la Fiera Letteraria - XI - n. 30 - 22 luglio 1956

Pag. 2 r;·A· FTERA LE1'TER Domenica 22 luglio 1956 1esti qualcosa a scrivere sul calehdar!o: oggi, sole». Anzi si direbbe che queste consolazioni (minime, ripe– tiamo. ma pur cosi ,•h·e della \'ila che solo entità ridotte all'estremo riescono con tal prepotenza ad esprimere) costituiscano ad.dirittura il motivo dominante nell'intera architettura dei Ftwchi fatui, che v'abbiano addi'rittura la funzione di tanti allegro' im– provviso a risolJevare. a il– luminare. la voce a volte arrochita in un sordo rim– pianto. Per questo dicevamo che non è un libro da cita– zioni. benchè ci si senta cosi spesso tentati nell'isolare il periodo, il mottetto esempla– re. L'unità di Fuochi fatui la si ritrova soprattutto in una lettura ininterrotta in cui d'un tratto, dopo lo squal– lore dei visi già conosciuti sulle pagine della Rivista Aziendale, ci si accorge che la Stapelia (è un lichene: ma quanto più vivo degli uomi– ni!) « ha schiuso i palloncini cinesi dei bocci, appiattati tra i rami carnosi: e ora spalanca raso terra i gi:;indi fiori di cuoio scamosciato che avvi– cinati sanno di putrefazione ». L'ULTIMO LAVORO DI ENRICO CERULLI )f "Storia dt•lla ~tt~ratura rtiopica ,, )f La èriètà di approfo11cli1'ùènto, l'indagine affettuosa e il icuro sen o e tetico dell'autore puntualizzano lo viluppo d'una let– teratura pre so che conosciuta e pure di indubbio rilievo di VECCHI , La stòrla dèlla letteratura etiopica , di Enrico Cerulll viene In questi giorni ad arric– chire !a sezione riservàta alla storia delle lettérature di tutto il mondo della Nuova Accu– demia Editrice. E' un'opera profonda ed ag– giornata che offre il panora– ma di quella Etiopia letteraria pressoché sconosciuta e pur cosi rtcca d'interessanti motivi. Enrico Cerulli. accademico dei Lincei, iniziò nel 1927 i suoi primi accostarnenti ai !e– nomeni storici, etnici e cultu– rali dell'Etiopia e da allora, approfondendo ed amp:iando le sue conoscenze, ha pubbli– cato numerosi volumi: • Etiopia scuole etiopiche • inni di fin– zione • ed erano parUcolarmen• te coltivati nel periodo storico che stiamo esaminando (Teo– doro 11). • Ptr amore delle donne e del vino mori Naboth e fu uc– ciso Uria. • Vanamente Gesù innocente mori senza alcuna di queste due cause; • però an– cora potremmo dire che Egli pure per quel1e cause mori: - Israele è la sua vigna eletta e la Chiesa è la sua sposa •. li Corulli anticipa prelimi– narmente i caratteri generali della letteratura etiopica tra i quali particolarmente signifi- cativo è quello della ricetti– vità nei confronti delle fonti greche, siriache, arabo-~ristia-1 ne e occidentali; r1cettiv1tà che se da un lato porta ad una reazione produttiva per l'enti• tà e il numero di tras!ormazio. ni. aggiunte e trasfigurazioni delle fonti, altre ,·oite si ri– solve in una a~similazione tan– to formale da impedire ogni slancio artistico. Ma in special modo l'atten– zione dell'autore è rivolta a I dare un giudizio estetico sul– l'intero e progressivo sviluppo della letteratura d'Etiopia MAS L'1O VECCIII Sembrano cose nate dal gusto del frammento: ed è invece erronea impressione. Anche questa StapeHa. che cede nel corso della pagina alle « fiamme verdoline n di un fico, al « tremulo assolo» del rospo, ad un « abietto in– dividuo, carico di delitti im– punibili n, ad una riflessione di linguai:gio, alla commossa f" quasi oleografica vicenda d' una fanciulla paralitica, eccola che ritorna d'improv– ,·iso, quasi fosse rimasta se– greto