la Fiera Letteraria - XI - n. 14 - 1 aprile 1956

.. Anno XI - . 14 SET T 1MA N A l, E DELLE LE T TE RE DE T, LE A R TI E DELLE SCI E ZE Domenica I O aprile 1956 SI PUBBLICA LA DOME ICA I Direttore VINCE ZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE: ROMA · Via di Porta c.;astello,13·Telefoni: Redazione 555.487 . Amministrazione ~158 - PUBBLICITA': Ammlmstr, cc LA PIERA LETTERARIA» V1adi Porta c,;astello,13. !<orna. TARIFFE: L:ommerc1ahL. 150 Edltorlall L. 80 al mm. - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 • Semestre L. 1.400 . 'rnmestre L. 750 . Estero: Annuo :, 4.000 . Copia arretrata L. 100 Spedizione 1n conto correr.te postale !Gruppo [li . Conto corrente postale n. I.Jl42H I GJlOVAN'JC~ OGCiC ~ DELUSIO~E di una spettativa mancata Gli ideali, nelle loro manifestu:ioni pratiche, concrete sono rimasti al disotto, meglio al di fuori di quel che i giovani cercavano (e cercano tuttora), senza saperlo di DIEGO FABBRl E', questo, u.i argomento che mi porto dietro da quando non. avevo ancora ven• t'atttti, e reagiuo 1111. po' rom.an.ticamente a,LJ'ideache il proble>na dei giova11i potes– se essere discu,sso da gente che giovane non era più, pi1ttlosto che da noi, allora veramente giovani, e che di quel proble• nia eravamo i veri, i soli protagonisti. E anche adesso che - ahimé - giovane non son.o più., e 111,,i t1·ovo, anzi, proprio nella posizione di quelli a cu,i, allora, volevo to• gliere la parola, a1'che adesso mi domcm– do fino a che p1tnto 11oi- i non vi,ì gio• vani - possiamo seriamente contribtdre alla chiarificazione, se 110,i proprio ali.a 1·isolu,zio11edel cosiddetto proble?lla dei giovani di questa o di queste ultime ge– nerazioni. che per noi c'era qttalcosa che doveva a>t· co,·a giu.. ngere - che tardava a giungere, è vero - ·ma che un. giorno o l'altro sa– rebbe pur gi1t1ita anche ee il nostro con• trib1tto doveva. rid1trsi a u,,i fatto di pa• zienza. Oggi, invece, la de/11,Sione in-oviene dei ,ma asvettativci mancata. Chi, che cosa aspettavano i giovani? Aspettavano degli ideali nuovi, e dei maestri, delle guide. (E ·il mio discorso, a questo 7J1tnto, per poter essere in q1wlche modo probante, clovrebbe soffermarsi ad esamincire a mio a imo i vari ideali c/ie sm,o stati proposti e ·i vari maestri che si sono vrese-ntati snlla scena. Mci è un esame che 11011 posso fare, adesso e q1ti; ed è poi un esame che -non 1n.-i piace ne1nnieno fare in questa se– de; poichè q1testa specie di indagine som• 1naria stù.la condizione dei giovani vorrei che restasse, stavolt1i, il doc1tme1,to cli ima certe, realtà, la radiografi.a di alc1mi ptuiti dolenti o anchilosati. Per poi trar– ne delle consegue,ize pi,ì generali o 1ii1ì personali.I Poichè, se si accetta di parlare s11 m1 tale argomen.to , occorre b011dire qualcosa che serva a loro, i giovani, così come sono oggi, cosi come sentono oggi; e mi tw·ba semvre il d1tbbio che credendo in buonis– si11wfede di parlare dei giovani di oggi io sia invece fatalmente i1'dotto a contin1w- 1·e a parla1·e di quel che era vanio ·noi, gio– vani di allora. E' anche vero che l'incliie– sta eh iede di stabilire 1tna certa compara– zione tra, giovani di ieri e giovani di oggi, e di indicare quali siano le diffm·,nize; ma per poter far q11.esto in ?11odoequo e utile è pu,r sempre necessario che si facciano delle d1te generazioni dei ritratti esatti o