Fiera Letteraria - Anno X - n. 48 - 27 novembre 1955

• Pag. 2 Povero Cajumi ! A succedere alla cattedra di Cajuml su La Stampa correvo– ce che sia stato chiamato G. B. Angioletti; e lo fa credere un lungo articolo La letteratura d'oggi e 1 suol gtud!cl, (Le Stampa, S novembre): ma co– me riportarlo? Occorrerebbe trCl'crlverlo tutto, e non 1moz– zlcarlo, per dort lo prova che, per un Inspiegabile abbaglio, Il ncocritlco parla non gld del· lo « lciteroturo d'oggi», ma di quello. • di Ieri•. O auro poeti– ca, se cl ut batti un colpo ... Ma da.Ila tombo non avete sen– tito che colei tira il povero Ca/umi; al quaù:, neanche a farlo apposta, non &I poteva dare un succeuore plll oppolto. Quanto CoJumt ero lmpepnalo e fanatico (viva la focclal ), U candido autore di r""'natR, di Eclissi di luna, del Generale In esilio, si al/retta a /ar $Ope– re che non SI atterrd, gludl• cando, a • ne.uun Vangelo estetico»: 11e De Sane:~. ne Croce, ne Gram..,cl, lfpecl/lca e precisa. Non Ideologie; ma ar• te. Clot: arte pura, aura J)Oe .. t't'a, memoria, e ,imlU lfOl/e. Caro Ca/umi, anche I tuoi ne– mici ti rimpiangeranno ... Da chepulpito ... Paplnl, oramai, Ila soltltulto Moravia nelle pagine domeni– cali dcJ Corriere della Sera: e non meravigliamoci troppo se, a AUO volta, Paplnl tenda a ,o– ,mu1rs1 a qualche predicatore: • Parole d'un giovane mor– to a vent!quattro anni: "Je ne veux plus Jouer dans un monde où tout le monde trl• che". Quel giovane euaen.va , ~~l~~a n:1?e~r!re~ cs! ~e~W~~~~~:.rt!aft'~rfJ~laJt scorre, quando 111 conviene, come un tllantropo; un epl• cureo si dà volentleri le arie di mistica: un arrutt-apopoll SI eslbl3Cequale padre della patria; un ateo predica, a momenti, quul foue un Pa• dre della Chiesa. V'è perfino chi !Inie di presentarsi a carte $COperteper far rlwct- ~~e!tf;~~hs~cl~r1a~~ 8 t 1~~:~ I ftd i mparnl di I ,t,bl e a manica QJeld~~ rn~~:; 1 c6~ !r:!: no onntamente sono 1Jcurl di perdere sel'flpre in questo formidabile gioco che si chi•• ma vita•· Non che quel che qui, In qu~ tta e scheggia• (13 novembre), Pap!nl dica non ala vero, tut– t'altro: ma pcrcM non persua– de mal, perche za ,ua campana suono 1emprt un po' /essa'! Papini e Soffici fl torto maggiore, Jorie, di Paplnt è, come scrittore, dl vo– ler sempre essere Il capofila, anzi j,i avan,copcrta. Mal, nep– pure con Olf anni e con l'atro– ce malattia, che egli abbia cer– cato dJ guardare Indietro: per– che questo eterno avanguar- dltgglare1 La 1ua ln,azletd t seducente, ma t anche 1ptrpe. ronte; In Jondo, Invece, ,e guardasse anche indietro ta· rebbe a.1sl.stuo da quella sua amara mesti.ria dJ /lorentlno corrucciato, che t pur sempre stata la ,ua mu,o più Intima. Sol/lcl, In/atti, che non ha pfù n ulla da dire, ,•t messo, non ,en.za qualche garbo, a scrive re le sue Jrondose, petu– lanti, ma anche curiose, memo– rie; e Falqul, porlando del quattro volumi, L'uva e la cro– ce, Passi tra le rovine, li 11110 vitale, Fine di un mondo, put>– blicatl da Vallecchl, arrlua od ~~~~{rft 1 T~~p:,oJl~~v:!t~er • Per c!ò si vorrebbe che n $orfici non Interrompesse la opera. Quale risulta dal pri– mi quattro volumi, c~a è ta– le, per serietà di documenta– zione e per francheua d'ln– terpretazlone, da sollecitare Ì-~~,~rf~f:t'!~·taZe, Wi~~~~ do che "gli anni, le facoltà e le for:z,enecusarle all'lm• f::: .. ~l~J~:b:f~~t~~r~~:: curlamolo del contrario e se– condariamente ricordiamogli che un quadro del suo tem· po li quale rlmanuse Inter• rotto a1 1915 non rappresen– terebbe che la preistoria del nostro più autentico e più sofferto tempo, Ed è unll preistoria che, a ritenerne oggi I fasti e le avventure, cl si configura come uno spettacolo. Tra Iul!a e Pran• c!a furono allora di scena pa• re-echiper50nagg1d!\•enuti In f ?if.re~ l~o{!~~~o~;: h :inno fatto la loro appari• zlont, g;à hanno detto la !o- fio l~':~i ~'{l~~~~c:11~~ onche a riproporcelo col più smag1!antl colori e col plù avvincenti suon!, assai poco risulterebbe per noi ancora Istruttivo, se non dovesse avere - come ha - un sé1t1.1!