la Fiera Letteraria - XI - n. 47 - 25 novembre 1956

Anno I - . 47 SETTIMANALE DELLE LETTERE DEDLE A RTT R DELLE SCIBlfZE SI PUBBLICA LA DOME ICA Direttore VI Q UMERO L. 60 llllH:ZIONE A.MMINlSTRAZlONE: ROMA Via dJ Porta Castello. 13. Telefonl. Redazione 555487. Amm,nistr 555158 - PUBBLJCITA Ammi01str , LA FIERA LETTE:RARTA. V di Porta Castello. 13 l'dltnriall L RO al mm · ABBONAMENTl: Annuo L 2 700 Semestre L. 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Non vorrei insomma che role e cadenze che l'amico non debole e artista, sì. prezioso, il pettegolezzo diventasse una avrebbe mai usato. E il Fio– ma intermittente e provincia- fonte letteraria. Ma c'è l'epi- ra nella sua belli-ssima prolu– le. I più sgarbati furono pro- sodio del postumo sdegno del sione è d'accordo con me. Nè prio quei poeti modernissimi Pascoli per giudizi attribuiti davvero il Ferrari potè esse– che avrebbero dovuto ricono- a Severino Ferrari, suo amico re mediatore tra il Pascoli e scere in lui il creatore del di giovinezza che a Manara il Carducci, poichè le poesie nuovo linguaggio lirico. Non Valgimigli (ci si mette anche del maestro erano lette sen– mancarono certo le eccezionL lui) sembra espressione di za bisogno di consigli da tutti una prolusione del Flora, una malignità calunniosa. Il Chior- gli scolari e il poeta delle conferenza di Gianfranco boli che conobbe tutte le per- Myricae poteva trovarvi, si, Contini, alcuni nuovi saggi di sone di questo pjccolo dram- le ballate al modo antico care Manara Valgimigli e le con- ma, si domandò chi avesse all'amico, ma anche esempi di versazioni alla radio di un mai messo nell'animo del Pa- impressionismo verbale che gruppo di studiosi i quali ri- scoli sospeili di rivalità e di GOFF.REDO BELLONCI nresero in esame, con nuovo maldicenza dicendogli che Se. spirito, tutte le opere pasco- verino menava vanto di pre– liane. come per esempio Al- corsore e di iniziatore delle (ContJnua a. pag. ?) Allo scrittore Vittorio Sereni è stato a.s egnato il Premio « Libera Stampa.» 1956. Al poeta. del« Dia.rio d'Algeria~. le felicita.zioni della. « Fiera letteraria» fredo Schiffini che mise in Myricae e • sparlava delle al– luce appunto quel suo lin- tre poesie pascoliane da quel– guaggio artistico. Ora, comin. le degeneri •. Ed è ragione– ciano ad uscire, raccolti in vohssima domanda che, se volume, questi scritti critici non giustifica, almeno spiega sul Pascoli; e di alcuni parie- le parole del poeta che si sen– remo oggi. ti offeso quando l'amico d'io- Senza dubbio, i temi che fanzia gli fu mostrato fero– dovevano essere e che furono cemente e insidiosamente suo discussi, erano la vita di quel nemico. E non c'è da meravi– poeta nelle sue manifestazio- gliarsi che il Pascoli, vilipeso ni sentimentali e ideali, la dai dotti per i suoi stupendi formazione della poesia di lui, commenti ai poeti latini, per. le relazioni di questa poesia seguitato dalle consorterie illESCOLAREJ ZOLLE * ALLE NUlOLE Benedetti Toscani * con quella europea, il mondo accademiche, discusso e ne– lirico, il linguaggio e la me- gato come poeta da molti cri– trica pascoliana. tici manifestasse la sua impa. Ecco qui ripreso · il primo zienza con parole sdegnose o tema da Alfredo Grilli in un sarcastiche, ad ogni modo volumetto pubblicato dal Le an:iari~sime innanzi tutti per La più greca debe loro vìhù è quella di fare le cose a nwdo, senza perdere il senso delle nusure e delle proporzioni umane Monnier, Serra tra Pasco!i e h._11. M1 viene a mente un ada- Panzini con pagine inedite. g1~ fran~ese • cette arumal f'st Che cosa vuol provare il t,res mechant ;e- quand on * di Ei\TB.ICO· FALQlJI Grilli? Che il Serra da pri- I attaque 11 se defend •. Pro- ma lodatore del Pascoli di- prio nella rivista Romagna lo Se si volesse indit·are ali-, le 'lell'intelligenza ~ neU"indL l'orto L'inferno, r.