la Fiera Letteraria - XV - n. 26 - 26 giugno 1960

LAFIERA LETTERAR Anno XV - N. 26 SETTIMAJ\'ALE DELLE LETTERE DELL ARTJ E DELLE SCIENZE Domenica 26 giugno 1960 S1 PUBBLICA LA DOMENICA QUESTO 'UMEHO L. 100 DIRFZIUNE, AMMlNlSTRP_ZlUNE: Roma . Vie di Porta Castello. 13. Teleforu: H:edauone ti5548'i . Amm10.1Straz1one 65!>lt>H PUBt:SUCJ"lA': Ammmun.ra:uooo: e LA l"ll!!K.A L~l"JE.KAH.lA • . Via dJ Porta (.;.a.stello. 13 ttuma JAk.lFtA L. 150 al millimetro _ ARBONAMF.NTI: Annuo t... 4000 Sem~t:-e L 2.150. 1'rtme$tr~ L l.100. Estero: Annuo L. 7000. Copia arretrata L. 150". Spedlzion• ln conto corrente po~tale (Gruppo lll D-into mrren~ ~la~ o. 113142 A oraRIO .slLL'JJ.Rif\ a.PERT!l * Chi le~~e o~e:i * di GlJGLIELIIO PETR011r1 Non vorrei essere lo a trarre conseguenze dal mu· tato ordine delle cose, tan– to più che non saprei dav– vero dove comincino I dati positivi e quelli negativi delle differenze veri!icate– sì: per ogni verso, a qual– che cosa di perduto. si ag– giunge altra cosa acquista– ta. Se U bìlancio delle quan– tità porta certo del com– pensi. quello della qualità forse ne soffre: ma è legge di tutte le cose: l'aumento va a seapito del valore, for– se soltanto convenrionale, che quelle avevano. Legge-– vo da qualche parte. In questi giorni, che se le ri· sorse di alcune miniere, In Africa. fossero sfruttate co– me sarebbe possibile. I dia– manti. questi miti di opu– lenza personale. diverreb– bero cosa assai più vile. ma certo. la richiesta aumente– rebbe e vedremmo i bril– lanti anche addosso a molti di quelli che non se ne so– no mal potuti permettere ma diamanti hanno sognato. Ma io volevo parlare del libro. secondo la mia per– sonale esperienza che. del resto. coincide con la real– tà di cui tutti siamo lnfor• matl, ed anche con le sta• tlstiche, per quel che val– gono, che cl pervengono dagli c-uf(ici competenth. Trenta anni or sono, H libro (parlo di quello nof11lal• mente qualificato) quando noi cominciavamo a scrive. re ed a conoscere i segreti della clndustrla letteraria.– anche dal lato interno, il libro aveva dinnanz.i a sé una sola certezz.a, quella di essere letto da! critici e dagli scrittori: la possibi– lità di esser venduto al let– tore comune no:t andava quasi mai al di là della possibilità di ripagare le spese dell.editore; ma nel contempo. la certezza di sentire la compartecipazio– ne. di poter contare sul giudizio elaborato. scientifi– camente solido, autorevole. era un compenso che aveva un peso sulla vita del libro e delle Idee. Dal dopoguerra ad oggi. con sbalzi non lndlf!erentl. si è però giunti ad un co– stante aumento dei lettori. di coluJ che acquista il li· bro: si è giunti a veder circolare una due. più edi– zioni. d'ogni libro che si rispetti: come non ralle• grarcene ? fl.'13 a tutto que– sto corrisponde come U."lO smagliarsi del controllo e della collaborazione critica, come un allentamento dello Impegno professionale e I scientifico della lettura. Mettiamo pur da parte le eccezioni. che pUr oggi esi– stono e mi pare si intens!– tkhino tra f più giovani, la critica ha lasciato il po– sto alla cronaca letteraria: la cronaca letteraria è cer– tamente un buon fenomeno utile al commercio del Ii· bro, vale a dire alla ,ji.f,_– fusione della letteratura; ma se tutto ciò presenta del vantaggi che nessuno di nol rifiuterebbe, non può non lasciare lo scrittore. al– meno quello più giovane che ha ancora bisogno di essere tenuto vivo presso i suoi ideali, !n un certo smarrimento. La nostra gio– ventù fu tutta sorretta dal– l'attenzione di un certo ti– Po di critica rrùlitante, pro– fondamente professionale. autorevole e riconosciuta, lontana