• to e se di questo sérulto, nel· Ja realtà pre.sente, no! non avessimo cu,ato d'Nure sol• tanto gli spettatori•. Berto dalNegus Giuseppe Berto cOl,uo Guer• ra 1n camicia nera (t annun– d.aJ4 la trad.iulone fngle&e) t teca LA FIERA LETTERARIA TERZA PAGINA * * * e dintorni ancora al centro di /eroe! di• ,cusslonl; ora POIche t andato In Abissinia, quasi o ricordare 1111 vivo la sua giovanile ca.m• pagna etiopica, le a.ccuse di /I• lo/a,cllta ,1 ,ono moltiplicate. Ma sono accu,e fuori tono. Lo atteggiamento, qualche volta ambiguo, di Berto non t Ideo– logico, ma sentimentale: non t l'uomo 1955, scrivendo di que– ste cose, che gli viene /uorf, ma l'adole,cente 19J8,1940,1912. La prooa che t tentato - e anche tradito - dal ,entlmen– to, e data dal /atto che mal come In questi scritti o/rlcanl egli cerca dt controbilanciare le emozioni di alloro con una velata ironia di oggi. Ad ogni modo, ecco questo ritrattino del Negus, (Glarnale d'Italia, 16 novembre): · • Hallé Selass!é I, Leone Vittorioso della Tribù di OIU· da, Eletto di Dio, Re del Re e Imperatore d'Etiopia, è un dlscengente della più antica e lunga dinastia realt che la storia. ricordi. Lo dice chla• ramente la Co3tltuzlone Etio– pica, all'articolo 2: "La di· gn!tà Imperlale rimarrà in ~f1il:t~ 0 ~\ ~T:.1fa a~~~ li~:: dlseende senza Interruzione dalla d!n11.st1adi Menellk I, figlio della Regina di Etio– pia, Regina di Saba, e del Re Salomone d{ Gerusalem– me". Ed ecco come, secondo le notizie fornite dal Diparti• mento Stampa e Intormazi<> nt del Governo, un C01lau• gusto per50nagglo, collegato direttamente con la Bibbia, lnWa le sue giornate. Si al• za alle sei e SI fa servire succo dl frutta ne.Jlasua ca– mera. Poi, dopo le devozio– ni nella cappella privata del PalaZ%0, fa colazione. Que– sto è 11 principale pasto del– la. giornata. L'Imperatore, che s' lntere.ssa parecch1o a,11 1tud1 dietetici, manaia. ~ a airraei:~~~ a ,e ma colaz\one la fa so!Jda, Innanzi tutto c'è Il porrtdge, con latte proveniente dalla prosperosa Vaccheria Impe– riale, Poi segUeun uovo, !>ol– mo o fritto, con pane to– stato, quindi un buon nume– ro di piatti di carne. L'lm– petore I! assaggia tutti, an• che se parcamente. L'tnge• suone del complesso viene aiutata con dei caffè. Mi pare di aver LOSl esem• pllf!cato la profonda con• traddlzione Jn cu! sl dibatte il paese: da una parte una golennltà arcaica, che ha le sue racitcl nella notte deJ t•mpl, dall'altra una dlsln• voltura all'amer~cana, con la quale sJ dà pubblicità alle faccende anche Intime del f:u':t~agf' 1~ktfi~ra 0 S-~:gt una terra di violenti con• trMU ■. Lettere insolenti ln~I~ sJ, ~:!lr: l~e s~~ftt:r~ di versi che ln riviste e In )lbr! pa.ssano per le mani dei portalettere, s.l supere– rebbe quel numero di tre– cento. Escono in Ital!a an– nualmente ottocento libri cU ::"Aer.:urg;~~ dtfr;m~fnf:; di centom!la lire a volume, sono ottanta milioni che escono da povere tasche per scongiurare l'ombra della gloria. Tra I giovani c I vecchi. SI può notare questa differenza: che l a:lovant parlano delle loro lllwlonl; I veochl della !aro delusione e delle sfortuna del poeta non ascoltato, ricordan<lo Tasso e Leopardi, e Dante, confrontandovisi. Le riviste speclallzute In questo com– mercio pubblicano versi d!e– t ro Il pagamento di una somma m0de$ta. o dietro lJ semplice abbonamento. E' una fabbrica di IIIU$10n! tra le più patetiche dei nostro tempo, Non soltanto 1n Ita– lia. Arrivano cose slmlll dal– la Francia e dagli Stati Uniti. I più. Ingenui parlano d"2more, un et(rno amore adolescente non corrl5:posto; I plù accorti tentano la pae, sia civile e patrlottlca, quel• la che può procurare più. ta– cili seguaci e :mporre rispet– to. A Nuova York, ricaccia• ta al margine del quartlert poveri, vive gtnte s!mlle aspettando d1 vedere appa– rire sta.mpato il suo nome. In alcun! luogh!, una tale Industria si perfeziona: esi– stono umc1 che leg11onoma– noscr!ttl d!etro paçatnento. In Italia, si fa un dovere di leggere agli 5c:1ttort d'un cuto nome, con lettere tra um!l!ate e lnsolenll •. (Corrado Alvaro, • La 01<> ria•• Corr!ere della Sera, 11 novembre). P.,biografo diEvita e altrestorie Chlui'J: oome, qualche anno fa, qualcuna lntru/olò Il no– di PltigrUll (e scusateci) tra strani elenchi di • 1crlttorl ca.ttollcl • e qualcuno comin• ciò a riVaJutarlo, ahlmé, ohi· noi, come • scr1ttore •· la glu.• stl/lcazlone era - o Si diceva - che Pit19rUli ti era. convtr• tito. Non diremo di na. In/at- ti, ne avevo. e ne avrebbe bi· 1 Vo.lgan., qutsls due s117nqla• &ogno: mo, a11che/1llcitandosl iiom: ::~eh~ er,~=~~a~~g~1~e~&l~:ij I) « Né! legaere re<:ente– ~~~1abulP &r: 1 , ,1n~o d;, 'C~<;'. .!P;~!t!! v~~~:r11~f!