la Fiera Letteraria - XV - n. 11 - 13 marzo 1960

LAFIERA . LETTERAR Anno XV .. 11 ' SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 13 marzo 1960 SI PUBBLICA LA DOMENICA QUESTO UMERO L. 100 OlREZlONE. AMMINISTRAZIONE: Roma • Via di Porta Castello, 13. Teletonl: Redazione 65~.481 . AmmimsLraz.iooe 65f>.158 • PUBBLlClTA': Amm10isLra2.1one: e LA b"'lENA LE'li.'ERAR1A • • Vta di Porta Castello. 13 Roma • 'lAHlfFA; L. 150 si mlBtmetro - ABBONAMENTI: Annuo L. 4.000 . Semestre L. 2.150 • Trimestre L. 1.100 . Estero: Annuo L. '1,000 • Copia arretrata L. tW . Spedizione tn conto corrente pastaie (Gruppo IO • Conto corren~ pm;tale n. 1/3142A GALLERIA DEI GRANDI SCRITTORI D'OGNI PAESE :D.N l\1JEI\1(0RJCA DX NI 'O §li.VARESE * Nastia lamerlettaia * di COSTAll'Tl11'Q PAlJSTOJ'SKI Quella notte sui monti di Ala-Tau., brontolava sordo H temporale. Spaven– tato dal tuono un grosso griUo verde saltò dentro la finestra deU'ospedate e si p0sò stilla tendina di merletto. Il te– nente Rudniov, ferito, si soUevò sulla branda e guardò a lungo il grill<>e la tendina. Gli scattanti lampi azzurri iUu.– minavano il complicato disegno della tenda - grandi rosoni pomposi. e galli dalle ricche creste. Venne la mattina. Il cielo giallo con– tinuava a dissolversi dietro la finest-ra. Due arcobaleni gemelli s-i inarcarono sulle alt.ure. 1 fiori bagnati delle peonie selvatiche ardeoano carne dei carboni incandescenti sul davanzale. L'aria era afosa. Sugli scogli grigi salfoa H vapore. Nella voragine rumoreggiava, rotolando i. sassi, il n,scetlo. ,Eccola, l'Asia! - sospirò Rudniov. - Il merletto della tendina in vece è no– strano. nordico. L"ha fatto, certo_.qualche bella Nastia>. c. Che casa vi. fa pensare così?>. Rudniov sorrise. e Mi sono ricordato - disse - di u-na storia che accadde netla mia batteria sotto Leningrado•. E mi narrò questa storia. 1\'eU'estate del 1940 i! pittore Lenin– gradese Balasciov parti per andaçe a cac– ciare e per dipingere nel nostro deserto del nord. Sbarcò dal vecchio vaporetto fluviale net primo villaggio che gli andò a genio e prese alloggi.o in casa d'un maestro rurale. Nel villaggetto abitava cot suo vecchio padre - guardia forestale - la giovane Nastia famosa in quei. luoghi. per I.a su.a bellezza e la sua abilità di merlettaia. Come tutte le ragazze nordiche, Nastia era silenziosa ed aveva gli occhi grigi. Un giorno durante la caccia i.l. padr~ di. Nastia can un imprudente colpo di fucile /eri il Balasciov al petto. Il ferito fu trasportato nella sua stanza presso il ma.?stro ~raie. Addolor~to de_l– l'accaduto, il vecchio padre mando Nastia a curare il ferito. Nastia si adopero per rimettere in piedi il pi.ttore e dalla com– passione che aveva per lui nacque H su._o primo amore di. fanciulla. Ma le mani– festazioni di questo amore erano tanto timide che Balasciov non se ne accorse. Balasciov aveva a Leningrado la moglie, ma non ne aveoa mai parlato con nes– suno e nemmeno con Nastia. Tutti. nel villaggio erano conoinri. eh.e Balasciov fosse stapolo. Appena rimarginar.a la ferita, Bal.a– sciov partì. per Leningrado. Ma prima d'imbarcarsi andò, senza avvertire la ragazza, nell'isbà di Nastia per ringra– ziarla delle sue cure e le portò dei. re– gali che lei accettO. Balasciov non