Fiera Letteraria - Anno IX - n. 42 - 17 ottobre 1954

_D_o_m_e,_,i_cc.:....;:l_i_;o::.:l:..:lo::.:b:.:.r::.c...:1~9::.5.:1 ______________ ~--------- LA F I E R A LETTERARIA TRJE RACCONTI[ CALABRE§1[ DJI R~ M~ DE ANGEILI§ LADRI DI SALE * LA CARTA PERDENTE Sul tappeto de( premi letterari. come tn qualata,1 altro gioco e nella .!teua vita. reato tempre qualcli.c carta per– dente. Carte perdenti talvolta fllu1trf. e certamente non meno multcvoU di al• tre. Sta capitando a De AnO"clf.1'. ICrlt• torc che Jor,c rrurlta piil degli altri un premio. per la nta Intelligenza e conttnultd df lavoro. d'u,erc dtmcnU– cato troppo lungamcntt: da commlsdo· nl. che appaiono lnu«c tanto sollecite 111 altri ca,1. Cl ,la quindi concuio. per ,r,euarc una lancia d'equtllbrlo nel no– atro lungo e continuo dlscor-ao lettera– rio. di prucntarc, ~r quuto volta., la • carta perdente•· * I MMcAvano r.empre di a.aie. l putort. do– po le mungfture lunghe di t\ne •tagfonc. e I calori ccccMlvl dell'~tate morente lnacldl· ,·ano alnanche Il laue caRll1to: di ricolta \ 1 erR1ne nemmeno a pArlAme: e IA prtmA ricotta si RggrumRva corrotta dalla luce ~n~1d.nwr1g~~= :::.:v:a~~~,;,C(:l~~e d! 1 reC~ occorso a qulnt.ftll. A ,•olle nemmeno col da– naro si riusciva a ottenere dAI rh·cndltorl tutto Il sale nect5-Sftrlo: &i face,·ano orge di Jat«:. I cavam ne a,·evano a &ecchlper d13- utar&t. 51 lm•lt1n·ano 1 p&-SSAntJ. e li latte tmputrld!Vll nelle caldaie che cacciavano fuo– ri Il verderame come un umore maligno. Im• mcm. In qucll'&cldo disgusto. I putorl uano dh•orRU vivi dalle mo.sehe e dalle uuu.are: e dC(ldevano allom di convogl111re Il latte In uno stagno segreto In mCD.oal boschi, per nutrirne I J)CS('I e I serpenti d'acqua. Pu al t.ramondo che Pietro prt.$e a dl.scot• rere del a.ale con g11alU.lanl e. mlsur&ndo con (1:11 sguardi Il mare.. su(l:gerl che. prima d1 far ritorno alle capanne. qualche (l:1ov&no di fegato avrebbe potuto maure li Dolcl· =~:n~n~eti" d:nfni':~i~ii'o I f::::1~ ntera apparteneva &Ilo Stato. e bi.sognava cimentarsi con le guardie di flnanzi1: I cu- :~~h~ }~!~~ f~re~:~o:e~~1 ddcj pre.,celtl. caricarono tre muli dal pelo IU$tro. d1 biSAcceprofonde e di due daml(l:1anedf vino roMO per Il viaggio. - Seguite Il mare ttno a che potete. e ri– paratevi nel pagliai degli orti: • at.taccate • la montagna. rlcordandovt bene di non pu– sare per Plnno. senza deviare per feste. A capo della brigRta fU mCMOCHor;to co- :gn::, t 1 tita~r:ito? 1 se Uld~n v:rin =~v~ito~ t~ l~l&~!e~~if~~t~=~ ::r~'i~~~fc.':;~ la marina era quRSIapopolatn al nnlr dcli'•· gosto: già I cespugli di ec»talonlca, al'I.I d■I solleone. tremavano a un levante umido che annunz.laya le prime piogge. e I frut.U del n– chldlndl& &m1bravano gonn di polvere da sparo colorata per unft festa aelvaggta: glJ scheletri minuti del pe.scl e delle uterte rilu– cevano stranamente. ealclnatl dRI rag(l:1obli• qui della luni,. Un'arida pace accbmpagnau t giovani lun(l:O li mare di un celeste &bla- :!r:, :P;~re 511~:=!." ~:•11~~:n: !!: peva dlffondersl nel cielo 1ulla tura e 1u quel façol010 mare. Oli zoccoli attoadanno nella &abbia. e I ptedJ acalm desii uomini. E ti più giovane non po~ tt41atere e lncltb U gruppo al coro. tentando accordi alla ft.5ar• monlca che portava a tracolla. SI avvidero che oantavano per distruggere un'arcana malincoola. e forse una m1steriosa paura, e Storia di galline ln~~~n Jll ,:,~~- °n~1!