la Fiera Letteraria - XI - n. 16 - 15 aprile 1956

• Pag. 2 LA FIERA LETTERARIA Domenica 15 aprile 1956 DAL SOLITARIO POETA DI FERRARA ALL'ATTENTO CRITICO MILANESE AMIUI DELLA MIA CITTA' * di ANNIBALE ZUCCHINI Quando conobbi De Pisis, Fu• D:1 e Ra.vegnani ero un ragaz.. zo io, e loro pre s'a poco della •tessa età. Il tempo delle e•• priole l'avevamo lasciato aJle spalle; tuttavia non è detto che fossimo persone di tutto rl• spetto. In fondo I pochi anni sulle spalle cl davano diritto, assieme all'uzzolo dell'arte, d:1 essere d1vers1 dagli altri. Poi altrt amici: Govoni, Neppi. I nostri interessi per la letteratu– ra, la pittura, la scultura s'in– fittivano. Più tardi ancora altri :~ic~t:n,! 0 ';!;.~\;;;g1e~aii 0 r~: gli architetti Bassi e Boschetti. Ma non eravamo più del ra• gazzi; e ciascuno era andato per la sua strada, da Ferrara a Parigi, a Milano, a Roma. Fedele a Ferrara soltanto io, con i miei ricordi. Con Fllippo De Pisls, cosi strambo nel vestire, facevo Iun- ~ue~fifs~ted~~t ~e ~st!~ dove l"unico rumore che porta– va quel silenzio spettrale era U canto angoscioso del cuculo Govoni lo andavo a trovare in una casetta oltre San Giorgio, sulla riva. del canale: viveva con la famiglia in tre cameret– te, e nel corridoio che le divi– deva U poeta distillava le sue poesie sopra un tavolinetto che più piccolo non poteva essere. D'i.nverno, se si guardava fuori ~:1 1 ?--s~\~fat,r~i ~~b fta si~ci~- 1ante, grigia, opaca, un tanta· sma di città. A quei tempi, RavegnanJ lo frequentavo poco. Io ero, e so– no, scontroso e solitario di na– tura, ma Ravegnani in fatto di scontrosaggine ml batteva. Lo incontravo per le strade più deserte di Ferrara; di rado, per andare alla p:.llacoteca o a.lla biblioteca, passava per le vie del centro; to conoscevo le sue poesie e lui le mie scultu• re; to lo stimavo e lui mi stl• mava: ma allora entrar nella intimità di Ravegnani non era facile, poiché amava sopra tut– to starsene solo. Poi io andai ad abitare a Roma, dove re– stai per parecchi anni, ed ebbi studio, avendo lasciata del tut– to l'architettura per la ~cultura, e a incitarmi a lavorare era Meli!. altro ferrarese e altro gra'lde artista. L'amicizia con Ravegnani rin• verdì, prima al ritorno mio a Ferrara, poi a Milano, dove, se capito, non manco ma1 d'an• dar!o a trovare. Confesso che la. mia intimità con Beppe du• ra specialmente da una decina di anni, durante i quali ho avu– to modo di capire megllo gli umQri dell'uomo e le qualità dello scrittore e del critico. In fondo Ravegnani., che per tan• to bisbetico anche quando seri· ve, o rronlco, o disgustato di sé e degll altri, non è che un sentimentale, un roma,ntico, un r:1o~1a id~6~sia. c~:: ~~~~~ ANNIBALE ZUCCHINI DUDil'l ANNI Dl FERVORE ltTTERAlllO * • • Il eonw1v10 * IUI A I'~ F R E UO G R li IL lL l[ gn<,;~? "t1vt!~t/ 1 c'~; 0 ~~Y1 ~e G~~~ff;C:.f,V~ composti, per i suol Uomini Vl~tl, più di uno ci sarà, che, per gratitudine o per contrac– cambio, vorrà sdebitarsi con lo scrittore fer– rarese. Ma costui, nel suo rievocare e dire, non sarà, forse, del tutto libero e sereno, co– me potrebbe essere uno non ricordato e non visto da lui. Dimentica.ti e inosservati ce ne saranno, certo. parecchi, e l'autore l'ha ~à ammesso e confessato, proponendosi di au– mentare ed emendare una prossima seconda edizione dei due tomi, degnamente premia– ti a Viareggio; degnamente, perché utili a tutti gli studiosi di letteratura contempora– nea. e amabilissimi poi nel loro fascino cor– diale, e nella loro saputa e pur svelta fact. lità e !eticità di dettato. La trita espressione: leggere tutto d"un fla• to può saggiamente applicarsi al volumi de· g.ll Uomini Visti. come se fossero tanti rac– canti; ma sono ben dLpiù; sono brani di mol– teplici vite. Chi comincia. a leggere le prime pagine, speclalmE"nte quelle nostalgiche o au– tobiogranche, nello sfondo di Ferrara, non se ne stacca più, tanto è lo splendore formale e stillstlco. e la evidenza delle descrizioni e la commozione dei ricordi. Ferrara, città autunnale!. .. E' un concet– to che trovo anche in Ravegnani, quando egli scrive quelle pagine vive tra di bozzetto e di blogralia. che Intitola: Ricordo di un blblio- teQ~~0iid~e~fa~~fo~1tJ!u~auJ~n~al;;so·,in certe benedebte giornate, e Il sole tiepido e lav,to carezza le strade, un marcia.piede nell'ombra e l'altro nella luce, e t passeri (Ferrara città de! passeri) piombano dai tetti e dalle fine• stre sui ciottoli. saltabeccando; allora il va– gabondo cerca in giro l'anima assorta della città. E non la cerca sotto le belle torri, nelle ville delle Del!zie, nello splendor del palazzi, nella quiete delle chiese. Ferrara suggestiva e caratteristica è fuori; per le strade, dove Il rosso-giallo della vite americana fluente sui muri di cinta, e il color ocra delle prime fo– ghe passe degli alberi, svettanti net parchl, amoreggia col rosso dei mattoni nei portali, nel cornicioni, negli angoli, nei pilastri, nel verom. Ferrara suggestiva è negli interni dei pa– lazzi gentilischi. dove palpitano a sfondo le amplissime toglie delle muse e rabbrividiscon le palme. e divampa il liore della salvia splen– dens o le foglie bronzee delle canne con maz. zt lioriti di toni violenti. Ferrara è qui, in questi massicct paracarri istoriati, in queste grnculatorie scolpite neg-li stipiti porta!!, in questi monogrammt crlst1a- ~h~if~ eqil~t~a1~~ 1 t~ 1 ~~ t~~~:t~~t11~:i~e d~r; vecchie case. nelle lapidi che ad ogni piè so– spinto ricordano nella freddezza marmorea una gloria paesana. Ferrara magnifica si riscontra ovunque, a percorrerla con l'occhio e a scrutarla; nelle strade nobili e vaste, nelle viuzze oblique e strette. Ferrara è nelle grandi e nelle piccole cose; spesso si sente e non si vede, o anche si vede e non si riesce a descriverla, in cerLe giornate dì grazia, quando l'anima sua me- gli8o~df;1~~ifj1J~~! J7\ 1 ~f~~~!