la Fiera Letteraria - XII - n. 22 - 2 giugno 1957

LAFIERA LETTERAR Anno XII . N. 22 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELL ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 2 giugno 1957 SI PUBBLICA LA UOMENICA Uiretfore ·vtNCENZO CARDARELLI QUESTO NUM'EHO L. <,O DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE: ROMA - Via dl Porta Castello, l::I - Telefoni: Redazione 555.4.87 - AmmlnisLr. 555.158- PUBBLlCITA': Ammlnistr.:" LA 1n~RA LETTERA HlA• - V. di Porta Castello, 13 - Roma - TAR.: Commerciali L. 15 0 Editorlall L. 80 al mm. - ABBQNAMENTJ Annuo L 2 700 - Semestre L. 1.4~0 - Trimestre L. 750 . Estero: Anno L. 4.000 - Copia arretrata L. 100 - Spedizione in conto cnr rente postale (Gruppo 11) - Conto corrente postale 1/31426 « L'IMPORTANZA DELLA POESIA » * PARADIGMI vecchi e nuovi * Anche la poesia ha rispecchiato situazioni e ragioni - tunane, morali, 'politiche, so– ciali - di un tempo difficile, interpre• tando tendenze e motivi, aspirazioni e - sconforti, cioè le ragioni e i risultati più intimi di una crisi non soltanto individuale * di ELIO FILIPPO ACCROCCA A gettare un altro sasso luglio 1950 sul Tempo (« Nu– nella piccionaia dei giov-ani vole sul Parnaso,), elenco che poeti è stato un recente ar- all'incirca ripeteva in un al– ticolo di Carlo Salinari sul tro articolo del 28 novembre Joll: "Veduta di Piazza. del Popolo" - Galleda a Zodiaco~. Roma) CJlONACHE BEL PIACERE * Domani silenzi * L'uomo interplanetario ritroverà con virile pazienza la misura delle pic– cole cose, dei piecoli gesti, l' esten– sione della sua ealma morale * di ALfi'Ql~SQ ~A TTQ ~or;i~:O~l:~~~ dedeWama~~~~ ;/ ~if~:~~~~no~ i~:ar~~~~~t ----------------------------------------------------, Nella mia piccola 'città, ch'era una città di car– rozzelle - la via stessa ove ho passato dieci anni d'infanzia si chiama in dlaletto e: galesse,. ch'è solo una corruzione di calesse - tutti gli autisti di piazza sono ex cocchieri che vendettero al momento della crisi legno e cavallo per comprare, spesso in coope– rative, le prime 509. Questo credo sia successo non solo a Salerno, ma in tutte le città d'Itaha, grandi e piccine. Così, nello stesso tempo, un poco prima o un poco do~, anche i \lecchi signori, passando ai figli le redini del patrimonio, si videro - è proprio il caso di dire - messi :.n berlina, affacciati dietro i vetri delle « Lancia,. Anche i battesimi, gli spon– sali, i funerali s'affidarono all'ebrietà delle nuove carrozze che andavano da sole, sussultando al primo giro di manovella. sia,). Chi se lo sarebbe ·aspet-, pochi nomi in confronto al tato? centinaio d'oggi (Arcangeli, Anzi i 5assi sono Gtati due Bassani, Budigna, Fortini, Gi– se si c'onsidera anche l'inter- glfo, Guidacci, Lucchese, Lui– vento di Dario Puccini sulla si, Santilli Scotellaro e il stessa rivista, dal titolo sottoscritto), nomi che poi, e: Questi dieci anni,. con l'andar degli anni, sono Di tanto in tanto viene du:1- aumentati, ma quel primo que data una botta al cerchio nuc~eo_ è sint~matico ... e un'altra all-a botte O botti- _D1re1 che 11 vero \< 12ara– cella dell'ultima poesia, di d!gma (ecc? un-a parol3: re– quella e: giovane, per inten- vinata ~alluso) _d'7ll_ag1ov~– derci e non «nuova, come ne _Poesia, ha m1z10 da h. è solitamente - ed erronea- Ciascuno, n8:turalmente, .ha mente - chiamata quella fatto la pr~pr1a strada e m-,., degli ultimi dieci quindici tende contmuare a percor- anni prodotta dai poeti e: nuo- rerla _(quandç, può) secondo le vi, in senso anagrafico. proprie poss1bilità. Mo_lte so- Nuova racchiude. volonta- no le _strade della poesia, non f!