·o~f!°at.iTn~~I~:~ nlto5e e ;otre aalllne Intorno R un gallo snzlo. acorbut.lco. dallA creata insftns:ulna• la La peggio toccò al cavoli. lmpla.stric– clat.1 d &lla mota che le zampe eollevavano ln quel t.ra: 'ftcosenta ,ogta. Appon111to alla &barra del cancello, Il vagabondo ammi– rava le galline. la giostra avventuf'05&. 1 poveri cavoli. le fresche geometrie del 101- chl. e la villett.a In r'06A chiar o. ten era come un dolce. Un bel furto. e la fa.me aa– rcbbe st.Ata un brutto ricordo: f orse nt 'm– meno avn!bbcro notAto la sp,.rttlone di duo ~\?tuf~lll~~a c::/ra~~~~~:_ovc5:~~ dando meglio. &! avvf:ie che le plllne clr– co1a,•ano 1n un11 apecle di recinto. e che I AOlthldelle verdure erano riparau da una aC'Mrta dlspoa!tlc.-ie di N!Umeta!Uche: 101- tanto I caVOIImarslnalt rfce,•evano qual– che plllacchera. ma 11 re&to era aa.Jvo da c>inl lntruslone. dlmodoc~ le 1alllne scor- ct!ZZ:~~~: ~~,1~1a sri~d~~~ 1 1:!!'tr! ~~ tut!no che le lncantAva Intorno alla Cfflit.a lampegslante del a:allo. U quale a:ona:olava aperom,nC:o rii ostacoli che gli al Pftravano ::;;~t1~e1,;-t;:r:~a 1 ~a,r::[:'a, ~ ~~fa ~ k?i:1 :a ~:e~t.Aa~~~1z:=. J~evt!°à ':.~~ lare aot.to Il AOlC - Vorrei proprio t'&ere un gallo, - ao– gplrb l'affamato vagabondo. certo acam– blando Il lanqutdo delirio dello atomaco pe1 un acslderto Cuor di Pl'OJ)OiSlto. e SI ll.5clò I capelll In disordine come &e davvero !06- .sero robuste J)f'nne di vario colore. BUMÒ chiamando a arau voce. e una vecchietta accorse con un gros so pezzo di pane: rice– vere l 'demoslna t.ra le &barre come un car– cen.to gU pano fU '0Mol&na ln81ustJr.la. e ~~~ f.~tr~. s~elfo~~ c1~~reri:~~\~ lito un sacrosanto equlllbrio. Sedette su un paracarro di fronte al eancello, e. atogan– dos.l col pane un po· 1t anUo. non CCM&va di sesulre quelle curtosc periper.ie: le (l:al– Une atrtn~ano li cerc h io. e. pur aenz.a ~~~ ~l:~teocc::~ ~:;n d:n =~ minaccia. dmmtavano lo sdCfì'.llOSO n: con blandi ,·en.1 e diacretl splcndon di pmne calde. aalllna al primo bollore. Rlunt le penne 1n ~ f~m:1 1 esFm~a~:t' o~~: :ut 10 ::1~~ e dopo ogni furto I carablnlc.rl non al scor– davano di v1&1t.are l a cap1 uma del bo&co. e 1nn16 Ja best!a m un ramo appuntito. Il fuoco maligno SII rimandò crute sempre r~o.~:'!