~~e:a 1 ~: riere della Sera dd 18 novem- f'r.nce , su Les Idee, poll- bre e da alCrlgiornali _ venia• tlques et soc1a.1es de la Resi- mo a. sapere che Il p aveva itence - di cui sarebbe au- dato mano a. scrloere· l'auto- gurablle almeno la traduz10- b109ra/la dl Evita Peron, e la ne Italiana in attesa che un iulla non Poteva euere per odltore d! buona volontà va- entrambi migliore: ~~~~a~~~ar:n!i~uaa1;::ci:t~ pl~ ~ot:~1i 0~~ ~:~d~,~~ : t;rli~:a~:~~o ~~V~~!~: di Pltlgrllll, ~ stato condan- mo quanto storicamente fos- ~r~o~~~a(p~~!!~e~le'fr:~: ~d~~s~~ 1 ,! J!:~tS:;~:~ 0 nC:~ Zl Del Frate) a venare alla può evocare soltanto sabo- moalle Rina Slnlaallla un ta&a:I,partigiani, martiri, ma assegno mensile di 50 mila deve anche richiamare alla lire, più 20 mila lire "er Il mente alcune idee fonda- figlio Gianni, ora vent!treen- mentali, che animarono I ne, limitatamente al periodo combattenti nella lotta e sen- P!Ugrllll si era sposato t.a le quau quei sacrifici sa- 19SO.l!Ml. rebbero stati compiuti lnva- con la S!n!iallla nel 1931 a no: Idee, dunqui, politiche Parigi, I due parevano fatti e sociali, motivi che, allora, l'Uno per l'altro: ostentava– no entramtit un forte dl– spruzo per le con.auetU<!inl cosiddette bofihCSI. Sembra– va, dunque, un matrimonio felice, ma dopo quattro an– ni, nonost.ante la na,clta di un figlio, I coniugi si lucla– rono, e la moa:lletntentb cau– sa di separa7Jone per colpa del marito. Dopo lunghi anni di inter· ruztone, la cau,a era ,tata r'1eif ~~bt=u:~eav: ~~ colto la tesi della slanora. ~~ll~~f:r~tt1g"i;e~ 0 1~e ~~t:nif cende, e ~ove sembra avesse collaborato alla compilazio– ne del libro di Evita Peron, " La ru6n de ml vlda ". PI• tlgrlUJ 11 era appellato con, tro Ja ,entenza. La conelu– Sione s1 ~ avuta tn queatl rto"li., con~ntel'Jl'Ul<I stud1119to a◄a1a•a. Dino Se e Rina Slnl• 1allla erano patrocinati rl• spettlvamente dafl! avvocati Mussa. e Bolleto. ',a npara– zlone è stata pronunciata per colpa del marito, cui la t moa:lle faceva carico d1 con– : vivere " more uxorio " con una nota avvocatessa t-Orlne– ! se, che eglJ ,teuo Indicava I , come moglie letlttlma nel li· bro autobiografico "Pltlirll· ~/n~ 1 :e~~u~ 1 ~t~ 1 ~~~e 1~ lire de-ll'anteruerr, era sta– to aumentato 1tno a 2tI mffa ~~reS1~1;a1f1~r~~~aa :~ 1 ,,~r:\1 se_questto CQnservatlvo del beni Jmmoblll posseduti da ~~t~t~~reJ ~ff~n~r:. stato Dlce Ja sentenza, stesa dal cons!allere Alvazzl Del Fra– te: "La moalle copiava P1• u,11111, di CUI SI sentiva di• scepola, e l'lndlgnazton~ çhe 11 marito esprime contro di lei non è che li disappunto di eh\, avendo seminato .sol• poi che Il $\IO campo dà SO!• tanto Kramlana" •. Albo d'onore lJ Emmo Ctcchl, Pa,car,ua, I (Corriere della Sera. 9 novem– bre 1955). 2J Hallaor Laxne.ss. Raga-?- ~~v:~::tJ':J7_a, (Avanti!, 5 I cu:/u~ 1 f~ ~a~:;1c:~· :'J/~~~a d~ Norberto BObblO, (Giornale del mattino, Firenze, l novembre 1955). ,c:Ìtt~:~~~l!~:ra:a:unrr:;_ vtmbre 1955). ci1 1 u~ 1 L 1 rsi:~~~~ 1 ; R~~~~b~: 1955). 6) Omaggio a Malakovskl nel 25. della sua mortt:. StU41 ~- t;_;~'·a:o~~:s:,reamr,s:'evl1i~,: 7) D!ego Fabbri, Co11.tem~a– :lone, dialogo con una presen– tazione di Ello BaW1t1nl, (Giornale d'Italia, Il nov~m– bre t95jJ_ 8) A1!1ertoMoravia, La /or- ~~:. 11 ~~v~~t~qg~\)~ d~II~ 9) Omaaglo a Nerval nel I. centenario della morte. Ttstl tradotti, 1tud1, testimoniante di Vittorio Paoan.o, Diego Va– lerl, Ortste M'aeri, Mario Lu:1, Renato Mucel. Alessandro Par– ronchi, Glralamo Comi, Glu- 1eppe Ungaretti. fL' Albero, Lecce, n. 23 • 15, lugllo-,ettem– bre 1955). IOJ Dtllo Cantlmor1, Rifor– matori Uallo:nl, f11 N1•ovoCor– riere, f irenze, 30 ottobre 1!155). 11) Giancarlo Vl(Qrelll, So– rel e I • popolari •· fRas1eena di Pollt!ca e dJ Stor!a, n. 12. ottobre I9!i5J. 12) A. C. Jemolo. N111 latini, (La Stampa, ZJ novembre 1!155). I cattolici e laResistenza erano allo stato embrionale, e che ogg1 costituiscono un saldo e valido orientamento o meal!o la pietra di para– gone, per giudicare quanto uomini o partiti si siano al· lontanatt Co avvicinati, seb– bene Il ca.sosta plut.tosto ra– ro>da que! mC'duHtdeall. Ad ;r:~tFr:u~ 0 ~~u,~l~~iJ~a!re~ Roulnl su Fa3cL,mo e Resi• sten:a {Edizioni "Cinque Lu· ne", pagg. 109, L. 400) 1. <Mmay Faldella, I cattolici e la Resistenza, (Olomale del Mattino, Firenze, 15 novem– brt). 