la Fiera Letteraria - XII - n. 31-32 - 4 agosto 1957
Domenica 4 agosto 1957 SPUNTATURE DICOSTmrn EVITALETTERARIA LU-"GO * LA 1•11,IIA Ll!,llt,KAIUA IL SENTll(RO DRL RJPE~SA~IEN'l'O * Pag. 3 ACCUR.\TO CRO,l'ACIIE DEI., Pl,~CERE Spilloncini. inexcelsiortondo 1 1 Presenza diS la GLI * INNI * * Il presente s1 fa poetico a una sola co ..dizioue: che esso rappresemi l'innesto tra realtà e fantas a, l'anello che con• giunge la ragione e la fede che nell'uomo vivono e operano I.e in11nar,ini rcslituiscono al lettore vol– li, om1ctti e 1>acsarrni, impennati <.lolce- 1ncnlc in una atmosfera evocativa dove tullo acquista una mauica risonanza * * ., di ELIO FILIPPO ACCROCCA tli. 6. A. CIBtJTTO ANTOLOGIE E CONTA· Da qualche giorno chiedeva me (il verme) della poesia Alberico :Sala serie nutrita e fervida dljaccorato. della presenza '"e- GIO. Un soldo per tarlo suo- con insistenza nuovi e libilli >: Cioè. in altre parole il pas• Il mio sodalizio con A.lhe· nl libresche. che per vu-tò consensi. ~~! sono valsi u,- sp~:msabile. che trova ù tiUO nare e d1ec1 per fai lo ta- gliel'ho procurali quattro co- .:iato e il futuro. n ricordo e rico Sala risale a qua;,~,,e della sua candida assione tlmamente 1 mconclusione 'l~.- esito nel balenare continuo .e cere. Era un poveretLO s1 di- pie di coteste «antologie• che l~ speranza. anno fa, in terra lagundre oltrepassavano le soglle del l'Antologia di Chiara, Y.i Er· folgorante ~ella morte. D &.1· ce che andava 1n giro con la egh colpisce ogm volta con la Il t d'' t d • d durante l'accaldata e ikl 1 dancing dove Carosone '-' ba, • Quarta generaz,_one •. e tronde que:.to Ubro {almeno flsàrmomca e s'appostava agh sua palla di legno. Cadono ap· t pui° èo II mcon rf ~ 1 ue cante dispersione del {~;,1 sgolava invano, ora sca'\z~· nel_l'inven_tario di Enrico Fal· SE stiamo all'avvertlm~n~ angoli delle strade. davanti a pena sfiorati. poveri birilli ermm presene. en:ipo val cinematografico. Fra i..- nato ora languido. di Fronte QUJ. dedicato aUa Cif.->1a.nedello st esso ,poeta~ nasce orr un portone. sotto le finestre: nuovi. apparentemente impoetico, digestioni di pellicole e ra· alla nostra Indifferenza ;:iro· Poesia. Certo che rispetto d•· prlo da un occa~ione amarR, un suonatore questuante che lontano da suggestioni. . pinose corse sulla tast.en ; tesa a cogliere gli nte,,:.?· le P:ove preceden~1. c.111che che le ~a partecipato un ;"-O· affidava colazione pranzo e Volete mettere la resa h- della macchina da ~cri,~t>re denti della scheggiatura r..el le plu maturate e risolte, co se. castigato del pudore e.i cena alla pietà del prossimo. f'µMI FU1_'UR~. Una bella rica nascosta entro !'ante e il per arrivare in tempo a '>r>t' verso di Montale. oppure .e me possono essere defim~ le una severa. sorvegliata m,· ~ Un soldo, per carità•· Gliene e~itione: Poesie di tutta una post? Quale resa lirica volete dire <til serviziOll, l'unico scam• suggestioni apollineriane r,t"-;. liriche de • I nuovi .non!• sura: la morte della. madre. pio_v<:"~più d'uno accanto. e~ vita stampat~ nella_ nuo~iss1- c1 sia nel nunc, nell'attimo in po era parldre insieme t1 :a rapida concisione de1 ori· questo. nuovo v?lume :oej;n<> Per cui bene mf pare _sia stato t~le~~;;ia5i~n~ri~eJrf;~~~?id~1 ~e~f!:a1~~~;~~a~t1~o!ech~~l~ cui la parola è senz'ombra e ~:~d~at~~f~:iupoesi:às~~1èl:r;•~ -no Ungaretti. ~f°oc1:~!socfoès~dn u~voan~~.~ 1:t~e~~~~Eiir~~~~10~:~~~ ~ecchi Quartieri della pertfe: il__ fatto s~~ le quello degli al- senza mira~olo. spoglia e cr1:- paraggi. Maia;i gtipi .str~: cis~fm! 11 ~~~ons:/: 0 cf .,;i;~ di piena felicità, dove tl r...- !o f~ndo la consacrazione di na, ecc. Per farlo tac~re e h Il Ma I 1:noortante racco]ta da. senza .riflessi che le den- flessi e refrattari .;ome ;ani persi. 