la Fiera Letteraria - XI - n. 31 - 29 luglio 1956

Pag. 2 colle lezioni di poetica ad Oxford dove per lunghi an– ni ha occupato la cattedra di poesia britannica a risveglia– re e mantenere vivo in In– ghilterra l'interesse per una forma d'arte in cui gli anglo– sassoni da secoli hanno rag– giunto vette altissime. Cecil Day Lewis giunto alla ma– turità si è presto sentito at– tirato verso la narrativa. Forse per reazione alla disci– pllna severa impostagli dagli studi poetici e dalla creazio– ne !irica egli ha scelto un genere particolare: quello del romanzo giallo. Affinchè non vi fossero confusioni e magari all'ini– zio perchè il poeta ed il pro– fessore di poetica si sentiva– no un po' a disagio nel mon– do del romanzo poliziesco e come un gentiluomo avven– turatosi in un quartiere mal– famato di una grande città cercavano di non farsi notare presentandosi sotto modeste spoglie, egli scelse uno pseu– donimo sotto il quale pub– blicò le sue opere di narra– tiva: Nicholas Blake. Ma se dapprima questa poteva sem– btare soltanto la scherzosa ed occasionale fantasia di un uomo di riconosciuto valore, ben presto ci si dovette ac– corgere che le cose stavano diversameqte, prendevano al– tre proporzioni. Sotto il bi– nomio Ceci! Day Lewis-Ni– cholas Blake da vent'anni oramai lo stesso artista pro– cede come una specie di mo– derna incarnazione di Giano le cui due facce presentano due aspetti diversi della stes– sa personalità. Si può attri– bui.re all'una, quella poeti– ca, un'importanza molto su– periore all'altra. Ma la se– conda non va dimenticata e col p,assare degli anni si af– ferma in un modo sempre più preciso ed interessante. Il recentissimo « A Tan– gled Web • (Collins edit. London) viene a confermare come un notevole p:mto di arrivo la lenta evoluzione di un narratore che sembrava soltanto volersi distrarre da più seri impegni. Qui se gli incidenti narrati si svolgono in un ambiente criminale di romanzo poliziesco nello stretto senso della parola non si può più parlare. In realtà anche nei libri precedenti e perfino nei più noti quali «A Question of Proof > e • The Case of the AbominabJe Snowman ~ l'interesse risiede meno nel modo in cui è con– dotto l'intreccio per giunge– re gradualmente ed attraver– so ben calcolati colpi di sce– na alla scoperta dell'autore del delitto e dei moventi che lo hanno animato che non nella pittura di un ambien_te nel tentativo di cogliere le reazioni di alcuni personag– .gi in situazioni insolite di alta drammaticità. per divertimento cel;l!brale un po' per esitazione di un poeta ed un critico di poesia di fronte alla narrativa pre– (erisca limitarsi a scrive- re un ,, gia1lo '' per non af– (rontare in pieno un roman– zo in c:.ii la sua personalità si troverebbe impegnata di– rettamente. Con altre parole e forse per via dell'influen– za nel periodo giovanile di Wystan Auden da un lato, di Christopher Isherwood dal– l'altro, Ceci! Day Lewis pur sentendosi fortemente attrat~ to dalla narrativa dopo tre non del tutto felici tentativi di cui l'ultimo data del 1939 non ha più osato gettarsi nel– la mischia a capo scoperto. Ma per quanto tenue la maschera del u g.iaUo" ave– va finora coperto Nicholas Blake in « A Tangled Web» essa scompare del tutto. Se Hugo Chesterman. il prota- gonista della trisl>issima vi– cenda, è un delinquente in– veterato e la sua dolce e bel- lissima compagna Daisy Bland una di quelle ragazze per eccessiva ingenu4tà scar– sa intelligenza ed un'assenza di senso • morale destinate a finire nei bassifondi della so– cietà; se l'altro protagonista, il dottor Jaq:.ies. è uno dei più orribili e malvagi indi– vidui di cui la narrativa ci abbia dato un ritratto, di mi– stero o di investigazione non vi è in • A Tangled Web> alcuna traccia. Dalla prima all'ultima pagina tutto è