· rievocazio- ne, quali I Ricordi di quarant'anni fa, Il RI· cordo di FIiippo Dt Plsts, j Ricordi Ili un bl– bliotecarlo, Il Ricordo ci.I Antonio Metusclu, I Ricordi di un professore, il Saggio su Corrado Govoni, - Giuseppe RavEgnan1 ha riacceso in mo l'immagine di Madonna Ferrara; ha ri– vegliato le impressioni che già vissi e sen– tii nell'ormai lontano dodlcennio della mia dimora ferrarese. 1•rJf:~~ ! 11 Òr~~Ì~ gJ~;~~s;a~~~! ~fr{~r~ei~ ~f rà~1?:1 !~a~r!~~ad11~fs:1e~~~t~~cocie~~~~Fi centenario della Cattedrale. Un fervore di vi– ta insollta nella « città del silenzio n, anJma- ~u!: ~r~:r~~~~~•r;:~iif ~ 11 ad incontrar le Ravegnani, ha visto i luoghi, a sentito le cerimonie, ma non si è attardato a darne conto. non ha descritto quello che già le re– la~ionl ufficia-li e i giornali hanno traman– dato. Egli doveva rare. e ha fatto, opera di poesia. Il suo è un altro ricordare, è un altro ripensare. E' IJ ritorno di un artista tra le antiche mura cittadine, tra le rovine della sua casa signorile, dove, avendo perduto con la ricca biblioteca e Il ricco archivio, carte riviste e schede, è stato costretto, per gli ul• timi suoi libri. a lavorar molto di memoria. Cosi è successo che iJ ricordo. proiettato nel tempo, ha suscitato in lui l'isp1razione de.I poeta: e però nessuna meraviglia che abbia potuto dimenticare uomini e latti, degni essi pure dI nota. Io penso ad altre figure d'allora: al com• ~~We 6 pfJ~~~~~i~~~l~er~i~f!~el~ht~~\~tto~I~ l'amabilissimo Enrico Vanni che diede vita all'audace sogno dell'Ottava· d'Oro sognato da Antonio Baldinl; al dolce lndimenticab!le Motti_ni dalle molte attitudini, che, Insieme col già celebre Moretti, taceva frequenti FO– ste nella ca.sa ospitale e conviviale di Ris~o– Tammeo, altra generosa figura di artista. Af• fiorano nella memoria i nomi dl cotesti egre– gi uomini. e non sono tutti, e sono, ahimé, più I morti che i vivi! Meritano commemora~ zione. alla bella maniera e nella nobile for– ma de1 Ricordi e delle Note crit!che ravegna– nesehe. Mi sia anche concesso, tra le riviste cui egli accenna. rammemorare al Ravegnani quel lo– devole tentativo di una Rassegna di blbllo– grazia e di btblio/ilia, che non poteva essere ideata che da Giannetto Avanzi. E nacque proprio neUo studio di Ravegnani, nella sua casa di rosso mattone in via Palestro 50. Nel comitato di redazione c'era lui, c'era Medri, c'ero io, che appunto dimorai per un lustro ~ 1 un;.iiaife 0 r~ 11 !~o d31d~:n~!~ l:rrlifs~ 6~~ vari tasdcoli di grande ?onnato. nutriti di scritti e notizie. durò in vita fino al giu~nc del 1928; iR data medesima di sospensione de La Romagna, da ForH venuta a morire a Fer– rara.. sol!ocata dall'antireglonalismo del tempo. E basta. Siano grazie a Ravegnani che ha dato esca. con la lettura d1 Uomini Visti, a una scintilla non nia.l spenta nell'anima mia, e mi ha o!ferto oocaslone di ag~iungere qual– che ricordo per chi !arà 1! Ricordo d1 Giuseppe Ravegnani. ALFREDO GRILLI 1 IL DEBITO DI UN GIOVANE * di GlOSE RIMANELLI Giuseppe Ravegnani, quando giocava centroattacco. A destra dl lui, Lanfranco Caretti oggi aoche lui critico; a sinistra Luciano Chailly .Ravegnani • uno scrittore che. ha imparato il me&tiert d.t « criticare ,. C1te t:olete. una. critica letterana. che. &ia Lnterpreta,tone dell'autore del libro recen&ito e anait.i del L!– /ll}ro stesso; una critica pla– na, a prtmo auaggto epidermt– ra, che vuole prim,i dl tut•o entrare. farsi partecipe. del clfm<> e 110! Ml/e intenzioni che hanno Ispirato fopera sottoposta ad e.same; una cri– tica cosl /atta, .senza ricerca d1 sofi,ml e d bardature più o meno ad. effetto. fa piacere Corsa con il critico durata più di vent'anni Se con la mente vado sfo- 1 ~ st<>un tono più spigliato e po- gl,ando le pagine dtllt mltan- dl c.c1~11tflRO F,IBBRI !emico, a,dunan.d.o intorno ,.,,t, ttche prose, In fondo a un fa• oltre agli ,iutort ptù In vista sc,coto di carte lmpotvua./e tro- della Taddtl. compreso Alberto vo, dopo averne scorse parec- tl quale facevo un tempo, det munale, propontn.do al d!rttto• Ntppt, autore df dut indimenti– chie, fra cui un'altra. pure 111- servl•t come fattorino dell u//t• re Agnelli, gt<1 amico det Car• cabìli Llbrl di prosa, « Ri/lt,., è.I dimenticabile, tn cut la mia clo dt un. suo parente. A Ri8: duce!, acqufstt di autori moder- broccato» t « Uaqutla b!anca », sbrigliata fantasia dL venten- so mostrai un· fafclcoletto di nt, e o_ttenendo di portarmi a gli ingegni pn1. vividi• Corrado ne descriveva una passeggiata versi del mtet vent anni e quan- casa pile dt