la Fiera Letteraria - XI - n. 50 - 16 dicembre 1956

Data la sovrabbondanza dl acrittl cne d perven&ono COD la esplicita richiesta cU pudizl particolari. com·niicblarno aglJ Interessati che direttore e redazione della e Fiera > sono asso– lutamente lmpos.slbll.itatl a dar riscontro a queste richieste. IL FIL.li DELLA SETTIJ!IANA * L'imputato devemorire * di GIAN LUIGI RONDI Ci sono films di propa- lunque, quello che legge sol- (e oltre, e oltre), ora che ha ganda e films di denuncia. tanto i titoli più vistosi dei un'ennesima volta agitato le on è detto che i .films di giornali, ha finito per es- acque di un'opinione pubbli– propaganda necessariamente sere più colpito dalla pro- ca facilmente colpita dai si ispirino a concetti falsi o paganda antirazziale dei co- meetings e dai paroloni, non a mezze verità. I loro sche- munisti d'America, orche- può vedersi assolvere l'im– mi, però, sono sempre più strata esclusivamente a ba- putato: dove andrebbe, al– sforzati e, di solito, anzi- se di meetings, di petizionj, trimenti. la sua diatriba ché mettere di fronte a una di collette ed altre esteriori contro la democrazia, le sue realtà ignorata, ne gonfiano e vocianti manifestazioni. ingiustizie, i suoi soprusi? e ne esagerano una nota, Presso una certa borghesia No, per il partito l'imputato invitando semmai, come so- americana, perciò. l'antiraz- e deve morire• perché ci la novità, a valutarla in zismo è ·spesso collegato al yogliono vittime da trasfor– modo diverso o più deciso. comunismo e questo, oltre mare in martiri... Con un E' raro che i films di pro- ad essere sbagliato. non fa- raggiro, così, riesce a met– paganda siano artistici: ap- c:ilita certo l'annientamento tere le cose in modo che i punto per quel loro metodo di una delle più tristi inia- giurati tornino a convincersi (che sovente è necessità) dj mie del nostro tempo. della colpevolezza del ragaz– puntare suj temi elementari, Con molta chlarezza, in- zo e lo condannino a morte! esteriorizzandoli anziché ap- vece, il film di oggi, che è David, allora, apre gli oc– profondirli. Più solidi, in- diretto da Mark Robson (ot- chi e non si arrende: corre vece, e spesso più vicini al- tima firma) e tratto da un in tribunale (l'altro l'ha già l'arte, i films di denuncia, romanzo di D. M. Mankie- messo alla porta) e svela a quelli che approfondiscono wicz (TriaL, Premio Harper) tutti l'ignobile raggiro. Co– una situazione o una condi- ci dà tutti gli argomenti rne si fa, però? La giuria zione umana e la gettano in per smantellare presso l'opi- ha già emesso il verdetto e faccia al pubblico col grido nione pubblica requivoco di al giudice non resta che pro– solidale del poeta che chia- un comunismo americano nunciarlo: c'è tuttavia un ca– ma a raccolta i suoi simili sinceramente antirazzista e villo; l'imputato è minoren– in loro stesso favore. (E' su per rimettere le cose a po- questa linea che si è svolta sto nei confronti anche di ne e il giudice, in questo ca– tutta la migliore poetica ci- tutti gli altri estremismi ~o. anche di fronte. a una nematografica del dopoguer- (siano comunisti O razzisti da condanna a morte, ha il po– ra: cos'è stato infatti il rea- Ku • Klux Klan). Ci viene tere di irrogare una pena lismo. in ogni paese, se non cosi raccontato di un ragaz- meno severa, il carcere mi– cinema di denuncia, poetica zo messicano di sedici anni norile a tempo indetermina– della polemica, lirica della finito sotto processo per aver to. ad esempio. Ed è quello solidarietà? Lo smentiscono provocato la morte di una che il giudice farà. anche solo, e con una autentica bianca per violenza carnale. lui indignato rii quel trucco trahison des cLercs che, per il fatto non è provato, anzi; infame che stava per costare la sua latitudine, diventa quelli del Ku Klux Klan, la vita a un innocente. trahison humaine i vari Bla- però, non esitano a insce- Se si toglie il colpo di setti, De Sica e Zava.ttini con nare la solita mani!estazio- scena finale e un'eccessiva il loro colpevole silenzio sm ne che porterebbe tutta la schematizzazione dei perso– fatti d'Ungheria: un silenzio città al linciaggio se non naggi proprio a questo pun– che, di colpo, svuota di si- intervenissero i rappresen- to (divenuti