da ogni Interesse che non fosse quello dei va– lori artistici: il nostro Inse– rimento nel quadro degli in– teressi letterari ed artistici avvenne attraverso quesli --------------------, cstrumenti, su questi glu– TUTTE LE POESIE DI MARIO WZI * "Il giusto dell_a vita,, * di ELIO F. ACCROCCA Occasioni recenti no n sono mancate per un di· scorso a tutto tondo sulla poesia di Mario Luzi. e dal· la poesia all'ambiente da cui egli proviene e del qua– le partecipa: dalla pubbli– cazione nel '57 di Onore del vero presso Neri Pozza e il conseguente premio l\Iarzotto dello stesso anno alla edizione di Primizie del deserto che apriva nel •52 la collana del < Cam· pionario > diretta da Spa· gnoletti per il milanese Schwarz. Ma oggi con la intera raccolta a disposi· zione (Il giusto della vita. Garzanti editore) appàre neee,ssario riprendere il di– scorso critico s;,11l'opera del poeta che risultava il più coerente sul terreno di una tradizione umanistico-pe– harchesca di marca sim– bolistica. mallarmeana. sur– realistica. la quale attra· verso Valéry Ungaretti e r Ermetismo aveva rag– ~iunto forme ed esperien· ze di stile che ben s'inve– ravano nei testi del poeta fiorentino trovatosi al cen– tro delle attenzioni mag– giori, e di non poche dispu· te e polemiche. negli ann! immediatamente seguenti )'ultima guerra: anni che Luzi agj!'.om1tolò all'interno di Un brindisi e di Qua– derno gotico (rispettiva· mente del '46 e del '47. edito da Sansoni il primo e da Vallecchi l'altro). li– bri che stavano entrambi ad indicare - per confes– sione dello stesso autore - che lo str1tmento che egli aveva preparato con i suoi primi due libretti di poe– sia ( l..a barca e Avvento notturno. del '3f> e del ·40) cominciava a scioe:liersi dalla sua stilizzazione e a modificarsi nel m<wimento. l\Ia erano anni. quelli. in cui certi assestamenti di ordine interno avevano po– ca presa sui disattenti lettori. Bisognò attendere Primizie del deserto e Onore del oern oer riat– ti\·are attorno aJ nnme di Luzi ratten7ione che e2:lì ave\·a e:i3 riscossa con le raccolte del ·35 e del ·40 riore, vagamente dannun– ziano). tutt.avia non mancò di venir considerata. quel· la sortita. come un tenta– tivo di rompere il cerchio dello sti1ismo ungarettiano che allora dominava. E Bi– gongiari accennò al < vero disanimarsi della memo– ria >_. ad un < vero roman· zo delle immagini.-, ad una < valenza atmosferica• ( < ovunque questa poesia ricerca la sua orma di.sper· sa>), qualità. queste. che da allora in Luzi non sono più venute meno ed anzi si sono venute illimpiden– do ed accrescendo lungo lo intéro areo délla sua ri• cerca maturatasi alla luce delle nuove esperienze di linguaggio. Persino il giro delle sue intenzioni e dei suoi interessi s·è a mano a mano ampliato riuscendo a formare per questo poeta una piattaforma d'interio– re sensibilità aperta a temi di segrete ossessioni. di do– lore, di abbandono, in cui più d'ogni altro e~li appa· riva sul punto d'affogare e di perdersi desolatamente e disperatamente nel gro– viglio di un·inquietudine da cui uniche ad affiorare erano forme d'angoscia e d'an·entura. di sorte. di notte ... Un terreno, quello di Luzi (e per altri versi quello di Sereni e di Ca– proni>. di macerazione e di smarrimento. di invo– cazione e di rivelazione assieme. ma non facile. in– tendo non di soluzione, posto com'era tra gli ar· iini della crisi che inve– stiva in anni drammatici non soltanto la coscienza dell'individuo ma di tutta una società. Ora. di siffatta ELIO FILIPPO ACCROCCA (Continua a pag. 2) dlzj su cui si poteva conta– re, anche se poi li si discu– teva, magari