lt~rt. Alvaro, Paolo Buzzi, Carlo Car– della corte deglt Estensi nella do ritornai a riprenderlo volle Incontravo poi Raveg.nant alla ra, Angelo Fratttnt, Luciano fossa del Castello spumeggtan• scrivere una letterina di presen• libreria Taddel, La p1u fornita Folgore, Carlo Linatl, A. s. No– te di neve - trovo un brano t1121oneal Critico. Ml et recàl e aggiornata della città, nella varo, Arturo Ono/rl, Corrado tntttoloto ,e Corsa con Il Critt· Lmmedfatamente e lo trovai nel sua sosta dopo tl lavoro d 1 ella Pavoltn!, Enrico Pea, A.rden– co n. Mi guarderei bene dal ri· palazzo paterno poco distante mattina, mentre attendeva l ora go Sof/ici, Bonaventura Teccht. prendere quel frammenti della di LI. Egli era nel suo bello di andare a co/a.,lone. Ptu /re· Nella rubnca ti.i critica mu,. mia primtsslma esperienza in studto dalle pareti stipate dt li· quantemente con lut conversa- tante e commento, talvolta pe. prosa, ché per Le mie cose pas- brl fino al soffitto, at tavolo va di letteratura contempera• palo, det fatti dtl giorno, lntt• sate provo una nausea più gran- dt lavoro accanto a 1 un balco• nea un gtovane, che era il re- tolata «Gra.?ie e di.&gra.zfe», la– de di quella che st ha verso le ne che guardava tn un silen- dattore della terza pagina del sciavano l'impronta della loro vecchie amanti. Poi a che lioso giardino. Mt accolse un « Corriere Padano», e che oo- cultura e del loro spirito non pro? L'essenza della mia sbian- po' meravigliato, con la sorpre- me moltl altri notati nella mia conformista, oltre al Ravegnani cluta paginetta L'ho In me dal sa dei suoi occhi a.,,urrL pun• solitudine fino ad oggi, e cita- e a.l Nepp, (Alberto), Vlttono giorno che realmente è avve- tatt e ml congedò con l'Invito ti dai letteratonl, da tanto che Luglt, Gino Gori, Gino Nlb– nuto questo fatto. Una sera do- dl ripassare. Dopo qualche set· doveva diventare fini in un bel bt, Francesco Menano, Adolfo po il crepuscolo dell'anno in• ttmana conobbi la sua corte- niente. Solamente quando Ra- Francf, Ettore De Zuant, G. torno ai miei venti, io percor- sia, pazienza e attenzione, quan- v_egnanl era solo. con il rr110 Titta Rosa. revo, a Ferrara, la strada che do riprese fra le mant i miei timore lo avvicinavo. Ero allo- Sco-perto, !tudiato e cucolta..– infilava quella dove abitava foglt che rilesse qua e là no- r~ ben lieto di sentire I suoi to tutto ciò che Ravagni ave– Giuseppe Ravegnani. Con la tando t versi buoni e la strut- giudizi su opere che vem- va detto in conferenze e pub– mia vista che vede lontano tura di qualche poesia. 1 1 ano uscendo. Ricordo eh.e del· blicato, egli divenne tL critico guardo molto avanti, alla luce Era quello il tempo della rz- la « Tomba verde» di Adriano a me ptil vicino. come il. poe– i11certa delle ratte lampade, e vela.zione di Montale e per rl.· Grande disse; <1 E' un bel lz- ta. f~rrarese eta me letto, U tl leggero beccheggiare della chiamarmi alla sua originale bro >1.: df e< Gente di mare» di piu sentito (oggi questi e pur– camminata di un uomo alto, poesia mi fece osservare certi Com1sso, premiato in quel tem- troppo la piu grande mia dell– sulla striscia del marciapiede, particolari di 11 Ossi di seppia». po dal Bagutta. ~ra entwuasta, sione!) Di loro parlavo con mi rivela ll Cr;tico. In uno lo ero completamente igno- ~anto che nomino qualche scnt- Risso Tammeo spesso, come di scalto improvviso accelero il rante della sua altwita di cri• tore del Rinascimento. Parlam- un mondo 1rraqtu.ng1btle. ~l passo e ml lancto all'insegui- tico, come dt l.etteratura poi• mo anche di Ada. Negri di cut mondo della po~sia, verro i~ mento. La distanza è molta e ché non ero potuto andaie per us~wa_no le raccolte di prosa, quale _espnmevo l abba""4ono dt il mio a/fanno desiderio bra- La mia disattenzione e vivacita, porche faceva parte degli auto- tutto :l 171:10 sentimento, intanto m.osia di accorciarla e annul- pili. in là della prima ginnasio. rl che, andavo . leop_endo in che ogni . giorno scorrevo la. larla rimanu<;mo inutili.. Abban- ripetuta, e della prima tecnica; tutta l opera. Di D annunz-w. terza pagina della «Stampa» dono tranqu1Ulamente l'impresa e ne ero stato capace dl leg- che pure stavo leggendo tutto, per trovare la cn_tf.ca 1ett1ma– disperata e mi con/orto con I oere pili. avanti delle prime pa- m, disse dl lasciarlo se lo aves- nale di Ravegnani. Quelle cri– miei solttan passi. aine det cc Promessi Sposi n s1 sentito vicino Una volta a1r che mi furono un ottima di· leggtrla. Piaure. anche ,. Bòt– t.o trapelano I 3egnl IUlls stoccate. Ratiegnant e /atto cosi: ~ se prende un libro d.a leggers non si ferma alla nota bio– grafi.ca , sebbene U ,uo primo Lmpuùo e quello di ,indare a tn/orma.rst &ull'autore. e sape,. re se é gtoliane o vecchio. se viene da operai o da nobtlt. se ha frequentato i coril di quut<> o quel/<> untvtr&lt<1. Creata la sommarla imm.agt. ne m ba.&ealle note te.stimo. ntaU. Rar;egnant &t caccia,. nella lettura: ma lut sa. per antlco fiuto. se questo o quel– f a.u. ore prtma CL!!Olu.tamente acono&eiuto glt /ara perdere del tempo o no. lo ho un debtto 111 amlc!Zla con Rategnanl. Un giorno rnt a,M,ano elle lu..f avrebbe te– nuto una conferenza a. ·Trle• ne wl miei librt. Una confe– colo: e. una conferenza ,t tib renza non sfgnl/lca un a.rti– n, tn pubblico .,, di una per– JOna. a cui 31. crede. Non co– noscew Rauegnanf. ne lut co,. noaceca me.