0 ni tanto è balenala tro c~tlco eh~ avev~ e.1s:_1,1-un impegno morale orJ.:na mandarlo altrove. chi gh ave• doveva_ us~1r~. secondo i pia- vano dal! età della memoria. ansioso invece di cono,;ce,.v.e qualche g notizia sul ,,Pnio lato il suo Jmguagiio ,..1.,1- ancora che letterario. di U!l.3 va gettato il_ sol~o era e~- nl ed1tonali. nel prossimo app1;2nto. 0 dall'inconsapevole mondane e di successi femm, delle coniunl amici.tie. e rU intellig_e,nze ~rea Uve e ct ti· vocazio~e sincera.,, che oer- stretto a lanc1~rgh un vent~- autunno. . . fascmo dell'ignoto? nili, con una fermezza e::.-!m iavoro giornaliero e di piv che pm. attive del_ 106t:-o ~:ano 1~r!~u~~i°rointrU~,i~~ :10 o me1:za !tra_ Solo cosi. , lnvece.. lmp1ovyisam~nt~, n presente si fa poetico a plare. D'altronde Sala. ,:icht- positi culturali, ìna framme"l· tempo (SI potreobe dise-,i:1~r1; ric~rc! di un'a e~tura um;i- 11 ~v;:e:~or;: :e~~ada; 1 :;gia. ~:~t~~!r! 1 ~~ep~7'~~~~ie~~f~: una sola c?n~izione: che esso :~bft~i~~e ve~tl1~r!i i~o~!" taria, imprec1s~. e '<!ferita c.,n ~l~:r~~ c~~n~:f:en:r':-t:~' 1 :~ na. Q~esta a:1ri ~ 1 pare 1a ;o· Tanto si pregò, che per qua- senza neppure aver potuto r?ppresent! l t?nesto tra real- stiere. e qu~lo solo: ll o,1eta ~~èg~'a:r'fe~osss~r~!~oo~~- d;!~ Anceschi. Sereni e S1;u- la ch_iave i1usta per .apri!"e ranta giorni non smise nep- correggere le bozze. (La cor- t~ e fantasia. 1 _anello che con- Perchè cosi gli impone !~ mia scrivania di • Eoigrat1 e sgalli). l2scia oerò 'Jn mer· lo ~c-r1m10della sua lezione di pure un'ora. _ . . r:ez1on'; _dell~ bozze è un_ bel- giunge l,a rag1o~e e la fede malinconia dell'?Cchio :i~,-e canti•. 11 nuovo volume dl gioe molto a_mpio al resJ•rc:. ~cnttore 195.. Quello che ha Ecoo che capita al giorno di I ese_~1zio ~1 let~ura_. _edi au- che nell uomo vivono e ope- so di quando in quando rì.-:1 ooesie stdmpato dall'e<li• ..re de: suoi sentimenti. CoQ ~'h.: ~ coraggio di d!ch!ara:,e oggi: s'è cominciato a parlare t,ocritica: e n_e, diritti del- rano. ::;trane fissità, la piega amc1 Vallecchi na segnato -,er me e t_rasalimenti. arre-si :i u:i --- 10 non so che lancia. 1 d! _quarta %eneraz!one. e ad- !:u~~~e J!1"ci~i~: 1 ~on~t}~ La cultura resta al centro di ;a della sua _inquietuJ.ne come un~ sorta d'animazto"le god1me~to di_ :nemoria. o.er ~a:tà 1 .: /CO~~ur!. :r~:Orbf~ dmttura duna qmnta (è an- . ·t . P tale innesto senza distinzioni I affettuosa delicatezza e "I festiva Crescente man ,1-' cui le immagm. ,est!tu1sa . .1c,o da uno st ano sapore d''nno· ~~~ :::im~u~1pa):a di}i!ra: ~!~f!e _- r~ft~g~r!fnitop~~~:i o teoremi: ~ultura nel' senso s~ns:bile dis_crezione dei nw: no prendevo co~fidenza con al 1;.tto:e vélti. oggetti e 011;_ cenza pe~duta: • Da ··anu no a_ntolo~ie poe_ti~he d1 stu- libri in bozz~ ,._ v~:o, profondo. pulito della ~lò c~!g!~~d1~~oo~fdi~~a~,~~ ~~rec~~:~o1:na~~sd~fl:~o~s:~;.· f!gi~- u~~;'~~~f~~la ~~~ed~~~, ~~~~d~it~e n~"etbe:~n;rà~ u_ov: den~1 medi _o_addir~ttura quel- , "Sai - mt. fa per_ telefon_o O ~la. . . _ li lato curioso poi .!i , 11e si, che mi restituivano .sem· d~ve ~utto acquista ur:ia mo· serpJ fischiano ovunque ,er le d1 _bamb1_nipoeti. _(La colpa I autore - ~1 sim visto arri- 01 essa. d1 questo ~t~ di questa sua vocazione ,;e. ore più compiutamente j• 1 m- g1ca risonanza. _Una rJSonu,- la vita •. S'intende che a ri- non e degli antol_ogi.zzati). va\e a casa 11 hbro. cosi. or- cultura senza aggettivi. la greta. prepotente, tenta t' ,,. maglne del personaggio eh~ za che pure articolata m 0 JS· , d - 1 - lt t Quante mezze lire dov:rem~ mai ~uorl t~mdf?Ooer. concor- ooesia si alimenta. Non s'illu- tinuamente di nasconderi~ .,' con le forbici dell'amicizia .ni ri registri. preme aerò JTl ;:i:n;a;-fb~rifo 0 ~i r~s~pl~ia_!Jue da~ 1 a _questi.