~1ionten~i no~o~fri~~ d~~f; g: :~:itseto~-ftos~;~~~f~.s~re:~ poesia precedente, ,e ad ana- q~este ~tra~~ e~ s1 pu~ cam– lizzare gran parte della e: gio- mm.are. rn p1u ~ uno. E bel.lo , vane poesia, ci si accorge anzi, d1 .tanto m tanto un tI?,– che di innovazione in senso cont.ro sta 'PUre fu~ace. e « di– assoluto non si PlJÒ veramen- sam1.chevole,, c?m è d1 moda ·:~ ~!~::~i:roon i~~~~~la~tf{u; a_I J~or;~ ~r~gl:io una cer~ meno che non si prenda in lmea d1 svolgime_nto e: ston– consfderazione certa verseg- ca-, , o .. <i: neoreahsta , dev~ g!ata.ggine di mediocre 0 di esse~e uco.noscluta. allora s1 nessun impegno qualitativo. d~v1~.considerar~, secondo u.n chfa%~~è•n!l~~~a, a~c::~:i~: ~~t~r~rte cri~r~l~tl~Oep~~~e ni~ poesia del dopoguerra non buona fede (1_n. attes~ che appartenen.te ai più giovan.i: ~:~lo~~~, P~~~\11~ateli~~amti~! Ungaretti,. Montale, Quaia_ congiunge i testi di Matacot– mod~, De L1b~ro, Gatto, Ca_ ta e Fortini a quelli di Bas– p~om e Sereni hanno obbe sani, Scotellaro, Vivaldi, Fio- eil~ dt~;~P\ 0 ~ 0 di\ec;u:e~tr ~-T~o1~!~~linha~ii! ~~Ta~6t: n_ dolore, !'inisterre, . Con il sul Paese del 21 maggio): Fi– pied~ straniero sopra it cuore sarmonica rossa del '45, Fo– e Giorno dopo giorno, Ban- giio di via del '46, Portonac– c~~tto, IL capo suita ?1-ev~, L:e eia del '49 e Un'altra libertd biciclette e I lamenti, Diarto (compr'endente Te lttcis ante <I;' Algeria sono opere di .e: poe:- del '47), Ode all'Europa, E' sia _nu~,va ,, ~egate .c.1oè -~ fatto giorno, Ero nato sui ma.– passioni a fatti e sent 1menti ri det tonno Le ceneri, di di ~n tempo aperto a. dram- Gramsci, ecc.,' opere' che sono matiche e pauros~ novità. . seguite a quelle prime (sa- An~~e la poesia, alla J?ari rebbe interessante pP.rò ri– de! c~nema ~ del!~ nar:at~va, cercarne le date di pubbli• ha .rispecchiato situaZ1~m : cazione su riviste), opere di :r::3~1001 - !-l~a~, n:i,orah, ~- guastatori come dice Salinari. llhc~e,. 5_ocia_h di un te _ di poeti che hanno svolto un P~ d1fflcll~\ rnterpr7ta nd o c<?_preciso e impegnato lavoro s1, forse piu e me~llo_ eh~ n_ei (sul fi.lo di una e: linea sto– le altre espr:s~iom . d a_rte: rica., oggi resuscitata), e lo tendenze f: m?t 1v 1, aspir.az 1 ? 01 hanno 5volto con serietà met· r :i~ 0 uli~U\~ 0 tnirm~a~\ 0 n~n: ten~o n_ero su b~anc~ in que- c: crisi, non soltanto indivi- st_o rnµ1at_o mestie_re. un nero duale, e chi nega questa real- d~ sohtudme, 3:ssa1spesso,. sul tà non fa opera critica ma di bia,nco della m~o~prensione confusione. qu~'!-do non add1~·ittura della Da molto si vanno ripe- S?~d1tà calcolata, anche po- tendo queste cose che non do- htic:3-ment~ calcola~a. . . vrebbero suscitare alcun rl- Rlsul~h mod7s~ 1 , h ch1a- sentimento, anzi. ma Dar1? Puc~1m. E allor~ Giovane po·esia, dunque, una cons1d~r~z1one va fatta: quella che negli ultimi anni soi:-io .. Quelli. _m.gran .parte, _1 ha incontrato (com'è ·norma~e Prlf!ll testi d1 giovani autori: e in certo senso anche utile te st . 