la Fiera Letteraria - XII - n. 2 - 13 gennaio 1957
Domel 'IÌ.èa 13 ~énnaio 1957 r; A' F TE R A T. E T T E R A R T ,; Il limpidola,n1ento * cli f?IIAt\('O JJArl'ACO'l"l'.cl Che non si perda il Limpido lamento di quest'au1-ora tinta d'un rossore caldo d'incendi oltremontani, spento non sia da questo livido rumo1-e dl macchlne mortali. Freme ancora di flati insanl la città sospinta da un'acre nebbia incontro al giorno, geme in mezzo all'aria un freddo corno, Il cielo varia deciso a chiàri azzurri. E' questa, è questa l'ora dei fanciulli, parla d'un improvviso nuovo movlmento di vivere. I problemi. Sono questi i problemi dell'uomo. Non si perda quei limpido lamento ora che desti soho i fanciulli in ogni casamento e su ogni stMda si ripete il giorno deg1! azzu rri spazz.in.1.Un fresco sole tesse si.li muri la dorata maglia, il cor o si sparpaglia in fitte squadre. Che non si perda pei bambini. Questo mi preme dire. Perchè io sono padre. 2 Ah no altro non chiedo che cantare i morti, i vel'i della patria vivi, i morti miei, del sangue mio, del tempo in cui si visse del morire spersi come paglia in un vento ma legati come non mai da w1 vivo sentimento di vivere. Era = immortale odore di carne, un senso che la carne avTebbe d,i più vissuto del suo tempo, ovunque chi moriva degl i occhi un rosso cuore lasciava all 'ar.ia inconsumato, bello, sofferente dei g iorni nuovi. I vivi, voi vivi oggi, io non vi conosco. Vi ha sfatti la menzogna, siete ombre. Ma i mòrbi miei di questo sono forti, d'esser privJ di voi, delle miserie vòstt-e. L'insonne fuoco che 1'i espresse sopra le stesse sanguinose strade d'odio e d'amore intatti Il conduce. ~• per quegli occhi che c'è in noi la luce. 3 Di quesbi miei, i tuoi migliori giorni dh'ti non so, bambino, se ti canto chino sulla tua culla. Canto. E' un mesto motivo untico della vita. Vivo per dirti questo, che non so cantarti e non un vecch10. canto Altro non darti che !'eco insana d"un inverno. eterno più oltre assai della speranza Piano muovo la culla. Nella brulla nebbia che batte •i vetri tu innocente dormi. Ma perchè se, presente debbo pormi coi giorni miei contro gli oscul'i muri del tuo avvenire che non so ,scoprirne i fumòsi contorni, dirne il senso come d'un cieco battere di tuoni 7 he fa tormento sopra 1 campi, proni 111 un'insidia multipla di vent 0 di sconnesse parole, e il turbamento di questo cielo si fa mio. ahi vedo e più non vedo quelle stesse fo1me che d'un albore accesero mia vita. la tua innocenza come un flore dorme La nebbia bussa folta senza dita. Ma perchè è molta. lo credo credo credo. 4 Cercando vado tra gli oggetti miei quell'adorata limpida parola generata dai morti, quella sola mia certezza che ancora mi fa vivere tra questi cieli chiusi dove spira tuttora un flato d'uomini non vivi che di mo1·te menzogne. Insonne gJra per queste buie trade, negli abbrivi delle angosciose macchine perdute In questo disumano inseguimento quella celeste voce che non dice se non il nome di noi stessi, bella come le ombre che le muove il vento, voce dei morti miei per non morire ciechi d'aver vissuto, quella luce di libertà. quell'ultimo saluto. 5 Perchè si odia oggi cosi, perchè c'è tanta angustia dell'altrui sot•riso e nemmeno un patire ma un ruggito quasi inespresso come d'un motore che rombi eterno su una strada ahl'alba d'un giorno che non sa se potrà compiersi tra rossi fum,I ed alberi anneriti perchè si odia. è perchè tanto si' ama La vita no, ma il senso d"una vita che questo cieco vivere non è, LA .GRAMMATl·CA * altro. d,verso. Quell'amore r,erso delle cose, dell uomo. Sono dentro dal diurno frastuono soffocate, quasi bambine in una folla a festa che hanno smar>rito la paterna mano Chiamano. Ed un megafono ripete quegli sperduti nom! P'.