• pov~:ettid di rere 11. l~f.m 1 1 Qtte st _anno. A dano quanti s'attendono che la l'occhio degli stessi . amici ero ritagliato affettuosam.,.r·· mancabllmente il oeda1e :te:- canti• oer Alberico ala na· an ogi 7 ~attJ perf { "'. 3 an) "' 11 t ò, f' ~nnn pros-<:~r;°i,n;i" poesi8 nasca da incolto ter; con uno zelo atti_v,st1co .. ~ .te durante l'avventura .,e;;. la felicità espressiva. ~n; sce \a ·domanda se In futuro ~ 5 ~f~aie a_? ano ogizzare ~; r concorrer; te~c. d e - rena. uno scrupoloso nsoetto 1..' liana. Anzl a lettura fi,,,t~ tremolo del rimpianto 0...1<..r.t- la sua forza poetica riuscirà 10 q ri campi. H~~\~~~tti., ~~ef,: ~~h!r:~s~i Le corde ~ell~ Lyr~ ~Òno ~~gac'!1e~~;;~o d~i g/~;;~~~~aP ~f :~~~i!~revi~~ ~lt1eesi<;:~~ !!c:ilo~a J~r!~forr~_rso ~~~.::; ~hia~~~ne~:;si fr:en;itr\n~s~ NUOVI BIRIT.,LI. Mio figlio fa_n~o gli amlCI. Perc_hé .... _c~e parallele, rettiflle. somi~hano le ondate di scetlicismo d1 un d'af>poggìo del suo itiner-d:-'o addirittura con andamento critico e l'urgere del sentire. (niente da fare. è troppa pie- ~mge la collana. uscirà lui 1.n a u:1 campo _arato e coltival?- • non-giornaJista nato• .:<')O'!: ooet!co. a cominciare da ~ L" d'epigramma. sul ~ilo dì un in un modo fuso come Jia colo - due anni - non seri• "~} 1 un~o._e ~on vuole a_ver~ ~ <Prima concimato). La poesia il sottoscritto. Perciò !n quei tue mani• (dichiarato ne.la versificare metricamente :i- fatto In • Epigrafi e :anti :o. ve ancora poesie. e non ne ~- r1v~~ mei c~pisci · a nasee da un siffatto terreno, giorni il suo invito cost,mte schedina •introvabile"· e rl· berissimo. e di una carica Ma lo nutro grande ~!ducia scriverà perché lo tengo ben che~\ 0 ~h:tah~ ann~i· ~l- come il frutto dell'intelllgen- nel miei riguardi era ,.:a masto anche per me y:e, morale che lo àncora 9.Jla r 1• nella serietà del suo lavoro. riguardato: e po!. coi _Primi tri. che furberia. f~~ che cl za e del lavoro- serietà. al_ riiore. al dov~- n~nos4lnte a_bbi_a dis~urMto va di una antica t:rad~1or.e nella sua qualità di « uomo freschi, lo f?ro ~mun1zzare sono rimasto così.,_ Altrimenti si dovrà parlare re professionale. che ~::;su. ~11 schedatori_ d1 po~1a con- che l_e suggestioni es~nf> ('he preme troopo _col oeso con uno speciale s1en?) h~ sco- j 1 erba dannosa. Ovvero. di veva sc_arponando frettol.ls~ t~n:iporanea 01_ùgelosi ~ o~.. non riescono mal_ ad ·::n,01n d~I cuore sulla vita•. ::ier ~ftiìr~fli.u~a~e~~~e 11 s~~~~~ LE CORDE DELLA LIRA s~ntime~to i_~con~cio di ooe- ~=c:.a~;:st~. s~;i~t!~~~~ ~~ d~il),gi~~nf.~glffOo d~i •, ~;~~~ ~i~erta~fo èdfroi;~~in~~~s.-;,,;. ft 1 ~ncof~n1o v::tad\~~ ~~;: all'età sua. li ha perduti. o na- Memoria e destino potrebbe- sia. tutt al piu. Dt lyra senza chè non riuscivo a sorpreu giorni• ed a • La terra so-n traendolo al compiaciuto un pia obbedire alle sue ra~ìont scosti. tutti. Gli è ·rimasta la ro essere l'ascissa e l'ordinata corde. derlo e a trascinarlo in :un· mersa ». Specie questi •.1 1tim1 medesimarsi nelle cose. i11mD naturali. pallina di legno. entro cui si racchiude il ger- E. F. ACCROCCA ghe. estenuanti conversa~1ri- due lavori. che oltre 1d :1r,;1 il sentiero del rinensamer.:" G. A. CIBOTTO S'APPRESTO' AL GH.A.NDE VIAGGIO CON FEDE 1!J SEBEl\'ITA.' * LaCina diMalapa_rte eraarata per il Cristianesimo * 1\'eyli ulti111i te,npi lo sc1·itto1·e 11arlava spesso di ,no,•fre - /l'e disco,·,•cva 11ia11a1nentc, con dise1·c=io11e * di I G O R ffl A. N Negli ultimi tempi Mala- nario, semplice e buono. bonsi e di Colle d'Elsa. Di me azzurro. Perchè i bambi- prima in uno, poi nell'altro dire della morte e d~lla vi_ta: sà ~e era r\usc.i_to a farmi parte parlava spesso della Quando andò via mi ringra- Spazzavento. Socchiudendo ni son proprio tutti gli stes- dei vasetti, e sfiorare i pie- e C'è un ~omento m cui _ 1 capire ... A~g1uns1 allora una morte. Quando i1 dolore non z.iò e sembrò stupirsi quan- gli