chiaro e semplice. Si appren– de subito che Hugo Chester– man ladro sperimentato ~d abilissimo, figlio di buona famiglia divenuto un perso– naggio della malavita londi– nese, ha assassinato un po– liziotto ed è stato condanna– to a morte. Si apprende egualmente dalle prime pa– gine che l'ingenua e bella Daisy, madre di un neona– to, è innamoratissima di lui e gli è devota mentre il pre– teso amico, l'equivoco dottor Jaques, è il tenebroso "deus ex machina" di t:.itta la fac– cenda. « A Tangled Web> ritrae– eia semplicemente i fili intes– suti di codesti tre destini e narra come essi siano giunti in fondo all'abisso. Nicholas Blake presenta i personaggi seguendo il corso graduale della loro storia. Egli raccon– ta gli eventi con una gran– de semplicità rifuggendo da qualunque artifizio. Tanto •più notevole è la riuscita. Perchè non esitiamo a dire che il racconto in margine al " giallo " per la materia pre– scelta e la presentazione è divenuto uno dei romanzi umanamente p1u commo– venti e conturbanti pubbli– cati negli ultimi tempi. ·Sen– za alcuna falsa rettorica, sen– za pathos o sentimentalismo alcuno Nicholas Blake in cui si è sentita come non mai la presenza del poeta Ceci! Day Lewis ha reso vivi, pres:ia– sivi, interamente accettabili due protagonisti come Daisy ed Hugo. Inoltre nel viscido losco ,ginecologo dottor Ja– ques ha creato rendendolo pure plausibile in ogni sua mossa un individuo fra i più repellenti e detestabili di tutta la narrativa. In contrasto con quanto avviene ad esempio n_e1 "gialli " di Agatha Christie da considerarsi sotto questo aspetto come dei modelli del genere si è molto meno col– piti dal mistero che avvolge il delitto commesso all'inizio e molto meno desiderosi di scoprirne al seguito dell'in– vestigatore Nige1 Strange– ways l'astuto ed orrendo au– tore, quanto dall'ambiente in cui gli eventi si .svolgono ed il comportamento di quanti vi assistono e sembrano in l'uno o l'altro modo coinvol– ti. In alcuni casi si direbbe addirittura che Nicholas Bla– ke scegliendo i protagonisti e combinando la necessaria– mente complicata trama ab– bia avuto una intenziQne di satira sociale o per lo meno di implicita critica. Non esitiamo a dire che se il dottor Jaques fosse stato presentato quale è oggi in un altro quadro. cioè in un romanzo impegnativo di un9 scrittore famoso egli conte– rebbe fra i più grossi perso– naggi della narrativa con– temporanea. J?erchè se è dif– ficile rendere vivo e plausi– bile un santo non è meno arduo dare vita e persuasio– ne ad :in individuo jntera– mente vile e malvagio. In « A Tangled Web" Nicholas Blake ha dato la prova di es– sere non soltanto un abile scrittore di racconti polizie– schi ma un vero narratore. GIACOMO ANTONINI .LA F TFRA I FTTF.Ri\RTA BIRLIOT EC.-1 * TRE VOCI POETICHE * "Sepolcro dèll'a lucè" cli Friuli, Paulucci, "Estate d'agavi" cli Pardo, una valle" di Menichini * Mario Alessandro Paulucci, r·e lo sfondo lirico dei suoi nato ad Alessand1'ia d'Egitto ersi, del suo palpitante vive– nel 1905, è al terzo libro di re in solitudine. poesia. A rivelarlo fu I! canto • • • di Adamo. Astrolabio, Roma 1947, con prefazione di G. B. Al p1·imo libro. Michele Angioletti, cui seguì Medita- Pardo sembra lascia~·e. il se– zione a Cartagine, Ubaldini, gno. Nella conan_a diretta d~ Roma 1951. II terzo volumetto, Leo~ardo Sciascia. le venti Sepolcro delta luce Vallecchi poesie raccolte in Estate Firenze 1956. ripr;pone dun: d'~gavi rivelano una fisiono– que un nome di già sicura so- mia nuova, _unpoeta di schieL stanza rivelata anche dalla ta commozione scavata nello continuità di un impegno che intimo mal~ontento di ra_gioni sorreggè la voce di questo umane, soc1ah e letterane. poeta lontano da ogni calcolo Ne nasce pertanto un verso letterarìo o di tendenza. da canzone dal