per lo meno simiglianti di modo che noi e loro ci si possa riconoscere. E non è facile! Dico s1tbito, per cominciare dalla mi.a ge,ierazione, che mi è ri1nasto sempre do– lorosamente ·impressa nella. coscienza pii, ancora che nella memori.a q1tellci d1tra sentei1za che RiJke scriveva al < giovane poeta> che gli aveva chiesto co11si17li sul– la propri.et i·ocn...;:fonc. S··rit-Pvn RiUce in ima di qllel/e lettere: e Siete stato giova– ne, voi? m, 1na da giovaf1,e non ero se non uno qualunque. Non si capisce nien• te da gio,;ani. Si cavisce solo più tardi, lentissimamente>. E' vero che da yiova11i si è « ti,w qualunque> - e non si capisce niente - e si capisce invece solo piit tardi, quando, cioè, giovani non si è piùf Allo· ra, pu.re nella ·mia gran.de atnmirazione per Rilke, mi sembrava vero t11.ttoil con– trario, ta11to che mi ribellai a quella sua perentoria sentenza e per dimostrare pub– blicamente che anche da giovani si pu,ò capire e si può aver pi.ena coscienza della propria condizione, scrissi "" saggio che si intitolava, app,mto, < l giova11i del '40 > - i giovani) cioè, che erano, allora, tra i diciotto e i venticinq Ile anni. Si era ai tempi - si badi bene - in ct<i tutti i giovani erano in qualche modo, non solo politicamente, inquadrati e vive– vano, di fatto, """ loro vita associata, organizzata non solo in certe manifesta– zio>ti fisiche, ma anche in certi dibattiti cult1'rali dove si tentava di stabilire certi pU,nti di comune interesse e di comune 7JeT. StW,Sione.Eppttre la conclusione del mio saggio sui giovani di allora era proprio qttesta: < Il giovane smite talmente enor– me e sostanziale il distacco tra la fonna organizzata della L·ita sociale in cui si tro• va praticamente ad operare, e la forma interiore del proprio mondo personale che riiumcia fin da principio anche allei spe– ra,iza di una trasfonnazione della società secondo ideali personali. E allora tenta di sopprimere 1tna delle due estremiti, del contrasto: la svuota di ogni sig11ificato, di ogni interesse. Tenta, ver conto proprio, una 1noralità non piit organizzata, m.a spontane11 e occasionale>. Diventa forza• tamente adulto tentando cli essere auto– sufficiente. E concludevo: e La èlisfatta del senso sociale rima11e ver questa gene– razione la carenza forse pii, preoccupante e decisiva>. Si trattava, rivelo, della ge– nerazione dei giovani del '40. Venne la guerra. E si avrl, s1tbito dopo, con uno scoppio di violentissime sveranze, il dopoguerra. E' natttrale che i giova11i risvondessero con i11Lprovvisci e tm po' cieca dedizione ai richiami delle varie « socialiti, > che vennero loro subitaneamente e sommci– ri.amente proposte, voichè per i giovani si trattava di colmare una ormai organi· ca carmizri che li aveva resi dolorosamen– te linfatici e isolati per un ve,itennio. Il risultato di qu.esto tuffo "" po' a occhi chittsi nella socialità? Rispondere a que– sta doman<ktt è, in fondo, anche determi– ncire i punti salienti della condizione dei giovani di oggi. . Che cosa è dunque acca.dnto ai giovcini del dopoguerraf Che si son b1tttati alla ricerca di un impegno che desse wno sco– po allei loro neces.sitcìdi agire, di operare non. piri isolatamente, m.a i.nsieme al.la co– struzione di 1tn 'mondo nuovo. Molti, in• fatti, promettevano ai giovani ltn mondo nuovo. I giovani non avevano - è 1tat1trale - idee chiare: non le potevano