la Fiera Letteraria - XII - n. 2 - 13 gennaio 1957
Data la sovrabbondanza dJ scrlttl elle Cl pervengono L"<>n 1& esplicita richiesta di giudizi particolari, comwùch.lamo agll interessati che direttore e redazione della e Fiera > sono asso– lutamente lmpossibilltati a dar risrontro 8 oueste richieste. LAFIERA LETTERARIA I ORARIO DELLA REDAZIONE ll-13 16-18 Manosrrlttl. foto e dlsriml oon publ>llratl onn st rrstltufsrnnn CULTURA VERA E FALSA IN UNA POLEMICA SULLA SCENA ITALIANA * LA VITA DIUN TEATRO è nella sua oriUinalità creativa * La realtà estetica del Teatro italiano non può essere sottratta alla sua giustificazione fondamentale, che risiede in una tradizione letteraria, perchè lo spet– ttJcolo ha sempre la sua base m un testo poetico di * GIOVANNI CA.LENDOl..11 Il mondo del teatro è in que- .Si.!Jvio d'Am!ieo. è un te.sto ste settimane a rumore. Si è poetico. Se questo tes'to poe– accesa una polemica, la quale tico noc esiste, oon esiste lo dimostra ancora una volta il spettacolo, non esiste la regìa. profondo disagio interiore del- non esiste la recitazione e non la nostra scena di prosa e il esist!'. neppure la possibilità _di disorientamento o la divergen- stabilire un rapporto con le za insanabile delle forze che a'ltre culture. operano in _essa. Si sostiene da .Spe~o ~i trascui:a in simili una parte che le attività tea- d,s<>USS1om .un J)QTlli<:ola:'e che. . . fra g,h a1tr1, ha messo m luce trait debbano _ess~re favorite Giambattista Vico. LI partico– dallo Stato md_1scrunlnatamen- lare è questo: una cultura al– te e dall'altra, mvece, che deb- trui non si apprende se oon bano essere favonte dallo Sta- si possiede une propria cul– to soltanto 9~ando ?sse espr1- tura; una poesia alllru,i non si mano autentici valori della cul- sente, se non si possiede una tura e dell'arte. Questa seeon- proprie concezione della poesia. da è la tesi che, con una vasta . D:iiscutere d!i teatro itallano. e intelligente apertura di inte- escludendo dal discorso la Jet– ressi spirituali, è stata affet- teratuTa dram.matica · italie.na , mata validamente da Silvio come troppo spesso si fa, è d'Amico fin dall'altro dopo- un non seoso, a meno che non guerra e non v'è dubbio che si .-o.glia ridurre tutto il tea– sia la sola tesi degna di esse- tro ~tallano el'la Commed!ia del– re accettata e discussa come ~•A,rte. E' questa Wla posizio– ripetutamente noi stessi' ci sia- ne de!l.laquale, come non igno– mo sforzati di documentare at- reno tutti coloro che si in1en~ traverso le nostre cronache. dono d1 cultura. ha fatto giu- Tuttavia bisogna osservare s!'izia ~ened~tto Croce già mol– che anche le buone battaglie ti anru addietro. rischiano di divenire cattive o ll teatro italiano potrà dun– addirittura pessime, se non so- que ritrovare stonicam,ente ~a no illuminate dalla chiarezza sua d'orza so.ltarirto qll'3Ddo, ll'1- delle idee. E' logico che solo CO!)<pllstando un a autonomie la cultura e l'arte meritino un sp,ntu'!'1-e ehe purtroppo h~ al– sostegno ed una spesa; ma è meno m parte perduta, ntor– altrettanto logico che bisogna n_erà _alfa letteratura d-r~a– intendersi sul significato dei ~i: itaiHana" eh~ 1~ gi=~ termini_ della c~ltur~ .e dell':1r- nuova~':::e O co~ 1~ ~a tra';!;,~ te fuon da ogni facile provino zioni ai drammi di Luigi iPi– c,ahsmo. Q\2ando vediamo che randello questa tradizione . ..,,_ nelle polem.tche la • c_ultura_• è co·ra sconosciuta s O t t O molti o~osta alla • _'!lltlcultura •• aspetti, è Jra le più iùcche del c~oe q~a~do ved1a~o che le teatro europeo, Ri!arla propria, d1scuss1on1 cadono 1n u~ gros- risentirla yiva: ecco un 1 esigen– solano ed elementare hnguag- za che ci sembra fondamentale. gio fondato su slogan di ca- E' un'esigenza frequentemente respinta, perchè impane uno sforzo di Titrovamento non age– vole. Ma un'altra illusiot0e. contro la qua4e vorremmo mettere io .guardia i :polemisti, è appunto questa: che si-a agevole difen– dere iii teatro italiano. E' in- Emi! Nolde: "Figure" L'ambizione d Norman Mailer veoe diiffi.cile, così come è d1fficile diifendere la pittura ita!liana o la poesia itali0'n•a o la critica