piglio popola– La poesia di Paulucci si rL fà a quella meditativa di una sofferta stagione umana. tesa unicamente a ricavare 'dalla !t,ce sepolta della bellezza e del mito una verità che divie– ne consapevole speranza. Attraverso l'itinerario della « dolente felicità della memo– ria», Paulucci parte dall'in– fanzia del tempo e raggiunge la propria età e quella del mondo ancorata a una luce di pensiero. che finisce per crea_ resco avvertibile in alcuni !ratti. quali • Canzone da· ta– verna», per esempio. dove più ampio è il respiro delle cose e dei sentimenti e meno ve– lata la presa sulla coralità de_ gli. accenti (forse la migliore tra le pagine di Pardo sotto questo profilo); e « Marem– ma» dal tono prosasticheg– giante non semore sorretto dal filo delia memoria (im– poetico anzi « il marito è una pelle ... » e non risolto il fi– nale). Ilpremio letterario "Duno,, a Ballerio, Mazza e Accrpcca * Pozzi. Alfredo Sonzini, ha as– segnato a Monica Vitti e San– dro Ninchi le due noci d'oro della stagione teatrale 1955-56 per la giovane attrice e per il giovane attore che hanno me– glio interpretato un personag– gio di una commeàia italiana. Il meglio di questo poeta è ne·ll·accorto ascoltarsi . è là dov·egli riesce a reprimere ce1·ti propri impulsi a ricavar versi da una ma te ria grezza. Quando Pardo si lascia alla commozione più segreta. meno scoperta e facile, allora la sua poesia è più spontanea. libra– ta. E la sua voce più convin– cente. ... Dino Menichini ha raccolto « All'insegna del pesce d'oro» di Vanni Scheiwiller venticin– que poesie sotto il titolo geo_ grafico-sentimentale I! Friuli, una vaUe. In una nota il poe– ta afferma: « ... l'odierno pe– sce d'oro ha il valore di una vera e propria prima raccolta organica di tutti i componi– menti ispirati all'autore della sua terra». Menichini. che presso l'edi– tore milanese aveva già stam– pato nel '47 Ho perduto i com– pagni e successivamente ave_ va pubblicato tra l'altro Pa– tria de! mio sangue, Udine 1950, Una più casta luce. Il Canzoniere Roma 1952, Via Calvario, Quaderni di Mo– menti. Torino 1953, si presen– ta ora con una raccolta inte– ramente ispirata al suo Friuli: è nato nel '21 a Pùlfern Val– natisone sulla linea di fron– tiera italo-iugoslava. Immagini d'infanzia e di paese, accenti d'amore e di tristezza nel varia lo scenario di una regione tra le più can_ tate e ascoltate dai poeti: mi– tezza nel tono quasi sempre elegiaco, assorto. Un « pesce d'oro» nell'ac– qua vivida di una tradizione che - un passo appena - richiama la voce di Saba. Pa– solini, Budigna. E.F.A. Domenica 29 luglio 1956 Luigi BartoJhti: '' Acq uafori.e " A Duno in Valcuvia, nel più piccolo Comune d'Italia, alla presenza delle Autorità della provincia di Varese e di oltre duecento invllati che supera– vano di gran lunga Il numero dell'intera popolazione. la Giu– ria del premio letterario « Du– no-Giorgio Borgata». presie– duta da Francesco Flora e com- posta tra gli altri da Lorenzo Il d d I e d l~~è~~~~~~~~~: ramma e pensiero mo erno mi nel modo seguente: Primo · .. . ~ ,., .. ,l :' ''t'-t...,_ , .. .- (Continuazione da.Ila 1. pag.J do, cioè, calassi intero in noi il segno di una conoscenza l) 11 caraUete~ 5<1Verc'lùa:-P"er tal modo s illu l! di co- soluto possa essete conosciu- prenù~ :1 B~ll;~~O~i exc:!