la Fiera Letteraria - XII - n. 2 - 13 gennaio 1957

J,. Anno XII - .2 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 13 gennaio 1957 . SI PUBBLICA LA OOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO ~MERO L. 60 DlREZIONE, AMMlNlSTRAZlUNE: RUMA · Via dJ Porta C~sLeUo. 13 - 1'elel\>nJ. liedRz1one 555 487 • Ammin,str 5:\5 158 . PIIBBI.ICITA · Ammlolstr , LA FIERA LETTERARIA• · V di Porta Castello. 13. Roma - TAR.· Commerciali L. 150 Edltorlall L. BO ad mm. - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700- Semestre L. 1.400 • Trimestre L. 750 . Estero: Annuo L. 4.000 - Copls arretrata L 100 . Sper!:wine 1n conto corrente postale (Gruppo Ili - Conto corrente postale n J/31426 UN INTERE~SANTE SCRITTORE DELLA LETTERATURA ANGLOSASSONE Asse~nato ilPremio Etna -Taormina Jules · Supervielle. vincitore con Camillo Sbarbaro L'ambizione d Norman Mailer * 1 Pu.r ammettendo ques~o e concedendo a "The Deer Park,, le qualità di serietà e di impe![no morale che negli altri romanzi ispirati da Hollywood quasi sempre mancano, ci si trova dinanz~ a un tentativo non del tutto riuscito· tli * GIAt"OlllO -On successo eccezionale strepitoso ottenuto con un primo libro si avvern quasi sempre un ostacolo per lo sviluppo graduale e no1ma– le di una bella carriera let– teraria. Quando al romanzo di debutto di un giovane scrittore si è gridato al ca– polavoro - cosa che per fortuna di tutti succede ra– ramente - è molto difficile che l'autore lodato e festeg– giato oltre misura non ne risenta quando si accingerà a scrivere un secondo ed un terzo libro. Se ciò vale per ogni letteratura, alcuni casi esemplari si sono avuti du– rante gli ultimi dieci anni in America, tanto fra i fau– tori del ritorno al romanzo come opera d'arte pLrra, quanto fra i campioni d'el neo-realisll"O psicoiogico. Fra i primi vi sono due fra le più felici sorprese della narrativa statunitense del dopoguerra: Truman Ca– pote, che non ha più dato un libro éla mettersi accan– to ad • Other Voices Other Rooms •, e Frederick Bue- del primo dopoguttrra. Tutto sta americru10: la impossibi– ignorando dei suoi antece- lità di essere concisi, di sa– denti familiari e della for- per scegliere i particolari, di mazione, possiamo dire che evitare le insistenti ripeti– è uno cli quegli americani zioni; la tendenza a voler nei quali l'influenza germa- essere esaurienti ad ogni co– nica, si fa più fortemente sto e quindi ad essere lunghi risentire. Ciò in contrasto fino alla noia. con quella anglosassone o Alcuni episodi di e The quella irlandese. Norman Deer Park> vengono nar– Mai!er, come in altri tempi rati a due o tre, riprese sen– Jakob Wasserrnann e nei li- za che la loro importanza bri meglio riusciti Arnold ,;:iustilìchi la diversa proie– Zweig, Leonhard Frank ed zione. Essi possono colpire altri, è un narratore vigo- la prima volta ma la secon– roso e pesante. da sono già stucchevoli. Nul- I! peso inutilmente greve, la di nuovo o di significativo l'eccessiva insistenza già risulta da codesto ritorno sensibili nel famoso libro di su situazioni e circostanze guerra e nell'in gran parte già risapute. Se il grosso mancato < Barbary Shore >, romanzo avesse avuto cento si fanno risentire anche in O centocinquanta pagine di ~ The De_er_Par~_> e ne sono meno ne avrebbe guadagna– i! magg10re difetto. • The to. E' una mania èli ·alcuni Deer Park> _(Putnam edit. scrittori nordamericani, de– New_ Yo_rk) e co_me roman- sideros i di riflettere con esat– zo riuscito 1;11eglio_del i;>re: tez.z a la realtà quella di far cedente, ed __ m molti capitoli ripet ere nei dialoghi ai loro confe1ma l