1 ,. comunq~e, che molte ~he avvenga) non poche i;li'f- rad1c1 hann'? m c?m1;1ne con ficoltà non solo ad essere ap- le opere dei poeti d1 prece- prezzata nei casi di miglior I ELIO F. ACCROCCA risultato, ma addirittura ad essere riconosciuta nella sua esistenza. Lasci-amo stare certe mal– riposte apprensioni: nessuno -intende jntaccare quelli che sono i meriti delle precedenti (Contlnua a pagina 2) 1ll(JDEl~A HA ONORA'l'O ADOLFO JTENTlJIU * UN PATBIABCA DELL'ARTE ITALIANA di Era un giorno verde, il 18 maggio di quest'anno, a Modena, come il giorno di cui favoleggia Antonio Delfini nelle pa– giRe aggiunte al Ricordo deHa Hasca, certo le più belle, allegre e amare, scritte sulla città che ci ospitava, correndo il centesimo anniversario della nascita di Adolfo Venturi, suo .grande figlio. Noi vi ~~ri~~;fon;i, f:n~~:~o;\cit%~~ c~~a:;i: var,vi, ma l'unico possibile per non sen– tirsi poi, nel corso delle cerimonie, troppo ministeriali o quasi in visita gradita al lontano Nord, alla patria de)lo zampone e del lambrusco. La sera prima dunque eravamo capitati a Parma sulle nove. che non c'era quasi nessuno per le strade, così da poterle popolare con la fantasia di chi si voleva, specie di coloro che non ci sono più e l'animavano in sere come queste un po' prima un po' dopo, vent'anni fa. Ma in piazza avevo trovato degli amici vivi, eravamo andati a cenare in collina• così il giorno appresso, quel 18 maggio verde, a Modena, giungemmo con la bocca rifatta sul lambrusco. quello un po' meno chiaro, spurio ma buono di Sal:i Baganza, e gli o-echi riabituati alla luce dell'Emilia, gli orecchi di nuovo assuefatti alle sue varie ma concordi cadenze. Dopo poco più di mezz'ora di treno cosa ci poteva essere di più piacevole che por– tarsi dalla città-madre a una città-cugina. e trovarla linda, netta, austriaca. dalle parti del-l'Istituto d'Arte. con la sua 1:e– sta 1.ln po' segreta. come lo sono sempre le• feSte· 0elle cultura nelle nostre provin· cie, ·se Dio vuole, « eminentemente agr,i– cole »? .All'Istitµto d~Arte, dunque. a mez– za ~mattina, venne .. scoperto un busto ad Adolfo Venturi, çhè• nella scùqla st"udiò verso il 1870. do"po che già vi" era passata il padre. · Nel' bell'edificio neoclassico H .giovane predèstinato ·a ·vedere tante, infinite opere · d'art"e, dovette allora. accontentarsi delle copie in gesso di famdsi, quanto remoti.' capolavori _greco-romani. . Oggi, sempre più remoti e polverosi, i calchi antichi sono. sefninasco·sti dài festosi carteUoni dene: reI!liche che gli allievi di Spazzapan fanne. della .Ratience di Braque e d'alt"ri vivaci ve55illi dena pittura modem'a .. Gli * A'.l'TJLJO DIUCTOl,,UCCI scultori apprendisti ripetono ·invece con grazia i vescovi di Manzù. Erano tutti presenti, ragazzi e ragazze dei vari corsi, durante la visita: ti.vevano l'aria un po' eccitata un po' ironica e appena paurosa, che gli scolari prendono sempre durante le ispezioni, e la nostra era una grande ispezione benevola, comunque un'occasio- ne di festa. , . ' In una gran sala dei piani superiori ci aspettavano, però senza la presenza degli autori, morti o viventi ma dispersi, opere di ex-allievi, da Adeodato Malatesta, vis– suta per tutto il secolo scorso, a Gaetano Bellei, la cui Annunci.azione stranamente preraffaellita e il cui bozzetto della Rispa sono cose che/ si ricordano. a Graziosi e Forghieri, a Semeghini (si. Pio Semeghini veniva qui da Mantova) a Vellani Marchi. a Carlo Mattioli; a Pompeo Vecchiati. Di Vecchiati la Galleria della Saletta, che sta nel mezzanino dell'antico e rinnovato fuor che nella bellissima insegna Caffè Nazio– na'le. espone una quindicina di pitture ai margini dell'astrattismo, fonse una varian- }~s~~bt~~Ìo;ee~~- sh~~~s~~u~e\en~~:~t~r:i vento e i papaveri, i greti e i fiori sui greti di 'Vecchiati sono stati un felice saluto della campagna modenese, in una metrica ancora f.resc-a, per quanto