~~~ ve Deus? è J'ens rea!issimum l'Assoluto, o quando facessi umana, che travalica i confi- mente macchinoso detla in~ truire Ul.'la gl')oseoll!'gia-in C:Ui< to nei, limiii pi: 0 pri <• cioè a Fel e . lie ~i di tradizione scolastica? In noi parte costitutiva dell'As- 111dell umano), neppure pos- tera costruziqne. d'una com- i:'è l'intelletto, c'è l'io penso, e imperfetti) della nostra co– (« Un campo d1 magno • ogni modo, l'accenno più chia- soluto, noi e la natura, allo- siamo dire che restiamo alle plessità non sempre necessa- non c'è Dio. Non si accorge noscenzll, ma non sia da noi e ad Enzo Mazza di :Roma ro è verso il panteismo an- ra certamente sarei nel vero categorie. Non restiamo alle ria nè utile; che questo ;o non si reggeva posseduto. («Domestico az7,urro~l; s_econ- che se velato da un ~auto panteismo. E in ciò ha ragio- categorie, per il fatto inequi- 2) l'inspiegabile autonomia· da solo; e che perciò, se era Orbene, per l'appunto il do premio L. 100.!)00a E110 Fi- agnosticismo. Il Dio cristiano, ne il Carlh1L Questa sareb- vacabile che siamo sospinti o ~utodeterminismo di quel- da ammettersi, così autono- mancato agganciamento del lippa Accrocca di _Cori_ (« Un daccapo, non ha nulla da ~e vera d1vm1zzaz1one del~ per intima e connaturata esi- l'• 10 trascendentale,, il qua- mo, questo.significava che es- pensiero m 9 derno a questo paese tra i castagm~l: il terzo spartire con questo Assoluto, !,uomo e 1ella_ natur:3-, ed e genza (che no_n nasce da _u,na le, n'?n sa!'lendosi che r~ppor- so stesso era Di.o. Il che, ap- asse centrale, che dà ragio– premio è staio suddiviso tra se non per altro, per questo: I essenza _dog111pante1s,mo. nostra nfle_ss1one o voliz10- to d1 dl!lendenza abbia col, punto, sarà pensato nell'idea- ne e fine di tutta la vita del– Sandro Serpleri di Molfetta e ch'è personale, mentre l'As- Ma qui. ci soccorre il p_ro- !'e, ma anzi, precede e fonda Valore pnmo o Sommo Bene lismo assoluto. ma non era lo spirito, per l'appunto que- B S solari di S. Giovan- soluto è impersonale, ed è b!ema poGto, da Ugo ?Plllt? 1 11 nostro _trascendentale vo- o Essere in sè, ed essendo certamente voluto da Kant. sto produce i due diversi ef- Bruno u. creatore mentre l'assoluto E davvero I Assoluto m no1. ler.e) .a. ncercare e pensare per giunta l'unico principio La realtà. come abbiamo fetti: ni in Per~1ce:o.. . . e- presupp~ne il relativo già, Se l'Assolut~ _afl'ermia,mo ~i ali '7mla di quei ".alari mas- conoscitivamente dimostrabi- visto, è un'altra. Del Princi- da una p~rte tutte ]e for- Per articoli g10rnallstic1 d., per potersi affermare in rap- P?Ssederlo, d1c1amo un ass_u1 - s1m1,. rai:,presentat1 dalle ca- le (mentre per Kant, Dio è pio assoluto, non solamente me di agnosticismo e irrazio– dicati alla Valcuvia sono n~ porto a esso, sia pure in suo d1tà, d,ate_ le nostre !Imita- tegone, m un Valo~e ~nico da ammettere _ma non (\a di- non si può fare a meno dopo nalismo, collo smarrimento di suita ti vincitori: Renato Carll contrasto ,. tezze: Se 1~vece lo neghiamo che. tutte le categorie mtel- mostrare), finn:à per id enti- che si sia ammessa come esi- tutti i valori (relativismo esi- Ballola (l'Avanti/ di Milano). Anche a me pare che sia- e d1c1:3-_mo d 1gn_orarlo, non. sia- lett1ve e rappresentative com- ficarsi (nell'idealismo trascen- stente la vita morale (Critica stenzialismo, ecc.)· ' rimo premio. Piero Chiara mo fondamentalmente d'ac- m<? p1u uomini .. non ci siamo prenda e sullo ?tesso tempo dentale) con l'Assoluto stesso. deLla ragion .pratica), ma del- dall'altra parte' ras~idersi. P(L'Ita!ia di Milano) e Antonia corda, se togliamo un equi- p1u come esseri pensanti. altrepas5:1. Ecco msomma che Certo, in Kant risultava il l'Assoluto non si può fare a al posto dell'assoluto, di ta- . d Il L' _ voco ch'è di parole e non Su una cosa, almeno, pos- alla radice. prima del n?stro carattere meritorio, perchè meno neppure nella gnoselo- luni elementi contingenti e Massar~tta cc:;;ie;:con~/ pr:- forse di concetti. IJ p~of. Car- siamc_>ess~re_ preliminarmen- e,sse:~ ~pmtuale. constatiamo volontario, dell'accettazione' giaJCTitica de!!a ragion pu·ra), relativi; onde la pseudo-asso– g".r'° di Gena • 'Ec di Ber- lini respinge lontano, cosi, t; d acco1do. nel. fatto c~e l unita inseparabile ?1 mtel- del trascendente. Ma questo perchè l'.