mgegp-o da tutti personaggi sempre le stesse nconosc1uto ali autore d1 cose. Nelle analisi come nel, «The Naked and the Death>, le conversazioni e nelle de– n:ia indica anche if! difficol- scrizioni essi sembrano igno- ta per. Norman M_a1ler ~1 l_i~ GIACOMO ANTONINI chner di cui • A Long Day's Dying • rimane una pro– messa finora non.mantenuta. Fr,1 i secondi James Jones. rimasto per ora a e From Here to Eternity >, e Nor– man Mailer di cui < The Na- berars1 da uno dei morb1 p1u insidiosi del romanzo reali- (Continua a pag, 8) Norman Mailer TOPONOMASTICA LETTERARIA. * ked and the Death > venne IL LIBRO DI CUI * SI Dilllmi dove abiti e ti dirò come scrivi proclamato il miglior libro sulla seconda guerra mon– diale. E forse a loro possia– mo anche aggi,ungere, ben– ché non appartenga a nes– suna delle due falangi, Wil– liam Styron, a nostro avvi– so il più dotato e promet– tente di tutti, che a cinque "Disamore" di Bigiaretti '* di ELIO FILIPPO ACCROCCA J.el '46-'47 a Roma, anni viste d'altro tipo e di ben di p iù facile euforia e più altra consistenza. Ma allo– aperti non so se all'inco- ra quelle poche pagine do– scienza o alle < ragazzaggi- ve discutere di lètteratura ni >, un grùppo di amici, non J?Otevano usçire che a tutti molto al di sotto dei quel! insegna. trenta, aveva deciso di dar Fu persino trovato un vita a una rivista letteraria quantitativo di carta, quella che si sarebbe dovuta chia- in uso nei negozi di pane mare non senza scandalo pasta e pizzicheria; qualche per certi buongustai Osteria. giornale aveva annunciato Ve l'immaginate un'Off/.- l'uscita del primo numero cina (quella di Pasolini, col sommario degli articoli. Leonetti e Roversi) roma- La rivista non si fece, co– na? A ogni città il suo cli- me tante altre cose che in ma, il suo stemma. Nella quegli ànni restarono sol– città di Baldini, con quel- tanto nella fantasia. Ma l'e– l'aria da Miché.laccio che ti- pisodio (uno dei tanti) servì rava (ora no, il vento ha a farci scoprire che nel girato a tramontana) un ti- gruppo di amici e romani> tolo più appropriato non non c'era neppure uno che poteva esserci. fosse nato in questa città. E sì che si correva il ri- A scorrere i nomi di quan– schio di non trovare nep- ti a Roma s'interessano ,in pure le pergote d'un cava- qualche modo di e cose no– lier Spadini che accoglie- stre >, ci si avvedrebbe di vano ogni sabato i e Sette quanti marchigiani o caia– Savi > della Ronda dispo- bresi son qui a scrivere, tra stissimi, loro, per rispetto le mura imperturbabili e alla tradizione, a mangiare sornione di Roma, o a di– uva, fichi, caldarroste, e a pingere, oppure (il caso è scolare bottiglie. Nature peggiore) son svelti a bat– morte di quell'epoca! ter lh1gua tra i tavoli d'un Oggi si parla, ma i tempi caffè con l'aria di chi se sono mutati e in certo sen- n'intende. so son quasi ringentiliti, di ELIO FILIPPO ACCROCCA iniziative quali la Barcaccia e il Canzoniere Tiberino, ri- (Continua a pag. 2) anni di diS t :nza da • Lie Citi segua sin dagli inizi J?~wn 111Darkness >.. non ha il 'lavoro di Libero Bi·giaret-ti pm consegnato un libro al- di:f!fici'lmente Potrà non a:en– le stampe.. . dersi conto di come esso si Se su W1lham Styron co- svo1ga di aibro in Ubro lun· me _su Truman Capote, Fre- go una linea di svHuppo che denck Buechner, James Jo- lo conduce a com;peneilrare nes e magari anche su John l'una nell'altra le fondamen– Phillips e J .D. Salinger la tali esigenze della sua voca– fe~tosa f!CCoglienza fatta al zione di scrittore. quel1a del pnmo libro sembra avere nar.ratore e quella del saggi– avuto un effetto inibitorio, sta, anche