declamatori e gruficato e di valore le loro tanti della legge a garantire troppi e tipici >) il film non generose den<UDce di ieri). la pronta morte legale del- scivola mai nella facilità del- Tra i films di denuncia, l'imputato. La speranza. di la propaganda. ma resta comunque, eccone uno ame- una bella impiccagione che, sempre sul piano fervido e ricano che va al fondo di pur soddisfacendo i livori, asciutto della denuncia. E un problema ai più ignorato non farà cadere sulla città con che dignità di stile. con e per molti, sotto certi aspet- l'ombra del linciaggio (una quanta forza di temi! Esat– ti, ancora contraddittorio e ombra molto nociva al... tu- to quel personaggio dell'av– confuso: il problema razzia- rismo) placa la folla che, vocato giovane che. invece, le. Films antirazziali ne ab- però, si prepara adesso al poteva scivolare presto ver– biamo visti parecchi, soprat- processo con morboso inte- so pose da... eroe. Abile e tutto americani; il problema, resse. Chi prende la difesa preciso il disegno dell'av– però, non era considerato di del messicano? Un avvocato vocato comunista. svelato solito sotto i suoi rapporti comunista il quale. anziché quasi soltanto verso la fine politici. ma unicamente sot- recarsi lui stesso in tribu- e seguito sempre con lucido to quelli sociali: il disagio nale. affida la discussione equilibrio (o. almeno fino al e le persecuzioni della gente della causa a un giovanotto momento della sua troppo di colore. antisemitismo. le molto esperto in dottrina, scoperta irritazione in tri– orribili discriminazioni, ecc. ma digiuno di pratica, da lui bunale). E quella pallida fi– La gente onesta vi era sem- assunto esclusivamente per gurina della sua aiutante? pre rappresentata dal lato l'occasione. · Una intellettuale comunista di quelli che non facevano Mentre David Blacke il in crisi, delusa del partito, difrerenz 7 dj razze o di <; 0 - giovanotto, inizia lo stÙdio delusa dell'uomo, vicina a !on .e 1 op1mone pubblica della questione, lui, il co- innamorarsi dell'altro. vici– americana sape,·a, come sa, munista parte in... totLrnée na a dbnettere per sempre c~e tra quella gente 0 ?e st ~ per l'America allo scopo uf- la grigia veste marxista. 51 sontt~ .semtptre 1 .. schgieraarti ficiale di raccogliere fondi Guardate com'è studiata con compa 1 1 ca o 1c1, er - . tt · •· · g t h · 1 · t O t· ad per l'imputato ma con quello I a enz10ne. com e spie a o ;P~~rsT c;~c~~i i~r~a 1 alla nascosto di aizzare gli ani- con int.elli!(enza 9uel s.uo ac– aberrazione razziale. Ma i mi contro gli ordinamenti costa'.s1. a1 movJmen t1 I ?ro– cattolici. che adorano Dio in democratici speculando sul- gres~ 1v 1 duran.t~ il periodo spirito e verità, nel silenzio l'accaduto. David non si ren- degh studi (pm per essere dei loro cuori. e che non de conto dell'individuo con e .d1".ersa • che non ~er con– conclamano perciò il bene cui ha a che fare e adempie vm_zione): E la folla_. 9uella fatto perché il premio non intelligentemente e. onesta- cosi abbietta .del lmciaggw .· loro dagli uomini non mente al suo mcarico; con che rende subito torva e d1- ~~~~e usi. neanche in ~eri- tanta intelligenza ed onestà, s11ustosa _l'~tmosfera d e 11 a ca. ad assumere posizioni di anzi, eh<: poco per volta rie- piccola c1tta; e quella sc1oc– esteriorità e a compiere ge- sce a dimostrare al gmd1ce ca. vana e gesticolante del sÌi superficialmente colletti- e ai giurati che l'imputato meeting pr_ogres~1vo, httrat– d che colpiscano l'attenzione non è responsabile della ta da. sentu:nent~ anc e ge.– degÌi spiriti !!rossolani: così, morte della ragazza; tutti, •~erosi (la hberta dei negri, nonostante l'opinione pub- così, si aspettano ormai una I ~guagha~za. ecc.) ma tra– blica più seria sappia di que- a~soluzio?e quando sop~ag- s,cmata poi al tumulto_ e a_l~ sto corale atteggiamento dei grnnge, livido ': furioso, 1 av- 1 e~ulvoc? da mestatori ab1h cattolici contro l'eresia del- vocato comumsta: ora che e ipocriti. la razza. il cittadino qua- ha raccolto i fondi necessari GIAN LUIGI R0NDI LAFIERA LETTERARIA I ORARIO DELLA REDAZIONE 11-13 16-18 Manoscritti. foto e disegni non oubbllcatl non si restituiscono Rosso di San Secondo L'ULTIMO SCRITTO di Rosso di ·san