la Fiera Letteraria - XV - n. 15 - 10 aprile 1960

i:'ag. 2 Sartre a Roma sta dalla logica de1 dram– ma. che ogni azione pre– supponga una decisione e una scelta, libere e per– ciò nobili. tali che ran– goscia e annullata. resa anzi impossibile. dalla di– gnità immanente alla creatura che sceglie. Fate un pass:.> a\·anti. ponete cioè che i conti sian resi in dsta della vita eterna. e ditemi che cosa resta del tra,-aglio sartriano. * fl padre e gigante, sta per morire di cancro: ha sei mesi di dta. Riunisce la famiglia e impone a \Vemer. figlio riluttante. di prendere sulle spalle la eredità e la potenza della c ditta ,_ '.\la Wemer non vonebbe essere una e dit– ta>: aspira a una vita mo– desta. 8CCa.Rlo alla pur fredda moglie Johanna. Tuttavia. a quel padre non si resiste. e Wen1er cede. ma Johanna vual conosce– re la verilà intorno al fi– glìo Frantz. il vero ere– de. colui che. secondo il paàre. a;.·reobe veramen– te incarnato i suoi idea– li. Frantz non e morto. come tu1ti credono. Vi\le da tredici anni chiuso in una stanza. assistito sol– tanto dalla sorella Leni. che gH è madre. confiden– te. amame incestuosa. Le– ni coltiva la pania di Frant.z. facendogli credere che la Germania sia anco– ra un cumulo di macerie e che. anzi. vada -di male in peggio. Frantz ,-uol credere e soltanto alla fi– ne sapremo perchè. Ten– tera di confessarsi con Jo– hanna. disposta a suben– trare a Leni in tutte le mansioni compresa quella più intima. ma soltanto Lenì dice tutto. ben sa– pendo che dinanzi alla ,·e– rità. Johanna fuggirà. inor– ridita. Frantz ha tortura– to due ebrei poJacchi. a Smolensk. durante la cam– pagna di Russia: ma non li ha torturati. come cre– dettero i suoi soldati. per farsi rivelare wla via se– greta e salvarsi. Li ha uc– cisi per non sentirsi im– potente. come sempre di– nanzi al <gigante >. e so– prattutto una volta che. avendo tentato di salvare un ebreo fuggiasco. se lo era ,;.ist:J ammazzare sot– to gli ocdii. non senza re- sponsabilita del padre. Re– duce dalla Russia. è cadu– to in un'altra imboscata del destino: un americano che ,·oleva violentare la sorella. l\la il padre e po– tente anche con gli Allea– ti. e salva il iiglio fingen– do di inviarlo in Argen– tina. e poi facendolo di– chiarare morto: egli invece è chiuso nella stanza. a delirare e a farsi un'im– magine apocalittica della Germania. perchè gli pa– re che sia l'unica giusti– ficazione dei suoi atti or– rendi. Se la Germania è salva e ricca. se il e gi· gante > giganteggia anco– ra, vorrebbe dire che an– ch"egli è responsabile di una sorta di mostruoso mercato. vorrebbe dire che si è pr-estato a com– prare a quel prezzo quel– la merce: che. tra l"altro, comprende la detestata potenza del padre. Del fi– nale. s"è detto. L'interpretazione di Al– bertazzi. secondo noi pec– ca. come la sua regia. di eccessivo compiacimento nel riprodun:e veristica– mente la condizione psi– chiatrica. La pazzia e la tensione nen·osa dei per– sonaggi son presi a misu– ra del fraseggio che. inve• ce. non ha o non vorreb– be avere la secchezza di un dettato veristico. E' secca. asciutta fin troppo rintelaiatura dei moventi. ma su di essa. aUa soli– ta maniera sartriana. son rO\·esciat! chilometri di drap9i esornanti che. a parer nostro. dovrebbero essere .sciorinati. almeno qua e 13.. con il compia– cimento con cui il pensie– ro. buono o cattivo che sia. vuol far pompa di sé. Riteniamo oerciò inutile analizzare i ·meriti o i de– meriti di ciascun attore. impastoiato daUa regia a principii erronei. )la for– se è da dire che ."1....lber– tazzi conosce il pubblico e amministra bene i propri interessi. dandogli ap– punto ciò che il pubbli– co chiede. Sentirlo. quan– do Frantz attraversa il boccascena con un'acroba– zia sconcertante. trasfor– mandosi in uno di guei granchi cbe dovranno so– stitui re l'uomo nel XX.X ·secolo: gli applausi! (Il Padre: A. Silvani: Frantz: G. Albenazzi: \Yerner: G. ~fari: Leni: F. Nuti: Jo– hanna: A. Proclemer). \11.A.DL \tTRO CAJOLI Cronaca dell'eclissi * I ~!AGHI A CONGRESSO Duecento.stttantacinque .illusioni.stì di ogni parte del mondo sono convenuti a Bologna per il quinto congresso_ internazionale della categoria. Nella cittd dotta questi sapienti del trucco. tutta gente ®!l'appar_en_za.