era mai stato nel Nord prima di. allora. Non conosceva le con– suetudini locali che nel Nord persi.stono immutate e cedono solo lentamente alla pressione dei tempi nuovi. Balasciov non sapeva che un uomo che entra, senza essere invitato, nella casa d'una fanciulla e l.e• parta un regalo che la fanciulla accetta. è subito considerato come fidan– zato. Così. si concepisce ramore nel Nord. Nastia chiese timidamente a Balasciov quando sarebbe tornato da Leningrado al villaggio e Balasciov che non sospe~~ tava nulla rispose scherzando che eia sarebbe avvenuto prestissimo. Balasciov parti. Nastia si mise ad aspet– tarlo. Passò la luminosa stagione estiva. passò l'autunno piovoso ed amaro ed it pittore non era tornato. La lieta ed im– paziente attesa di :\"ostia _si era cambiata in inquierzu:jine, dispera.:-ione. vergogn~. .Vel viUaggio si andava dicendo che ti fidanzato l'aveva tradita. Ma Nastia non ci credeva. Essa era con vinta che. a Ba– lasciov fosse capitata una di.sgrana. La primavera p0rtò c on se n uovi tor– menti. Una primavera tardi.va e molto lunga. 1 fiumi strariparo no e s ten ~ao.an~ a ritornare nell"alveo. Solo ai pri mi d i giugno passò il primo vaporetto senza fermarsi al vHlagpio. Nastia decise di fuggire di nascosr-o daL padre per and~re a L_eningra_do a rintracciarvi Balascrov. Usci dal villag– gio di notte. 111 d~e giorni d! C?mmino raggiunse la staZtOne ferroviaria dove seppe che la mattina di quel giorno !?ra scoppiata la guerra. Attraverso un im– menso paese in burrasca la gravane con– tadina che non aveca mai visto un treno arrivO a Leninprado e rintracciò rap– partamento di Balasciov. Le aperse la parta la moglie di Balasciov .. una don~a magra, in pigiama, col_la _sigaretta tn bocca. Essa squadrò ,\'astta con stz,– p0re e disse clie Balas~iov er_a al fronte. sotto Leninprado. Cos1 Nastia seppe la verità Balasciov era sposato. Dunque l"avev~ ingannata. aveva deriso l'amore di lei. Nastia aver-a paura di parlare colla moglie di Balasciov. Si. sentiva terrorizzata in quell'appartamento di città in mezzo ai divani polverosi di seta.' la cipria sparsa qua e là, te· insi– stenti telefonate. Scappò via. Camminò disperata per la mae.çtosa città trasformata in un cam– po di battaglia.. Non si. accorgeva dei. cannoni anti– aerei nelle piazze, né dei monumenti di.fesi coi sacchi pieni. di terra, né dei. freschi ai.ordini secolari., né degli edi– fìzii solenni. Era arri.vota alta Neva. Il fiume gi-unto al livello delle sue rive di granito por– tava lente le acque nerastre. Ecco ti, in quelle acque, doveva esse rci l'unica via d'uscita dall 'insopportabi.le offesa e dall'amore. Nastia levò dal capo un. vecchio faz– ::oletto, regalo della madre defunta, lo anaccO al parapetto. Poi s'aggiustò le pesanti tTecce e mise il piede su.Ila sporgenza del parapetto. Qualcuno la afferrò per la mano. Nastia si voltò. Dietro di. lei stava un uomo sparuto, can delle spa.uole da lucidatore di pa– vimeriti sotto il broccio. Il suo vestito da lavoro era macchiato di tinta gialla. Il lucidatore scasse soltanto il capo e disse: e Che idea, ai 1empi eh.e corrono, po– vera scema!>. Quest'uomo, iZ lucidatore Trofimov, accampagnò Nastia dalla propria mogti.e, portinaia. una donna rumorosa, ai,tori– taria e che di.sprezzava gli uomini. 