· e U bello !{ era. eh• Il ,oggetto della clliac– c/Herata rto e I miei-e Tiro a.l picetone • e e Peccato origi– na/e • I lo aveta scelto lui dt– Hbtratamente. D!re ora che ebbi paura è /orse ecceutco. ma tn.!ieme al pudore &! /e.ce strada In me un aUro sent~ mento· quella soggeztone. mi• .stc a tremarella. che prende. chiunque quando. per La p,L– ma volta, e sev-'l alcuna pre. para.zwne.. e tnvicato a parlare a.l microfono. Cosi gli tele– fonai - RaL·egnani? - In per!ona.. E lei? - Gfose Rimanelli. - Oh! Sa .I.te . caro amf.co ... - Senta.. e propno neceu:a..- rlo che. ai occupi di me.? !fon JIQtreòbe,per esempio. parla,. re dt St·et:o. d..almomento che la conferenza la terrd a Trie-– &te? Dall'altra porte dtl /Uo Ra– vegnani dtgluti. - Caro amtc0 - poi dt&Se. - di Svevo sono pieni libri Conoscevo g,a Ravegnani A co 11oscevo solo I libri di un profitta, di chiedergli una cosa datt,ca per U fondamento. che mandarmi da lui con. alcUne poeta ferrarese, stampati. dalla che mt premeva molto· come ad e~!e eg~t dat•~ e rr t;,;~ righe. di entusla-,mo, fu l'crft- fcr_rarese Casa. editrice Taddet ~:r:;,ra:ee:zteg~:r f~ 1 ~~~e7~t 1ei~ :r:ila ~u.i?s:ns':riitfa d~s~rttSta. tore LuLgt Risso Tamm per de, /rateU, Neppl, e solo quel· tura di u gra d gg h un profitto o•ganico trass, dal· lt non facevo che leggere in n n e, e t 8Pen- l t d d l l d -------------------------------------------------- casa, sulle mura della cttta e ~~7!f'a ~~ ~a::c~:~c::Z~!t,g!~ 1<oC~:t/::ipoe,a:;:r;:o ;e:. ur;e pr:~ In campa_gna, per Lo spettaco• dita di novelle d1 mare {poi di· sen,a della suo. personalità nel lo che di quella POCJilaavevo t t pieno vigore superata ora dal e antologie. E qualche altro. del rerto. ne. parlera anche in que.sta occasione. Perche ho scelto p,oprio lei? Belt. gu.sti. simpatie. perché lei. caro ami,. co. mi è simpatico per due motitT e gtoz;ane e sa -,crite– re Bisogna incominciare 4 parlare det gioi:an!: ce n·e un /Meio, bravi rag<12.Zf. e biso– gna. d.ec1der3i a parlarne. Ho /orse torto se dico che esiste una letteratura di giovani? Ho forse torto se affermo che il nostro « tem]X) letterario> non e affatto fermo. e eh.i, esiste una frattura, come aJ,. trl credono. tra /'Ieri e l'oggi? Questi sono pens,erl mlei. e non mi. stancherò di npeterli. oggi parlando dl lei. domani parlando d'altri. Perché. Rl– maneUi. lei t:orrtbbe farmi La forca? Il critico che mi ha Coni In osso nell'animo e sotto i mie, occhi. ~~~ota)A'f:ie:i,~::~~ u:;- :rocg;~- due tomi di «Uomini vtstì». Nonostante il Lu,'1ngh1erogiud1- t · 1 di I g 1 ' Fur.g,t, t mie, conc1ttadm1 zio del Cntico nel _restituirmi Il ~~l~fo (net"r:94v5o v:ira s:r t~TI. 0 sep'T!, stando fuori ,talla mtci mannello dei versi, io uscn di d i d s O citta che Ravegnani redigeva casa sua piuttosto avvilito del· a seguaci et cclzberatort» che la t6rza pagina. del « Corrie- Aspettavo Giuseppe Rave– gnani nella hall del/"Albergo ... Oriente. a Roma. nell'agosto dello scorso a1wo. C'era stato uno scambio dt corrisponden– di FH.1~(;0 za piu fitto del solito in quei come 11, hai tu. dirigendo un giorni, tra noi due. Niente di giornale. Quindi mi permetto letterario, se non i m.ittentì• dl presentartelo. Ha girato e /orse qualche accenno ai più di una •'piazza·· In cerca libri e al Premio Deledda che di lavoro: ora sta a Roma , stava per dare il via alla ,e- con le mani nel c&pelli. E' conda edizione. com.e due cac• un giovane serio e modesto: ciatori possono scrivere e par- ed ha qualità Indubbie di lare di selvaggina della nuova scrittore. Vin.se un premio per stagione. una commedia e un premio In quei giorni avevo preso letterario nel 1951: ma più tanto sole sulla terrazza ti.i di tutto fu segnalato nel Pre· Centocelle: mal come In quei mio Dcledda 1952con un buon gtarnt/ Mai come in quel romanzo. e sarà segnalato an– gzorni tra me e la macchtna che quest'anno. con un altro per scrivere c·era stata guer- ottlmo romanzo. su 206 con– ra: più che guerra. un armi- correnti. Quindi una segna– st1zlo. Strano armistizio in !azione che ha un significato. cu, una delle parti era sem• Ma In Italia a scrivere Ji– pre ,n procinto d! ricomm- bri. anche buoni. non si ctare. come sulla linea di con- mangia ... ». fine d' certi statere/li eterna- Trascrissi la lettera perché ':cf:;i b;;~g:;:ent~af asJ},.'a; alla prima occasione Intende- dentro ml bruciava del/"altro. vo parlarne tn pubblico. non Intorno a me solitudine. A per m.e. Dio m!o, ma perche volte arrivavano le Lettere de- ~~~t"~;,,. 1 ~i;;;';~~•tii11\ ~J~~i gli amici. Le p:ù frequenti verso I critici (a ragione, si. ~~f:r~ r~~:~!av~i affg":,~~~ff: a ragione molte volte) 110- na per scrlliere e una certa tessero guardare con altro oc- pace scendetia in me. Quelle chio i critici conte Ravegnani. lettere parlavano della crisi quelli che d! ogni libro fanno di uno scrittore. La mia. una un caso di coscienza; 110n per me, Dio mio. sarebbe cli esse conteneva una lettera sciocco , inutile, poichè Ra- di presentazione per un col• vegnani ha detto e fatto di lega scrittore a direttore di . . giornale. Non l'avevo chiesta. ~i~itf::i. 1 i:;.::bl~lt~a~~,~~t~'. per c!