la Fiera Letteraria - XII - n. 4 - 27 gennaio 1957

fil>ag. 2 ~A FIERA LETTERARIN Domenica 27 gennaio 1951 tesi oltre che a qualche malintenzionato che però è fi– nito col restare, anche questo come sempre, fuori della polemica ste$sa che Aon consente la malafede o l'ignoranza e che, se condotta con un minimo d'one– stà, finisce col giovare a tutti: in primo luogo alla produzione; e col chiarire meglio gli antichi e mai risolti problemi della poesia; e gioverà pure ai critici che in tale frrisoLttzione trovano il pane quotidiano per i loro denti. Montale LA NEL SA(JtJ Tutto è materia di poesia. Evoluzione è rivoluzioni. amore e disinganni, involuzioni di partiti e crisi poli– tiche e morali, atti di fede. e smarrimenti dell'anima, gioia e affanno del vivere, paesaggi esterni o internl di paesi e di città (di un quartiere anche), vita mi– litare o una data. gli ottant'anni della propria esi. stenza e persino la polemica con qualche articolo di giornale: tutto è materia di poesia. Il mondo, anche quello più personale, è veramente pieno di fatti da raccontare. E mai come oggi i poeti hanno avuto dinnanzi un così vasto materiale di sen– timenti e passioni e occasioni per far della poesia. Possono sommuovere un regime, i poeti. O far mutare le condizioni di vita di un popolo. Un verso può diventare una frusta nelle mani di un uomo, agire più di un manifesto, far promuovère un'inter– pellanza alla Camera o scomodare un ministro in ca– rica, E' accaduto anche questo. Male che vada, un poeta può servire alla propa– ganda turistica di una determinata località meglio di un cartellone pubblicitario che oggi, tra l'altro, non è più di moda. Nè mi pare ci si debba a forza fermare davanti al Petrarca. Le recenti polemiche sulla nostra poesia (sul– le • generazioni •, ecc.) vertevano su un problema già di per sè scontato e in parte risolto: quello di un mag– giore accostamento ai fatti della vita. agli accidenti. alle calamità, al dramma, a tutto quanto ciò in cui la società nostra si dibatteva e ancor si dibatte per uscirne come da un male che a lungo potrebbe soffo– carla. I poeti, anzi·ani e giovani, avevano avvertito e dia– gnosticato tali malesseri ed erano corsi ai ripari come possono i poeti, con l'arte loro di additare il punclum dolens, e con l'abilità che ad essi deriva dal proprio segreto e funzionabilissimo • radar • che sempr,;, h fa precedere sulla etrada dove poi giungono (dopo qualchE! tempo e non pochi errori ~!J! seguono, ora in gran moda, le malaccorte o ingegnose • autocri– tiche • che non dovrebbero ingannare più nessuno) anche gli uomini del mestiere politico, restii per na– tura, per neghittosità o altro, a capire :a superiorità della poesia, de!la cultura, sulla politica. Semmai, al centro delle polemiche, erano da ve– dersi i modi di un linguaggio, la struttura del discorso poetico. Ed è quj che i poeti più giovapi avevano in parte la loro ragione. Seguivano essi, inconsapevoli forse ed esagerando com'è naturale ai giovani, il consiglio che il conte Gaspare Gozzi dava al suo amico Federico Seghezzi restituendogli l'opera del Berni: Vi torno i! Libro di quel ser Francesco, H qu.at perch'era Berni di casata Di ede a l suo stile ii tito! di bernesco: In cui farieno una cosa beata A scrivere i poeti tutti quanti, E piacerebbon tanto alla brigala ... Forse che avete a sti<larvi i! cerve!!o A trovar !a .favella più pulita? Voi potete anche dire • ravanello •··· E di • ravanelli • se ne sono ascoltati molti in ve– ri tà, pur in mezzo a versetti per le viole, anche se le copie delle Rime burlesche inedite dei conte Gaspare Gozzi awarse nel '38 presso Parenti (dodicesimo vo– lume della collezione di •Letteratura•) non fossero diffuse in gran numero. Tra il rigore del Petrarca (quel purché è un altolà che non consente equivoci) e l'allegro consiglio del conte Gpzzi, è da rinvenire un punto d'incontro, una « Pralognan della poesia• per intenderci, che