sottofondo del discorso, perchè « Adesso... ha alzato come braccini, puntato al cie– lo, i baccelli ri~onfi del frut– to: che si 'scuc1ono di costa. liberando la bambagia dei seni n. COME VIDI PAPINI Occidentale,, , Studi Etloplci, (in quattro parti), , Il libro etiopico dei miracoli di Maria e le sue fonti nella letteratu– ra del Medio Evo latino ,, • Il IBJJIBLII OTE<C A Cosi non è difficile ritro– vare un ritmo segreto nella stessa disposizione (si direb– be con termine cinematogra– fico, montaggio) dei Fuochi fatui e chiedere ad essi que! che agevolmt!nt~ posson_o darci, ossia un d1scorso uni· tario che li fa collocare, nello ambito del paesaggio di Sbarbaro, piuttosto sul sen– tiero di Pia,ilssimo ohe su quello dei Trucioli. E del re– sto in tale attribuzione il let– tore è soccorso dalla stessa materia del libro, che è ma– teria spesso scopertamente autobiografica, scaturita dalle fonti più crude del sentimen– to dal suo palpito elemen– ta~e e immediato. sublimato peraltro sul piano di quella straziata felicità i:ui s'accen– nava. « Se senza disgusto pòsso volgermi in?ietro, _è che il ricordo ha liberato 11 passato di scorie; come la meridiana. non segna più che !e ore di sole n. Un'altra cosa ci reste:·ebbe da dire per completare que– ste modeste 'impressioni di lettura, sul lingua&gio dei /i'U.ochi fatui: è certamente (sgombrato ormai il terreno dagli equivoci della prosa li– rica, del poemetto in prosa e d'altre simili varietà), è certamente un linguaggio di prosa pura, ma permeato t..almente di poesia da diven– tar poetico nel ritmo interno e nella struttura complessiva. Se amassimo i paradossi, di– remmo che Fuochi fatui è un poemetto non scritto, un Pia- 1rissimo (beninteso trasfigu– rato dall'esperienza compiuta di una vita) scarnito a tal punto, a talmente essenziali termini ridotto, da consegnar– cisi in questa nuova forma. Rovesciando la situazione, quali Fuochi fatui avrebbe potuto darci il ragazzo del 1913, al di qua dell'esperienza che oggi. non lontano dallo anno settantesimo. lo soccor– re e gli !(rllVa? Certamente non questi. Avrebbe, certa– mente, scritto ancora Pianis– simo. _proprio come oggi ha scritto questo libretto c9sì rispondente, per magica v1r-– tù di parabola, al libro della prima giovinezza. da poter– sene dire una nuova ideale stesura, ma nuova veramen– te, sprizzata da un divérso tormento d'anima e non da una rielaborazione che, per quanto interiorizzata e ,•is– suta, finiva per esercitarsi su una materia ormai divenuta estranea .almeno nel senso poetico, come nel rifacimento di Pianissimo del 1954. x di IIARIA SIG 't/ORELLI « Vie.la, Gioconda (che bei nomi!) » L'esclamazione è ancora in me e la 1·i– peto ancora con la convinzione di allora, quando la conobbi per la prima volta. Gioconda e Viola. Bruna, e con il volto aperto come in un riso luminoso, Viola; bionda, e dolce come si immagina siano dolci le figure degli angeli, Gioconda. Le rivedo, proprio come allora, e fanno talmente paiite della mia vita, che i miei figli sanno di loro come di me. Anche le birichinate e i giuochi sanno, per via di quei racconti che ogni tanto partico– larmente la sera, quando vanno a letto, mi tocca far loro. ansiosi di sapere; « Di, dì, mamma, tu che cosa facevi quando eri bambina? » Perché (me lo chiedo solo oggi) quei due nomi, ouelle due bambine sono ri– maste in mé non come un ricordo, ma come punto decisivo degli avvenimenti della mia vita fanciulla? In risposta. all'orecchio distratto, eppure attento tor– nato