la Fiera Letteraria - XI - n. 38 - 23 settembre 1956

Pag. 2 L FIER~ LETTERARIA Domenica 23 settembre 1956 --------------------------- bito colpiti e che più tardi si ammira a libro ultimato. Quella di Mary McCarthy non è tuttavia una intelligen– za 11rida, a tratta, teoretica com'è il caso ad esempio di Simone de Beauvoir. In lei l'artista creatrice domina, l'in– tellettu.ale e nulla di voluto, IL PASSAGGIOD'ENEA I premi Villa San Giovan d'artefatto vi è nei raccontò o nel recente romanzo. Pure anche Mary McCar· lhy sceglie i protagonisti fra gli intellettuali e gli artisti denunciandone volentieri le presunzioni, le debolezze e gli errori. Anzi nei racconti di « The ComP.any She Keeps " e « Cast a Cold Eye » è pos• sibile scorgere una vena sa– tirica che spesso la induce ad una fredda trudeltà verso alcuni protagonisti, Essi si considerano superiori agli al– tri essendo degli intellettuali liberatisi dai pregiudizi del medio borghese american~ mentre in realtà sono altret– tanto meschini e spesso più poveri di sentimenti genuini. Sfuggiti alle parole d'ordine della massa sono prigionieri di mode, di tabù, di teorie artistiche, filosofiche o socia– li mal comprese e punto di- gerite. . Anche in « A Charmed L1- fe » un'aspra critica degli ambienti intellettuali e pseu– do-artistici si fa risentire nel corso di tutto il romanzo. Ma la spietata crudeltà della pre– sentazione è temperata da una partecipazione più diret– ta da una poesia creata dalla delicata sensibilità della scrit– trice consapevole delle sue possibilità ed estremamente cauta nel procedere. La sati– ra in « A Charmed Life » è sottintesa e forse tanto più efficace quanto non è mai portata con accanimento in primo piano. Mary McCarthy mette in evidenza il lato ri– dicolo e meschino di quasi tutti i personaggi della sua triste storia ma non ne na– sconde le qualità nè si fa bef– fa di loro. Ne'\v-Leeds è il nome che essa ha dato ad una borgata della Nuova-Inghilterra qua– si sulla punta di una penisola non molto lontano da Boston sulla costa dell'Atlantico. E uno di quei borghi in riva al mare, al lago o fra i boschi dove attratti dalla bellezza del paesaggio artisti, scritto– ri e musicisti cercano dap– prima un periodo di calma lungi dal trambusto delle grandi città, mentre poi in un secondo tempo artisti di second'ordine, scrittorelli, pseudo-filosofi ed intellettua– li in rotta colla società vi si radunano in forza colle Jorù compagne per crearvi un cen– tro di vita libera, cioè di più o meno autentica scapiglia- tura. ' Capri e Positano in Italia, Ascona sul Lago Maggiore in !svizzera, Laren in Olanda, Cagnes sur Mer in Francia, la cui variopinta fauna ha ispirato Cyril Connolly per il suo finora unico romanzo « The Rock Pool n, sono stati o sono tuttora esempi famo– si di simili località dove nel– l'esistenza quotidiana le re– gole della vita sociale sem– brano capovolte e la più as– soluta libertà di espressione e di costumi è in teoria pro– clamata. New-Leeds dove do– po l'ultima guerra molti in– tellettuali e pseudo-artisti americani fuggendo da New York e Greenwhich Vi!lage si rifugiarono corrisponde in tutto ai più famosi esempi eu– ropei. Mary McCarthy non nasconde la sua avversione per la bolsa presunzione cli un modo di vita basato in fon– do su 1 lla vanità, la pigrizia ed il più spietato egoismo di ognuno dei pretesi campioni della libertà. Quando Martha e John Sin– nott dopo sette anni di assenza ritornarono a New– Leeds dove Martha aveva vis– (continuazione daJln. 1. 1rng.) « ripensamen'to7 operato su alcune poesie, quasi un ritor– no alla primitiva stesura co– me si può scorgere in molte delle varianti venule fuori in un secondo momento. Le quindici poesie di Ba!!o a Fontanigorda hanno subito qualche variazione nel pas– saggio dall'ediz1one vallec– chiana del '43 dov'erano riu_ nite nel secondo gruppo di Finzioni in numero di undi– ci. Ai lievi mutamenti d'in– terpunzione o di spazi o di parola (un assieme diventato insieme, erbaiuoti mutato in erbaioli, santo in Santo) s·ag– giunga. oltre a un nuovo or_ dine delle poesie e all'appa– rizione dei titoli, una vera e propria revisione di strofe: la seconda di « A Rina» (l'at– tuale Scherzano battendo l 'a.le - candide sui tetti a fiore - git1nti, le colombelle - nuove è derivata dalla precedente Scherza110 st1i tetti a fiore - aitinti, le colombelle - nuove battendo l'ali., candide. Men– tre commuove ..., con l'acqui_ sto di una nuova rima). Al~ra revisione strofica è in « Sagra » dove si legge puerili s'appaiano gai - i giovani ai subitanei - f11ochi in luogo di puerili, con scal– manati gesti. s'appaio– no ecc., per cui è andata perduta la rima « trafelati - sca!"manati ». In questo secondo gruppo di poesie del '35-'37 respira– te nell'aria di un paese del– l'entroterra ligure tra Geno– va e Piacenza, un paese del– l'alta Val Trebbia dove Ce.