occhi, Malaparte diceva: si, rallegrando loro sarebbe coli pesci. Così il suo male. due estrem1 si toccano - _di~ parola alle poche_ che. 2ve– lo trinciava ne discorreva do gli dissi che ero io a e Allora io mi trovava d'im- stato come mantenere la pro- la malattia cattiva che. lo ceva -. Ma occorre serenità. V(? _pronunciate m <;me~e. pianamente, con d1screz1on-?. r1ngraz1arlo. Poi capi d1 aver provviso in mezzo ad un messa fatta ai bambini che immobilizzava, sarebbe pas- ci vu_ol f.ede. E s~pratutto D1ss1 solt~nto. nella_ mia_ 11~– Sereno Eppure adorava v1- l)regato 1ns1eme con me. paese toscano. In Cina la lu- vivono nei fari italiani. salo ai pesciolini. Una volta non st deve aver pm ver~o- gua: Itaha. _Lo ripetei 1~ vere. e Sono cris~iano :--: d1- per me. e mi strinse a lungo ce fa di questi miracoli>. e Cosi i fiili del fanalista l?rnati sul faro. i _ b~~bim ,l?na, della i:iostra debolezz? f!anee_sé;, lta~tè. _ Toeeand<;in;t,1 ce_va -:- e la mia rehg1one la mano>. 1 cinesi dicono che la lu- cinese ebbero regali. r_.e in- h avreb_bero re_st1t!,11t1 al Cosi come m _letteratur:a b1 7 npe~e1: _Io. 1tahano. Italia m 1 ha insegnato a non aye~ ce è buona ed occorre esser fermiere, l'interprete, lo grande fiume ~ ti_ fiume \1 so,!?"na avere ~l. coragg!o di !l p1ccolm? che non a_veva paura _della morte. E po1. 1 Sul taschino del pigiama gentili con lei. occorre trat- stesso direttore del\'ospeda- avrebbe _portati via. l0\0 e e~ser~ roma:ittct (solo_ 1 m~- :.messo di_ carezzarmi l_a t~sc~ni come _me sa!lno be- di Malaparte era un piccolo tarla bene. non impadronir• le mi aiutarono a far pacchi I? malattia. Una v?lta ~!UJ:!· d1ocn ~confman? nel se~t1- rr:iano passo I? parola al VI• mss1mo c~e 11 morire. t?er ricamo, un disegno semplice sene avidai;:nente. Si è gen• e pacchetti. Ebbero il loro tt_ al mare anche 1 pe_sc10h• mentahsmo) cos1 nella vtta. cino ~ questi ad un altro loro, non e che un cambiar e pur complesso. tili con la luce e la luce Natale i bambini che vive- nz avrebbero perduto 11 ~a- ad un certo ~omento, oc. bambino an~ora. Sembrava: pod~_re. _Se ne vanno a mez: < E' il segno della longe- ti regala tanti colori. Come vano sul faro. E fu anche le ed esso sarebbe spanto c~rre acc~rgers1. per !se~- no ~asser?tt~. -i:ier la ..sala _s1 zadr,a m un altro ppdere. ·t. _ - _ _ accadeva laggiù. quando un buon Natale per me. per sempre. p10, che piangere non e vtl- sentiva b1sb1ghare: Italia, ecco tutto. Il Fattore e sem. ;~l~ de/~~:rv:mici ~in:~. Malaparte era in ospedale. mi raggiunse un'. tel~g!am- < Feci com~. di<;evano. I tà. ma~canza di forza d'ani: ltali.e, rtalia. Italie. Italia"; pre_lo st esso. sempre quellf' Non e soltanto una scara- vicino il fiume azzurro. Cor- ma molto bello: il m101stro quattro ba~bin1 m_1osserva: mo. Piangere è un atto d1 si passavano incuriositi e Cosi se ne vanno ~on a manzia. e un conforto. Un reva il novembre, eppure la Tambroni aveva stanziato vano att~nll. g;rav1. S~rulla~ coraggio. Non aver ver~o- affascinati la parola nuova zappa sulle_ spalle. pesso, aiuto per il caso che uno luce aveva i toni delicati un _milion~ per il_N_at_ale_su~ c<;>n IE; dita nei vasetti ed . 1 ina delle proprie lacrime F'inchè, da un aniolo della per un_C?scrittore, la penna debba andarsene. Si può con. della primavera. Lo stesso fari. per I bambm1 1tahant ptCC(!h ~u~sur:arono soddi- quando il pianto e puro e platea. non sì alzò un bam- pes~ p,u della zappa. Ce n4: tinuare a vivere anche dal- accadeva sotto Natale. Mala- che vivevano su pochi palmi .5fatt\. S1 mc~maron<;> anca• . d 1 1 andiamo col nost~o arnese di l'altra parte, nel nuovo cam- parte, però, non era più sol- di terra, lontani da tutti gli ra, ripresero 1 vasetti. e ~O· viene a cuore, avere a boccio. con la mano levata lavoro. Anshe_ d1 là trave- po