i troppi che vi si provano senza immaginazione minaccino di farl8. appassire rapidamente. Al Nazionale ci si poteva p'rendere un aperitivo, dopo la sobria 'commemorazio– ne ufficiale di Adolfo Venturi, tenuta al Teatro Municipale dal Pro<f. De An– gelis d'Ossat in una cerimonia non pe– sante, come rion pesante anche se sostan- , zioso fu il pranzo da Fini, col vinello eh iato e profumato (di violetta,, dice H mo"denese assente Paolo Monelli) che vie– De da Sorbara, qua vicino. Era·importante non appesantirsi troppo, perchè alle quattr:o, alla Galleria Estense doveva essei:ci 1o scoprimento della lapi– de dettata da Toesca, l'altro pioniere del– la storia d'ell'Arte Italiana, e l'inaugura– zione della Mo·stra Bibliografico-Docu– mentaria Venturiana. Che è una Mostra di grande .interes.se . ·preparata con intel– ligenza e dottrina e gusto rari dalla So– vrai'nfondente, Augustina Ghidiglia Quin- tavalle. Le vecchie fotografie, i taccuini pieni di figure, gli estratti minimi e i grandi volumi, ordinati in tre sale della Pinacoteca, sotto gli occhi dei personaggi colorati che s'accoJnpagnarono al patriar– ca Adolfo Venturi nei primi metri (è pro– prio il caso di dirlo) del suo lunghissimo viaggio, ci danno un'idea precisa del la– voro immenso compiuto dal maestro, con la parola e con l'azione, per l'arte italiana. E ai libri. ai documenti è aggiunta un'an– tologia di brani venturiani accompagnati da fotografie di opere cui i brani stessi si riferiscono. E' stata. questa, un'ottima idea per rinfrescarci sull'impetuosa, <e ver– diana» natura dello stile di Adolfo Ven– turi, uno uomo, non dimentichiamolo, . formatosi appunto in generosa aura po– stromantica, seppure aggiornatosi poi sem· pre con sorprendente prontezza. Sentite' questo suo Cosmè Tura: « ... In tutta l'irta modellatura vi è una ferrea volontà di ricerche, un senso naturalistico profondo e sincero; nel colorilo smaltato. nella vigoria dei torsi s) sep.te che F;errara attingeva a Venezia fonte del colore. E a Venezia Cosmè ·Tura arrivò passando dalla scuola di Padova, nei .giorni in cui scolari dello Squarciane si disseminarono per l'Italia: e dovette vedere l'Ancona del Bellini. Tutta l'arte spirava leonina ga– gliardia nella valle padana, e sopra essa come gigante troneggiava Andrea Man– tegna )). Una buona occasione, lette queste righe, per vivificarle su uno originale del Tura, il sublime e corrusco S. Antonio da Pa– dova, era proJ)rio due Ò tre sale più in là. Ma ci perdonino e Tura e Ferrara., Venturi ci ha già perdonati di certo. se incontratici prima, d'arrivarv,i nella Ma– donna Campolii (oh. gioventù smagrita, affinata dalla precoce maternità) ci siamo riinnamorati perdutamente della ,pittura del nostro Correggio. Ci siamo seduti e siamo caduti, davanti ai suoi •viola e az– zurri ombrati, in una sorta di sonno! ipno– tico che non tollerò altro seguito che il dorato, ma già un po' preso dalla ·notte, viaggio di ritorno per la Emilia verso Parma. A1TILIO BER:I'OLUCCI UNO DEI PIU' COSPICUI SCRJTTORI FRANCESI * HA TENTATO IL Credo perciò che per noi testimoni del trapasso, le automobili, sia pure da trionfali usurpatrici, non abbiano inventato alle origini nessun modo di vivere e non abbiano nemmeno dato la nuova immagine del– lo spazio che gli anni plù ~ardi ci avrebbero concesso, sulla carta, direi, prima ancora che nell'esperienza: nei principii, prima ancora che negli esempi. Fu piut– tosto la radio, in quegli stessi anni, subito dopo la guerra del '15, a farci