– proni tornerà a scrivere al– cuni «Lamenti» durante la guerra, s'avverte un più lar– go respiro d'immagini che prendono consistenza e viga_ re: il paese natalè di Rina con le case a colori grezzi so– pra le ruvide zolle: e gli uli– vi, le rupi. i dolcissimi frulti della terra di Liguria, t,ra monti spaziosi e poche case disperse: l'inebriante odore marino: l'amaro aroma della sera sparso per la pastura: le i:iovinette chine sull'ago tra lini e sogni, fievoli richiami ad una leopardiana memoria; le mondine dall'acceso riso di soldati alle manovre estive: e casti pensieri, e suoni di una canzone: il paesaggio della regione si profila già sullo sfondo nitido nel ricor– do delle stagioni che ebbe ca.re il poeta. Ed è un pae– saggio che s'inserisce, per certi accordi e movimenti del verso. e per l'aria d'entroler– ra che vi spira. in quello di una linea ligure che abbrac– cia i nomi di Campana. Sbar– haro. Montale, ecc. Persino la memoria di 01° ga Franzt>ni (che dopo mo1ti anni darà vita alla prosa de Il gelo della mattina, prezio– sa per l'indagine sulla poe– sia di quel lontano periodo) sembra disciogliersi e libe– rarsi della • madreperla di lacrime» nel medesimo colo_ re dei luoghi. Ne rimane una immagine colta nella pietà del ricordo. Nel contrappunto di rime che ormai fioriscono in fine di verso o all'inizio o in le– !(amento di strofe è il segno di un rigore che già prende la voce di Ce.proni e che nnn lo abbandonerà più. Ma è all'apparire di Fin– zioni, il gruppo dal '38-'39, che la poesia di Caproni si amplia nell'acquisto di nuo– vi modi. Una tela di sottile realtà disposta a improvvisP. allegrie, s'apre al poeta: po· ca cipria e minio inventan'l la bella festa (tenue nell'edi– zione del '43) sul giovane viso della donna che lo accom– pagna. Come in un panneggio, s'ac_ cardano le ragioni d'un can– toniere amoroso di lipo nuo– vo, da madrigale novecente– sco di finissima. elaborazione. « Sorge un mondo adolesceu_ te e precoce, irritato e fre– mente, eppure non inconsul– to. ma metricamente chiuso in stringate e asciutte for– me di madrigale e canzonet– ta» aveva avvertito Macrl. E' la stagione di una « nuo– va leggera e incantata feli– cità»: Sei donna di rnarine, - donna che apre riviere. - L'aria deL!e mattine - bian– che, è la tua aria - di saLe, e sono veLe - al vento, sono bandiere - spiegate a bor– do !'ampie - vesti tue così chiare. E fu Gatto a notarlo: « Pin– zion i Ci riporta ai freschi e umili coloti di un'ìspirazio– ne autentica. E' un esempio (Sei donna di marine ecc.i fra altri che abbiamo pronti e segna.ti nel libro a test:mo– niare la leggera e :ncantata felicità di questa poesia rhe ci è cara». Pur tra la lieve revisione di una poesia (« Con che foi– lia » di pag, 44, che dopo 11 terzo verso portava inseriti: questi fiati di brezze - ai prati, al carnevale - rubano! E gid s'obLia) e altre legge– rissime vartanti e l'elim1na– zione di due sonetti (Non avrà requie il volo dei gabbiani e La Levità del ·marmi in qt1e– sta rara, in luogo dei a1.1ali è stato inserito «Maggio»), ii gruppo resta integro, e per me intatta a distanza di ,inni resta l'impressione di Gattù. Per la prima volta affiora la monte.liana fi,gura del pa– dre: Non più il catram~ ocio– ra - di remoti velieri - rlie– tro San Giorgio: un qorgo - d'altri e pitì acri aromi puL!ula, Sottoripa, - nei t11oi fondaci bui. - Ma è festn ~i marinai - d'oggi com 2 .h1 ieri - un tanfo di boUiturr - rancide, d'olii di semi, - o a!L'osterie nel fresco morto d'acque portuali · - carnaLi r;sa di donne -- fre .. quentate dai mori; e s; fa concreto, terrestre, l'al'fetto familiare che vien fuo:•i c'.a un « paesaggio» di catrame, velieri. fondaci. bolliture. clii, osterie carn.¾li risa di <ion– ne che' sanno la freC]u~:17.a dei negri (mori). Concretezza che tornerà negli ulteriosi " paQ.. saggi» di Caproni. Racchiusa nella prima par– te del libro la produzione dal '32 al '39 (un giro d'anni di preziosa scoperta e di_ con: quista dei mezzi tecn1c1. d1 passaggio inoltre dal puro in_ genuo sentimento della natu– ra a una più maturata sensi– bilità, parallelamente a quan: to avveniva ad altri poeti della sua o d'altra generazio_ ne, quali Betocchi. De Libero, Sinisgalli, Gatto. Bertolucci), la seconda parte de Il pas– saggio d'Enea comprende Cro– nistoria e Sonetti deL!'anm– versario, rispettivamente d~! '38-'40 e del '40-'42, che dalla edizione del '43 non si d1tfo– renziano se non per la man· cata inclusione. nella pri!T'a parte. di « A Marcella». co:n· pen ata dall'aggiunta di