~F :a:f~~~d6 u:u-~~r:t/~ nut.r1.di turno odoroso: del 1111860 cne oo– la,·a. p oi fece a pezzi Il ,·olat.lle col &Uo coltello affilato. e et.5116 di Invidiare quel maledetto aaJlo Affondando I denti ln quel– la carne non troppo tenera. ma anwsa. suc– culenta. Peecato che nella fret.t.A C$11 avM– &c dimenticato due foglie di IJ\M.lat.aver– de. Con quell'orto. e &vendone calJ)C6tato tutU queJ cavol i. Spolpata la carne. aue– chfate le oe.sa, rtmaae Ja care...,. IJracel– lata in p 1Ctpa rtJ dallt dlt.a tnaorde: la but.tò nel fuoco dove (11 le u.mpe e la t.e– sta b ruciavano ln un odore pestitemtale. bllre rinv~a~nfo 0 ~~1g1i';'"C::z1°~m:~ ztool variate. bevve da un orclolo una lun– ga &orsata d'acq11afresca. e al corlet'> con te acarpe sul gt&elsllo di morbldo at.ramc. Non tard6 a Pt'f'ndere sonno. <Dal mucchio delle aamne atrouate. una penna si aalt6 convulsa. poi tutt.a un'ala: scrollandosi come a.e eme~ da un pan– tano. una gallina alla prim'alba al destò. anzi rim•cnne Non so quale l&tlnto prO\'– videm.lale le lmbAv&gll6 Il solito coccod!: "beccò tra le penne confuse. e le canpa,ne non ebbero alcun moto. un ricordo vaao la fece v11clllare ma, T&Mlcurata dal allrnzlo e dal buio. non01Stnnte quAlche l"mPO di bianca luce tm le fe.o;sure. al AC(IOV&Cclò affondando 11 becco nel caldo dell'ala: una l!eve vertJgtne la colse In quel mo, 1 lmento. e avverti un male lancinante al collo: tut.– tavla Il sonno la vinle. o plutt04to un lan– guore straordinario. slmlle a un lmpl'OY– viso sflnlmcnto>. se non f<X,,SC stato Il cons!Rllodel ,·ecchl. &A· rebbero penetrati nel senUerl dcgU orti po. polaU da alberi e uccelll. DI tratto tn tratto, sul man! gpunt.a,•a uno acogUoferrigno e altri acogll arnoravano. ap• pena colorando di rame le acque per I rl– tlCMJ della roccia rugg1noM M011trldove– VM0 ablt.Aretra quel nidi 50ttomRrinl e bolle blancMtre scoppiavano Intorno 6Cnta rumo- ~~3~~e?a~riri~ la~~~~ •:::~g11~~f~' tutt.l sul ,·ent'annJ, dal corpi stupendi e dai cu~ ~~1v::toe~ :,~~~e~~,~l~~~~e~~~ re"fieodelle onde gelate di luna. e le lntcn– dool 8CJrtt.e di quelle nu\"Ole funt.Ste. Cl foa&estata una donna. sarebbero ataU con• aolatl da una dolcetza e da un& d ebole ua d& difendere: 1n,·cce erano Inermi cont.ro quc1U echi, quel murmurl. quel brMdJ di acque e di cielo Accanto era la 1erra. ma lontanLMJma. come In un orrido sogno, LR noue ftnl In un·atba dJ latte mu nto. (l:1 à lnqulnata dal rh·erbero aolan!, e I fan:a.sm1 ,. ~ ,\ ,/, et:;j ''.>/, ~r '//~ \ ) "~-,tr 1:fr '·, ,, lii i -- .... , ,.' /~/ }/1/, " ') '.l 1 (/f1J fi. .,.:IJ1 ! DOì\lENlCO PUJ' UFICA.TO: f1~ra 'Plrirono. S! rt!ugtarono 1n un pagliaio. e ~~!ff:C~:n:·1~~ airr!~~~~ ~ vate da zucche gtgantc.ache: clanclavano per Uberaral daa:H lncubl e dal terrore superatl– d~ del mare che avevano contemplato nel sonno. E Il sonno li rulmlnb a tradi– mento. mentre Il 10Je a&SedlavaI& terra. SI de&tarono lngannaU e delUSI. con l'a– maro tn bocca. e spaccavano altri cocomeri tenuti ln fresco nel po: 7.ZO: avevano v01lla di attaccare. lite. dl dl3tru«serc. di abb&t· tere almeno un albero; sulla terra ancora calda. lo strepito delle ultime cicale !nel• t.ava &Ila musica. Essi Invece avevano ab– bandonato le feste della marina. per li SAie che evita al latte di corrompersi. Intanto si corrompeva Il loro sangue nelle vene u1rete del corpo, atrepltand o come un a nimale lm• paulto. I cocomert crepltava.no sgan(l:heratl e I semi luctdJ .schltzavano ,:.cr Ja vlolenu: ~of~:S~r~méf11~8!