Halie.na. Nel mondo della cultura, che è i,1 mondo dello spirito e non quehlo delle sovvenzioni stabal.i, non esiste ,una possibilità di di!esa diver- sa dalle creazi0t:1e originale. (Continua da pag. 1) Pacifico. Se i nomi sono cam- E Sergius, il suo giovane Per questo abbiamo manife- biati tutto è riprodotto con amico,• l'orfanello diventato stato il nostro irrimediabiile rare in un modo assoluto assoluta ·fedeltà. Le pagine eroe di guerra e poi per col- scetticismo verso gli slogan che meriti dell'ellissi. in cui viene rievocata _resi· po di fortuna l'amante del sminuiscono Je polemiche, che « The Deer Parkll è un li: stenza di quanti risiedono a cuore della famosissima Lulu le destituiscono alla loro impo- bro ambizioso; esso ha nob1ll Desert d'Or ed il frenetico che lo vorrebbe come mari– stazione più banale, che le pretese e non può quindi es- ritmo di vita dei giocatori to. accetterà di vendere il no– trasformano i,n pillole, che Je sere considerato alla leggera 'd'azzardo di Las Vegas, sono me ed il proprio passato ai mpoveriscono spogli,mdole di come uno dei tanti romanzi fra le migliori del libro. produttori privi di ogni scru– ogn_j sottigliezza. Ci fanno ri- scritti soltanto per distrarre !L'intreccio è invece troppo polo che· trasformeranno 1a dere al!legramente quanti pre- durante un paio d'ore. L'au- esile per sopportare una ca. sua vita in una volgare e sen– sumono di runanere oel teatro tore vi si impegna io pieno sì pesante impalcatura. Il ro- timentale vicenda di facile scagliandosi contro la cultUTa e lancia un atto di accusa manzo fa perno su due cop- propaganda! L'ambizione di e contro l'arte. (E."<Si sono gli contro il malcostume del pie: Charley Eitel, famoso Sergius è di divenire scritto– ultimi epigoni di un « cafoni- 'mondo di Hollywood. Egli si reg}sta in disgrazia, ed Ele- re ed è egli infatti a raccon– smo » del quale [a società ita- sforza di evitare ogni esa- na Esposito, una bella ragaz- tare in prima persona le com– liana stenta a ilibe"!'rsi). Ma ci gerazione, la deformazione :ta di origine italiana, alta, plicate eppur alquanto banali fanno te:lvo!lta sorndere colol!'o della caritcatura la facilità slanciata coi capelli color ra- vicende del romanzo. A lui si i qualJi si immagin= 0 inge- del racconto ma'gari legger- me ed un potenziale di alta offre la possibilità di far for– nuamente che per, rimaner~ mente modificato di un'espe- sessualità, sua amante, e Ser- tuna purchè rinunzi alla pro– oella cultura e nellaTte basti rienza personale per traccia- gius O'Shaugnessy, un giova- pria personalità. Saprà resi– -pronuncia~ Je_ due magiche re il quadro dì una società ne ufficiale d'aviazione eroe stere rinunziando nel contem– parole e riem,p,:5ene la •bocca. in piena decadenza. Da quan- della guerra nel Pacifico, e po a Lulu. al sogno d'amore Anche questa e un'altra m<i- . . niera. -anche se apparentemen- do Franci_s _Scott Fitzgerald Lulu Meyers. famosir.sima at- ed alla vita facile? Seguendo te più deeorosa, per uscir iuo- ha ~nito 11 purtroppo m- trice dello schermo, una di capitolo in capitolo le vi– ri dalla cul<tu:ra" dall'arte. compiuto «The i:,ast Tycoom! bionda, regina del sex-appeal cende del libro dopo un cen- ilm questo dominio spinoso f!'.olJ,Ywood, cu! mn1;1me_revoli hollywoodiano. Le due cop- tinaio di pagine è facile in– si discute soltanto creando e ltbn sono stati ded1cat1, non pie sono legate d'amicizia tuire la risposta. n<>!llv-ieevema. ha mai ispirato un romanzo mentre Lulu, pur essendJ) Ma essa conta poco, inte- GIOVANNI CALENDOLI d'intenti seri. giovanissima, è già stata la ressa molto meno della psico- Qualcosa di artificioso si moglie di Eitel. Attorno a Io- logia dei protagonisti quali rattere pubblicitario, entrfamo immediatamente in sospetto. Noasce in noi iJl timoTe aMet– tuoso e benevolo che mo>l ti, ira coloro i qu-a!l:idliseetlaao con tanto accen:imento de1!1a cul– tura, non sappiano nrl!o:lm,amen- 1:e ehe cosa si<i la cultura e ne sieno costituziana9men-te taglia– ti iuori. La cultura non è mai sta~ oggetto d!i semplid e dra– coniane dicotomie e chi ha pre– teso di racchiuderla