Ri– corderò San Giorgio di pa1f– ne 81. e per la esclusione ne'– la seconda di Forse anche w avrai lacrime se un giorn.o. Mai con pitì ten11e e addo!o· rata avena, Quale debole sie– pe fu !'amore! compensata dai nuovi Era !'odore dell'agLic; dei gigli ( i veda l'accosta- suto col primo marito Milesl--------------------------·1 Murphy e donde erano fug- giti assieme per convolare a contrano in località quali nozze dopo l'ottenuto divor- New-Leeds ossessi da teorle zio di Martha, risentirono estetiche o filosofiche, con– subito prendendo possesso vinti di essere dei geni in– della casa dove avevano so- compr~si che. le future ge_ne– gnato di vivere gli anni più raz1~m scopnranno un g1or~ intensi e produttivi della lo- no, e ~ella quot1d1ana realta ro vita il peso di una f;atalità lo schiavo di Jane. c_he ecci– che si abbatteva su di loro. tand_o. la sua. pruni ti va sen– A parte l'errore nel caso spe- s1;1aht~ e coltivandone la va– cifico commesso da Martha n1tà d1 pseudo-mtellettuale.Jo ritornando nel luogo dove mantiene . in suo potere. Il abitava ancora l'ex-marito ntr~tto d1 q1;1esta coppia cli con una giovane moglie, co- bo!iemes cost1tu1sc_e forse la testa fatalità, cioè il clima p1u notevole rm cita del ro– negativo creato da tante c1r- manzo. costanze imponderabili che la Mary McCarthy non infie– determina è dovuta secondo risce nè contro Jane nè con– Mary McCarthy allo spirito tro Warren. Essa li scruta col– del luogo stesso, alle emana- l'occhio analitico del clinico zioni di tante esistenze del sagace e se ne denuncia im– tutto negative e quindi ma- plicitan1ente i vizi meschini lefiche perchè in fondo man- ed i vergognosi egoismi non oate inutili e spudoratamen- ne nasconde le qualità. Jane te tronfie nell'esibire i loro e Warren Coe non sono due vizi come segni di superio- odiose caricature ma a li– rità. , bro chiuso per quanto ma- Malgrado la loro determi~ lefici due personaggi indi– nazione di rim,,mere estranei menticabili. I?ur pusillanime alla vita _scapigliata della bor- e poco intelligente Warren gata artistica Martha e John negli ultimi capitoli si mo- si trovarono presto comvolt1 ,. . commettendo l'errore di fare sira capace d impulsi ge1;e- 'eccezione per Jane e War- rosi e d1 una coraggiosa chia– ~;n Coe scelti come confi- roveggenza verso se stes_so. denti ed amici. La bolsa inu- E peccato che volendo chll1- tilità lo spirito malefico di dere il romanzo su ~na no– New~Leeds è per la scrittri- ta altamente drammat1~a Ma– ce incarnato in questa coppia ry McCarthy non abbia ag– di pseudo-artisti di cui da giunto un capitolo per narra~ Ascona a Positano e Cagnes re le reaz1om d1 Jane e d1 sur Mer l'equivalente si è Warren dopo i tragici event; sempre potuto notare al cen- di c1:1i messi di fronte a se tro di ognuna di codeste co- stessi d1ff1c1lmente possono munità di anarchici intellet- rifiutare una parte di respon– tuali insofferenti di ogni re- sabilità. gola o restrizione. Se Martha Vigoroso e persuasivo è an– va incontro ad un tragico de- che il ritratto di Miles Mur– stino oltre alla fatalità insita phy, il primo marito di Mar– nel proprio carattere lo de- tha, uno di quegli uomini san– ve al feroce egoismo dei co- guigni, poderosi, privi di scru– niugi Coe, al pettegolo spiri- poli cui ne le donne ne la to d'intrigo di Jane, all'in- vita sanno resistere. Critico. genua ridicola stupidaggine saggista, autore drammtico di Warren. Miles è eolio ed intelligenti> Jane la cui famiglia è di origine' tedesca, è una di quel- ~a feroce ~el suo fgoi~mo __ e le donne che si possono in- t1oppo coi;ivmto del a p1op11a contrare facilmente nei pae- supenonta d1 _poter pensarP si del Mare del Nord convin- a~che p_er. un rntante, ad al: te della propria superiorità tn. Egh e odioso, m certi e desiderose di affermarla momenb ripugnante n:a n~r> anzitutto nei confronti del privo d1 un certo fascmo f1- loro compagno di vita. War- sico. Che Martha pur ,nu– ren Coe, un pittore senza ta- tren~o per lui ~uas1 un ~v– Jento come troppi se ne m- versione e pure amando sm- ceramente gli ceda in un'ora di debolezza e d'oblio evoca– ta da Mary McCarthy cor> una quasi o sessiva precisio– ne nei particolari del luogo e della scena è reso plausibile, inevitabile quasi dall'ambien– te, gli antecedenti e la fat>!l– lità insita nel carattere del– l'attrice-scrittrice malata di intellettuali mo e portata d~ un femminile orgoglio a chie– dersi sempre " perchè no'/ n temendo di mancare a ,P tessa rinunziando. Il lungo capitolo dedicato alla lettma ad alta voce di una tragedia di Racine « Be– renice » 1 in casa dei Coe colla partecipazione di Martha e cli Miles e di alcuni altri carat– teristici rappresentanti della