ù non basta la nostra voce d"uomrnl, bisogna aiutarsi col ferro. Ma dal buio ip sopravvengo. Un intoccato amore serro nel petto. Un impeto, un dolore ch'è tanto acuto e scm-o che confina con il mattino d'una gioia, questo è il mio nuovo saluto. Un nuovo gesto pieno di morte, Libero, assoluto come l'amore, puro come il fiore immacolato del4a vita. Muoia questo peso di noi che non ha uscita, questo morire offeso dal suo gramo vivere. Adesso è l"anima che io chiamo 6 Perchè non siamo di nessuno Il.gli se non dei nostri grddi, più amputati di flutti contro ciechi moli o tronchi grigi da occulte roncole sui rami, noi da maestri nati morti amore solo sa,Jvò la nostra giovinezza, questa è ebrezza che ancora ci fa vivere. Noi camminiamo tra non spenti fumi e amari vuoti vicoli sospesi dentro le patrie selve. ,Conosciamo noi tutti i nomi della morte, belli come g.iochi infantili, solo offesi d"avèr perduto. E questo pio saluto ch'è ÌI nostro chiaro esistere alla vita forti ci fa d'un'agile infinita gaiezza come d'uva, quel fe1menlo di sangue nelle vene come dopo una goduta estate, il terso vetro dell'ottobre matura un sentimento nuovo del mondo come se più a fondo di questo abisso l'uomo non può scendere e attendiamo l'inverno. Torna l'uomo al senso di se stesso .Un razionale freddo amore perplesso come un seme celato nella tl?-rra la misura del nudo cuore g1i rinnova. freme d'una 1-ucepiù forte. Solo questo possiamo dire, una certezza, il flore che sboccerà tanta vissuta morte. FRA CO ì\IATACOTTA DEI FATTI Gigli, Villaroel, l!iccone- !ella; in piedi: il doti. Colajanni, direttore dell'E.P.T. di Catania (Continua da pn.g. 4) - è la forma stess~ella sua poesia. la ua unità. ri meglio della sua opera crediamo per– ciò si trovi, oltre che nei citati • Poèmes de l'Humour Triste•, in « Débarcadéres • (1922), In • Gravitations • (1925), in « Le Forçat innocent» (1930), «Les Amis incon– nus » (19341. Vale a dire in tutta la pro· duzione che giunge, all'incirca, fino al 1938. E' accaduto infatti a Supervielle che il senso premonitore della catastrofe, della guerra che stava per abbattersi sul mondo. sie riuscito ad ispirarlo meglio e più della notte stessa. una volta soprav– venuta. I • Poèmes de la France Malheureuse •• per esempio, pur se gli rendono testimo– nianza della sua profonda partecipazione al dramma collettivo - e gli hanno valso anche una collocazione nella poèsie enga– gée - non hanno segnato un ulteriore progresso o arricchimento del canto. Spe– cie se si voglia paTagonarli alla notissima • Prière ,a l'Inconnu • del 1937. Un più efficace ritorno, semmai, mo– strano le più recenti poesie contenute in • L'Escalier •. il volume edito da1la N.R.F. nel 1956, e che contiene anche una scelta da • Débarcadéres • e • Les Amis incon– nus •. E' questo, appunto, il libro che i IfflPOR'l'ANZA ))J giudici dell'Etna-Taormina hanno voluto tn particolare premiere- L'a ttività di Supervielle non è limitata alla poesia soltanto. Egli ha scritto anche romanzi, • L'Homme de la Pampa• (1923), dei volumi di racconti, ~ L'En!ant de le Haute Mer • (1931) e • L'Arche de Noé • (1938). Ha inoltre scritto una féerie !iryque: • La