2) e Davanti a nol Il ter– reno è chiaro, né possono .soraere dubbi sulla strada da battere. Quando denuncla- 5trutture della n05tra socie– mo l'&nehllos1 cronica delle tà, quando In definitiva d~ nuociamo asprame.nte tutte lei lmltaz!onl che umiliano lo svolgimento (~ 1 1apersona• lltà umana non possiamo non rifarci a tuttt colo:o che hanno pogato, ben più dura• mente che noi, l'Impegno a non tradire I valori dell'uo– mo. Ma questa denuncia, noi sappiamo, non basta. Bi» Fe~eannud~cr:, aJ1~:a dtht~tr: nostra testimonianza - che voa:llamo crl.itiana - st In• caml giorno per giorno nel• lo sforzo di mutare I termini di una dialettica che, In no– me dell'uomo, ha finito pt~ Inchiodare ad ogni strada una serie di Htnall r0NI che ~m~nfuftrPranUre·t "di- Nel caraqere umano e r.– llatoso di que!ta -resi1ttr);U ~:lo~fl J~,\~n~a~r:.e:Jr. della nostra azione. Appari– rà dlmostrato allora, con la riar~duC::~~\à ccr~:u:A~t.lnft!: quelle ''ver!tà Impazzite" di 1 cui parlava Chesterton. rl· ~1~:~e d dnb~~P~~ii:rita~ no e sono la sola ed unica "uscita di slcureua" cl)e an– cora cl sia consentito sceglie– re senu timori, senza Incer– tezze, fiercM supremamente fiii~~!~ g;~legl~a~~~i~\,u~ 1ece Uomo•· (Franco '-1:orandl. UmUtd e reU9JosUd: della Re&isten:a, fil Gallo, n. 10, 15 ottobrt 195$). Papini per Pound « Proprio onl, 30 ottobre, Ezra Pound - poeta amerf• cano di prima grandeua - flnlsce settanta anni. Non tra.scorre, però, questa gior– nata in una sua cau in mez.. zo al l:!QS<ihl 9 SUile rive del mart, festen1atq dUII am!– cl e dogi! ammiratori, t,engl In un man!comlo cnm!n:ale dove ~ r!nch!uso da d!ecl an- ~~1":e"ncs~é o~!"n:~o ~~1faa;: rola, né tanto meno un de– linquente. Non intendo attenuare né a!soh•ere lt co!pe di E:.ra ~~ /:~!1~~~ 0 cc:e:~:t! colpe, 1n qualunque nian!~ra sJ vogliano misurare e pesa• re, hanno avuto. col mart!r:o crudele di dieci anni, 1a loro tsplazlcne. Con questi dlecl ~r~io:1~fi~~\a u~~!l~~r~j schiavitù mort!ffcantl, I' au• ~o;e :;~tifo~to~a h:ls~=~~\~ ogni suo errore. Un artista, un uomo di cultura e di pensiero, un POf· ta sono creature oltremodo tpersenslb!li, che soffrono a m!lle doPPi al paraaone de– gli esseri coqmnl: I d!ect an– ni dt Ezra Pour.d corrlspon, dono a una q,ec!t di eter– nità. Nei momento ste._csoeh~ I capi del CremUno rimandano i::razlatf I crlm!nau -di guer– ra non possiamo credere che o Biar i discendenti ~I Penn e di Llncoln. di Emtrson e di Walt Whltman vogliano es– sere meno generosi e clemen• ti del successor1 di Lenln e di Stalin. ti ~lr~i:,l~~I ~~O~e dà•~~!: Ila lo ml rh•olgo alla "donna gentile" che rappresenta a Roma la grande unione ame– ricana. La slanora Clara Lu– ce ~. per grazia di Dlo, una cristiana, un'artista e una ~~! 1 f~c.:a~of:~i1t ::~~~;~: te per far comprendere a Washington Il n011trosenti• mento e 1anostra prea:hlera Prima che abbia principio tetra e tormentosa recluslo- 11 nuovo anno avrà tlne la ne del vecchio e infelice Etra Pound: questa vorrebbe u– sere la n06tra certezza più che la nostra speranza. Un secolo fa, nel 18M, mo– riva 10l0 e triste. in un ospe– dale di Copenaghen, Il fc 1 ~r(~~~!~ ~~~~[:a dl~n=~ 110 a Coetantlnopolt Il plù arande patta polacco, Ml· ~!J~:~~~~~~a u~ ,i~;f; ne. uno del più arand\ ro– mantici francesi, Oérsrd de Nerva1. Fate si che tilln si debba legaere nel futuro cM uno dei più grandi poetJ americani del &eeoloveritesl· mo fu c.:ndannato a spen• gersl miserevolmente tn com– pagnia detll aUenatJ e dea:11 assassini•. A que,to appello dJ Pa.plnl (Corriere della Sera, J0 otto– bre 1Q55) Id signora Clara Lu- ~~r~~no!:,t°anc:;1~/1'tt°!f?en!ro diplomatico ,artbbe fuori luo– go. Deve darci una risposta: a PaplnJ e a tutti Oli Uomini dJ cultura, anche senza euere r'...,I• patlU • di Pound e meno ancora senza sentirci di perdo– nargli U suo }0/fclamo. Però. dqpo avere rimesso 1n Ubertd:, -- mt ~=:~ che 1/090.r, Ionia crudelti'J:, ,,. gnora. luce, ,u. un poda1 TreSoldati re Tre articoli sono sinora usci– ti su La confessione di M'orlo Sold.otl, t sono state :re stron• calure: 1) Carlo Bo (L'El.Jr<> peo, ZO not1embr1J; Z) Gena PamJ)(UOnl (L'Espresso, 20 no– r,embreJ; JJ Franco