<:>r i: para– vento poi giudice severo del- otess_o t;n(li aveva' aHermato, svelta l'estrosa baldanza cui pendenza di cui non tanto es. diso, è la loro patria Jdeale. la sua poesia, e che di questo e prima di quel l909 che Se- Curzio Malaparte s'è trovato, si son gonfi, quanto si sento- E ci si sentono beffardamente mutamento fu cagione il mu- vermo_ era 11 precursore _del dopo mille esperienze, a do- no forti. Fino a diventare di casa- Talchè non a torto tato umore del poeta nelle Pasc? 11· E .rico rd o _berussimo ver affidare il suo avvincente spregiosi e a generare, oltre erano reputati dagli antichi relazioni con il critico? Il che in certi cenacoli bologne- elogio dei Toscani, intitolato che disagio, sospetto e inimi- un popolo infernale: • inquie– Serra andò una prima volta si que st o primato di Severi~o per l'appunto: Maledetti To- ciz1a negli altri, più natural- to e inquietante; la saggezza a casa del Pascoli nel 1907, era <_1ffermato co~e _una n~ scani (Vallecchi, Firenze, '56), mente disposti al compromes- del quale sta di casa più dt dopo i funerali del Carducci vendicazmne dell ongmal:ità basterebbe avvertire ch'esso è so e alla sopportazione, al- là che di qua, è una cono– e aveva scritto delle poesie ~ sua al confronto di quell'altro del tutto diverso da come l'ipocrisia e alla furberia. scenza delle cose vietate, un degli studi danteschi di lui che gli aveva rubata la gloria. l'avrebbe concepito e scandì- Ma altra caratteristica es- ripensamento della vita oltre. in modo tale, da farsi deside- E passiamo cosi al secondo to la buon'anima di Giovanni senziale dei Toscani, • la più ten-ena, un continuo disprez– rare collaboratore in un pros. tema, la formazione lettera- Papini. Ce lo ricordiamo, in- greca delle loro virtù• è, per zo delle cose di questo mon– simo commento dantesco. Ri- ria del poeta. Ii Grilli cita a fatti, un suo ordine dei gior- Malaparte, • la virtù di far do, di cui tuttavia san godere tornò poi il 1909 quando nella conforto del suo antico giu- no su la • tradizione spiritua- le cose a modo, senza perdere come pochi altri •· E appunto rivista Romagna erano ap- dizio il volumetto di Giorgio le e artistica italiana che la il senso delle misure e delle la loro libertà pfoviene dalla parsi alcuni suoi saggi su Petrocchi intitolato proprio Toscana rappresenta• e che proporzioni umane•: • l'arte • conoscenza del rapporto fra quella poesia con osservazio- cosi e che io dimostrai in- dovrebbe portarla ad «esercì- di far le cose grandi col sen- la vita e )a morte, fra il mon– ni. talvolta, pungenti; e ar- fondato; e potrebbe anche ri- tare, nel gran quadro della so della piccolezza dell'uomo, do dei vivi e quello dei mor– ticoli di altri con accenni sfa. cordare che lo stesso Valgi- letteratura italiana. il suo an- e le piccole e umili col senso ti •. In Toscana • ognuno è vorevoli al poeta; trovò il Pa. migli sembra aver voluto ac- tico e insostituibile ufficio•· della grandezza umana: vale coL\tadino •: sa cioè • mesco– ~coli e specialmente la sorella ereditare questa disgraziata Nulla di tutto ciò nell'elo- a dire col sentimento di quel- lare le zolle al!