avere. Ave• vano u11agran voglia di fC1re; fare qual• Cosa i11, compagnia; agire seguendo una correllte di ideali comttni. Gli ideali, strCI• da facendo, awebbero poi dovuto identifi• carsi con le esige1tze persona/i dei singoli. Questo no11è avven1tto. Gli ideali, nel/e lnrn ma11 ifcstazioni pra– tiche, concmte, sono 1·imasti al disotto, meglio CLtdi fuori di quel che i giovani cercavano (e cerccino tu,ttora) senza sa– perlo. Tanto che lei condiziolle dei giovani dopo q1testa clecennate esperienzci potreb• be essere definita: ttn co11ti11ttareCl fare insieme qualcosa a. cu.i, personalmen·te, non :~i crede oranw.i più. In wi motto: e agi– re senza credere >. E i mCLestri, le gu.ideY Non e& sono stati veri 1naestri, vere gttide per i giovani. Dico meglio: 1naestri ce ne sono stati, ma si son tagliati la barba, senza sapere che i giovani asvettando un mCLe,,tro as7,ettavano semvre un po' 1t11 profeta. Io 1ni ricordo di ttn professore che ci insegnava le scienze naturali.. A·veva wna gra11 barba; barbC1profetica. E ci piace– ·ua. Un giorno, per 1notivi suoi, se la ta– gliò. E non gittrammo pitì - ingiustamen• te, d'accordo - alle sue lezioni. I,. fondo, anche sta·volta, si era aspet• tata il l'itorno o la 11ascita dei nuovi pro– feti. I profeti, al momento giusto, si ono alzati, hanno parlato, m.ci ci si è acco1·ti che non a-vevano la barba vagheggiata. Erano profeti troppo q1totidia?1i e soddi• sfatti, un po' troppo modesti per giovani che avevano sofferto per 1tna falsa eroi· cità in costu,1ne; perfino un po' meschini. E qttei pochi antentici, "°" avevano 11è i messaggi nè il linguaggio che conveniva ai giovani. Che cose, niancavaf Che cosa contintta " mancare? Direi che è ma?1cato l'cimore. Qualc1L110 che propones.~e, che incarnas· se "" antentico ideale d'amore. Le, segreta s pera,iza - sveranza se,npre del1tsa - dei giovani era e rimane proprio questa: qual• cosa che li accendes e d'amore. E non c'è stato. Occorre ben dirlo. S'è parlato tanto e si 1iarln ancora tanto di amore; ·ma si sci che chi parici troppo di cunore non cnna. Tror111econtraddizioni, troppi voltafaccia, troppe di.jtin.zioni, tro7J. pi formalismi perchè qttell'umore fosse atttentico. Occorre un m.essaggio .,emplice, elemen. tetre - con un'idea C'entrale, doni.inante che sia u.n'idea d'amore, '".'" impegno d'amore. Si tratta proprio di una crisi d'amore: in se,iso generale, 111-a nche in senso par• ticolare. Comincia ad essere in crisi tra i giova?ti qttel vrimo, naturale, sponta11eo amore che è /'a.more tra l'uomo e la don. net. E' 1Hl,lt crisi che coniincia proprio di qui. I gio1:ani, oggi, si cunano 1nale; il loro è n,i sentimento di breve respiro, ha un piglio capriccioso e· mutevole; non ha ?tiente di stre11tto e disperato, niente cli as· soluto e di etemo. Si sa, in partenzci, che è toi fcitto destinato a declinare e ad estin• guersi. E invece l'a·more. come Dio, è l'unica ,·ealtcì assoluta della noetrci condizione umana. Si crede che l'amore viva irrazionalmen– te di aniore - e si sbaglia; l'am.ore, invece, per vivere e crescere deve ,111trirsi e assor. bire ,ma infi,iità di altre cose, di altre, di• cicimo cosi. virt,ì che costituiscono i ca• ratteri dellet pe,·sonalità. Uctmore dà CLC· censione e dnratq alla personalità: la esal• ta altruisticame11te. Poichè il problema dei giovani, ieri CO· me oggi, mi pare debba essere