la Fiera Letteraria - XI - n. 50 - 16 dicembre 1956

'.Anno XI - . 50 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 16 cticembre 1956 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCE ZO CARDARELLJ QUESTO UMERO L. 60 DI H.l!:ZIONE. AMMINlSTRAZIONE· ROM.A Via dJ Porta Castello 13 TelefonJ R.edazJooe 555 487 . Ammio1str 555 158 . PUBBWCITA Ammlnlstr. , LA FIERA l.ETI'ERARIA • V. dl Porta Castello, 13 - Roma· TAR.: Commerclall L. 150 li',dlt.orlal1 L 80 aJ mm • A88ONAMENT1 Annuo L 2 700 <;pmPStre L 1 400 • l'rlmestre L 750 Estero Annuo L 4 000 . Copia arretrata L 100 - Speè!z!one In conto corrente postale (Gruppo II) - Conto corrente postale n. 1131426 PRENDENDO SPUNTO DALLA QUESTIONE DEI PREMI LETTERARI UNALETTERA di risposta A VIGORELLI * di GOFFREDO BliLLONCI Caro Direttore, Da tre mesi. per des1de– Tio del Consiglio diTettwo ormai decaduto, ho il no– me e le responsabilità di Teggeme iL Segretariato nazionale del Sindacato scrittori sino aHe prossi– me elezioni: in tale veste Le chiedo tanto spazio auanto basti a Tettificare punto per punto que!Lo che ha scritto Giancarlo Vigorel!i senza dubbio per difetto d'informazio– ne, non potendo egti co– noscere direttamene la opera di un istituto del quale è socio solo da al– cuni mesi. Adempio così il mio dovere di difende– Te la memoria di Corrado Alvaro che fu il fondato– re e sino alla sua morte il segretario nazionale del Sindacato con assidua cu– Ta e aenerosa fatica e con SQ.C7iflcio quotidiano del suo tempo senza nessun compenso, mai, di dena– TO, e senza nessuna spe– ranza d'avere almeno la gratitudine degli scrittori. E infatti non l'ha. Noi che abbiamo il vanto di es– sergli stati collaboratori p o s s i a m o testimoniare della importanza di quel– la sua opera che non fu certo, come il nostro cen– sore dice, « accademica "· 1) Il Sindacato fon– ciò la Cassa ,iaz,vwtle <il:– gli scrittori e trovò in Leggi e in regolamenti di– menticati le fonti dei suoi Tedditi: ma desiderò ed o t– tenne che La Cassa aves– se dig11.ità giuridica di Ente moTale con tm pro– prio consiglio di ammini– strazione nel quale fos– sero anche due rappre– sentanti dello Stato. La cassa non è insomma la cassa del Sindacato che l'ha fondata, ma degli se Ti t tor i. E in questi dieci anni, presieduta dal– !o stesso Alvaro e per merito soprattutto suo. ha accresciuto i suoi Tedditi, ha adempiuto il compito del!'assistenza sanitaria ai suoi soci. ha fatto pre– stiti al tre per cento agli scrittori che ne avessero bisogno. ha dato anche sussidi ai più bisognosi, e ha soccorso a volte con tLII mensile le fami,glie di scrittori malati senza più speranza di guarigione. L'Alvaro. d'accordo con i suoi colla ')oratori. ave– va fatto studiare da due valorosi attuari un di se– ano finanziario per daTe a ciascun socio. al sessan– tadnqùesimo anno di età. una pensione: disegno che potrà essere attuato dal nuovo Consiglio. 2) « Non ha evitato - dice il t1ostro censore - che sor11essero oTaani analoghi e concorrenti ». Non poteva certo vietare la costituzione di altri sin– dacati poichè la libertà sindacale è sanzionata dalla le11ge e dallo Sta– tuto (non ci sono. del re– sto. diversi sindacati ooe– rai?) ma ha impedito - chiedendo e ottenendo l'dutonomia 11iuridicn del– la cassa - che fossero istituite altre casse da al– tri sindacati. 