- io penso • rimanda lutezza del valoi;e economico; nuo. Marco Nozza r. o . l'assoluto. Ma esso è vicino, l .~ssoluto lo pen~1amo. Per- lett?-volonta: quello, in quan- può difendere l'uomo Kant. necessariamente, secondo quel la pseudo-autonomia della po_ gamo), terzo premio. Per_ ar~- vicinissimo. E qui mi soccor- 7 10 11 problem_a si r_1pr~senta to ~ presupposto_ dalle cate- ma non il kantismo. Se ri- che abbiamo mostrato, a un litica; la pseudo-autonomia e coli pubblicali _su penod1ci re il ricordo dell'Innominato, m questi st~ss1 ter~11;11.m cui gone _intellettive 11;1 atto; _que- flettiamo bene vediamo che a Valore assoluto che lo pone il pseudo-principio dell'arte sono stati premiai!: Franco Ca- che chiedeva al Cardinal Fe- bb1amo visto _aHInt710 che sta, m quan~o si manifesta Kant la preoccupazione di e nello stesso tempo lo tra- per l'arte, e cosi via. tania (L'Ordine della. Dome- derico: • Dio! Dio! ma dov'è lo po:1e Ugo ~pmto; 11_quale 111 quella esigenza trascen- non concedere nulla alla me- scende; e perchè. inoltre qua- E' quanto dire che il man– nica di Como) e Gian Carlo questo Dio?•· E il santo Ar- si chiude;. qui, 1:~ll.a dichia- dentale e assoluta dello spi- tafisica tradi:!ionale giocò il lunque affermazione e' qua- cato attingimento dell'Assolu- Scalfati (Settimo Giorno). civescovo: e E me lo chiede- razwn~ d msolubihta del p~o- nto. . . . . brutto tiro del mito dantesco; lunque proposizione scientifl- to. nelle sue forme autenti- . . . te voi? •· blema, e vi fonda il suo p10- E. I valori. supremi( il ve- la proclamazione di un intel- ca postula un principio me- che e legittime. dentro la vi- La Grnna del premio teatra- Al!' t t d b blematicismo parente del- ro, 11_ bene. _11bello)._ pe_ r es_ - letto staccato dal suo Prin- tafisico assoluto. ta dello spirito, ha generato I D 1 La noce d'oro» ama o maes ro non e - l' t· . ' 1 l t e ~ uro - • bo dire io. da poi che me lo agnos 1c1smo. . . . sere 1 va on asso u 1, e evi- cipio (il capo di Medusa che Da tutto ciò appare. ci sem- il dramma del pensiero presieduta da Carlo ~erron e insegna, che !'assoluto, intan- li prof .. C~rlm1 m1 ,doman- dent~ ~he presuppongono una 1mp1etnsce chi lo guarda). bra, come avvenga che l'As- PIETRO COl'iTE composta da Glovanm Calen- to, è categoria trascendenta- da come_ 10 intenda I Assolu~ dete1mmaz1one no_n soltanto doli. Ghigo De Chiara. Rober- Je dello spirito. Come negar- to, Ma 10 non credo _eh~ c1 delle . categ,one_ mtellettJve. to de Monticelli. Arnaldo Fra- lo? Ma quando affermassi ciò P?Ssano essere osc1!1az1om al ~1fatt1 (e I abbiamo veduto) teili. Roberto Rebora, Emilio senza altre limitazioni. quan- nguardo, _nonostòa!nte le d1ver- l assoluto si pon_e non c_ome se denommaz1om fin qm usa- un dato conosc1tivo raggiun- te. L'Assoluto è l'Essere nel- to, e perciò categoricamente La''Sparviera,, dellaManzini • A Question of Proof >, il primo di una serie di dodici pubblicati nel corso di venti anni( si svolgeva in un col– legio liceale inglese dove uno degli allievi è stato misterio– samente assassinato. Un in– vestigatore privato, Nigel Strangeways, che poi riap– pare in altri racconti di Ni- • cholas Blake svolge l'inchie– sta studiando l'ambiente sco– lastico e prestando una par– e la sua totalità e perfezione, e intellettivamente determi- 1l • t • u l • l'unità cioè dell'assoluto ve- nato, ma come un'esigenza Pre,n "Jo or •na ·sse ro, bene e bello. Perciò il pro- trascendentale. Ecco il punto (Continuazione dalla 1. pag.J I,, I,, · • I,, blema. in termini filosofici, si in cui intelletto e volontà so- un modo privilegiato di sof- pone così: no inscindibili. frire, tutto mutevolezZd e spersi va. Quello che è be:1 certo che in questo romanzo il. ritratto d'uomo, condotto attraverso