pescare negli spazi (cuffia al– l'orecchio) il dubbio di una nuova possibile identità, a presentarci tutti più o meno quali personaggi in cerca di autore, come ancora siamo. L'automobile, no. L'au– tomobile metteva in scacco uno dei più nobili animali, ma dava all'uomo l'avvio a quella breve immagina– zione avveniristica che lo muse di un'illimitat~ po– tenza spicciola di fronte al suo .e;odimento e alla sua nausea. La stessa velocità che ebbe nei nostri casalin– ghi futuristi i suoi cantori e nei fascisti del '20 e del '21 i suoi ma.na.gers medioevali, fu soltanto un azzar'do, o - come dire? - un colpo di mano. Non maturò nulla che non .tosse dannunziano e :iostalgico, nello stesso modo impettito e solenne con cui s'anda– vano autorizzando le scommesse del piccolo prudente italiano sollecitato a prender parte al gioco di po• tenza del suo Paese. · S'intende: io parlo d-a Italiano a altri italiani. Per gli Stati Uniti o, che so io, per la Germania, il di– scorso sarebbe, un altro: :na da noi l'automobile ha s:gnificato e significa tuttora, nonostante la sua pre– senza quasi ovvia nella vita di tutti i kiorni, nono– stante la sua decrepita usura quale immagine nuova, significa - dicevo - un modo di liberarct indivi– .dualmente dalla società modesta dei piccoli onesti uomini che contano i passi del cammino misurandovi le proprie forze, che contano i soldi in tasca per adeguarvi le spese che possono o non possono soste– nere: un modo esplicito e ancora offensivo di ren– dere trionfante la bestia. Per tutti gli uomini, poi, di fronte alla nuova im– magine del tempo e dello spazio che configureranno altre società, altri sistemi pol1tici e umani, credo che l'automobile sia lo stesso congegno del nostri limiti che debbono all'infinito superare se stessi, l'assurda moltiplicazione di un cavallo che col're a gara con la propria ombra. Rispetto alle strade, alle piste, al ritratto fisico e storico della terra, l'automobile pura, liberata al massimo della sua velocità, è già al di là della vita, nel regno delle ombre e della morte; men– tre il più veloce aereo a reazione, le astronavi, i satelliti artificiali e tutte le altre macchine nate da una nuova organica necessità di rapporti col tempo e con lo spazio, concepite al di là di ogni antropomor– fismo, con la scioltezza fulminea del ,pensiero dell'uo– mo, sembrano lasciare ancora più illesa la vita. Non fanno vittime. Pensa.te alla letteratura, alla nostra in particolare. Quale dimensione morale dell'uomo ha potuto 5ugge– rire l'autolllobile (una dimensione nata dal rapporto dell'uomo, del paesaggio e della macchina) al di là del colore mondano e sportivo di cui pur si nutrirono le cronache degli amori usciti dalle alcòve degli slee– ping-cars per rifugiarsi nelle «fuoriserie,? Nulla. Tentò Bontempelli, ma sparò ,invano tutti i fuochi del ALFONSO GATTO (Contin~a a pagina 2) CAPOLAVORO generazioni, e nessuno dei più giovani pensa di aver pfeso il posto di Saba Ungaretti o Montale, per i 'quali, e per gli altri che seguono, sono vi– vissimi l'affetto e la stimii, e la riconoscenza. JEilN GIONO ED IL I S4S Chi pretendesse di farlo si porrebbe fuori dell'attuale realtà poetica. · çosa, invece. desiderano, o (li GIACOiUO AN'J'ONJNI desideravano, i giovani? . . . . Il riconoscimento che anche La magg1o_re sorpresa dataci del.'