quello di un bambino, giungono. come allora, commosse parole, dette da una voce, anch'essa comn1ossa .. Occhi color di rhum nel bicchiere che ,~ 1 ' •• • •• fbrHla occhi color màtti,10 sµecchi.ato neU acqua. [trauquilla occhi-passione della mia. maggiore occhi-piacere della mia min.oTe... Erano stampati sui fogli di un rivista, sulla pagina di un libro, o erano mano· scritti codesti versi? Non so, non lo ricor– do. E nemmeno di chi li diceva. mi ri· cordo. Non lo so. Erano parole, e per loro. per quelle parole, queste due bambine sono rimaste come illuminate. per sempre, per me e in me. Non sono scomparse, voglio dire, come le tante esperienze e cono– scenze che è proprio del vivere che scom– paiono, fondendosi e trasformandosi in * altro. Sono rimaste decise e definite come l'atto di una grande esperienza interiore. Quelle p 4 role, il sentir)e, fecero sperimen– tare per la prima volta, al mio animo bambino l'ineffabile mistero che dell'ar· lista, della sua ispirazione e della sua creazione fa una sola cosa, una realtà nuo– va, oggettiva, esistente di per sè in un mondo non meno reale, anzi più reale di quello quotidiano. Sarebbero state dimenticate le lunghe ore passate con Viola e Gioconda, ore che, oggi, invece, posso raccontare ai miei fi· gli: si sarebbero confusi con mille altri, i loro nomi, così come mi sarebbe passato di mente l'uomo Papini. la sua figura lunga, scura e dinoccolata, quale mi ai,– parve un giorno nel vano luminoso di una finestra, mentre seguiva gesticolando il vociare dei cortei che passavano per Via XX Settembre inneggiando alla di· chiarazione di guerra contro la Germa– nia; avrei dimenticato la sua voce, quando. per lunghe ore, sotto il paralume rosso del salotto rosso della mia casa. discuteva rab– biosamente; le sue grida quando intorno ad un tavolo, compagno di giuoco di mio j,ad\'e, erano batlut ti a scopone dall ine- p-erienza di mia madre e di Spadini: e il suo volto che, per spaventarci. ma a no– stra insistente richiesta, contraffaceva il diavolo ( inanellava i ricci a forma di piccole corna e stringeva, né so come fa· cesse, la sigaretta accesa dentro la bocca, di modo che la cavità ne fosse tutta acce- a e il fumo uscisse di tra i denti larghi): tutto, tutto sarebbe stato dimenticato se le parole di quella poesia ch'io intesi, bambina, per la prima volta, non mi avessero rivelato. in quel giorno lontano, a che cosa sia legato, in noi, il ricordo degli uomini, e il loro vivere, oltre noi stessi. in noi. MARIA IGNORELLT LA FIFJR.A. I_JETTER .1-\ R, I A PER GIOVA~NI PAPII\I * libro della Scala e la questio- ne de!le fonti arabo-spagnole della Divina Commedia,, ,Etio– pia in Palestina: Storia della comunita etiopica di Gerusa– lemme ,, , 11 Patraiiuelo di Juan Timoneda e l'elemento arabo nella novella italiana e spagnola del Hlnascimento ,. '' I li Cerulli non si limita alla descrizione !orn1ale ma entra nel vivo della storia, e con acuta ana!isi interpreta gli aspetti dell& civiltà etiopica non solo limitatamente alle sue formulazioni ma in relazione ai movimenti letterari dei ri- Di tutte le signorie di Ro– manentl popoli orientali e del- magna, quella dei Malatesti. è l'Occidente medinvnle. la signoria che. nelle lettere, Questa « Storia della lettera- nelle arti e nelle armi - poe– tura etiopica» è la •omma dl sia con Dante, architettura con tutte le esperienze del Cerulll Leon Battista ed imprese di ed è un'opera completa. che, guerra con Sigismondo - ha dalle prime iscrizioni pa~ane. lasciato attraverso i