visto coma u,n problema di rapporti, di relazioni, vale a dire di socitLlità. Il giovane è costituti– vamente proiettcito fuori di sè, continua– mente. in cerca di contatti, di p1tnti di aggancio o di appoggio; in cerca di mo– tivi di inserzione, di occasioni per forma– re coppia o gruppi con aUri; di essere al centro di w1'assemblea o di far da corona attiva, apvassionata a q1'alcuno che sta al centro come g1tida, come maestro. l termmi del problema sono q1,esti, ieri come oggi. Noi ci vedemmo interd.etti o co11pmqtte falsati i rapporti con gli altri, rapporti che, per essere si:iceri e a1,te_nti'ci,hanno bisogno di liberta.. Perciò c, tmvammo nella ctolorcsa necessità di non vivere, (la giovani, h nostra età giovanile. Direi rhe soffrimm,, crnzitemvo, e soffrnmno male poichè fummo vrivati di quel dono nattt· raie che è la libertà. E poi sn su, all'amore concreto per gli altri, all'amore ))er la giustizio sociale. ver /et giustizia ?11oraJe;all'amore per la bellezza ... al dono di sè. Ne/ segreto dei giovCLni di oggi c'è questa esigenza di clo· narsi - e non sanno a chi, a che cosa per cui valga la pena ... I giovani di oggi, allora? . . l giovani di oggi non sono privati, è ve– ro, di beni essenziali, ma sono in sostanza de/tl,Si. E sotto un certo aspetto la loro delusione è più penosa della nostra 180· lata e in,ane aspettazione. Dal momento E lei religione delt'amoref lo creclo che sia proprio questo che cercano i giovrtni: un'I religione dell'amore. E' certo - o al• meno io lo credo fermissimamente - che se Cristo ritornasse e facesse il stto viag– gio µttra1:erso le strade di qnesto mondo, i 'giovani, almeno ttttti i giova11i, gli an• drebbero dietro. DIEGO FABBRI CHE COSA FA O Gli SCR[TTORl STRA IERI SIHE~O~ fidueia nel ro1na11zo L'umanità ha sempre cercato nei romanzi e un tempo nei racconti e nei poemi ep-:ci qualcosa che la rassicurasse su se stessa * d·i LUCIA A ZA UCCOLJ Benchè belga di nascita e questo scrittore tra i più ca– francese di adozione, Georges paci. tra i più fertili. tra i Simenon è legato all'Olanda più apprezzali e letti del no· da particolari motivi di a!!e• stro tempo e al quale era ri· zione. Olandese, proveniente volta la più ampia «mmlra– dalla regione meridionale del zione dello stesso Gide che a Lfmburgo era sua m,dre; o· ragione lo definl il più istin• lande e per e concepimento> tivamente dotato dei roman– e l'indimenticabile commissa- zieri francesi contemporanei. rio Maigret protagonista di imenon non ricorda quanti !orse un centinaio tra i suoi libri ha scritto; c'é chi affer. più letti e diffusi romanzi. ma siano circa quattrocento; Lo scrittore si trovava difatti c'è chi sostiene siano di più. in Frisia quando gli si matu• Ma non questa domanda gli rò dentro in !orma delinitiva abbiamo posto durante un'in• il carattere del calmo ed astu- tervista che gentilmente ha to poliziotto ed in terra oian· voluto concederci. Gli abhia– dese fu scritto il primo libro mo chiesto se conosce hene da es o ispiralo. l'Italia. «Benissimo pPrchè so• Simenon è venuto nei Pae- vente l'ho costeggiata sul mio si Bassi, proveniente dall'A· yacht e tutte le volte che mi merica e diretto in Francia. si presenta l'occasione. mi per invito di una casa editri• fermo dal mio editore. Man– ce di Utrecht che cura la pub- dadori. al auale ml lega una d Il I vera amicizia anche perchè blicazione e