in formu– le eccessi,vamente elementari 6e l'è sem,PTe lasciata se-appare da1,e mani per troppe. presun– zione. DAL FILIJ AL LIBRO * rivela però sin dal titolo. ro alcuni tipici rappresen- Norman Mailer sa presentar– Esso si riferisce al famoso tanti ~ella più spregevole ge- li. Sergius è di questi forse il « pare atLx cerfs », l'angolo ma cmematografica: Herman più debole, il meno convin– di perdizione della Corte di Teppis, il ricco e potente ca- cente. Di forte rilievo sono Versailles dove seeondo ero- po di una grande società di invece le due donne: Lulu nache più O meno attendibi- produzione, pronto a sacrifi- Meyers schiava del proprio li, perché influenzate àal de- care tutto e tutti per un sem- successo di diva irresistibile siderio di polemizzare con- plice capriccio; Collie Mun- ed Elena, la donna d'ardente tro la monarchia e di attirare shin, suo genero, il produtto- temperamento condannata in i letto-ri colla rivelazione di re affarista, disonesto, ab!le, quel putrido ambiente ad es– orgie segrete e di scandali astuto nel lavoro ma privo sere prigioniera di chi sa piccanti, Luigi XV ed i suoi di scrupoli, mosso unicamen- sfruttare abilmente la sua cortigiani parteeipavano al- te da un interesse tanto più sensualità. Persuasivo è an– i.e più infami lussurie. Ora, ignobile in quanto è ricoper- che Eitel un uomo non pri– anche volendo accettare per to da ipocrita generosità; 'vo di carattere, d'intelligen- Intanto. che cosa vuol drre ., teatro d'e·rte e di cultura»? Questa espressione. soprattut– to nella nostra lin,gu,a attraJVer– so la quale a•estetiea' ha con– quistato i suoi massimi valori fin dal tempo della Scienza -nuova. suona piuttosto incon– gruente. Noi oon parli.amo di una pittura d',arte e di cul– tura, di una narrativa d'a..--te e di cultura. di una criti<:a di arte e di cultura, perchè 1-a pittura, la narratwa. la critica e tutte le manifestazioni delJ!o spirito umano nel mondo este– tico o sono o non sono. E teatro, se non se ne ha 'uoa concezione meramente botte– gaia, non fa eccezione alila re– gola. Il teatro o si esprime nella pienezza dei suo.i valori, che sono valori di poesia co– me quelli di ogni eltra arte, o non è. Alilora. no.n parli-amo di un « teatro di cultura e d'ar– te», oon adoperiamo questo incolto pleonasmo. non com– mettiamo questa orribile caco– fonia; ma parliamo di teatro. come ei parla di pittura, di narrativa e di critica. GIULIETTA E ROMEO La genesi del fim Giulletta dalla scena allo scliernto, non buona soltanto una minima Marion O'Faye, il ragazzo za. di qu111ità artistiche che e Romeo di Renato CastP .llr.ni siano i! frutto di un. arbitrio; parte di quanto le apocrife cresciuto nell'ambiente cor- ha però i! difetto grave di è accuratamente mustrata in ma de! duplice tentativo di ria « çhroniques de l'qeil de rotto di Holl;ywood, tanto de- esistere come pers.,onalità sol– un volume della collana ~ Dal creare !a favola originalmente Boeuf » ed altri scritti del viato e disgustato da eserci- tanto in virtù dell'effimera soggetto a! film~ che è stato e di risentirla -nella dimensio- genere, :fra i quali quelli mol- tare per I protesta contro la vita della pellicola. Eitel e esemplarmpente cuTato da Ste- ne propria del mezzo di to discutibili di Mouffie d'An- società le attività più igno- Munshin, la sµa controparti– Zio Marti-ni (Giulietta e Romeo, espressione cinematografico. ge'rville. cui Norman Mailer bili. · ta, sono forse come tipi di Cappe!!i ed. Bologna 1956). Il volume comprende i! te- si riferisce, non si scorge al- Ora, sebbene ognuno di co- uomini condizionali dal falso I! processo, attraverso i! qua- sto della noveUa di Luigi Da cun .rapporto fra quanto si desti personaggi ed altri di splendore del cinema i due le i! regista è arriuato a! suo PoTto, 11na illustrazione della pretende avvenisse nel fama- minor peso nel quadro del meglio riusciti. racconto della celebre favola prima e della seconda sceneg- so « pare aux cerfs » e gli romanzo sia carico di un po- Ma pur ammettendo questo amorosa, è ripercorso in tutte giatura de! film ed 11n esame eventi che si svolgono nella