secoli I giunge alla letteratura odierna segni più prolondi. A codesta attraverso l'indagine delle signoria poco o nulla hanno espressioni artistiche d'ogni da invidiare le altre - pur tempo con una ricchezza di notevoli per le imponenti te– annota;,;ionl cd una sicurezza di stimonlanze delle vestigia su– giudizio esemplari. pcrstiti - di Cesena col o- L'Autore. il cui liJ:e _è di sta- vello. di Forll con gli Orde– bilire il livello artistico delle latti. di Ravenna col Polenta· opere letterarie _in Etiopia, ha ni. di Faenza coi Manlredi. di una tale avvertita SC1enza ~d Imola con gli Alldosi. un gusto cosi attento che ln 11 « Canto V'» dell'Inferno. poche !rasi delin~a i caratteri con Paolo e Francesca, ha una essenziali delle diverse epoche sua speciale eloquenza nel e~aminate. i_Uus_trandoC(?n ; 8 mondo della poesia e del sen– p,1d_ae!l!c_a~1a 1. r_appcrti •• 0 : timento per l "inllus.so che eser– nc\. polil1c1. _religiosi e <:uJ.tu_cita. ulle genti: il Tempio Ma– ral1 neceMari. li suo stil e e- latcstiano · ~ primo !!ore della disadorno, stringato. ' • RlnascenÙi ... "rappresenta u- n libro è suddiviso nei va_ri gualmente un punto di par– i><:riodi della storia l~tterar1~ tenza nel campo delle arti, ta– etioplca: ak4,1mlta. d1 Amda le da imporre la propria va– Sion. di ara Jakob, dell'inva- lldit.à fino al giorni nostri. e slone musulmana !'. galla. della il Castel Sismondo. la prima missione dei Gesuiti. e da Teo• forteua costruita da Sigi– doro Il ai ~{orni i:ostrl._ E. per smondo ·nel 1«0 a difesa delle ciaflcuno d1 questi periodi. a armi da fUoco non ancora in chiarir~ i mezzi e le .forme uro. dimostra la preveggenza espressive di q!Jel particolare di questo condottiero nel cam– momento e deg! 1 autori a? esso po dell'arte militare. appartenenti_, 11 Cerulli ag. giunge alcuni brani delle ope- ~ Mala testi• o ~Malatesta»? re più valide, quasi sempre Piero Zama che, dopo i « Man– inediti e tradotti con una in- fredi •. pubblica adesso pei ti– terpretazione del tutto pel"60• Pi dello stabilimento grafico nale e spesso originalissima. del fratelli Lega di _Faenz~ Cosi. ad esempio. a pro- questa nuova opera. ricca .d1 posito del Kenè - componi- erud~ione e d1 !atti storici, mento poetico di una sola stro- diluiti sapientemente _nella più fe a rima unica, vincolato a diletteyoie stesura shhstlca che rigide norme formali ed a fl- dar si Po~a. -: un.a ste;"ll'a, j!ure rettoriche - il Cerulli col SUSSegtUrs1 d1 da,e e d! av– dice: , Un altro ornamento dei venimenti, da romanzo giallo. Kenè, secondo le regole del ge- dove però la ,,erità_ storica é nere, si ha allorquando inve- documentata e scissa dalla ce dei giuochi di parole il poeta adopera giuochi di con– cetti: finge. quindi, di enun- ciare un principio od una mas• sima contraria alla Legge ed alla Fede e poi nei versi se- j!uenti ne spiega, al contrario. il valore edificante e moralis- • alatesti,, di • PIERO ZA....llA. leggenda - Piero Zama. di- per gli Studi romagnoli. segre- :,on essere sta'.o eg!.i seco:::do cevamo. propende per il pri- tario della Fondazione Torri- ad aìcuno dei ::'lfala:es:.idi oi:ni mo appellativo. giacché il no- cell!, biografo di quell'anima tempo. cui le to:bide pas.; o· me Malatesta è stato in quei travagliata che fu Alfredo r.i non meno delle azioni egre– tempi un semplice nome di Orianl e direttore della Bi- gjc e delle opere monumen:a– persona. comune come altri, a blio eca di Faenza da lui ri- li hanno dato e conser...