assegnatoci dal Fattore. levato da quella luce gen- altri bambini delle città e po_ es~ers 1 nuovan:iente 1~- consape~olezza della nostr~ Si fece silenzio. E il cinesi– r~mo un po di terra da col- Sarà un vivere più difficile, tile. delle campagne. Fu_un buon chm~t1 andar~no via. S<;>dd1-commo_z1one. è ~n. atto d1 no disse: "Io lo so•·. Silen– tivar~ >. ma forse meno faticoso. Per- < Avevo promesso ai bam- ~atale, anche se f!11 t:ovavo sfatti .. Cami:n,mav~no p1a~o. cora~~,o e d1 um1lta. Spe~so zio. Poi. questa volta in ita- Oppu~e diceva:_< S?i co- che_ viver b~ne è ab~astanza bini dei fari _ spiegava -. m ?spedale. e I ltalta era att~nti c~_e I pesci no~ iu1z: e troppo_ a _lun,e:o confond1a- liana. manj?"iandosi la erre. me si dice Morte m cinese? facile. c1 riescono in trop- ai fij?"li dei guardiani dei dall altra parte del r:nondo. zas:.ero ' 1 3.· perchè bisog~a mo la d1g01tà con la super- il bambino cinese. gli occhi Si dice con un suono im- pi. Il difficile è morire bene. fari che o}?ni notte s'accen- Anche se il dol<;ire m! rode- va versarli nel J!~ 3nd e fiu- bia. o. piangere non è ver- felici. disse forte: ., Loma, provviso, un sussurro dolce A me sarebbe sempre 'pia- dono in Italia. che gli avrei va le ossa e mi togh_eva t1 me t 11 j 2 u{rot che t avreb~e go~na. E fa bene. A volte è Clisto ". Roma, Cristo, que- e immediato. Morte. in cine- ciuto riuscire nelle cose fa- fatto fare un buon Natale. sc:,0 !1°- ~n ~a tale con I bam- pori at\· 00 ano. oro e a \o stesso che preiare. sto disse il bambino cinese se, ha lo stesso suoQo del cili. _M_an~r 11_1i è ma~ s~ato Avevo scritto su Battibecc!'.) bitb~::;:/ ~-e! fanalista ci- ma a ia > e Ero a Pechino e una se• ed io mi misi a pianiere SS1.eF'~rseq~~~t~~- pronuue;~f~ gi°c,s;~b;~~-pp~ 1 1! its~ i;;i 1 tlì~Tt ~i!i ~~~i;~ib!~~!~t~t't! sr::;, 1 : nese vollero ringraziare Ma- Un altro ~iorno. nella sua r.~ espressi il_ de~i_derio al- Piangevo e ripetevo come bene, ma laggiù. ~n Cina. E costa fatica. alle volte. ore insidiati dalle serpi. sen- ::r.a~r-di~~i usd~r:tit~;: ru~~ d~il:a·c lta~!tri~ !~r!? ~i:~z [ mterprete d1 as~Jstere .a~ ~ri~~ .~~i?~~~:~~~~ia~:o;:; ~;i()v~ i:;;g3~~~ 0 3 rt~, 1 r1°sg,roE Tanta >. d~ ~it::1°~!~e~;edf ;.?;;;J~ to allej?ro - raccontava Ma- di ~uerra. Ogni tanto_ i _2ior- ~~~ b:~~\~~~ 1 ~n~~m~:.b~~~ come se preiassi >. sai perche è lo stesso che . in Italia per il Natale. ma laparte - sono i quattro :1a! 1 ~edono alle not_iz_ie ed no molto bravi, forse quan- • • • dire quattro? Perche è il se- ta P~f~r,va.z!,3 ~u~~ sdorza- ero ancora in ospedale. Mi ~~ms~\~\a~~L f~~~ge~d~irdi lat~~~'t'/ 0 ~~a dr:t':;~~~ic~,:;1;; do cantano. a volte, la voce Quando Malaparte raccon- ~j~ id~~~t~~~t~a~rnlln e~~~= p_r.ezz:rl~ai~ c'ìn~ e 0 c~si ~~= ?~;r.i~~~ri ft~ir~r~~i~!/~ oersona i loro rin,1?raziamen- tra.scorso una notte cattiv_a, e un po' ~spra. ~a recitano tò l'episodio non era più tino sopra, uno sotto. due siderava che nella su? stan- i bambini non biso~na delu- ti. Oh come mi battev~'l il Gli accadev? ~empre pm e _ball_ano iTl mamera straor- nella camera 34. lo avevano ai lati. Gli angoli di un oic. za. non entrasse r:ia1_ gran darli>. Perciò era triste. di cuore_ diceva Curzio il• -:oess<;>,ormai. d1 non poter -:!mari~. _Raccontano f~vole e trasferito> al 32. Stava colo rombo. La morte: SSS. c~1iarore. Un P0f!1eri~g10, pe 7 cattivo umore. neanche la luminandosi tutto del ricor- dormire a causa ~fol dol_ore merav1ghose. Qua~do si ac- molto male e lo sapeva. Il il numero quattro: dissi un ro, _volle che gh sp~Jar:icass1 buona luce che filtrava dal- do - era di nuovo prima- che se lo f:lan,1?1_ava.vivo. cese la luce, nell'mtervallo. dolore 10· corrodeva. ma sta– giorno a un missionario cat- la fmes_tra. 11. pomeriggio de~ la finestra riusciva a dar)?"li vera. F.ntrarono in fila. Solo ~I _mattmo riu~civa ad nessuno del pubblico uscì va attento a non far pesare tolico, incontrato a Pechino. ! 