mi sem– bra sia stato già in qualche modo raggiunto, con buona pace dell'anima loro, dai più esperti poeti della mia e d'altra generazione. ~• • ·• I ELJQ 'F.'''AC<JROCCA Il Principe-di -HOinllura * * (continua da pag. 1) zione del libro: • Questi •· av– verte il Montale, • senza esse– re forse i migliori, sono nati insieme e stanno un puco a sé perché hanno qualche rap– porto d'ambiente con la mia prima poesia •· II voi urne, dunque può essere considera– to come un·anticipazione (al– meno è questo l'augurio che facciamo a noi stessi) di una più ampia e forse totale rac– colta delle prose montaliane, e appunto per questo mi se:n– bra opportuno scriverne dif– fusamente, anche se alla mag– gior parte dei lettori sarà per ora negata la _lettµra di que– sta Farfalla di Dtnard. Un segno più vivo e più autentico di queste prose, che le lega con maggiore o mino– t·e evidenza a!la poesia mon– taliana è quello dell'irònia. di un'ironia evocatrice che si identifica spesso con una ri– cerca di nodi vitali nella co– scienza dello scrittore. come ,:ià nel poet.l. ricerca tutta svolte, appunto. sui piani in– teriori di una corrosione cri– tica che non lascia requie, col suo scavare inesausto nel fon– do più remoto e anche più vi– vo dell'esperienza. Un'ironia evocatrice che non è soltanto fatto della memoria. ma piut– tosto un risalire della memo– ria all'origine di ogni moto in– teriore. quindi l'occasione di oort~re a coscienza ogni im– magme e ogni sensazione che si muova nel sottofondo stes– so del ricordo. una dura pre– sa di posizione dell'uomo con– tro se stesso. ma non risolta - si badi - nell'invettiva. bensì nell'acuta disamina dei moventi capillari della co– scienza. Si può aggiungere che queste prose sono ben lontane sia da un'aura di pro– sa d'arte (o almeno da qÙel– l'aura di prosa d'arte che nel– la nuova letteratura italiana è orma[ perfettamente definita entro un limite classicistico. o neoclassicistico, rondesco in una parola) e sia pure da una impostazione esplicitamente na1Tativa o anche lirico-nar– rativa. Lo stesso autore parla di « bozzetti, elzevirini, culs– de !ampe »: in essi va riscon– trato quindi più che in altri un impegno satirico. ma si tratta di una satira ripassata attraverso ricerche sotterra– nee. autobiografiche nella maggior parte dei casi. ma anche esplicitamente estem– poranee. In esse, voglio dire, va sempre riscontrata una ri - sultante, tra componenti di– verse: tra autobiografismo. satira. fantasia. componenti che comunque precedono la stessa stesura di ciascuna di queste prose depurandosi di ogni scoria ad esse riferibile e•che si fondono appunto sot~ to la sollecitazione dell'auto- critica montaliana (elemento che sempre sopravviene al fatto autobiografico in tutta la sua opera). Direi che in quel– l'autocritica come costante di– sposizione del poeta è il vero segreto dell'ironia montalia- '1a. ironia Illuministica assai oiù di quanto non appaia a nrima vista specie nelle poe- (oo»tinUA d& pag. 1) La verità, secondo noi, è sie, ma assai più evidente se . . . . che in questa tragedia a lie- si confrontano le poesie a (continua dn pag, 1) mane imprigionato oltre i limiti del gusto e d'una bene scelta cultura, riuscendo fin da ora a trovare (dove il naturale tono elegiaco lievita, e incalza. nella inquieta veemenza a volte quasi luziana degli inte1Togativi, che premono alla porta del canto pieno e profondo) accenti già suoi· Oh, per te, per amarti, sarei lieto, ma non così, su questi zolfi a riva di un'antica pianura, con le membra sepolte. il cuore aperto, raccontato fino alla noia e senza nessun pianto, nessuna voce: quei ragazzi intorno, brevi come le nuvole, nel gioco vanno sicuri, con un'ampia, amica scaltrezza e noi s'è stanchi, innamorati di tutto, come vele porporine nei lenti porti dell'inverno guance sommesse, cari baci, premurosa città: che nome scop1iremo ai fiochi flessibili castelli nella fredda notte, ai