-a:-:o più individui di famiglie di- modernata e attrezzata. nelle rinomanza nei secoli. verse e soltanto più tardi ac- cui silenziose sale egli passa Seguono i capitoli coi • _ la– cadde per quel nome ciò che premuroso e sollecito con tut- Jatesti di Pesaro~ e le :o:o si è verificato per innumere- ti. per rifugiarsi poi nello stu- vicende belliche. e coi .. :..1a;a– voli altri. e cioè che assunse diolo. dove lavora. tras!or- testi di Cesena» e 11 Nove•.o l'uf!icio di cognome: il cogno- mando il materiale Inerte del- umanista. fondatore de:1a ce– me dei signori di Rimini.. I la storia. giovandosi dei corsi lebre bib'io:eca; e que:.:i co:1 quali. volendo discernere tra e ricorsi. dei riferi-nenti e dei Ardre., :'Ila atesta. ,•adre de., 1 ie tante dicerie messe in giro confronti. in pagine di pal- bellissima e sve.."!tu:ata Par:– dai cronisti di corte (e che pitante attualità. sina. anda~a sposa. quattord:· cosa potevano scrivere di di- Lungo i quattordici capitoli. cenne a Niccolò d'Es•e, di verso. sul conto del signori interc~lati da nitide illustra· vent'anni più anziano di lei. che servivano. codesti corti- zioni. che compendiano rope- •senza fi~i legittimi r.,a ca:-'.– giani. poveri Kruscev avanti ra. l'autore accompagna il let- co di bastardi. al quale il po– lettera?) facevano derivare la tore passando dal primo capi- pelino a,·eva appioppato il d:– loro schiatta da quella illustre tolo. nel quale egli discorre di s ico: - Di qua e di là d~: degll Scipioni o addirittura. ri- storia e di leggenda. al secon- Po - tutti tigli èi •••ccolò - !àcenaosi al diluvio unlversa• do in cui spiega Je origini del- per giungere a • Gali,o:to i: le.· da Nbè. bisavolo di Nem- ravventu_roso ci'sato. fino,. ~il'\ beato», e .": Sigismondo Pan– brot. capostipite. morte d, Mastin vecchio nel dello. 1 edificatore del ce.e- Dal lapidario ricordo dante- 1312 e la sua sepol ura nella berrimo Tempio. Il capito:o a sco. « Il Mastin vecchio e il chiesa di San Francesco co- lui dedica o. il decimo. è u:, Nuovo da Verucchio,. si de- perto dell'abito del minori canto af!ascinan e riecneggia– sume che i Malates1i erano francescani: dal terzo. dedica- to dalle lontananze caliginose originari della terra di Val lo a Paolo e Francesca con della storia. ed è l'o!Certa che Marecchia. « Ma - si chiede tutto ciò che storici e ·poeti lo studioso moderno. co:mn Piero Zama. al modo istesso hanno scritto circa le cause del senso realistico c\ella vi– dell'Alighieri - dell'uno e del- della tragedia e 11 luogo dove ta - la quale. col .sang-ue. ,:u•– l'altro Mastino. quali furono questa s.i è svolta, agli altri sce in ogni uomo di Roma;:~a li maggiori sui? Chi. de 11a capitoli nei quali sono deli- quand'anche _egli sia ': castiga– sd1iatta. cominciò ad avere re· neate Je estensioni dei domini to » nelle ricerche d a-eh"''" sldenza e rinomanza in quel dei Matatesti nelle Romagn~ - ~a alla memor!:1 del co~– di Verucchio? Basterà risalire e nelle Marche in seguito al- dottiero e , dell m':amo "·"· alla adata del 1127. nella qua- le lunghe e fiere lotte e rono ,:1onfatore. ne,le .- m•: fes:e:::– le. per la prima volta. si fa des:ritte la figura di ~Galeot- g,ato e felice ~ •~,·:è;o:o .• nel menzione dell'antichissimo ca- lo ,1 guerriero». morto nel n:omen o 1n cu.i ![·· . pa.a ~ stello unitamente al- nome dl 1385, le cui onoranze furono risple."'lde .. ~aY3:'t1 ~l!-i cc?• Giovanni suo Signore. oppure degne di un Re _ coi venti ca- un altra , 1S1one. que.1:1 ma ..o– dobbiamo e poss.lamo spinger- valli bardati di nero e uno sa della dl\·a I<o~a ci verso tempi più remoti?