~~~elc!npo::01~~ =-~~::~1 ~~ ~~~~iia:ri o;!fio e l~f:: nl nel comando: - Slamo partiti per un'Impresa. Se man• chiamo alla promessa fatta non potremo ri– tornnre nelle capanne. Chi 01en\ affrontare la collera deJ padrt? Rlpresc.ro Il cammino dietro I mull che fu– stigavano con verghe lunghe di salice. e lllO• cldormt. miti e aeoolarl ullvt ma già alberi dun e forU dal rami dJ metallo 51 m06tra– va.no un po· più In alto a misurare la salita e Il c ammino: gl'Ol$Cpietre affioravano dal– la terra In mezzo alle erbe e al muschio. e cert.l fun1hJ fatui. bll'lnchlMJmJ.che scop– piavano come bolle di aapone al più Jle,·e contatto. I pastori OMCrvavano la terra. quella diversa costJturJone e quel colore dl– ,·erao: avvlclnand0&I al ciclo. sognavano di scoprtre albert OU!chl di frutU mal vl3ti. co- ~e :0':;K: r:::ua l1°~~h~~ =~ 1f':ri: duce,•ano a repentlnt abbandoni: tuttavia nella rorcst.a. luogo per molti di e.,.slIgnoto. per la presenza degll alberi non temevano gli spiriti e le maRle. Olorgto decise di accam– pare In una radura vasta at.tomJata da vec– chi abeti, e da una roccia ferrtgna sgorgava acqua cr!A:talllna. Accesero Il fuoco per 11r– rosure fette del pane duro. al muU versa– rono la biada sulla terra. spargendo fra le radici affioranti ricche manciate di fieno. Be,•,·ero appena. rtstorandosl con pane e aglio che acaccla Il sonno. Erano a meuo ~;i1::oro c~:i d~!c 1 1a°;!1~ ~~uc!ul al~~~ nlera di sale: I lumi di Lunaro ard.e,·ano rt– chlamando le stelle come per segnali con– ,·enutl. e sz lndovtnav11 ca causa della luce intensa) la ,11.a del paese che al pn!parava al sonno. l pastori ortgllavano. e tre furono pogtl a guardia del M"ntlero.con lunghi ramJ KnU 5COl'U. un piccolo fuoco acceso e col– telli che &I Industriavano sul lt'gno dolce e fresco a f\ngere un lavoro 1r1z.Joso Cadde la. notte con la larga dolrcua della luna: I muli ruminavano a occhi chiusi; accanto al fuoco I pastori al raccomava~o atorie. Il su~r~p~jj'!~ q~-~~~~v~~c:'o~~~For'! diede Il Kgnale della partcnu. Sul (!:rande sentiero gli zoccoli del muli rlsuona,·ano ntt.t: allora Il avvilupparono con pezze di a toffa lembi di camicia o di fodere I p&atorl c.am: mina,•ano sul margjnl copert.1d'erba. OrR dl8Cendevano per la atrada maestra soffice di polvere b 1 anch!Mlma. a plc<'ollgca. c!fj~~e~ron{~e~~~F~~~:tt~~:~a~~ blnleri aempre di ronda. o delle guardie di finanza. ma DCMAvModi sfruttare li ndan– :t1mento di Olora1o ad Acri - e<:mc ae ritor- ~::e~J:,:uJ~lre f~': ~ e;:m1;:~ ~i vtno; Oforg:tos·era portata la giacca nera dJ J)anno ftno per eonvalld are l a ffiCD201DL Non fecero brutU Incontri. e t.ro,.