e sue opere n è il mio editore "più anti– Oiandese. E' stato f,,,-teggia- ro "... In altri paesi sono sta– tissimo perchè alla rinoman- to diverse volte costretto a 1 za che godono I suoi romanzi b' r ·entro un pubblico assai vasto. :i:; èta~~c'!';s~~- ~talla questo spondenza, sbriga qualunque affare. Durante il soggiorno olandese le sono state rivolte le più calde mani!estal.ioni dì lmpatia anche perché qual– cuno crede di riconoscere nel– la signora Simenon. sia pur sublimate in una concezione e in una forma molto più evo– lute di vita. queUe caratteri– stiche migliori di materna premura. di dolcezza, di sen– sibilità proprie della moglie del P.rotagonista per eccellen• za: 1!commissario Maigret. PERICLE FAZZINI: Altorilievo in pietra (vedi a pag. 6: ScuJtura alla Quadriennale) si è aggiunta la si_mpat!a eh~ e Lei ha ambientato i suoi emana dalla ua giov-amle, VI· romanzi nei diversi paesi nei tale personalità. Il problema quali più o meno a lungo è affacciatosi in questi giorni vissuto ... in Belgio. in Olanda con la visita di Simenon e po- in Francia. in America ... se sto senza possibilità di una non ci inganniamo non ha esatta risposta da molti gior• mai celtn l'Italia come sfon. nali. è qual mai sia il nume do e suehhe interessante per ro delle opere prodotte da nn! sopPre so vede la oos· Ma la visita di questo scrit– tore francese ha ris,·egliato un'ondata d'interesse soprat• tutto per una brillante conle– renza tenuta all'Aia davanti a un pubblico foltissimo e con la quale egli ha voluto espri– mere la sua fiducia nel ro• manzo. Cercheremo di riferir– la nei concetti fondamentali. Anzitutto Simenon ha pre– messo che è dilficile per un < raconteur rt'histoires > par– lare di filosofia o di letteratu– ra in generale perchè la sua professione dovrebbe essere soltanto quella di raccontare delle vicende. Secondo me - ha continuato - la nostra. è l'epoca del romanzo. Per lun– go tempo, la poesia è stata la ambizione degli intellettua!L Nel secolo passato Alessan– dro Dumas diceva che o~i giovane arrivando a Parigi portava nella valigia una tra– gedia in cinque atti critta in versi. ~a oggi ministrL medi– ci. studenti e avvocati so,:?na– no di scrivere romanzi. L'im. portanza della tiratura di edi• zioni di scrittori debuttanti farebbe impallidire Balzac e Zola. Mai si sono tetti tanti romanzi come negli ultimi tempi non ostante lo sviluppo del cinema. della televisione e l'adattamento del romanzo a riueste nuove forme d'espres– sione. Ma il romanzo si è li– berato delle sue servitù. Bal– zac si faceva scrupolo di in– serire in e Eugenie Grandet > o ne e La cousine Bette> del– le descrizioni interminabili. E appena un secolo fa la mag– gior parte dei lettori. male in- ----------------------------------------- sihilità rli immaginare in que– UNA CONF.ER ~"-A!' O UN JPUN'Jl'O FJE.H1"07 * ~to pap5e ]'azione di una sua opP-a futura ... >. Slmenon ha riflettuto un momento: e Non lo esrludo - ha risposto hrevemente - il vo tro paese è quanto mai ricco di motivi P bello ..>. F.ra – vamo <"ltriosl di sanerP nove Pgli i1tlin2a i r... ...l, ~Hcri della innumerevole SC'hiPra r'pj suoi nerson~ P'P'Ì e glielo a hbiamo domanrlato. Il caso Françoise Sag;an Il gesto vago ed espre sivo della sua mano ha significa– to che si sarebhe sconlinati in un discorso troppo lungo ma ha voluto concludere: <Dalla vita naturalmPnte ... da per tutto ... poi li trasformo li rielaboro li ricreo ... >. In « Un Certaln Sonrlre » l<'rancolse S11gan si dhm.tstra uguale a se stessa come se Il clamore faUo o,·11m1m.