.e aggiungere Pa~l Morand g1 o ~i cent'anni fa_ vig_oros1 Giunto 01ama1 in p1ena !or- monte Angelo Pardi che per contro gli austriaci di Ra- genza verso le ,proprie debo- a caval!o si appresta a var- la loro poesia •esiste. E in"fat- dalla narrativa francese dopo egh rappresenta m campo nel disegno e smallanti nei ma all'apice della sua fortuna G1ono ha come figur~ d1 pro- detzky L'amb1z1one è qu1nd1 lezze Invece Jean Giano al- care un colle alpl.Ilo per nen– ti dopo dieci quindici anni di la guerra è stato forse il rin- narrativo l'apporto più cespi- colori. G10no ha tentato deliberata- tagomsta una funz10ne iden- grande e forse una volta tan- trettanto felice di ritrovarsi trare nel natrn Piemonte e lavoro• i giovani poeti hanno novario, il presentarsi sotto c1:10della .Francia negli ultimi Di tutti il più riusci.te , ve• mente Jl capolavo~o. Già •« Le tica a quella di Fabrizio del to superiore alle forze ael pu- nel Piemonte e la Lombardia quello in cui lo si ritrova nel fatto un passo avanti: la loro un asipetto d•iverso ed inattes~ dieci _ann_1_ pe~~q1:1anto.rigl_lar• ramente magist:ale ne_lle pri- Russar~ Sl!~' le To,t »., ramai""!-Dongo pe: Stendhal, doveva r.e bravo n~ratore. Va sotto- di cent'a~ni i3: quanto il suo secondo capitolo d_e e: Le Bon• presenza, pur tra qualche re- di ~ean, Gi~no. . Mentre gl.J da glt ~c~ 1tto11 già noti prima ~e sessanta _pag;ne _ed 1mpres- zo .fra _1 p1u n.otev_oh_pubbli- p~rò contmuare la sua car- hneato subito un. fenomen~ protago~sta d1 par_tecipare a he~r Fou:. ':1- T0I'lno,. mentre ticente incertezza è stata ac- astri piu brillanti del firma- del fa~1~-1co1940. . s10nante fino all ultimo è « Un cat_1durante gli ul~1m 1 due lu- rie!'fl « Le Hussard sur le che non può sfugigre a chi complotti carbonari, alla lot- assieme a Giuseppe, il carbo– certata, non sol~nto per Je mento letterario parigino nel . AI lmsmo pa~sano di,« Col: Roi sans Div~tissem_ent »; ma stri, lo _?reannunziava. lli va- To1t »_flgur~ndo c':'me il_ pri- ha se~uito si~ dall'inizi<? la ta delle famose Cinque Gio~- naro .fratello .di latte, _.si aP: opere che hanno cominciato periodo . fra le due guerre lme » .e «.Regam », all :nfas1 per quan_te r,serye s1_possano sto meutato successo, ottenu- mo l~bro di un ciclo di ro- ev~luz10ne d1 ?ea!1 G10no nate ed !'llla guerra, Si lasci.a presta a lasC:tare la CJttà ~ a circolare e meglio Jo sarà scomparivano dal settore del oratoria d1 « Que ma. Joie de- fat-e sui particolari « Les to doveva sp:an~re l autore a manzi. scrittore. Proprio m questo andare liberamente senza rt- nottetempo diretto ver5o Mi– per le ra'ccolte intere che l'Omanzo e per prematw·a meure » e « Batailles ~.ans la Grands Chemins», «~es Ames voler far~ di PJU,. a tentare Ad alcunf anni di distanz,a rç,ma.nzo., che dovrebb~ appa- sparmi_o di banalità e luoghi l~no dove deve scoppiare la stanno per uscire (cui arride- morte come 9eorges Berna- ~ontagne » ed al beli impeto Fortes », « Le Moulrn de Po- !:I pieno l avve~tu1 a stendha- « Le Bo~heur. Fo~ » {Galh~ nre 11più l?ntano e .d1stac~a- ~omun,, . senza .temere . ~n r~volta ch7 cond~_à a-lla cac– ranno, auguriemocelo, con- nos. Pierre Dneu la Roc~elle, d1 « ~e C~ant. d~ l\'.I0n?e », Jogne » e l'ormai famos~ « Le liana con un ~omanzo ~om• n:iard ed1t. ~an~) viene ora a to ~a quel.Ji ?el. penod:o g10- istante d1 cadere _muna. v_1s10•c1ata _deçh austn_aci, ~o~o tra: sensi affermazioni e premi), Jean Giraudoux o perche at-· che d1 tutti i 11bri d1 G10no Hussard sur le Toit ~ nman• plesso degno di_ es.sere citato riprendere 11 discorso. Jean vanile volentieri enfatico ed ne oleografica d1 uomuu ed scorsi d1eci anm. D1ec1 anru ma