1 caniugi Trofimov ospitarono Nastia a casa loro: essa vi stette malata a lungo. Per la prima volta Nast'ia seppe dalia portiera che Balasciov non era colpevole di nulla, che nessun-O e obbligato a conoscere le loro consuetudini. nordiche e che solo delle c. tonte> si.mili o Nwtia possono innamorarsi. casi perdutamente d"un primo venuto. La portinaia sgri– dava la ragazza e questa ne gioiva. Ne gioiva perché non vi era stato alcun inganno e perché cosi poteva sperare comunque di. rioedere il pittore. Presto il lucidatore fu ch.ianuzto alle armi e Nastia e la portinaia rinw.sero sole. Quando No.stia si fu rimessa, la portinaia la fece e-ntTare al eorso delle infermiere. I medici che insegnavano a Nastia erano ammirati dall'abi.litd calla quale essa faceva le fa sciature, dai mo– vimeriti. deUe sue di.ta fini e forti. e Ma io son-0 una male ttaUJ >, rispondeva lei, quasi. per giusti/i.corsi. Passo l'inverno dell'assedio di. Lenin– grado calle sue notti di ferro, coi. suoi bombardamenti. Nastia terminò il pro– prio carso e dovette aspettare d~essere mandata al fronte. Nelle notti insonni pen.sava a Balasciov. al vecchio padre che forse non avrebbe mai compreso, fino ai suoi ultimi giorni, perché essa fosse scappata di nascosto dalla sua casa. Non l'avrebbe rimproverata, avrebbe per– donato tutto. ma non avrebbe mai po– tuto comprenderla. Nella pnmavera seguente Nastia fu finalmente destinata al fronte, sotto. Le– ningrado. Dappertutto. nei parchi. deva– stati della Corte Imperiale, in mezzo alle macerie, agii incendi.i. alle difese blindate. aUe batterie. nelle boscaglie, nei campi, essa continuò a cercare Ba– lasci6v. a chiedere di lui. Al fronte Nastia incontrò il lucida– tore e questo chiacchierone raccantò ai combattenti del suo reparto della raaa.z– :za nordica che cercava l~uom.o amato al fronte. La storia di questa ragazza si diffuse rapidamente, ampliandosi come una leggenda. Passaoa da un reparto all'altro, da una batteria all'altra. Ne erano portatori i motociclisti, i condu– centi delle macchine, i sanir.ari., le surf– fette. l combattenti invidiavano l.o scono– sciuto ricercato dalla ragazza e ricorda– vano le proprie innamorate. Ognuno ne aveva aouta una al tempo della pace ed ognuno ne serbava il geloso ricordo. . Raccon tandosi. gli uni. agli altri la storia della ragaz.za del Nord i combattenti. ne mu tavano gli elementi secondo le capacità d'immaginazione dei singoli. nar– ratori. Ognuno giuraoa che Nastia ve– ni oa dai suoi luoghi natali. Era ucraina per pli ucraini, siberiana per i siberiani. quelli di Ria.san in.sistevan-0 che fosse loro compaesana e persino i eosacchi. delle lontane steppe asiatiche suppone– vano ch·essa fosse venuta al fronte dal Casakstan. La storia giunse anche alla batteria costiera dove prestava servizio Balasciov. Anche lui. come gli altri fu ~ornmosso d a l l a storia della rapazza 1-pnota che cercava l'amato ed impres– sionato dalla forza del suo amore. Spesso pensava a questa ragazza ed invidiava l'uomo c11e essa amava. Come poteva sapere che invidiava se stesso? A Balasciov la vita non era riuscita. Il suo matrimonio era stato sfortunato. Altra gente aveva invece fortuna. Per tutta la vita egli aveva sognato un gran– de amore. ma onnai era tardi: le su.e tempie erano incanutite. Il caso volle che Nastia trovasse finalmente la bat~ terio dove il pittore prestava servi.zio. ma lui era stato ucci.