• aUorno al suo nome I' a,·esse appena sfiorala Il soo·prendente strepitoso successo ottenuto due anni or sono da Françoise Sagan con e Bonjour Tri tes e Jt in sciu!I., In maggior' o mtnor Francia dapprima, ):>olda noi, misut'a un. valore letterario. In Inghilterra, negli Stati Uni- Françoise Sagan cioè ilOn ap– tl ed ovunque altrbve esula partiene alla schiera d1 quan• completamente daUa lettera- li come Ceci! Saint-Laurent tura e ~nche dalla vita lette• e;I I sùol accoliti da un lato, rir;;· I~~~c~n sftt!fe~ii~:::; ~~11•~rt~"c;\fbe~~1ca 8 ne;i~o~i~z1 ta ammirare in cBonjour Tri• stesse> anche da una giuria di critici ed avevano costitui– to il punto di partenza del suo sucres o vi si ritrovava– no in pieno. Ciò sembrava di• mostrare che e Bonj0ur Tri– stesse >non era da considera re una riuscita occ~sionale e fortuita come avevano volu– to insinuare i suoi detrattori. ricolosissimo e spesso si av– vera un passo falso. Tanto più notevole è il modo bril– lante in cui essa lo ha supe• rata. In e Un Certain Souri– re > Françoise Sagan si di• mostra uguale a se stessa co• me se il clamore fatto ovun• que attorno al suo nome !'a· vesse appena sfiorata. Abbiamo voluto !arei rac– contare da lui stesso il siste– ma regolare. incessante e me todico che gli ha perme so di mettere insieme una cosi no tevole produzione. ad un certo momento uno in serie <'Oll'unico scopo di strano fenomeno di infatua- i;uadagnar denaro vendendo zione collettiva. SI poteva sup- 1I maggior numero possihile porlo del tutto passeggero. di copie e quindi i diritti di Esso si avvera invece abba riduzioni teatrali, cinemato– stanza dur~vole t;into da po grafiche e LP.levisive.Essa ha <Un Certain Sourire> (Jul• iiard edit. Parisl di rui esce contemporaneamente la ver– sìone italiana presso l'edito· re Valentino Bompiani di Mi. !ano conferma ora in pieno il sinl!'olare potere di questa scrittrice acerba, amara. a · sai limitata nella sua visione ma autentica. Si poteva pa· ventare la prova rli cotesto secondo romanzo che per un autore •giovani imo cui ha arriso un succe so ecceziona• le per il primo è sempre pe· I due libri appaiono come due melodie composte con poche note su motivi parai• leli. La prima era più violen– ta. più colorita. più contur– bante. La seconda è più m.J dulata. più amara. più scar– na Ma I rapporti fra l'una e l'altra sono evidenti P non si limitano al fatto che in amho i casi una fanciulla si trov, al centro del racconto e ogni cosa è vista attraverso i suoi occhi giovanili ma tutt'altro che innocenti. I due libri nar• rando due vicende rl!ssimili < La sera in generale vado a letto verso le dieci ma la mattina prima delle sette so– no già al lavoro e vi rimango parecchie ore. Viviamo parte dell'anno negli Stati Uniti in una casa di campagna. gli al– tri mesi a Cannes e abbiamo fatto per la prossima estate il progetto di venire in Frisia insieme con i b1mbini per lo GIACOMO ANTONINI (Continua a pag. 2) port della vela. > La moglie. assai !{raziosa canadese di nascita. è un'atti– va. intelligente ed ,morosa segretaria per suo marito al quale toglie ogni preoccupa– zione perché é lei che stipu la i contratti. tiene la corri• LUCIANA ZANUCCOLI (Continua a pag. 2) ~l 0\ 1 1 •\GE'l,.1'0~1,, DE ...L'l<~Dl'l10IIE El~.