~ nuvole, far Mariù di umore diverso: of- tesi delle derivazioni pasco- gio del Malaparte, dove, pri- la meravigliosa armonia che fesi. Al lettore di questo li- liane dal Ferrari curando ma ancora che al letterario e regge i rapporti .fra le cose bretto sembrerà che il Serra nell'anno centenario del Pa- all'artistico e anzi senza quasi grandi e le cose piccole, fra sia diventato antipascoliano scoli una ristampa dei versi neppur nominarli. si bada al- le cose terrene e le divine•. per la cattiva accoglienza di di Severino. I due amici eb- l'umano. Perchè nell'umano si Non meno singolare, tutta– oueJ giorno, cosa che non tor- bero senza dubbio uno stes- riscontra il motivo della ma- via, è la loro prerogativa di nerebbe a suo onore nemme- so amore della poesia popo- ledetta diversità dei Toscani essere • la cattiva coscienza no se cercassimo ·nella sua lare. ma assai diverso: lette- dal resto degli altri uomini; d'Italia•, d'un paese • dove la miglior conoscenza dell'uomo rario nel Ferrari che racco- intendendo per Toscani cosi j storia non è intesa se non co– i"origine di un più rigoroso glieva le ballate, gli stornelli, bèceri, i trippai, i piazzaioli, me panegirico. e tutto, anche esame della sua opera- In i rispetti trecentisti e quat- i bighelloni. i pellai, come i tradimenti, le fughe. le vi– realtà non mi pare che egli trocentisti e dava nobiltà po- Dante. Boccaccio. Sacchetti e gliaccate. diventa materia di sia mai stato pascoliano o lizianesca ai contrasti dei car _ i loro gloriosi compagni di lode e d: trionfo•. Per i To– antipascoliano preso com'era rettieri romagnoli; più vera- tutte le arti e di tutte le epo- scani andare all'inferno è co– tra i suoi giudizi contrari ed mente lirico nel Pascoli che che. Una diversità riassumibi- me prenc:!€re la strada del- • Scheda per un giovane poeta * Il grande ozio, <1uella eslasi sublime m.eridiaaa che avc\·a inizialo !Jli uomini ,lei primordi alla loro pocsi~,. 11011 si sarebbe ripetuto mai più? di * CJIIO\T.ANNI COJIJSSO crollo solo i poeti sareb– bero rimasti uomini :i.tili. Niente: ero invece con– vinto che nel croJJo di una civiltà anche i poeti, anche gli artisti sarebbe– ro stati travolti inesora– bilmente. un metodo cli vita ancora Pf! stolido e pjù bestiale. Istintivamente protesi la mano verso il mio• tavolo dove da giorni slava di– menticato, nella stretta delle mie ansie, un libret– to («Momenti> di Anto– nio Bassetto, editore Re- e ad P,pprezza,·e. nel panegi– rico di Malaparte, quel tanto di glusto e di verd che lo ani– ma e lo solleva e gli assi– cura il plauso spettante .alle operette che in appa,·enza sembrano nate per caso e quasi per burla, ma che in realtà coll'impeto stesso del loro non effimero brio docu– mentano e garantiscono quan– to minuziosa sia stata l'ela– borazione della loro carica. Cultura e fantasia, estro e ri. flessione, vigore e ten~ezza. D'altronde. rendere piace– vole un programma che ha molli numeri per riuscire sgradito ai non-Toscani, è compito scabroso per chi non sappia affrontarlo senza far la voce grossa e anzi scusandosi L'altro giorno, t..1tte le mie ore erano state estre– mamente piene di lavori martellanti, estranei al mio desiderio .. Scale di uffici, sportelli di uffici, lunghe code, attese di an– ticamera, colloqui con gente sorda a base di nu– meri, di date, di misura– zioni, calcoli affannosi di denaro, di materia bruta, di vane suddivisioni del– l'infinito e mi sentivo sommergere. Il grande ozio, quella estasi sublime meridiana che aveva