la Fiera Letteraria - XII - n. 6 - 10 febbraio 1957

Domenica 10 febbraio 1957 LA FIERA LETTERA_R_I_A _____________________________ P_ag=-.3 CONSIDERAZIONI SUUNGENERE NAltRATIVO * A PROPOSITO del romanzopoliziesco * Il giallo si riscatta dalle meccaniche e segrete vicende a cui era costretto, e ora rischia di_ passare alla poesia * di GIACINTO SPAGNOLE'I".l'I Le osservazioni sul ro- Dine, i cuj · libri venivano ma anche le infinite impli– manzo poliziesco, che han- venduti a centinaia di mi- cazioni sociologiche e mora– no fornito a W.H. Auden glìaia di copie, - e le cui li, di cui la narrativa si gio– l'occa&ione per un saggio riduzioni_ teatrali 1 specie va. Ma limiti'amoci, per il (La parrocchia deUttuosa, della pn~a, conhnuano a momento, alla fase « stori- · di~nnf~t~~e~!/~::rs~~~::{o ~ai!si il sf~ ~ ~~rl~ 10 ~~o i~ f~a>•g:n:~!n~a~~e;~. rapporti g~i;~~fl:~ ed~ilÌ~!~\~~:.l :-i~~-= ~~it:!\e~~~~~o~t~r-~~fer~1~ qu!tl~ 0 d? D~shi!ff1~m~:~!; trebbe dire. che ~egnmo il nante . nel s~nC? d1 ques_ta poniamo, 0 di Georges Si- 1~a~t~~~~o ..:_mi~:ie~eui~e~~= ~i~;~:tri~fo~ ~~ 1 i~e fo~~~rd~ w:~~ d~ t~flr~f;~~~tl, 1 s~~~= r~casr 1 :d~pra*p-;~!\t q~i~ ~~~~ 1 ~;~1~ 1 . ~~!j ha;i~~e~~e~~ ~~~g~~j 0 dt;e ~i~~a~!{d!u! pochi scntton nostn con- to dei person3:gg1 sp~c1a1J, produzione più popolare temporanei: la corsa per ca- con una te~mc~ umvoca, della letteratura. Senza di pire e giustificare un genE;re foJ?,~endo m\rabilment~ .lo loro. l'evoluzione del roman– distantissimo dall'autenhc~ sp1r1tC?del giallo con I ca- zo giallo continuerebbe a letteratura, dotato, come si r~tten della _nostr~ ep?ca. restare segreta. e ignorata sa, di metodi tutti partic4?- S1.ideve ad e~s 1 la P1:lma fon- sul piano ufficiale: facile lari, è oggi ramificato m ~~hl~ntale _d1v1;1lg~z 1 on_e del- inchiesta, se mai. dei po– varie e .scuole_>, ognun~ del: 1 mt1ma ~1mb1~s1 eS1ftent1:tsteri, ai quali dovrà inte- 1e. qu.al_t, a d1SJ?etto d1 9gn1 fra la psicologia dell UOD"!O ressa re molto. si capisce, di prmc1p10 est~t1co,. poss1e~e contemporaneo e 13: cacc~a sapere come e perchè la ~~~;~r 1 aap:::s\~~dt!-'1a~e~o~; f~t;o;pd:s~t:iu; 0 ~ei :o~~~c;~ GIACINTO SPAGNOLE'l'Tl Orfeo Tamburi: "Finestre a Parigi" ~~n 1r:!~i~ebg~~lt~~r gees~~~ ~{~/e;~~· co ~Ì.di ~~•r_iii!'i~r~;~ (Continua a pag. 6) to, il proprio amore per so, qualcosa d1 s1m1le a c10 ---.....,----------------------------- b~]fs~f~!~ ~~~venzale o sim- ~~ir~:!e~fe~ rafnpre~er~~J~'. Questo spunto ci porta a A que~to proposito 1~ osser– delle considerazioni sulla vaz1om d1 Auden g1ui:igo11:o fortuna e sfortuna del ro- opportune a segnare 11 di- manzo giallo, a cui da tem- scrimine fra .o_pera d'~rte .e po ci avevano preparato romanzo poliziesco. Dice li :s~~~~!?t~ite, in ~~~ig;:~~~ri !~in:; oc~~;;a 4i 8 7t~i;:sèo~~~ ata letteratura ufficiale. alt.ro -esemp10 istruttivo del- Generalmente, non si at- la di fferenza tra 0.Pfi!rad'ar- iI!~~~s~e g!1u~ 0 d:1;,! 0 rttfd~: ~~e~t•~'i~~z 0 cfr~~~z~esrr d~~ gli uomini di lettere nessun htto_. 1ry.certo a cht ne vada valore d'arte, e quindi nes- attnbm.t.a la ~olpa_; non ap:– suna considerazione uff.icia- pe!