tre età della vita nella sua lotta disperata con– tro la malattia, una tosse, Ja Sparviera (come Giovanni Sermonti bambino l'ha :10- minata facendone quasi un personaggio vivo e preEer.te) non risulta da labili ·ensa– zioni e da pretesti della me– moria. bensì il suo dise· gno emerge, dall' intricato congegno degli a.ffetti che si muovono attorno a lui e tal– volta contro di lui. dal ,uo acuto rilievo nello spazio e nel tempo. nello stesso am– biente che lo circonda. nella sua v_ocazione di artista, una vocazione mancata. forse per un suo nudo e duro egoismo più che per l'intervenire ciel– la t_erriile tosse, nel punto cruciale, ad interrompere a tradimento la sua preparazio– ne di attore. una rispondenza segreta nel- le tre donne, vicendP., occor– re dirlo, tutte legate a ìatt: che si svolgono nel profon:\o delle reazioni e dei ramma– richi, in un certo superuomi– smo tutto giocato, direi, su!le punte, riscoperto in una su– periorità intellettuale che è nella ua lotta stessa con la , malattia, e nello stesso tempo si inserì ce in un certo colore del tempo che la scrittrice e– voca attraverso dati di una sottilissima e quasi inegua– gliabile discrezione, quel tan– to di teatrale che anima il bel– issi;no eofoo ì~o del J n:·c), o ticolare attenzione ai rappor- (Continuazione dalla 1. pagina) ti fra gli insegnanti e fra questi e gli allievi. « A Que– stion of Proof > conserva un singolare interesse non tan– to come un " giallo " q:ianto come una pittura efficace ed intelligente di un collegio britannico in un momento di alta tensione. Vi si ammira sopratutto la finezza delle analisi, la giustezza delle os– servazioni, !'eleganza dello stile. Qualità che in maggiore o minore misura si ritrovano negli altri volumi, in e The Beast must Die > come in e The Whisper in the Gloom, o « The Case of the Abomi– nable Snowman >. In questo ultimo non è il modo in cui Nigel Strangeways partendo dalle strane convulsioni di un gatto dopo aver leccato un piattino di latte alquanto sospetto riesce a dipanare lentamente una intricatissi– ma matassa e mantenere vi– va la nostra attenzione ma pi:ittosto il singolare com– portamento dei membri di una famiglia dell'alta bor– ghesia di provincia nella cui vecchia dimora di campagna è stato commesso un orribile delitto. In questo come negli altri casi cui si è alluso si nota in Nicholas Blake un interesse non soltanto inte!Jettuale ma umano per alcuni der suoi protagonisti. Si direbbe in al– cune occasioni che egli anzi parta da questo ed un po' modesta e superba ad un tem– po, comunque generosa verso i co)leghi assenti e presenti, e che fu rispettata dai più. Seb– bene rimanesse sospeso nella aria, come sempre avviene in occasioni del genere, un in– terrogativo: se veramente a smantellare un luogo comune alimentato da generazioni di uomini politici, bastasse poi U caso di un uomo politico, del– le ultime leve, che scrive un libro meritevole di prenùo. Che il compendioso saggio di Luigi Preti, edito da Einau– di, fosse meritevole di premio - e d'un premio come questo, unico tra i molti che si acse– gnano ili Italia. ad avere ca– rattere e prestigio in ternazio– nali, e rivolto ad opere di alta divulgazione scientifica - lo dice, più che il nostro giudizio. U giudizio della commissione composta, oltre che dalla diret– trice della rivista «Ulisse» Maria Luisa Astaldi, dal dott Giuseppe Padellaro. dal doti. Osvaldo Del Grosso, dai proff. Mario Toscano, Ugo Papi, Sal– vatore Valitulti, Gino Luzzato, dal dott. Riccardo Riccardi e dal dott. Vittorio Pons. Tra le 16 opere pervenute al concorso. tra cui 5 tedescbe, 4 inglesi, 1 greca, 1 ungherese. almeno un paio avevano ma– dornalmente sbagliato indiriz– zo. a cominciare da quella. ri– guardante certi nuovissimi si– stemi di ricerche geome riche. del greco