Belle au Bois • (1932). Ha tentato un dramma storico sull'eroe nazionale del suo paese natale: • ~olivar •, e una deli– ziosa commedia • La Première Famille • (1936). Particolare successo hanno avuto in questo dopoguerra altri due lavori tea– trali: • Le Voleur d'en!ants •, tratto da uno dei suoi romanzi, e • Shéherazade • ( 1948). Supervielle. eccetto che per l'esilio du– rante la guerra nell'America Latina ha vissuto quasi sempre in Francia a P~rigi. Risiede adesso a Passy. Di l~i Claude Roy, nel volume • Jules Supervielle • - Etudes et Te.'Ctes - Seghers 1949, ha trac– ciato questo estroso ritratto: « .•. grande, magro, cavernoso, mal ripiegato dentro il suo corpo, come un cavallo che si ricorda di essere stato preistorico e di non aver ancora ricevuto un nome nel dizionario degli uomini futuri •· RENATO SIRABELLA UNA 'rllAUUZION~J * Un lettore dél settima– nale Tempo (n. 1 del 1957) ha fatto notare ad Arturo Tofanelli che Ame– deo Nazzarl porta U la· schino a destl'a. Il mondo del cinema si è dunque rivoltata la giacca? I proverbi della coerenza do quella parte più espo· sta ad insidie. Soltanto Massimino risolse il dilem– ma tra destra e sinistra, presentando al bacio dei salutanti il suo piede. Ma non si può pretendere che gli scribi - a cui il Vange. lo serba la maggi0r con. danna - siano cosi fecon– di di soluzioni quanto un imperatore, sia pure della decadenza. Or qua or là, « purchè - diceva il Buo– narroti - io non vegga la prebenda scemarmisi ». Il Nievo in tedesco * A. Una volta un cava!Jo o un delfino - non so se si trattava di un cavallo o di un delfino: che importan– za può avere questo pa ,.. ticolare per un racconto? - solcava il mare, o la prateria, e fìni con l'ap– prodare: il cavallo alla spiaggia, il delfino al qua– drivio che conduce a Ro– ma: e cosi vissero felici e contenti Il.no alla fine del· la loro vita. Con questi chiari di lu– na è consentito a ciascuno di noi di vivere felici e contenti t'lno ln fondo, perchè possiamo essere o cavalli o delfini. ora delfi– ni ora cavalli -- e chie– diamo scusa a questa cop– pia di mammiferi. Perchè agitarsi? E' l'ora dell'incoerenza, l'età ela– stica del divenire à double tace. Il vivere è splendida– mente facile, fatto d'ipote– si, e panta rei: chi si fer– ma è perduto. solamente chi si muove giunge al tra– guardo. E' sempre un traguardo di tappa: eh i è cosi pazzo di aspettarsi alla fine una classifica genera le? Alla fine di che cosa? Non c·è più fine! Coi metodo del taschino a destra. del ca– vallo che può essere un delfino, abbiamo allunga– to la nostra vita al limite massimo. Siamo diventati quasi iml'nortall. Possiamo essere, in ogni caso. sem– pre attuali. Mi hanno detto che il nostro amico Domenico è attuale anche oggi: è vero? Oggi esalta lo spirito di conservazione nel luogo dove si ama conservare. cosi come ieri esaltava lo spirito di mutazione là do– ve si amava mutare. Do· menico sa adeguarsi. è chiaro: s'è tutto ripulito, s'è fatto la casa a, Parioli e non ama più i « bassi "· Domenico mutatis mutan– dis. e ora porta anche il principe di Galles e i mo– cassini. E' uno di quelli i quali sanno che l'ultima pecora piscia sul secchi-el– io. e che non ha palio chi non corre. E' accorso (leg– gere il Messaggero). Tutti accorrono: sotto le bandiere del momento. Il mondo è dei solleciti: e s'è visto che val meglio un presente che due futuri. Specialmente tra i poeti, poichè a ogni poeta man– ca un verso. Vatti A fidare! Mi