}a c10 sara ch1_aro, sara le. Esso viene trattato come chta~a 8?"1;Chela mn~cenz~ j} genere infimo della lette- deg~1 altn. (Se _alla fme st ratura, roba in serie che hà vemsse a scoprire che non ~o~~~~it~u~~si8Jp~g:~~ 1 iÌ fit~~~t~u~~:n~~~~b:;~WJ~~= delitto, di lettori in serie. Lo cent.1). Nel Proces~o, al con– stesso Auden, in una e con-- ~rano, I.a colpa e .certa, e fessione » che precede il suo mc~rto 11 deh~to: 11 prota: saggio, dopo aver enunciato gomsta non s1 pro.pone di j motivi clamorosi della pro- prov~re la propria 1.nnocel'l:- ~r~~iest~as~!~~fOni a~'fiu~og;~ bf1e~ 11 gta~~hiar::1~e s~m,ios:~= ' vincono che, almeno per se1:e colpevole) ma _d1 SC(?- ~a~nz\0~Nzi!~~~f~d~.la ih;~: f:~~; 'P;l;ere~d~e~·sie~~~p:~il~~ no a che vedere con l'opera K, 1.lPr:otagomsta, è m real– d'arte ,. tà il ritratto della. persona la s:i~~ia 0 1à~ 0 ~ue~ti ~~~~~~fE ~1:nliggilit:~c~i!~ 10 ne 'ro- sin da quando il genere .Per ~ornar:e al ry.os~ r~o~– giallo-poJiziesco è nato: da dme ~1 cons1dera z10m. il ll– quando, cioè, _ lasciando bro .g1a1Jo entra ed ~sce da da parte le origine nebulose tutti gh sbarramenti_ della nel settecento - evolvendo- le~t~ratunt, senza. la~c1ar~ la ~la:tf 1 !t~~~l~:e di a~~h~g; ~~~d~~ ~~~;1 1 ~e; 1 g~~~t1i;;: o di un Hoffmann, esso cad-. z1one: la _sua pr~sen~a. neJla de sotto il dominio dei Co- mente ~e1 lettori è si mt~n– nan Doyle e dei Wallace. sa,,.ma 1sta1:1tanea.:<:fura_fir~o Facendo, magari, un piccolo all 1stant; m ~tll 1~ cr1m1- passo indietro: giacché, an- n.ale o l assass1no. v_1ene as-: che prima che apparissero s1~ur~to ~Ila gmst1~1a, né ~1 per la prima volta (sullo lu1 p1~ SI pai:la. E ~utto ht Strand Magazine, salvo er- puro giuoco d1 attenzione, d1 ~~Ir~ AeJv1!~1es leofU.S~:;: ~ ~/ l~°e~f;1:i 1;m;a~~~01'~l lock Holmes, prima ancora fini {)Sicologici, che quasi che al romanzo poliziesco mai s1 cerca di sapere come fosse data una costruzione è stata costruita la vicenda logica e pressecchè scientifl- e quando e perchè. FOrse ~~ ~l~~i,sjf~~f1od!~e~~Y!;u~ ~!Jto~id~1 ~iatig p~~;a~bjaJ: , to la fortuna di illuminarsi cercare nelle p'agme di una aU'alta fantasia creatrice di storia letterar"ia notizie di Stevenson (The strange Ca- queste cose? ie d~{ 1~i~Y.zzcg:~1:rPr~~~~ co~e ~:s~e~!~s;eall~ti~~~r13i f~tàa dfu;;t?"~uh~r!"~e;ro~: ~ree;!~ l~~~; ~e.ch '; 0 1 r: vaa~i rido e del fantastico; e qual- anrii assistiamo aq una au– che anno più tardi, nella tentica rivalutazione del stessa Inghilterra, toccava giallo nell'ambito della l~t– ad un Chesterton di crearsi teratura vera e propria? ~;naso.a~~iztfn~icl!n de?u::~~ ;: irtre u~om!~aga~::~:vo~~ conti polizieschi di Father dedicato qu~S} due _terzi Brown. Né siamo ancora ar- della sua att1v1tà a scrivere rivali in America o nella romanzi d'indole poliziesca? Francia di Simenon. La risp?sta . impone t~tt!1 Ciononostante, il disprez.- una sene d1 osservaz1om, zo ufficiale continuò. E al- che vanno da un .capo al– Jora i più celebri scrittori l'altro dello sconfmato pa– di gialli, mettiamo una norama del romanzo mode~– Agatha Christie o un Van no: interessa la sua storrn GLI SC;Rl'l'TORI E. LA SOCI E'l'A' * Rinnovamento _della struttura giornalistica -per un_ piùmodPrno ap~arato informativo * di GIJGLIEL!IIO PETROL'VI Ho molti amici tra i giornalisti italiani e, con essi, molto spesso ho diviso ore di lavoro, di riposo t di conversazione senza mai frovare che I problemi di un giornalista, nella sostanza, s.!sno troppo dissi– mili da quelli di un buon scrittore. La differenza na– turalmente