scapigliaturn locale è una ec– cellente satira delle alquanto ingenue ridicole presunzioni di tanti artisti ed intellettua li mancati. Non meno riusci– ta è la seduta del tribunale di Trowbridge do,·e la fauna di New-Leeds è venula a te– stimoniare pro o contro Il critico d'arte Sandy Gray, un barbuto ubriacone, campione di un ritorno alla natura che dopo essere stato abbando– nato da quattro mogli desi– dera redimersi e chiede la restituzione dei figli per cu– rarne l'educazione . Se in questi due quadri di– pinti con tanto divertito ri– lievo la vena satirica alquan– to crudele di Mary McCarthy ·embra dominare. nel raccon– to del triste destino di Mar• tha essa pur rimanendo inci– siva ed analitica sa parteci– pare simpatia per la disgra– zial.a eroina vittima anzitutto dei p1opri pregiudizi e di una ineluttabile fatalità cr ata dall'ambiente. Ma in tutto il romanzo la nota dominante sembra per noi ]'intelligenza e la finezza dell'analisi. Mary McCarthy di etti si sono giustamente ammirati i racconti di « The Company She Keeps 1>e « Cast a Co-Id Eye " vi si rivela una narra– trice di grandi possibilità giunta ad una maturità arti– stica ed in possesso di uno •ti le soltanto suo. GIACOMO ANTONINI * mento con « Romanza• di P" gine 54) e I! tuo nome cli e debole rossore. Cronistoria continua li can– zoniere d'amore in vita e in morle d,j una donna amata, ma qui la presenza del poe– ta si fa più drammatica e re– stia, chiusa com'è nell'ass:i– lata. forma metr;ca ricca di assonanze e rime che attana– gliano il lettore. Quasi r,1c– chiuso nel proprio dolo ,ar.te respiro il poeta nulla vor– t·ebbe far trapelare al d1 fuori e mostra appen,a la parte più petrnsa e ausler<1 di sè 1 senza con1piacen1,a o condiscendenza., se,1zc:J aJctl· na rassegnazione: Dall'i,iulio al dramma. Nasce a tratti un debole riassaporare di intima gra– zia: Quale debole odore - di gerani ritocca - questa cor– da del cuore - come un tem– po? - Trabocca - nel mio cuore la piena - dei tuoi giorni perduti, - dei miei giorni vissuti - senza spa– zio - con pena. E in un accorato movimen– to. in una specie di traslocata continua ricerca della stessa immagine è la serie di paesi città luoghi che s'Intravve– dono dalle poesie di quegli anni: Udine come ritorna (vi appaiono i segn; delle future " Biciclette •: l'odore umano - di giovinette in gara - sulle due ruote), Pisa piena di sonno, Rivedo il ti,o pae– se (in Val Trebbia), Ponte PETRARCA e l'atowiica (continua.zionc d:llla. l. pag.) Tallone è di diversa specie e s'addice propriamente a noi col suo disadorno, intransigente, lapidario decoro. Tutto v'appare semplice e quasi non vi si avvertono il lungo studio <' lo scaltro gusto che pur debbono es– sere occorsi per attingere quella spoglia semplicità. on un fregjo, non un 1 inìziale, non una cornice. Solo un raro equilibrio di bianchi e neri. di terzine e quar• tine, di sonetti e canzoni. quasi a rendere più intensa. raffreddandola, l'armonia cli tante rime. I Ma è appunto nella difficoltà, spinta fino all'impos– sibilità, di figurarsi - in un mondo che va sempre più vorticosamente in fretta - due filologi ed uno stampatore curvi, a maggior gloria del Petrarca e del– la Poesia, sopra la scrittura di un codice e sopra i caratteri di una prova. intenti a decifrare segni e a equilibrare spazi con appassionata pazienza, mentre intorno l'aria s'arroventa ed echeggiano i primi crolli e c'è già chi fugge, dispera e impazza: è per la deso– lata assurdità cui sembra di voler sottostare nell'ac– cettare oggi come reali due disfatte figurazioni, che un Contini, un Weiss e un Tallone esigono, nella fat– tispecie, d'esser presi come simboli di una impertur– babile fedeltà al proprio lavoro e al proprio ideale di pace e di arte. Essersi saputi ancora attardare a scio– i:liere certi grovigli di parole, a leggere sotto le can– cellature, a districare una rima, a ricomporre un verso. Essersene rimasti per giornate intere a sgrossare e limare dei blocchi di rame fino a cavarne rilucenti lettere di un alfabeto :ipografico, degne. nella loro uessuosa snellezza e vibrante saldezza, di gareggiare, grazie ai loro giochi di pieni e di vuoti. di chiari e d1 ,curi. di aste e di curve, con quello degli Elzeviri. Oh. gli smemorati. Oppure: i beati'! Ad ogni modo. se il destino non esigerà che tutto debba riprecipitare nel buio, chi sa che domani non si ritrovi ancora qualcuno disposto a prendere atto che, in fondo, anche di questi tempi si seppe onorare il Pe– trarca. E se toccherà a un critico dalle orecchie .stu– rate potrà magari testimoniare che venne onorato coi fatti meglio che con le parole, raffrontando certe edi- zioni a certi riecheggiame1',ti. • Del resto, sono