dispiace per Carlo Salinari che Sè ne dispia– ce. E' un uomo di parola. ma ride bene chi ride l'ul– timo, ma non si può pre· tendere che tutti restino fermi come un albero; for– se non è vero che più il panno è fino e più s'ar– rende? Si duole che il critico c1- nematograftco dell'Unitd di Torino, il quale si chiama nientemeno che Paolo Go. belti, abbia riconosciuto come errata tutta la pro– pria attività di critico, per l'appunto, cinematografico: che lo indusse per sei !un- • ghi anni - cito dalla cita– zione di Salinari sul Con· temporaneo - a esaltare tutti i fl lm sovietici. anche quando si trattava d1 film bruttissimi. Il Paolo Go– petti ammette d'aver sba– gliato proprio nel parlar bene dei film belli, visto eh~ ne qiceva bene soltan. lo « per incosciente abitu– dine». Salinari si meravi– glia. Dice: , « che cosa ha potuto, negli anni passati, a tal punto assopire le sue facoltà critiche? Il mito di Stalin? Non solo. Ma anche io schematismo ideologico, che ben poco aveva in comune col niarxismo ». Questo lo di– ce Salinari: se era marxi– .smo, non era dW1que ideo– logico? E se era ideologi– co, non era schematico? Il Paolo Gobetti, dopo sei anni indefessi. si è re.!o con lo che le cose lunghe diventan serpi, e che uno sprone nella tP.sta ne val due nei calcagni. Bene. Per il cr1t1co to– rinese comincia un nuovo seiennio. Col taschino a de tra, Sbaglia il prete al– i'al tare! Ed ha pensato eh è meglio corta follfa che lunga Quei film era– no per lui, ieri. tutti belli, oggi sono tutti brutti. Sa– linari obbietta che. così. vengono semplicemente capovolti i termini del p1ub:ema. « rimanendo. pe– rò. ugualmente all'esterno di un giudizio sulla sostan– za artistica ». E con ciò"? All'esterno oggi, ali'este1' no ieri: ci provi che pro– prio ieri il Paolo Gobetti era all'interno. Non ce lo prova. Avrem– mo voluto che ce lo aves– se provato prima. che quel modo di far critica era sbagliato. Ora, non essen– do intervenuto a tempo. è in ritardo anche sulla nuova mossa compiuta da questo ennesimo « reduce» dal!o schematismo ideolo gico. E' proprio vero che la coda è la più cattiva a scorticare. Se è vero. come è vero - a prova della civiltà di Carlo Salinari - che una buona critica come quella attuata sul Contempora– neo non rinnega alcun ri– sultato; se è vero, come è * di GI.A.~h. BA'l''l'IS'l'A. \TIC.A.BI vero. quanto egli medesi· mo asserisce non da oggi che nell'arte sovietica <e v'erano cose buone e co. se cattive»; se è vero che si deve giudicare « senza apologie o rifiuti apriori– stici »; se insomma si la– sciano le porte aperte. e si istaura un regime di possi- bilismo. è logico che attra– verso quelle porte moi ti - quando l'occasione sem– bra buona - taglino la corda Il peggior passo è quel– lo dell'uscio. Poi. giunti all'aperto, nessuno li fre– na più. Basta cominciare. Ci si prende gusto. Nessu– no più di un transfuga sa correre velocemente e su– perare tutti gli ostacoli. Tullo. tanto s'era abituato ai limiti. gli sembra osta– colo: e su ogni ombra s'avventa. fino a quando il troppo ,·oltare lo fa ca– scare, ma è un cascare senza pericolo, abituato come è alle resurrezioni. alla palingenesi. alla me– tamorfosi. Questa è pura attuai I tà. Questo è il sen– so del tempo, la co,cienza dell'epoca: non ci si può dolere se. con un simile allenamento, dopo un così. msistenle invito a rimane– re aggiornati. gli ex disce– poli si aggiornano non sol. tanto alla storia, ma a quell"omb1 a della storia che è la cronaca. Ombra adorata aspetta. sembra che dicano, in po– sizione attenta di scatto. Vediamo: a essere giusti. dobbiamo ammettere che sono ombre anche quelle di tutto l'armamentario offerto - anzi, quasi im– posto - proprio da quella sorta di schematismo pseu– destelico che è il neoreali– smo di maniera. e sopra– tutto il neorealismo pro– grammatico e finalistico. 