tenziale drammatico verso la e concedendo a « The Deer !e sue fasi: il Castellani ll par- delle fonti figurative ed archi- modernissima città di t>iaceri metà del libro ci si accorge Park» lé qualità di serietà e tito dalla novella di Luigi Da tettoniche alle quali il regista descritta nel romanzo e ehia- che il nodo dell'intreccio e d'impegno morale che negli Porto ed è pervenuto a!la ver- si è ispirato per ricostituire in mata Desert d'Or. quindi la tensione mancano. altri romanzi ispirati da Hol– sione ofjeTta daUa tragedia base ad una sua originale in- La località del deserto del- Due sono gli interrogativi su JywoOd quasi sempre man. shakespeariana, per ritornare terpretazione l'atmosfera ita- la California meridionale do- cui verte « The Deer Park»: cano, ci si trova dinanzi ad nuovamente alta sua fonte ita- Liana della favola. ve Norman Mailer ha situa- Eitel, il famoso regista che un tentativo non del tutto Uana. n risultato più originale L'opera attenta ed acuta di to gli eventi del romanzo raf- ha tratti di Orson Welles, di riuscito. « The Deer Park» di questo duplice e laborioso Ste!io Martini si raccoma-nd a figura Palni Springs, la citta- Stròheim, di Jules Dassin e contìene una serie di ritràtti itinerario. che ha comportato particolarntente. perché tende d' d' l 1 · I l h lt 1 · 1 · · f · !a stesura di due sceneggiatu- a mettere in rilievo come ne! ma i usso sorta a cuni u- qua c e a ro, e come oro psico ogici fin troppo rugati è • • •i ! fi! L 'ti 1 . d I stri fa per incanto alle falde dopo anni di grande 'fortuna ed insistiti ma difetta di un ;i;.,,tt_:,.~•b~i~l:;ica 1;· de~u~~~ f.~:er":e~n~':na~o~:fic~neabii~ della.Sierra Neva_da. allo ~co- è entrato in_ conflit_to coi ma- t;?do_ drammatico.,. In fondo dalla tragedia. ma la storia è avuto una complessa elabora- po d1 garantire m un cli_m31gnatt della industria _cmema- I !ndifferenza e I msodd1sf~– restitu.ita alla sua atmosfera zione e come !a fa,itasia del s!!cco e solegg1_ato _tra~q4-!lll- tografica, accettera di coo~e- z10ne del letto_re dopo le pr1- ita!iana e rinascimentale, ed i! regista sia stata sempre sorret- ta assoluta_ agl! ozi de_i eme: ::ire colla ben ?(!t~ ço~nus- me _duecentocmquanta pag1. rapporto fra i caratteri dei due ta da una precisa giustificazio- matografar1. « The Capitai» e s10ne per le attivita antiame- ne e forse dovuta all'argo. protagonisti è sostanzialmente ne culturale. Sulla scorta di evidentemente Los Angeles. ricane dinanzi alla quale è mentq ed all'ambiente 'stesso. spostato. q•.Lesta documentazione si può coi sobborghi . di Hollywood già stato citato u~a voi!~ alla mancanza ?! re_altà e ~i n valore de!la documentazio- compiere una Lettura filologica e Beverley Hills, mentre la avendo appartenuto m un gia profonda uman1ta dt tutto 11 ne offerta con molta ampiezza del film, che però è intesa. con « città dei giochi d'azzardo lontano passato a formazioni 'mondo del c;inema del quale da Stelio MaTtini è quello di equilibrio e con intelligenza. oltre confine» intende rievo- di estrema sinistra o prefe- in definitiva soltanto il film dimostrare come le modifica- alla scoperta dei suoi valori care Las Vegas nel Nevada. rirà rinunziare alla brillante realizzato e veramente riusci- zioni e !e deforntazioni che la estetici. una specie di Montecarlo e carriera anzichè chinare il to può valere. tragedia ha subito, passando G. C. di Campione della costa del capo? GIACOMO ANTONINI • ID tedesco IL FILM DELLA SETTIMANA * Poveri ma belli '* di GIAN LUIGI R0:\01 Roma e un suo certo am-,giudica riprovevole lo si altro ..., e quello zio cosi m– biente popolaresco continua rimprovera poi con asprez- cline al bel sesso. e quel ad essere l'argomento pre- za; quei < bulletti • in pan- papà sarto così filosofo e ferito del cinema italiano taloni attillati o con gfac- trascurato, e quel giovinetto più sincero: un cinema ita- c:he a scacchettoni, quelle della haute che va anche più liand" senza eccessive prete- <maschiette• vistose e lie- in là della caricatura! se polemiche, senza severi te di esserlo non hanno in Senza parlare dei due pro– ripensamenti