Antonlcel– lt (La Stampa, 19 povembreJ. Emanuelli inCina e Ho visitato l1 P•lauo di E!tate fatt-0 costruire dal– llmperatore Clen-luni. Sono, In realtà, dlvent pe.lazzt di uno stile che non rlesco ad ammirare: eul però soraono In mezzo ad un parco a:ran• dl06o. Una cosa rhl ha poi sorprc,o: ali'lnarcsso, su cln• qu~ grandi ~aumenti, ,ono 1i1l1rettant1blocchi di rç,ccla. Sono messi là come statue: ed lnf&tt\ sono stati sceltl perché nelle loro forme cor– iwe dalla ;,loggia, dal vento e dal sole rapp~sentano va– gamtnle la litura umana o qutlta di animai! che 1a fan• tasla d'oanuno puo tnterpre• tar e come m ostruosi. I pala.zz! ed I tempi, con le grandi c olonne dt l~ano colorato di ro!so. con I sof– fltt1 dlp!.nti con lucidi e ca– rlch1 verdi plstacchlo, azzur– ri oltremare e ft'ialll cromo sono al mio sguardo, forse non çsptrto, monotoni. Ml 1 cinque blocchi d! roccla su– scitano merav!p:Host 11:!uoch! d~lla fantasia. Es..,!non rie– vocano nulla di prtc!so: essi sono soltanto sculture che Her,ry Moore con le sue ln– telllieDtl lnterpretaz!onl e con le sue senslb'.11Jnvenz!o– nl non saprà mai darcl. ScuUura, si potrebbe dire, spontano: ma una sponta• neltà della muura <enon Po– trebbe 1Nere diversamente> che l'Uomo valorizza lnttr• pretando nel fortuito un a!• gnlficato preciso. Quale aen– s1bllltà conduceva 811 Impe– ratori c!nt'SI <ti! ultimi, dal ~ In po!> a circondarsi di stmlll opere che bt.SOll:la dire d'arte? ln una esposizione di un palazzo di Mukden, ho vi• on;ettl 1mper!all, raccolll Jn sto enormt i,ttzi di marmo Incorniciati come fossero quadri. Là sopra II caso ha dato alcune venature che ;:~pre~n;,!~om~~falt~~I. p~~ c1eif temporaleschi. ton rie– cosa: come gli stessi uomini .scoa rendermi raalone d'Una potnsera compiacersi del fa• sto color!st!co del loro pnlaz.. zl. cost rtcereato e premedl– t,to: e poi dllett•nt oon .sculture e quadri che b!so- ina Ptr forza dlre mollo na• turai!». (Enrico Emanuell!, Diario di Pechino, La Stampa, 11 no- vembre). 1 Carlo LevinRussia: polemica, non scandalo Dal giornali: e Lo scrittore Cario Levl, che è da qualche settimana In Russia per un viaggio cul– turale, è stato protaaooista martedl scorso di un vlvace dibattito ali' Università di Mosca sulla sua opera di scrittore, con particolare ri• f~~!fo a!,J1~;; ~risto st è . Dal dlbattUo, al quale hanno partecipato alcune ae– clne di studenti e del quale ha dato Ieri noti.zia Radio Mosca, è emerso che il libro "è piaciuto alla ma,aloran• ia de&:11' studenti perché of• fre un quadro della vita del contadini Italiani: ma non tulio è piaciuto. Alci.:n1stu– denti - secondo le dlchlara– t.:1on1 della radio aovietlca - hanno detto di non condivi• dere una serie di punti dl vista dell'autore, ed In parti– colare la sua t-eorla sul co:1- Alle critiche del giovani ladini". fa~~~"J~tf~ ~~f~~:e~16~ stro scrittore ha risposto par– sulla Russia ed ha detto, ad un certo punto, che la pit– tura sovietica non 111 piace– va, trovandola forzata e prl· mltlva. Dal canto loro gli studenti hanno replicato: ~1~!e"iu~~r1 ~~d~~'~F~~ mando: "Vot non conoscete la pittura occidentale ...". Il commentatore ha chlu• so perciò la sua trasmtssl<> ne dichiarando tfftualmtnte ~;t.?.ft=.r:: rebbe necesur1o uno scam– bio sulle artt figurative .so– vietiche ed Italiane"•· Il Giornale d'Italia e altri giornali hanno clamoriuato ar• tatamente questa notlzla. Do– v'è lo ,cond4lo7 Hanno fatto benllalmo 911 studenti rus,f a /are obbiezioni al contenuto del Ubrl di Carlo Levi, come, ne• gli steul giorni, le.hanno /atte a J. P. Sartre, per la P. rupec– t4euse e per Nekra.ssov: e ha /atto bene Carlo Levi a dire al r11ss1 che za loro pittura u/• /Jclale sJ)euo t pomplertstlca. Dou'i lO ,candalo? Risposta a Moravia RlcOrd.ate, di qualche meie fa, l'articolo dt Mora.via chi denunciava. U , decadentlsmo » di Pavese? Ora neU'ultlmo nu– merò deUa rlvl1ta. di Elena Cro– ce, Lo SpettaJ,tore ltal14no, (nu– mero 10, ott~re 1955), va letto con r,lva attendone U jag,gto o.cutlulmo di Llenhard Bergel, L' e.stetlca di Cesare Pavese, che t una ron/utazlone tanto deUO ,crltto moravlano, quan– to deU'artlcolo di LC$lle Flc– d4r, che pubblicato l'anno ,cono 1uJlo. Kenyon Revlew originò 1n pa.rte fa polemica di Moravia. I"rondisti,, e lapolitica hs margine aua antologia, col i grossolan a, che U Ca.uleri ho. dedlco.to a • La Ronda •• Gla néarlo V lgoreUI (Còncre- ~• :Cr!