ò ml colpi 111aggiormen- Russe/lo, zangrandi, Sangior- t';{ b1:!~n6.~:1/J::eSe T:o~s:~~~ gi .e cento altri. senza mai ,tretto a parlare bene di me. chiedere un grazie. felice di indirettamente. Debbo farlo, ~re~v~~!toad~ir;r:r~onod~~•;.'I perché vagito tracciare Il rl- tore nuovo sul quale potesse• tratto di Ravegnani uomo e ro nuntarsi nuove speranze. critico. uomo pfll di qual- '' sta,t altro critico. perchr! Ra• Quella letterr era sprecata vegnanl non sa essere critico tn partenza. • lo lntull'o. ,enza essere uomo; per lui Qualche settimana prima, Ra- un libro non è una cosa vegnani aveva criticato su avulsa dal suo autore. ma la • Epoca» (non troppo calo- proiezione di questo, un gesto rosamente. forse. per l'auto· di questo. uno stato d'animo re) un volume del destinata- provocato da una sofferenza. rio di essa. edito in u11a col- Per qu,sto Ravegnani non si lana diretta dall'autor, stcs• mette la barba e glt occhiali S(!, m! smtbra. o qualco,a di per fare della critfca; per simile. In quella lettera egU questo Rai;egnam fa ti cri- parlava_ tn termini mollo plu tico da uomo a uomo. r,,r gli caloros, di un q~ast scono- uominl. Per /ut non esistono scruto. d• uno scrittore d1so· libri in quanto volumi. ma li-1 rte11tato • i11 cerca d: lavoro. bri In quanto uomini Uomini Trovai freddezza, wcompren– vistl. · sione, cinismo. Ne fui addolo- Ecco ti brano della lettera rato per Il mio amico critico. (sprecata, - come molti buoni , Ho i·o/uto parlare di q_uesto propositi ti.I Raveg1t0nl - la per d.lre che Ra,,egnani non idea de! convegno di s. Pel- ,a scendere a compromessi ltorina, ad esempio, e ta11te Mn nessuno. Non potrebbe. altre che non hanno incon- Sarebbe contrario a•la sua na- trato lo stesso fuoco che ani• tura. Quello scrittore e dlret• mava lui, ogni volta; spre'. /ore d; giornale era S!<O ami- cata. questa lettera, perche co. 11z.a lui non avera scritto diretta a uno scrittore me• di lui p:ti d: quello che la diocre e invidioso. znvid10s0 su.a cosc!enza sentn;a dz do· in quanto mediocre): ((... P1ut• vere scrriere. Per questo la tosto. mi rivolgo a te per un sua generosa prop~ota arei a piacere diverso. So che certe trovato un muro di ghiaccio. situazioni umane tu le com- E lul no11 lo at·eva capito, prendi. come le comprendo lo. non voleia credere,. perche. perché tutt'e due nella vita no11ostante la sua straord1na• abbiamo sofferto. E come. Qui ria cultura. nonosla11te la wa c·è un giovane. di valore. che ~sverlenza. no_nostante la sua sta soffrendo. eh, ha "A.S.SO · wtellfge11,a. 1/ suo cuore e Iuta" necessità di lavorare. rimasto fanciullo. Q•<Psto ce dl riprendere fede in sè e lo fa amare di plll. come nella ,•ita. Aiutalo. Io cerco uomo. e ce lo fa accettare di aiutarlo per coni-O mio. come critico Per lui. q•rnnd(I ma purtroppo non ho tmme- c'e un libro da esaminare /a diate e concrete possibllltà. 111 1 gliaia afJ!u1scono sul suo tavolo. a mig!iaia! J non esi• ste amicizia. ne colore poli– tico. ne interesst di sorta. C'e l'opera. buona o cattn:a che sia: e lui la lene fi110 in fondo. scrupolosamente, anche se. da quel critico S1na– li2iato e/te e. ha già. intuito che non vale niente. Ha il dovere di leggere. suole dire, non per se. non per la Casa per cui lavora. ma per la fi– ducia che. direttamente o in– direttamente, l'autore ha ri• po3to in lui. Un libro è un uomo nel senso universale del– la parola. Si ascolta sempre quello che un uomo ha da dire. a11chese dice sciocchet• ze. sa!liO poi a esprimersi quando viene chie&to un giu.• dtzio. Questi principi, non co– muni in verita, purtroppo. co– stituiscono u.na garanzia del– la serietà delle giurie di cui /a parte Giuseppe Ravegnani. Ora. se pure con ritardo. il Premia Viareggio viene a ri– conoscere ; meriti di Q!test'uo– mo modesto. schivo agli ono– ri. contraria ai co,nprom"ssi, acuto e sensibile nel giudica– re: di quest'uomo che da q·1a– rant'anni. in un modo o nel– l'altro. st trova sulla breccia letteraria e che sempre si è sforzato. appassionatamente, di tenere e galla il prestigio "della fun,lone della lettera– tura In Italia. Noi scrittori di questa ge11erazione dobbiamo essergliene grati. Ho accen11ato alfirlea dt Ravegnani circa Il · defunto convegno di s. Pellegrino. Vo• glia precisarne ' principi ln– for111ativt. SI trattarn di av– vtcl11are la nuova genera,tone di scrittori a quella deglt an• z,a,11, dL colmare ,t sclco ldeo– logtco che le dir/dc e cl far capire ai giovani seri ti ari d.t oggi che -non ò al/atto rero che nulla li lega a71/ scrittori di ieri. Alcuni glornallst, dl ai•a11guard!a aveoano attac~ • cato (Il! anzianL specialme11te i critici. crificaudo aspramen– te la loro opera. la loro atti• vltà. il dt.,tnteresse che 11 di• staccherebbe dal qiorn11I e che li porterebbe ad agire 6()/– tanto nel sen,o da loro rlte• nuto p/ti conrenien te. Quel conveg-;o - proclmnata Ra• vegriani con e11tusio..uno - era stato concepii o aoprat t11 t· to per fissare le resnonsabl– lila dl ogn,wo. S• rlrplt er• rort f'rnn0 stnti conunP&si, si JacessPr() aranl.i ! gi,na,11 ac– cu.rntor, .:: ln.1t 