iniziato gli uo– mm, dei primordi aJJa poesia, non si sarebbe ri– petuto più. Non già soltanto l'ob– bligo di abitare in stan- 7..e simili a ceJJe d'apiario, di muoversi in scatole di latta, di avere :ma luce da tortura per illuminare la notte, non già per com– pletamento anche una di– rezione statale che se renda presente non per a– gevolare, confortare, aiu– tare e migliorare la co– munità sociale, ma soltan– to per perseguitarla con pedaggi tributari ad ogni colpo di respiro, con di– vieti d'ogni libera gioia, con elargizioni di gonfie orazioni elogiative di se> stessa, ma una chiusa an– goscia continuata e impel– lente a pianifica.ie tutti i sentimenti, tutte le pas– sioni, tutte le attese. . bellato Padova) che mi era stato portato con pre– ghiera di, leggervi alcune poesie di un ,giovane non ancora .ventenne. Curzio Mala.parie Sentivo invero in que– sto obbligo inevitabile me stesso come una statua che al tempo della calata dei barbari fosse stata di– velta e abbattuta dal fa· -stigio di un tempio, moz– zata alla testa e alle brac– cia per spregio, ridotta in parte materiale edilizio e> in parte abbandonata per affondare, come una pie– tra inservibile, incom– prensibile, non più par– lante, nella terra oscura. Sentivo nella mia op– pressione il sintomo della fine della nostra civ illà e quanto fosse stato illuso– rio per Giorgio Sorel va– ticinare che in questo Tutte le ore dei nostri giorni sarebbero state re– se schiaccianti, facilitate da nuove macchine e da nuovi mezzi che avrebbe– ro vinto il tempo e lo spa– zio con la velocità di iper– bolici congegni. E come la spugna intri– sa di aceto offerta' a Cri– sto ·assetato, a nostro sol– lievo sarebbe stato offer– to nelle ore concilianti il riposo notturno il poetico stridore di quelle macchi– ne, di quei congegni_ Non avevo più speranza •Jer l'umanità, se non fos– sero ·state stolide guerre a imbestialirla, queste sa– rebbero state surrogate da Non vedevo più possi– bilità che ritornasse il canto poetico nella vita dell'uomo e alla fine di quel giorno estenuante mi studiavo di escogitare pe1 me una regola di claus:.i– ra, di isolamento per sal– vare me, i miei ricordi, 1 frutti della mia fantasia. Volevo dischiuderlo e non osavo. Diffidavo, come non fos– se più possibile l'aprirsi dei fiori su di una terra lastricata cli cemento. In– fine lo presi e l'apersi. Ritornò il silenzio attor– no a mé subito dalle pri– me parole, le une si sus– seguirono alle altre in una musicalità vera e nuova, le ascoltai tutte, fluirono piane, iridescenti, scandi– te dal battito di grandi angeliche ali, di un ange– lo interiore al moderno corpo dell':iomo, che mi ridava ancora la speran– za nella vita, l'annuncio di una confortevole tr<>– r:ua all'angoscia che mi nvPva est<>nuato. GJOVANNI COMI SO tutt'una cosa del cielo e della terra •· Sulla scorta di queste e di altrettali intuizioni, Malapar. le svolge il filo del ragiona– mento; trascorrendo dal biz– zarro al poeiico, dal ridancia– no al serioso, dallo storico al– l'autobiografico; adeguandovl di volta in volta lo stile e la fantasia; e insomma dimo· strandosi, con la bravura che gli è propria, semplice e raf– finato, arguto e innamorato, fazioso e riflessivo, insolente e cortese, vetusto e modernis– simo. Sicchè non sai se più ammirare il brio o l'acutezza. Certo è che molte di queste pagine recano il segno della verace ispirazione e voglion essere regisl rate tra le sue più belle, per la lorn squil– lante nitidezza. Campanilismo? Anche sollo