4) « Nei suoi rappor– ti con gli editori. dice Vi– gorelli. ha una strada an– cora lunga da percorre– re». Certo; ma è lunga la strada aià percorsa. Le relazioni con gli editori sono fondate sul « con– tratto di edizione » e cioè su un capitolo della leg– ge di protezione del cli– Titto d'autore. Il sindaca– to hq. partecipato nella commissione per La Tevi– sione di questa Legge presieduta dc, un alto mC1- gistrato di Cassazione, il Pi!otti: presenti l'Alvaro nella Commissione stessa ed io nella sottocommis– sione: e il nostro inter– ve11to fu giudicato, non solo inflessibile, ma per– sino eccessivo dag!i edi– tori (ed è naturnLe) e an– che dagli stessi commis– sari. Il ,testo riv,eduto dalla legge è pronto per la discussione in Parla– mento e difende meglio del vecchio testo alcuni fondamentali interessi de– gli scrittori. La nostra azione fu cost ferma (e ostinata quando. per esempio. chiedemmo in– vano il pagamento a per– centuale delle traduzioni) che fummo additati come nemici dal Giornale della libreria ai sttoi soci edi– tori. 5) 1< No,1 J-n r 1 1inTitn bene nè i rapporti ,iè gli apporti con l'Vnesco, con il Pen club e con altri organi s 1n i internazio– nali.». Quali relazioni? L'UtU!SCo è ordinato per nazioni e ha nei suoi uf– fici direttivi i Tappresen– tanti dei governi: quale sindacato di quale parte del mondo vi ha mai avu– to o può sperare di avervi i propri? In ciasctma na– zione sono Le Commissio– ni 11azionali de!L'Vinesco: la nostra è nominata dal governo e precisament~ dai ministeri degli Esteri. della Presidenza e della Istruzione. l1 sindacato può desidera re che vi sin chiamato uno dei propri. C'è fofatti; e ha spesso parlato in difesa, appun– to. della cultura italiana. degli scrittori e dei libri ital.iani. Il Pen è la Libe– ra associazione degli scrit– tori liberi di ttttto il mon– do che accettino il suo statuto democratico; ma riserva a sè, con diritto di e<sc,!usio11e da pa.rte dei suoi presidenti, la nomi– na dei soci: 11011Ticono– scerebbe certo a nessun sindacato i! diritto di no– minarli o di designarli, specie in Italia dove. ol– tre quello nazionale. esi– ste un sLnda.cato fascista ( e del Testo nel nostro so– no scritllOri di ogni parte politica). 6) « Non ha saputo impostare, dice iL nostTo censore, un piano di po– litica culturale per i pae– si stranieri e il problema degli addetti culturali ». Impostare un piano poli– tico in una buca da Lette– re è facile: disegnare un programma di politica della cultura è difficile in un paese come il 110- stro dove il governo C1lle cose della cultura non pensa affatto. Ma non siamo stati inoperosi: l'Alvaro è intervenuto La questione dei premi letterari - se cioè la costi– tuzione e la vita dei premi letterari vadano ordinate o meno secondo una regola– men.tazio~ie ufficiale - è stata sollevata alcuni 11u– nieri fa - su queste stes– se colonne - da un arh,– co!o di Guglielmo Petroni, c1te entrando in argomento nella sua qualità di scrit– tore, esprimeva alcuni giu– dizi di ordine generale, e dichiarava di preferire un regime di libertà di fatto nella nascita e nella storia di questi prem,i, a un. TP– gime di regolamentazione e di registrazione pubblica. Replicava a Gugliehno Petroni, attraverso un in– tervento di risposta che pubblicammo ugualme11te volentieri. Ugo Moretti, 11 qual.e ne!!a sua lettera spie– gava le ragioni di una leg– ge sui premi letterari, ed i suoi !imiti: !a presenza di una legge si sarebbe dovu– ta auspicare per evitare cer– ti doppioni, certi. abusi: e d"a!tro11de !'intervento dello Stato si sarebbe limitato, percnè un premio potesse aveT vita. in. prevalenza ad una ricniesta obbligatoria di iscrizione in un pubbli– co Tegistro. La setthnana scorsa è en– trato in argo1nento, con un suo articolo, Giancarlo Vi– gore!li, il quale - ritenen– dosi chiamato in causa au– cne perclt~ aveva preso parte alla fase pte!iminar• dei lvori per i! progetto o scnema di nuova regola- 1nenta.zione - entrava net– la sostanza della vivace ed interessante materia, ed al– la citazione di questioni delle quali gli interessati potevano già essere al cor– rente, aggi,mgeva la pro– nuncia di un fatto nuovo. e di cui, negli scritti pr~ce– denti, non s'era parlato: e cioè la preesistenza di una legge fascista. mai abroga– ta. e di. cui finora 110n s·era tenuto nessun conto. L'opi– nione di Vigore!!i era che co1nunque si dovesse innan– zi tutto annullare questa legge fascista - per quan– to nepletta o di fatto ino– peraiite - che riscnierebbe sempre di ueder richiamato irt tlSO Nasce quindi una dispa– rità di opinioni, che all'o– rigine potrebbe confìguTarsl cosi: da un lato citi ritiene auspicabtie, ed anzi. i1npel– lente, la sostituzione di. una legge nuova all'antica. e questo per frustrare certi pave,itati abusi. Dall'a!rro coloro cne da u11interve11to degli organi statali in ma– teria dt premi letterari - ordinario. e quindi pii,, pre– ciso di quanto non sia stato dal dopoguerra ad oggi - temono una limitazione dt libertà alla vita ed alle ilti– ziative degli scrittori e ar– tisti e degli uomini di cul– tura del nostro paese. Tra questi due termini de! di– battito. pare correre poi una terza ipotesi. cne altri sosterrebbe: c"è difatti cn1 non si sottrarrebbe all'idea di accetta re una regolame ,i– tazione dei 'premi, pure/tè vengano ancora dibattuti am.pimnenti i singoli com– m.i. specialmente i più. de– licati. del progetto. Co11 una replica d, Go/· fredo Bellonci - che è an– clte interessato a questa ed a molte altre questio11i ri– guardanti i letterati nella sua qualità di Segretario del Sindacato Scrittori dal– la morte di Corrado Alvaro a oggi -. con un breve in– tervento di risposta di Pe– troni, e con altri interventi cne ci auglLTiamo profìcu i all'interessante preniessa. possiamo Q1ti1tdi aprire. qut sulla ,, Fiera,., un a.perto e libero dibattito tra coloro - modo particolare scrittori e artisti - cne sono qualifi– cati. per qualità di firma e di competenza, a inoltrarst nel problema. Resta natu• ralmente in facoltà della redazion.e. di riassumere brevemente. o di limitare alle parti salienti. o addl– rittura di elidere. quelle lettere e quegli interventi che ripetano o facciano semplicemente coro a una opinione es)'.losta già in pre– cedenza. PERME anche s nza premi * di Gl/GLIELIIO PETRO \'I Ma.J.1~rado le reazioni suscitate dal mio pezzetto sui premi letterari e la loro regolamentazione, non sono convinto d'aver poi detto molto; in quel mio scritto salvo una serie di giudizi person-ali e perso– nalissimi, v'era una unica affermazione della quale in qualche modo debba davvero i·ispondere, ed in definitiva era una osservazione di principio, come si suol dire, rivolta più che al caso particolare in se ~tesso, -alla necessità del rispetto di tutte le' indipen– r!enze che la democrazia esige. Però, prima di confe1mare quella affermazione, mi sia consentito rinnovare la mia relativa, ma leal– mente sentita indifferenza per i premi letterari. Mi pare che su questo ero stato chiaro, ed anche mi oare che pur dichiarandola non avevo nulla da op– potire nei riguardi di chi, invece di indifferenza, sente per queste cose un attaccamento sviluppato o svi– luppatissimo. r.he votete, io sogno un diverso mondo delle let– tere; sogno w:, mondo dove il libro conosce soprat– tutto la strada del libraio; un mondo dove il libro ha posto nella casa