Fiera Letteraria - Anno X - n. 17 - 24 aprile 1955

Pag. 2 LA FJERA LETTERARIA POlE§JIJE di ANGIOLO NARDI NOTTURNO A NOTRE-DAME Era. appena. dfacesa i'ombra e gf& si d&tava la gllglio. • a. poco a poco i phinacoli e gli archi, come l'al:a prima una 11ota tremula e d'attorno le .s'intrecciano l'oltre o fitte' o rare, o allegre o gravi, e al/itte ai diatacca quella piii lieta e limpida: nel ra-goio dello. lwtB coal eaile 1Jale tra ciclo o torra libero il. ,uo vcrtirc E canta elle non ha voce l'ardire di &egulrla, al ~ alta, e ai dilata tanto il suo eco che ci ,embra muto. Felice un. punto net profondo vuoto ch'oro,, luce e riluce: una preghiera. na.pparaa in voce d'angeU allo specchio al quaùi ,empre tl volt<i e h1contro al quale ancM u11 aatro ata /itao fn. mezzo ol cielo1 LA MADDALENA Come Lo vide, subito dal aa.ngue aenn au al cuore riaalirle un grido,· nllf moue un gesto, attonita aul uolto /i.a,a lo ,guardo e aulle Sue J>Qtole. O uomo o dio, quello che /011e certo volle ignorarlo, percM mai che oiooo. ,e U cuore ha oiA compreao, ancora ìntenttne, Fu a.,,ai gunrdarLo, al. che morto apoglia le acendeaae giù al piede l~ ,ua veate. Pum in un tratto, dall'fatante ateaao ch'e11a era nata, non corrotta, mai, non un minuto; e poi aentl che piano le tremava U ginocchio e eh. o le man i pur ooZevano aderger,i e dal fon.do degli occhi U pianto le rigav.: i U uia o. Ma re1tc) muta, cM la ,ua preghier.:i seppe giA inte,a. E ch'altro m4if reg9etia - era a\ triate - nella mano un bal,amo. TERRA DI TOSCANA O dolc:e terra., vuoi non riconoaca la Zu.ce caldei dei tuoi bianchi olivi, e l'erba folta dove il piano abba11a percorao d'acque, muaicci ai tuoi aalcit il piano e il poggio, la collina e il monte, e arioaCJ l'aria che li /o pi" mitO del Gipre,ao e del bo.so sul colore Riaplende il lauro e acca nto al lauro il nero antico della pietra, e ciò che reata di pik ,evero é una me-rlat.:i torre. SerenG e melanconica, racchlu,a tutta la forza in una ,velta ora.ila, Ml aorrlao di un labbro o nella curvt. di UM fronte '" rilievo come "'" arco. Pen,o,a terra: ora cittd, om auolo, ora gente, ora liKgua, ora mlaum, armoKico ri/leaso, arte e ragione. E religione, cM ,ul prato ho viato levarsi U templo, e azzurrCJ in muzo al timpuo ZCJ 1041./$ Madonna, le Sue ooaO ,,.. oro ricamate dm tuoi fiori. ANGIOLO 11\"ARDI L,1 uno lezione pe•• CContlnuaz.da pagina. ll man.t ic a, anche ,e o 0000. tro– oo.to nel Po.pini di Italia mia ~~ ~,i:,:g ~~~:i~ 1?~~ pena, avere dov1do alternare b1e':!t:~nP~~~ 1 :aftW:r::,:~ tlbro di Papini, La spia del mondo/ Non aws.rimo altro ra.gioni, e meno mcaohine, r;r3S::~:;: ~ 0 di:r:~;1vr;z 19•5 al 1955, io credo che ba– aterebbero queJle offerte dal fociloneaco acettic'3mo, pur mtllcoperto da mi.!ticiamo, di qu6$te t>')t:ere pagine magni: loquenti, .,,_,. documentarci come e quanto 116tliue da lontano U fasciamo non tan- ~~11:.!~,~rJ~dn:cc~<t!:f! ~ 1>3e:udoever1orio.! A prova.. mi li laici tr&ri– vere queatCJ J)(lgiM, che fra rante e schegge• ina,igura proprio quelle f)OlUiche: e In uno dea'lt oltlml an– ni del gecolo Decimonono un romanziere lettlsslmo che era anche preso molto ~~r:!