-. coperto di rosso~ tra:,portan- « Iso 'a de~li A•:i - e si Questo. il rebus. Ed è da ti il feretro da Cesena a Ri- Piero Zama ;nizia il raccon·o questo punto che muove la I mini, seguilo da un Yalle , 0 (ed è con:e se e!(:i ba tesst> h ,:iarrazione .di Piero Zama, con ~ 1a spada del defunto-. bacchetta del dire: ore d'or– euesto erudito senza prosopo- e quella di ~ Carlo l'ardito-. <"hestra sul leggio ne:l'atto d' pea. presidente della Società del quale lo zama a!!enna dare principio a una gra-òe sinfonia) - na'.a circa il 1.;3•. era appena dodicen:,e qua:ièn Per tuue le spose it.alinne ritorna un grande concorao ! I ispira,·a il delirante sogno 0 : passionale Siglsmo:ido ... - r– rcsUamoci qui. 1'1.Scianè.oche :1 •.-,•:o-e prosem.i::t. per S""..:o conto Dodici arni. C'~e:ru-i: E lui• Qua"'ro più di lei. La Fiera letteraria, per onorare il ricordo del Papini uomo ed artista, preparerà un numero speciale, che uscirà P.rossimamente simo. Questi inni con simlli ornamenti si chiamano nelle "PREMIO NECCHI Il decimo è anche i: capi•o– lo che narra le ,·icend<> de'.:a ·ostruz.io !le del Castri Sismo;:- LA SPOSA D'ITALIA Biografia ed interpretazione /Continua da pag. 1) 1956 do. la dimora fas:osa. cha :l " ·ondottiero eresse poco èo,:,o. a d icio to anni. PCI è. parimen- 1 ti. il cap, olo dell'incontro co-i l'Alberli t' della c-orseg,.1°•1'P erezione del 'fempio. dclh corte. dei poeti. dei fìlosof'. dell'lsorteo e delle giorn~:e rin,fali. P1! E"rco. fa;si a,·an•i :·om– bca di Papa Pio II Piceo:<'!'"1' - ni, que~:i col qua:e SiS!i~rnon– do ~ì metterà dis~razitltame-i– te ln u:-~o mandando in ro,·i– "'li\ con ciò se s esso e l"aYYia- a costruzione del .Iala'.es· ,. no che. h tal modo. resta i·1- compiu·o. per non a,·er ,·olu– o S'ÒeS!osamente trattare- c0:1 ~ li omini piccoli'-. il . ·Iala:e~ri feC"e!a stessa fine che tre se– coli e mezzo dopo at endeva Xapo·,.one per opera di un al– tro Pio Se.. imo Nè prosa lirica. nè poemet– to in prosa. dicevamo. quan– to alla forma: restiamo con Fuochi fatui ad un tipo di espressione quanto mai ca– ratteristico di Sbarbaro stes– rn e, in parte, di altri scrit– tori liguri del No,·ei:ento e, fra questi. più del Mario o– varo di MuTmuri ed echi, che dell'ini.olfato e troppo impe– tuoso Boine di Frantumi. Non è poesia ridotta in prosa. nè tanto meno prosa versifica– bile: pensiamo tuttavia che, come già accadde per parec– chi componimenti di MuTmu– ri ed echi ,anche parecchi dei Fuochi fatui sopporterebbero senza variazioni di sillaba. con pochi semplici espedienti tipografici. il passaggio ad una stesura (apparentemen– te?) versitlcata. Non è un di– vertimento da filologi che qui si propone; non si fa che constatare un dato di fatto. D'altra parte lo stesso Sbar– baro ce ne dà gradito motivo ora che qui ci presenta, non più in versi ma in prosa, e senza appunto mutar parola. una poesia apparsa mesi fa nel numero speciale dedicato dalla rivista « Stagione » a Ezra Pound. Chi non l'avesse potuta leggere allora, la legga in. Fuofhi fatui; i versi dell~ prim!I stesura non c1 sara bisogno d'indovinarli; escono fuori da sè: « Ahimè! sono fioriti i mandorli tanto attesi, i peschi i ciliegi. E' tornata nella gronda la rondine pel– legrina. Ahimè, la primaverz è finita». marsi rapidamente: tutto ciò sono i pila tri della Compa- (Anche Alfieri. nel trattato per effetto della sua ascesi gnia di Gesù in tutte le parti « Del Principe e delle lettere» sogli. il segre:o di San,'Igna- magnifica