$0 due giorni. prima, :iu~r~ ;~~~~ SfPOltO in riva ai golfo, Rudniov tacque. e E dopo?>. e Dopo? - ripete Rudnioo - do-po . combattemmo da forsennat'i e abbattem– mo la linea di difesa tedesca. L'abbiamo lanciata in aria e sbattuta a terra: non era pili che polvere e fango. Raramente ho visto la gente presa da un tal.e sacro furore, da una cosi tremenda ira>. ,E Nastia?>. e Ebbene, Nastia si dedica completa– mente ai feriti. E' la migliore infermiera nella nostra sezione del fronte>. (traduzione di Rai.:~a O. Naldi) La semina nella huf era * Sta per uscire una nuova raccolta capitalistica di questo austero scrittore cui non sono stati ancora tributati con pienezza i riconoscimenti ai quali ha diritto per l'originalità del suo lavoro * di ENIUCO FA.l,QUI Finito il raccogliere e or- gÌ, essa C piuttosto circo- Fu infatti Cecchi. che gli (nella Voce del 15 febb~io dinare nel dicembre del '45. scritta e limitata, nonostante diede il ben arrh·ato nella 1915), di BeUonci (nel Gior– per un insieme di complica- il merito, e {orse proprio Tribuna del 25 febbraio 1915 noie d"ltalia del 27 marzo :doni. soltanto adesso esce. in conseguenza della parti- e che fin da allora avvertì di 1915) e di Boine (nella Ri– coi tipi dell'editore Ceschi- colare. schh-a, intima, quasi non giocare e al totalizzato- viera ligure; ora in Plausi. e na, il volume La semina nel- segreta sua natura. tuttavia re le possibilità di questo botte). la bufera, che pur contiene intransigente contro ogni {a- temperamento di sensitivo E lungo i trent"anni sue- alcuni tra gli scritti più ciloneria e furberia. che sa ormai come castigarsi cessivi. la\·orando con silen- compiuti di Nino Savarese: • • • e come scegliere. E' un timi- z.!osa abnegazione -pari alla e quindi ci an ni di sosta. al Una bibliografia della cri- do. un appartato. evidente- profonda \·ocazione. Sa\·are- tempo d 'og.gi, non sono dav- tica. relativa a ciascuna del- mente: e la aspettazione e re non demeritò della fiducia vero poc hi n emmeno per un le venti e più opere di Sa- la richiesta più che altro lo spontaneamente tributatagli autor~ la cui :nemo_ria può v~rese, elencll~re~~- _spe- intralcerebbero. Ma sì un ri- al primo apparire. Dalla con– ormai senza 1mpaz1enza e cialmente da pnnc1p10. 1 no- cordo benevolo: e quella fessione autobiografica passò senza timore aspettare cli es- mj •di quasi tutti i critici stretta di buon augurio che alla narrazione storica; dal Costantino Pausto,,skl sei:e onorata. Da parte di milit~nti. co!'l la non casuale si dà volentieri quando si c. pensiero>, dal e ricordo,., --------------------lch~er chj non ebbe· la ven- rao:~::. ~~n~~~zi~ .. )~u;~~~~ ~~~~n;ro~~n~ :~~t~;~u:~ ~ 3 !1 ;:~~~~!~ ~af\o~~clfr~~~ Incontro C n Ra .Issa O. Nald1· tura di conosce-me l"autore ta a ristrettezza polemica. so {u il saluto di Baldini al satirico. dal fiabesco al neppure attraverso alt r il--------------------- paesano: ma sempre con una scritti. il volume, grazie alla coerenza. con una severità, :~~ ~~~~:;~~n~::l:i~ Prose d"t ,r,no Savarese ~ 0 : 1 ~~:~~in;~~.asle c:J~i~ * . lieta scoperta, non disgiun- Il l :zio eli \"alsero la stima della R o issa Olkienizkaia Nald, ne Souietica ... in apeTta pOfe· tam ente d~ rimpianto di critica più libera e più_ at- abita a Roma. al pnmo piano mica. Oltre che es.sere ... 