aspramente. La gioventù di coloro che cominciano oggi quasi non conosce questo tipo di au– s!llo, oppure ne conosce i resti d'una epoca d'oro: ve ne sono altri, certo, vi sono quelll della propaganda edi– toriale, aliora quasi Inesi– stenti, quelli della diffusa cronaca letteraria; poosono servire all'inserimento pra– tico, ma dove, In tutto ciò, I giovani di oggi potranno trovare quel conforto che era d'ordine e d'intesa as– sai profonda, di passione· culturale, di scelta ogni vol– ta curata, almeno con la coscienza di cercar di fare il meglio? Non voglio dire certo che allora la critica fosse Infallibile. voglio In– vece dire che. a parte gli Inconvenienti normali del– l'Imprevedibile a cui è sog• getta ogni opera creativa. esisteva un costume ed una atmosfera di discussione di– slnteres-sata. di rapporto tra poesia e studio della poesia piuttosto serrato dinnanzi all'impegno reciproco Certo, la pura espansione delle cose già sembra un giudizio preciso: eppure. In coscienza. a parte le ner stalgie che ognuno porta per il mondo perduto a cui ha partecipato. io non so se le conclusioni da trarre debbano essere conformi al senso che sembra avere questa mia esposizione. Co– me ho detto al principio non desidero dare un giu· dizlo: chi mi dice che. nel– l'ambito de1 costumi nuovi. del sentimenti di coloro che sono giovani ora, nel qua• dro dl una esistenza assai mutata, non v1 siano altri compensi. altri assestamen- ti che rimpiazzano con ade-– guatezza ciò che non c'è più ? Sono abituato ad aver fiducia nel tempo e nelle cose. a diffidare delle no– stalgie che pur ritengo na– turali e legittime, ed anzi esse stesse forma di adat– tamento delle generazioni che banno lasciato U posto alle altre, di adattamento a! susseguirsi dei tempi. del mttodi. GUGLIELMO PETRONI La barca. quando usci (nella prima edizione d1 Guanda e nella successiva di Parenti. nel ·42. modi– ficata e accresciuta) non mancò di echi. e pur non pri\·a di Qualche ine:enuit3 e fissità nel di~ee-no nel quale maturavano la so– litudine e rncre scoratezza della e-enerazione (l'accen– tuata ricercatezza di rime interne ed assonanze ap– parve per lo più come giuoco ingegnoso ed este- Renato Guttuso: e Damigiana e ,fornello elettrico,. 1960 I (XXX Esposizione internazjo nale d'arte di Venezia) Ardengo Soffici: e Frutta e liquori• 1915 - XXX Esposizione internazionale d'arte di Venezia. (A pag. 6 il nostro servizjo sulla manifestazione) COSTlJJIE DEL 11 1 0STRO TE.IIPO * Ane:oscia e ironia * Dinoii posteridiranno che tremavamo di tutto e prendevamo tutto in giro * di VLA.DBIIRO CA.JOl,I Donde nasce questa per– sistente e ringhiosa dispo– $i.zione al riso? un riso che non fa buon 3angue, pe-r– ché tutto nervi e sempre diretto contro qualcuno: che ci lascia scontenti co. me una cattiva azione. an– che se non ne SV.Zmo noi i prooocatori, ma vi parte– cipiamo o per caso o per forza? Vien fatto d 'immagina.re che esista-no uffici specia– lizzati nel mettere in ri– dicolo tutto: gabinetti di stregoni ove ogni cosa, dis– sociata daU'fnsieme. è an– nientata o trasformata in altra cosa irriconoscibile, sotto il bomb!lrdamento della risata. C'è gente che detiene ta potenza d-i una casta nuova. offeciali che re· gistrano ogni avvenimento nelle rubriche apposite. gogne della nostra etd. E non importa far molto per cadere sotto la toro giuri– sdizione (cosi come è inu– til~ tentare di sottran,isiJ: se attraversate loro la strada, e non in senso me– taforico: ta strada. tanto da dar loro nell'occhio, che possano fotografarvi e de– dicarvi un sottocliche, sie– te spacciati. * Un tempo l'ironia, con tutte le sfumature eh.e