se potrà apparire su Norman Mailer invece a taluno che 'l'una o l'altra essa ha operato come un di tempo in temp·o prevalga farmaco stimolante la sua e non sempre senza recipro– ambizione. Dopo aver dato :o danno, almeno nel senso con e The Naked apd the ji una limiitazione di quello Death > il romanzo della :he potrebbe essere il Ube– guernj, volle clare con «Bar- ro e organico svolger;ii_ della bary Shore • il libro in cui ~ua nanaz1one: In B_!lglarett1 si riflettevi la crisi morale 11narratore e 11 saggista non di un certo ambiente intel- soltanto coes1ston0, ma rap– lettuale di New York in se- presentano le du~ facce_ del– guito al crollo delle ideolo- la stessa medaglla. am1;1~t~ gie politiche, mentre e The com,e sono s111 daqJe_ Ol'lf!Ill Deer Park>, il terzo di re- daUacuta es1gen~a d1 u"! 111- cente pubblicazione intende d!i,gme '?-orale sia sul piano essere il romanzo del cine- pm ape1 tamente umano d~l– rna, l'ambiente artificioso, la sua osservazione della _vita corròtto e malefico di Holly- - un_ certo suo populismo wood. In ognuno dei tre cas· non p1ogramma41co, ma con- I I dotto con affettuosa penetra- e ne _terz~_ non meno ch_e zione e simpatia per i suoi nel pnm_o, ~ 1_rnpegno d1__ Nor- personaggi _ sia su quel•lo man Ma1!e1 e molto seuo, la della i·icerca nella memoria, sua a_mbizione grande. nell'analisi del4e sensazioni e Scnvend_o d1 • Barbary dei sentimenti, nel'l'evocazio– Shore >, dicemmo che Nor- ne di momenti e di sensazio– man Jl:'1ailer C?me SJ?irito, ni e sarei per di<re in fonda– per la 1mpostaz1oi:ie dei pro- mentale autobiografismo (an– b~em1, per. lo sviluppo_ che che se spesso si tratta di una da loro nei romanzi. s1 ap- autobiografia riflessa e ri– parenta a~ narratori tedeschi frante in -personaggi e vicen- * In un volume del "E:astelletto~, di Nistri Lischi è stata :ristampata la lunga Jettera già apparsa ·in "Un discorso d'amore,, alla quale lo scrittore ha fatto seguire la lunga e acuminata requisitoria del protagonista femminile della vicenda * di 1.1'ERDINA~DO VIRDIA d'e del tutto inventati dalla fantasia) nel quale va riscon– tra:µi appunto fa cosw.nte de'l– la sua vocazione e altresì il legame più sicuro tira le va– rie disposizioni ed esigenze sulle quali si compone la sua fisionomia di scrittore. Ogni lettura di Bigiaretti esige i.m Q·itomo allè origini, una riscoperta di quella che è la sua vera patria segreta: il suo autobiografismo è soio in parte di natura letteraria, fl'Utto di a<lesione a un certo clima .che tuttora si respia:a assai pi(1 di quanto non a,p– paia nella vita delle nostre lettere. lirico. quindi, assai più che non documenta<rio, nel senso che la sua analisi nel rprofondo dei ricordi è le– gata quasi sempre -a occasio– ni evocative. E altresì il suo autobiografismo si ·lega a par– ticolari origini a una certa sua indlinazione di autodi– datta, quasi che una scoper– ta di se stesso presieda e animi le più remote scoperte della sua vocazione di scrit– tore; at~re.verso le quaU si apri'Va rra sua penebrazione in un mondo del'la cultura senza tramite diretto di scuo– le e di maestri. L'esperienza del suo avvicinamento alla Jebteratura traspare, si , può dire. in ciascuno dei suoi li– bri, sotto la specie di varie situazioni e di diversi perso– na~gi, ma tutte e tutti 1ife– ribi'li a una sorta di inizia– zione aTtigianale; e non di rado essa è persino adom– brata nel fondo di quel'le sue creatuTe, operai, piccoli im– prenditori. capimastri discesi GIOVANI VOtJI fJON NOI Nella collana del Raccoglitore di Parma sono apparse postume le poesie di Liliana Angeli Guidotti (I