi; ma costituisce uno dei passaggi I obbligati verso un intendimento moderno dello spettacolo ttaliano. Spettacoli nel Teatro di Ostia Lamentavamo alcune setnmane addietro l'a.sseoza ormai pluriennale della commedia classica nel Teatro antico di Ostia. Apprendiamo adesso che la voce di Plauto ritornerà a risuonarvi presto. Si prepara infatti una edizione del e MJlcs gloriosus•• che sarà mtcrprctato da Arnoldo Foà.. e Glauco Mauri con la regia di Giulio Pacuvio. G. c. Il Rosso è triestino., il che lo condiziona da un punto di vista letterario in modo tutto partlcolare. S1 tratta d1 una linea, la sua, anche sul piaco del linguaggio, assai meno limpida e diret– ta dJ quella del C.n<:ogni. Italiana nel suo intimo e nella 6"lla civiltà, la lettera– tura triestina per sua stessa natura, ba un profondo le– game con la cultura delle Media Europa, con tutte le impltcazloni e le penetra• zioni che una tale condi– zione comporta. Come in Svevo, come ln Stuparicb e come in Quarantottt Gam– binJ (ma vorrei citare an~ che scrittoti come Honoré Blanch~ come Cecovinl), il libro del Rosso rivela an– che alla superficie della pa• gioa e nello stesso ritmo narrativo, 11 gioco comples– so d.1 tormentate eslgenz.e psicologiche, taluni dlssidl profondi tra gens:i e co- Sullo sfondo della Trie– ste contesa nell'ultimo an· no di .guerra, l'ultimo rac– conto che dà li titolo al libro, il più complesso e Il più Interessante, anche per un suo fondo svevlano. nel senso di una Trieste evocata nelle contraddizio– ni di una sua società e nel rl.!lessi di tali contraddlzio– ni nel moodo Interiore dei suoi romanzi. E svevlana nel suo intimo (U ricordo d1 Angellna di Senilltd) è una figura di giovane don• na che vi si delinea coo estrema graz.ia. assai più di certe filigrane angoscio- 6e che a!tiorano nel ra~ porto tra 1 due protagoni– sti del racconto, Enrico Paultan, In partenza qua– si un •onesto beniamino della vita•, e O fosco Ales- 6lo Slank, l'uomo at mar– gini della società. E U dramma che nasce da sl!– tatt1 contrappunti si lnqua• dra pienamente nella tesa atmosfera che il Rosso evoca. FERDINANDO VIRDIA lav.orare per gli u.om_m1di riconduce ad un altro mon: Ieri. ma per quellt d1 oge;I. do, nel quale l'esperienza E gli uomini dt oggi umana è appunto viva e prc– possono andare in libreria sente, nel qu~le lo spettacolo ed acquistare un libro co- é ~pporto \'ltale. me quell_o di Enzo Blagl•e 10E pe~~r~~~~•i~a~e u~1;1-:itut: di Sergio Zavoh. che è sizione dialettica pcrman"~c uno spettacolo parlato. fra l'attore e lo spettatore. musicato e cantato. uno Questa oopo~izione si mani– spettacolo della durata di festa nella consapevolezza dì un 1 ora elegante, non In· appartenere ad un mondo gombrante, intimo. nel di\'erso da Q'!ello che è chia– quale recitano anche Mus- maio. ad assistere agli spet- solin1. Churchill e Stalin. ~~~~•· i~~~~ ~~Ì:a~n~is~:Ì S~ qualche cosa è cam- tappeto sono i e fermi •. La b1ata. parola •fermo• (con un'in- GIOVA.NNI CALENDOLI tonai.ione assai simile a quel– la con la quale un • milita– re• pronuncia la parola •borghese•) ritorna assai spcss? nelle; dichiarazioni di Questi atton. Per essi la gen– te. è• rer:m:i •: alcuni di que– sti atton. 1 pnì stanchi. vor– rebbero essere e fermi •· Una donna dice della sorella. che da Qualche tempo esercita la professione di parrucchiera: • E ferma adesso. e si tro– va bene•. Questa i~tema opposizione. Questa canea polemica che ba la sua base in un atteggia– mento ~n:iano fondamentale. rende vtvt e veri anche gli speltacoli più umili. Essi del• la tealralità hanno conser– ;!~~iJ;.tegra la ragioae es- G. C. UIEUU l'AHIHU Olreltor,- re.conn!lllblle Stab. Tipogratico U E.S.I.S A. Roma • Via IV Novembre 149

RkJQdWJsaXNoZXIy