1 11m 0 at•rrhbero cercato rlz afl7' 1 rn11r1f, d! rnr– reggerli, m IL"ta frtfr~a cc-m·t- 11e chl' Ol'l'!H" cmne srono la ralor'zzazlone de! meriti e/• fettiri. G:à. ma una del!e critiche avanzate d~I nloranf scritt~rl riguar~at 1 a appunto ' &lsti'.'mi di rfc,rco d,t r:'elentori di qu,i mer'ti Ma ne/là vita tutto e re'ati1·0 L'ld•a di quel co,wegno si e a••nntn A S Pel/,grtno gli .scrittori g•ovan, • an,ian,. f crttfcl g!ovanf : antlan,. Mn· no trascòrso alcuni giorni di ,vago, niente di più. Glusep• pe. Ravegnani. ancora una volta. e rimasto deluso. Oggi. quest'anno cioe. S. Pellegrino o~p•ta le finali dz un concorso di bellezza In ~rembiule da cucina. li pubblico preferisce i cortcorsr di bellezza? Non sempre. non necessariamente. Qua11do la critica ha saputo individuare buoni scrittori e q•ca11dogli scrittori hanno sa· puto offrire buoni libri. il pub• b!ico è pronto a ricordare che sa leggere. E allora Legge. Aspettavo. l'altro agosto. Glrtseppe Raccg11ani nella hali dr/l'Albera() Orcente. a Roma. Mai come: in quei gior• ni aVPVO preso tantn cole. rtn sole che non mi scaldava. Lui venne. alto. lento n.e:l muo– versi e nel parlare. come &e volesse /arsi più vecchio di la ignoranza non rmfacciatami. voller_o bruciare anche docu- re Padano» da redattore pn– qua11to in realt<1_non Sia. lii Tutt'altro che Inutile fu il men~! di gra nd e valore) che ma e da direttore poi, ren– larga b".)cca sorridente. i mto incontro con Ravegnani. desc wero pot come scena di dendola. una delle più vive « Venga a Nuoro» mi ,dls3e Presi, infatti, a tmpegnarmi, ~~a co;r-medta, nella qua_le tl per la. collabora.ztone dei gio– tra l'altro. e det1e venirci. Per come cht st vuole mettere sul- . ~gto protagonista sara un va.nt e giovanissimi dt ogni Il_ cosiddetto st~rcum dlaboli la strada maestra, nella lettu- ~tj';,"gll~o~~~itt~u~~a~~~onav:~ parte._ Fra quelli di. Ferrara, st arrangerei. L EPT s, assu• ra di buoni libri, che compra• calligrafia In grande eh ua che si a/frettavano piO d1 me, me tutte le spese... Delie ve- vo con i m1et guadagni tn ne- un. d ll • r . h, • e qualcuno senza mai partire, nire perché é la sua festa. go,io e sulle bancarelle lspt• va ave~ ~' L;ti~t:;:: pr3pari• qualche altro tentando di tro– E' la festa di voi scrittori ztonate da un ca.po all'altro ra t t r ,, l ~ 1 va.re (anche oggi) qua.i.che co– piovani _e sinceri. _Vedrà, . a della città. Ritirato in una stan- ~eretl d/ ~l:v~èt::;trolfiefn!iai sa da dire se~a 7iu~ctrca, Lan• Nuoro, tl popolo rntero rn zetta senza sole per la morte era per me (qual! amarezza~) franco. Carretti era il migùore. quella specie dL an/ltea.tro del miei cari, li ammucchiavo 14 /' lt p IL L tt · Infatti dopo un felice •speri• contadi11i, pastori. impiegati. 111 casse e scalfali tarlati. per ftugg'! 1~· e e;er ~ 0 nil~rasci~~ mento nella poesia (non per• ge11ti/donnt.. e cosi via. tut- leagermelt a tavola, a tetto, tr ltà h h ché. vinse un prem,'? del Litto– ti m!ifi e attenti ad a3coltore. alla. scrwania, quando t miei os ' e anc e per .quale e nalt) puntò. come sicurezza al– Perché f! scrittori. i buoni. concittadint andavano al cine- ~ff~ 1 ~!~~ (~~ea ~:;t::!n~~~reo ,,:,~ la C?rtttcasc1enUjlca che lo per• i slncen hanno qualcosa cli ma, alla _partita di r.alcto, In• poesie al Teatro della Stabile tera alla cattedra del Foscolo, pl1L .deg!i altri. qualc03a che somma, ai df.vertLmen.tt e a dor- e una di esse musicata da A.n- a Pavia. Come to ero st~t~ tutti vorrebbero avere ... ». mire. DI scrivere non ml cura- 1 8 Ltl 11. h I t ò escluso dal « Corriere Pa a Sorrid..er:a. e l suoi occhi erano lucidi df gioia appaga– ta. Era !l critico che avet:a fatto il suo dovere compiuta– ,nente. Ma era sopratt.utto l'uomo. Come ognt critico dO· vrebbe essere. FRANCO CANNAROZZO vo se non poco e quelle poche çe O e ne · e e a rov in no» prima, cost lo fui con volte per pl'1car• qualche tor• un .foglio fra qualche cen· Ravegna.nl. Però non cono– mento elle maturava e ciò ml ttna,a, per l'1 casa Son,og~o) scendo che co,a voglia dir• serviva a penetrare più a fon• su di me st era scatenata l in- avvilimento negativo, continua• do le opere deglt scrlttor1 lta• v1d1a e la cattiveria di coeta.- vo a studiare e a lavorare. LlanL e ,tranltrl Divenni po, ne, e maggior, che avevano mentre guadagnavo il mio pa– un assiduo frequentatore più strappato con I denti lauree e ne • quello per La mia /ami• di quello che non fossi 'stato dlplomL Per un misto d\ sen• gliola, fra ,t bosco • il mare, della scuola delfa blbltoteca co- sa•lon, Imprecise credetti elle In Istria, tn attesa che matu• • anche Ravegnani mi sfugglsse. ra.sse tl momento per arnvare ------------------------------ Forse ciò era vero solo per ad avere la stima di periodici me, ma non gliene volli. 