la fltta gragnuol.1 dei para– dossi e dei sofismi di cui di-I' viene bersaglio, il lettore rJe- '-----------------------------------------------------1 sce ugualmente a distinguere di dover riproporre come nuo– ve delle verità antichissime– Sul 1ipo di queste: che • l'Ita– lia, senza Toscana, non sa· rebbe che un pezzo d'Euro– pa •; che « maggior fortuna sarebbe se in Italia ci fOS6e• ro più Toscani e meno italia– ni •, e che • il solo difetto dei Toscani è quello di non esser tutti pratesi •· Dio ne scampi che cosa ac– cadrebbe se, tentando simile impresa Malaparte non fos– se. anche lui, uno di quei • maledetti • capaci di ridere a bocca fredda, di piangere a ciglio asciutto, di vedere e giudicare senza guardare. Diversamente l'operetta non terrebbe, come invece tiene, del libello e del panegirico, della dichiaraziohe d'amore e della beffa. E vi si passa dal .,,u1izio mordente alla nove]. •' ':i salace. dal ricordo d'io- E 'RICO F LQUI (Coutlnua a pag. 2) Bilancio diuna indiUnazi AJl'indoouni delh1 rholta un~heo.!irC La .Fieni Lette-rarin » e,prCMe la p,roptia acco– rata indignazione serrvcndo i de,li er9ici ver'-1 de-i pae,tn un.ghecue P.etofì. Da aliora. per qua.rri due &ettl1tH,rne. ·urit– vo i. a gruppi o f40-latameote. tti ,ono le· vate dovunque, per ~rimere il loro sdegno contro la più torva · e rrud-ele repreuionr detla &toria moderna. ~o-n0&t1rrte da qualrhr parte i rer,c-bi Jj rt'durre La rivoha unYJen:•f" e la repres!ione sovietira ad un fatto poli• tico, noj rontinuiamo a credere rhe si tratti. invece. Ji un fatto umano. vale a dirr morale. Per tiucsto rindigna1.,ione i- 11tala co i una· uinie e prafon.da: non derivava da un ral· colo, non era il ris-ultato di un giudizio. ma salna dal p-rof ondo della cosr1e-uza e riget– tava inJiet.,-o come giustifi<"aziooi falEe o rap· zi0&0 i teMa-ti-vi an imant,j e partigiarti di dare una motivazione politica o milrlaTe a F.Rfu'l/çOIS MAURIAC ha dato le sue d,– missioni dalla società per l'amicizia .!rcUJco– sovietica. Egli ha dichiarato: • In con5idera– zione degli avvenimenti attuali non pos.,--o più appartenere a tale raggruppamento~ retorica_. MOLTI INTELLE'ITUALI FRANCESI co– muni.sti o simpatizzanti 'hanno in questi gior– ni disaP1PTovato pubblicamente l'intervento sc,,;etico in Ungheria. opponendosi alla linea del partito e attiraodosi un'aperta rrw.acc,a dell'Humanité, che s1 e sc:'.hierata nettamente. senza alcuna riserva, con i massacratori del popolo unghere.se. Contro questa cin.i.::a presa di posizione ~i soao sollevati molti intellettuali tra cui Clau– de Roy ,Rog.er Vailland, Claude Morgan. J F. Rolland. che sono membri del partito. men– tre altri scrittori, anah'essi per la più ;,arte comun.i.stL hanno firmato un manifesto meno impegnativo ma certamente non compJe a– mente ortodosso. Questi ultimi sono Aragon, Sartre, Druon. Vercors. Elsa Triolet. che • benché profon– damente divisi>-, sulla intecpret:azione dei fatti di Ungheria. si uniscono. come banno <!atto in al tre occasioni, peroo,è si tratta dei– la di!esa della cultura. Nel manifesto si leggé t.ca l'altroi ... Non avendo ma.i espTesso sen– timenti 03tili nei con:!ront! dell"Unione So– vietica nè del socialismo. a 1 buon diritto noi possiamo elevare protesta ai governo oovi'e– tico per avere U3a to csnooni e carri arme-ti per ""hlacciare la rivolta dei popolo un– gtterese. J1ilAM -,FAI.Il, SAR'DRE. il noto fìJosooo e narratore francese, ba rassegna~ le sue d<– ms.,noni dalla sua qualità al membro della A.,sociazim,e Francia~URSS Per 1·occapi.one. iartre ha concesso al g.iornale .VlJxpass u.na lunga inte.z,vista. il cui testo, per l'Italia. ,,i è assicurato in esclu.9<Va il siettimanall! Il Punto. Nel cor30 di tale interYista Jean-Paul Sartre ha dichlarato tra l'altro: • Il delitto, per me, non è soltanto l'attacco di Budapest con le antoblinde. ma ohe esso sia stato reso possibile e forse necessario (dal punto di vista sovietico evidentemente) da dodici anni di terrore e di ottusi'.