3 E, 3 ~~ 1 ;~~- ~\ce 3v;r/~~t1f~~~ sollievo. ava_nti il più_ piccolo. un_ ma- ~sso~irs1. lm1;>rovvisamente da!,la sai~. Rimanemmo an- troppo la sua infermità su come fosse lo stesso che fare stra ed è primavera. Lascia- fl direttore dell'ospedale s~h1etto. poi la femmmuc- :.orr1~e. certo ricordava Qual- eh io e I interprete. alcuno. Aveva enorme ri– il segno della croce. Se ne mola entrare. le basta un gli domandò cosa mai aves• eia. un ~ltro. maschi_etto _; cosa. . . < Ora tutti mi guardava- spetto dei medici,-delle suo– era accorto. ci aveva mai momento ... Adesso richiudi se. < Avete perduto la sere- una bambina. la sorellina om e Sapete cosa _mi disse ~na no. Il teatro era pieno d1 re, della pena deJ?li amici. pensato? pure. Anche se si chiude la nità •· osservò. Malaparte grande. Li accompagnava la v?lta un vecchio contadmo bambini. ma c'erano pure O,l?ni tanto trovava persino < Il missionario rispose di fines~ra è primavera_ lo stes- gli disse dei bambini e lui m~~re. S'erano messi il ve- cm:se? La_ ~uerra ."?n ci jegli adulti, tecnici russi. la forza di sorridere. di ti• S d. f gl' di carta so. E entrata. ç>rma_1,se toc. sorrise: < Anche qui ci sono st1tmo bono. erano tirati a sara perche i bambini non Per i bambini cinesi stra- rarla in burletta. Per esem- :i~na~ i lp~~tiii. :oi li unii c~im~uva~~isè, nee1i?:::av3:a~ dei bambini - rispose -:-- luci~o. ben _Peltin~ti.. ?Ii voali~no. St:aordìrfario. Un nier_~ è. s_in?nimo di russo oio: « M'hanno portato m uue~ con un tratto di matita. uno ~ertutto. Nell'acqua. cte come quelli che dite voi: sf~vtllavan ,1i _occ~1. Si_ m- vecchio s~gg10 >. E ~alapa~~ l p1~ v1c1~~ a me avevano sta stanza - diceva - per– dall'alto in basso, raltro da verso nel bicchiere. Bevo la Sono auattro. i fhz\i d,~1 chinarono ed 1~ risposi al te socch1ude~a eh occh1. ,~ntito eh io parlavo con :hé è quasi di fronte all'a• sinistra a destra. Avevo di• primavera nell'acqua. In un guardiano del faro eh~ sta loro saluto cosi :ome oo- < ~ert_o. _s,e s_t pens~ss_e un I mterp:ete in . una lingua :;censore. Faranno più ìn segnato una croce. Morte. sor_so d'acqua appena. E' in mezzo al _grande_ fiume: !evo. Oh ro_m~ ~~ b~tt~va oo d1 p1_u a1 bamb1n1. nel ~con_osc1uta: 1\11 ~uardava- fretta a portar via un tipo . SSS in cinese· il cosi.. l?otreste far loro dei re~alt ti cuore. Poi tl piu ptcctno mondo. d1 ,l?uerre non se ne no, 1 bambm1, e pian piano ingombrante come il Mala. ;e~~r~lla croce. Il mis~io- Quand'era la,R:,e:iù. in e;- p~r il ata(e. Son? i fi,e;lioli mi ringraziò per t_ut_tie _an- farebber~ oiù. I bamb~m so- avevano_ fatto cerc-hio att,?r• oarte >. nario mi guardava. Mi pre- na. in quell'ospedale vicino d un gua:dian? _d1 far~. co- cora una volt~. s1 inch_ma- no la vita e al~a vita la no a 001 due, a _me ~ all tn'. ~ò di rifarlo ancora. al fiume azzurro, gli acca- m_equegli altn. I vostn. Che rono. Ed a~c~ io cerca, di e:u~rra non può _piacere per ·erprete. Un ptccolmo m1 Prima di morire ha avu- < Ed io segnai di nuovo deva sovente di pensare al- d~fferenza passa tra un bam- r~r! 0 nel mi,e:lior modo P0S- che la gue~ra diSlruj?ge. La orese la mano e me la ca- to un gesto di saluto con \a i quattro pun(i. Uno. due. la primavera. Nell'aria c'era b~no ~ u~ altro, ~ra un bam- ~!bile. Anche loro avevano guerra_ fa ~iange~e. La _guer- rezzava domandando~i qual- mano. Addio vita. Due ore, tre, quattro. Tracciai i se- un soave color di rosa. rac- bino italla~o o cmese o rus: ~~alcosa per me, tradusse r~ uccide I buoni sent1men: cosa con la sua vocma can- ormai. egli non parlava pìù ,gni di congiunzione. Piano. contava Malaparte. Erano le so o _a~enc~no? Sono tutti I Interprete>. . . . li. La