di tutti, compreso quella bor– ghese e ricca; un mondo dove lo scrJttore è qualifi– cato per tale senza 1·eticenze ed ha il suo postidno nella società concesso spontaneamente da tutti. Sogno una società dove lo scrittore ambisce prima di tutto al giudizio di coloro che stima, e considera il resto sol distacco che meritano <tante cose tra le quali i premi letterari; ma soprattutto una società di scrit– tori dove il rispetto ;recLproco sia al di sopra dei meschini interessi delle fiere letterarie, della posta del premi, e dove il disinteresse e la capaci1à di pa– gare di persona quando è necessario siano all'altezza del compito che hanno scelto coi proprio mestiere. Questo mi è permesso, anche se sem 1 bra vecchio flli– steismo, ed è evidente che tutto questo ha, come contropartita, un giudizio tutt'altro che •accondiscen– dente nei confronti del mondo à célté sorto attorno ai premi letterari. Detto questo cercherò di ripetere meglio che posso quanto volevo comunicare con lo scriito In questione e d1 rispondere ad alcuni che a quello scritto si sono richiamati. Ugo Moretti, con la vivacità che ben conosciamo e con le vi,ve passioni della sua riserva di energia che lo contraddistingue quale spirito generoso e im– pulsìvo, descl'ive ·Je brutture della si,tuazione più ge, nerale in seno ai premi letterari e non sarò io cer– tamente a frenarlo su questa strada. Sente il bisogno di qualche cosa che corregga la possibilità sempre più aperta a questi gluochi d'interessi spesso bassi e comunque di ,pessimo gusto e di banali vanità, ed anche qui, pure tiepido quanito mi dichiaro, non vorrò cel"'to nè frena,rlo nè dal'gli torto. La cosa in cui non sono d'accordo an·che con lui è la stessa di cui ho parlato in principio e ohe espongo come posso alla fine di questa paginetta. A Moretti soprattutto debbo anche dire, giacchè è stato tanto benevolo con la mia persona, ohe purtroppo non IPOSSO d·eJ tutto rico– noscermi nell'allettante ritratto che ha fatto di me. Tutti, caro Moretti, abbiamo difetti, debolezze, ed io penso di averne assai; comunque :fa piacere sentirsi considerati meglio di quello ohe siamo, e di questo lo ringrazio. Giancarlo Vigorelli invece, nella lettera a Fabbri, ci informa di cose che, almeno io, non sai,evo. Gli risponderò brevemente cosi: non mi dispiace che esista un progetto di legge; il Parlamento è prepo– sto a promuovere le leggi che i cittadini e le cate– gorie richiedono, ed è più evid!!lllte di quanto non credes i che gli scrittori italiani desiderano una legge che regoli l'oroinamehto dei premi letterari. E' ancora più evidente che si voglia tutti ohe sia sosti– tuita la legge fascista: c'è tanto da lavorare in que– to senso, anche in set\Qrj più importanti del no tro e che qualche cosa sì facci-a è più che bene. In nuanto alla frase • Cose nostre• (degli scrittori, na– turalmente) non so perchè gli abbia fatto tanto effe1,to; penso però che se ripeto ohe son cose degli scrit– tori, anche se pubbliche, Vi<gorelli non abbia nulla ria eccepire; anzi, proprio quando finiscono nelle ~ule parlamentari, sono ,più che mai cose degli scrittori: anche ,gli scrittori sono cittadini e, come tali, nei parlamentari vedono dei loro rappresentanti P non gente al di Juori che si interessa per pr<>l)rio conto delle cose loro: è per questo che ne parliamo. In quanto al Sindacato scrittori di cui Vigorel1i parla ampiamente, mi pare che sia un altro discorso. da farsi si, anche in rapporto •ai premi letterari, ma un proseguimento del discorso odierno che aivrà più ragione di esser fatto quando