esiste, mG è1 ovvia, di carattere pro{es– sionale e non esclude affatto l'a:fflnità dei problemi e degli jmpegnl ai quall è chie.mato uno scrittore di giornale, quanto uno scrittore di opere di fantasia o uno scrittore di opere di pensiero. Eppure, esulando èa1 rapporti personali, in Ita– lia, tr a il mondo del giornalismo e quello della let– tere.tu ·ra esiste un sentimento di \[!sopportabilità. quando non dd. reciproca •diffidenza. Perchè? Quali ragionii ci possono esser•e se, uno scnittore seriio, non può certo pensare che un ser}o giornalista sia da meno di lui e viceversa? Costatando che quasi mai la incompatibilità si n– vela nei rapporti· personali, penso che il 'giornalismo italiano risenta più nel sistema che.._negli uomini, risenta di quell'ibrido che ancora in esso si perpetua tTa puro e moderno mestiere giornalistico e cultura tettereria, letteratura militante. Il giornale italiano infatti; a differenza della maggior parte del giornale di altri paesi, oltre che uno strumento d'informa– zione e di commento, rimane tutt'oggi in pç1.rteanche nell'ambito dell'ebdomandar,io di cultura letteraria e questo, ai tempi d'oggi è. un ibrido. D'accordo sul vanto particolare del giornale ita– liano che riposa sulla tradizìone tutit'altro che di· sprezzabile della « terze. pe.gina •; anzi, la terza pa– gina, nella cultura italiana dei primi decenn~ del se– colo ha certamente avuta una funzione gloriosa; ma i tempi sono cambiati, quella c)le fu una tr'idizione utile og-gi per la maggior parte, ci sembra una con– suet~dine 'che non ha più alcuna reale funzi-Jne, ri– mane un compromesso forse in un certo senso non utile. So quali problemi dolorosi susciterebbe per gli scrittori italiani la decadenza dell'uso della terza pa– gina, ma sie<:ome non penso che una costatazione porti alcuna rivoluzione del genere, e penso anche che ahri modi abbi& il giornale per non e.tlband,mare la oo11aborazione cu~turale e letteraria. credo che manifestare una opinione rappresenti comunque un buon sistema. Altro discors0 sarebbe quello che Ci l!onsent!sse di vedere se, l'esistenza della terza, pagina come stanca consuetudine senza più grandi funzioni, non contribuisca un poco, per· esempio, ·ano difficoltà che Incontra. nel nostro paese la rinascita di riviste di cultura e letteratura militante; ma qui entriamo in un campo minato in cui occorre inoltrarsi con la massima cautela. e comporterebbe lutto u'n ragiona– mento ed uno studio a parte. Vorrei invece venire ora a segnalare !\ (atto nuo– vo ohe mi ha suggerito queste righe e che, conside– rato nella giusta luce, dovrebbe portarci a ragiona– menti non del tutto inutili. Dunque, mentre la no– stra terza pagina. non più una vera !sola letteraria o culturale, ci appare ormai, nella generalità, una zona del giornale in CUi cultura e letteratura ven– gono ad un compromesso col giornalismo stesso, quasi un terzo genere di intervento per la maggior parte ibrido, non molto tempo if,a, un nuovo quoti– diano, ·rompendo la tradizione locale, a.mancandosi 3 formule giornalistiche già scontàte in altri paesi, ha abolito la terza pagina. Non mi sento di discutere qui la validità di tutto questo, se in Italia è prefe– ribile o no rimanere nelle. consuetudine locale, se l'esperimento è davvero riuscito o no: il fatto è che. mentre sui nostri giorneli