g_uerra amma~za gli tante. •· Non sei russo tu. con quelli che rimanevano. L . da a Guardava me persiane alla finestra a far bambm: ed e sempre Nata- Erano due vasetti m cui ;nnocent~- E le. st ragi de,l?il non sei russo tu?". doman Aveva cominciato il suo hui ~~~~a:~ la croce e in- rosa la luce. Ed anche ver- le>. Malaparte rin,1?raziò il guizzavano due pesciolini. Li innocenti non risolvono ma· lava il bambino. Non saoe- e:rande viag~io. Con il se- ~aito \i setnava. "In nome de e grigia. O azzurro ve- direttore_ dell'osped~le. . '1_vevano pescati nel gran?e nulla. Come le guerre•· vo cosa_ rispondere. l'i~ter, ,mo della \oneevità sul pet- d 1 p dre diceva , del lato d'argento. Come l'azzur- < Avrei cercato d1 allieta- fiume che va lontano. spie- orete mi e:uardava sornden to. e una ,!?rande fede, F7 rofo dello Spirito San. ro della Montagnola e l'ar. re il Natale dei bambini di ,i.?arono. Malaparte avrebbe Parlava spesso della mor- do, incora,!!~iandomi. Dissi dt dentro. ~~- 1 E;a un bravo missio- gento degli ulivi di Poggi- quel fanalista cinese sul fìu. dovuto immergere le dita te e dei bambini. Come a no, che non ero russo, chis• IGOR MA!'il e gli allori * "Gli uomini ~eri, scrive il éacour, l!iornal1 dovrebbero volf!ere in ridi– colo questi vati che senza ,,vere I' ,n. gegno di Tirteo /ugr!;ono come lui,, * rii A Ll•Q.I SO G.4.1'1 (J Il famoso inno di Garibaldi non piaceva nemmeno a GaMbaldi. Allora, a quali vicende deve la sua PO polarità? La risposta non può che essere storica. Fu 1 1 • stesso Garibaldi, Il I !:f dicembre 1858, a ch!edere ., poeta Luigi Mercantinl di Improvvisare un inn0- L' .o no, musicato dal maestro Olivieri. fu provato a G– nova. in casa di Gabriele Camozzt la sera del 31 del.i,, s1esso mese. lOggi tutti ricordano il nome del \1er-:~ ,. tini: lt nome del musicista Alessio Olivieri è cad•1t • nell'oblio e forse non fu nemmeno sulla bocca de, contemporanei. Le parole hanno contato più della musica che le ha fatto vivere. Ingiustizia degli inni, Chiusa la parentesi, vogliamo ricordare che fu pe. primo Cavour a dare una brutta guardataccia. di so– pra le mezze lunette che portava agli occhi. al povere.. inno che tentava di farsi largo nena città dove era stato in fretta e furia scritto e cantato. Ecco la lettera che Cavour scrisse a\ Prefetto J• Genova: • Il Ministro sottoscritto ringrazia Il signot Intendente Generale della comunicazione fatta del– la canzone che si vorrebbe cantare in ~nova. A que– st'uopo lo scrlvente invita lo stesso Intendente Gene• rale a cogliere tutte le occasioni per far capi:-e agli uomini del partito nazionale. che deUe canzoni per liberare l'ltalia ce ne sono già in numero soverchio. che quindi il Ministero le considera in ('hi le fa <"Om~ indizio che non con I fatti ma con 1 e vane carole intende giovare alla causa nazionale. Gli uomini ~ri. i iiornali dovrebbero ·volgere in ridicolo questi vati che senza avere l'ingegno di Tirteo fuggono come lui». E', indubbiamente. una lezione di realismo politi– co, anche se data con risentimento cosi marcato da suggerire il sospetto che proprio il nome di Garibaldi era quello che più dispiaceva al ministro. preoCC'll– pato degli 1J irregolari 11 e delle av\'enture.. Si era nel 1859 e bisognava arrivare nel '67, a ~1entana perchè l'inno ricevesse il battesimo in quella triste eior• nata. Vale per questo la testimonianza di uno scrit– tore, in via di giusta dimenticanza. oggi. ma popolare fino a ieri l'altro. Nel suo e Garibaldi alle porte di Ro– ma» cl ha lasciato scritto: • L'ordine del giorno porta che noi del secondo battagl.ione genovese marceremo in avanguardia e il primo battaglione in fiancheg– giatori. Con noi è un battaglione di milanesi, colon– nello Missori. Co31 disposti ci mettlamo in camm:ro. e dopo forse mezz'ora giungiamo