~ci~ "Jz'::~.b~::S~ mettere In luce la nosttfone po– litica. del movimento rondista: e Non c1 ,1 accusi di voler J:l{!!-;l~rko u:il ~!l~e~ v~. ed ~ una d~lle sue be– n~m~renu, che la Ronda non fu soltanto una rivista lett,rarla: basterebbe ricor– dare che ebbe tra i suoi col- laboratori Sorel, Pareto, Ou– gllelmo Ferrero, Ludw!g, Burzlo: e di cose politiche vi scrls.sero Bacchelll, Mon– tano, cora, O!ovannettl, e come non ricordare Il bel Cattcui~o di Emmo Cecehl, escluso dall' antologl.sta? li quale, tra l'altro·, di Sorel non ha orterto n~ il Pigu11, r,é Il Gapibetta, né Il Thlers e del Proudhon ha dato solo la prima parte e non' quella, più attuale, che Jo legava al– le' clrc')stanze della çr1$I d~I soc!allsmo. Né troverete qui Due uomini di Stato, Il r!• tratto parallelo di Llo}'d Oeora:e e di Giolitti, $empre di sorel: e non fosse altro ~~ rari 1~~~J~a;~ae~irle~: sciate cadere le pagine an– cora ,u Giolitti dovute a Bur– zlo, a Bicchelll. a Montano. Anzi, verrebbe voglia di do– mandarci: fu glollttlana lo Rond4? E' più. facile dire di si che di no; non che I ron– disti foasero per clò .stesso liberal! di piemontese esser• \'anza. ma In Olollt.tl e plù non stentavano a rinvenire * * * quella sodezza e sobnetà di CO&tume di Idee, che tanto lo ulvaguardava e lo con• tradiHstlngueva <ed NSt con lul) dalla tracotanza det fa– .scl!tt. Certo, anche adeuo. il più. etollulano di tutti I rondisti dev'essere rimasto li Bacchelll, benché nel novero del letterati Il primato di un polemico 1tollttlano toccasse sino a teti al povero CaJuml, che nel Penaferl di un liber– tino annotava: " ...sulla vita r:r'i:m~ret~~rl!al~~n~l~lfitt che sono oramai classiche. e L4 conqul1ta di Roma della Serao e l'Impero del De R<> berta, due llbrl mancltl, non v't di 1en!blle che uno schlz.. zo, singolare e genlalt, di Lo– renz.oMontano, da dls.seppel– llre dal rorcatollsmo plum• beo della Ronda ". Vedete che l'accusa di rea– zione, di forcaloltsmo, ritor– na! E' chiaro che li CaJuml, che avversò I rondisti In bloc– co, tranne In parte Cecchl, dentro di s' tirava preuap– poco queste conclusioni: rea– zionari Jn letteratura, gli acr!ttort della Ronda lo furo– no doppiamente In politica: liberal! e ilolltt!an1 appena pro formo e di IU5SO, tra ~ rei e Pareto e Treltachke fi. ~~g~e~!r!if~'~::i1~~ 0 e ~! sctsta, nonostante n sociali– smo letterario di Cardarelll, ::~,~f!O l~a~:~~ts:i1l~a«:lsi! cratlcl.smo di un Montano. Conclus!ont facili ~ueste del ~~J~";~·nedf:t~~~~cr~ 0 ~o~6- codlnl né rlvoluzlonorl, n6 fuclstl né anmasclstl; e se colpa e responsabilità ebbe– ro, fu proprio qùella d'esaer– sl voluti tenere e mantenere In un limbo equoreamente llrtco, proprio durante gll an– ni - dicembre 1919, dicembre 1923- di una scelta c011l tra- '1~ . .=f:Jlf:'ionst di cose poll\!Che come tanti altn loro oon!l"atelll, eodreb– bero uno per l'altro della so– lita scusa (Infamante scusa tuttavia) di tndlfferenza m<> raie e sociale: ma I rondilltl, Invece, ,•~ visto, erano sen• sibili al fatto politico: come mal, allora, non preavverti• rono e soprattutto non d~ nunclarono Iattentato che Il fascismo consumava sul pae– se e sugli 1111tut1 e sulle for– me della democn.zla? RI· spanderei che, al contrarlo, i rondisti flnlrono quasi a dare una certa Investitura a longe al fascismo, e al!ela diedero per due raa!onl. La prima, perché racontrarono speciosamente nel fa.sclsmo come accadde non sol o a Olollttl, ma allo 5tes.so Cro– ce> un moviment o di or dine e di autorità, che era venuto quasi a precorrere quell'tnvl• to all'ordlne, e certo vi coln• cldeva, che essi promulgava– no In sede letteraria, come .se Il fascismo fosse la tlne ~!n~:!n!o~:ir: d~~~ economico, ed anche lettera• rio; e proprio come accadde a Giolitti e a.gli altrl santoni demollberall, forse essi si au– au.ravano tn cuor loro che li fuclsmo rlnsav!ue e sl Ie– galtuasse. tanto è vero che no Oecchl e <se ben ricordo) anche Bocchelli reagirono ed arrivarono a firmare Il "Manifesto Croce". J,a se– conda rartone, da rinfaccia– r~ quest'ultima. ~ che pur scrivendo di cose politiche l rondisti affettavano una ~ra~~a~:,~: ~IJ~i~R~edf~!