Secondo L'u!timo scritto del drammaturgo Rosso di San Secondo, repentinamente scomparso aU'alba deL 22 novembre a Lido di Camaiore, è stata la prefazione che Eg!i ha. dettata per la seconda edizione det volume M Teatro di Rosso di San Secondo di Giovanni Ca– lendoti - edito da Vito Bianco in Roma - at quale è stato recentemente attribwito a Saint Vincent iL « Premio SiLvio D'Amico•. In questa pagina quasi autobiografi.ca, che riprodu– ciamo per cortese concessi one deU'Editore Vito Bianco, ritlu.stre scrittore confessa quali opere Egli preferì fra le sue numerosissime sparse in quasi mezzo secoLo di intensa operosità. La mia o,pera teatrale, in questo saggio di Giovanni Calendoli, è considerata come la manifestazione di un pensiero e di una ispirazione coerenti. In realtà, lungo la strada, motivi apparentemente disparati si sono raccolti e composti senza che io ne abbia deliberatamente ricercato ~•unità. Il ratto di Proserpina è 4o specchio del mio mondo quale si è serenamente costituito Alla conclusione di un ciolo. In questo mio mondo non è essenziale il contrasto fra il Nord e il Sud, i quali vi appaiono come i ter– mini opposti di una perenne insoddisfazione. Fra le opere teatrali quella alla quale rimango sentimentalmente più legato è tuttavia Marionette, che passione! ... Fra le opere narrative La donna che può capire, capisca. Come me, Giovanni Calendoli è d'origine siciliana e quindi ha partico1armente sentito il mio legame con la tradizione letteraria dell'Isola. Questo è in me istin– tivo ed è stato empre vivissimo. La BeLla addormentata fle è il frutto pm Jm– mediato e io debbo a tal proposito confessare che io considero la primitiva stesuTa del terzo atto più vicina e più fedele alla spontanea intuizione del– 'opera. Due siciliani, Nino Martoglio e Luigi Pirandello, conoobero per ,primi i miei drammi gfovanili e volle– ro che fossero portati sulle scene. Un altro siciliano ha adesso com,piuio la prima lettura critica dell"intera mia opera teatrale. Anche in questa coincidenza è forse un segno non soltanto esteriore del mio intimo legame con '1a terra natale. Lido di Camaiore, novembre 1956. ROSSO DI SA.i"\'SECONDO LE PRIIUE RAPPRESE~T.AZIOl\"I A ROì'IA * LACOMICITA' DELNOVECEN richiedeun fondodi amarezza * Le farse di ieri diventano vive, solo se sono recitate con ironico distacco come a/l'"Arlecchino,, - Le commedie "brillanti,, di oggi divertono piena– mente soltanto se contengono una goccia del veleno di Ionesco o di Tardieu * di G .I O J1 A \1 ìV .I CA LE .\ 1 D O L .I Ogni epoca ha la sua manie-\ Tedeschi, Bice Valori e :Moni– ra inconfondibile di ridere, an• ca Vitti sono tutti e quattro cbe nel teatro. OI1mai da va- Interpreti molto bravi in una rie settimane lo dimostrano chiave insolita ed estrosa: ma ogni sera a Roma gli attori appare evidente che nel grup– Gianrico Tedeschi. Alberto Bo· po. per altro affiatatissimo. gli nucci. Bice Valori e Monica attori comici d·elez.ione sono Vitti. che nel nuovo Teatro Alberto Bonucci e Bice Valori. dell·Arlecchino recitano due E particolarmente quest'ultima !arse vecchie (La defunta s,. possiede una violenza ed una gnora Manima di Georges Fey• immediatezza comunicativa. una deau e I BoU-lingrin di George spontaneità e una esattezza Courteline) insieme con quat- nella caratterizzazione dei per– tro farse nuove (Parole ,n i;. sonaggi comici, che meritereb– bertà e Lo sanno solo loro di be di essere impiegata con Jean Tardieu, Lo stranieTo a più largo respiro. teatro di André Roussin. La E' chiaro che le operette cantante calva di Eugène lo- rappresentate sono sei pretesti; . nesco). sei «per finire ... , che dovreb- Il tono del linguaggio del bero logicamente succedere ad Feydeau e del Courteline è un pezzo forte, il quale inve– evidentemente ben diverso da ce manca. Ed il merito degli quello del Tardieu, del Rous• attori è aP'Punto quello di reg– sin e dello Ionesco: la comi- gere lo spettacolo, i.osaporan· cità dell"Ottocento. o da es a dolo con un umore. intonato al direttamente derivata. è aper- moderno gusto del ridere. del ta, chiara. lineare e. sopratut- quale sono in larga misura to. soddisfatta. felice di s è stes- padroni. sa; la comicità. definita.si sem· Questo moderno gusto del