QJmai trascor e da un_pezzo t 7 fe– lici stagiooi in cui:'bène o male, si'cedette aÌl'ìncanto dei Lirici greci eppoi degli Stilnovi ti eppoi del Pe– trarca (e del petrarchismo). L'infatuazione crebbe a lai segno che il Pastonchi. dalle colonne del Corriere delln sera (18 ottobre 1950), si levò a ringraziare e a <iverire. in suo :-otondo linguaggio, « messer France" sco. principe nostro umani simo e su tutti. finchè Hà– lia duri. lirico sovrano». La lingua batte dove il den:e duole: e molti sono oggi i seguaci di Apollo che oscil· lano tra Lucrezio e Lee Masters: tra una poesia da finimondo e una da cimitern. Forse perciò Petrarca non t1·01·a più recensori? Ne ha forse trovato, in sede l'\ppropriata. la economicissima ( essanta lire del 1956) eppur diligente ristampa dei Trionfi. approntata da Paolo Lecaldano per festeggiare degnamente l'uscita del millesimo «numero• della Biblioteca universa!P Rizzo!!? Vero è che Petrarca quasi tenta. tutto sommato, a trovar chi lo ristampi. Il glorioso Codice d.eg !i ab– bozzi (Vat. Lat. 3196), nonostante il buon numero di Qrecedenti riproduzirrni fotografiche e scientifiche, s9- lo grazie alla tenacia di un giovane laureato, Angelo Romanò, non incoraggiato e non rafforzato che dal suo stesso isolamento. è stato oggi. oltre che ritrascrit– to, commentato per filo e per ·egno. ,non avendo di mira unicamente la sua riproduzione diplomatica, bensì cercando di mettere « in chiaro la successione delle varie lezioni > per « poi indagare i motivi che in– <ius ero il poeta ai suoi rifacimenti •· E c'è da arrossire apprendendo i molti vani tentativi rinnovati dal Ro– manò per cercar di dare alle stampe una tale opera, (inchè nel 1955 gli riuscì di farla accogliere dal Sa– pegno tra le P11bb!icazioni della Scuota di Filologia' modernct deLL'Università di Roma, assunte dalla irene– ro ità del compianto editore Bardi. Così dicendo non vogliamo certo trascurare i due singolari ,·olumi dedicati alle R.ime. Trionfi e Poesie latine (]951) e alle Prose nella collana dei Clctssici Ricciardi. a rispettiva cura l'uno di Neri-Martellotti– Bianchi-Sapegno e !"altro di Martellotti-Ricci-Carra– ra-Bianchi; nonchè quello. non meno egregio. dedica– to alle Rime e Trionfi (1935) e curato dal Neri nella collana dei C/.assic, Utet. Ma volumi ciel genere rien– trano regolarm~n1e nello svolgimento del piano pre– stabilito delle due benemerite collezioni. Del pari v:,glion'o essere rico:·dat; gli Studi pe– trarcheschi. dei quali. dopo il quinto apparso sotto il nome del defllnt,:i Calcaterra. è uscito adesso il sesto ampio volume sotto la direzione di Umberto Bosco e sempre sotto l'egida dell'Accademia Petrarca di Let– tere Arti, e Scienze di Arezzo (Libreria editrice Mi– nerva, Bologna), con saggi. chios.e e postille di Ricci. Billanovich. Martellotti. Di Sabatino. Raimondi, E. Bianchi, D. Bianchi. Marzot, Vallone. Rossi, Figmelli. Branca. Van Nuffel. Cronia, Boni. Ma anche qui sia– mo nel normale and3mento degli studi e non di fron– te ad una autentica « ripresa • e « rilettura • del P~– lrarca in precipu, funzione a:luale. similmente a quan– to ir. precedenza si è verificato con altri poeti clas– sici (si pensi al Leopardi della Ronda). a seconda dei richiami. degli intere ,i e del gu to che via vi::i pre– valevano. Tuttavia. a ripensarci meglio, aspetta aspetta, da ultimo f:nì per a:·rivare il recensore di quel prezioso inedito petrarchesco, ritrovato a Londra nel 1949 e dato alle stamµe in Roma nel 1950. Segnamone il no– em. il luogo e la dota: A. M. Ligi, nella Fiern !etternrin del 13 maggio 1951. E riconosciamo che ebbe qualche ragione· primo, per ricordarci. attraverso la parola di Serra (giusio a pr posito dei Trionfi), che « edizione definitiva• non ci s:,1rà mai; o sarà quella che rechi "tutti i capitoli e tutti i versi, quanti e quali il poeta dettò»: secondo, per ribadire con Chiorboli. che • molte curiosità dello studio·o possono venir -od<ii– ~fatte •· ma ciò che que ti non potrà ricercare, per– ché non potrà trovare, « è la sicurezza del testo, irri– mediabilmente dubbio e fallace». Impossibile? A giu– dizio del Sapegno « la t·iµroduzione veramente critica del Canzoniere, che si auspica prossima, dovrà - e quindi potrà - ri pecchiar-e, oltre la relazione de– finitiva. anche tutta la storia dell'opera nei suoi mu– ·amenti strutturali e nel complesso stratificar-i nelle varianti minute del testo>, Semi>re, beninteso, che qualche bomba atomica non mandi tutto in fumo. ENRICO FALQUI Milvio, Ad Catacumbas sul– l'Appia, la Latteria di pag. 81 (la stessa dell'Interludio deL le •Stanze»?), Tarquinia (e !e biciclette - dei capitani alpini - in fuga ...), di nuovo Roma (Nè Roma avrà più aLo– ria in