-~o~le! si sono riversati per le strade esibendosi in. g1och1 di destrezza alle folle dJ janciulli ~ li at~rniavano esta– tici. Per la maggior parte erano dJlettantt. persone occ_u– pate in varie faccende che coltìoon,0 l'hobby della magia. c·era anche un prete. un francese cappellano ne~le car– ceri. che dii,-ert.e i suoi. detenuti manipolando abllmente -vasetti colorati. I congressi.sti hanno discusso i p~oble~i àell~ _cate-. goria. dato uno spettacolo a beneficio dei pres~g,aton poveri. si sono riuniti in commissione 1?eT ~tnare le capacità delle nUO're leve e. a po_rte chiuse, s1 sono co– municati i .se.greti della loro magra. Tra loro non fanno mi.steri sicuri eh.e tutti o.s.seroeranno scropolosamente la nor-Jna del codice tùgli illusionisti che vieta per un anno l'uso dei trucchi altrui. Il tema centrale del con– vegno consisteva nell'esame delle -possfbUità ot1erte dalla « MiscLirec.tion ». la scienza cioe. pe.r mezzo !'ella quale !:ie~~~~~;ri a:;:tr~a~=n~ g~~d:~~.ele- I maghi di oggi non portano U ~-ppello a cono e nemmeno il mant-ello rruso; non tagliano le donne a pezzi. non fanno messinscene spettacolari e tenebrose. Tutto e basato sulla semplicità: piccoli giochi di pre- f'g:,~gf;T°;i gR ltiig~i:,i 0 ~e s~n~';u ~= ~Q:;~ maghi odierni sono. in fondo. degli aUegn. folletti. can– didi e di buon cuore, che cercano nella /una del tempo 11ostro di tener uiva e attivare negli uomini una qualita che si fa sempre più rara: l'innocenza. N OCCHIO CHE G ARDA IL MONDO Dal 1• aprile (non e uno scherzo, ma anzi u~a ~a assai seria e. ben importante) _un nuovo ~atelllt,~ gira intorno alla terra con un'orbita equatoriale_ ~nte circa 650 J.,.-111. Si chiama « Tiros I> (dalle in~all d1 e Television. ami Infra Red Observation Satel.llte_ •. e Cioè e satel.lite di osseroazione televisiva e a '.ag~i in- {:na,~= ,.1~ 'CZz~ ~ ,::~a d1n:n t ;Jn":::4u:~ ~ocit~ di circa 30.000 km. orari eh.e. gli pennetta~ d! ~1n- 1l5e,:; ~~:l,0 ~ g}:f:fta~esg;,,!n c~°:~':ii ~t~::J~ tissim.o missile « Thor-Able • a tre sta~ che: ~n v~ntr minuti ha assolt,0 il suo compito. Il « Trros » e rl _pnmo sat.ellite meteorologico i~ia.tJ:? nel _ cielo. ! sum cen– tooontid-ue chili sono costitu!t• quasi esclusrr,a~nte da ~::;re~~~~~ro,::J~:i:a m~~,t~~'ffu1s:'1io~1J~c:!t~~ ;n~w:~~ :;Fo:i~t~fl~ a 1 u~rJgtactd,r:t.~;:n~~ ziale sono due carne.re televisive. la pri~a deU~ quali ;mi~i~~tr1u=;~eti. ~~:ee 1ds~co~~~~~~a;;: automaticamente dalla prima, fissa il suo. OCCfhio St!l particol.ari della J1Teceàente immagine -per _un area a, ;fa K~o Q~te s~~:1 =~ r:ungr:~91:':zz:r~~~";J~ speciali. _ _ _ Attraverso questi ,neccanismi il e Trros I_• -po~a tn-_ formare gli scienziati a T_erra sulle fonnazwm dr nubi fornendo cosi gli elementi 1":'. conoscere con. bff011 an-. ticipo i fenomeni m.eteorol~ett le perturbaZ!ORI ~ si produrranno e. soprattu.tµ ,, a cicloni: con e~1d~t1 van• ~~~~~":::i:ni;!C:' 1J~i~~~j:nr:~:~~~1~ di altri satelliti meteorologici. con orbite equatçnali e f.°~1rv~~,r;rw~L-i~j =-l~n s::i~cfea t':'t~ie.':1Jn E' un·alta stuJ)e. /act.n.te m~raòile real._izzazione , de{– l'ingegno umano. Un'aUra_porzione deJ ml.Stero_dell uni– verso illuminata e conquistata. U~a. nUQv:s,i_ nprova d1 quale stupe:t!da· architettura Tegoli U -nOSl-TO m.ondo e lo spazio infinito. ,\t. V. LA FJERA LETTERARIA ''ERBA ROSARIO MlCHELINI. NA– POLl - M::iauguro di ,·eder pubblicato il suo romanzo Il tempo e la terra la cui .ultima pane e rappresentata da una lunga poesia intitola– ta e OCC della terra >. e Lo epilogo della vicenda - lei scrh-e - è il momento in cui la Terra cessa di essere lo elemento immobile ed eterno della vita e, per un estremo atto d'amore ,·erso l'uomo che ha mutato l'arida zolla in creatura generante, uma– nizza se stessa fino a spez.· zare la forma narrati\'a e a mutarla in un impeto lirico •· Vedremo come lei abbia po– luto e saputo realizzare si· mile metamotfosi letteraria. Per quanto riguarda la pub– blicazione della lunghissima poesia posso dirle che non è assolutamente possibile: oc– correrebbero due colonne del giornale. Mi limito sollaDIO a sottolineare con simpatia la sua lunga e nuova fatica. 