à. Se la destra iha avuto il sopravvento. tra gli in– sorti. vuol dire ohe c·era una passione. co– mune a tutti e del tutto nega-tiva: l'odio per i sovietici e per il .rakosismo. La caccia nelle fogne è stata atroce: ma quanto si è fatto odiare il regime! A parte uoa minoranza cosciente - gli intellettuali~ l'unione degli scrittori - ben presto supe– rate dalla massa. gli operai e i contadini. dopo a<verrivedu o le lezioni imparate a me– moria. si sono trovati in una confusio:;,c completa. senza alcuna educazione politica e sociale. In generale. le rivoluzioni popolari si 1.uulio a .sinistra Per la prima volta - ma tutto è nuovo in questi tragici avvenimenti - ab– biamo assistilo a una rivoluzione politica ohe evolveva a destra. Per~h<!? Perohè nulla era stato dato al popolo. nè soddisfazioni mate– riali. nè fede socialista, nemmeno una chiaro.1 v.i31ooe della situazione Essi si io,ganna,-ano. certo: ma, anzitutto. anche nei suoi errori il popolo ba diritto alla libertà e aJ rispetto: i lavoratori si emancipano da soli. attraverso ~li errori e le esperienze: gJii errori non si correggono a colpi di cannone. 'Di que,;ti stessi cr:ori lo stalinismo è interamente respon– sabile•. Alla domanda • Qual"è la sua opinione sl.Ù– l'attacco russo~- Sartre Ola risposto: • Condanno completamente e senza riserva alcuna l'aggressione sovietica. Senza farne po.tare la responsa,,ililà al popolo russo. ri– peto che il suo attuale Governo ha commesso un delitto e che una lotta di frazione in seno agli ambienti dirigenti ha dato il potere a un gruppo (militari ..duri··. vecc'hi staliniani) clle oggi aggra,·a lo stalinismo dopo a,·erlo denunciato. Tutti i delitti della ..toria si dimenticano. noi abbiamo dimenticato i nostri. e le altre naz.ioni li dimenticheranno un po· alla Yolta. Verrà un giorno in cui sarà dimenticato quello dell'URSS. se il suo Governo cambia e se i nuovi venuti tentano di applicare vera– mente il principio dell"uguaglianza nelle re– lazioni tra 1e nazioni socìali..ste o no. Per il momento non c·è altro da fare che condan– nare. Ro1npo con rammarico. ma com,pleta– mente. i. rapporti con .gli stranieri soYietici miei amici, che non denunciano (o non pos– sono denunciare) il massacro in Ungheria N<>nsi può più avere amicizia per la frazione dirigente della burocrazia smietica: l'orrore .supera tutto •. Alla domanda • Qual'è ora il suo atteggia– mento? ~- Sartre ha detto: « Per guanto mi dispiaccia cli rompere co: partito comunista. proprio percltè ho denun ciato in tempo la guerra d"Algeria posso farlo: non 3000 in contraddizione con tutti gli uo– mini sinceri e onesti di si ·stra. nemn-1eno con quelli che rimangono i le file del 1'C Resto sohdale con loro anche se domani mi :espingera1u10 I dirigenti diranno che essi avevano avuto ragione da molto tempo di c;liiamar>m.i·•iena ·· e ··sciacallo·· quando Fadeev - che si è sui– cidato - parlava come oggi parla L"Humo nité: ma mi è del tutto indifferente sapere ciò che essi diranno di me. considerato quel– lo che