nei quali esiste una zona dicie..mo cosi culturale e artistica, il giornalismo ita– liano resta sempre lontano dall'interesse '8i problemi d'arte e di cultura del nostro paese; le notizie di que– sta natura sono relegate negli angolini, I problemi d; cultura e della scuola sono relegati nella •varietà»: proprio quel giornale che ha abolito la zona lettera– i:aria, U Giorno, per chi non l'avesse ancora ~apito, ci ha dato un esempio che io penso non dovrebbe pas-' sare sotto silenzio. Precisamente il 27 gennaio sçorso. continuando una serie di scritti di Adriano Buzzati Traverso su.i problemi, delle nostre unlversità e sul!a ricerca scientifica, non solo ha posto lo scritto in prima pagina, ma con un titolo di sette colonne, !n testa al giornale, ha dato a questo argomento il po– sto ed il rilievo che normalmente hanno solo i pro– cessi celebri, i grandi disastri aviator.i, o le question. di assoluta attualità politica. Credo che la .cosa non abbia. precedenti. non ricordo che in Italia un pro– blema di cultura trattato fuori de 0 gli schemi giorna- , lìstici di pure attualità e, naturalmente, con la sa– rietà scientifica che l'autore stesso garantisce col suo nome sia stato posto all'attenzione del pubblico in quel modo. Io mi sono meravigliato un poco di non a:ver trovato nemmeno une. persona che non abbia rilevato !'Importanze. di questo fatto, non solo per la natura -dello scritto, ma soprattutto per .come esso è statO inserito nel giornale. Non viene fatto di Pen– sare, trall l'altro, che mentre ribrido di cui abbiamo parlato non ha più alcuna funzione, questa iniziativa nuova (,in Italia) indica come il giornalismo inteso sul piano professionale e tecnico che ormai il nostro tem– po esige, inteso come in.formazione e commento dei veri problemi nazionali, dei veri avvenimenti anche dli pura consistenza ar,tistica, può portare allche ali;, cultura un contributo diretto che la vecchia tradi– zione giornalistica non riesce più a dare? Molti di noi sanno che in certe nazioni alcund tra i più au• steri giornali, quando lo credono, non disdegnano ài dare lo stesso posto che generalmente ha il commen• to più importante della politica, l'avvenimento più scottante, anche ad un libro, perfino ed un romanzo. in certi casi. Solo per queste ragiom mi e parso che il « gest0 , de Il GiOTflO,anche se aveva un carattere particolare e forse soltanto fortuito, doveva essere notato sia. co– me sintomo, sia come indicazione per un rammoder– namento della nostra sh·uttura giornalistica, una qua– lificazione che porterebbe col tempa una visione più moderna del nostro apparato informativÒ senza dan• neggiare, con qualche accorgimento, gli interessi de· gli scrittori. ma anZi evitando quella specie di attr:.– to e di confusione che va sempre più accentuandosi. Carlo Quaglia: "Veduta. di Parigi" GUGLIELMO PETRONI L' ARCfllTETTURA. E GLI ARCHITETTI ~ Fede nell'intellia * A Parigi è stato 1·eso a Gio Ponti un tributo fervido e sincero, passato quasi sotto silenzio sulla stampa italiana * di LEONARDO SINIS-GALLI Come il Cavalier Gian Lorenzo Ber– nini anche Gio Ponti è stato accolto coi battimani a Parigi. Tamburi e Fulchi– gnoni, Gualt.ieri di San Lazzaro e Ce– setti hanno scritto agli amici che il tri– buto reso all'architetto milanese è sta- to assai fervido e sincero. Noi abbiamo