0\-mai si vede che un sac– co di disegni verdi non tornano in W1a libbra ecchl: i dir-egni verdi. rossi e populisti profferti Mino Maccarl: "Figure " dall'ideologia agli scritlo– ri e agli artisti in gP.nere i quali temi hanno stancato ormai anche gli oratori domenicali. Che cosa c'è da stupirsi se il Paolo Gobetti vorrebbe oggi impedire ai registi (comunisti e ausiliari> di fare dei film sulla classe operata mettendoci dentro il solito co~dimento di scioperi, di organizzazioni comuniste, ecc.? Un tem– po, nel seiennio duro, gli piacevano: oggi questi in– gredienti non gli piaccio– no più. Quod petiit. spemit; e probabilmente tra poco - dato che si tratta di tal pasta - repetit quod nu– per omisit. Egli considera oggi luoghi comuni (sen– za dubbio logori per un uso troppo sfrenato) quel– li che ieri erano i passi obbligati del bello e del vero. Che cosa c'è da ob· biellare? Le inclinazioni mutano: e anche chi indu– . ra. chi valendo dura; anche il buon noce che non co– nosc·e scuoter di vento, de– ve avere in• sè tanta tolle– ranza da ammettere nel– l'altrui disegno queste mutazioni. E' comprPnsibile il ram– marico che sul più bello dell'uccellare muoia la ci– vetta: ma della civetta in– tellettuale sarà mai abba- stanza lo stupirsi? Ella risorge sempre dalle pro– prie ceneri. Mula soltanto la sua collocazione. non il suo esist,~re: à g:iuche. à dextre, contre mont, con– tre bas. selon que le vent des occasions nous em– porte. Se tutto ciò lo ac– celtava Montatgne, vorrà non riconoscerlo il saggio Salinari? Messer Farinata - nar– ra G Sacchetti - interro· gato che cosa era parle. cavallerescamet1 te · rispose: volere e non volere. Que– <ta è la maggioranza. Voi ·he inseguite il vostro so- 6no civile, e che contro l'abulia proponete il Fo– .;colo che esorta gli italia– ni alle !storie, non dimen– ticate il Foscolo che ini– Giava il uo di scorso av– vertendo che « a rifare 1·rtalia. bisogna disfare le ;ette >>. La storia si può it1· terpretare in modi diversi, ora coi film sovietici belli. ora coi film sovietici brut– ti, ora con gli scioperi, ora sen'Za gli scioperi. Ai tempi della Restau– razione, il borbonico J ean Loriquet soleva dare ai di– ·cepoli - ne 1 suo 'abregé della storia di Francia - questa notizia: « Nel 1809 il marchese di Bonaparte. luogotenente generale del– IP armi del re Cristianis- simo. entrò in Vienna d'Austria alla testa di un P.sercito ... ,i. Era questa una somacchia di senso relativo, ma comunque storica in modo civettuolo. Sede a dextris meis colui che poc'anzi sedeva alla sinistra, dove - a detta di Senofonte - Ciro pone– va l'amico più fido, essen- Uno degli occhi lucidi del poeta è fisso alle stel– le; l'altro. con piena co– scienza storica, alla fa– miglia. GIAMBATl'ISTA VICARI di ITALO CHllJSAllO Qualche settimana fa rice- .A!nz.!tuttola conforma di una Le Confessioni. come quasi vett.i dal la Germ @ia, ancor sostanza ohe resiste, e assaJ tutti i romanzi dJ questo mon– r,·esco di stam.pa. = volume bene, et cambiamento della ve- do, si basano principalmente su denso e, nonostant