1 \'ersi mi sembrano ben risolti, cioè in grado di rappresen– tare questo epilogo cosmico che lei ha ,·aiuto dare al suo romanzo. * ROBER. SALV. FIRENZE • Al.~NA CARR., LUCCA - IG. FRAT. SANT'A!tGELO LODlGlANO - ONOR. SLéITB., ROi\lA - GETUL MATT .• ROMA - EMIL. MACCHER., ASSISI - Ho letto i loro ,·ersi e mi sono apparsi al– quanto superficiali, limitati. scoloriti. La mia risposta non de\'e però assolutamente of– fendere i nostri lettori, i quali hanno tutto il ternPo per poler migliorare a ap– profondire le proprie per– sonali esperienze. sia attra– ,·erso la lettura, sia con una maggiore comprensione dei loro argomenti di poesia. E' stato detto più volte cbe non bas1ano le belle intenzioni e non sempre si riesce a tra– mutare in ,·era poesia un ve– ro stato d'animo. Lasciar pas– ~are un po' di tempo e poi riprendere a scrivere, com•in– cers-i che occorre una seria preparazione, uno studio con- VOLANT tinuo ed approfondito, una sincera umiltà: e non illu– dersi di a,-cr creato capola• \'On. Ecco la strada della poesia. Alle parole di Hoff– mann, poi, non rispondere con accuse alla poesia di Qua.simodo o di Fa.solo, co– me ha futto un lettore che pensava probabilmente di es– .sere lanciato da qU:esta ru– brica come il più grande poe– ta del secolo. Ho scritto altre volte che anche il mio giu– dizio può essere errato. In questi casi bisogna risponde– re in\'iando nuo\'i versi, co– me spero facciano- i lettori raggruppati in questa rispo– sta colleuh-a. di cui mi scuso. * GABRIELE PETI. - La seconda risposta vale anche per lei, che do;.!cl e,'ltare di inviare ,-crsi scritti a mano. E' una conesia che chiedo ed una possibilità maggiore che mi viene data per com– prendere meglio le composi– zioni im;atc in lei-tura. * RETTIFICA ALLA RET- TIFICA · Caro Hoffmann, nella rubrica • Verba ,·olant • pubblicata sul n. n (20 mar– zo 1960) leggo: Domenico Destituto - Calanzaro. Retti– fichiamo ,·olentieri il nome dell'autore di Terra natia ... ecc. E cosi (sembra incredi– bile} il mio cognome è stato, per la seconda volta, pubbli– cato erralo, passando da ,. Destino• a • Destituto •··· ché, se il e destino> può ri– tenersi soddisfano della ret· tifica apportata, non così posso essere io, anche se. nel leggere la sua e retti.fica•• mi è venuto da ridere molto sul po\'ero... destino del mio cognome tanto maltrattato. Gradisca i miei più distinti saluti. Domenico Destito. Al signor Destito (e non Destino o Destiruto) le no– stre triplici SOJ.se ( e anche quelle del proto). Si consoli. 'Siamo entrambi soggetti a mutamenti di nome assai di frequente. HOFFMANN I BIBLIOTECA I A.\lAU A VAGO: e Aforismi •, Editrice Convivio Ulterario, Mila,10, /959. lire :;()()_ Amalia Vago è già estesa– mente nota ai lettori di poe- sia. Dal 1922 a oggi ci ha dato molti versL Se ne dà una sinossi: li Diario dell'A· nima (liriche), Ferrara, Tad· dei. 1922. Alluni (liriche). Milano, Convivio Letterario 1935, Il Diario dell'Anima (li– riche). 11 cd. raddoppiata. Firenze, Fussi, (Sansoni) 1950. segnalato al • Pri."C de la Med.iterranée •• 1951. Nuove Poesie. Milano, Convivio Let– terario. 1939. I.IV. Goethe, Liriche scelte, in collabora· zione con T. Gnoli (traduzio– ni in versi). Milano, Monda– dori, 1932, H. Beine, Antolo– gia lirico, in collaborazione con T. Gnoli, (traduzioni in ,·ersi). .Milano Mondadori, 1914. In queste opere esisto· no sicura.mente i segni di un grande amore alla poesia. Le liriche raccolte in que– sto nuo,·o \'Olume ne danno una ulteriore conferma. E,·a Tea, di cui terribilmente non conosciamo cose letterarie (dO\•rammo non dichiararlo. fingerci aggiornati?), ne ha individuato per tutti le de· sti.nazioni: ..Specchio dell'a– nima è la sua poesia: della sua e della nostra anima. La sua conoscenza di sé C uni– ,·ersale >. Un distico di im– missione ienera.le al e cor• po• del libro dà poi al let– tore, nella sua formulazione eterna tuttavia, l'abbri,;o a riHessioni ontologiche di fra- Dare e a,-ere Alla pa;. 6 ddYulnn-..o 1UU11U0 l'artICOlo di Genr.cr.o Bumghdi (e non BemigJ1dliJ è illustraJO da ICI pces4ggio rfrÌUlllCO di Emmiude RD.mbaldi e non di Rocco Bordla, come erronuv,1mte seri.Ilo. tcllanza: e E chi ti dà il di– ritto di giudicare?•/ e il mio dolore•· E' una poesia di deri\.-azione filosofica? Sono riflessioni, apoftegmi, dispo– sti a \'erso? Qualche escm- r~~d:/ ~ 1 ~ ~~er!e a=à?