appreso la notizia da due smilzi comu– nicati del Corriere deUa Sera, e questo è tutto. I dieci o undici giornali nazio– nali l'hanno letta sulle forbici, poi l'han– no fatta cadere nel cestino, e cosi han– no fatto i giornali a rotocalco. Conosco il costume della stampa romana; mi sor– prende. invece. l'atteggiamento degli in– formatori del Nord. Gio Ponti è un mito a Milano, adora la sua città. ha fatto !"incredibile per riscattarla da certo municipalismo idiota. Se a Milano si può parlare. oggi. di urbanistica, di ar– chitettura, di disegno industriale. di pubblicità, senza arrossire, ma con la certezza di provocare una rispcll,ta da Londra o da Parigi, da New York o da Rio de Janeiro, da Città del Messico o da Buenos Aaires, da Zurigo o da Stoc– colma. il merito spetta. per una buona parte, a Gio Ponti. La stima che Gio Ponti ebbe sempre per Edoardo Persi– co, per Giuseppe Terragni. per Giusep– pe Pagano, l'amicizia per Calzini e Nic– codemi, l'affettuosa simpatia verso gli immigrati, da Campigli a Rudofsky, il credito aperto ai giovani e ai giovanis– simi, l'incoraggiamento e lo stimolo ine– sausto ch'egli ha sempre dato alla gran– de industria e alle istituzioni lombarde. da Ginori a Montecatinì. da Borletti a Pirelli, dalla Triennale alla Scala. e a tutti i vetrai, i mobilieri. i luministi, i tessitori, i tipografi, testimoniano in ma– niera massiccia. la sua generosità. il suo zelo, forse anche il suo fanatismo. Che importa se spesso egli ha sbagliato. ha preso lucciole per lanterne? Conosco be– ne Gio Ponti da almeÌ1d venti anni. Ti dà tutto il braccio se tu gli stendi la mano. Ha una fede, forse spropositata, nell'intelJigenza, nella missione che spet– ta a certi individui e a certi clan, nella (orza della ragione. nei miracoli della poesin. Si dice: Gio Ponti acèoglie tut– ti. Gio Ponti accoglie meglio l'ultimo ar– rivato. Gio Ponti sopravvaluta i suoi avversari. Davvero, questa è la sua stra– tegia evangelica. Si potrebbe perftno di– re che è quasi un invasato. Deve pre– diligere, infatti, e invidiare i grandi nrchitett1 gesuiti che conquistarono ter– re alla chiesa e costruirono le colonie barocche tra i popoli di colore delle Americhe del Sud. Da alcuni a~ni il . nostro illustre amico si muove tra il Brasile e il Venezuela, proprio come un pioniere, e questo è il lavoro che più lo· deve esaltare. Indefesso com'è sem– pre stato, come lo è sempre più. c'era un'epoca che riusciva perfino a scrivere di sera quasi tutta intera la rivista Do– mus. Una volta sola Gio Ponti, che ha distribuito un po' di gloria a tutti quelli che gli hanno girato intorno, ebbe la debolezza di credere che qualcosa si po– teva fare anche per lui: una scelta delle sue opere piccole e grandi, una specie di antologia. una monografia come l'han– no avuta tanti artisti meno celebri. Si rivolse a Rudofsky che ci si mise con impegno. Stabili il formato, scelse la carta, compose anche un fac-simile del volume e in bianco,. Bisognava comin– ciare dalla tazza che Gio Pop.ti disegnò per Ginori nel 1923. credo. Rudo(sky Cece fotografare la tazza a una decina di specialisti milanesi. Rimase insoddi– sfatto e provò alcuni fotografi inglesi, francesi, svizzeri. scandinavi. La tazza girava l'Europa. Finalmente diede la palma a un fotografo di Vienna. S1 pas– ~ò quindi alle prove degli