\lJDI ,.. Venturi eLeo netti dal realismo albarocc I due vòlwni, apparsi nella collezione diretta da Elio Vittorini, ne confermano ancora una volta il carattere sperimentale, e l'attento impeg110 nella ricerca di una nuova letteratura· E' fuori dul;>bio che una ~ aJ loro lirismo. S;,i.rebbe inÌui, parte cospicua della nuova come scrive Vittorlni e la f= narrativa italiana di questi di FIL~lll•laJ • •'I)•) \'IHl•I • schezza·enttisiasta di q~e_tll ultimi anni sia uscita dai ..,_ " l~ .t11 l~ • " .t1I ,i.noi>. ripercorrendo una stra- <gettoni> di Einaudi. Se non da non nuova, ma e carico di FRANCOISE SAGAN altro la collezione dirella da per la narrativa e a proposito tri inline.'che non sanno an- curiosità umana ,anpchè. di Elio Vittorini ha avuto il me· di un linl!'uaggio narrativo cora superare tutti i limiti ma Polemica>. Potremmo ricor– rilò di proporre alcuni proble- abbiamo assistito all'inaridir• non sopportano di restarvi in- dare a Questo propasito .u mi di scoperta. sui cui criterio sf di non una ma di molte tra sabbiati. sono tornati all'inge. Calvino del Sentiero dei nidi si potrà discutere a Iunl!'o, le linee che la terza.e la quar- nuità. al lirismo che la caral• (li ,-agno. nel quale tuttavia si come abbiamo fallo noi stessi ta generazione dei nuovi nar- terizzarono nelle sue oril!'ini. avvertiva come la carica po– su queste colonne in più di ratori italiani avevano imboc. Percorrendo dunque il cam- ~emica tendesse a lasciarsi as– un'occasione. ma non si può cato. . . mino inverso essi sono oer- sorbire dalla curiosità. senza nel tempo stesso fare a meno . Molto lealmente Eho Vitto- venuti quindi più. o meno al• tuttavia annullarsi. anzi per. di rilevare come il carattere rmi. al quale si deve senza le posizioni di partenza o me• meando di se stessa la' cùrio– di e sperimentali là> di talune dubbio una parte della re- glio a quelle che si lasciavano sifà. il fresco e-usto dell'lnven– opere pubblicate sia tutt'altro sponsabilità nell'apparizione Polemicamente dietro le sral• zione come è accaduto nelle che la sperimentalità esterio• di tanti nuovi e nuovissimi si le. Tanto valeva. aggiungia• opere successive dello scritto– re di chi rirerca solo per cosi Pone - se pure con altre pa- mo. non imbarcarsi in un ma re II Visconte dimezzato e dir.e I nuovi, i giovani inge: roie - un siffatto problema re cosi perig!ioso. Ma ripor- L'entrata in .Ql«?t-rCL. Ma In gnr. L'Italia è uno dei pae_s1pres_entando_ uno dei ?U~ vo: tando il discors_o sulla funzio• Calvino piuttosto che un ritor– (letteralmente parlando) n1ù lum, apparsi m questi snornt ne dei cgetton1> occorre an• no su precedenti esperienze ter es ere considerato rap• presentativo per il gusto e la mentalità di oggi. In contra· sta con quanta avviene gene ralmente ali' epoca nostra, non ha un'origrne cinemato– grafica, sportiva o semplice· mente mondana ma è dovu– to in partenza ad un libro con evidenti pretese lettera• rie, un libro crltto bene. Perché e il fenomeno d'in (atuazione attorno alla per· sona ed all'opera rii Fran• çaise Sagan esulta dalla lette• ratura tanto e Bonjour Tri stesse•· che Io ha iniziato. quanto e Un Cerlain Spuri re>, che lo continua ora e lo rinnova, ad altro non mirano che ad iscriversi fra i roman• altre ambizioni. Per questo carichi di in~_egni e tuttavia nella sua _co!Iezione. qu~II~ che al!'l!'iunl!'ere eh~ ~s.i <;i001evamo notare un costante si può in ede di cntica lel• n,on se11;pre I ,nge~no lettera• che raccoglte I dl;'e raccont! d1 h_anno_dato una serie dt 1nd1· viluppo di quelli che erano e leraria parlare di un e ca O no corr>SP?n?e ali acute~za e ~larcello _Ventun Il _treno del· Z! e dr documenti ch!, lo to• sono i s~oi elementi vitali: la Françoise sa~an > esaminan paz1en,.a dt ricerca. vogl(amo l Appenn"'o e Caccia al cap!