11 TO- doverlo registrare come p0- ~iantO un fiunie lfJ'nto tenta. do\·rebbero ormai as- d"un palazzo su via PrO{'a'1anaa. mantico delle lettere rune ... stumo; sempre che un tal sicurargliene la registrazione una delle numerose emusane Paiutovski è tra "li scnttori genere di Jettura continui a SUJmo un fiume lento che porta. aUa joce confusi nelle patrie storie lettera- ::~/?!:!: ;l r!:~~:. ~!a s~: ~nù ijf~:nr;v~:r ;;~ous;::: ~~~;r~i~o~nr:~~ e!~~~: ricordi. E tutte le cÒ5e che Cj circondano muovono con ;~~st~~- ~~rct:.ne;za~ircc;~ hana .dl adozu>ne. d~ cultura. a1 no " pencolo.so del tennme. ma di una integrità morale noi, e sembran ferme solo per il lento fluire. cose come a noi sembra che !ffeez!'·:O/~ ~~%~i!:~fe.c~~~; de~;:nu.;,ei!.t.i d!sJu~:~i:~~~ e ~ un a ~ everità artistica Protesi at destino, imploriamo che la conente si stiano. nella quotaz.ione ge- cantile-nando un poco e scor- in.edito fuori d:I:a RusSta. tra- ?1a1 sm ~nt.lt ~ duran~e una fermi. I nostri sensi Ci illudono e ci mostrano ovun- ner~le. anche 1n ra~porto al dando qualche coMonante dop- dotto dalla signora Naldt e- intera V 1ta d 1 travaglio (En- que una maestosa stabilitd.. pertodo e. se •vo~hamo. al pia. ~ome fanno i veneti. Quan.- S'J)ressamenre per lo Fiera. na, 11 settembre 1882 - Ro- l'tfa non sentiamo nel fondo del cuore l'oscuro mo- gruppo. al modmento che do 1 d1c~ ,..I~ nostra poesia ...per- Ci sono tante altre cose da ma, 8 gennaio 1945). chi sa più furono suoi nello spi- a dell 1 t~han~. dire e da scoprire della Russia, che non costituisca i'occa- to che incessantemente muove tutte le cose e le rito e nell'intento di una re- lta~i~ni,naf;clt:~~l~:fo 1:;t!,~~ mi dice congedandomi. l\fi ven- sion~ per_ una rrilettura rias- spinge lontano. staur~~ion~ ~lassicistica e terd a stabilirlo. calcolo che la- '1a~ncora_ a t:°vare.. sunt1;1a ~h. tutte le sue o-pere, clle ptl! Q~.11nd1 avrebbero do- ;~o 6cJ~~:r:' ~~~~r:h:a~;~:~~~ gif ~°o~~- fu 1 ~~1c~' _!f;~n~m~ ~!cte~!:P;r:~a~~ 91 JJu!es~~~ La vita e un flusso imme:mo che tutte le cose ~~~z~!~ 1 ~:~:lit:zf ~ 1 ~~o ::i= di molte piccole cose. come,ii pazza altrove. Qu~ b1_lenz1';). M1 1943 (l945) a Novelle d'ogni tende ad unire, che tutte le cose spinge a con/on- l'opera di Savarese rimane fa p~ con.oscers;i, s~ltano ruort :r: t c:::!m~rie ~h~nen:! ':i sorta (1958). Ma, oltre agio- dersi. im·cce isolata e un po'. re- nonu /; 1 ~nrton co; qral~ ,co- appartfflgono che la signora vari! per una ioro più e:,atla La terra con mii.le bl.leche riprenàe q14el chè prù- ore 5 !.N' dentrr. una cerchia di ~~~h~Z:a n!'cfo: 0::aa;z/ M:n::: Raf.ssa 011:-ie,;iz~aiami ho do- ricapitolazi~ne, la rilettura duce. in~e~dito:"i dell.a pros~ liri- lud Die"o Valeri. mi dice, se 10 nato ~~ hb_er~htd. come sanno potrebbe rinsaldarne la va- C';) nflesS1\·a d1 class1cheg- vede O "'i scnve: studiava ,e,- fa.re , nccJu. , ...