la Fiera Letteraria - XIV - n. 2 - 11 gennaio 1959

LAFIERA LETTERAR '.4.nno XIV - '· 2 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELL ARTJ E DELLE SCIENZE Domenica 11 gennaio 1959 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VI 'CENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 ~IRl~ZIONE. AMMINISTRAZIONE: Roma · Via dJ Porta Castello, 13 · Telefoni: Redazione 65~.487 · Amministrazione 655.158 . PUBBLICITA · Ammint~triwt1nt> • LA FIERA L.E11"f~RARIA,. • Via di Pon.a Castello 13 - Roma - TARln A O al mllhrnetN• · ABBONAMENTI: Annuo L 27 00 · ~mestre L 1.400 • Tnmes re l.. 750. Estero: Annuo L 4..000 . Coola ar~trat.11 L 100 . S~d1ztone In conto corrente oostale (Gruooo lll . Contocorrente OONle n. 1/31428 APERTURA VERSO L'ARTE MODERNA * IL PAPA agli artisti * ton è giusto polemizzare in forma preconcetta con Parte moderna, ma bisogna saper attendere con calma e seguire con attenzione le sue espressioni e il suo sviluppo Il Papa ricevendo la mattina del 2 gennaio l dlrl– genU dell'Istituto internazionale di arte Utur1ica, ha rivolto loro un breve discorso in cui, tra l'altro, ha messo In rilievo Il valore dell'arte. e lndubblamente - ha detto Giovanni XXIII In questo campo vastlss!mo e aperto alla luce del sole, sta bene usare ogni possibile comprensione; e poiché il senso artistico è molto soggettivo e riflette le attitudini Individuali, d si attende un criterio d.l indulgenza, e, nella critica, di ev:itare gli eccessi del 1$ demolire e dell'esaltare. e Nel Sommo Ponteftee c'è disposizione a proteg– gere e a inooraggiare, a non soffermal'6i sulle piccole quisquilie, perché l'attività artistica è un modo di rendere omaggio a Dio. Anche opere che qualche tempo fa venivano giudicale non belle dal gran pub· bll~ 10no ora pJù facilmente appreu.ate. L ·arte, qua.ndo si-a ispjl"8ta al vero e al bello e sia animata da un vero sp!rllo d1 fede, ha una sua legittima funzione•. n Papa ha continuato affermando che non è ziu– sto polemtz:zare in forma preconcetta sull'arte mo– derna, ma che piuttosto bisogna saper attendere con calma e seguire con attenzione !e sue espressioni e tl suo sviluppo. e Naturalmente - ha detto U Papa - non si può essere favorevoli alle .. forme pazze·· dell'arte per il fatto stesso che esse non 6ono più arte•· Giovanni XX.Ili ha concluso dichiarando che I cultOTI dell'arte lo troveranno sempre pronto ad un aiuto e ad un appoggio. Antonio Va.ngellf: • Studio della Croclfisstone • LB1"J'BRA. FJOllBNTINA * LAPOESIA COMINCIA ANATALE di CARLO Cnsl i.:scivs i! sacerdote di sagrestia, per la me.;s.i di mezzanotte, con Gesù Bambino in brac– ci"; e se,uìt<- dai chierichett.i s'avviò alla culla, che era pesta su un altarino di fortuna, da un lato de!ta chiesa t.ra una cascatella flaccolante di can– d~l~. F. così vec chia Firenze, ml facevi rivedere, un·attra volta, in una scena di nostralità dome– stica, ii divino. 11 sacerdote, uno dei PadrJ Reden– toristi, anzi il superiore dei tre che officiano la mia vetusta chiesa di Santa Maria Maddale.ia de' Pazzi (e patir, ma non morire>), era quello giUDto da poche settimane dall'Algeria: un vecchio francese ardito, dai capelli bianchi arsj e spioventi dal cranio, gli occhi rubati dal sole d'Africa, e parlante rn base franca una lingua mediterranea strana– mente esclamata, e incrostata di tutte le salinità e di tutte le pazzie, con in più quella per Cristo. che dovevan sonare ai tempi dei tempi nei lin– guaggi fenici. Cosi lo vidi uscire. il vecchio sacerdote cansu– mato dalla pratlca della fede, e portarsi il divino bambolotto in braccio: e ben sapevamo. noi, il pieno delJa chiesa. cbe era d1 stucco. e ben sape– vamo che era immagine fatta con mani umane. e con umani mezzucci: ma la stessa consapevolezza del nostro limite testimoniava l'illimitato, mentre il port3t.ore, il suo gesto teneramente paterno, l'at– tesa. parlava degU affetti che urgono dalla siepe del limitato, all'illimitato il cui nome non si no· mina invano: e che era in tutte le menti, ma so– pratutto neUa carita con cui le vecchie braccia del sacerdote lo riconducevano tra noi, a un provvi- * BETOCCH I scrio ostello: tra not. piu che fedeli, infedeli. Noi curiosi, ~o~Uo dire, più che fedeli. Noi, colti e punzeccb1att dall'ape de.I divino, nel nostro sonno tra inerte e ignorante, giunti ll, qual.i ·eravamo, come ad uno spettacolo. Dissacrati, intendo, dalla tragica v!ta che viviamo: dall'abbandono che fac– ciamo di noi stessi a tutte le Impervie. e meno impervie, necessità quotidiane. Alla messa. sl, ma ;o;ospinti dall'antiC'A curiosità di risentirci come ,; vorrebb"essere: ch4t dov.rebb'essere una necessità: come non è, e non siamo. Sta.mattina poi, mentre scrivo, che è Nata.le, trJvo npensandoci che quella scena accettata cosi. CARLO BETOCCRI Giacomo Ant.oD.in.1 (Conllnua a par. 2) l\oUno Mac.carl Tre di Torino * Racconti di Mario Lattes - Liriche di 01car ovarro - Un'inchiesta di Angelo Del Baca di * LORE/l"ZO GIGLI LA FIERA LETTERAR nel 1959 * CO!IDIZI01W DI ABBONAIJE!l'l'Q ABBOSA!\tENTO annuale ABBONA.MENTO annuale con P31'amento semestrale ABBONA.MENTO annu a.le coo pagamento trimestrale ESTERO - annuale L. t.100 1.400 750 4.000 N. 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