pre più 'netta mente in q uesti ridere si trova pure in una ultimi decenni. è allusiva, in• commedia giovanile di Jean diretta. aspra e racchiude una Anouilh. n ballo de, ladr,. che vibrazione amara e quasi sa- la « Compagnia del Teatro Mo– dica. Sembra che ridere non demo» ha ripreso al Teatro sia più una l[ioia o. almeno, dei Satiri con la regia di Carlo una gioia abbandonata; ma Di Stetano. Laura Carli vi ha una forma di ,piacevole tortu- interpretato con finezza e con ra. nella quale l"intellettuali- intelligenza il personaggio di smo. con le sue contorsioni, Lady Hurf. E Carlo Di Ste!a– prende larga parte. no. ben coadiuvalo dagli attori Ad ogni modo farse vecchie Mario Siletti. Roberto Villa. e nuove divengono simili nella Mari? Bardella. Gino Ro~· recitazione degli attori. i qua- chettJ. Adnan~ Pa_rrella. ~•: li anche sul candido tessuto nella Bertacch1. Mimo B1lh. delle vecchie gettano il veleno Dario Dolci e Sergio Bargone. delle nuove riuscendo soltanto ha impiantato uno spettacolo così a "'( cen'trare ... la sensibili- intriso dì letteratura. ma !{U- tà comica degli spettatori. stosissimo. Nella serata dell'Arlecchino La commedia di Jean A– il primo tempo. nel quale son nouilh si svolge a Vichy agli presentati i due annosi testi inizi del Novecento, in un di Georges "Feydeau e di Geor- tempo ideale. che lo scrittore f!e Courteline. è senza dubbio rappresenta con la stessa iro– il più preciso. il più scattante nia dal fondo amaro. con lo e il più ef.lticace: ma non per- stesso sarcasmo distaccato con chè lo spirito dei due scritto- il quale gli attori dell'Arlec– ri scomparsi sia più vivo nel chino recitano le battute del suo particolare timbro di quel- Feydeau e del Courteline. nalismo umoristico e lo spetta– colo di rivista negli ultimi an– ni sono riusciti a creare una nuova materia comica aderen– do. assai più vivamente d1 certa letteratura drammatica al costume contemporaneo: ed a questa fonte saranno doma– ni obbligati ad attingere diret– tamente o indirettamente quan– ti vorranno lavorare su una materia prima autentica I mi– lanesi in vacanza nella selvag– gia isola mediterranea. ritratti da Aldo Nicolaj nella comme– dia Ricci di maTe. rappresen– tata al Teatro Eliseo dalla Compagnia di Ernesto Calin– dri. Lina Volonghl. Enrica Corti. Alberto Lionello. Guido Lazzarini e Giulio Lazzarini. sono personaggi già visti sul palcoscenico della rivista; co• sì come sono già visti i figli sfrontati de I nostri cari bam– bini... di Nicola Manzari, nel– la stessa misura nella quale già lo erano quelli di Eduardo De Filippo in Nostra famiglia o di Achille Saitta ne I no– stri antenati. Ma non i prece– denti possiamo rimproverare ai due scrittori, bensì il mo– do ed il limite del loro im- piego. Nei Ricci di mare Aldo Ni– colaj schizza una serie di mac– chiette. talune veramente gu– stose ed altre più scialbe, sen– za legarle intimamente. senza ordinarle organicamente. Gli attori. però. da questi accenni ricevono una ·franca sollecita– zione e sopratutto Lina Volon– ghi. nelle vesti di una signora deil·aJta borghesia industriale oppressa dagli impegni mon– dani. dalle canaste e dai comi– tati di beneficenza_ arriva ad una caratterizzazione straordi– nariamente divertente. novarsi adeguatamente. I nostri cari bambini di :'<i · rola Manzari. che non si p.re– figge 11no scopo diverso. è in· vece ricca di riversi.ani. di sor– prese. di svolte impreviste; è costruita con un ottimo me– stiere. La vicenda narra di due ragazzi. che ""montano• una storia d'~ore esclu.;iva– mente per ottenere rlai 2en1- tori una maggiore libert.à e per non essere trattati come eterni bambini. Nella commedia Elsa Merllnl, che insieme con Alberto Lupo ne è la protagonista. ha trova– to un personaggio che le si ad– dice e vi ha potuto applicare con brio vivacissimo il reper– torio delle espressioni comiche. ora pungenti ora vagamente sentimentalL delle quali rima– ne tuttora proprietaria esc:u– siva nella scena italiana. Eisa Merlini. che ha una tigura esat· tamente rispondente al suo temperamento (il suo volto ti– pico è l'immagine della sua particolare comicità), ha anco– ra molla strada dinanzi a sè. sol <lhe sappia scoprire com– medie e personaggi commisu– rati alle