-signori.. dello lutaz.ione. nonché diffonder- E prende noi che accettiamo i suoi frutti. van te stampo e rondesco >. cere a pcdova, io ero iscritta a vita. . P. C. ne la conoscenza. Ancora o&· Dall'una all'altra bocca pa.ssa. la vita: e l'atto del Il che non è giusto. poiché !f},ft"'::~tt:.n;reJ!fe.uùnPd::i~~~, ...---------------------, cibarsi è il segno ultimo della. comunione. ~~c~~\~clr: 1 ;n~~i~i:1s~ns~~= ~t~:~:ri~!e~~~e !~~~ Un 1·ned1·10 E u crescente e breve indugio in uno 5tato di a,r la,. _pregnanza di quella sa- sero au·univeNitd di Pador,a. parente quiete, la sosta. che ci tocca il cuore, allor- n là ~hE:. t:!U• non senza qu~l- primo dell'altro guerra. Non ché la corrente, perché non vista, sembra che cessi che in~tsttto programmatic:o succedeva una cosa .timile dal dal suo moto fatale, e il nostro destino sembra mu- proposito. sono sempre n- '400. fu un avvenimento. d• SINISGALLI sultate tra le qualità sue più I ricordi della s1gno'ra Nal<h ( tare. ~enuine. ~la dove altri ?iù. tono un fiume :icch.!.ssi~o. In Allora con timorosa speranza guardiamo le no- scaltro. avrebbe saputo ·con- ~lf-!': ~!!t~~r:~~!; ~f~~~ti;i In. rirordo di stre persone e tutte le cose ancor trattenute nelle no- f:~r lo_:o ~~ più acca par: :rca~';::rn:;aa~:~~ ie~a~!~ l'ince11.::o Cardarelli stre forme che la volontd di Dio sostiene. ~et~e cÌiis~~~\~~r~f~~~\hs~ ma con Cardarelli. a discutere Da que5to tremor di congedo ~asce il nostro amo- in una elaborazione artisti- di teatro (allora Cardarelli Ja- La fiaschelteria di Tito 1\ 1 l a~ri re ed ogni nostra breve felicità. ca. fa\·orita da una natura- ceva la critica teatrale per il !e ritrosia e da una eserci- veccn.10 ... Tempo .. aireno ao, Scendo nelle ore d'afa tata cosci-enza critica. Cosi rr~~!: re:!':n~aI~!{ia di ro~:10. sulla stretta cornice, d'ombra E ~~::o :::e:~rrs~:; :at::er:~he i nostri mortl finì per mettersi da se stesso E nii parla di Aluaro: di C~ dei palazzi di Porta Pinciana. ~~ udna sartia t dig!J?E:nombral. misso. di Falqui. Sento che po- Deboli argini sono croei e memorie: illusione il a Ufi a O I èònsent trei chied.~le qualsiasi notizia Balzo nel sole dentro la tua tana. volerci perpetuare net nomi e nei segni, che si po- di la\·orare in pace, ma dal- e .me la saprebbe dare, e non Poggiavi le braccia stecchite sano come foglie secche sulla pietra. E la vita, che l'altro gli tolse la soddisfa- ~!d:~::c:!W/:fr~ g;::q~~~: sulla lastra di marmo sembrava ferma, è gid lontana e mutata nell'atto che ~i,t"!rf:u~~:nt~ 0 ~~~ t"annt d1 leueratura, di arte ira- seduto davanti a un bicchiere prende il nome di storia. te> di tanti furbacchioni. ~e ~f~~~,1~nra~!!tf :!rco~;:r;:d l'ultimo che hai bevuto. La nostra eristenza è un incessante saluto alle ru tipo da non accor$!:ersene morh, stanno in questa testa Immobile muto cose che passano, con noi che passiamo. e da non la:"~n~arsene. ia~~~~~ 1 ~a1t"~;hr:,{:;:;:ei. °J~ hai guardato contro l'intonaco della via o care torme, non dileguate nella cenere. c·e un suo scritto del . 31 po· ironici, un po· rri.tt1. Sta in le rapide ombre i lampi O note voci, non vi spegnete nel silenzio eterno. (e la Goccia sulla pietra era ~~! ~n. a~:!