si tratterà di tutelare i diritti che la legge sancirà. Anche a Vigorelli voglio rispondere nella parte che mi riguarda personal– mente: che cosa vuol dire « beato lui• in quel GUGLIELMO PETRONI (Continu& a pag, 2) I ' l .t l!.;:..u ·".!t -~- -~ + :..,. i I PENSIERI E LE ORE * NOI DOBBIA PARLA * di VALERIO VOLPINI Ca. sono giorni. in cui t.L no– stro sp1n1 0 e la ,w,tra cultu– ra sembrano doversi pie11ar• per sempre 'in una bruc10nt• sconfitta; St na l'impres,ione eh.e tutto quanto in umanità e Ltbertà (Quello che diremo amore con L'A maa.tucoia se non temessimo di. far soTra.de– re gl, scettici) costituisce la nostra fede soétale ven11a me– na e cra!lt per il peso della brutahtà che abbiamo cono. sciuto dtrettamenr.e, da cui, an– zi non slamo stat.i mai. dista.e .... cati anche se pensavamo i-h.e le sue mamfestaz,om poteva– no progressiuamente ridursi. Come pesano poco in queste selttmane le naslre parole dt, !etteratt o di militani, della cultura- Sembra addirittura cne nel diabolico 11iuoco sta escluso tutto quanto è ra11i-On• e intel · enza e gh uomini di stato, alcuni uomini. di stato sentano i.l gusto di rich.iamars1 alla forza >enescniaccia. Nino Perizi: "Ritratto di Umberto Saba" Dovremo rileggere le paJllne che Bernanos scnsse per 11!i europei giusto dieci anni fa (e magari quelle di vent'anni fa contro il fascismo!) ed avrem– mo modo di cogliere neces.arie meditazioni; e difatti mai come ora è tragicamente attuale la sua affennazione: ~Nell'uomo --------------' col m&tra l'accessono non ~ cosUtuito dal mitra ma dall'uo– IL LIBRO DI ()UI SI PARLA * mo. Non è H mitra aL Jervizio dell'uomo. ma il contrario e sarebbe più esatto parlare di mi ra con l'uomo•. La viole,,,. za degli a,,vemmentt di Ungh•– BICOHDI-BACCONTI DI .SABA ~ia e dPI Med•~ Orente (e prt– ma ancora ddi Algeria) 1',i,.no colpito per la loro funesta tra– g1cttà e per la paura eh.e han– no determinato ancne nell'uo– mo della strada. Ma non è. 1olo al fatti eà a questa paura cne dobbiamo cniedere un inugna- * mento anch.e se questi k, pro– pongono con tnequivacaòil• evidenza. Le prose del poeta triestino, pubblicate nello "Specchio,, mondadoriano ripropongono su un piano limpidamente narrativo i temi più schietti di "Trieste e una donna,, Se per !a follia di alcuni( ma– rescialli vengono ucci.sl decine di migliaia di cittadini cne esi– gono ,l pane e la !libertà ed al– tre migLia.ia sono chiuse net vagoni piambati peT i campi di concentram.ento, se per la ICOfl.- * di FERDll'AilDO JTIRDIA I Ricordi-Raccontf di Um- do. come legami di cultura, berto Saba. un gruppo di come mezzi espressivi, ep– prose scritte in epoche di- pure legati da un filo pro– verse, alcune tra il 1910 e ifon'do. ohe è anzLtubto un Je– il 1912 (•Gli Ebrei»), altre game con la !c.:·o città. aa tra il l!H2 e il 1913 C «Sette gentile e animosa Trieste• novelle•)· una nel 1937 {«Id- cosi ricca di vita, di urna– dio •) ia1tre in1Jne negli an- nità, di incontri tra la gente ni 1946 e 1947 («Tre ricordi varia, tra popoli diversi, di del mondo meraviglioso •l, trafificl, e della loro terra, appaiono in questi giorni in Il Carso, l'Istria. Essi anzi, un bel volume della collana insieme a Benco, a Svevo, « I prosatori dello Specchio• agli StUJ)arioh. a Giotti ad dell'editore Mondatori, e con- Antoni e ai più giovani come temporaneamente nella stes- Quarantotti Gambini, come sa collana, o meglio nella sua Morovich - e sono l nomi seiione intitolata ai • Qua- che rprimi ci vengono alla derni dello Specchio , vede la parte migliore della loro la llU!Ce un nuovo vowme degli .ten11a. la sua intelll!i 1 genz:a a– scritti di Scipio Slataper che perla verso gli orizzonti del– Giani Stuparich cura con de- le culture germaniche e sla– vozione e con memore af- ve, .pronta a ricevere e a ri– fetto iper quello che fu il plasmare sul suo fondo ila.