motori immobili, che nome? Fino a questa rapida felicità: Il silenzio, l'effimera stagione di barche variopinte alla deriva. tre ragazzi che volano su bianche biciclette amorose e il desiderio l'ansia di te come d'un'altra riva. E sono quegli accenti ancora tenui (che bisogna saper scorgere nella crisalide, non priva d'una certa doratura leopardiana, anche nel lessico: • freschi mattini di montagna rimembrando•: il che non è una diminuzione) per il cui tramite Cusatelli riesce quasi sempre a darci un'immagine convincente (e quindi poeticamente fedele) d'una sua sottintesa sto– ria d·amore, toccata con la serietà propria di questi giovani nel tocoare le trame della vita, e che ritro– viamo intatta anche nel Guglielrnl: un altro poeta giovane (è del '29) che testimonia il medesimo im– pegno verso Ja vita, anche se in lui il sottile reali– smo, e il leopardismo, si volgono subito a una piega più profonda (remotamente pariniana) di riflessa co– scienza morale, e conseguentemente il tono della espressione( cui non mancano inclinazioni aforisti– che o sentenziose) si fa più sostenuto, poggiando con forza sulla lenta scansione d'un endecasillabo rico– stituito (avo il Petrarca) che spesso rammenta da vi– cino quello ungarettiano del Dolore: « Questo suo giorno giunga intatto a notte•· Oppure: Se ancora piango dunque. non vi meravigliate. Toccato a forza di disperazione, è triste cosa amore e tanto amaro. O addirittura tutto un giro sintattico: Quando un lodevole zelo gli inganni (vero lo fingendo l'oro alle pareti) già sepolti sembrando, in luce trasse, io non morii e non Timasi vivo. Ma ecco un esempio intero, atto a dimostrar glio il tono di questo poet&: Per l'aria lieve come m un tramonto divaga il pianto di un fanciullo e muore ai cari aspetti e ai favolosi incanti sommessamente la sua vita Raro me- questo suo gior~o giunga intatto a notte. Ora anche a lui :a vita s'è mostrata un sorso amaro, un sogno che non resta oltre l'infanzia. E' breve la stagione delle streghe benigne. delle favole. Un ·dolce dono è già la fanciullezza lacrimosa si perde tra le fionde nemiche e le crudeli guerre. sui verdi campi e l'insidiosa urtica, o dietro ai vetri immota. al tempo delle piogge d'autunno O quest'altro ancora, che dà li titolo al libro: Toccare in sorte beni da natura, in quanto giusto, rendi grazie al cielo. Ma essere & non avere, questo è il male. Cristallino di lacrime sul ciglio, non chiedere oro ad un geranio spento, né impossibili fughe alla tua carta. Non d'altri mali si Impazzisce il mondo. Mentre bisognerebbe riportare intere, tra le poe– sie più belle e sciolte, Recita d'autunno (pag. 35), Inverno (pag. 37), Una bottiglia in mare (pag. 13), o anche le ultime due (Fine d'anno e Congedo). non prive queste d'una certa aria di Bufera (« la veduta dell'inferno che s·apre •• • le note ostinate del fono– grafo•, • la catleia appassita, l'agrifoglio - super– stite, - la cena fredda. il troppo vivo e il sale - d'ogni festa amaro•: e già a pagina 20: « volo obli– quo d'ali remiganti, - putriti !empi sacri al dio del– l'ira•), ma tutte atte ad indicare una personalità già fortemente costituita e che saprà andar diritta per J.a propria strada, cui fin da ora par negata ogni concessione all'idillio, ogni sentimentale abbandono a un linguaggio di tono troppo familiare (anche se la sostenutezza rasenta a volte l'aulicità: (• quelli stupendi abissi della mente•) e infine ogni conten– t~zza di risultati minori (« Amaro inferno, seme d erbe amare, per te van nude in mente le parole da non poter che gridare e non dire che di ragion, estreme •). Anche se il •groppo• è tale - tale è la ricchezza, e quindi la possibilità di svolgimenti - nella poesia di Guglielmi, da non consentire troppo esatte previsioni sulla direzione del suo futuro, che fin da ora conviene attendere con tutta la nostra fiducia. Con una maggiore disinvoltura (ma la disinvol– tura, proprio nel senso