miei anni), ritrovate quasi per caso dopo la sua morte, avve– nuta a Firenze il 25 luglio 1953 quando Liliana, già sposa e già madre, non aveva ancora compiuto i trent'anni. Le ha rac– colte il marito Siro Angeli e le ha pre– sentate Attilio Bertolucci, e noi abbiamo ben poco da aggiungere a quanto Berto– lucci stesso scrive a proposito della loro qualità: « E' la qualità strazi?Jlte e in– difesa della poesia femminile nei su~i punti· più alti, qualcosa che ci ha fatto pensare a Emily Dickiinson. Forse fu in compenso della vita e dell'amore che le venivano tolti, che si diede a Liliana Angeli questo anticipo d'eterno: privi– legio, sempre tanto duramen~ pagato, dei poeti veri ». Che Liliana sia una poetessa vera, an– che se esilissima, non se ne può dubitare un istante. Eppure nessuno, in vita. fu più lontano di leì dall'idea di mettersi en poete, cioè di fare, della poesia, una professione per acquistar fama presso la di * GIOBGIO CAPllONI gente. Lo stesso marito Siro assicura che nessuno (nemmeno lui) fino a pochi mesi prima della morte s'era accorto che Li- ' liana scrivesse poesie. Tanto questa gen– tile sposa e tenerissima mamma dava poco peso ai suoi « ghirigori », spesso buttati giù spontanei, e a quella spontaneità la– sciati, sugli stessi pezzettini di carta dove faceva i conti della spesa . Liliana Angeli (leggete il commosso ri– cordo di Giovanni Gigliozzi, sulla Fiera del 14 ottobre>, pur tutta presa e com. presa nello stretto ambito dei suoi affetti e dei sifoi doveri di moglie e di madre, possedeva il d·uplice dono d'un'innocenza e d'una freschezza indicibili; dono invero rarissimo quando non significa fragilità. ma anzi si accoppia a una forza di carat- . tere che - neJla sua medesima naturalez– za - ·ha dell'eroico. E la sua poesia ha l'apparente esilità, e la sostanziale resi– stenza, di tale raro accoppiamento di vir– tù, riuscendo a una trasparenza e .levità di dettato in cui scorgi - fino al capogiro - tutta la profondità d'una vita inten– samente vissuta pur nei pochi atfetti ca- salinghi, e d'una morte altrettanto inten– samente presentila e sofferta, anche se taciuta. La parola miracolo viene spontanea alle labbra (e non è sprecata) se si pensa alla semplicità dei mezzi con cui la Angeli specchia tale profondità: giacchè non co. nosciamo pensieri e parole più semplici (pensieri e parole di tutti i giorni - gli stessi e le stesse che tutti usiamo nella nostra giornata), eppur cosl vibranti di vita nella loro immateriale levità (vien perfino da domandarsi se i suoi versicoli esistano davvero: se abbiamo cioè una qualsiasi struttura), da scomparire subito di sulla carta per rimanere incisi per sem– pre, col loro dorato tono di favola. nel petto: « Briciole d'ali di farfa!!a - acce– cano i! cuore. - Non sento più l'orologio . che batte le ore ». E com'è donna (com'è sposa, com'è ma· dre) lei che adopera vocaboli cosi usuali e usati, ignara di qualsiasi artificio, di qualsiasi « acciaccatw·a »: lei che sa dire le cose chè sono ulla pun la della lingua di tutte le donne e che nessuna, peraltro, riesce a dir cosi bene: cc Senza l'uomo . l'universo è triste, . muto, freddo . . L'uomo è !'alba - e il tramonto - la tempesta e la calma . del cielo e det mare - i colori e i sapori. - Senza di lui tutto sarebbe uniforme . bianco come la calce • deUe tombe». Si 'dirà che la poesia è sempre un mi– racolo. Sì, ma se è vero che i poeti sono come i santi, e che per esistere e sussi– stere come tali hanno bisogno dì operare almeno due o tre miracoli, il più delle vol– te, per questi due o tre miracoli, quante mortificazioni, quanto