~ e martirio•· e L"intelligeoza seoza il cuore, solo/ fine a se stessa, è sterile serpente che si morde la coda>. e Un finto ,·eccbio fa poca;/ un finto \'COC.biola r,eJJa:/ un E,"3 Tea ba parlalo di poe– sia. Esiste senz'altro . * ATTILJA BRASIELW: ,. Nel Respiro del Mare > 0 Rebella- 10, Padova, /959. lire SOO. Molti uomini illustri delle nostre lc11ere banno detto di questa poetessa giudizi lusin– gbierissimi: Giuseppe Lippa– rini nel e Corriere della Se– ra >, Diego Va.Ieri (nella pre• fazione a e Il cerchio di lu– ce>), Lorenzo Ruggi ne e n Resto del Carlino•• Giusep- ~:!~a:lo~~inG!~~ vh;um •. Francesco Stocchet– ti nel •Giornale• - Napoli. Mari.no Moretti. Jo· di Beni• gno, e La Civiltà Cattolica> • Roma. Cipriano Casella in • Letrun::,, - Milano. Ora è il ru.rno di Mario Stefonile, critico letterario del e Mat– tino> di tapoli. Stera– nile nella prefazione a que– sto ,·olume dice: ,. ... u-emu• la poesia, scoperta sbigotti• ta di una ,·erità che dalle ve• ne passa al sangue e all'ani– ma pec mutarsi in un trasa– limento di ,·oce purissima •· Un 1.. aecooto di llla1 .. otta E' una poesia che ha pre– cedenti nel linguaggio clas· sico: nata da cultura mitica, del dominio greco e Ialino. alle letture di Omero. O\'i• dio. Virgilio. 'on ncccssila ulleriormente di altre dichia– razioni c presentazioni criti– che dopo ouellc degli illustri uomini delle nostre lenere già citati e dopo la nostra riconosciuta alta origine dal dominio greco e latino io cui ~ si i;. pochi a potersi di– stricare con tanta certezza. Attilia Brasiello ba poi pub• blical'o tanti al:.i \'Olumi: 11 ,·do roseo. Ed. Mora.no, Napoli. Giuoco di nuvole, (liriche), Ed. La Prora. Mi– lano, Il gauo aw,rro, (fia• be). Ed. Cappelli. Bologna, rn ediz. 1951. Le meraviglio· se imprese di Ullo e Mirella, Ed. Cappelli. Bologna, lt cdiz. 1953, 11 filo di perle, Ed. Marzocco, Frrenze, Il \'Otto dell'angelo, Ed. Vallecchi. Fi– renze, Il cerclti-0 di luce, (diario di J>()esia), Ed. Cap– pe.lii, Bologna. Achille, eroe della Grecia, Ed. La Scuola, Brescia. (continua da pag. I) GIUSEPPE TEDESCHI Domenica 10 aprile 1960 LA lVIODAITALIANA * A cura di VANESSA NelJ' orizzonte della moda attuale, la donna, secondo la nuovissima interpretazione di Maria Antonelli, rispecchia la classica immagine bifron– te, ,·olta a guardare il doppio infinito del passato e del futuro. Spesso si tratta in• fatti d'immagini doppiate: la parte anteriore modella ca– rezze,,otmente, senza incide– re; la parte posteriore, in• ,·ece, spiega un movimento ricco: di,·enta, cioè. sblusa– tura leggermente rigonfia sul dorso, o marcato nitido di rilie,-o sulle r-eni. Ma al me– desimo tempo, essa ,-uole apparire scevra di presup– posti intelleuualistici. essere soltanto un'apparizione di oggi, quasi coincidendo il suo primo sorriso col maui– oo della ,;ta. Difronte a certe ligure d1 Picasso, doppie o sdoppiate. cariche di significati pro• fondi, un cri1ico ebbe a dire: e ... ma i loro soni.si sono anteriori>. Anteriori ad ogni turbamento, ad ogni abba– gliante scomposizione. Queste donne, tah-olta enig– matiche, gesto trattenuto. passo :lppena costretto, fron– ti abbuiate da un ,·elo di capelli, occhi bizzarramente sonolineati di bleu, di \'erde. di bruno, sguardo concen– trato, de,-ono far sentire che. prima di tulio. esiste il loro inalienabile sorriso. Un sor– riso che non ha nulla che fare con la s,·entatezza. in auge qualche stagione fa; né con la maliziosa ch·etteria cbe lumeggiò l'espressione deUa fatalissima di ieri: è piuttosto un sorriso consa– pc.,-ole, che attinge a sor– genti lontane, un sorriso si• curo, ricco di una pacata \'italità. E nel1e realizzazioni di questa sarta di genio, esso è aiutato dal colore, specie in ceni gustosi effetti di e caleidoscopio"· onenuti co– si: l'abito, in tinta unita. semplice. giovanilissimo, sì apre da una parte. o da ambo i lati, lasciando scor– gere un sottabito scozzese molto ,;,-ace. in un 1es– suto scattante. risenlito. come il taffettà. Di una grande gaiezza so– no alcuni stampati a riqua– dri: tipico. uno in viola, tur– chese e \'erde. Predomina il rosa, in ,-arie gradazioni. Un rosa e riS\-eglio •: e un rosa intenso, arido. che ap– paniene