luogo di E Roma non avrà gloria della vecchia edL zione), FoLigno, Assisi (Stam– piamolo neL ricordo, - il sas– so roseo d'Assisi), Subiaco. e nuovamente Tarquinia e la Tr.ebbia: è un Inseguire la vi– ta che s'attanaglia. più nel rL cardo di una morte che non dà requie al poeta, il quale continuerà. l'ansiosa ricerca di una quiete che riesca a colmargli il vuoto in cui vive i suo; « giorni perduti•· Gli stessi dell'omonimo l!bretto in orosa che si dovrebbe ristam– pare ma nella stesura inte– grale. senza tema di cen– sure ... E' il tempo, per Caproni, di una serrata misura nel lin– guaggio cristallizzatosi nel sonetto. La cronistoria della sua interiore esperienza lo oortaa una « visionarietà d1 tipo campaniano • che tra" origine da quel certo senti– mento etrusco carducciano di cui parla Macri, e che in Ca– oroni resta più come sfondo lirico-sentimentale che come realizzazione degli altrui nu_ clei poetici. La « storia d'amore• di Ce.– proni Oa materia e i miti di una storia personale speri– mentata nella cronaca dei propr; sentimenti) è chiusa in anniversari di pena che for– niscono il documento più vi– vo di una disperata indagine condotta dalla memoria sul oroprio e altrui destino. Con gli Anni tedeschi del '43-'47 inizia la prima parte del terzo libro Stanze delta funicolare. Mutati nell'ordine, i sonetti de I Lamenti (cui so– no stati aggiunti il VI. l'V1II, il IX. il X. !'XI) e quelli de Le biciclette (con il nuovo di pag. 145) propongono altra di– mensione nella poesia di Ca– proni: la storia personale ce– de ad altri richiami, ma non Il rigore del linguaggio poe– tico che resta un riconoscibi– lissimo segno di questa poesia. Anche per la poesia di ca·– woni si potrebbe parlare di un « secondo temoo ». I La– menti scritti in Val Trebbia durante il periodo clandestino e Le biciclette che aprono con « 1944 » un periodo di resi– stenza sono i se~ni di una nuova aderenza ai motivi del temrpo. Tra palpiti ed errori di anni tristissimi la solitudi- 1 ne e la sfiducia acqui te.no nuovo significato: Io come so– no so!o sulla terrn - coi miei errori i miei tigli,, l'i,nfinito - caos dei nomi ormai vacui e a guerra~ - penetrata nel– l'ossa ...: Pastore di paroLe, la tua voce - che può?: si fa terrena e concreta. anche la voce del poeta che ha cono– sciuto l'Erebo. (continuazione dalla 1. pag.) grante: nè potremmo vederli altrimenti se non come l'inL 1.io di una coraggiosa azione per l'inserimento nel circolo della cultura nazionale delle Ce.labrie sino ad oggi così neglette (e non certo per lo– ro colpa) e cosi stacca te dal ricambio culturale della na– zione. Le grandi tradizioni della cultura meridionale - di cui Corrado Alvaro è sta– to una delle espression; più nobili - difficilmente posso– no sopravvivere se non si of– fre loro la possibilità di pe· netrare profondamente nella vita popolare e se esse non saranno sorrette in futuro da una circolazione di idee e di esperienze che le impegni in ogni settore della vita italia– na. La letteratura e le arti figurative vanno quindi inte_ grate nello sforzo generale di rinnovamento della società meridionale e di tutta la vi– ta italiana, L'attuale risveglio di una narrativa itaLiana che ha per oggetto della sua in– dagine il Sud. con la carica di scoperta e anche di pro– testa che lo sorregge, ha un significato appunto in quanto richiama l'attenzione oltre– chè sugli intrinseci valori <l'arte singoli seri ttori anche sui problemi di vita e di so– cietà ai quali i suoi docu– menti si ispira.no . E necessa– riamente accanto ai premi di narrativa e di pittura do– vranno in un domani più o rneno prossimo aggiun!(ersi premi per le altre attività della cultura, per la saggisti– ca nei suoi differenti aspetti letterari politici economici storici giuridici. per il tea– tro, per il cinema, per la scienza. Solo così i premi « Villa San Giovanni • po– tranno corrispondere a una loro funzione vitale nel mon_ do meridionale italiano. prio nel momento nel quale egli veniva pubbl!camente additato e premiato, abbia voluto polemicamente mette– re in rilievo il suo caso per– sonale, caso che può anche esser grave e indicativo di ima condizione generale (ed egli purtroppo non se ne è reso conto), ma che non può essere Impostato su una si– tuazione particolare. Sarebbe stato assai meglio se il Seminara rallegrandosi con se stesso e ringraziando la commissione per il rico– noscimento della sua opera, avesse messo in luce il pro– blema generale dell'isolamen– to dell'intellettuale nella so– cietà meridionale, la strenua fedeltà di coloro che nei re– moti paesi ed anche nelle cit– tà, tra l'indifferenza di clas– si dirigenti retrive e l'ostilità di una certa pseudo cultura locale proseguono