sue doti e ben ~ cali– brati,,. per esse. I --: cari bambini .... i discali minorenni. erano Vittorio Sta– gni e Livia Contardi. attori giovanissimi. come il ruolo e~i– geva. ed ambedue ,pontanea– mente freschi ed impulsivi. Li– via Contardi. che fino ad ora aveva recitato in scene e In commedie eccezionali in una scena e in una commedia nor– male ha dimostrato di essere in possesso di qualità sicure. Lo spettacolo non portava la !orma di un regista: è stato al– lestito da Elsa Merlin.i con una cordialità semplice e gradevo– le quale era richiesta dal t,,sto. La maniera di ridere alla quale invita Nicola Manurl. è. come abbiamo detto. franca e spiegata. come del resto quel- lo di Jean Tardieu. di André Anche due commediografi Roussin e di Eugene Ionesco. Italiani. Aldo Nicolaj e Nicola La ragione è un'altra: Porole Manzari, hanno recentemente ,n libertd. Lo stranieTo a tea- invitato gli spettatori al riso tro. Lo sanno solo toro e La e dobbiamo confessare che la cantante calva più che farse loro comicità. a1 contrRrio di sono semplicemente spunti. ac- quella de.gli attori delrArlec– cenni .indicazioni di situazioni chino o di quella di Jean A– farsesche. mentre invece La nouilh. è chiara. aperta. otti– defunta Signora Mamma e l mistica. quasi ingenua. nostal– Boullngrin sono due farse or- gicamente ottocentesca. E pro– ganicamente costruite e com- prio per questo in alcuni mo– piute. nelle quali gli attori menti suona falsa. discordan– trovano a loro volta la più do dalle nostre vere. anche se ampia P9.ssibilità di disegnare limitate capacità di diverti– caricaturalmente un personag- mento. Anche il giovane Alberto Lionello. che impersona un evoluto « viteUone » meneghi– no. e la giovanissima G~ulia Lazzarini. c:,he è la sua degna sorella, irnbrocca.u 0 una tona– lità convincente, toccano con la loro satira un costume ef· fettivamente esistente. mentre a noi sembra che gli anziani esprimano una comicità con– venzionale e perciò priva di autentico mordente. E questa osservazione. !atte naturalmen– te le debite eccezioni. potreb· be ripetersi per tutto il nostro teatro comico: i giovani arri– vano generalmente ar segno, mentre gli anziani continuano a colpire con consumata peri– zia un bersaglio che non in– teressa e che. forse, non esi - ste più. la di Aldo Nicolaj: una comi– cità corroborante e impulsiva. senza ritorni e senza pentimen– ti. Ma_ purtroppo. anche il riso è diventato difficile. La farsa ha mutato tono. perchè la "ita stessa lo ba mu– tato. Scavando meglio nei le• pidi milanesi di Aldo Nicolaj e nei ragazzi sfrontati di Nicola Manzari. che corrono a gran carriera verso il lieto fine, si scoprirebbe probabilmente un filo di amarezza: quello stesso ilio di amarezza che lega i personaggi di Jean Anouilb. di Jean Tardieu e di Eugène Io– nesco. Forse il solo André Roussin porta ancora con sè un vecchio bagaglio e riesce. con un abilissimo giuoco di prestigio. a fa r I o crede~ gio. portando all"esasperazione Ambedue questi commedio• la sua carica di comicità se- grafi sono stati accusati di far condo gli sviluppi di un regi- ricorso alla comicità dei glor– stro che appartiene interamen- nali umoristici e della rivista. e al nostro tempo e non a Ma tale riferimento in verità quello dei due scrittori. non ci scandalizza eccessiva- Alberto Bonucci, Gfanrico mente. perchè proprio il gior- Considerata come commedia che si propone il semplice in– tento di concedere due ore di svago. Ricc, di mare :rion faJ. lisce. con la sola riserva che dopo il primo atto continua a girare su se stessa senza rin- nuovo. GIOVAN!lil CALESDOLI Nella sua prefazione al cataloi;o Gugliel– mo Petroni definisce Eliano Fantuzzi « per– sonalità unitaria». Attribuzione esattissima; chè da quando Fantuzzi espose, pel '48. alla Galleria del Secolo, dei periferici «_poste,<:gi di taxi - ereno più camionette iroruc:,amen te traballanti e sformete -. e d'egli assolati paesagginì. popolati di pigri tre!'i-merce, e quando. già rafforzato nel proprio mestiere, presentò alla Giosi, nel '51, una ser-ie di agre~ sti visioni di Maccarese ed ancora allo.che dipinse le prime. poetiche tele dedicate. ell~ folla dei caffè, delle strade, dei porti, di anno in anno, egli ha mostrato