Panalatos Muios: certamente un buontempone. ter,uto conto che il tema del «Cortina-Ulisse* di quest'an– no era « Storia delle organiz– zazionj dei laYoratori nel se– colo scorso. fino alla prima guerra mondiale». Rimasero alla fine, a contrastare il passo al vincitore. l'opera dell'ingle– se Allan Flander sulle « Trade Union ~. dell'italiano Gastone Manacorda sul mo'/imenio ope– raio italiano attraverso i suoi congressi. dell'inglese Henry Pellio sulle origini del Partito Laburista. S'è capito come. in assoluto la commissione pro– pendesse per que,;t'ultima. de– finita con parole lusinghiere: salvo averla poi eliminata. con altrettanta unanimità. in quan– to la sua trattazione s'era ri– velata più di carattere politico che storico-organizzativo. Di indole diversa apparve alla fine il volume del Preti. Nel suo campo d'osservazione, ap- parentemente ristretto. «si Come mai l'Assoluto sia Kant, da parte sua, si av- stupore e paura»: ccsi in compie tra gli ultimi anni la pensabile dall'uomo (il che è vide bene di questa esigenza Tempo innammorato), talune più rapida trasformazione della ammesso anche nel proble- trascendentale di unità asso- trepidanti tenerezze e d~lori economia agraria che si sia avu- maticismo di Ugo Spirito), e 11:ta verso cui. è tratto lo spi- e vibrazioni di una ebrie u– ta in Italia. ed a •quella tra- tuttavia non srn un possesso nto; . ne_ parlo neUa Critica ddine femminile ritrovata in sformazione si accompagnano dell uomo. Che anzi I Assolu- de! giudizio m ordine al pro- notazioni di un'improv·1isa e ed anzi ne derivano. le aspre to non è neppure raggiungi- blema estetico e teleologico. quasi miracolosa colorazione, lotte fra braccianti e proprie- bile con una definizione pre- ma non ne trasse tutte Je de- si inquadrano in una rec•t~r– tari o grossi fittavoli impren- cisa. E difatti se l'uomo fos- bite cor\seguenze. che nella quale il tempo è ditori, che in quegli anni fu- se capace di pervenire a una Mi pare che sia chiaro· in tutto rivissuto .,oggettiv3- rono guardate da _tanti con determinazione eterna immu- che termini. strettamente filo- mente sino all'esasperazione. estrem_a preoc~upaz10ne, ma labile dei valori di vero, bel- sofici e gnoseologici. noi sia- Ma è altrettanto vero che che _viste .a distanza po~sono lo e buono, con ciò stesso mo eternamente e costituti- l'impegno vero della M;mzi– cons1derars1 come uno ~timolo avrebbe raggiunto questi va- vamente. per dono di Dio, ri- ni di libro in libro era c;'uello a quei progressi e c~.e 111 ogni lori e cesserebbe il moto ine· cerca dell'Assoluto cioè d' di liberarsi della sua sepsi· caso hanno avuto un rmportan- t d' .· • L · ' 1 t1vit' e g· Il za di prim'ordine nello svilu _ saus o 1. ucerca che sospm- UL . . . a P r 1u~gere a a r~- po del movimento sinda•a1e ge lo spinto umano. L'uomo Si puo cosi concludere che gione. alla .dUta e mtrans1- rRANCO RISPO~I allora si appagherebbe in una ~ esatto il dire c~e. abbiamo gente_ (persino intransigente) contemplazione m cui la vo- idea de!!'Essere, c,oe ne pen- colpe, olezza. lontà non sarebbe più ricer- siamo alcuni attributi, ma * • • ca ma solamente amore quie- non per questo possediamo in • to e compiuto. Il che non è. tutto !' Essere, nè lo e com- U_n mo_ndo! un impegno Noi dunque domandiamo: pr~ndiamo >, perché i! com- mo1ale, i_.d_1ceva .. Non che esiste una base filosofica per prenderlo appieno sarebbe m q_ueSlo 11 tratto duomo che risolvere questo enigma, o averlo o abbracciarlo tutto in COSlituis_ce: 8 tela della •_par· contradittorietà, della pensa- noi netta sua unità. E invece viera, si prnponga un giud,– bilità dell'Assoluto, senza la la nostra conoscenza è rifra- zio . 