etimologico, è l'atto più dif– ficile della poesia: quello che dovrebbe venire come ultimo atto, dopo lungo esercizio di pazienza e dJ stile) parte invece fin da questa prima prova il Vòl– laro, i cui interessi sono senza dubbio più laterali (anche se nlente affatto frivoli). venuto egli ad avvi– cinar la poesia (come avverte lo Spagnolettl nella sua affettuosa presentazione) • dopo essersi occu– pato per vari anni di problemi di critica cinemato– grafica in modo abbastanza ngoroso •. Concordiamo con lo Spagnoletti dov'egli defini– sce, questa, • una poesia di osservazione, che non è realistica nel modo usuale e endemico, proclive al ritratto senza risolversi in satira; e lieta quasi se per quei fili dove li sentimento la conduce, l'ironia e la nota elegiaca assai naturalmente prendano il posto della protesta •. Il che non esclude, aggiun– giamo. e proprio per un soverchio di fiducia (di disin– voltura ancora precoce) qualche caduta nel facile effetto ( e le palpita in gola un soldo d, saliva •) o nel semplice gioco (a volte francamente paesano e no– strano: • pianse anche la rana - in una botte d'ac– qua - piansero i soldi antichi - gettati dentro il legno•; a volte sottilmente prevertiano: • Dentro la stanza c'è un morto - che fuma con cerchi Lenti - .~e avete voglia di piangere - ecco una sigaretta tun- 9hissima - entra un cavano che groppa ..:.. salutando gli invitati ... e vi son righe nell'aria - spenta - in un bel fuoco serale - con quel curioso animale -– che scalpita in mezzo a tutti•), labili momenti. del resto, che subito si riscattano nelle pagine che hanno meritato la definizione dello Spagnolettl (divertiti e acuti ritrattini di ragazze, il più delle volte), o in luoghi quasi palazzeschiani (Spagnolettl ha fatto an– che il nome di Govoni, e con ragione), come ad esem– pio in questi sette versi cosi sottilmente emblematici nella loro intenerita ironia Quando leggono sui tram i giovani con l'ala nera, hanno vent'anni. dieci anni, chissà. un anno con questa pace che leggendo in tutto il fanno rione. Ma inoltre la malizia di un cosi fine divertimento, anche se in un tono che resta sempre un poco scan– zonato, il Vòllaro che Ci interessa di più (perchè ci promette e spesso .ci dà qualcosa di più) è quello che troviamo in poesie come Una famiglia (un • qua– dretto domestico • impegnato a tondo nella sua scop– piettante arguzie, e cosl umanamente vero e dolente senza diventare patetico), o Piccola guerra (fresca e disincantata rappresentazione degli • anni tedeschi •, vivificata da una tenerezza che per un attimo sfiora quella del Giusti di Sant' Ambrogio), o Dove muoiono gli ucce!!i (che ancora una volta rammenta Prévert, ma senza alcun sospetto di sterile imitazione), o Le passeggiate (che dà il titolo alla raccolta, e tradisce con felicità il fondo morale del Vòllaro), o Una pioggia nervosa (dove la • disinvoltura • di cui dicevamo è r:solta in pieno nella scioltezza della frase), o Morti d'oro e Se La povera frc,,nte (che sono senza dubb:o le due poesie più alte nella loro triste risonanza di tutto il libretto: quelle che con maggior risolutezza ci consigliano a non Indugiare troppo sulla defini– zione di un Vòllaro tutto divertito), o infine (che possiamo riportare intera per la sua brevità), Senti il mare, con la quale il lettore può farsi un'idea più prossima del fondo in definltiva drammatico (l'inizio è addirittura joyciano, da Chamber' music) del « sor– ridente Vòllaro •: Senti il mare come mormora sulle spiagge. come il suo vento gonfio rallenta le parole [degli uornJni senti I] grido d1 vittoria che esce dai cunicoli rotondi incontro al sole. senti come torna sulle pietre e divide le parole dai resti delle parole? Ma domani si calmerà questo mare delle rive, si vedranno i piccoli ladri di fosforo, gli scorfani, i rombi con gli occhi da una parte. e sopra. le bianche amiche dei cefali oosate nel giorno a ridere e ridere GIORGIO ~ .