e le sue 972 ste idiomatica. Anzi, liberato due elementi costitutivi fonda. pagine, assai maneggevole. le- di certo fraseggio accademico mentali, che poi si uniscono in gato ln tela rossa e nera, e e foscoliano, di certe civette• un'unica sostanza di poesia: i mlitoloto Pisana oder Die Be- rie e leziosaggini lessicali, di personaggi Ce quel loro muo– ke1t11tn.isse eines Aclttzigj/ihri- certe disarmonie cacofoniche versi, incontrarsi e tramutarsi gen t« Pisana ovvero Le con- dovute all'assenza della lima, che fo.rma l'Intreccio) e il pae– fessionl dl = ottuag,l.llario "• U romanzo par snodarsi con saggio (e quell'alone poetico Editore Suhrk<Unp, Francotor- movenze ancor più snelle e che ne emana, cui si dà il le 1956). Cercai il nome del moderne, parlarci con un suo nome di atrno..-.fera, di colore, h·aduttoi-e: . era una donna, llnguaggio, seppia- meno s;plc- di clima). Ora, nella prima Charlotte Bi.rnbaum. « Una be- cato e personale certo anche parte. per I 'rma e per l'altra nemerlta », pensai, e le rivolsi meno «ottocentes::O » meno le- di queste sorgenti narrative Ou~ffro c ncorsi nazionali ~ me~tale ringraziamento per gato a gusti e a stil~ di altri slamo meravi,gllosamente pxov- ' , , aver riparato a questa annosa lempl. Quanto, però, al giudi- veduti: una folla di pet"$0nag- perartisti e g1ornallsh !~cuna deli.~ '?ul~_a tedesca, zio complessivo, è triste, ma ci gi e di macchiette si muove I sana ndo ùn mgiusLi.1.1anel no- si vede costretti a ripiega:re su nel! 'aria di Fratta, di Porto- I ministro dell'Interno d~n- st.ri riguardi. .E' vero che nel di una critica « stancamente gruaro e _ ma già in misura do ~ncreta att~atione _aliIn· 1877 . l'allora giovanissima i:ipetuta ,., a detta di Ello Bar• ten?1mento manifestato m oc· scrittrice Isolde Kurz aveva tolini ma non perciò men ve- un poco minore - di Venezia, cas1one dell'esame del bilancio dato. delle Confessioni nlevia- ra: q~ella ohe esalta la ;rima con tutto l'incanto delle vita del suo Ministero da pa~te ne, U\la prima versione appar- parte del libro a scapito della trasfigurata ln arte. Ma dopo della Cam~ra dei deputati h~ sa nella collana « ltalienische seconde. Se il giudizio del Cro. la caduta della repubblica ve– approvato 1I regolamento ed 1 Noveliisten •: ma era una ver• ce in.tatti che rifiuta come neta. avvenuta quando il pro– relativi b_andi di quattro co~- sione parzial~ e antologica: che opera d'al'.te, il li.bro 'intero, !agonista Carlino Altoviti non corsi nazionali per opere. r1· passò quasi tnosservata, stcchè appar quasi irritante nelle sua ha più di ventidue anni, quali spettivamente. di pittura. scul· è legittimo affermare che quel- estrema ingiustizia ugualmen- altri grandi e importanti. ò tura. prosa narrativa e per un la dell'editore Suhrkam;p è la te inaccettabile p~ò dal pun- almeno schietti e vivaci perso– articolo o 'servizio gioralist!co, prima degna e completa p.re- lo. di vista estetico •è ciò che naggi il libro ci fa ancora CO· aperti ad artisti e .giornalisti sentazione, i n ling'Ja ger mani- a.t:fcrma il Sapeiçio quando noscere? La risposta è decisi– italiani e stranieri residenti In ca, di questo class.co nostrano. scrive: «Rimpicci~lisce gli va: nessUDol Qualche sforzata Italia. Gli effetti? _Pode~osi , a giudl- orizzonti del quadro chi Isola caricatura come la contessa L'iniziativa ha lo scopo di car dalle prrme nsonanze p\.lb...arbitrariamente i toni evocati- milanese, walche scialbo ri– lncoraggiare e valorl~zare le blicistiche. ~ dal _fatt<?che I~ vi e idillici della prima parte tratto storico come Ettore ça– attlvità artistiche e culturali prlm~ edizione e _già quas!