esercizio, quante cadute, quanti peccatacci, in una parola quanta fatica. Mentre il miracolo della Angeli (non strepitoso, com~ si conviene a una cara ponna di casa) è continuo. quasi diremmo - se non suonasse con– traddizione - è lo stesso atto naturale del vivere, e quindi dello scrivere. E' stato fatto (ed era inevitabile> il nome della Dickinson. Ma a noi sembra GIORGIO CAPRONI (Continua a pag. 2) dai ,paesi delle March~ a co– struire la nuova Roma dopo il 1870, con una tradizione ii– beritaria fiera ed ingenua al tempo stesso. che non vieta tuttavia loro di scoprire una civiltà della vecchia Città e fa-ria propria, e insiem~ far p·ro!)'l"ìele buone maniere cit– tadine. inserirsi intimamente nel'la sua vita. dura conqui– sta e spesso amaTamente sof– ferta da un'intera gen1!razio– ne e non senza tracce nelle success\ve. specie nel a:iver– ~ro dei sentim~nti, direi nel– le stesse intermittences du coeur di a:Icuni sL1oi perso– na,ggi. In questo autobiografismo– autodidattismo e nelle stesse origini ,per così dire a-rtigia– mùi della vocazione lettera– ria di Bigiaretti il ,rapporto Roma-Marche ha un senso profondo. ed è quello ambi– valente di un'educazione sen– timen·tale e di una penebra– zione nel mondo della cui· Libero Bi•giaretti tura che si inseriscono su una civiltà popolare, sia pur pae– sana, ma già ricca di forti ·radizion; municipalistiche e di fe.iment; rivoluzionari. Oc– cone aggiungere che si trat– ta di elementi gìà del tutto assorbiti e decantati agli ini– zi; stessi del suo lavoro di seri ttore almeno dal breve romanzo Esterina che le edi– zioni di Lettere d'oggi dirette FERDINANDO VIRDIA (Continua a pag. 2) BISPOSTA PEH UNA POLEMICA ~ PRECISAZIO sull'attività del Sindacato I degli scrittori ~ di GOFFR~DO BBLLOl\CI Caro Direttore, certi critici malevoli affermano che Giuseppe Berto non sa scrivere: non fo che jn tre articoli bo parlato dei suoi libri come meritano. Ma ,posso testimoniare che non sa leggere. Dice infatti che la mia lettera alla Fiera è stata una < elencazione di tentativi male riu· scito o non riusciti affatto• che provano Qa « impoten– za» e la « poco autorità» del Sindacato scrittori. Rilegga Lei, Direttore, quelle lettere e vedrà che io, elencando solo i fatti necessari ad una risposta, punto ,per punto, a Giancarlo Vigorelli (altri numerosi 1icorderò in più vasta irelazione) provai intanto che il Sindacato: 1) aveva istituito la Cassa nazionale degli scrittori; 2) aveva cercato e a mano a mano trovato la fonte di reddito per qu esta Cassa; , 3) era riusci.to a far riconoscere aTia Cassa stessa ia dignità .giu ridica di Ente Morale; 4) era riuscito nel Congresso delle Arti, radunato dail'UNiESCO a Venezia, a fax riconoscere e sanzio- ' nare il diritto alla percentuale su le opere cadute in • pubblico dominio • a favore delle Casse nazionali de– gli scrittori. Queste cose, Caro Direttore, non sono state fatte in un .giorno, e furono condotte a termine, come Ella immagina, ~opo pazientissime lotte contro diversi e potenti oppositori. Basterebbero, credo, a far la glo– ria di qualsiasi sindacato. Ma andiamo avanti· 5) è riuscito, in lunghe sedute con i Te.ppres~ntan– ti della RM e sotto l'egida della SIAE di stabilire le diverse forme di collaborazione al'le radiotrasmissioni c'he abbiano diversi diritti a compenso; 6) <haconcordato a mano a mano la forma e la mi– sura dei compensi stessi in sempre nuove trattative: 7) ha collaborato nella Commissione governativa per la sessione della legge sul Diritto d'autore ottenendo una più sicura difesa degli interessi degli scrittori (come provano gli articoli sul