-~"~~/~~r~"':· d~:;~ della grazia fugace Giovinezza, rallenta ,I tuo corso: oscuro artef1ce, uscita nel "30), apparso in che comincia dalla zanna con- la liquida danza. Avvolto ferma U mutare della nostra carne che si consuma. .e:iornale e non raccolto in servatrice (era una despot.a. a nelle penne senza speme volume, dove Si tolse la sod- ~~~!: r~aiir :~.s~:u~:c~,~~ udivi il riso i patti anc~~=e u:on~:~udini delle nostre giornate, restale ~f!~t~n:;rc~;;,o,md~li~~~~~~ dato da una muraglia) atle ul- osceni dei vivi. In questa grotta Cosi implora il nostro cuore temente. zare per esteso il proprio 1:.'%.u:s~~fazi~~;.a~~ee /;,:;;s~~~ parlasti serio agli runici H sole sorride sulla cima dei monti., sulle foreste, caso. nell"eventualità che po- discute. Le piace Alvaro. am- come si parla ai morti. tesse c. giovare a chiarire al- mira Moretti. Buzzati, ama lalL.--------------------1' (continua a pagina 2) cuni punti nell"interesse ge- lin."ua e il paesaggio di Conus- 1 __________________________________________ nerale >. f:·:U~e Ps~~a uen~~e~!u:to~~~: Jl JL JLJLJBRO D.I. CU J( ~Jl p A HJLA. Tutto intento a lavorare in na. dice che in Italia ci sono una oace che a tratti gli da- :';~i ~.r!viam~:~~"èa~':,;~i * ~-~e 1 ~:~:ar~~;e Qd~::r: e .Montale sono , suoi poeu. ,t; donato e dimentìcato, di tan- ~:';;~,f".b':;.,;~n~fi~~c~ !~: Racco·n11· . d1·P1· cch1· to in tanto gli ghm~--·•. <è tolucci e Pasolini. Non tocco ta.- ro ,·ero. da parte della critica SIO che non suoni e nsuon.i a ma Il I la confortante ass.icurazione> lungo. E' d"occordo con Araoon d"cs...~re e un galantuomo>. neI giudicare U ~Gattopardo~ e :\la nessuno si prese mai un capolavoro. la bri1?a di farmi sapere in la~°:=~o /l!:v'::~e':~:r;~~ * ~~e~~~ ;~~ti!t~~\~:· :n~ti; ~~i'\~~f. r-:::::i·...::.~: :,;·~.:~ ,Ji FEllDl1l'A1l'DO l'lltDIA !a quale. essendo evidente· secolo. I Pog"ioh, i R,pellano, 1 : 0:nt:,.:;:i~t~~a.~r~~t~~~~t~ ½' ç~tto. vengono tuth _ d0po. . Roma non è una città che mi di una interpretazione racconti di Mario Picchi Casini tutti i racconti di d 1 L cdi._,one tre~e11ana, nsram- s1 possa ~ma_re a buon mer- leggendaria o surreale o co- Roma di giorno, apparsi in Maupassant apparsi in tre ~.a a ri~~ versi m sede eS t e- ~~gu::e :s~P~~~·en~~~:~.b~fad~c~to: è d1ffic1le p~r la _mag~ mun9ue abnorr_ne di_ q~elJa questi giorni. nell~ , Colla- grossi volumi, e il romanzo u'~!· :~s; e~t~:n~ssci~::e ~osi tempi cambiano. Ora è inna- g1or parte degli scrittori che e_ la sua y1t.a. Sta ! po- na Narratori> diretta da dello stesso Maupassant Une le volte che sor \" ·. t tte morata d, Paustovski ,1 con- che la fanno entrare nel loro polam del pnmo che I ro- Roma10 Bilenchi e da l\la- vie. I lettori di questo gior- ·o d" 1 ge. a ~ occ~– lemporaneo di Paste,,,;dk che t interesse riconoscere in es- mani moderni del secondo rio Luzi per gli editori Le- nale e di altri non avranno ~ 1 _ne . 1 • ~sp_ora:e 1 1 silenzio stato do lei stesso presentato lo sa gU aspetti della vita appaiono sollecitati da una rici. Anche Picchi (com'era mancato di notare note e =~ cnt~ci~ 10 vi tr:ovavo in prima volta in Italia, s-ulla Fi~- quotidiana: la <:,ittà sfugge sorta di mostruoso e dia- ai suoi inizi Bigiaretti). è saggi assai informati del ~ _er~. ei con~ensi ? l~ng_o ra Lett_eraria del 24 "ennaio loro dalle mani: chiunque bolico dramma dell'esislen- un inurbato: nato trentatré Picchi stesso su autori mc,uta. !'"a qu~i seg~u di Sh– ~:a,::~i ~:u~~/~t~~t