alla cartella dei co– lori così detti primith;; e ,iota cardinalizio (cosi il man1ello e la gonna con un blusoncino a righe , iola e bianche). Per certi • impro,'\;si •, che hanno .sempre costituito un tipico punto di brillan1e riferimento nelle collezioni di Maria An1onelli. questa ,olla ammiriamo alcuni indo\;na1i effetti di §0,·rapposiziooi. E" da .segnalare. fra i molti, un abito bleu, di chaotung dow: dalla manica. si s,iluppa tuno un gioco di organza beige a scala di colore. Ef– fe1ti di SO\'rapposizione sono note,·olissimi in uno stam– pato a fiori rosa e acqua marina Tra i e capricci •, eccone uno sorridentissimo. che ba meritalo un nutrito applau– so. Si tratta di una stra– ,-aganza jn una soluzione di praticità: e cioè: Tailleur ...principe di Galles,. grigio scuro. La giacca è semi - , ita. di media lunghezza e ap– prossimati\'amente classica. ,\la la sorpresa è data dalla gonna: due teli diritti. ape.r– ii ai due lati, che, nel passo. lasciano ,-edere i calzoncini attillati del medesimo tessu- 10 e della medesima lunghez– za della gonna La figura risulta affusolata, raccolta, come sempre de,·e risultare con le gonne strette. di ri– gore in simili tailleur: ma lascia piena libertà di mo– vimen10, per salire o scen– dere dall'au1omobile, per gui• dare, per correre; ed il co– lore uniforme toglie ogni eccessim spicco ai calwn– cini. Io alcuni abiti da pome– riggio o da .sera, 13 linea sembra guidata dall"immagi– ne della foglia d'ul.i;.-o. Una foglia che, appialtita da,·anti. da fianco a fianco, limitando ricchi pannelli, si conclude in basso. U fatto di appellarsi alla linea della foglia di ulh-o è quanto mai sintomatico. per– ché essa ha un'essenzialiti e una purezza senza pari. Si rende cosi omaggio al– la linea pri,-a di di,·ersh·i. di incidenti, di frastagli~- Linea di gusto. trasferit:t in linguaggio ~ tonale, gu1 ta– ta dalla mano di un an~ta esperto. Cosi. un sontuo:.o abito di faille ,erde, da gr-dn sera, lungo tino alla ca\ i glia. Lo stesso mo1i\o è ripreso in alcuni abiti corti da cok1ail. Maria Antonclli ,-uol sor– prenderci; e ci ries(."e: di sbalordire non se lo propone mai: perciò la sua lina e insieme conseguente e inane• sa. Anche ciò che. di \·011a in YOlta. può apparire una ,·ariazione rile,ante, o addi– rittura brusca, rientra in un impre\'edibile s,iluppo che subito si dimostra logico, rispecchiando insit:.me l"C\·o– luzione del suo stile e quello della moda I connotati delle ~ue ..creazioni • sono sem· pre gli stessi e sempre rin– no, ali. in maniera sorpren– dente: e cioè una grazia gio– , anile, una scorre,·olev..a straordinaria nelle linee es– :.enziali. un brio che non eccede mai in una accentua– zione troppo spiritosa. una estrema cura del particolare. pur badando che esso non pre\"'3.lga, rompendo r ar– monia dell'insieme. Questo -.enso della misura 'e dello equilibrio è innalo in lei. fiorentina. Nessun pronunciato scono, nessun prorompere d'impe– to fantastico. nessun abban– dono romantico, potranno mai esorbitare. ai danni di una regola ché in lei è in– sieme una legge estetica e un ,-alore morale. Quantunque ricche. anche numericamente le sue col– lezioni. hanno via ,;a dato maggiore importanza alla qualità che al numero· il che oggi è piullosto raro. data la odierna tendcn7.a o strafare in apparente grandiosità. lnsomma. il nuo,·o profilo femminile quale si è ,·enuto determinando in questa im– ponente sfilata di modelli è tale da confermare il con– senso larghissimo, ottenuto anche presso gli stranieri, nelle recenti manifesta7ioni fiorentine. VAJ~ESSA 111r11111111111111111111111111111111111111ur111111110,11111111111111111 111111 • VITE LETI'ERE TESTIMONIA..:':ZE DI ARTISTI ITALL.;.).'l z o ;; 1n ~ Pubblicati in precedenz.a: :s ~ \"ITA DEL B.ERXlKI di Filippo r :~::o~;~~~~~= ~ un rosa che sfuma nel ,;o. t:J la. Un ,·erde smeraldo. Un e:: "' "' flTE LETTE– RE TESTIMO– mszE01AR– TISTr mum Save...-io. St:uàlo e Note di Se..-g.o ~ Samek Ludovici. 1948. L. L500 r,:; ì;i .., "' ,... > z < 3 < t Volumi in S– bros.s. e.on t.avole f. t. \ìTA DEL CARAVAGGIO dalle testimonianze del suo tem– po. Biografie e documenti ori– ginali. Stuàio e Note di Sergio Samek Ludovici 1956. L. 1.500 Imminente il Z- tomo del colume In e ultimo delle LETTERE SULL'ARTE ).faria Letizia!