\l'Rù'd TECNICA E CREAZIONE, IN UNO SCRITTORE INGLESE * OTTO ANNI IMPORTANTI PERSANSO dj * GI A UOiJIO aggiungere che e d1 ogni to fine non c'è una vera queste prose. N ll'l h·lt d 1 d d · • • f • • d' tragedia, di qualunque tem- soluzione di vita. ma quasi Bozzetti. elzevirini. culs-de- e ng 1 ~rra e. opo-1 ecisivo incou ondibile U[! ranea in altri campi, un ne del romanzo e nel con- po e di qualsiasi popolo. Ma oltre la vita. lampe, ma sarebbe veramen- guena P?.ch1 au.tori sono suo racconto. Il mondo d1 poeta in prosa. I tempo ne segna i limiti. Si certo ha ragione Gundolf La solitudine di fatto non te un error.e rHerire certo in- j partiti co~ 1 favoriti per un William Sansom quale ap- Il. nuovo romanzo e The tratta di un decisivo punto quando dice che la solitudi- è vinta. IJ principe di Horn- '1e,:abile bozzettismo di que- lungo cammino come Wil- pare in queS t i ed altri vo- Lovmg Eye • (The Hogarth di arrivo oltre il quale se– ne è alla radice di ogni scn- burg si sente libero soprat- ste prose a un bozzettismo rl\am. Sa.n.s-Jm. Le sue 9uaJ 1.- lumi è un po' rarefatto, Press edit. London) viene guendo la stessa direzione timento di Enrico von Kleist, tutto nel momento in cui '!enerico. o peggio a una ec- ta di st1 h st a, una SeJ?,Slbihta aS t ratto. di faticato respiro. come una lieta sorpresa a sembra difficile poter an– nella sua vita e nella sua accetta la morte; e la libe- cezione regionalistico-otto- personale per 1.1 periodo ed però appare creato dalla dimostrare che codesta crisi dare. Perchè anche e The opera. Tutti 1 suoi tentati- razione e l'estasi e perfino centesca di questa parola; al 11 vocabolo gh sono st ate mano di un artiS t a consape- è sup.erata e l'autore è tut- Loving Eye • come già e The vi: la carriera militare pri- il senso dell'immortalità (c,l- contrario ci sembra che nel subito nconoscmte ed esse ".01e e deciso. li caso di Wil- tora. m pieno possesso delle Body• ed in proporzioni mi– ma, poi la filosofia, le scien- tre il vero crescere della ~uo bozzettismo vada ritrova- han.no .contribuito molt9 ad ham Sansom e .Parago:iabile qualità poco comuni di sti- nori e The Face of lnno– ze e infine il sogno della sua personalità. per aver 'o· piuttosto l'equivalente di ~pnr~. h 1E:P.orte delle dimo- a queHo di certi pittori 1 .cUI lista, di psicologo e di poeta cence • è lo studio di una poesia come gloria, lo stes- trovato finalmente . un cen- una letteratura che ha i suoi re .flm difficilmente ecces- quadri sconcertanti a. prima che si ammirarono in e The ossessione perseguito con so amore per la donna, so- tro morale) esistono e vi- nrece<lenti nel 700 inglese ma si.~i 1· delle rtVJS!e letterar.,~ V!St a per la smgolantà un Body• Ma vi è di più: e The tale intensita e minuzia da no tentativi inuUli per vin- brano solo nel momento in 'iirei nella saggistica pi~tto- piu rmo1:1ate _perche piu P? ricercata del colore. del Loving Eye •· che alcuni divenire un romanzo osses– cere la solitudine. Il suo cui, trasformata una Jègge sto che nella na1Tativa. e ap- caute nella . scei ~ de, or~ disegno o della prospettiva critici britannici considera - sivo. In questo e The Bodv • male vero, seme di tutti gli esterna in un imperativo m- ounto il bozzettismo d· que- collaborato.r1. Egh si è poi convincono poi pienamente no l'opera finora più matu- e e The Loving Eye • si rag- l limiti dell'arte di Wil– liam Sansom, che fra gli scrittori inglesi del dupo– guerra è uno dei maggiori, stanno in questa impossibi– lità di uscire dal cerchio magico da lui stesso trac– ciato. La narrativa di cui coi racconti di e Something Terrible, Something Love– ling • i due romanzi e The Body > e e The Loving Eye > sono i punti culminanti è eccessivamente cerebrale ed interamente affidata a va– lori di stile e di scrittura che sono notevoli ma tendo– no a richiamere l'attenzione piuttosto sulla bravura del- l'artista che non sul valore del dipinto. Un libro come e The Loving Eye > può es– ser letto con ammirato stu– pore per il modo in cui di capitolo in capitolo è svolto da un artefice sorvegliatis– simo ma non interessa e non commuove il lettore indif– ferente a problema di tecni– ca e di scrittura. t è d . 