nei loro studi e nel loro lavoro. Il pro– blema è assai vasto, ed è an_ che un problema di strumenti della cultura, di scuole. di bihlioteche. di centri cultu– rali. E aggiungiamo che in certo senso è spesso una pu– ra illusione la copia dei van– taggi ottenuti da alcuni gio– vani: gran parte di quei van– taggi - il cinematografo. ta– lune collaborazioni giornali– stiche - non hanno fatto che sviarli dalla loro vera voca– zione e persino in molti casi non Si sono palesa ti che come il diversivo di una vocazione qbagliata. Ma se proprio vo– lessimo additare una testimo– nianza delle difficoltà e delle condizioni di isolamento del– l'intellettuale nel sud, poeti– camente rivissuta e libera– mente rielaborata sµJ piano narrativo. essa è contenuta nei racconti del giovane Stra– ti - giovane. ma non tanto, avendo compiuto i trentadue anni - il secondo dei pre– miati a Villa San Giovanni. avverte lo studio dello Strati di spogliare creature e vicen– de da ogni sensitività imme– rtiata con un processo spesso drammatico di oggettivazione, nel quale concorre una cari– ca di inventività e d! fanta– sia insieme a una capacità di giudizio. di penetrazione psicologica e ambientale quanto mai personali e sicu– re. Le trepidazioni. i traspor– ti sensuali del regazzo. i suoi amor; e le sue delusioni si svolgono sul piano di un con– tinuo rapporto con gli aspetti estremi e interni del mondo calabrese. E' difficile che lo Strati si soffermi nella rie– vocazione e nella descrizione, al contrario è sempre l'azio– ne, il dialogo, la testimonian– za di vita a prevalere e a re– golare i suoi moti e le sue sensazioni. Ma il fatto che oggi s; sia– no additati alcuni scrittori meridionali all'attenzione de- Il libro di Saverio Strati gli italiani del Sud ha un suo -- Ci sia consentito una bre– preciso significato, quello del ve nota critica su questo riconoscimento di una fun- scrittore nuovo, essendosi oc– zione quanto mai impegnati- cupata già a suo tempo la va. Ci si permetta a questo Piera dei libri di Seminara oroposito di rilevare l'errore e di De Angelis - è in gran di quella che è stata Ja presa oarte tessuto su un fondo au– di posizione personale del tobiografico e in oarte di im– vincitore del premio Fortu- i:rronta memorialistica secon– nato Seminara. il quale nel- do una certa tradizione di l'esprimere ,pubblicamente letteratura meridionale. or– durante la cerimonia il suo ma; consolidata dopo Alva– ringraziamento alla Commis- ro, che parte da esperienze sione, ha tenuto a mettere in oersonali per la ricostruzione luce la tardività del 1;cono- di un mondo e di un am· scimento per la sua opera di biente dove la tanta ia rie– narratore dopo tant;' anni di sca a crear<> un'avventurosa assiduo e oscuro lavoro e ~tmosfera. Nei racconti della dopo i molti libri pubblicati. Marc_hesina è protagonista Vòrremmo dire a Seminara ouas1 sempre un personag– che il riconoscimento di un ~io-io che è la traSPosizione artista non è mai tardivo. e le rimmaeine. dello stess_o che esso 'non è un diritto as- ·scnttore. che e stato. come 11 soluto: tanto più merito1'!ia suo protagonista. ao'Drendista è la sua fatica quanto più muratore. autodidatta, mae– disinteressata la sua fedeltà; stro. infine con l'aiuto di un e quanti scrittori - citiamo zio d'America, studente in Tozzi .per tutti - non hanno lettere a Messina. Ma non 5i ricevuto nel corso della loro oensi a che Io Strati ricalchi vita alcun riconoscimento di- le strade di una letteratura :·etto o indiretto? Se anche evocativa e di un puro e sem_ e vero, come egl; ha deito olice soggettivismo memoria– ourtroppo non_senza un.'! p~n- Iistico. Anzitutto il suo stes" la d1 a.cr_l'(TIOil_I_a, per p1u 1;:o~ so protagonista è tutto rie– vam e _piu foi tunati colle:-h1. laborato in funzione narra– ch~ e~h _ha dovuto at~enoere tiva. come su un piano d; p1u d1 cmque lustn. m una d' te · ·t· <>l' Si avverte spesso una gra– cilità della sua prosa quasi a contrasto con talune sen– suali vibrazioni sottintese nel suo stesso contenuto. il che aggiunge una grazia partico– lare (e quasi sempre calcola– ta) ad alcuni suoi costrutti sintattici. alla spontaneità dei <mali nuoce talvolta una cer– ta insistenza. Cosi va anno– tato come il suo senso della realtà. acutissimo a volte, tenda quasi sempre a creare un clima pressochè surreale oroprio dove la denuncia e la protesta (si lei:gano La scuola dei contadini. il dialn– »ato - Alvaro e Vittorini vi lasciano avvertire non poche ;nfiltrazioni - di Ventiouat– t'ore. la favolosa avventuro– •ità de n pastore maLedetto che è forse il racconto me– glio costruito del libro) si fanno più precise ed acute. C'è nello Strati la possibilità di trasferire la realtà. la