una coerenza di stile ed una unità di contenuti. Per lui il mondo sia esso Rome o Par-igi, l'Arabia o Capri 'venezia o Macoerese, ha infatti sem– pre e' soltanto una intima dimensione umana. Una umanità, quella di Fantuzzi. vista ad occhi socchiusi (un po' lo sguardo saggio e sensibile dei suoi famosi ventidue gatti sia– mesi) ed a cuore aperto, con lo spirito di– screto ed acuto. pieno di una civili&sima cordialità, di chi cataloga, ma non giudica, di chi sogna e lascia sognare. Elemento fu– sorio e veicolo spirituale e simbolico di un tale clima e di siffatti contenuti, è la luce. (In questo senso, Fantuzzi, pure avendo at– tinto a certi insegnamenti formali degli im– pressionisti, altri egli ha derivato dai cubisti e dagli astrattisti, è spiritualmente ad· essi lontanissimo. in quanto gli impressionisti fu– rono indifferenti al contenuto ideologico del– le loro opere e considerarono la luce com<! «sensazione» e non com·e sentimento o sim– bolo). Ma se affidare alla luce un valore emozionale, sentimentale o drammatico, è cosa che hanno fatto tutti i pittori– poeti, nella cm categoria certo rientra il Fantuzzi, ci sembra che proprio questa luce espressiva, costituisca oggi per il Nosti:o, il punto debole e dolente della sua pit– tura· sia risch iando di allontanarlo dagli as– sunti, di u.oa rappresentazione poetica e sim~ bolica del reale e a farlo cadere, nei quadri meno felici, in formali e sterili e~er– cizi lumirustici (una specie di Larionov figu– rativo), sia aprendogli la strada non voluta e non sentita, e quindi pericolosa. di una esperienza astratta. In altri termini quelle luci intensamente colorate, rosse, gialle. az– zurrine, che investono le ultime tele di Fan. tuzzi, ora sfaldando gli oggetti. ora eccitan– doli fino a divenire essi ste55i quasi !luo– resoenti - si veda, ad esempio. la « Natura morta con frutta» e il « Foro romano>> -. non esprimono che un rayon:nement esterno, spesso di facile effetto e senza un'intima giustificazione emozionale. Dove invece, co– me nel .e Caffè n. 1 » e in (<C Fioraia», i due più bei pezzi della mostra, ed ancora in <"stazione» e in "'Luna park», la luce, ar– tificiale e non più artificiosa, - sono tu te scene notturne. - ha un timbro di festosa e magica verità, essa subilo riacquista la funzione evocativa e simbolica SEDIUI MOSTRE ROMANE guardia della pittura siciliana che intorno al '30 fu animato da Pii>po Rizzo» - rammen– a. sia pur econ le dovute differen'ze, per un cert_o sentimento agreste e per il gusto ordi– nano delle cose. Arturo TosL * J?antuzzi- A1Je11a,li- 1tli1•abella - Faust,., Bee,• - De Honians - J1ete1•e, Bona De Pisis. Leo Cast,•o - Fiot•ava,nti B01•gian11i Giulia Hizzoli Baldovino - Fè D'Ostiani La recente produzione di Marcello A ve– nali. sintetizzai.a delle quindici tele presen– tate alla Galleria del Vantaggio, è certo la più felice. Benchè raramente si esibisca e benchè negli ultimi anni si siano visti in giro pochi suoi quadri, Avenali. ad ogni in– contro, ci sembra sappia meglio meditare e rafforzare quell'intimismo che è la qualità più particolare della sua arte. Il suo realismo post-çubista. tutto il bilico tra realtà ed astrazione, sebbene pieno di facili riferimenti culturali, ha una proprie, sobria eleganza formale, caratterizzata da im– provvisi e patetici abbandoni sentimentali. Ed erano appunto, fino ed ora, questi tra– salimenti emotivi. espressi ·con sequenze di toni spenti e teneri, rurei crepuscolari, o con l'attardarsi fin troppo compiaciuto ed effu– sivo sui voi ti delle figure o sugli oggetti delle nature morte. a scompaginare e ad in-. debolire i dipinti di Avenali. formando qua• -si una falla nel suo compatto discorso for– male. Mentre nell'ultima produzione il pit– tore ci sembra aver trovato la s rada di un armonico ed adeguato assorbimento delle proprie emozioni: non una mutilazione quin– di. ma. l'accrescimento e la maturazione di più convenienti mezzi espressivi. ... Era facile riconoscere. fino a qualche an– no fa, l'ispirazione guttusiana nella pittura e nei disegni di Sera Mirabella: nel senso, e non altro di un esempio che il Mirabella aveva tro'vato nel conterraneo Guttuso, di una ricerca di contenuti e di documenti uma– ni, di una fedeltà nel