che sradicò ;a sua del mondo e che affrontarono libro LII, .capitolo qua<rto, non zio? Nel capitolo 43 :,i può volontà dal ierreno del e pa,- il martirio. l'ostilità, la per- tenero verso la Chiesa. di– trovare il succo di tu\la l'o- sioni e dal sentimento, che li· secuzione dei governi e dei ohiarava « bollenti e s,ublimi pera, quando i nostro bio- berò lui da lui stes!o. In que- potenti. i Francesohi, gli Stefanl, ~i grafo va a fondo sulla spiri- ;ta prote1cità pratica d'alto Papàsogli non si è curato J,gnazi n). Le pagine del Gio– tualità del grande c~eatore. grado consiste una delle ue di àccennare agli autori, spe- berti, in occasione del cen– Ignazio era un uomo '.li tor- grandezze spirituali. La lettu- cialmente ai più recenti. della tena,rio atturue, meriterebbero tissima volontà: non ;;i sgo- ra del Diario ci dà la confer- letteratura a,arnrsa a San- d'esser lette anclle ~i con mentò mai dinanzi a _Jvrani ma di tutto questo. t·Lgnazio. considerato da essi intensa commozione: « San– e nemmeno di fronte «ll'im- Ma come mai un tale sanl<-, una figura enigmatica, amle- t'Ignazio rende immagine di peratore. Quando rifiutò .a di- così profondamente sradicato tica. un grande inquisitore, quei picchi nen·osi che si rezione dei monasteri fem· da se tesso, questo ispiratore un matador, un suscitatore, er,gono a lar,ghi inten·alli nel– minili i difese contro ne.gli altri di un'abnegazione nello sviluppo storico dell'Or- le ~randi costiere d'Asia e tutti; ma anche cedé in eroica, è apparso agli occhi dine, di reazione e di ideolo- d'America e .si slanciano verso certe contingenze, com~ nei dei contemporanei e dei ,po- gie retrive. Il cielo solitari e terribili so– contrasti avuti con un :iobi- steri come l'uomo della ,·o- ( Già. e la creazione del pra una folla di ~ioghi cir– luccio romano Muzio .1-uti, lontà ~mana. granitica e ti- modello di Stato nuovo nel costanti: questi. a vederli, o ~o! teologo spagn1:1010 Mel- tanica? Per il Papàsogli la Parac!{uay?). La risposta a tali sembrano altissimi e lo sono chior~e Cano. perche era uo- .-piega:z,ione è la seguente. accir.se la dà il Pa,paso!{li con ,veramente sino a toccare le mo _libero da for~Ul.? pre- I,gnazio ,fu l'esecutore di una questa. biografia di langa di- nuvole. ma èontemplati dail– stab1hte. Non segu1. .contra- Ispirazione mistica e, in quan- vuuazir ne· e che nnnull~ t11ttP la '\·etta di quell'unico f" toT– riamen~e a quello che l~ _ge_- to esecutore. avvertì la pro- le frasi fatte, delle e ripetute reg.,iante ~omi,gliano collicel- 20 MILIONI La c~duta di Sigismondo (i suoi incontri. e contri. col Papa sono di una drammatici– tà impressionante nella narra– zione dello Zama l seg-:,a il decadimento della scniatta ma– latesH:1nn. , .. è una moinenta– nca rip:·esa con ~ Rober:o il magnifi~o ~. ma ;a ma~i!icen– za d1 cocies!o Roberto è sner– Yata e festaiola. e consiste nel cedere sempTe e o,·unque d:i– ,,an i ai più potenti di lui. Quella fu l'epoca delle fes'.e colo,;.sali. degli spo:tsali splen– didissimi. delle grandi man– giate. Le cronache parlano di archi innalzati in più punti della città sui quali erano po– sti. quasi appollaiati su rami girevoli a mo' di giostre, dei fanciulli canori ra!!lguranti gli angeli»: di fontane con GIOVANNI GIUDICI nere s1 crede, con fi~ita 11 pria responsabilità e s'im-pe- cfrra la grande figurn. r 0 • • • .g1· criterio del rigore o delia se- gnò in misura conseg.uente e r . . 