• e, trattandoli alla stregua di rafa O aloune palllde figurine operanti nella Nazione, facen- esaiu~ta. In Germania, anzi, s1 una leggiadra fiaba, non li sen- di com?do. no1; hanno certo do. altresl, convergere su di giudica che solo adesso è ma- te in fW1zione di una fantasia una carica mtenoo-e che ll pOS– esse l'interesse della pubblica turata la !)lena• ricetti_vità pe.,. più complessa, di un'intenzlo· sa far chiamare perso1;1a~gi-e opinione e. data l'entità dt, ~uel che__ di nuo~o e d,i pr~cor- ne più vasta e profonda. Gli m,e~re accanto ru moltissnru ': premi messi a concorso assu · li_torlo c_ e nel libro del Nievo, srugge il carattere foscoliano e lncts!Vi della prima parte. Gli me particolare rilievo d! cui s1 accostano alcune pa- inazziniano dell'ispirazione, stessi figli di Carlino, che pu- g1ne a Balzac, a Thomas Mann che si illumina nel contrasto re, come esponenti del ..mondo Detti premi, per un ammon· e ad altri colossi della narra. fra quel mondo di areadia e nuovo~. dovrebbero invitar tare complessivo di oltre 19 tlva europea; quanto alla PI- di cartapesta frivolo e angu- l'autore a,, una caratterizzazio– milioni di lire. saranno ripar- s:ina,_ se ~e parla come del: sto, e il mondo nuovo che si ne particolarmente fine e at– titi in tre do1a7.ioni di 5.000.000 i e.rama di un Proust avanti spalanca con impetuoso ardore tenta, non riproducono che in ciascuna. rispettivamente per lettera. su tutte le strade del progre,s- P!Cc~lo alcum grandi caratte~ la pittura. la scultura e la pro• Rallegralo da queste acco- so, in un tumulto improvvlso già mcontrati nel corso del li– sa narrativa. ed unH di 4 100.000 gllenze, e quasi per entrare d'idee, di speranze, di passio- bro. _quello di Pisana o quello lire per ii ir,ornalismo che. a anch'io in 9uella festa di sco- ni». o megilo: si, p\lÒ darsi, ~ Giulio Del Ponte, c_oneffetti loro volta. verranno suddivise perte e di sorprese da una ma questo deftnisce non già il dt sgradevole goffaggine, come in un primo oremio e in pre prospettiva perfettamente ger- libro che il Nievo ha scritto quel puttini rappresentati. in mi minori. L'assegnazlonP cli manica. decisi di leggermi la ma quello ch'egli avrebbe vo~ certi mosaici o dipinti primi– essi a,•verrà in base ai giudi· miduzione dalia prima aii'ul- luto scrivere. Se tale fu infatti tivi, quali adultl 1n miniatura. 1.io di commissioni. nominatf tima parola, veé.endo un po' la sua ispirazione. si trattava Ma c'è di più: anche i perso– rlal ministro dell'Interno e nel· che razza di reincontro col della sua ispirazione etica, p0- naggt che nella prima parte le quali figureranno anche Nievo poteva saltar fuori da litica, non di quella poetica sono carichi di elettricità psi– <!Sponenti di istituti ed enti una medlazione cosi inconsue- che, ribelle com'è assai spesso cologica. della cad-uta di Ve– altamente qualificati. Le più ta. La prima cosa che notai alle intenzioni degli artisti nezia in poi si vanno affievo– meritevoli opere di scultura - e godo di poterlo affermare l'ha portato a creare ti.O. mon~ !endo come pihi in vla di sca– e di pittura saranno ordinate - fu l'eccellenza davsero no- e.lovivissimo e felicissimo nella ricarsi, e in alc:=i casi si han– " cura delle ste•sP rommission; tevole della traduzione, con• prima