anche per il copioso re- tirati da altri miraggi come nell'anteguerra rimane a no- gono libri notevoli dovuti ad ad un secolo _d1distanza ac- Giano ha s~ltato il fosso ed alquanto confuso nelle idee, eventi. L'eccessiva fiducia nel• molto importan•ti nella vita di pertorio di Falqui, una vera Henry de M_ontherl~nt dal strp avvis_o il più ,valido, h_a uno scrittore di. cui no? si canto a • 1:--u01enLeuwen » e ha tentato la grande avven~u- si ritrova _sotto so_tto il. Gio- le ~roprie ris~rse _nar.rativ~ lo un. uom? come An~elo Pardi e propria anagrafe (con testi, teatro, Franco1s Mauriac dal- fatto segtuto uno st.1le narrati- possono mettere m, dubbio le « La Chartreus~ de Parme ». !·a. « Le Hussard sur le Tmt » no anarchico. rustico, prntto• ha indotto a nsch1are spenco- dei quall nulla sappiamo. Sol– carta d'identità e dati 6 egna- :a polemiéa polit!ca, Ai:1dré vo ~ring~~o,_pr~ciso e possen• qualit~ di artista .. L'impeto Nell'ultimo capitol_o de _« Le m~endeva esser~ un _rom_anzo s~o semplicio_tto negli atteg- late_ avventure _trasc.~rando tanto malgra~o i1: te~po tra– Jetici) di giovani poeti, e di Malraux dal saggio 5tor1co - te non p1u ispirato da C. F. narrativo è con~nua!"Tlente H~ssar~ sur le T~1t » ee:11la; epico sur un'ep1dem1a di co- g~ament.1 ~i r:1.formatore natu- ogn~ prudenza d1ment1cando s~orso e le mev1ta~1U espe– giovanissimi in continua tHosofico sulle opere d'arte, Ramuz o da Rousseau ma sorretto da uno stile v1bran- sciava 11protagomsta, Angelo !era. "Le Bonheur Fou » vuol rista dei libri dell'anteguerra. ogni rispetto per certe regole nenze fatte da un giovanotto ascesa: a q~anto pare. la se- Jacques de Lacretelle dal pi~ttosto da Stendhal. Anzi- te, colorito adeguato al rac- Pard_i, giovane. ardei:ite co: essere un romanzo epico sulla L'ardu?' iJ"!lPl'~sa . avrebbe fondamentali dell'arte del ro- !ntrepi?o dis~osto a battersi conda edizione, prossima a viaggiare e Jacques.Chardon- che po~mi. in p:osa d:i "'.ast_ec?n~o, da .una foga anche dove· ragg1oso t_enente degli ussari g1:1erra, Q~ella del. 18~8 colle potuto r1usc1re m pieno sol- ~anzo come_ le sess~nta pa- Ln 0~1 occasione. ed a ~et– uscire, ne vedrà aumentato jl ne dalla meditazione, Jean proporzioni e_d:mtenz1~ni. di: s! 1:1vela 11~emperam~nto me- del ne di Sardegna m_entre Cmque G1or!1ate d1 ~1lano al tan~o se fosse st:3-ta condo~t~ gme del primo capitolo ~e tersi m ogni guaio lo r1tro– numero. Giano si affermava con nove!- dattico-r:nora1llst1che i hbn d1 r1dionale d1 Jean G1ono nel d_alla. Provenza, dove. s1_era ce~tro del. libro ass1~me ali-a ~on un est\emo rigor_e, se ~10~ danno _unosfortun~to esen:p10. vi~mo quale lo abbiamo la- Quanto lontano appare il lo ardore. Con Julien Green, Jean G,ono volevano essere quale la Provenza ha preso r1fug1ato dopo -un ~all1to com- pnma glonosa e,pol d.!sastro_sa 1_autore misurando 1 pericoli rra 11momento m cui s1 la- s~1-ato quasi fosse passato un rimo elenco di poeti che Fai- Marcel Aymé e Georges Si- delle .cr~nache e,d <;tana .qua- l'assoluto .s?pra~vento ~ulle plo.~to carbonaro, nvarc.ava. le çampagna. dell esermto pie- s1 ~osse. controUaJo s~vera- sci,a Angelo alla fl!).e de « Le g1orl1J) solo. ~ui fece in un articolo dell'll menon cui per n racconto si dri d1 vita provmc1ale d1 og• lontane ongml p1emontes1, Alpi per tornare nel nat10 Pie- montese d1 Re Carlo Alberto mente rifiutando ogni mdul- Hussard sur·le To1t » mentre Angelo Pardi sembra aver

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