7101- e riviste dt carattere naziona.J..?. ché la deferenza e la stima Ciò che avvenne innanzi che verso chi onestamente scrive scadesse un decennio e in mo– qualche cosa che veramente do da collaborare con raccon– valga, hanno sempre avuto per ti a « La Stampa» <IL Tonno, me un grande significato. An- con poesie a «Maestrale» e, zi la mta am.mtrazion.e mt fece tradotto, a rivt&te straniere; ricercare e leggere tutto ciò commentato su «Primato». I tempi d'·una ((Causerim) colta ... Non mi è fàcilè pà.rlare di « l.Jonuni V:~u » che e llbro d.i creazione. autòb1ogra1lco. tanto che lo dlre1 il giornale segreto dJ un critico stra.ric– co di umori. Ravegnani è Il protagoni• sta 01 questa storia di incon– tri, , l\e negii altri e r,er gli altri, sta ne,le pagine che s1 leguono d.i un llato con ani– mo scoperto e proprio ~,so– gna segu1rlo per le tante tap– pe, non peraerlo ma, di v1- s,a a ~·errara.. " Milano, a h.oma. in redazlo,1e aove bru- 01ano le poh eri ctl l.'.:,:1w bat.– Lagl!e Jetl.erarie, al cdf!é, r.er lt: strà.de che lo den:J1\L1c1n,1 r.ot.Lambulo. a brace.o l'Otl Camvana che e 1,-enuw p1enJ di zacchere a trovarro. nello innocente e scalmanato 111• lerno di Bragaglla. do\'U.1• ~ue stia un poeLa in lnco,,11• w o che una Idea &I an111ct1. Il peroonagglo è relati10 e amo10tO 111S,en~e. con\elsa co– me nessuno e quasi non si h• li te)Upo çil contestargh un glu01t.!o. per I alido che ,ia, cli costringerlo ad una psus11. Ul0.680come è dalJ'ar.o.:,a mc.:– mona. Un mondo è che :·ta:. f:ora. per 1101ml tico e ta :, o•. ta drstante mille miglia. "11,\ epoca dibattuta non 10;.s~ , h~ per la sua atessa riel.i L{llZa e , arreta di toni. Ra, egr.am lo ha risvegllato questo tem– ro letterario ed umano con l'amore1olezza dell'umile rac– cogl1tore d1 carte. con la pas– sione del critico e dr essa Vi• cenda ce ne dice le trame. il congegno Non &I creda pe– rò che le sue siano «stampe• già che li di6egno è coloratis- .. simo o che quel suo vlagg,a– tòre nel suo stesso passato gU rts,eglla il rin1pianw. Quella che per le no,~re let– tere fu una sLagione grave dl resçonsab1lita. di transione e crisi del linguaggio. non lo trova rapsodo. aneddotico o, che è peggio. !ncllne a cele– brare, a mctuigere per sugge– stione di nuto. Ra,egnanl re• visiona giudizi propri ed al– trui. LOgtie I suo! ero, dagh altari, ce li mostra In priva• to, dove gli uomini ,eugono e< vfstf ». pesa.ti . sot.t.0post.1 al controllo morale. Per tutt-0 l'Itinerario il cro– nista e lo storico !-!ttcrar~o si Jncontrano e li connllcv, è felice. Era piu che dovero o che un critico si rlpropanes– se di rianimare un cmquan• tt11ruo c11lunnlato e denso. ce ne d!ces,e le virtù e 1 l1- m1ti. Incontri - egli !I chia– ma - e son piuttosto i tem• pi di una causerle affettuosa e colta. piena cli s, olte e dl 1mpre, ,st1 , di lmpenn-LL e dr abbandoni, qua e 1a ~1..'h ?Jl.• nlature e ritratti In punta di i;enna., proi:,r,o alla Lj L\.on titracKey. ,;wria di un .io– mo vivo anzi tutto. che ~1 rac– conta con coraggio, lo dire•t1 sangulg~o e lmpudJco. tJn,o e che egll si scopre. fluo ul,a co1:.frssione. l\ei second_; volume Il cri– t1co prevale. è materia che' sr.otta, son tutti vicini di r~– '" e non è che lo t.ro ,! pi·; li.• H.Sl-t' da camera. e LUtrJ :ntento a guardarsi d'atv,r– uo, a capire. a dist1.1;1ucre. Lo npuznano le mlliz1e. I nar– ratori combattenti. le J.;; er- ze ed oppòst.e trueulenze iàeo– !oglche e ancora PJ.Ù :a sua denunzia è ,,brata per 4uan– tù permane di gratuito e dr \ 1 ecchio dletro il cartone ar- 6en ta to dei prosa wrl dl an~ e cruscRntl d'ogni genia, col– pevoli di aver preferito l'e.;:– ho estetico al dramma dialet,. tico del reale. Ravegnani è uno storiclsto.. piu desanctia– no che crociano. come è , e– ro che egll ama convivere con lo scntLore aa uon:o a uomo, gll legge i:el sangue. lo as– sume alla radice. gli spalan– ca ! cassetti, lo scruta nel segreto della vita. morale. Seppure ve ne fosse otato bisogno, Ra1egnanl ha ,·oluto chiudere la sua fatica criti– ca con una generosa d1ch!a– razione di fede e gliene sla– mo grati se un cosi attento esame di coscienza è quello di og,rnno di noi, impegnato giorno per giorno a battersi contro le seaualonl della let– teratura sterile e della soli– tudine spirituale. Non so che possa fargli piacei·e. ma ! due vo!UlUl sl dh orano. tirano a sa terne di più, siccome vi si respira aria di onestà e di gemllez– za. Piace anche che 11 criti– co sia scontroco e con una punta di scetticismo civile. co:itrocorrente ad ogni piè sospinto, fedele e generoso nell'amicizia legai-O alla sua infanzia ferrarese. di costi– tuz.ion un pò stendhallana. Ed 11 migliore Incontro sem– bra che Ravegnani lo abbi• avuto con ~ stesw. ESRICO PANUNZIO che egli aveva pubblicato pres· Dopo aver patito tante volte so la ferrarese Casa editrice un idiota ostruzionismo (e chi radde, de, fratelli Neppt, diret• sa quanto ancora dovrò subir• ta da Alberto. Questa Casa, ne da parte d.1 presuntuosi e nata nel 1916, era considerata Incapaci!) posso dire che Ra· da me una spenta gloria non vegruinl '""' è, per la rettezza solo di Ferrara, che aveva bril- e generositci., a.n,mo da prestar– lato fino al 1922 quando per s, alle manovre di ch.lcchess,a. la riforma Gentile ebbe trasfor- Lo appresi chiaramente quan• mat! L suol magazzini di testi do vent'ann; dopo pubblica, le scolastict in carta da macero. poesie dei mtei vent'a,ini, «Giar– éssa aveva editato, oltre che diti-O sogn~nte », (1947 ). ed e~ll Slnloniale e Le due strade, pro- ne parlò ,,. alcune ngh.e s1.n– sa lirica e pees/a di Ravegna- cere con la sua sempre vigile ni, le opere dei