~ra C~!I ll~i·ra~:v: Paul Bourget - affermò, forse nelle gru?le e gravi pagine della llevue de3 Dew:: Monde,. che se l'EU· ropa dava segni di progres– sivo disfacimento, rimane– vano salde, a difesa e so– stegno detta civiltà In crisi, quattro colonne, quatto lstl. tuziont ancora valide e p~ tenti, .slmil! a dighe e piaz– zeforti contro aHuvtoni e &Medi. Queate quattro far- 7.e che ra.ssteuravano ti tre– pido cuore d1 Bourget. era– no tt Vaticano, l'Accademia francese, la Camera del Lorde. e lo Stato Maggiore tedesco, et~ In altre par~ le, 11 cattollclsmo romano. l'alta cultura francese, .la aristocrazia britannica e lo esercito dell'lmpentore Gu– e-llelmo. ~=:g ~J~o 1~ autore del DlaciJe offrt al ~~1 1 C:~~raAzi';11:asa'f~!: rr:p~a q~e1:e ~~!i~o~~ lonne appariscono oggi In una luce tutta diversa. Lo Stato Marglore tedesco, tanto per cominciare dal– l'ulUmo, è atato sconfitto LE RIVISTE FRANCESI A CURA DJC Ali.A.RIO P.I.CCHI * OMAGGI A CLAUDEL ioteca Gino Bianco 'I.. e • flOI, 011eoro letterati Domenica 24 aprile I955 ·POJESIJE di ltlARIAl,UISA DE ROHANS RITORNO Ora - mi aentl1 - io U ritor,no e la m&4 fronte é ltuia come nell'ora del primo inco,atr q1.uu1do di ,ola luce aettembre rttnva a nof la vita. Ti torno dai limpkU ,uend dove canta U vento, e tutto U sole porto per te nei miei capeUL - Vedi la. ch.iorità di q~ato do,ao, - cM tutte le mie lacrime per te furono pure - Ora aoltanto Tu ed lo aklmo la vita - VogUo la tua mano - Procedere con te a:orà come giungere olla vi.atCJ del m4re dopo immenai dirupi a :olita.ri , ,art\ U cammino di du e /a,u; iunt dhtan.d aU'infinito. Ma tu devi sorridere ae dall'eatremo pianto del nostro 101/rire io ancora a:o dire U tuo nome. Agli orli della morte mi aeKto camminare - coa\ vicina, co,l vicina che baata ch'io tenda una mano e aono tutta bianca. TI INCONTRERO' Ti incoKtrerc) - l4 d.ove i ftumi al congiungono al mar,, «i dove la gioia del fratello •i paga i,a letitia. col proprio dolore là dove CJ lungo nelle alte notti eative: ai raof.ona. coi mortl SAN FELICE CIRCEO Quattro pareti di calce alla, tua furia, wnto, e una aola ftne.stra per l'urlo deJ mio cuo1'6 - frontierCJ di ne,awno che la notte inuode. MADRE A CHE DIRTI LONTANANZE Sere limpide di Cadorago :Zt~oio J:o:Itiro la mamma. gioV(lne e i non,u aul te-rra.tzo aere lontane di una lungCJ e ,ta.te di ado~acenw.. Ecco le bianche colonne pulite di lwM~ U pa.,ao di mio padre aulla ohi®i e dai fo,aati U roco gracidare ecco U diaco che Paolo predfflge - la muaioa ai leV(I Mlla ..,.a e mi porta od iNaeguire altre note di un pianoforte che é meravi.olioao - e ancora ecco la prima ,tella immobile 8Ui boscM, chiara d4 eterttitt\. lmmen.10 é U riccrdare - E tutto i,.n mondo cM continua ad eHere, che noi portiamo -per -poter piaNQ'eTe aom.meaao.mente nei grandi dolori ancM ata,era che il nonno ttOM dt pii. e i auoi caPl'lli ,o,. nella mia memoria candidi come la prima. fiaba. AD OGNI MINUTO Ad ogni minuto ai sconta di easer ncr:ti, ad ogni battito cupo del cuore cM sul guanck:ale a.uord4 le tue M>tti. 0'11. uomo non vi ~ tempo i,er te, ttdi etd. che baati a dire quanto hai viuuto, ~~ 1~o!rr:de~/:~e ":~l:Ce ti crocifigge. • Di parvenze viVI, ni morto colmerai l'eaiguo spazio che ti fu dato in. vita.

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