– compagno di giovinezza, di liano le varie e fresche cor– lotte Irredentistiche. di vo- renti dei popoli dell'Europa lontariato nella guerra 1915- centrale, lntel"'preti altresi di 1918. ohe vi'de cadere suiJ una civiltà cittadina che esi– Padgora quasi sul luogo stes- ge appunto per questo dai so dove appena qualche me- suoi poeti una particolare e– se prima era stata troncata labor-azione del linguaggio la vita di Renato Serra, il come risultante delle com– poeta di Il mio Carso, e pre- plesse sollecitazioni attraver– cisamente quello che rac- so le quali si esprime il loro coglie gli Scritti letterari e pensiero. cri.tic; nei quali ci ritroviamo Scri,vendo di Tecen•te su un'altra nota. queste collonne delQ'ulltimo li- Due libri diversi e due bro di Quarantotti Gambi– scrl1btori di di<Ver a fo11ma- ni abbiamo cercato di mette– zione. di umori dissimili, e re in rilievo come in questo r\ivers1 oltretutto come sen- scrittore la letteratura italia– tlmento della vita e rlel mon- na del1a Venez:ia Giulia ab- bia ormai Taggiunto i,l pun– to di una quasi perfet– ta identificazione e fusione di tutti gli elementi lingui– stici e dialettali che conflui– scono sempre nella prosa de– gli sori~tori ~uliani, In essa portati dalla molteplicità de– gli elementi ambientali, d3l– l'incrociarsi delle diverse cul– ture, dalla integrazione nel- 1-astessa vita aocale di mol– te componenti ainguistiohe e dialettali. Nella sua prosa, o meglio sulla sua narrazio– ne abbiamo ravvisato il com– porsi di alcune contrastanti elementi che erano alla ba– se stessa della formazione di Svevo uomo prima ohe di Svevo scrilt01'e, e altresì queohli ohe conco11rono in quest'ultimo: gli elementi che erano insiti alla sua prove– nienza da quel ceto borghese triestino mitteleuropeo e co- 5mopolita anohe nell'uso dei mezzi di espressione. E' nooo che nella nar– rativa di Svevo quegli ele– menti stentaivano a ihal<Vear– si, a componsi, ma ipro,prio dal loro attiito e spesso dal loro stridore nasceva la pie– n~zza deLla narrazione. H senso della sua autenticità, quel fluire di vita vissuta che vince con .Ja perentorietà della sua evocazione l'incer– tezza grammaticale e sintat– tica, le difficoltà dell'espres– sio~ ohe comunque così c,tazione di alcuni uomini dli stato e per l'insolenza di un fascistuco!o sono bombardate città quasi inenni questo deve bruciare la nostra coscienza di uom,n.i civili, deve offendere e mortificare la nostra cultura; non e· è scampo per nessuna di fronte alle responsabilità mo– rali. Non possiamo tacere, non possono basta rei 4, 1ettere • lasciare il resto ai ~ prof es-– sionisti• o persino ai ,, fan.at' Ji· e,,; si finirà per divenire ,tru– menti ancne dei .econdi: lo sappiamo bene e ne abbiamo le prave. Abbiamo vlisto con racca– priccio !e foto dei mMsacri e sentito indubbie testimonianze e di fronte a questa il •ilenzio di tanti scritto~i giornalisti • uomini di cultura eh.e $i a1'ano dichiarati 4' impegnati• mentre altri nanno protestato, come sembra debba conveniu 01111i agli uomini di cultura, con ma– nifesti o lettere. Non c'è certo nessuna giustiftcazione pe, I primi; i! si!en::io diventa la prova più grande di una i,iLltd e di un fanatismo; Ticordiamo il silenzio di certi fal•i maestri quando Hitler consumava, ,iei lager e nelle camere a gM. i nostri simili a decine di mi– gliaia. 