la superano degenerando fil dileggio, la derisione. lo scherno,_ il sarcasmo, il lu– dibrio ...) era la veste ul– tima, il tTavestimento d!. un pensiero critico: era critica vera e pro0ria. filo– sofica (con Socrate. l'oste– trico). letteraria (pensate alla oirule-nia wrv.znisticaJ. politica, morale. perfino teologica, nelle discussio– ni riguardanti il sesso de• pli angeli. Ma ern. l'ironia, la conclusione d! un tra– vagli.o di pensiero faar.,,« espressione dì cul!ura. Og– pi, incafonirasi n dilepg10. e addirittura il soh·e-nte e il vercol0 dell'informaz-to- 11e.Forse pe-rchè fin/orma– Rovescio della mPdaolia.. tragica, orrorosa minCJC<"ta incombente ~ua vita quo– tidiana. la cronaca nera. Riso e terrore ci tiranneg– giano ugualmente, tanto che si pensa a un.o stretto rapporto che li unisca. Ri-– diamo o deridiamo senza vera giustificazione, e rab– brividiamo atterriti da co– se, da cui potremmo sen– tirci difesi dal piti norma– le impieglJ della ragione. Di noi. i posteri diranno: ah. quelU che tremavano di tulio, e prendevan tutto in giro. · -----------------------------------------: zione è ormni critica e con– sapevole, ed implica nel primo grado del.la notizta, H giudizio che la notizia merita, quasi. in sintesi ra,.. pida? Ma è tanto rapida che certamente precorre ogni tentativo di analisi: e, a parte il fatto che non tutti gl'informati gradisco– no d'esse-r preceduti nel giudizio dagli i-nfonna.tori, pare ingiusta, ed è mono. tona e noiosa, l'abituale li– quidazione degli av-venf.– menti (piccoli o grandi, ie– ri o tTascurabiUJ nello spi.– rito del dileggio. lncoerenti? Diciamo. piuttosto. nevrotici. Non può esistere un rapporto tra l'angoscia e lo scherno che insieme, come direbbe un fotografo, danno il vi.– raggio alle immagini del nostro tempo. Tra J'ango. scia dei primi esistenzia– listi e l'ambascia dei ripe 4 titori, è La medesima di.– stanza che poteva correre fro i roma11uci puri, for• ti di sentimento e di pa.!– s1011i, e i piagnucolosi eroi del sospiro fine a se stes– so. Ciò non toglie che l'an• goscia appaia ancor ogqi il denominatore che acca. muna gli uomini delusi dal passato e prit:i di fede nel fu.turo. E cast, mentre nel• l'uomo interiore l'angoscia si spoglia dei suoi spiriti primi che erano, secondo i diversi temperamenti. di Tassegnazione o di rivol– ta: l'uomo esteriore, che non ha abbastanza umiltd da rassegnarsi, né $ard mai un Prometeo, espri– me la propria riuolta con. il dileggio, in cui non è difficile riconoscere la ma-– nife.,;razione di un com– plesso d'inferiorità. A PROPOSl'l'O DEGLI "ALUNNI DEL TEHPO,, * Napoli secondo Marotta Per Marotta, la sincerità della vita si chiama Napoli: e la bellezza di questa città trova il suo luogo propizio in una fantasia che vive nel– la smorfia del dolore o del riso: come un fuoco che si ravvivi ad ogni tocco di gior– nara terrena ... Gli alunni del tempo• (Ed. Bompiani) sono gli stessi e alunni del sole •, sono gli alunni di una terra -::he ha la\·a nelle sue viscere e musica antica nell'aria: uomini che si affacciano al mondo per aggiung:ere al.· l'amaro spettacolo delle vi– cende umane il loro spetta· colo Poi ritornano a taO?re. corne ombre, accomunando ad una vecchia fame, lo sfar~ zo di una saggezza senza storia Tutta l'arte di questo ge– niale scrittore è fiorita, co– me l'odorosa ginestra leo~ pardiana. sul dorso del Ve– suvio: di una Napoli inesau– ribile e do\·e non si sa bene se è la fantasia a rendere \'llria e acceuabife la vita o è ouesta a dare linfa alla fantasia. Marotta conosce Napoli come si conosce la propria pelle: come si cono– sce a memoria la storia del proorio cuore. La conosce. l'ama e se la raccon1a come una favola: ce la presenta come un meraviglioso luogo dove lo scheletro d"oj?Oiper– sonaggio è sollanto dolore e la c.