filosofici, sen- fondo che diciannove, venti tagonisti maschili, con le lo– za solenni engagements, ma anni: verrà presto anche per ro ingenuità, le loro risse, non peF questo meno lieto loro l'età della saggezza; gli le loro millanterie: e della e vitale, meno autentico e autori amabilmente la au- protagonista femminile. così piacevole. spicano (e con questo au- spregiudicata, libera. appa- Tempo fa ci è toccato di gurio concludono il film), rentemente ad dirittura occuparci di un gradevolis- ma finchè non la vedono ar- sfrontata, ma poi, come tut– simo film di questa vena: G!i rivare non pretendono che to e come tutti, pronta a innamorati, diretto da Mau- la natura faccia troppi salti rinsavire al momento ap– ro Bolognini e scritto da e realisticamente ci raccon- portuno e a diyentare una Massimo Franciosa e Pa- tana le cose così come le brava ragazza che finalmen– squale Festa Campanile; si vedono, dosandole e, pesan- te riuscirà a sposarsi il ma– inquadrava nel rione di Tra- dole solo quel tanto che ba- rito che fa per lei. Tutto stevere, aveva tutta !'alle- sta per farci ·intuire il loro è lieve e forse persino fra– gria, l'esuberanza e la ru- punto di vista comprensivo, gile, ma tutto è acutamente gantina cordialità di un so- rna ironico. il loro giudizio congegnato, studiato in ogni netto del Belli, respirava ad negativo. ma bonario e fra- dettaglio analizzato con gu– ogni passo spontaneità. ila- terno. sto.• Ne risulta un coro spi– rità, freschezza. Lo additam- Ne è venuto, cosi. un boz- ghato e Ueto, orchestrato mo. allora. tra i più simpa- zetto lietissimo di vita gio- sulle note più vivaci di Ro– tici esempi di un e realismo vanile, carico di tutta una ma, sul tema più schietto rosa• cui senza difficoltà sicura esperienza umana, se- dell'amore spensierato ed al– poteva affidarsi il nostro ci- rio e impegnato in ogni det- !egro. Ravvivato, oltre a nema, sic u r o di trovarvi taglio psicologico, anche se tutto, da una interpretazio– setnpre soluzioni felici. con- il ritmo veloce del film, la ne per niente sofisticata e sensi incontrastati. ~ua romanesca levità impe- difficile. affidata a giova- Oggi ritroviamo la firma discono sovente ai disatten- notti e ragazzine di fama di Franciosa e Festa Cam- ti di soffermarsi sui molti .non vistosa. ma sinceri, dvi panile sui titoU di testa di particolari studiati sempre e spontanei come si conve– u.n altro film di eguale ispi- con .f;'!Jicissima cura. Guar- niva. 'Fra i tanti è giusto ri– razione, Poveri ma beUi, di- date. ad esempio, anche al cardare Marisa Allasio. la retto questa volta da Dino di fuori del nucleo centra- fanciullina che è al centro Risi, e ci rallegra consta- le del racconto, quegli schlz- di tante contese e di tante tare come quella corrente zi a penna per accennarci, avventure, Maurizio Arena limpida e gaia che crede- con gusto e con sale, que- e Renato Salvatori. i due vamo di poter già additare sto o quel personaggio se- <bulli• che aspirano-al suo dopo Gli innamorati, non condario: quel vecchio por- cuore (e si sposeranno. in– solo non si è venuta inari- tiere che non è mai in guar- vece. due pacifiche ragazzi– dendo. ma. al contrario. pro- diola e tien sempre in tasca ne borghesi). l\>lemmo e :I-la– segue il suo corso con non i telegrammi. quel tranvie- rio Carotenuto. \"irgilio diminuita baldanza. Poveri re di notte che dorme. di Riento e. di passaggio. Et– ma belli, infatti, potrebbe giorno, in un letto d'affitto, tare Manni. definirsi una variazione sul adoprato. la notte. da un - GIAN LUIGI RONDI tema degli Innamorati, pur restando, naturalmente, un frutto a sè. quanto a origi– nalità e novità. La cornice. come sempre. è Roma: non più. però, questa volta, il rione rumoroso e proletario di Trastevere, ma quello più borghese e più... < togato • che si apre attorno ai ba– rocchi splendori di Piazza Navona. Qui i mestieri, le profess\oni, gli uomini sono di un gradino più sopra, forse. di quelli trasteverini, ma il minimo comun deno– minatore della dignitOS!J. po: vertà è rimasto invariato. E questa povertà - non miseria, però - che spinge tutti, giovanotti e