3\ « Non ha - seaui– ta il censore - ben tute– lato gli interessi di noi .•crittnri con la Rai e con la TV». E' vero H con– trario: in lunah.e e com– battutissime sedute con i rappresentanti debfo Rai e con auel!i della Società llaliana Autori e Editori. ha di cu.•so e precisato i d'vPrsi diriHi a rom1Jenso di tutte le vossibili diVPr– se fo-rme a; ro!!abnrnzio– ne n11e -rndintrnsmis.~ 1 oni. P cnnrordato la misura riPi rom1JPn.~; stessi. ri– prPnri~11do da cavo. v~– rindi,.nment" IP trntfnf1- ,,,,, per otteneTe di più. Non ero un compito fa– r;/p nnche oercltè la lini hn 11 nri1•i1Paio della « 1i– cerP'n J,,nr,lP )\; ffl(t CPTfO. e In .~TA T;; ri <' te.•_timone non ~ noteva. r,nse11nn ,inlfa. nttenerP di mù. ("hi T'IP.'1'~,., rH rtm11rove-rn– ... ,, n11n Cor>fPdPm~'one riPl lnoinrn o nl!n CTSL o al1n p11 ~• 11nt1 nvPr oP-r.~,a~n ,.,z; :nr1,,~1r;r,1; n fr·1nPcrr,,.P n (for,,,n1irnrp ; .~nTrrr• ,,;_ mPr,Hrn,,.rin rhP ; .cn1nri r,ooi ,,iaPnti ,t;OPO .~fnfi offeT111fi uronrio rin nuP– sti ;_,tituti sindnra/i? DP.1- Ia TV parlerò più innanzi. con le sue sollecitazioni, i suoi consigli e persino i suoi scritti nell'ordina– mento di mostTe del li– bro all'estero. e in adu– nanze internazionali, ed ha spesso da10 il suo pa– rere a editori' italiani e stranieri che glielo ave– vano chiesto. E d'altra paTte il 'lollettino del sindacato ha discusso an– che i problemi della pro– paganda della cultura. E io. in una seduta al mini– steTo degli Esteri. come può testimoniare !"avvo– cato Vittorino Veronese. parlai proprio delle qua· lità che dovrebbero avere gli addetti culturali al– l'estero e dei sussidi di li– bri di film e di dischi clie lo Stato dovrebbe dar loro. Destini generali, nella poesia di Fortini Per coloro cne h.anno pro– testato. peT noi cne ci siamo sdegnati e ci siamo sentiti scuotere nel profondo della co– sc'ien:a. non credo sia suffi– ciente un atto di generica sol!– daTietà; quella commozione - o quel -calcolo? - dei momel\– ti culminanti. della ventiquat– tresima ora. Ricordiamo com" possono essere ancora profeti– ch.e e piene di ammonimento le parole cne fra il 30 e il 40 ci han,no detto Benda o Mari– tain. Malraux o Mann o Ber– nanos O de Rougemattt. Forse uno dei torti degli uomini di cultura è di accorgersi e di vi– vere la tragedlia quando il 1uo corso è irreparalbi!e; crediamo sia necessario invece quell'at– ta di umiltà e di sch.iettezza. ancne privata, per compiere prima la propria s,celta. Non intendiamo con questo dire cne si debba produrre un'ope- ;resso danno H S;\pore deUa s1:1a briestiinità aHe sue pa– _g;ine. 'Du<blia, o quasi tiutta, la aet– teratura triestino - giuliana reca in se tessa. più o me– no contenuti, più o meno sa– pientemente composti i dis– sidi e le difficoltà di espres– sione che in Svevo risalta– no in modo evidente senza oeraltro togliere nulla alla grandezza del narratore an– zi diremmo aggiungendo qualcosa alla s:.ia validità, accrescendo nel tessuto di molti suo[ romanzi e di mol– qualcosa alla sua validità, te suoi racconti quella e– spressività che non è il frut– to di bello scrivere ma del– la forza intima di uno scrit– tore (quanta prosa conte– gnosa, in punta di penna, quanti evocativi e allusivi di certo post-rondismo, quanta letteratura di tipo n.r.f. tra le due gue1're. quante !:>elle •rnl!ine mitizzanti. Quante ~s1rnsit~ ricalcate s11 r a~s:- 7\ n Sindacato ha an– che domandato eh~ agli seri ttori siano concessi i ribassi feTroviari come ai giornalisti. Ticordando i compiti che oggi ciascuno scriflore dPve ndemniere GOFFREDO BELLONCI (ContlnÌiaa pai;. 