• neo futuro, e forse p1~_qu~llo !~onta .. I mvenztone. la taco!• do i suoi libri. drr 7 che ti:oppo spe _so I n~- ta110. eh~ reca come titolo ti d_elcost_ume e dello spmto 1ta- ta di ltberare la sua materia Dopo lo straordinario suc• stn l!'lovan1 narra ton. mdov,. P_r1mode1 due. Parlando \nfat. ltano dt un certo periodo che oii tutti_ e-li elementi spuri alla cesso di e Bonjour Tristes• nata una I_ormuta (e_una f<>r•t1 dell!'- corrente n~orealtst1ca non quello della letteratura. ,arraztone. In questo Venturi se> che l'aveva fatta glrova- mula n_one una poetica l. ere• sollecitata da _vane l_)artt nel n_on potrà trascurare. II. chP si a_vver_teinvece come ta sua gare in Europa e fuori indu- dono rl1 aver trovato altr~sl li Prtmo tempo 1mmed1atai:nen· e, se1:1bra comunque un ns,!l· ~ur1os1ta umana si Invischi cendola persino a scrivere al- banrlolo .d~tla matassa. 1! se- te s~1ccess1voalla Ltberaz1one tal!) importante anche se rn trop 0 ,., spesso in un compiaci– cuni frettolo i e mediocri ar• greto. c10~. del roman~o. e eglt aHerma c~.e queHa tPn· ultima analts1 quello slor_1co mento dell'immal!'ine e dPlla ticoli da Israele dove un et• pen ano d1 Poterlo a_ophcarP denz? non ha P_1u. oggi. molta P.'uttosto che un~ _narrativa sPns;izione. in ouella allusivi– timanale a forte tiratura ave: a un contenuto ouals1as1. _c;1nv1ta_ltlà c<:>llett1~aeh!! I!' al• 1 tro:,,erà davanti .ll pa_nora- tà che è in e-ran partp il re• va avuto la balzana idea dt poca o con nessuna cura dt tn· cum a _funi' d1 r_1pef)z10n1 sen- ma d1 una men:ionaltsttc_a titto cli un'e'incazione lettera. mandarla come invi11ta spe• dagare se quel ~on tenuto e o- z!'- ma1 s':'1lu1>P(·se schema, I due racconti. o mel!'ltn 11 ria che ha più O meno rarlici ciale, di Françoisc Sagan ave- lo. quello. corrisponde, a una tt7:zata e mand1t~. che 1n al• r,acconto _lungo Il trmio ,te/ nella ornsa rt'artp dee-li ~nnl vamo letto olt_anl? uno o du~ estl!'enz!'Ipersonale.alle. P:es t:n. !'ll!'endo emphcemente da ! A1menmno e 11b_reve roma~ ,~terinri all'ultimn conrlitto. racconti pubbltcat1 ulla r1v1•s1one dt un loro mondo ,rr1ne• ltev1to per una maturazione ~o Cnccu, (ll crtmtnno. d 0 I Jt. Non ahhiamn nulla contro sta e La Parisienne > e di cui tibile. sempre ad averlo. t on oersonale. si è tra formala in bro di Marcello Venturi so riuell? ~-,,.~ninno rh!' sp non uno almeno. e Le Cigolo>, ci vogliamo con questo entrare tante tendenze ben di tinte no tra quelli che segn3no un FERDINANDO VIRDIA L-------------------------------------' zi francesi cui viene ricono• é parso veramente notevole in una controversia stilistica che si può dire non abbiano ritorno alle origini del neo• Le qualità che l'avevano fat. ma a lungo andare proprio molto di comune tra loro. Al· realismo. alle loro inl!'enuità. (Continua a TJ<lrJ. 2)

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