1 • .ù subito distinto per una ten- . . . · t d. w·11· · altri, è la difficoltà a comu- terno, egli è già come e ol- s : _ P.rose I natura assai pi denza all'irrequietudine psi- perche nflett,ono con v,g~- ra e raggmn a 1 1 1am giungono e sono i due libri nicare con gli altri, a uscire tre la vita•· sa, ;g1st1.ca che non nar~ahv~, cologica, allo strambo e ma- roso talento. 1animo e la vi- S.ansom, appare il trionfo più rappresentativi di Wil- da sè. 'fanto è ':'ero che quan~o e p ot,r~ a 9 uesto proposito e:- gari all'orrido dove si è po- suale del pittore. di uno stile di una concezio- liam Sansom. Lo stesso senso del e tra- a.Il 1mprovv1so, mentre ~1à tare I Addison e saltando m tuto presto scorgere un'in- Le~gendo i racconti dei gico cosmico>, di cui si è rrnto~cano le note della ,ltro secolo Poe. an.che p~r un fluenza di Franz Kafka in primi volumi e poi quelli di molto p~rlato a prop~.sito di marcia fune1:>re e ~uerresca certo caratter: J\'IOrnal!stlco gran voga negli ambienti e South•• e The Passionate K1~1sti e .m fond~ 1 unpos- a un tei:npo, 11prmc1pe E\et- - ma sempre ,n senso s~tte- intellettuali britannici negli North• ed altri nei quali 1 s!b1lita d1 comunicare con tore gh fa dono, per I .al- ~ntesc?, e com1:1nqu.e d1 un anni in cui William Sansom l'autore allargava la corni- laFìPra trtteraria nel 1957 I Va infine rilevato che ne– gli otto anni che separano e The Body > da e The Lo– ving Eye • ed in cui fra ra~conti , romanzi e saggi W1ll1am Sansom ba J?.Ubbli– cato cinque o set libri il clima letterario britanni~o è assai mutato. A più riprese abbiamo segnalato la no– stalgica ripresa della tradi– zione del romanzo eduar– diano. la reviswne critica dei valori e t·affennazione d.i ingegni notevolissimi qua– l! Angus Wilson, William Cooper, Sybille Bedford, I,is 1 Altro per eccE:llenz.a, ,con tezza . morale , conseguita, "~ornahsmo nutnto d1 E!Ustoe fece il suo debutto. Ma per ce geografica senza cambia– D10.. ~a. fen~hesitea e I 1m- della v1~a e dell anwre, que- <i, letteratura - e .natur;31- quanto evidente in alcuni re peraltro maniera o colore pos~1b1hta d1. amare senza sto avviene come m un so~ mente D.e Foe e Swift. Da)- racconti dove un misterioso si ammirava l'artista pur uccider~, anzi senza sbra- gno .. Anche m!1tenalmente, tronde s1. conosce la d1mest1- terrore appariva la nota do- risentendo con sempre mag. nare, 1 essere amato. jl.nche mediante la 'n,consegna ~ 1 chezza d1 Montale co!l le !et- minante cotesta influenza gior acutezza che per con- la morte aJ:?par~ a Kl~1st co- q~ella corot?,a ~ allorn ~he 1 1 terature anglosassoni perché kafkiana non alterava .1 co· tinuare e passare dalla fase me un e v1,agg19 •. d1 esco- giovane principe di Horn- si d~~ba ins_istere su talune !ore di una personalità Jet- giovanile a quella della ma– per~a > nell al d1 la, per po- burg avev!l format(! con le affinita eh.e d altronde non so- teraria forte ed originale. turità egli avrebbe dovuto ter incontrare qualcuno! for- sue mani mcoscient. 1 duran- no esclusive d, aueste orr,so William Sansom nei rac- proprio come taluni pittori * I Murdoch, ai cui romanzi movim~ntat)? r/cchi di per– sona_gg1 e d mc1denti imper– niati su una cronaca di fa– miglia o su un intreccio, si se Dio. ~ la rice!'ca d1 una te un sogno, quasi. preve- "<atu~almente si tratta di. affi ,·onti di • Somethin,e: Terri- contemporanei da Picasso compagnia perfm~ .nella dendo la. battaglia che nità m w,an. parte elett1_ve .e ble, Something Lovely •, di a Giorgio de Chirico mutar morte, come la trovo d1 fat- avrebbe_ vmto,. e a questo sorrette aop1eno da un mdi- • Th'.ree > e • A Touch of the stile. Affrontando il roman- to in una d~nna pronta a punto pcompawno la. cate- rizzo c ultura!