1. e pa,on~ qu_as, ~a~gua" iar- verità. Con i suoi comµagni proporzionata. Da tale dedi- el ~clu~e_re ~iene lll s,_ con 1um1l~ _iratt~ delle e dipendenti era, voi:a per zione Jntegrall! nacque in Jui me~te Gi~bert_i, 11 ~eio ~vver_- pianure». << Egh s1 se.:itivn so– volta. giudice inflessibile ed quella iel'mezza di risoluzioni sano dell Ordmc_ 1gnaziano 11 prattutto inclmato a !ar cose anche padre benevolo. 11 Ri- C"heha sbalordì O il suo secolo qual<>. nel Gesuita moderno, girandi, ed '<lccoppia,re insie– badeneira pittorescamente al- e queHi successivi: figura so- l'informe e vas1is.;;ima opera me i due generi più segnalati ludeva co ì a questo suo me- prattutto compenetrata in uscita nel 1846-47. iece un di azione, cioè la civiJe che lodo: • a co:_oro che ~r_ano <zr:ado eminf"n'.e d~ll_'amore di attacco che egli credeva for- edifica e la marziale che sl)ia– ancor~ bambm1 ne_lla.. virtù D10 e del soffi_o d_1vmo. Lo s1 midabile. <z;à iniziato nei Pro- na il suoio e Jo renòe atto Ignazio dava latte: a1 p1u pro~ potr_ebbe_d~fi1~1re 11 Santo del- legomeni al Primato. e che a ricevere 8 1i edifui. Ebbe il gredm pane con crosta, e I la tiberta intima. Nonostante ultimò nell'Apologia Ebbene · tto d' f d perfetti li trattava più rigo- gli acciacchi del corpo, con- . . . · · pruno <;: 0 nce . . 1 tras o~ e– rosamente, allo scopo di far- sunto da un'esistenza così fa- 11 Gioberti, che del r~to no~ re negli uomini quell_a piena li correre a briglia ;ciolta ticosa, r~azio. fino all'ultimo vole:,ra_ tanto col?1re I padri 1mme_nsa d'amor divino che verso la perfezione •· lgJ",lzio. momento, i dimostrò l'uomo ascrith alla gloriosa Compa- lo animava, fondando una so· dice il Papàsogli. non ,!;'è at- valido che era stato per vi- im;a quanto, e soprattutto, un cietà sacra che introducesse tenuio a un proprio stile \'-ere ancora un poco. per tipo umano storico e psicolo- un nuovo \'ivere civile e re· umano o al proprio intimo imprimere ancora di 1Più nei -gico da lui imp!'l)priamente ligioso nel mondo e mettesse ingranaggio. Svincolato da se suoi discepoli la ·\'igoria dei detto gesuita, inserisce nel in sicuro l'unità della !ami• stesso, pr?f?ndamente libero suoi insegnamenti. Questo suo libro un'esaltazione del glia cattolica sollo l'egida del– n_el suo ~pmto, f~ capace. per creatore di un metodo che è santo spagnolo, riconosciuto la parternità contro gli a • ciò che riguarda 11campo pra- superamento di qual-iasi me- come un eroe della fede e del- salti recenti dei popoli bo· tico. di contraddirsi. di mu- todolo11ia terrestre riuscì a l'azione, uno dei più alti reali>>. tare orientamento, di trasfor-- formare i grandi seguaci che esempi di umana energia. UTORE ALLODOLI 1 in gettoni d'oro e in ricchissimi doni Entrate nei nego~i di macchine per cucire 'ECCHI e ritirato In acbedn di partecipa,;ione con le modalità del concorso. Potrete segnalare le •pose mcrite,·oli e vincere anche Voi un ricco pt'emio. MILIONE verrà inoltra ,ortsggiaro tra. tutti coloro che ri,ponderanno alla io Inchiesta u IB3: Il macchine 11er cucire Ceoeorrooo al m•ate premi c.oo oum1:ro,I e magolfld dool , M-ARZOTTO. RE\I, A . '110BILIERI CAl\T.. BASSETI"I, JUtODIATOCE. INNOCE:'\TI, R.AOIOMAREI..LI, CC.E., SIE)tE~5. ~ palle dorate et intorno quat· ro delfini che propriamente parevano viv: ~: di case ap– positamente allestite. LUIGI PA Q -INI 1111t111111111111111II1111111111111111 t GIOVANI POETI E 1-ARRA– TORI, per pubblicare le vostre opere rivolgetevi allo Studio Grafico Ed1\oriale, Firenze _ ,·;a Alfen1 <7.

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