credo realistico. Passato il neo.realismo ormai di moda, almeno nella sua forme ortodossa, già ab– bandonata dallo stesso Guttuso, questi « si– ciliani .. di Mirabella. per.sonaggi di una epi– ca popolare che idealmente li affianca ai ,. proletari» messicani di un Rivera o di un Orozco. con le loro usate barche e le loro semplici case. nascoste tra gli ulivi sara. ceni e le intrica e siepi dei cactus. acqui– stano un timbro ancora più personale. Del * di LORENZA. rl,RIJCCHI resto quell'occhio troppo «esatto» ed arti– giano, il Mirabella. (egli ha fatto, come si sa, per lunghi anni il mestiere di « colorato re di fotografie»>, che in pittura gli fece cor– rere molti rischi di cadere in una gelida ed esteriore accademia, si è oggi arricchito ru una più libera ed approfondita visione della realtà. Infine, si veda nei disegni esposti all'Aureliana, tutti realizzati dal Mirabella negli ultimi due anni. quanto le legature tra figure e paesaggi, un tempo un po' artili– ciali ed arbitrarie. siano ora pressochè per– fette e come il segno,• talora fumoso e duro, si sia addolcilo e sensibilizzato fino a co– glier e con vera felicità espressiva l'immedia– teiza della « libecciata a Scilla~ e la quiete degli « uliveti siciliani». Non è facile catalogare Fausta Beer. E· surrealista, è naif, è realista? Forse tutte e tre le cose. C'è nella sua pittura più di un simbolismo e di una allegoria surreale, un surrealismo non misterioso, ma benigno, più da candidi sogni infantili che da diabolici sortilegi; c·è la freschezza, la ingenuità, di. rei la verginità, dei pittori della domenica - si confronti, ad esempio, l'opera della Beer con i più smaliziati naifs francesi: Jeen Lucas, Jean Fous, Jules Lefranc e Réne Rimbert -; e c'è, infine, una padronanza tecnica dello spazio ed una autentica fedeltà al reale, più evidenti nei paesaggi e nelle squisite incisioni, che ci rammentano l'esat– to e naturalistico realismo degli antichi fiam– minghi. Ma lasciamo pure Fausta Beer fuori dalle definizioni e guardiamone. rallegrati. la "pittura vera e fantastica, sapiente ed ingenua. Tanti ricordi d·infanzia escono ad intatti brani, da quel suo punti– glioso ed acuto pennello immerso nella ubbi– diente tempera, ed ogni oggetto. ogni gesto ritrova di colpo il proprio, esatto nome, ben scandito: bambino. bottone. palla, albero, sca– la. campanile, orologio, colombo. coriandolo, fontana. cortile, mattone. gatto. prete, farfalla, treno, tromba ... Che bel vocabolario figurato di cose e di !atti quotidiani, e tanto me– glio per noi, se nei giorni pensosi della Beer molto tempo è dedicato ai sogni. La giovane pittrice Maria Luisa de R.o– mans presentandosi per le prima volta al pubblico romano con una personale all'Obe– lisco, si rivela acutamente consapevole della severità dell'arte. Rinunciando alle lusinghe ed alle facili formule di una ricerca stili– stica di puro gusto, fine a sè stessa, ella af– fronta un realismo torte e sintetico pieno ru umana compenetrazJone. I suoi tempi, sebbene ancora un po' acca– demici. già testimoniano un preciso modo lirico ed oggettivo di «rappresentare»; una forma scarnita. naturalmente, poetica eq evo– cativa; il dono di un colore quasi virile, cupo e suggestivo, rassegnato e vibrante. Da- Sironi (vedi « Cave di marmo»), a Braque (cui certo è ispirato il ritmo com– positivo delle « Nature morte con pesci,,), a Gino Rossi (il severo impianto dello « Studio per la contadina .. dai colori castigatissi,rni, ramrpenta taluni ritratti « buranesi ». dipin– ta dal Rossi intorno al 1913), i maestri della de Romans, possono essere molti. Tuttavia, per quella coraggiosa e genuina necessità che la pittrice dimostra di voler fare co– scienziosamente da sè - non scrisse ella stessa a prefazione di una sua ottima e recente raccolta di liriche ... « Ch"io com– pia il mio cammino senza strepito»? -. sarebbe forse più giusto parlare an– zichè di « maestri~. di artisti maggiormen– e amati per affinità. spesso, neppure stret– tamente pittoriche. ... Lo cultore Romolo Vetere appartiene ai « lavoratori di metalli». Schiera che va di– venendo sempre più numerosa (i primi espe– rimenti di scultura effettuati direttamente in rame, stagno e ferro. furono fa i nel '14 dallo