sua realtà. senza che essa perda mai la sua immediatezza e la sua sensibile carica morale. su un piano di espansione fantastica. rompendo quelli a; <uoi limiti e i suoi contorni diretti. così da offrire ai suol oersonaggi tutte le possibili– tà di vivere una vita quanto mai autonoma, saremmo per dire di vivere in una, per– fetta libertà. E si può agiriun– «ere che una disposizione aL l'ironia (basti leggere il rac– conto E di te che i poveri sof– frono) rende ancor più ag– ?essiva e vigorosa. senza mai evadere da un impegno nar– rativo, la sua carica polemi– ca. Il che, anche ci fa spesso dimenticare una sua incer– tezza stilistica. alcune curio– se soluzioni di continuità: ma occorre dire che quasi sem– ore lo Strati conquista in ~resche~ quello che perde m coeSione e takolta in per– suaslvi tà, il che è dote non piccola per uno scrittore FERDINANDO VIRDIA * Il materiale (arti- coli, foto, disegni) La funicolare è un simbolo e un simbolo è la Proserpina che lava i nuvolosi bicchieri in ·un bar, ma quel simbolo è richiamo a una realtà entro cui il poeta vive, è accosta– mento e intesi dl una esi– stenza reale: non è mito, è invece conquista di una con– cretezza che diviene poetica nei versi di Caproni. di una trepidante e sospesa poetici– tà che non disdegna ma anzi attrae gli elementi. gli og– !!etti. del vivere quotidiano. Di cui si potrebbe elencare una lunga sfilza: scale, porto, lamiera. tetti. carbone. sirena marittima. portone (nel so– netto La mia città dagli amori in sa.Lita - Genova mia ...); vL colo. andito. cerino. calza. borse di cuoio, veicoli. catar– ro. topi. pianerottoli, ecc. (nei versi di • Ali Alone») e au– tomobili, fari. curve sterzate a secco... nella seconda par– te de « Il passaggio d'Enea • ~ potrei continuare a trovar– ne ne «L'ascensore• e altro– ve: oggetti che nell.a poesia di Capron; hanno origine anti– ca: elementi quotidiani e con– creti che pur nella loro este– riorità indicano il punto d'in_ contro, l'anello di congiun– zione tra l'esigenza del datG realistico avvertita ogg; da una certa giovane ooesia nel- 1a tendenza al «discorso» e la misura di un rigore ch'è merito di Caproni aver at– tuato. epoca nella quale spesso al- ll'~_t narra_t1v1 a ~on(! .. I la oubblicazione di un'opera albi suoi .personaggi. Levo.– prima seguono l'attenzione caz1one d_1 . qu<:llo che è . 11 della critica, premi anclie mondo or!gmano dello scnt– vistosi. collaborazioni giorna- tore. paesi e terre dell'A?!)ro– listiche ben retribuite, con- monte,. rivivono m nhevo tratti di sceneggiature e via fantast_1co. ma altresl attra– discorrendo, è comunque verso mcontn e vicende os– fuori luogo che egli proprio servato con un senso quanto ;n nuesta occasione cioè pro_ mai preciso della realtà. Si non richiesto dalla re– dazione, non viene in alcun caao restituito. * « Nel desiderio del discorsG tun!!o. nella volontà di poe– •nett'o il Ca-proni ha messo in luce per tutti la possibilita di ritentare un motivo co– struito e !"opportunità di far rivivere la poesia oltre il ter_ 'Tline chiuso dell'esperimento 'ia gabinetto» ha scritto Bo "ler le Stanze della funicolare Nè mitico è l'Enea che ten– ta invano di porre in salvo un "lassato che crolla e « per Ja 'Tl,rno - ha ancora un cosi <rracile futuro - da non reg– q:ersi ritto»: in quell'Enea s1 oersonifìca la realtà di una <1ene1·azione senza dati ana– <i:rafici, •quella perenne del ooeta che rivive il dramma dell'uomo condannato alla so– litudine. Se esiste un uomo che col mito ha p-oco o nulla da spar– ti re, questi è proprio Caproni [I suo Enea è immagine viva: in una piazza di Genova, la città per la quale vibra la più intima corda della sua poesia. rimase intatta una statua tra le rovine causate tutt'intorno da un bombardamento, l'uni· ca statua di Enea che si tro. v1 m Italia, credo ... La solitudine di Caproni trova radici in quell'immagi– ne, o almeno è lì che si trov;i documentato il rapporto chr intercorre. in Caproni. tra realtà e poesia. ELIO F. ACCROCCA l Per tutte le spose italiane ritorna un grande concor,o I "PREMIO· NECCHI LA SPOSA D'ITALIA -····-· •• • • ' " , ' :.W MILIONI l in gettoni d'oro e in ricchissimi doni Entrate nei negozi di macchine per cucire NECCHI e ritirate la scheda di partecipazione con le modalità del concol'90. Potrete segnalare le spoee meritevoli e vincere anche Voi un ricco premio.. MILIONE verrd inoltre ~ort.eggiato tra tutti coloro che risponderanno alla 1° Inchiesta u If(3: Il macchine per cucire Concorro•o al 1Dootc, prerot coa aumerOtl o m■piRd do■I • MARZOTTO. REM. ASS. MOOIUERI CANTU. BASSETTI. RBOOIATOCE, INNOCENTI, RAOIOMARELLI, C.C.L. SIEM&NL 1956,,

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