la Fiera Letteraria - XIII - n. 37 - 14 settembre 1958

LA FIERA·· LETTERAR 'Anno XIII - N. 37 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELL ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 14 settemnre 1958 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L 60 DIREZIONE. AMMINISTRAZIONE: Roma - Via d.l Porta Castello, 13. Telefoni: Redazione 655.487 - Amministraz.ione 655.158 - PUBBLICITA': Ammm1st.rai1one: o LA FIERA LETTERARIA» • Via di Porta Cas.tello, 13 - Roma • TARIFFA: L. 150 al millimetro - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.7.00 _ Semest.re L. 1.400 • Trimestre L. '150 • Est.ero: Annuo L. 4 ODO_ Copia arretrala L. 100 • Spedizione In conto corrente oostale (Grupoo 11) • Contocorrente POstale n. l/ 31428 Ricordo diPea * di GLGUEI.,JIO PETllO:\I , Teneva 13 sua corrisponàenz.a quasi esclusivamente con cartoline postali. brevi e preziose; In ognuna di esse trovavi sempre una frase vivace che corrispon– deva ad uno di quei guizzi d'!ntel11genza e di vitalità interna c-he. in lui, si risolvevano spesso in un breve moto di nervosità, venata d'allegria e di scoperta com– plicità con l'interlocutore che più gli piaceva. Ricordo ora quelle cartoline perché l'ultima volta che ebbi oc– c.isionc di leggerne una (non era indirizzata u me) quasi mi turbò per I« dignità e la semplicità con cui si accingeva ad un passo difficile In cui è facile per lutti mostrare qualche cedimento, qualche conces– sione che antepone una propria necessita a queHn dignità o qucll'or'gog!io che pur sono il più sicuro rt'laggio del poetJ d1 fronte ad una società assai in· differente. In quell.:i cartolina Enrico Pea ripeteva un motivo che ho avuto la ventura di veder ripetuto da molti scrittori; ma la sua economia di parole, il sein– p!ice e profondo distacco di quella breve missiva conteneva al nrnssimo grado e prima di tutto quel senso di dignità accornta. di rispetto alla propria vita spe~a prima di tutto per la poesia. che tanto spesso vfdiamo venir meno proprio nelle occasioni in cui Il dopoguerradi Pani Morand t:nrlco Pca es!O runanc- ;'un,c-o elC'mento di difesa spirituale. I1 vN·c-h10 PeH. pur già mala10 e slanco. il Pea sttafot· tente. magari dlve>rtit~mente malizioso. sapeva meglio di mo la al1ri il momc-nto in rui l'impegno d'una vita di pce1..i non dl?Vl' l'"':-ere u 11P!-Htn c-osio mortificato. GUGLJELì\1O PETRO1"1 (contlnu'aa pag. 2) di l/1IA /Jl/;J 1 0HTA1IITE OPEHA fi'ILOSOJi'/CA * "Esistenza e relazione"di Brunello * I * GIACO~IO Ai\'TOi\'lìU Glulfa.uo Gr~l1112- IL LIBRO DI CUI SI PARLA * 1 L'usodellaparola * di FERl)li~A1\1DO l'IBDIA PREPARAZIOt'IIE CULTURALE E VOCAZIONE * "Civilissimo,, e"Olimpiad '56,, * di GIORGIO Nelle inimitabili edizioni di Vanni ScheiwiUer, esemplari per classica ele- ~::i:~1io~~~e o~=~e~t 1 ~t~~iogi:~a 5 ~f 1 ~~t;:i che in diverso modo ci confermano. nel folto dell'imperversante dilettantismo, come una serja preparazione culturale, unita alla vocazione. possa ancora con– durre la poesia a dir garbatamente. an– che se non stl'epiLosamente, qualcosa di nuovo: Olimpiadì 1956 del torinese Gian Piero Bona (classe 1926) e Civiti. )si.mo di Nelo Risi. milanese (1920). Al Risi, che non è certo un nome nuo– vo. e che già s-·e conquistata una scelta rosa di lelton fini e di critici attenti (la sua prima raccolta. Le opere e i giorni, usci nel '41 da Scheiwiller. seguita nel ·4s da L'esperienza. presso • La Meri– diana,. e nel '56 da Polso teso, presso Mondadori: cui vanno aggiunte due tra– duzioni o meglio imitazioni - da Super– vielle e da Jouve - che per finezza in– terpretativa e per capacità e libertà di reinvenzione italiana conservano restro e il valore d'un lavoro originale). già dedic-ammo un anno fa una breve nota. dove a proposito del Contromemoriale (apparso e All'Insegna del Pesce d·Qro •. e che .ora ritroviamo intero. ma senza contrasto. in fondo alla nuova raccolta) cercammo di testimoniargli il nostro af– fetto di lettori· non del ttU.ttosprovveduti né del tutto pronti ad accettaTe un d.ono a scatola ch!usa. Ci parve allora di poter cogliere, in OAPRO!U Risi, un sale ironico che non disprez– zand.o affatto certi modi palazzeschiani, n:ia innestandoli ad alcune recenti espe– nen~e soprattutto francesi, con leggerez– za d1 mano riusciva a portare un nuovo brio e un nuovo sapore nella nostra ul– t~~a poe~ia. troppo spesso priva d! spi– nti e mmacciata d'elefantiasi. risoluta– mente facendo e macchina indietro a t,~tio p~dore » {per un intimo bisogno d1 puliz,a.~oral_e) vuoi di fronte ad ogni facile e g1a codificato repertorio, vuoi di fronte ali~ prosopopea sempre in aggua• to, per~he m apparenza decente, di co– loro. direbbe Prévert, qui croient croire. E tuttociò, da parte sua. senza la mi– nima voglia di divertirsi. anche se il suo tempo fondamentale è l'Allegro (per– fino nella piena disperazione) e anche se volentieri la parola a sorpresa ama mussar sulla pagina. dandole quel friz– zante che fini~e con l'entrar nel cuore del lettore stes~o. Milanese. e du.nque civilissimo (ma la carica t:i sale e già compressa intera nel titolo dell'operetta). Risi non dimentica certo. :::peci(> in alcuni attacchi. quelle finetze di gusto che in Lombardia han– no la loro patria più vera: e Al quasi dolce au1u1mo velato di malva - in un atilo d'aria osciltano - le prime satve. Il cielo - ha una ghirlanda di. .fiocchetti bu,Jfi, - tanti palloni scappati dt ma- GIORGIO CAPRONI (conunù'a; pag. 2)

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