-ime. non potendo son– Portare tanta oena fatale, sorride, ride o canta per una sorte di omanio a tanta luce che splende ~ tanta miseria In ques10 sottofondo, che ha le sue radici nella melao· conia del tempo anonimo e umanamente presente al so– le. Marotta ha colloc3tO le rajlioni della sua poetiC3. Una ooetica tutta implicita in OJ!ni sua pallina: come il calore nella vit3. Naooli. in-• fatti. lo chiama dall'interno ouanto più lo scrittore d dà l'illusione di ritrarla dall'e– sterno La porta nel sangue, se la rivede ad occhi aperti, la sente nei modi più: reali. la \·ezzeSlgia per oaura di confessare tutta la sua verità nascosta : la colloca infine al centro di auella fantasia im– personale da cui sia Naooli che lo scrittore attingono aualità ooetich~ inconfondi– bili. Cosl M3rotta. da scrittore, si fa personap:irio egli stesso; e i suoi personaggi, colti nel– la loro umana verità, di\'en• !ano attori. narrano, parlano dal fondo del loro terrore con la gioia nelle idee e la melodia nella voce. Una Poe– tica di tal sorta è semore mobilitata a scandire. attra– verso uno stile personalissi– mo. le sequenze originarie di una vita che. our essendo circoscritta dalla presenza cli oe.rsona~ e luoghi anagr:3.– ficamente riconoscibili come nacolctani. si colora. via via che lo scrittore l'accetta co– me tale. di una treoidante uni\·ersalit~ e Gli alunni del temoo • so– no cinque oersonaiz~: don Vito Cacace. la guardia not– turna che le2ee e commenra le noti1ie di crona::a. don Fulvio C:mlillo. don Leopol- * di ilIAltINO PIAZZOLLA do lnzerra, donna Giuli3 C:::peuuto, Arman.duccio Ga– leota e, presente in spirito. il narr:J.tore . Qu3si tutto il libro è co– struito come una commedia che si svolge sulla scena del Pallonetto, rione popolare di Santa Lucia e luogo poetico do\·e le notizie di un mondo alienato giungono, attra\·er– so il giornale, anzi attraverso :~a seafC:,~t.5tQu~ti un coYtri sono le coscienze dei cinque personaggi che ascoltano, ca• piscono e giudicano dall'alto :~~ I~~ ro~~re ~~~i ~ 0 d~~t~~ ci~1:e f~~li~; Yogliono sapere certe vicen– de per seguire e capire me• glio il mondo. E qui Maretta Giuseppe Marotta la \·oce di don Vito Cacacc. per diventare oggetto di com– menti arguti. fantasiosi, pro– fondi, dolorosi; commenti ~~~~~n~e~f]t~Pf~1tto d~fi~ vita quotidiana, c:olta nella sua nuda cron:ica. Questi personag:gi sembrano, in ve– rità. usciti dal \'e0tre di Na– poli per collocarsi, permeati dj povertà e di millenaria :gg~~~ c~~d~~l~e d~ condanna, giudica severa· mente e perdona con quella indulgenza cbe è il segno dj un profondo stratificato sen• timento di tolleranza. Nel rione del Pallonetto ci sono dunque cinque attori. cinque sapienti, cinque crea– ture che, giorno per giorno, vogliono sapere quel che ac– cade nel mondo, quel che succede dj assurdo e di tra- ~~IÌ'a ~::ra~u~n t~o ~~~ le,z:ie il giornale c:on un 1000 tra il saputo e il confidenzia– le e, senza alterare il senso delle notizie. dà una prima oersonale interpretazione dei fatti. Il suo commento esplo– de e pro\'oca subito il com– mento degli aJtri. Incomincia la rappresentazione. I cinque persoaa~gi si ritrovano atto– ri. Ogm loro intervento è una variante dell'accaduto. Ogni commento è un modo oer rivedere se stessi e il mondo. Entrano io scena i sentimenti e le idee: ma si tratta di sentimenti e di idee nascosti sotto la oelle di umili. di rassegnali. di oft~;. di infelici. di sz:ente. insom• ma. che attra,..