dicono degli a,·venimenti di Budapest IL MONDO E L"ESPRE:SSO hanno lanc,at, un mani<festo intitolato " Scrittori 'e artis:i per la Liberla d<'gli unghe ·esi, in cui s, dichiara: « Gli intellettuali, scrittori. artisti i aliani ria.ffermando il tradizionale impegno di li– bertà che lta sem?re lL-iito. al di là dei con– fini e delle differenze ideologiche. i rappre– sentanti della grande cultura europea, con– dannano l"b1gìustiflcabile aggressione consu mata dall'URSS conLro il popolo ungherese Di fronte alla brutalità dell"intel'V'tnto ar– mato. )li profilarsi di nuovi pericoli di !!I.lena. e alle ,peculazioni e alle minacce di rea– zioni fasciste. gli intellettuali italiani inci- r1ueH"ecc-hli-o. L'•g-mo _,i ni:be.liava per qo~ orte inumaMII r4fe era ~ta ad a,h,,-i uo– rmni. Tut10 qui. el fa,-e. 'Jlli appres.w, il b.iL_aacio d.i qut!!:Uo •<lefZoo - hilaurio relwtt'Vo dia v,oterta di ,<"rittori. arti1Jti. intellettu.Jj - dobhi,amo ri– levare. per quanto riguarda il nowlro pati!:8e <-he c'i- Jta1a. dapprincipio. una ~ri.a reti• c-enza, <1ua.-.j un indu,rio iDSJ>i~abili: <"he le proteme ~r ooali !Ono -tale più ~ar..., - tropp-o! - e io.fine. che tutto un e-Hore della inteli ttu.aiità ;. rimHllo aMen'te da o,çni protoeu pobl>lica. alludiamo aUe Uni– , errit.à rom e organismi ufficiali, ,. ai •ari ..ind-ttati de~lj ,crittori. deg-t; artt&ti. d~li autori dra.mma-ti..-i, e ,da dieetwlo. Perob,;,? nche per q,.1CM0 le. protesta di ,-o,,loro rhe, io un modo o nefl"ah:ro, hanno peno· nalmente cktto no aH:a cieca riolen-%a d~i oppTeYOTi -a.equi h p•rtkoil:aore ,j.gnifi.rato e \.alore. E ei J)+at'e segna:lfflo .e,nz"omh-ra di tano tutti gli uomini liberi e tutte le fone democratidhe a levare \llla pcotes"1 !IOle:D<le ed un appello affinchè al popolo ~~""" .,ia r~itui o il dJritto di sceglle,-e, m plena libertà. quelle iStltuziD<li ohe meglio ri~– dano agli ideali demo<>ratici e ai bl,ognl ~ paese. senza rinnegarne le po,nUve conq\rist<' democratiche . Oltre a docenti. studiOI,;. gi.ontahati.. kltel– lettuaii di dli.ara fa.ma. si leg~. tra i fir– matari di que3to manites1<> i nomi di .scrit– tori critici cd artisti mo!\1 noti. eome G. B, Angioletti. Giorgio Bas6ani. Ani!IO Benedet– ti. A.-naldo Bocelii, Aleo:sBDdro Boll3anti. Carlo Casso,a. Enrico Emanuelli. Gianslro Ferrata, Ennio Flaiano. Alf0060 G:.tto. Mino Maccari. Eugenio Montale, Albe:-to M~a"Vla– Geno Pampaloni. GroC-n!do ~ ~– glielmo Petconì, Cacio_ :R.i.~. lgna:co Silone, Lionello V~ Efio V'it'torint, Bru– no ZevL L·ASSOCIAZIOXE ITALIANA PER LA LI– BERTA' DELLA CULTURA ha lanciato un Manilesto di fraterna oolidarietà col J)OJX»O ungherese e oon gli :intellettuali. di cui abbia– mo dato più diltu.sa notizia nel numero sco:– so. Tra i firmatari vanno ancor..a una volta riroTdati anche scrinori critici e arti~ come Guido Piovene. BO'navent..ra TecchL Lionello V entmi, Ignazio Silone, Luciano Anceschi. Felice Casorati, Luigi Dallepic– cola, Gilio Dorfies. Francesco l'~ Gi&ep– pe Marchlori. Giacon,o Morrtev-e,:m. Robeno Rossellil:u, Michele Saponaro. GU>O Se.e::– ni. Mario Soldati. Giani Stu1><:icb. P,e•:o Paolo Trompeo. Diego Ya,leri. Emilio Vedo– va. Ello Vittorini. Lulgi Zamp4, !Uro. G•u– seppe Berto. Valen lno Bomp'anL Luigi Co_ mentini. Giu~~p;>P De"'S.1. Enrico Fa 1 qu· Carlo Emilio Gadda. Pietro Gadda Con:;. Lorenzo Gigli. Gianna Menzini. La,-Jn_i> Ma=cclielti. Nello Saito. Toti Scialoia. Vr– torio Sen?ni. Giorgio soo,;_ Giovanni T-... !l Rose.. 1fario Tobino. IL PEN CLUB ha.liano s·è