spagnolo Pedro Gargallo, seguito poi de Picasso, Giacometti, Llpchitz ed altri), dato la grande varietà di temi e di ispi– razioni cui si presta la flessibilità e la dram– maticità del «mezzo» nel quale essi la– vorano. I soggetti espressionistici primitivi che il Vetere costruisce con lamine piane é sfran– giate, lisce e granulari, e con esili baston– cini e filo di ferro <<gocciolante», sono ric– chi di sinceri impulsi. Tra le cose più com– piute la « Testa d"uomo,. e il grande ~ San Francesco», un pezzo di autentico misticismo da segnalare ai competenti di arte sacra. Preceduta da una presentazione magnifi– camente isl)irata di Giuseppe Ungaretti. Bo– na è tornata a Roma dove già aveva esposto nel '54 alla Vetrina di Chiurazzi. Ricordavamo di lei una pittura piena dl oscure metafore: nodose e gigantesche ra– dici, rospi ipnotici, immobili come idoli. fra– gili ed incomplete immagini di · donne m lunghe romantiche vesti. cui contrastavano geometriche quinte neo-plastiche. Ritroviamo ora Bona più scaltrita di me– stiere, meno propensa ai !acili effetti, mag– giormente attenta ad interpretare e a con– vogliare i poetici e versatilissimi umori del– la propria tumultuosa e singolare fantasia. Tra le cose più notevoli della mostra. i pae– saggi «sterili», ora roventi ora agghiac– cianti e lunari. - davvero bellissimo « I la– ghi,. con quegli effetti incredibilmente leo– nardeschi -, dipinti con una preziosa alchi– mia tecnica ed una calda ispirazione. Meno persuasive invece alcune chimeriche imma– gini - « La bolognese», « La giapponese» -, che rammentano le <<maschere» di K.lee. Freschezza. semplicità e sererutà so,io le cara! eristiche più evidenti della pittura di Leo Castro che ha raccolto i suoi miti e primaverili paesaggi siciliani alla Ga!leri« del Vantaggio Il pittore non più giovanissi– mo - egli appartenne al « gruppo di evan• ... Il pittore veneto Ervardo Fioravanti h;, riunito al Pincio opere appartenenti ai vari periodi della propria produzione artistica: dal '32 ad oggi. Co"" utilissima a provare la sua fedeltà, come egli stesso dichiara « non provvisoria e non recente ad una t~aticc:1 e ad un sentimento della realtà», ma cert,, poco producente ai fini unitari e consuntivi di una mostra. Comunque volentieri testl– rnoniano e delle sua onesta redelt.à al credo figurativo (chissà poi perchè Fioravanti ci tiene tanto: non pensa che almeno in arte w, po' di infedeltà sia spesso molto salutare? 1. e della sensibile evoluzione da lui compiuta ... Pittore dal vero. di gusto sostanzialment~ post.,impressionista. il fiorentino Guido Bor· gianni espone une folta quanto monotona serie di vedu e cittadine alla Cassapanca Molto lontano dal clima «tonale» della pro– pria città il Borgianni ha invece, special. mente nei ritratti, più di una affinità con i pittori napoletani di fine secolo. ... Due selezionate retrospettive di De Pisis e di Tosi hanno rispettivamente allestito la galleria dello Zodiaco e la galleria La Fi– nestra. Dalla stup ·'"Ida colle tiva dr 1 h Ga!l~•ia Tartaruga - Balla, De Chirico, Fa!ael, Alro. Mafai, De Pisis. Sironi. Severini. Pirandello - segnaliamo un '.'l!orandi di eccezione ed un Viani del 1908 di rara forza e misure. in cui sono evidenti sia gli influssi dell'espressioni– smo tedesco. ia l'acuta caratterizzazione psicologica di Lautrec che. che il Viani aveva certo ammirato durante il suo soggiorno pa– ri_gino iniziatosi appunto nell'autunno del 1907 ... Giulia Rizzali Baldovino e Sandro Fe D'Q. stiani, impressionisticheggiante la prima e quasi neo-realista il secondo. hanno raccolto le loro opere ell' Asterisco. Al presentare. Mario Zafred, che si domanda se « può l'e– stro sorretto da si.ocera spontaneità o da vivace temperamento, giungere a risultati non affimeri? » rispondiamo, dopo aver v.i.sto le opere della Rizzoli Baldovino. "Non sem– pre» e domandiamo, a nostra volta, « Ma fu vero estro? ». Al Torcoliere mostra già natalizia con in. cisioni originali di « impressionisti francesi»: Cézanne, Manet. Pissarro. Renoir. Corot. Daumier. Degas. De!acroix. Fantin. La Tour, Forain. Goya, Guillaumin. Morisot, Raffeiili. Sisley. Lautree. Valadon. LORE.."\'ZA TRlJCCm

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