-aronola 'miniera deserta e JI guardia.no apa.rtto per qualche convegno. In un prl mo momento penaarono di tonare Il mag&ztlno del depo&ito,ma rl• tennero lo ac &MO un \• ero e proprio furto. anche percM poteva.no essere aorprMJ dal ,uardlano. c· era u na baracca abbandonata e vt n&6C06ero I muli. Muniti di lanterne af– frontarono Il buio delle acalc che guidavano sotto terrA.. u no dietro l'altro. Ma sJ arre&ta• rono qua.si subito. Incantati da quel buio dens o e da un frt&co membranoso che goc– ciolava stille gr015&e J)CSA.Dtl. Per abltuara! alle tcn~bre. smon!arono t.utte le lM'.eme ~~~llnf1ri~'i,t~tln~.el~a ~=~ b(~1.a'rJt'"c~~ potevano e.sscre di &aie: anche le pareti era– no di sale. scavate. eon m&MJ sporgentJ. nicchie e a.nfrattJ. gomlU che minacclavano di 4barrare Il cammino. Arrivarono In una caverna appena franata. r1cch1M!ma.Fo,se 111 opera! avevano acce– && I&miccia prtma di abbandonare Il 1avoro per non perdere tempo l'Indomani. I pagtG– rl st denudarono. ma Il calore era atroce ln quel b uco lar1 0 pieno di accidenti e pericoli. Ol'OMl ma.ul riempirono le blsacce. e altro a.aie fu aV\'Oltonegli lndumentl. SI dlvtsero Il carico. luatrl di sudon! e età lmpoh·erau dl terra come dlavoll Quelli che port.Ava.nole bis.acce. procedevano appaiati e goffi come buoi. con tutto Il peao aune spalle e sul col- ~~~:~:;:~~o ':a!:1 c~1:'1~ r.~~: tem& appeaa alla cintola lllumJn&,•aalnlstra– mente Il buio che Il aale fareva brillante e pauroAO.e I 10bbAltl della luce lmJtavano un ngo Inseguimento di fantuml La luna denunl.16 ht terra. e come Dio ,·ol– le. 51 abbatterono aotto quel chiarore fanta- f~~~/ co~r 1 n:~~~• ~~'fre ~gni:ri~1o 1 !f~~ atrtngeva a una fuga Affannata Col ftachlo modulato In aordlna. ooatrtmero (1:11 anlmaU ad accovacciarsi e li caricarono delle bisacce rieonfie: del aale che avanzava al lmbot.Uro• no le t&6Cheprofonde e Il petto tra la cami– cia e la pelle. .~:1c~t:i:~· n~I~ ~~lrèr: ,, 11 =.~~ una cautela tnsospctt.at.a. A mano a mano ~3e~1~'trau::c~~~~r~~~~o~,f. va I corpi de111uomlnt e ogni ombra acqui– stava con.s.iatcnza, ~ stormire delicato di !ronde. I ria:onn delle bisacce denum.Javano ~~~re.a~~;,~:~ Rl~~rorpe~~: dura dispersero la cenere del fuoco. allonta• nando le lj:r"OMe pietre disposte In circolo per la. sosta. Ogni traccia aparlta. deviarono. ,·ol– gendo le spalle al monti di Acri. e nella nuo– va dlrWone Io aplrtto si andav& ru.serenan– do anche pere~ gpuntava l'alba Subito st.ablllrono di far pasg.are avanti tre compagni con gU anlmaU. diffidando della luce lnd!.acreta del giorno: Giorgio rtmue ~ af:!e~lt.rirea~anfa~=~!t1dlt1~_:;~ binlert o S:1 1t1ardlanl naacostl Ortdavano brtndlaJ ella 1poe.a. ma per un bel pezzo ne&• auno apparve. Intanto che I tre atlvolavano per Il sentiero battuto. allo scoperto. Quella era Ja tona pertcol06l\, e tra ali albert traf• nca,·ano I militi Imboscati. o per aorprcn. due ali apaccaleana o 1 contrabbandieri di sale ap1t::a ~l~mPn".U~ 1T ~~~":e~a ~~~~ tare Il baccano e JRfrenesia del canto. e ator. nellando In coro. aorrt'a:gend051negli aeut1 con la mano Acoprlbocca. Naturalmente sbu– carono due guardie di flnRDta e Il lnterro– S:~o~~n~!r~.ntano, Intimorite dRI numero e • cn1 vuol rtspondere per tutU? Da dove venite? - Io - dl&&eOlorglo. - sono lo AJ)OIO e ~ri.;.