>; e per un lungo m..'t\Uto g:1 difettò il res~. Ma :o, tranqu21issi– ma: < Bè. non prenderla sul tragico. adesso. Dà tempo al tempo. Non sai niente ancora ». E lu5. con l'affanno: e Signore Iddio, che vergogna. Io... non vedo e non credo. Sei pazza, Maria Let~a? E' una malattia?». e Quando mai, sto benis– simo ... E tu? E la bis-zta Lu".gfa? Sa come lo curi il tuo celebre esatlr.mento ner– voso? •- Ebbe un sussulto. < Maria Leti– zia. bada. .Esigo... Pretendo che tu mi riveli... Ma come? Certo non è per b:sogno, cbe tu. .. >. cNo davve."'O. :?.Ia Si può ten– dere a:l superfluo del superfluo... Tu perché misti.fichi l'olio, bis-zio? ì\Iiliar· do più; 1Tri!!iardo meno ... >. •Taci ! Inso– lente ... Canagl-ia ... Taci. D'-rò tutto, vada come vada, a Severino e a Muri( F:nirai in una dmica psicb::atrèca, Mar.a Letizia ... Su. dammi. la chiave-. cEh no. Abbiamo appena cominciato, bis-zio. Cadi in un buifo errore, capisci? Io. come d'altrone tu, non sono chi sembro. Tut– ta apparenza. Vedi. laggiù, come nelle fiabe, queb'a tenue luce? E' un'automo– b:Je, sono quattro giovani e forti amici di Maria Letiz.;3. detta Maritx:a. o anche l'ze. Noi pesch~mo, ognj. notte, qua.Jch.e e.'1orme pescé: rome te. Lo sosp:ngiamo q~ e vendichiamo su di lui, potente– mente. gli andfrivieni. i sospir.j e le bron– chiti àe!le povere sciancate pas,,--egg:.;;. gente?•. E .:o: <Come? Tu sei gente, bis-Y.o? No. ru hai quintali di. nome, di personalità., invece. Non diminuirti, caro, e non dim:nui-re le fatiche nostre! Che abbi-amo? Niente. n::ente. Gustavo m:o. Non -abb: '3.mo nie:nte su n:ente e ai lati di niente, ecco tutto. Conosci lo Zen ? E' ia filosofia di non avenre. Gustavo, e nfletti. &amo nel periodo, !ont.an :ss=..– mo, in cui l'uomo, disperato, gonfio di coraggio e di paura. intagliò in un pezzo di ~egno il primo idolo. Ma scusami, ho premura. La m:a gente, come tù la de– finisci. sta per ,•enire. Abbi pazienza, non sara una co...c::a lunia>. _o.\nsimò: indo– vinai che suàava gh.~ccio: disse: <Matti ... non siete che matt.L Pensi che mi de– prederanno>. E io: .•Per eh.i Ci prendi? Te le daranno, semp!.iceme:nte. Forse perderai qualche dente. forse no. Hai Ja piorrea?•.· E lui, con terrore: e No, no ... Torna in te, !\fati.a Lefuta... Digli che non si può, digli che sono un tuo pa– rente, bambina mia, te ne supplico !;,,, E io: <Scherzi? Farei pegg:o, b:s·zio. ti conosco. Ti romperebbero le ossa... in– vece ne a,;."ldi si e no per un mese... non leggi i giornali ? sei l'ottavo caso... non e morto nessuno, finora>. Detti una fug· git iva suooat:na di clacson (il noto se– gnale) e ~. Int:ra,";di gH acwrrenti Fred, A.lvaro, Toni e Livio. Non mi fer– mai, come le altTe volte. e goàenn.i ia scena. Allontana..idomi sotto una piog– g:a fitta, calpestavo fogHe marce e fango; il primo gem,.:to del bis-zio mi ar-r.ivò co– me su un ""3.SSOio. CORRIDE * LETTERARIE di PIFIRO .UlE'I'IXO a cura di Fidenzio Petti.I.e e Ettore Camesasca con le il":ci>. . Diventò cereo. <Ma ragazzi m:e:,., che avete ? Con chi diavolo ce l'avete ? Perché. perché, perché ce l'avete con la C.M. l l corag~~io delle idee * di ALBERTO BEllILA.CQl.iA C'è una fonnt.1. di coraggio di ctu U nostro tempo seme bisogno come di una linfa vitale: il coraggto. precisamente.. dt battersi fino in fondo per I.eproprie idee. di dichiararsi quali si è veramente, senza ,;0mprome.ssi di sorta. senza nemmeno cer– care di ma.scherare, con i comodi accor– gimenti della dialettica. lo misura dei propri difetti e dei propri limit~. Noi pensiamo che la crisi delfi-ntellettuale di oggi (crisi progressiva verso una sempre puì precaria autenticità morale_ e se:1i1- men.rale) derivi proprio anche daUa man– ca,ù.a. o infrequenza, di quest-0 coraggio. Il mimetismo. la pseudo-moralità di co– modo. il seguire il filo della corren.te culturale più redditi::ia ancorandosi a gruppi o c.d ambienti determinati, costi– tu.iscono gli ostacoli maggiori che impe– discono all'intellettuale moderno (più spe– cificamente. allo scrittore, all'artt.st.a 1n senso lato) di. essere se st.esso e di dare agli altri. ai lettori, quella sensa...