e~u:!!r! viva tra le .sue ?'1ura ne za,. i!lva_no_cerche!emmo in anni fa a Liv~rno, . è. ve- francesi contemporanei ed sc!v:n~ 1 d~o;;:?ge~~:~ 0 ~aetta: tutti i dati su uno scrfuore del avv~rte la dunen~1one me: essi 11 hm1te medio, la ero- nuto a Roma, g1ovan1ss1mo, anche su scrittori italiani. coscienza. contrastati da 1 ~~ ~uale si parle~à a lun"o. Di lui t.afis1c~ e t~nta invano d~ na~a, le. real~à. La stessa ma ~on tanto ~a non aver Quesu suoi racconti na- midità e da ri . . . tt_ e uscito il pnmo volume, con comm1su:ars1 ad essa, dt satira d1 Trilussa spesso respirato nell'aria della sua scono. mi sembra. da una 1 tt 1 I?_ gnzia mtel f'eltnnelli~ d"un trimco che .st colmare 11_vuoto clle sapa- perde quel raccordo con la città d'origine certe partico- osservazione pacata e at- ( ua f>. La r~~ervatezza c_on complettto en._tro. b-reve tempo. ra la sua vicenda umana da cronaca, e tende a forzare lari caratteristiche idioma- tenta della vita romana a _Qt~a e contmua. me!odico :ai;:~ovski. mt dice la ~ignora quella dimensione immuta- il limite della fantasia, con- Liche e sintattiche che forse ,·dietro la facciata,. anzi f 1 .sptrato. a svolj?ere il suo ;a~te 1·n:I e~~:;;:m:t~~ 1 ;mCif; bile e eterna. AJ?punto pe~ fina_ nel favolo~o: Sol~ in1:1r- gl! h~nno. 1mped~to di la- dietro 1~ molte facciale sul- ~~~:~~fri~~~?;;;t 10 eS t r~= ieiteratura russa dello quote e questo è a~uo ~,portare d1 bah come ~1g1aretu . ne~ sc1ars1 p1u tardi sedurre le quah si conformano og- vo contrast d. e ~al vi. to voce più hbera. più cnuca. ess~ la te~t1momanza. dell~ sc~no _a prescindere. dai sut troppo da certa dialettalità gi gli stereotipi della vita _ né a,·re~b I que~h an~t oltre e più di pasterndk. _In un um1~e. v~nt~, dell~ v1_ta d1 ei:11gm1, a trovare 11. senso romana, o almeno da quella romana, e nascono altresl. hé . e P?tuto. pot: arncolo, , I pensieri inducuti- tutu I giorm. Persmo I can- di una realtà immedtata, a che è l'attuale versione di com"è logico da es erienze c proprio dall urgere di bili e discutibili .. scritto al tori e i narratori della sua esplorare un certo mondo tale dialettalità. A Roma personali q~elle deÌ g O _ q_uel ~ntraSl~ la sua pas· tempo _del III conoresso. • cr." vita popolare durano fatica più dimesso della città, che Picchi ha compiuto inoltre ne e inu;bato > di cui ;. ~t SIOne ftterana traeva in– ~arr;T~!0 ~~~~~:~o (cir;:,ral'a:- a districarsi dalla sua gran- pure è un elemento cosi im- studi letterari piuttosto se- ceva ma un inurbato I oc- ~;/;~en o f' certo lo ap– ticolo sa""'a appa;so sul n. ; d_ezza p~sata e present~. a port_ante di essa. ri alla scuola di Pietro Pao- corr; dirlo. che non è ri- lna O io~i ~ 1 . sottr~~se gueì della Fiera di quesfanno) af- hberars1 dalla suggesttone D1 fronte a questa realtà lo Tromp~o e come '-Peciali- . gg . _nconosc1ment1 e front-O la .t11ua:-1one dello lcll~- del suo baroc-ch1smo: Belli piccolo borghC5(> e quoti- ~ta di lett~raturn france 5e FERDINANDO VIRDlA con~ensi di cui tanto sj sa- ratura e della hnpuo nell"Un10- e Moravia sono i cari estre- diana si pongono im·ece i ha tradotto per l'editore rebbde rallee:rato. sei:1te_ndose- (contlnua a pagina 2) ne egno. Ma un simile de-

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