mlgLtori rivela- attenzione V~rso i giovani e tisi In quel tempo. DI Lione/· con la Uberta che non tutti ! lo Ftumt «Mussole» di Ma• critici h.anno. Quando poi que• strL " La meridiana »,'di valeri st'anno ebbe occasione di leg• prima " Umana» pot « Crlsalf· gere, a mta Insaputa, U mano– de», d, Bagan,anl « Arie paesa- •~ritto dei mie, "Canti del Ve• ne», di Vi/laroel "La tavoloz• Imo» per co-nto di una. gran• ,a e L'oboe», dt Mario Vcndlt- de Casa editrice, mt vidi ar– tt « Il cuore al trapezio ,,. dl nvare - cosa rara - una su.a D'Alba "A L'alpeggio», dL Mot- lettera, della quale ml rolpl la tlnl « Le rose nel pruneto», di su.a onest<1e ~stone. Dunque, De P1sis «Prose». Buona f<rma non è. tutto ,ntere,se, a/fan• ebbe anche per una antologia smo. indi/ [erenza m que,to del mio poeta ferrarese curata mondo. Ce ancora qu_al<:Uno con Intuito critico e gu to mo- che lo sah1aJ - ml dissi. IL derno da Giulio Neppi (a cui suo pe,zo ,n "Epoca». sul m,o debbo anch'io molta grat,tu• libro, che vòll1 pubblicare su• dine). b,to per non attendere turni • Altro merito della editrice per dare luce ad altre opere Taddei e di Ravegnani d<>non che aspettano, e la sua conver· trascurare nella stona' delle TI· •~ione alla Radio sul dec~11 viste lettera,ie del 1900, proven• nio, me lo riconfermarono' '" ne da " Poesia e Arte», rivi.la pubbhco. Il disinteresse e lob• che si pubblicava nel 19 19 a biettw,ta del suo, 171udlZ1 ch,a• Verona. diretta da Antonio Sco- ri aperti, elettriz,ati da una tari, critico letterario e musico• sens1b1Lltasempre a fuoco, ,ono logo di notevole acume, speri- stati condwis, da van crit1c1 e mentato gusto e adamantrna da lettori, che ,n qualche mese tempra morale Alla fine di hanno esaurito la pr,ma ed1· quell'anno usciva ,n parte tra• zLone della ,n,a nuova op_era, sformata e abbell,th nella ve· la 9uale comprende vent ann, si.e, con un commta.to dt Sco- d.t 1 ,mpegno. lari che /asciava la d1re,1011e a 1' altra parte. se questo può Ravegnani, da sottolineare "' costituire. un discreto successo, quale/le punto come questo: dimostra elle per meritar~ la " Ogg, come ,eri, c'è da rifare stuna della critica qualificata, L'uomo che e ,n sé • nella sua ho /atto una corsa lenta e m,– storia,' attu:altt<1 dl poesia, d, surata eh.e Ila durato. vent'an– penslero, d'azu:me, e eh.e nello n, (per non dire qua.s, trentrt) equilibrio delle tre forme può e non me ne d.otgo per nulln. soltanto ritrovare La ,ua Vtl/11 Anzi ringrazio eh.i ml h.a dedl- essen,a ». . cata tempo e scr,tt,. Rtivegnan, aveva dato alla rivi• CASI:IIIRO FABBRl Dall'altra parte del fuo Re. i;egnani doL·e1.1a e&Sere appog. gtato alla men.,ola del tele– fono. gli occhi chiusi. seguen– do un filo della sua memoria. Perche il di.,icor!o si fece lun• go. il suo discorso, ed io, da un bar chias&o&O di M '4.ano, dot·e cert.t at:ventori prole...t~a. ,·ano ,:;;Ilancevitorta del Tott>– ca.l<"'io è! certe schede sbag'u, ... te. d! matrici figlie e di ma– trici madri Invertite. e df m!– Hont. si.signore. m/Ltoni slu. mat, - lo. dicevo. cl •tavo fa,. cendo una bui/a figura di p,n– gumo. E quando Rat:egna:ii disse: - Perche Jei vorrebbe farmi la forca?. - io nspou: Ma le pare? Anat .50no d'at> cordo. Ma per megtw parlare di queste questioni verrei a trovarle., ah? E Rat:egnani mi ri.cer.:ette come un gentiluomo cii cam.-– pagna. In vestaglia. nella roc– ca/orte di libri assiepati Ut una grande &tanza. con d...i Qua il va.s.sotodel vermuttino, di !d te scatole per s,garette di t :ecch.io legno mta.r.uato e borchiato di se/legge madre– ~rlacee. «Dunque ... > Cosi Ravegnani. eh.e ha più anni di mfo padr~ ma dtuen.ne amico. Ma 4 ,x,.rte l'am1c1zf4 per fuom.o. rinsaldata poi tn varte occasioni. Ravegnani va. considerato e stimato soprat– tutto per la sua opera di scrittore • di critico, uno dei pochi della t·eccllia guard14 che abbia coluto e creduto di i·irere aderendo con il nostro tempe. Egli. Infine. Ila un al– tro =rtto: quello di pepata– rizzare la critica. dt renderltS accessibile anche a lettori di, stratti e poco ricettivi. consa– pevole che cosi /acenw, potrei essere seguito da un pubblico piti vasto. « Uomini vi.ti• è un'antologia dl nomi s di ope– re che d1r:er3C1mente presenta, ti ai-rebbero costituito nutri– mer.to. per poch.i. E poiché l<> funzione 'dello oc'tìttore è quella sopratutto di render&! popolare. Raregnani ha votu.– to eh.e la èritica divent=• popolare. V i è riuscito. con be– neficio nostro e iùi lettori. K questa sua fatica. elle testi– monia di lunghi anni dt lat'o- ro. non può es.sere altamsn• te t•alutata e apprezzata. Al· tri. plti qualtficoti dJ me nel presentare l"opera letteraria Giuseppe Ravegnane, glielo riconosceranno. GIOSE Rll\tANELLI TRADUZIONI 01 RAVEGNANI Antologia di novelle catàlane. Milano, Firme Nuove, 1926. P. Mertrana: Josafat. Milano, Alpes, 1927. J. Coctea u: I raga,zi temb1lt. Milano. Mondadori. 1941. La vita di Lazzarina di Tormes. ~'.la 1 ; 9_ On!versalè economi- w. D1sney: Il Slam. Milano, Mondadon 1955. M. Sachs: 1t Sabba. M1l<1no, Mondadon, 1955. J. Gree· Moira. M1!11no, Mun• dadon, 1955. A ~Ialraux: L,a speranza. Mi– lano, Monda1on. 1955.

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