parte, quella della « Ieg. no delle vere e proprie scon– giudicatrici in apposita mo- dotta dalla Birnbawn con una giadra fiaba», e l'ha, se non ciature, In cui 11 Nlevo muta stra. Il ronoorso per la pros, fresca lena che non conosce proprio piantato in asso per addirltlura U tono e il registro narrativa concerne un roman7.0 stanchezze. Ma anche critica- lo meno assai Janguid,u;.,ente della contemplazione come nel o volume di racconti in l!n<n>~~,ente l'impresa, per me, non assistito quando si trattava. caso della contessina Clara, ilali~na. mentre quello 11iorna e stata vana, decantando una nella seconda, di dar vita al che dal vagheggiamento idil– i!stico r iJZUarda un artieolo n certa foschia valutativa che mi • mondo puovo •. In sostanza. lico ed elegiaco della prima servl7.io in linl!Ua ltAliRnR aveva_ se':tpre turbato nei ri- perciò, U mondo di « eartape- parte, scad-e. nella seconda. do– ,.,,,hhiira to dopo Il I l!ennai" guardi d1 questo llbro, dagli ,sta», o quasi, è proprio quello po la monacazione. a irritante l9?i6 ~ntusiasmi dell'adolescenza in ehe dovrebbe essere tutto fer- bersaglio cari caturale di un an. F.' imtninente la dlffusion" P 0 \ Leggere 1D un'altra lingua vido_ • d'idee, di speranze. di ticlericalis.mo satirico. Quanto del reJ!olamento e dei relativi un opera,. com_equesta. di gran passioni... Dove si vede che a Lucinio. co si gagliardamente bandi di concorso che fissano. mole e d1 solido impianto nar- assai spesso la nostalgia è mu- vivo a Fratta e a Venezia s'ir– improrogabilmente. il termine ralivo, può essere cosa oltre- Ee pii! efficace della speranza rlgidisce poi In un mazzinismo modo proficua, perchè, disto- e che più di una volta un art!: e deismo non privi di note vi– utile per la partecipazione al glie'?docl da uh'attenzione ee- sta dimostra. per l'oggetto che brantl ma di una secchezza 30 !liugno In57 cess1va le dannosa, ai fini di si ~ropone di demolire e dJ sempre più concettuale. mentre Il una valutazione totale) per la troneggia.re, una sotterranea Giulio Del Ponte che a Porto- premio « N. Antologia » singola pagina e le sue risul- simpatia e tenerezza che non trUaro oer un n;ome.nto ci ha Il concorso • Nuova antolo– g\a • è stato bandito per !i 11!;5.57~ul tema· • TeraPi~ chi– "'!ra e vita della collettività ta.nze sti~lstiche e verbal~ ci riesce a palesare, invece, per fatto guardare in profondità rende ~ù sensibili ali arco le cose e per le idee che costi- perverse. In quel suo orrendo cornpless1vo del racconto, alla tn.Ilsconola sua passione mora- aggrapparsi di ammalato a una su~ struttur~ e solidità 1nterne, le. D~I resto rni pare che que- donna bella e provooante chP ali alternarsi del pieni e d~i sto gmdùdo di st,a"-ore per la 1 o tortura. si diluisee poi im– cav1. del!e zone al 3cr1 e lsp1- Sl;Conda parte (cw va lnscindi- orovvisamente e scompare Si r_ate e di quelle sorde e pro- bilmente unito un giudizio di dirà: ma la Pi~ana? Non basta l~sse Ciò posto, ecco, a grandi somma ammirazione per quasi 1a Pisana forsP. a tenPr su Ime-e. le unpress_ioni ?a me I tutta la prima) si possa docu- I ALIGHIERO CH.JUSA 0 umana». All'autore dell'opera chP ver rà giudicata la migliore da parte della commissione rom petente verrà con!eri ta Ia somma di un milione di lire. raccolte nella mia rilettura mentare con dati difficilmente · nieviana in lingue tedesca. co!lifutahl.l.L (Contlnna a pag. 8)
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