--ione d1 onestà che è Il solo ponie attraverso il quale un autore può riuscire ad essere seguito con benevolen-:::a nel corso del suo lavoro. E'. in defimtma, anche un problemà di sanit.d (psicologica, diui quasi. fisica. oltre che morale). Qu.esta sanità, a nostro av– viso, non ha mai fai-to difetto a Giuseppe )farotra che. nel giro e nelle combina. =ioni dei vari mimetismi e degli introp– pamenti di moda. ha sempre ce-reato di alimentare la vampa scopp1e1tant.e d1 quell.a sua sana: e iniegra es-ube-ran=a vi~ ;ale che è fatta, in gran parte, d-i luci marine. di sole, di azione. Ma per en– trare più a fondo nella psicologia dello .1criuore, diamo la -parola allo stesso l!Ia.– rot.ta : ,, _ La principale difficoltà che ho incont-rato nel mio laooro di .scrittore. sono io. I miei scritti mi costano molt.a fatica. e non mi soddisfano mai. Pereù> debbo usarli prime sui periodi~ senza i compensi dei quali 110n potrei vrvere: insomma. non -posso mai scrivere il ltbro per il libro, che. so, un'opera. di grosso impegno. n .mio alibi. è che né l'uomo né la poesia si misurano a palmi_ Am.o (ed attuo prodigiosamente) la solitudine. La critica? In generale m.i tiene il bron– cio come se io t'avessi. in qualche tn– d.imenticabile modo, offesa. Al d.iavolo. Né io ni Arnaldo Bocem ni Paolo Afl– lano siamo eterni. Se ne rtJ)(lf'lerd a Giosafat. Per me un'oncia di salute e di pace vale più d.i una tonnellata di ..-altt riconoscimenti... Una sigaretta. un plaid di sole meridionale sulle ginocchia. un fiato dì scogli, un fremere d·onzzonte. bastan.o a sorereh.iare questi miei de/ini- 1ivi anni, dopo rant-0 caro ed iniquo lavoro...... In margine a questa dichia– razione. noi vorremmo aggiungere: "'Sia– mo d'accordo con lei, Afarotta. Cosa vu.o– le, certa c-ri1ica italiana, queUa. abituata a respirare, non l'ari.a sana. di certe giornate benedette da Dio, mt.1. soltanto l'odore secol-aTe della carta stmnpata e messa ad ammuffire sul legno di una biblioteca. quella critica la cui mentalita è rimasta legala ai pruriti insoddisfatti e alle conceuosiul astruse assimila.e nelle aule u-nioersita.rie, che god.e della vita col cucchiaino come i moribondi, cene cose fa finta di non capirle, con Ja con– seguenza che lo scrittore italiano, per overe un consiglio ed u.n giudizio ones10, deve andare a sbat:ere chissd dove. Ma dr /ronre a queste incomprensioni, tante volte opportunistiche, la risposta migliore la danno i suoi libri, da ,. L'oro di Na– poli... a ... Milano non. fa freddo,.., a "Pietre e nuvole,, a - Gli al-unni del sole .... a ~ Coraggio, guardiamo .., a ,, .,fa– rotta-eiak .-., a 1Mal di galleria,, a tuni pii altri_ Noi.. che a certe atmosfere pos.sio.mo oppoFTe soltanto l'entusiasmo delle prime p-rove, u-n.po' la inv~lamo. Ci auguriamo solt.an.lo di poter pa.ssare presi.o qualche ora insieme con lei. in quel fialo di scogli, in quel frem.ere di orizzonte che sono anche la nostra con– solazione- .... ALBERTO BEVILACQUA Caro direttore, Xella Fiera Letteraria d.el 28 febbraio il signor Franco Foch.i scrive: < Sa– pete come Val.gimigli chio– ma i Ciclopi? Kyklopi >. O dove? Glielo domandi, Ca 'J?rego, aL signor Fochi. B~ pura curiosi.tà la m.ia ... _Perc_h~ io ne ho di peg– g_u,:Si._a.mmagin.i che spa..s– st, 1Lgiorno che finalmen– te potr6 andare fn giro per Rom': con Polifemo. E che c~ne .. e col vino della oste– na dt MarOne! Il suo affezionatissimo .\1A."lARA VALClMlCLI * fllusire Profes:sore. mi dispiace di dover la– sciare insoddisfatta Ja Sua ...curiosità ..: quel Kyklopi. iniatti. è segnato da aicuni anni in una mia scheda. con accanto. semplicemente. il Suo nome. Troppo poco. c.en – za dubbio. per un'attribuzio– ne CO&i esplicita. Non ho. quindi. che eia iarLe le mie scuse, se mai debba conside– rarsi indebita. Ma Ella a,•rà seoz·attro no– tato il carattere della mia r.;brichetta (necessariamente e ,·olutament.e sintetica) e il suo intento (colpire un co– stume, e non runa o l'altra persona). Altrimenti non po– trei .gill6tifìcare nemmeno la citazione - chiamiamola cos.i - che viene poco prima: -odissea e OdySS'eo (del Valgimigii e d'altri)•. la qua– le in sede meno sbri_gativa avrebbe preasoqua,--t"altra !or– ma: ,, OdWeo (Valgimigli: p. e.: Coefore. Bari 1926, pp. 113-114: il canto di Euriclea. .Messina 1936. rip.) e Odys– seo <Festa. ttad. Odissea) ... E ancora più sintetico sa– rei stato. in quel punto. ev:– tando qualsiasi riferimento, se non avessi a,;.