-erso gli stenti. è riu~ita a mettere nel cuo– re un eranello di luce che è saeeezza e insieme PoCSia. Ogni fatto si frantuma co-- ha sapu10 genialmente met– tere in moto tutte le sue ri– sorse di scriuore. I suoi personaggi, vivi fino alle un– ghie e all'appetito pluriseco– lare, trovano l'occasione per narrarci. a squarci, la loro esistenza. Infatti ognuno di essi s'inserisce nel fatto di cronaca e si sostituisce ai personaggj della cronaca stes– sa. Vengono fuori memorie. souarci di vita passa.ti , ri– cordi che sembrano spenti. f,,fontrc si giudica. ecco che qualcuno interrompe e diva• RB: si allontana nel temoo per raccon1arsi. E si rac• conta semore con un lin– guagp:io che t?li esce dal cuore. Acchiappa scene della sua vita e le presenta ai suoi amici come vole...se dire: Voi credevate di conoscermi, ma queste cose voi non le sapete, le avevo nascoste qui. sotto le costole, nel ventre, nella più piccola vena che mi batte sulle tempie. E vengo-· no fuori sin~hiovJ come ri· s~te, ele,rie che prendono il tono di aneddoti estrosi. ri· cordi oscuri che luccicano come soecchietti. Dietro il sole e•~ l'ombra della ,.ita: di una vita che non è un rantolo, ma ci distrae come una nuvola o un canto di caoinera. Marotta, senza dichiararlo esplicitamente. in questo suo libro fa della fenomenolollia. cioè riesce a fare arte origi– nale. ricavando la varietà e orofondità dei oersona2~ proprio sul punto io cui Que– sti personaggi, conosciuti e commentati certi fatti reali, si fanno un 'idea personale del mondo e in questa idea personale del -mondo rico– struiscono, fase per fase, i momenti della loro esisten~ za. Una esistenza che sc::ma nella luce, ma si ripiega, rassegnata in quella povertà ch'è la condizione fatale del– la loro vita. Una rassegna– zfone che si tramuta in buon senso, quella po,·ertà che si fa estro e fantasia per sca• vare nel tempo le ragioni del \i\'cre e del sorridere. Di qui l'umorismo tipico del napo– letano che ti offre il suo do– lore tra due note o in una tro\'ata di apparenti letizie. I cinque personaggi infatti non sono mai stanchi di evo– carsi, di inserirsi nel dialogo con trovate sorprendenti. iro- ~~c:eè P~f ~~so 50 =1i~~ ma l'ombra di una pena pie- ~rlc~ 0 ri ~~1j'; rt~;~ - ~: è un piccolo mondo, dove può accadere tutto, :mzi do– ve tutto è accaduto. Ouesti personaggi parlano sempre Sentono il bisogno di oarlare e oer tale ragione vogliono sapere, sono curio- ~sf~t~~~~i~. J'~~~: do va in un ~nso o nell'al– tro. E quando hanno saputo dalla Viva voce di Cacace quel che è accaduto, si met– te in moto la loro fantasia e ritro\fano. come nel fondo di una cenere ancora calda, i frammenti della loro altret– tanto assurda esistenza. e sono capaci di giudicare ogni av\'enimento sul filo di una sapienza che si fa evocazio– ne. poesia, tana, dramma, inno o tragedia. Ho detto che questi per– sonaggi sono vivi e trovano iotat ti la loro vita mentre parlano e commentano. Tro– vano la loro vita in una lin– gua che ~ del loro spirito. del loro ~angue. della loro ine-- MARINO PIAZZOI.LA (Continua a pag. 2) Dietro questo paraven– to ci dev'essere qualcosa. Qualunque sia la sfumatu– ra da cogliere di volta in volta. avverti un unico e comune atteggiamento di degnazione indignata: ma non si tratte-rd di un ali.– bi? Indignata, di che co• sa? Forse perché Loro. i riditori, saprebbero far meglio le cose di cui ddn– no conto? Non crediamo: non sono immodesti. Lo spettacolo della vanitd. di– cono fustiqnndola; e for. se l'irritazione di dover sfamare gli appetiti corrot– ti del pubblico. Ma perché non sopprimere o tacere? Si sa fin troppo bene che lo scherno non cancella la immagine, si sa che il commento, quale che sia, non riduce la suggesti?ne della popolaritd largita a chi non la merita. C'f! poi chi la merita, ed è deriso lo stesso: nel ca,so pili fòr- ~n:~~~i !