2) * di ELIO ACCROCCA Di pochi altri poeti - ap- 1 a rinvenirsi a concretizzarsi che essi mostrano verso la pro- pena due o tre oJtre Franco· appunto - nel destino indivi- blematica e la crisi del proprio Fortini limitatamen le a quelli duale e collettivo. tempo. rivelatisi nel dopoguerra - Fortini ha sempre mostrato Non si traila, beninteso (ma credo si possa affermare una di camminare su questo ap- di quanti equivoci non s'è ldentilà o parallelismo tra ideo- parentemente duplice binario: riempita la strada della poe– logia ed espressione letteraria, condizione non certo !àvorìta sia!l, d'una reallà bruta, all"ln– cioè. in\'ersamen1e. Ira poesia In un tempo e in una socielà segna di un • realismo delle e politica. Tese però entrambe che mirano invece a distingue- cose», ma di un altro tipo dl a ricercare un ideale rapporto re. a- sezionare: e quindi quella realtà. quella dei sentimenti di cultura, non di soggezione dl Fortini e di pochi altri poeti che nei poeti migliori è sem– di una all'altra. rese partecipi ripeto è una posizione dram- pre evidente (in Caproni, In dl un processo continuo e con- matica. destinata a ricevere Luzi, in Sereni, per esempio, rreto, interno e dialettico, il • amicizie e ostilità numerose come in Pasolini e Matacotta quale finisce coll'investire non e precise» (una fattispecie di e Fortini. con diversità di ri– solo I campi rlella poesia o plausi e botte) e a riflettere sullati naturalmente; cosi come della politica separatamente, però. _come _u~o specchi!) d"ac- 1ppare ev!de(1te !aie • r~altà di ma quello più ampio e strut- ,que, 1mmag1n1 e colon come sentimenti" 1n Ungaretti. Mon– turale della cultura che è poli- non capita a quanti altri in- tale. Quasimodo). 1ica e letteraria allo stes- vece si riempiono d'irreali o Quando uscl Foglio di via so tempo con radici nella so- troppo labili suggestioni, e che (Efoaudi, 1946 e non '47 com'è cietà e 'nell'individuo e con son destinati a finire nell'in- riferito nelle note dei succes– risuliati tendenzialmente pronti differenza pari all'insensibilità sivi libretti, e un anno ba il suo Franco Fortini peso in questo periodo) Fortini chiari che quelle sue composi– zioni che andavano dal '38 al ·45 si dovevano considerare non • collegate tra loro da una qualche concordia di motivi o d'espressionl,. ma che l'autore le aveva • riconosciute. invece, come gli anni che le han ge– nerate. diverse e divise secondo diversilà e divisioni che erano. prima di tutto. sue proprie"· Diversttà e divisioni non era– no soltanto nelle poesie, nella loro storia interna, ma esiste– vano nell'aria di quegli anni. e pertanto già nel primo libro si finiva col rinvenire quello Ci modelli. non dai-emmo or- ELIO FILIPPO ACCROCCA (Continua a pag. l) FERDIN ANDO YIRDIA ra impegnata nel senso comu– ne alla polemica di quesffi an– ni: e quanto sia pocn valida lo dimostrano propria molti di co– loro eh.e ne h.anno sostenuto i modi) ma che dobbiamo saper uscire dalla letteratura per compiere a! modo di tutti i no– stri atti poLitici; al modo di tutti e con la Ter.ponsabi!ita specifica cne compete alla vo– cazione particolare degli uomi– ni di cultura. Non si tratta di primati o di condi.11ioni privile– aiate. si tratta di una condfzio• ne umana che va sottoposta al– le suP obbliaa:ioni sociali; con l'indifferenza (o il piccolo pro– vinciale giuoco del pettegolez- zo intellettualistico) non solo non si compie nessun atto po-

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