ragazze, LIBRID'ARTE Questo volume del!' editore ~ Storia del!' Arte Italiana • per Einaudi, esce in lihreria, in 1:~punto nel 1904; come lo coincidenza con il centenario scritto su Arnolfo. del 1906; della nascita dello storico d'ar- oppure come questi rapidissi– te Ado1!o Venturi. ultimo mi ma pur efficacissimi a!)punti omaggio alla sua illuminata e su Giotto (con intuizioni di sa– i>reziosissima fatica: com:pren- pore quasi dantesco. come de una serie di saggi sull'ar.e quando annota per I-a Madonna italiana. per un .la,rgo periodo d'Ognissanti: « E' una gaiezza che va, dai mosaici cristiani, nuova è un riso delle tavole sino agli ultimi appunti sul dipinte,.) del 1907, o questo barocco. bellissimo capitolo su Leon a lavorare presto, anche in quell'età solitamente dedica– ta solo agli svaghi e allo amore. Ecco così un diciot– tenne che fa il commesso di negozio, un altro che fa il bagnino in uno stabilimento del Tevere; ecco una ra– gazza loro coetanea che la– vora alla sartoria tenuta dal padre. Tutti al lavoro, dun– que. Ma tutti con nessunis– sima voglia, perchè lì, in quel baldo quartiere roma– no, anzi romanesco, ci sono troppe cose belle per pensa– re a lavorare. E l'amore, si intende, è forse la cosa più bella. L'amore, però, dovreb– be essere uguale per tutti i quartieri, per tutte le cit– tà. e questi innamorati di piazza Navona non dovreb– bero essere m o I t o diversi degli innamorati di Santa Maria in Trastevere: inve– ce no, c'è una differenza. e non piccola: in Trastevere. ricordate, eran tutti ragazzi venuti su in'Sieme, in fami– glie artigiane, e si amav!l,– no quasi patriarcalmente, fin dai tempi della scuola; il quartiere chiudeva loro in– torno il mondo e per loro tutto cominciava e finiva li. Più progredm, i ragazzi di piazza Navona, all'ombra del Bernini e Borromini, a due passi dal Rinascimento e dal Barocco, si sentono figli -del mondo e guardano lontano: con l'esuberanza, la fre– schezza e la spavalderia dei loro eroi da cinematografo. I loro atteggiamenti, cosi. sono meno casalinghi, in– fantilmente e comicamente 'scino piu da dongiovanni. Sono, infatti. i e bulli > e le « maschiette • tipici di Ro– ma, i compari scanzonati di quei guys e di quelle dol!s così allegramente beffati nei I film amei;icani su Broadway e su Manhattan. Con la dif- · ferenza che quei e bulli > di Va subito sepalata un'esem- Battista Alberti. dal quale tra– plare introduzione di Giullo spare tutto !'ìntuito e l'amorosa Carlo Argan: in una prosa ni- comi>rensione cbe il Venturi tidissima. piena di afietru~~ sentiva per i grandi architetti calore, Argan traccia un breve del passato; fino ai saggi sul ()lrofilo di Adolfo Venturi, fa- Signore.Ili, oramai del 1922. o cendo cadere l'accento 6Uila su R-a.ffaelo, del 1926: sul Cor– particolare coerenza tra lo sto. regio, sempre del '26. fino al rico e l'uomo. Partendo in- capitolo sul "Michelangiolismo fatti da una breve citazione da e classicismo di Bartolomeo Pietro Toesca che fu uno dei Ammannati, in clii l'occhio at– più brillanti discepoli e conti- tento del critico analizza con nuatori dell'opera del Venturi. genuina partecipazione: ~ ma Argan inizia il suo breve com- tanta Violenza di gesto si risol– mento con queste significative ve in effetto di formale ele– parole: « ... E veramente questi ganza: la massa erculea vince non fu soltanto il grande sto- ù peso. si libera nell'aria «oar– rico dell'arte che tutti cono- landa dell'Ercole ed Ant.,;,: e scono, e il crr,atore di un-a ln questa chiave andrebbe ri– scuola italiana di storia del- veduta rispettosamente tutta \ 'arte, m-a una di quelle per- l'enfatica re a pur armoniosa sonali tà ricche e generose, che, arte barocca. in un'Italia da poco ridotta a Questi saggi sono dedicati unità nazionale. dedicarono la ad un pubblico non di dilet– vita a dare agli italiani la co- tanti. ma di veri amatori d ·ar– scienza della ragione e neees- te: sempre in essi colpLsce la sità storica' d• quell'unità, e a approfondita analisi, 1a· tenace costruire una cultma che assi- osservazione ,dell'opera, il dili– curasse alla nuova nazione un gente. penetrante