~. In ciasc~na èi Sun > può magari irritare zo William Sansom dif'de seguirlo nell ultimo passo? nma doro e la . st ona del 'lues.te ornse 11lettm·e ntrova per un'eccessiva insistenza dapprima l'impressione di non e un segno quanto m;u guant.o caduto di mano a ' a d~S PM•z1one particolariss1- in certi atteggiamenti di di- poter riuscire cotesto !)as– efo_quente nella sua trag1- Nal:3!Ia Com~ se Il sonnam- ":a m. Montale .alla s.coperta stacco intellettuale. per una saggio nel modo più felice cita? buhS!J10 c9ntmuasse O nco-,,:11 sottili rapoorti tra 1 uomo P bravura stilistica che in al- rimanendo fedele a certi po- Anche l'epistolario - sul mii{riasse in.quel momento ... ''ambiente raponrt; in srra" cuni momenti sembra un fi- stulati della sua natura di quale abbiamo il bel libro . 1 a proprio considera nd0 narte fondati sulla oresenz" ne a se stesso, ma è .difficile artista. Un narratore nuovo. di un germanista italiano, 1 t r~mm.a t so.tto . queS t o ,;; nersnnaaa; immaeinari rhf' non riconoscere la serietà cioè originale per l'imposta– Nicola Accolti Gil - ~ pie- ~un o h'Vla 3:, SI Pf 0 ~a? 11 t fanno da chiave a] racconto dell'impegno. il tono parti- zione ed in armonia con no di queste e confess10ni >: 1 t perfc e ei dc~mras 1. a FFRnT 'ANJ)O v~nT/\ colarf' rlel!a prosa. il pi1'!1io ,viluppi dell'arte contempo– confessioni di solitudine; a .mos era ora I sogno or_a nelle lettere alla fidanzata d.1 reah?mo ,e:uerresc.o. 11 Guglielmina von Zenge, in fm~uagg10 OI:a smtet1co e quelle, importantissime alla mc1S1yo, speci~ nello ~boz · sorella Ulrica, ad altre don- zare i ~aratte:li ora affld.ato ne. E a un amico non scrive ~Ile ah del hr\smo poet1~0; una volta queste parole: 11 e pr.ussianes1mo • dello~ e Noi non afferreremo più pera. 11 riconos~1mento d1 alcuna grande idea fino a una severa legge, m~erna co- che non saremo insieme >? me. cardm~ d~ll uni.vers(!, e se questo è vero, come è 1i:i,~1eme ! ant1prussian.es1m_o allora possibile che Kleist pm spregmd. 1<:;ato. il nbelh– si sia ucciso dopo che in smo. la. sanfita soltanto ~el– questa sua ultima opera tea- lE: ~eggi del ~uore, e dell 1~.– trale la solitudine sembra d1v1du_o. Perfino .1 attardarsi. vinta nell'accettazione d i acces~1vo e um1l1ante. nel una legge severa che r.on- descrivere la paura ,'leHa giunge il e sé> agli e al tri>, m?r:te, .trova .farse una l!lU– a!lorchè il principe di Horn- st1flca~1one m. quella r>e– burg, dopo aver avuto tanta dante~!a .prussian~ e tE:de– paura e disperazione di sca. d ms1ster.e sui part1co– fronte alla morte, viene a 13:~1, per poi f?,r scattare, scoprire che esiste una spe- p1u a1:>bagh~nte, 11senso del - cie di concatenazione logica la h.beraz1one accettanrlo delle colpe umane e non solo con giorn I~ morte. . riconosce l'accusa del prin- Questa e ui:i,a tra!!ed!?, cipe Elettore. ma accetta la che sta n~lla vita ed e g1a morte con una specie di ol~re la V\ta, un dra.mma 13: estasi e di gioia, e solo al- CUI so.Juzwne .è ai hmit1 1 · ece ·1 principe Elet- estremi, coi:ne m u!l sogno. ora my 1 . . Ma proprio da tah contra– tore ~h fa g_r~zia della .vita: sti nasce la singolarità rlel– perche lo ritiene. d.egno t l'atmosfera di quest'opera: vivere ancora, e msiel!1e g? atmosfera sin11olare. nuasi dona per sposa .. la mpote · unica nel teatrn tf'rlf'srn F,l L'accetta con e: 1~ 1a soltanto la sua bellezza per una concezione severa · ' del dovere verso lo Stato? BONAVENTURA 'J'ECCHI Uri ,nu,sicista onesto (continua da pag. 1) comunque soggettivi, quasi sconcertante. Per non dire del fatto più nuovo: l'ob– biettività assoluta dell'atteggiamento nei riguardi della creazione altrui, che lo volle simile a un vetro di perfetta, ma– gica trasparenza, posto fra l'opera e l'ascoltatore unicamente perchè questo meglio potesse vedere quella. In breve l'ide'-\le dell'interprete per le aspirazioni