0 una sia pur la1?ale determinazione e il possesso zione. pur nell'esigenza del- evasione da _quella. che t? la di esso? l'unità. densa ev_o~a_z1one di un ch:na di femmm1h abbandoni e tn_ La soluzione del problema Del resto. qualcosa di si- stezze e paure, ma è !,en cer. noi vediamo nelle considera- ~\le avviene su scala molto to che il romanzo è imoian– zioni che ora esporremo. In Pili modesta nei nostri stessi tato su una struttura ,·az; 0 _ realtà, noi pensiamo non già rapporti umani. Noi abusia- nale nella quale ciascun ::i~r– l'Essere (o l'Assoluto), che è mo della parola comprendere; sonaggio assume una ftll'.z·o unità. ma pensiamo degli at- ma quante v_olte realmente, ne e un rilievo anche ~e si tributi dell'Essere: per es.: la C?me_ aud1ton o spettatori, avverte in esso una fi',gr~na potenza, la bellezza. la dura: nusc1amo a c?mpren_dere to- di memci·ie e J, .,e;,,a~i,n,: ta, ecc. Ma questi. attr(buti. talm~nte, con 1de :1ti.ta perfet~ '.lr ..1is:ar~i dc. •e-,~,ic.,hsico ;n sono_ una parte degli attributi ta, .l uomo ~he c1 e davanti. una dimensione lèinpoiul? poss1b11I. e comunque, s_ono la o _lopera d a1t~ o le stesse tutta interna èd intè~iui ~- :le nfraz1one, r;iel moltephce, d1 az10111qegh altn? Ognuno ve- cerio qui la Maozini :radi– ~uell? che e uno.-. . . . de che e pur sempre un com~ sce se stessa. c 10 e qu~lla Pe1 restare p1u v1cin_1 al prendere appross!i;nativo 11che è tata sempre la sufi fatto gnoseologico, possiamo nostro. Quanto prn dunque inclinazione a o'Ua"dare ·il ~ire che ~llora_ quando_. l?ar: tale co~a è ~era s,e ci riferia- mondo att_raverso 0 1a ~pE>eiedi ~,amo dellEsse1e, m ve11la c1 mo al! Essei e. ali Assoluto! una sua mlelligèi:1.d femrPi- ,ond1a1:10 sulle. categone o Penso che una concezione nile volta più alla scopertG :oncett1 !11ass1m1.. . . siffat~a si . a_vvantaggi _degli del particolare. de:l'intimo ~ j\1aria. Luisa .\~laidi e Luigi P rcli Tutt_avia (e qui e 11 punto aspetc1 val1d1 del kant1smo, [orse persino di una l;i\,ililà essenziale. nel quale appare ma ne e\·iti i difetti, che sono: di rapporti in e stes;a di- Attorno a Giovanni tre donne si muovono in un c!i– ma di impossibile e talvolta irrespirabile amore. la ~a– dre bellissima sulla qua!~ pe– sa la tragedia del suicidio r.e! marito e ancor più (o!·.,e la oscurità delle sue origini; St~lla_. la compagna i~i gio– chi mfantili. incontrata •ii nuovo alle prove per il sag– ~io finale nella scuola :i! re– citazione. che la rivelerà grande attrice. men tre •a Sparviera riprenderà alh vi– gilia dell'esordio, inesorab:1- mente, Giovanni. e c'1e ~arà la sua amante semore fuggi- di rec~tazic,1G ,Hreì L:~1:::- ?~·o– prio in quell'eoisoJb l'o,l(- •:E narratrice della Manzi:ii ri– vela una concretezza e nello stesso tempo una sottigliezza, una forza di pem,trazione \'è– ramen te straordinariè). dove la sua ansiosa recherche· rie– sce a offrirsi un colore mi– racoloso de\ tempo. E penso appunto che i'estrema razio– nalità di questo rom~nrn s. nutra della comples,ità dellE> ambivalenze affettiv~ tra i personaggi nell'estenuante ag- tiva e ritrovata: Maris~. in– fine, la moglie disil!u!Sa e fe– dele. dalla bellezza scoi,1rita e quasi incorporea. In q•1es1o clima Giovanni è nsservq e attraverso un contrappun!o di viceilde che hanno tutte grovigliarsi di veci in•erne dello stesso dialo:so <lell'u,,– mo con la malattia. un rap– porto di amore e di odio. este– tizzante talora, ma cosciente– mente estetizzante. ccsicchè il giudizio alla fine ris•.1lta attraverso un'ironia sottintesa nella stessa affettuosa impie– tà della scrittrice. AffP.ttuo.;a impietà. occorre aggiune:ere rhe è nella S'Ja chiaroveg– genza. in una sua irno'.lss,bi– lità all'illusione. Tutta fem– minile. è vero, nel senso di una irrimPdiabile tragicità della condizione dell'esser donna che proprio in questo ritratto d'uomo assume· una ferma ed umana e,·idenza. FERDIN..\l'il)Q YIRDIA

RkJQdWJsaXNoZXIy