amoroso di<t– posto di piena parità con le logo con la personalità dell'ar– grandi nazioni del nuovo mon- tista. studiato, fino a svisce– do moderno». rame le più segrete intenzioni. Questi ~aggi abb~ac~i~no un Niente sembra affidato alla ge– largo ~enodo dell ·attivi~ del nerosità del ricordo. ma tutto v:entun, dal 1904. come il sag~ sepllbra. sempre. controllato, gio su Bened~tto Antelam,. minuziosamente. con la pazien– • Scultor Bene?1ctus », pubbli- za e l'umiltà dei grandi. sul– cato per la pnm-a volta ne la l'opera presa in esame. Anche 11111111110111111111111111111111111111 la prosa sern'plice, rapida pre- cL<-a,piena di colore. ma tut– taV:ia priva di qualsiasi enfasi, aiuta l'amatore ad inoltrarsi -iel periglloso mare delle in– tuizioni e attribuzioni critiche. Una raccolta, questi saggi, . esemplare per i giovani stu– diosi d'arte, tanto i n essa traspare un'onestà e una !im– ;,idezza di visione. tutte par– ticolari; un• eredità. oltre che :::torica. umana. Rileggendo il Nievo J:n secondo iluo.go , è troppo facile far eonsistere una sup– J)06ta cultura teatrale italiana esclusi"'8ffiente in une parte– cipazione della aostra scena agli sv.filuppi della cultura tea– trale europea. Anehe su que– sto argomento bisogna inteo– d·ersi, se non si '\11.lole inseniti– b.filmente scivolare in eomode posizioni di inerte provinciali– smo. Una cultura è vera ed è degna di :rispetto qu8lldo è (Continua da pag. 5) stravaganza. Qualche volt-a, grassa e bonaria donna di casa. la cecità del protagonista) se elimootata da pl'<l'J)nie~orze au- nella second<i parte. il lettore Tra le due, comunque, la se- non una nuda e inV:isibile st-an- tonome, vi ve. originalmente tutto? Basterebbe, certo, la I:'i- si sor,prende a mandarla a quel cond<! Natascia è artisticamen- za in cui non si sentono' che creatriel. La cultw-a non è mai sana, a tener su molto. se non paese, a consigliarle di fare un te più consistente della secon- le voci di alcuni person,iggi stata un • fatto di imitazione, tutto, della seeonda parte, se po• la persona seria. giacchè da Pisana. che conoscevamo già dal Friu– di adegir.izione a fenomeni continuasse a restare quel me- ormai i suoi scarti d'umore Questo circa i personaggi. li? E la Grecia nieviana esiste, esterni. Per questo noi abbie- ravigllaso personaggio che ci non hanno più nulla che c'in- Ma i paesaggi, l'atmosfera? forse? E il Brasile delle ultime m·o. semP:e ehle_st0 al . teatro ha sbalorditi e abbagliati nella cuta quell'innamorato stwpore Ahimè. qui il declino è •ancor pagine è molto più d'un luogo !italiano di scopnre le istanze prima. Ma il guaio è che anche che c'incantav<i nei primi die- più evidente. Se Fratta, se il- abbozzato per sentito dire e spiritueli e poetich<; ohe %1.i lei sebbene più lentamente, ci, dodici, quattordici capitoli. Friuli sono di una vitalità e con molta fretta di concludere? possono essere prop_r,~ neJJ'in- data la più vigorosa carica in- Per quel che riguarda, infine, visibilità prodigiose, se il ri- Insomma. sembra im'!)Ossibile Manbattan non pensano mi- ~ ào. che dovrebbe « spalancarsi nimamente a imitar e i con impetuoso ardore su tutte < guappi > dei film napole– le vie del p,rogresso », ecc., si tani. mentre j. nostri, quelli trasformi'" in realtà in uno di piazza Navona. si com– squallido deserto, in un cimi- portano tutti come ... Marlon \. !ero dove barcollano antiche Brando: e la loro minore VINCEN~O CARDARELLJ DlreUore on:uo FABBltl <Jot 1 dlrt>ltnr" rf'81J0l"l~blle. :SU.t>U.uno,ot.oU(JOgI u.e;.:; I :; A. Roma - Via IV Nov.,mbre. 149 terno della sua tradiziooe, n-el- t • i al d tin di I tifi · 1 d' di ' Qa verità storica delle sue for- er1ore, sogg ace es o a sua san cazione on mese. tratto · Portogruaro è vivido ma, e cosl: nei 58 anni che se- ze, nella consapevolezza de'11a estenuazJ.om: P1;>gres~1v<1 che mi pare una soluzione estetica. come un Longbi. se Venezia guano• alla cadu-ta d,i Venezia sua origina'lità. Se il teatro ite- graya sugli 8;1tn suoi con~- mente non riu..scita, e perciò morente ha una sua tesa ,atmo- non entra in campo tm solo liano. per av,ven<tura, non