--uto fis6o nel– la memoria. per averlo an– ch'eE60 schedato, e riassunto. nel mucc.bietto à"appunti da cui è uscito il Kyklopi. un Suo serino apparso sulla ter– za pagina della -.Gazzetta del Popolo"' di Tarino 1'8 D-O\'embre 1952. In esso Ella non sdegnava. da uomo di spirito. la satira di sé stesso ammettendo che -di queste pedanterie"' ne aveva avute la Sua par-..e; ma poi non ne taceva quell'abiura netta che io avrei desiderata proprio da una persona del Suo spi– rito e del Suo valore (ché a.Uora. al posto àeJ.. Kuklopi. a,-rebbe letto un inno. nel mio scritterello). Ricordo che echerzava. gar- batamente. 6U fYerufaS$a ~~-:ad•n;l~~o;::= ~a:1e°nne~; O stessa opera. àel chiamare Apollo Lossia (trascrivendo un epitelo già poco chiaro nella lingua originale) o del trasferire in italiano i casi della declinazione greca. di– cendo. p.e.. O Zeu (pp. 17. 30. 35. 36. ed. ciL). cioè riser– \"arKÌO la torma Zeu.s àl ho– minati\'o {pp. 33. 36. id.). oppu:-e Erme (,·oc.: pp. 15. 23) anziché Ermes (nom.. p. 15>. Se errore c·è stato. nella compilazione della scheda. non ho dubbi che l'abbia fa– ,~onto la troppa facilità ài uno scambio. di una con.fu- _ sione. tra la -predanteria .. di Tizio e queJla di Caio. Poi– ché non mi do facilmente pa– ce su inconvenienti del ge– nere - o so che, ce:'tissima– mente. tale ibricia !orma non è uscita àalla mia fantasia - bo ce.reato. almeno. di ana– lizzare le ,•ie di un simile scambio: i'Odysseo del Festa me6So accanto all'Odis.!eo dì Lei (nel mio se.ritto come nella scheda): il fatto che tanto il Suo Odisseo quanto l'Odysseo festiano si conci– Uano altro,·e (p.e.. nel comm. aJl"OdiS6ea di :\LV .• Firenze 1932. e nel saggio .. La real– tà di Omero .. di N.F .. 1930) ~~!'~~~~i~tt~ u~~:: cipio di doppia verità... e soprattutto il capogiro che– viene a dover segnare limi– ti catastali fra le àiverae .. pe– danterie ""-· A pensarci bene. meglio si addi:rebbe la paternità di Kt1- klopi al Festa. che. aadu– cenào l'Odissea. tira fuori Alk--inoo. Faiaki e. appunto. Odysseo_ Sarà lui. dunque? Per ora non poS60 dirlo: non ho che le schede. sott'occhio. Intanto metta pure un X, al posto del Suo nome. accan– to a quel K1,1klopi. Il discorso non cambia: in tema di quel– le che otto anni fa Ella chia– mava ..pedante.rie.. e che. continuando il salutare effet– to del tempo, oggi potrebbe. con noi. chiama:-e assurdità. credo s.ia lecito (una ,·alta tanto) stringere ogni erba in un .fa.scio. come. in un nuo– vo se.ritto sull'argomento. mi auguro di ,1ede:r fare anche a Lei. :-lell'attesa. La ringrazio vi– vamente per l'onore fattomi di poter annoverarLa ira i miei lettori. oltreché per Ja occasione. che mi ba d3:to, di meglio chiarire il mio pen– siero (brevis esse labaro_?); e con la stima più sincera La rive..'isco. Suo obblmo FRANCO FOCHI BIOGRAFIE DEGU ARTlSTl ta,•ole di ragauag.l.io . indie! e iconografia aretinian, Ptrra Chi sa quale ora giovane agile, tra molte rose e molto aroma ti chiama nell'umido giardino che ti piace; chi sa per chi tu annodi la chioma bionda in eleganza pura. E piangerà l'inganno e la grazia perduta degli Dei e guarderà a lung.; l'acqua inasprita sotto il \·ento nero: ora egli crede, gode del tuo oro - e perisa che tu sia la sua di sempre, sempre degna d'amore. Infelice chi vede la tua luce e non ti sa (la tavola, l'ex \·oto alla parete, dice (Od. I 5) come io ~~~q~~ 1 ~f~~~ appesi nel tempio ~ufia~Ttbard~ C:~. le vesti. umide di naufragio. al Dio dei-mare). Da: E. ~landruzz.ato OR..\ZIO LIRICO simplex mundìtiis? beu quoucru [hckm ~Ut.3.l~uc dcos Oebi1 Cl a.spera rugns aequora uenlJ.S emirabilur insolens, qui nunc te fruitur crcdulus ;a.urca, qui scmper U3CU3.m, scmper spcrat. ncscius au~ fallacis. Miseri. quibus {amabilcm intcmptat.1: nitcs. Me tabula saccr uotiua puies indicat \IU\da suspcndiS$C potenti ucstimecta maris deo. Traduzione con tes--..o latino Ul nota e un saggio conclusivo. 358 pagine in formato 24,2x l5, rilegato in imitlin. Otto un:ole. copertina e .sopracoperta di 1'l!ario Pinton. L. 3500 Liviana Editrice in Padova

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