~<; s:titin~::;i: no la giustificazione del lo– ro Potere: < Ho il potere. dunque son io La misura di tu.tte le cose.-. Tra Le vittime loro, i più, rasse– gnati, van bisbigliando 0.K. (e voglion dire che poteva andar- peggio), ma se qualcuno non sopporta e, invertito il Qhtoco, n. sponde con un K.n.• QLi strilli! finita la conta. si appellano ai diritti demo. erotici, alla libertd d'in– formazione. * So!tanta in questo qua~ dro ci sembra finalmen.. re chiara la parabr,la del– l'ironia che decade a di– leggio. L'ironia, atteogia,. mento aristocratico dello spirito volto a saogiare il nuovo sulle misure anti– che e perfettamente DO.!• sedute, $i fa arbitrio schernevole Ql'Ottdo abbia perduto ogni punto di ri– ferimento e si affidi alla presunzione dei s-inooli. ridotti da esperienze trau– matiche a credere unica.– mente in se stessi. e a dif• fidare della $Olidarietd, della simpatia, della com– prensione e delta tolleran-– za, che impegnano, com– promettendo. E ooichè dal– la compromisstone all'on.. goscia il passo è breve, si crede di sfuggire a que– sta evitando di compro,.. mettersi. con fl dileagio: unico modo che davve-ro impedisca di tornare rui propri passi. di rivedere i giudizi, di concedere al giudicato uno spiraalio. at• traverso U quale egli t>OS· sa sperare di conquistarsi la snlidarietd del giudi– cante. VUOL\IIRO CAJOl.l Scrittori europei a congresso Lunedi 20 giugno alle ore 10, presso lo Auditorio della ClDA in Via Palermo 10 si è inaugurato il 11 Congresso lnteroa– zionale degll Scrittori. organizzato a cura del Sindacato Nazionale Scrittort. Banno partecipato al Congresso I più noU scrlttorj italiani e un nutrito grtlppo di scrittori provenienti da quasi tutti l paesi europei. Il Governo era rappresen– tato dal Ministro Giuseppe Medici. Pure presente U Sottosegretario alla Pres1den• za Gustavo De Meo. Tra le più lmportanu adesioni pervenute da scrittori stranieri che. per vari motivi, ooo sono potuti ln 4 tervenJre. quelle di André Chamsoo. T.S. Eliot (Prem.Jo Nobel 1948); Hermann Hes– se (Premio Nobel 1946) i Halldor Laxness (Premio Nobel 1955); Françols Mauriae (Premio Nobel 1 !1~"'): Stepben Spender: Renry Brugmans. rettore del Collège d'Europe dl Bruges; Mihal Beniuc. Pre!-=1· dente del11.Jolone Scrittori Romeni; Jan Parandowskt. Presidente del PEN Club polacco. Veoerd\ 17 u. s. alle ore 12 U Capa del· i() S_tato av~va ricevuto G E Angioletti. An· tonto Baldm.f. Libero 81giaretti. Goffredo Be~lonci. Bonaventura Tecch1 (componeo ti U ConslglJo direttivo del Sindacato Na· zionale Scrittori); R. M De Angelis. Gio– vanni Macchia Antonio Piccone Stella (componenti il Collegio del Sindaci del Sindacato); Pietro Frisali (consulente giuridico del Sindacato). e Giancarlo Vi– ~orelli. i quali si erano recati da lui per informarlo sulla organizzazione della Co– munità Europea degll Scrittori. che tra breve sarà ufficialmente costituita. U Pre– sidente Groncbi aveva già dato Il suo alto patronato al 1 Congresso Internazionale degli Scrittori. che si svolse a Napoli oel 1958. e successivamente ha seguito con molta attenzione tutte le fasi del lavori che banno portato alla elaborazione. da oarte del Smdacato Scrittori. di un pro– getto di Statuto che fu poi approvato da un Comitato Consultivo Internazionale formato da rappresentanti di 23 nazioni europee. riunitosi e Roma nel novembre dello scorso anno.

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