associato ag1! altri Pen Clubs del mondo libero. in nw7>– s a all"appello degli intellet ~ali unghe _si SALVATORE QUAl,;IKODO ha indi.rizza– to alla segreteria ilBlia.ne. dal ~ Movùnen o della Pece. a Roma 1" ~nte lettera: « Caro segretario, ritenendo esaurita la fun– zione storica del Mov--imento de.Da Pace. ras– segno le mie dimissioni da membro del con– siglio mon<iiale e nazionale. Vi prego di C'O– municare la mia decisione a Parigi». GLI ARTISTI D"ITALIA hanno lirmato un ordine del gi,ocno. che fra l' e.lu- o dice: « Gli artisti. che obbedi1cono 11010 ai va– lori del1o spirito, prendono decise posm.one contro coloro che continuano a m.aotenere stretti rapporti con gli oppressori di Buda– pest. La condanna morale indubbiamen:e non basta per restitune libertà e indipen– denza elllJngb<!rie.. ma eesa può creare le condizioni per convincere tutti i responsa– bili aei governi interes....,_ii ad a>sUJnere quei fermi ;,tteggiamenti che possono es.<ere la salvezz:: per quel popolo sventura o e per la Europa tutta>►• La presente dichiarazione è state. firma'.a dai seguenti artis ·: Renzo llongio-....nni Ra– dice. Leonardo Borgese. Aldo Cailll- Carlo Carrà. Giorgio De Chlri-co. Achllle Funi. Vir– gilio Guidi. Franeesco Me98lna_ Eluo Mo– relli. Arduino Nardella Bruno Saetti. 1ario Sironi. Orleo Tamburi. Flon,m:o TomPe. Gianfilippo Usellini. DOJIIBNICO REA ba in,ialo ai giornali i-a seguente lettera: « Non mi sento di essere più d'accordo con ,a tesi del Partito Comunista Italiano :,el quale avevo sempre visto \Dl partito ton– dato dalla nobile geniale mente di Gramsci. per dare battaglia alla mi.seria materiale e spiriluale a ta\'ore del progresoo e della libertà. « I fatti di Ungheria ste.nno ora e din10- trare esattamente il contrario. L'Ungheria (come la Ceco6lovacchia che ebbi modo di visitare e di restarne profondamente delu– so) dopo dieci anni di socialismo era in con– dizioni miserabili e senza un sol lume di li– bertà. E se i frutti del comunismo, dopo die– ci anni di incon t-restalo go,,erno nei paesi satelliti, portan<> a questo tremen<lo e inac– cettabile risultato e ad errori cosi gravi ed imperdo06bili. che avrebbero fatto mutare la forma di Governo e di dottri.ne in quai– s,asl altro P<lese del mondo. vi eono tut-Me le ragioni pe-r vietarmi. di ""'5e'l'e qtll!.i ~– patizz.,n te che volentieri e aflcora sarei s ato •. VASCO PRATOLINI ha inviato al setii– manale "Il Punto n una sua lettera - scrit– ·a in treno fra Varsavia e Vi<!nna - e dle. per dichiarazione dello scrittore stesso, JJ Direttore dell'Unitd aveva rifiutato dei pab– blicargli. La lettera. eh.e si mtitola « Libertà nel socialismo"· dice fra l'altro: ., E' or!llQi chiaro a tutti che le mas,;e de– gli insorti sono operai, studenti. intellettuali trascina i dagli errori de.i dirigenti UD81:le– resi a prendere le armi contro il regi.me po– polare .. Che nel corso della lotta. tra quegli operai e quegli intellettuali. si siano Ine.i;CO– lati elementi controrivoluzionari, mi sen:.b.a confermi la profondità degli errori com– messi; e non appare soltanto come un 4tto doloroso ma come una tregka consacrazi.one dì cotesti ei:rori ». IL MUSICISTA MARIO ZAFRED ED IL PITTORE GIOVANNI OMICCIOLI - ri"'– riscono i giornali - hanno inviato le loro dimissioni al Partito Comunista italiano ... ALBERT CAMUS. lo scritt<>Te e il com– mediografo francese, ha lanciato una pub– blica accusa di genocidio. a propo!ito de, fatti ungheresi.

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