con11rassegno e su 'la ristampa); 8) è riuscito ad ottenere che negli articoli di quella legge - ora aggiunti - dedicati a1i!aTelevisione fosse sancito ii principio contrattuale, e non concesso ~!l'En- · te il p1incipio della « licenza legale•· 9) ha fatto <riconoscere il diritto degli scrit tori alla tutela legale dei loro interessi anche per le trasm.is– sionj televisive che siano fatte in luogo pubblico; e a pagamento, a cura e con profitto di privati esercenti · 10) ha partecipato con riconosciuta autorità nell~ Commissioni della Società Italiana Autori ed Editori: 11) è intervenuto nell'ordinament odi alcune mostre del 'libro italiano ai\'estero · 12) nella Commissione di vigilanza su la· RA1 ha veduto uno dei suoi ,rappresentanti sedere alla Presi– _denza della Commissione stessa; 13) ha collaborato al progressivo migliora.mento dei programmi radiofonici e ha sollecitato quegli scambi di comunicazione tra nazione e nazione che sono poi stati attuati; 14) h_a ottenut? che la Federazione delle. stampa prenda 111esame rl problema dì una più cordiale col– laborazione dei giornalisti e degli scrittori per la di– fesa e la d1ft'usione anche all'estero della cultura italiana. Tutto questo ha fatto e potuto fare perché il suo segretario, Corrado Alvaro aveva un'autorità da nes– s':1110_ disconosciuta, se non ora, da qualche disgraziato g1ov111asbro della nostra letteratura; e perché erano autorev<m e ascoltati (non io) i suoi rappresentanti del Consiglio Direttivo. Certo, non abbiamo ancora ot– tenuta la concessione dei biglietti ferroviari e. ridu- • zione perché ad essa Si è opposta la Commissione del Senato; ma questo primo rifiuto non chiude davvero (come si dice) la pratica. E siamo confortati dal con– senso della Camera . Le ho rifatto l'elenco di quelli ·che il Berto dice GOFFREDO BELLONCI (Continua a pag. 2) Dentro .e fuori del Sindacàto * di GINO illOil/TESANTO Ad esser_ since1:o, qua11;dodiede. ai suoi soci. Un po' tempo fa ricevetti dai Sin- perche non esiste ancora dacato Scrittori l'annunzio una tradizione cutturaie per d_eLla_ prossima A.s~embtea e !a più ?arte dei no~tro po– ! 1:1-vito a :egol_arizz_are la polo, ne una partecipazione mia quota, ii pnmo impulso vasta ai problemi deLla cui– fu di Lasciar tutto come sta- tura: ma soprattutto perchè va e non perdere neanche i gti stessi scrittori non sono dieci minuti necessari a com- coscienti di quanto essi po- 01!are La scheda e imbucar- -trebbero rappresentare nel– la. Tanto,_ mi dicevo, a me ia vita dei paese, se uniti che_ cosa importa? Prevaie- tra !oro neUa difesa aimeno va i_ns~m_ma !luei tate spiri- dei presupposti deUa ciil– to . individuati.stico e anar- tura, oitrechè neq!i interes– chico che è ne!l'immedi.ato si comuni di iavoro. Mi substrato. d'ognuno !ii noi, chi~do _ infatti se mai q!i queLlo spirito che mi aveva scrittori siano insorti come sino ad (!-lLora portato a tra- ca_tegoria ~ pr_otestare per SC?J,rare ii versamento deLla q!t ormai innumerevoli 71'!ta quota. Poi decisi, pur schiaffi," per le offese clie rico71:os~endo poca - _se non in v~ri se~ori (cinema, fu– poch,.ssima - autoritd al- metti, radio, ecc.) sono in– l' Associazione.. di continua- ferti e aUa cultura e alla re a comportarmi almeno educazione aUa cultura. (E' com_e a~erente-pr~qario. Ma semm<1;i pitì probabile. ad !a fiducia era ed e carente. esempio, che una scritture _ Il Sindacato. ho l'impres- aLlettato da un po' di dana~ s1'?n~,vaie. quanto ia mode- ro che gli è necess zrio, si stìssima quota annuale-- che adatti a rivedere una sce- rt

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