fos.se telli_ In realt:i,. la v':'ra, magi- noiosa e astratta. La Pisana è sfera di tragedia che incombe, personaggio nuovo (l'ultimo più capace di ritrovare questo ca, imprevedibile Pisana no~ stata paragonata più volte alla che cosa rappresentano, poeti- degno di questo nome è il pa– impulso autonomo- e dovesse si trova che ne)l-a. b3!11lnna dt :-latascia di Guerra e Pace, e camente icasticamente atmo- dre di Carlino ca:ricatUlrale e ridursi a vivere di riflessi, sa- Fratta e nella giovmetta di non a torto. checchè ne dica sfericam'ente, i vari lu~ghl che I\OStaJgic'a reincarnazione dei rebbe già morto e dall<i morte Portogruaro: ~e vo!(l.lamo ab- il Croce. anche se l'italiana ha la storia tocca dopo il 1797? navigatori e m<!rcanti che ave. non potrebbe risollevarlo nes- bondare, mettiamoci anche - qualcosa di più vampiresco e Milano. Roma. Napoli. Genova. vano fatta gra.nde la repub- suna polemiea ma assai meno, indubbiamente direi (mi riferisco sempre alla Bologna. eec., che cosa sono, blica lagunare); nè, dopo la Infine non bisoroa dimeoti- l'amante appassionata di prima parte del romanzo) di nel romanzo, se non puri no- descrizione di Venezia che si care che «teatro': vuol dire Vene~ia. Dopo. di allora essa _,traname1;te_ demoniaco . che_ la mi? O vorremo dare molta im- oerde nelle brume a poppavia spettacolo, vuol dire regia, vuol no~ c1 rega]a_p1ù alcuna f?lgo. russa. p1u ingenua e limpida, portanza all'opaco schizzo di della barca che porta l'lùtoviti dire recitazione, vuo.1 çlire co- razione estetica: la sua mc~- non _ha: tutte e due, però, han- qualche sfondo pugliese o la- ·erso la Cisalpina, sentiremo noscenza di testi d-ramm-atioi stanza e volubilil;à ha acqlll- no m comune un finale che ziale, con fumo di fucilate in ,nai più intorno a noi l'intimdtà stranieri. vuol dire informa- stato q~alco~a d1 . meecaruco, ce le fa vedere. d_el.tutto ~r~- primo piano. sfondi anonimi calda d·i un paesaggio poetico. zione· ma vuol di:re anzitutto -perde di malia e d1 grandezza. sfo1matP e quasi irnconosc1b1- come quelli di certe stampe i' un ambient 0 saturo di vita ereazione poetica di una !et- si riduce a pr?porzi?ni _usuali. li: la Pisa;1a divenut~. una <Pttpenn'esche rappresentanti <\nzi, quanto più si va a~"l!nli. teratura dTammatica. Alla ba- a un caratterino difficile, se beata Beatnx tutta spirito e assedi o battaglie? E Londra, tanto più si ba l'impressione 6 e del teatro, come insegnava non proprio a una stucchevole immolazione, Natascia fattasi ohe cos'è (sia pure a causa deL che questo famoso nuovo man- figure quasi jrrieonoscibili in autenticità li rende, forse. 111111111111,11111111111111111111111111 attesa di morire anch'essè. Il più comici, più beffabili. ,-------------------------. mondo si _spopola degli antichi Ma li beffa, poi. questo personaggi, che troppo poche nuovo film di Franciosa e figure nuove (9uasi semprE'I Festa Campanile? on ,di– soJt-anto nolll.l sen~a _volt~) so- remmo. perchè l'ironia di cui !IO venute a sostituire, ~icchè e colma ogni sequenza è 10 ~timo sembra quas.i che sempre ripagata da molta Carlino sia runasto I unico su- · ff perstite di un pianeta spento. <:ompre~s1one. a ettuosa, da Se. giunti a quel termine, molta ~i~pat1a, da mo I t a ripensiamo a Fratta, al mondo r.ordil!'lita. Cer~o! per I due feudale della prima parte. il aut?n e per R1s: (che come sentimento che ci prende non regista h_a baz~1cato sp~sso è già l'ironla verso un « mondo tra la g1oventu rugantma) di cartapesta» ma la nostal- tutti quegli atteggiamenti da gia di una grande stagione dongiovanni da quartiere so– fantastioa, di una meraV:igliosa no abbastanza riprovevoli, ora creativa che h,i saputo come sono riprovevoli quel– evoca:re. lasciandolo senza se- le amoralità saccenti e pro- guito ma in sè perfetto, uno grammatiche che infioretta– de-i più n:ieraV:igliosi microco nn la vita e le avventure smi poe:ici di tutta la lettPra amorose della magl(inr par- tura italiana. te dei loro personaggi: ma ITALO A. CHIOSANO non sempre quello che si * DIFFONDETE LaFiera Letterar *
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