zincogra!i. LJn altro paio di mesi per la scelta dello zinco e della prima tavola in bianco e nero del volume. A calcoli fatti. a tut– t'oggi, se Rudofsky fosse rimasto a Mi– lano, anzichè partire per il Brasile e trasferirsi. poi, a New York, dove è diventato famoso. st8rebbe ancora alla pagina 23 della monografia dedicata a Gio Ponti! Ci ha pensato. m questi ulti– mi anni. Daria Guarnati che nel 1954 ha dedicato un fascicolo speciale di Ariq. d'Italia all'artista prediletto. Ci pense– ranno, spero. i coragglOSi organlzzatoc del Premio e n Compasso d'oro • che hanno tributato quest'anno a Gio Ponti il massimo premio. La virtù di Gio Ponti sta giusto nel mezzo, come nel proverbio latino. Non potrà mai dire, come Gide les estrèmes me touch.ent. Stare nel mez~ zo non è una posizione briJlant.e: hai ne– mici i pelandroni e i rivoluzionari. Que– sta tatale posizione di medium tra il g.usto delle èlites e quello della borghe– sia non gli ha dato le soddisfazioni che avrebbe meritato. Lo ha certamente im– mobilizzato, ha toUo il mordente alla sua verve, lo ha veramente intimidito. Gio Ponti ha spesso tentato la fuga, ma ha scelto compagni poco disposti· al ri– schio, Cocteau. Campigli. Fornasetti; e PO.i. il buon senso traditore lo ha bloc– cato sul confine. LEONARDO snnSGALLI Non lutto è a di1)entare facile • poesia * L'oggetto infrme, perchè abbia il riflesso di soggetto poetico, deve essere toccato da mano estrosa, agile e sensibilissima * <~i ELIO l<'ILIPPO ACCRO(;(JA ag~;of:n~~teè ~=te~~si~e~~~ ~lan~!nf~ad'~~~~~tl~revità, ~~ie (~ht ~~• ~ ~~~~i j~ sia, non è da credere però O un mangiator di nocchie, Dante gU era un secentista•) che tutto sia facile. pronto e Tilt.a Marmi. gaio e sfaticato In qualche ma.ltamata scuola impacchettato per diventar proprietario d'un fondo det- di guida. che rilascia libretti poesia, quasi sl tre.t~sse d! to ~ella Ficonacc~a, è nelle di e libera circolazione poeti– merce messa In vendita negh fnam di Oardarelli occasione ca • come un .farmacista le pa- empori dJ tipo americano. per un poetico rit'ratto di cor- sticche per la tosse. ~ccorre ~he_ a to~care le netano, argut? e un po' all'e.n- (A ben pensare, una e pa– m11le .occas1om, a. rmvenirl~ tica. E cosl v1.~. . tente • di poesia sarebbe dav– n_el più adatto dei momenti, I~~et_todell m!errrutà, o una vero necessaria come quella 61a la n:1-8:lO buon~, quell_a.me.. Cultlissuna mo~ca, tutto può dei guidatori d'aut . te t no ingio1ell~ta d~ erudiz.ion~, di.venir~ occasione e_ oggetto di primo secondo e 0 ~~ ~~ f~rse, ~ :1cca destro e agi- di poesia. p_urchè càp1ti tra le do. E una tassa di circolazio– htà, s~ns1b1lealla fo;ma 7ome n_,.anl di chi sappi-a - oh fts- ne anche. Molt' di col eh ~~:e P~im:i:u~~r!'~\.~~~;t~~ !~t:da- m::;:I: ~a f:i~~;:~ d1 o~gi van?o l~punem~~~e i~ dal suo posto, dove giace iner- una parola che vivrà poi per ~r~ cg!s~{~l{J_ ~~ ~~• sareb- ~!o c~i;:~iacors:sp'fl:~rt:,r~i1~~~t ~ft° h~onJ~to~ 0 fn J~siff~~oc~~ zione o finireb~ro 0 ~ ;a: di soggetto animato. accesa apprensione o di smi- ~ • com~ ~adrJ, almeno, o Altrimenti morta cosa è, surato rancore. il poeta, dedL usurpaton d1 una qualche ef– e morta cosa rimane, privo to per vocaz.lone o per con- t'imera fama). di quel mistetjoso richiamo danna a questo suo e mesUe- Mentre il miglior credito fL che, invece. 