~ to ostentarono troppa lndlt- ~e~~~tti,~~1::~81;a:t1/ii~~rl~i fronte ari! avvenimenti per ~feJT~~~t~nrf~~:· ~~~od~: tribuire a fermarli e-d a con- ;!~:1~~1·s~i:~Cf:Vi'nt~he,~~\! di fronte a quanto accade– va, si vedano I capitoletti di Montano, Commento alla cronaca, aforismi bl'1llantl ~~: ~ 1 },~er:~se~:to:n~: l!ant molti !J)erano In una resipiscenza delle folle. pa– rec<ihlIn un governo dittato– riale, alcuni pochi nel r!nn– vlmento della bofihe.sla. DI queste tre aperanze la pr!ma ~ugar,at~lt~èiia ~rifies~~f:: mente insensata"; .e può es• ser s!enltlcatlvo ricordare ohe ntlla Ronda vi appaiono parallelamente !rr!sl tanto I popolari f!Uanto \ soclallstl. La ,ape-vano 1un;a .., ma non mossero un dito: ed Il dlto famtaerato di Cardarell\ fl. nl sempre più nelle nuvole. Non sono accuse. sono con– testaz!onl. lo qui, poi, dò per accenni quel che richie– derebbe un lungo discorso. Cl si è g!à provnto in parte Il Blnnt e. ph\ a tondo, Ric– cardo Scrivano m un nume– ro della Rassegna Lucchese Domenica 27 novembre 1955 Cn. 15, 19M>: ma Jl dtsco?'50 pollttco o metapolitico intor– no alla Ronda resta tuttora da fare. Ii Cas,. slert 10 ha Ignorato, artz\ par qua.si che lo respinga, Jà d ove all ude allo studio dello Scrivano. Ed è questa carenza di Jm• pegno e di protesta morale (perché Ololitti aveva ragio– ne: di fronte al fascl!mo, più che la contestaz!one po– litica, occorreva suscltare la r1vo1ta.morale), è quesra ca• renza che, per applicazione, trent'anni dopo e più, serve a noi per !arei scoprire an• che le carenze letterane di quel a:ruppo•· Politica e cultura Proprio In mento al rappor– to • cultura e politlea •• anche percht a &OUecitarlocori chia– ramente t persona di precise respon1ablllti'J: tanto politiche qu1J.ntoculturali, r,o segnalato questo Intervento dl Mlnav FaldeUa, ntl n. 17-18 di Orlen• tomenti ,oclall: e Oli Intellettuali, spesso per Ja loro spontanea e1ezl<> ne, sono soliti a.sseKnarsl In politica un ruolo ben deflnl• to ma limitato. e ctoè la for– mulazione delle teorie, la cui appltcazlone è affldata al cosi detti tecnici. Tuttavia questa consuetudine, che !n fondo è uq sottrarsi a delle re:.ponsabllltà, deve essere abbandonata per tutta una aerie di conslderul.onl ben ~b ~I i:Ultur'a "am portare il suo contributo ad accelerare U ricambio de,!la società, la cUJlogica Interna appare troppo Jeaata a con– cet!ont capltallstlche e libe– riste: l'Intellettuale non de– ve perdere di vista la dimen– sione soclalt del problemi, pena lo squall!lcan! anche nel campo culturale. Venen– do meno questo n.p;><>rto non si tntendono quali siano e con quale grav!tà incomba· no I bisogni del cnstlanl, di ~' ,~},ft~t~ri:sse~!t!ttu;.,~~ voce Ideologici e sphitua1I, gl1 lntuprett autorizzati del loro bisogni plu urgenU e cioè IJ lavoro, la casa. Il pa– ne. Infatti l'intellettuale, e l'Intellettuale cri.stiano che st pone a1 di Cuori e al di sopra della mischia, appare una tlrura sempre più lon– tana dalla realtà». E più appasslona.ta.menle conclude: « Non è trascorso molto tempo dal atornt In cui ,si ~trf,i~~v:"1f~ p~rm~:~ 1 011'.~l la politica è seconda solo al• la teologia. nella scala delle ~~~Ps~ 1 ~~~e. ~~ch~e~l~~: b!i;,,~fe1~e~~u~~lspc'~ilano, ~~~~!~~~lrs~1ie b~~f(e~o~ lrr suo stesso crl5flanesimo 10 splna:e verso ta comunità tn z!one umana. E ciò è tonda• mentale percht li caos del mondo odierno necessità del– le linee mae.stre, che solo una politica di lspiraztone cristiana - e-d una politica qualificata - può tracciargli, ln quanto portatrice di una spiritualità personal!st!ca e comunitaria al tempo stes– so, capace di i.spirare, ani– mare, d!rlgere 11 nuovo or– dine». Schede perundibattilo Jnaugur~o do. un articolo di Mu.scetta, t in corso un di· ba.ttuo sul Metello di Pratolini. Eccone 1e prime schede: 1} Carlo Mu.scetta, «MetèUO• e la crlsl del neorealismo, (So– cietà, n. 4. agosto 1955); 1) Anonimo (ma Carlo Sali– nari l, Il •Metello• di Mu&eet– ta, (Il contemporaneo, 21 ot– tobre 1955); JJ Anonimo, Inorganici e lnlzfatl, (Il Mondo, l novem– bre 1955); IJ o. c. Ferretti, Muscetta. e Pratollnl, (Avanti!, 29 otto– bre 1955); S) Oeno Pampalonl, Discor– dia per e Metello• tra I critici manfsll, (L'Espresso, 6 noucm– bre 1955); 6) Mario Alleata, Spontanei– tà e disciplina nello critico dtf comunlitt, (Rlnasclta, n. W, ot, tobre 1955); t si ueda la rlspo1ta, a. titolo