dei compositori moderni. Ma anche quella classificazione ebbe tempo per dimostrarsi impropria duran– te la sua lunga esistenza. Nè oggi è solo l'immagine materiale del vegliardo a sostituirvi l'idea dell'ultimo messaggero di un'età artistica trascorsa. Proprio in– vece perchè il suo principio teorico è divenutr, moneta comune, proprio per– chè l'esecutore ligio alla lettera della partitur:1 ha preso il posto del virtuoso pieno d'irruenta ,iattanza, l'arte sua la salutiam0 inimitabile e la lezione to– scaniniana da liquidare come un fiore retonc,, Tra lui e gli esponenti delle nuove generazioni non vi è alcun nessc effet!1vo. La regola della retta lettura come unica norma per bene interpretare va sen,µrl:' più dimostrandosi mgannevole, implicando una capacità di saper leggere che per Toscanini, lo volesse o meno". fu capacità di ricreare. D'altronde nep– pure occorre tirare in ballo una crisi anche interpretativa della vita musicale contemporanea per spiegare l'assenza di candidati alla sua eredità. Basta e avan– za d1 arrestarsi a quel manifestare la music>1 che gli fu proprio. Gl'interpreti che seppero riuscirvi non furono meno rari dei grandi creatori stando a quel che c'insegna il passato, nè vi è ragione di stupirne quando si consideri anche la violenza da fare a se stessi, l'abne– gazione del proprio io, sottintese, ma a guisa d'apologo, dal voler essere nien– t 'al trn che un e onesto m usicìsta • se– condo l'autodefinizic,ne toscaniniana. Eì'\ULIA ZANET'fl ,o Bianco CONDIZIONI DI ABBONAMENTO ABBONAMENTO annuali! ABBONAMENTO annuale con pagamento semestrale ABBONAMENTO annuale con pa,gamento trimestrale EST E R O a.nnuale L. • • 2.700 1.400 150 4.000 N 8 . GII abbonati che gradiscono il pàgamento semestrale e trime– strale ASSUMONO L'IMPEGNO OJ EFFETTUARE I PAGAMENTI AN– TICIPATI F PER Tl''l'TA lJANNATA A hbonamt>nll 1·umulativ 1 annuah LA FIERA LETTERARIA e CL TEMPO per 6 numeri settimanali L. " » » • • per 7 numeri settlmanall L. 11.180 J) l) " • LA CIVILTA' CATTOLICA • 6.930 » l) » • (L RAGGllAGLJO LIBRARIO • 3.330 » l) » • CITTA 01 VITA " 3.330 » » » • HUMANlTA~ " 4.770 I 1111• O Il rl' A' !\r rl' E «LA FIERA _i:. n ERARIA» :,Ai{A fAMENIE SPEDITA A COLORO L' tMrORTO 01 ABBONA ENTl ;:,UBI i-, t. uRATUl– CHE VERSERANNO nER TUTTO IL 1957 <JHl PROCURERA CINQUE ABBONAMENTI A NUl omaggio « LA FIERA LETTERARIA » per un anno riceverà 1n I PRESIDI DELLE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI che invlerann" cinque abbonamPntl fra gli studenti e le classi dell'Istituto. avranno ~ra• tuitn il irlornalp per la Biblioteca scolastica Si prega vivamf'ntE' dl effettuare , pRgamenti sul e.e postale numerc l/3142fì Via di Por1a Castello 13 Roma possono aggiungere e Mada– me Solario > e tast not least il nuovo vasto romanzo di Rebecca West. In realtà si tratta di una rivincita di Dickens, T~ackeray, Trollo– pe e la EhoL, di un ritorno in forme moderne e con una sperimentata abilità tecni– ca alla tradizione del perio - do aureo del romanzo bri– tannico. Wil!iam Sansom. raffinato e cerebrale, si muo– ve ancora in una linea che mutatis mutandis è quella di Virginia Wolf, di James Joyce. magari di Franz Kafka. E l'avanguardia di ieri .che oggi è già un po' fuori tono. quasi anacro– nistica. Forse è mgiusto dati i me– riti di e The Loving Eye > ma ciò pesa sul libro e ne limita le possibilità di sus– cesso nei confronti di e The Body >. Convinti ed affasc1c nati. ieri si ha ora maggiore difficoltà ad accettare in 1 1 , pieno una narrativa troppo 1egata allo sforzo creativa dell'autore, troppo dominata dalla tecnica e l'intelletto per poter comunicare una I' emozione ed un interesse umano. GIACOMO A.,TO:-ilNl 111111111111111111111111111111111111111 COLLABORATORI. Corri,. spondenti, Informatori, ri– oerra ovunque seria organiz~ zazione giornalistica. Scrivere Cassetta 60. Pub• blisip. Torino.

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