5'addice all'ogget- raccio • come già lo chiama- nlsc:e coll'andare a chi meno to poetico. va il Parini. che \Spediva in grida e sa attendere, se pro- Tirar su l'acqua dal pozzo un lurido ):!:Ostole Muse pi- orio è destinato a codesto me– per mezzo di una cigolante tocche: (( poteh.è da questo vo- stiere con vigilate. attenzione, ~arrucola è comune e fatico- stro mestieraccio .... - io ~ di passare accanto all'oggetto sa usanza ancor oggi pratica- ne cavo un marcw quattrt- poetico. pronto a raccoglierlo ta in molte campagne, una tra nello ». con mano sapiente. se ha far– le mille occasioni clie intri- E alla malora consegn,ava, tuna d'averla. stiscono la vita del rusticano, il giovine Eupilino, le e ma- ELIO F ACCROCCA ma se quell'immagine cade Indette usanze indiavolate•• ___ . __ _ ~~t~t~'onc~t/~ ifiv~s~~tt~~= ~~~~~a~:~e~t!n~~!!~~ Una collana ta~. salire alla luce non è sol- ;e~~e~v;:c:o~~h; ~~et~:= di G. Ravegnani t?-nlo l'acqua piovana ma 1;1n P<> ~uo.. . . ' una nuova, collana d1 na:-- ncor~o trel'1:lolante nel secchi?, F1gur1aI?0<:1 ~06a direbbe rativa. I narratori del Girasole, ~~;s~~m:;~n:i 6~~~~~ta~h~ :!~\z:~ 1~;y~~ar~i~ ~r~ ~~~~a ~:~~a 19~70 laJft~\~~~ invecchia, che appartiene ad (se non . meglio) dell'imposta La collana, che è diretta da µn altro, ecc. sul reddito. uno dei nostri critici letterari . ~~ ~ano estrosa, agile, sen- Perché. se le oc~sioni ~on più noti e stimati. Giuseppe Ra– s1b1hss1ma del poeta ba toc- mancano. è la poesia che 10- vegnani p:-esenterà opere ine– cato il secchio, l'oggetto iner- vece. assai spesso, viene a dite (r~manz.i e racconti) di me. e gli ha dato respiro e ri- mancare; e glì oggetti non han scrittori giovani, noti o addi- f16s0u~ s;igJ;~, 0 Jo1:~d~· nel co~e ~~~!r~~rrebbe di sten- ri}ru::1T~ro~f1~~m~~;!, 0 ~n~:~ chiuso d'una stani.a - la si- dere una lista di nomi· che pariranno con il ritmo di sei lenziosa piuma 1 dei cuscini di riempiono chili e chili di car- volumi all'anno. di pagine 200- una volta - può diventare, t.a d'ogni qualità e misura: 250, in formato agile e di prez. agli occhi del poeta. una par- chill di e sillogi • all'anno che zo modico La collana avrà ticolaTe suggestiva figura; e invari-abilmente restano corpi inizio c on i s eguenti volumi: il raggio che penetra nella morti come l'animo di chi. Ltt terra ui.ro . con not. tre rac– stanza: un gìuoco di linea incautamente, le appronta. conti di Mario Shettini; Occluo spezzàta che si rimpiatta tra Una lista di quanti - per per occhio. romanzo di Eraldo i mobili ... tutto è richiamo di dirla con l'autore del Giorno Miscia; r signori .scaduti. rac– immagini per il poeta. - pretendono saper di poesia conti di Enrico Panunzio i.l La tentazione del verso è • e ne san tanto quanto un primo e il terzo curati da Giu– nell'ar-ia. come il. pulviscolo ateist~ - ne può sapere di seppe Ravegnani. 11secondo •·a· atmosferico, e respirarla è fa- tt:ologia • Ferdinando Vìrdla. Almeno j~!.'ti~a anche restarne intos- ~o~ii:t:a~~i\~li~~J!~g 8o ;it due degli. a.l~i tre volum~ che La noia. normalissima stasi d'ogni altro s'agitano per ot- dovranno ~scire in q~est ann~ del cuore e dei sensi, appare tenere qualche aleatorio rtco- saranno ristampe d1 autori anceita di fatua, ebbra e dol- nascimento, una «patente» di noti.

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