personale per gli altaccht del Miucctta, di Leone Piccioni ,u Il Popolo del 19 ottobre 1955. Aggiornamenti culturali Les Nouvelle, Llttèralres (17 nov. 1955) ,t aggi.ornano sulla no&tra letltratkro, e traducono una novelleUa di Gralla De• ledda. Gra.de, ricambieremo/ Plauso alladenuncia e E' diventato oramai un ~~~m~ 0 ~1iu~ttla~::if\ti!: trava1Uan..:, la nostra lette– ratura. Ma In realtà tutta la nostra. cultura, salvo rare ee,. cezfonl, si muove ancora nel• l'orbita dell'tdeallsmo. • Dall'editoriale, a /lr-ma A. D. (Ad.olio Diana), di Situazione, n. J.4, gluono-,ettembre 1955: plaudiamo a piene mani, sia. nella denuncia deU'ldtalllmo, sia nella dt/e,a, pur tra le rl– ,crve, del rea!ilmo, Ilpoema marmoreo es::'e~s:, 0 cn~~TI 0 ufu':Cf~g;:ti (letterateUI amblzlo,i, ,cultori /a.Ultl, pedagoghi a rìpo5o, funztonarl fuori ruoli, artt– stoldi di provincia), e perdlpfil c/t.e doveuero venire a galla tu.W In una volta, ma do. quan– do Il Giornale d'Italia ha lan– ciata la pacchia - e la J>OC– chtanota - nazionale del Mo– numento a Dante, la •JUata dei paracarri della cultura, danll&tl per l'occG/flone, non /I• nisce pii.I. Ma chi ,ono? Chi li ha mal ,entltl nominare? E tutti In branco oogllono Il mon umento, Il m ausOleo, anzi it e meraviglia.so poema mar– mor eo»; e l'altra ,era un cer– to A. M. Pellacanl il monll• mento vuole ~auarlo a Trl· nitd:.~et Mor.U ... C'i do vergo– gnarsi. Non confondiamo non identifichiamo ... In attesa di poter dll~rre ~~t!e~~~ ~;::ri~ 01 Da=r~~~=t~z: la e Settimana degli lntellet• tuo.Il cattolici •• IVOUOII in que– sti giorni o Parigi, bastino que- :~~e rl!o~~ac!:nf:u~~~::i~:r no potute leggere, con con/or– tonte sorpresa, In una corri• spondenza. del Popolo (19 no– vembre): « La questione della "cl• viltà cristiana" - ha detto testualmente Il P. Danlélou - è Ja plu seoncertante e In– sieme la più Inevitabile dl ~ 1 nte ce ne st~~~L.':t atla~J,péreh, 1uscettlblle dl diverse lntcr• pretazlonl. E' ambleua nel• la sua stessa essenza, perché indica Il confine tra due mondi, quello della Chiesa e della sua missione .sopran– naturale, e quello della Cit– tà terrestre e della sua mis– sione umana. Sarebbe corno-– do - penseranno taluni - che la Chiesa e la "Città terrestre" proseautssero cia– scuna la sua missione, Igno– randosi totalmente l'Una l'al• tra. Alcuni spiriti contempo– n.nel hanno pensato Che si ra~~!af:f~:i;:cl:nr~~/:; .spongabllltà della prlma ad una Chiesa che rlconosce&!e di non aver niente a che fa.– re con Il corso della clvlltà e la respo.'lsablllu\ della secon– da un marxismo che cessas- :u~~os<f~fna~es~~ i;>i:~~~I~ stlca quanto fallace s0luzio– ne non è PoMlblle, anzi ml• scon0s~ proprio la realtà della condll:lone dell'Uomo. La clvlltà, ogni forma di ~;'~! !~~::,e~~~lc~. l~fl~~ 5 sopravvivono e tra queste la civiltà cristiana) è essen– zialmente una costruzione dell'uomo e perciò nece:ssa- ::ml)~~u\i?i'~~,bT11:d~j Identificare e ridurre Il cri• stlane.slmo a una detenn!na- :: cc~: 11 !t"u:!a c~~~a':e Q,~~:: vilt à crts tlana ". sotto que– sta fra.se passono nasconder– si conce zioni inaccettabili. COSI quella che lmmedetlma il crlstlant.slmo con una cl· viltà che sta accanto alle al• tre e può aq ueste parago– narsi. Que8t0 modo di vede– re può essere nonnalc per I marxisti, ma non è accetta• bile per un crlstlnno, Al mar– xismo dobbiamo opporre non una forma di clvlltt\ crlstla• na, ma l'af!ennazlone del cristlanéslmo come tale nel• la sua totalità. La civiltà è fatta da un in• sleme di valori - tra I qua– li Il crlstlaneslmo - come diceva Emmanuel Mounler ha una presenza " bru• ctante ". E' comprensibile che l'Ideale di una civiltà cristiana r-1ppresentl la gran• re tentazione del cristiani e Il dramma è che l'impe– gno temporale sia insieme una tentazione e un dovere. L'ideale è accettabile se In• teso come impepo di tra– sfondere I rpinclfil cristiani n~~~ fnra~~~,~~e~:O '1l 0 ! struzlone della "clvlllà cri– stiana .. è un nostro dovere, a condizione che non con– fondiamo Il cristianesimo con un det.ennlnato tipo di civiltà esistente, poiché I va– lori cristiani possono espri– mersi in tipi differenti di civiltà. Non possiamo dun– que accettare l'Identificazio– ne del cristianesimo con la sola civiltà. occldentaJe. » IL POSTIGLIONE •

RkJQdWJsaXNoZXIy