alle p~ case di Mentana, accolti dall'inno Si 3COPT0n te tombe. suo– nato dalle fanfare del colonnello Frigèsy. Quella mu– sica piace poco: ad un illustre am:ico mio. che passa in quel punt.o a cavallo, non piace affatto. Per lui essa è di alaugurio n n avendo avuto il battetimo del fuoco. Infatti, sconosciuta dai volontari. quando già era finita la campagna del '59, non tu suonata in Sicilia nè sul Volturno. nè in-Tirolo; non si è udita mai, se non nelle città, nei teatri nelle piazze. Ga:-i– baldi poi. ama meglio la Manig,lie$e a cui çengono subito appresso nella sua simpatia Fratelli d'Italia e poi un inno di Rossetti. Minaccioso l'arcangel di nuer~ ra che i suoi legionari cantavano nel '49 a Roma e a Velletri». Come si vede, per altre V'ie, che e.rano del sentì. mento e non della fredda ragione, anche Garibaldi fi– niva col far suo l'apprezzamento del Cavour, ri"fi. dando come lu.1 degli inni • a uso cittadino• che non servivano a fare la guerra, Non bastava l'intimazione del ritornello « Va fuori d'Italia, va tu.or\ o 5tr? ... '"r... D Con le armi e col giuoco politici quello straniero bi• sognava cacciarlo. Bisognava andare. come invitava più propriamente la Marsigliese. con parole che qua.i r~gazzi della patria potevano intendere. senza peso di allori e di elmi- Garibaldj a,eva ragione di volersela sentire cantare intorno. Poi l'Italia fu piena di inni a uso cittadino. E neSSUn Cavour ha mai scritto a un Prefetto invitan– dolo a usare la ragione per con,incere i parolieri a sta:- zitti. (Per la verità, ci provò Nitt:i a modo S'UO E gli caddero addosso mura, archi., colonne e mu,a· cri). Non c'è speranza che le mu_ce pat.riottiche tac-– ciano e che gli elmi, le spade e gli allori sian messi in soffitta. « 1\1.isembra che siete rimasti sempre gU stessi I). rispose, non senza maliz.ia, come lu.1 stesso ne dette conto su un settimanale, Curzio 1'.falaparte a un gior• nalista tedesco. « Anche voi italiani siete sempre gU stessi» ribattè sorridèndo l'interlocutore. Gli stessi, di quando? Certo, la vecchia Europa è minacciata dalle so!fitte. In Vita mia. e in diverse c!ttà, ·ho conosciuto almeno cinque donne, e.""t bellis– sune. ex form.osissime, ex dignitarie della propria avvenenza, che avevano posato per un'« Italia.,, da monumento, da medaglia o da nichelino, Una signora dalle lunghe trecce che sento anrora cantare sotto le finestre della mia infanzia. con la mano pingue sullo scollo del seno. diceva sempre m memoria di sè: «Ma l'Italia. l'Italia è una bel1a don– na che piace tanto agli stranieri». Era pura, v;rtuosa, aveva Posato per l'autore d:i un monumento patriottico e funerario nella città di S. Un vice-prefetto l'ave,·a amata con molta leggenda e con PoCa fortuna. Sotto 17 finestre de.ila mla infanzia canta a volte, tra voca– h~i e gorgheggi che le davan smanie di gioventù. Si scopron le tombe, impegnandosi. rauca, di gola, a buttar fuori lo straniero c~ a·vrebbe cosi ,·olentieri trattenuto tra le sue braccia. Lo seppi più tardi. Era un'egiziana. signora senza marito, vedova senza morto, senza medaglione e sen– za ritratto. A che scoprire le tombe, se tutte le vene– rande pettegole della città di S. ogni giorno le scopri• ,ano gli altarinj e volentieri le avrebbero tagliato le trecce con le stesse forbici con cui le tagliavano i pano.i? No. non poteva essere sconfitta o soltanto me55-a !n difficoltà. E' una • vittoria ll nata, dicevano da 11:1-tendJtori i vecclti galanti della territoriale patriot– tica, Le mancavano soltanto le ali. Non le aveva mai a\'ute o le erano state •tarpate» come si diceva allo– ra? A buon conto. madame canterina, verso sera uscen– do al balcone alzava le belle e omeriche braccia. ~i~bt~:i~%° aro~:_' peda3ando l'aria col piccolo ALFONSO GATTO
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