~•r~o!,!~o d~~~d.l~~l."~~~ __ Slamo - Come fate ad andare a pled.l per due giorni dJ cammino? - La povertà non va a cavaJlo. brlgadle• re mio - Cercate di non srnurtrc la strada. e ri• tornate aul sentiero O siete ubbrlachl? - LA strada e In dlscCM..e Il vino non hll ammauato ne.o;suno lntanto le 8Ua"11e spiavano e non tardarono a &e0prtre Il con- trabbAndo 10tto la camfda - Non avteat.e sale per caso? - ConfcW e vino. brigadiere. - Siete groa,sJcome capponi. lntanto. Ch5 vi d!Ap!acerebbefar una capatina In cuerma? - Certo che cl dlaplacerebbe. Dopo una festa è Il letto che cl vuole - DonnJre1e sul tavolaccio della camera. dJ alcurezu. - Andate a caccia di crl.atlanl. dunque? Ma noi abbiamo troppo camminato per camml• nare ancora ln•ano. che cl su1gerite? - DI muovervi ton le buone, e di mo.traiti subito Il &aieche vi 10nfi&le camJcle - Ma è pane e cacio. brigadiere. ma aon dolcJ e frutU... , - Bene. allora fat.ccl partecipare alla resta. - Non ml garba: lo non vi ho Invitato. - Accampatevi In mezzo alla radura. e Il primo che si muove. è un uomo morto - Rlpo500! - comandò Olorglo burlesco - :rJu~fiai~a~\• l~ef~~ ~nJ!~~. 1i ~~:è del brlp.dle:-t. Ma per quanto tempo? - l!l la ,·oce cambiò di tono rivolgmdOIJ al mlllu. - Sino a che non deporrete Il eont.rab• bando - Contrabbando I confctlJ della apoga? - Animo. vogliamo e&SCrelndu11ent.1: ,;e deponete Il sale. vt autorttzJamo a ftlare. - Ma che a.alc.che sale! Gluato ce ne man– ca un pltzJoo per la mJnegtra . - Olorgio parlb 1n dialetto stretto per Indurre I com– pag:nJ alla calma. pred&ando che I mJIIUnoo ~~ rc::r:i~ ~e~ 1 tr~f':'1i~1:i: !~~ nostante I m01Chet.tl.Intanto. più tempo stA- :~~'1:.':: \~~"-:1ataffro ~ ~~av~~~ st.rtngcre I militi ad una 508ta prolungata Anche I militi "I consultarono a b&M& voce e lmprovv tsamcnte al mJaero a rtdere maligni. Quel r1lo lnaolpet.tl la br1pta. e non f<&ero atatl I moechetU. qualcuno anebbe dee~ di . lapidare gli lncauU, Olorrlo ftn6e d1 ap– plaudire. - Allegrta. allearla fa buon aa.ngue eome 11 vino. Odio antico covava fra le genU del Juo10 ;~~~:, d:~:;:~~~:=/r: :11 ~~ 1: :1: ~rrj ~toa:~~.-r~-~b~~~u~ ~fl~Le d~r~~: vano una libertà senza cont.rollo e m1sura. mentre I mlllt.1quella Ubertà llmlt.avano coo un rigore che spesso si t.ras.tormava In an– gheria: e da tutte le due parti c'era uu ~:iC:r:-c::i/i:r;~g1~~:!5Je':f ~ ~~':f!°è ~~:~u:e ea~~~1. ru~:,~~~~rr:ri• Nel caso del n0&tr1Jadrt di sale. buon con• algllo sarebbe parso anche al 1uperlort chs le guardie di finanza abb-.ndonaa&ero la bri– gata al suo lieto dC6Uno.anche percM li sale era ben nuooato e non avevano scoperto Il grosso del contrabbando. Ma a questo mondo :;~fav~~ 1 08 ~~ ~~~Ulcalr.-:~ 1110.nf 51 1tancna.no di ridere piamente, iin~!t~~lt~~ ~rn:red~r:c::ruent: presto auperò le cime degli alberi bu&t. si.do :Uf1i;.e r°3ur~u ::!a~~ 1r~1: f:f1:p~~fdr: luce. ~:~r.~~~~~·n!: r~~r1n~~:? rono dall'lnt.enalt& di quel r&nt 1 muli e t compagni plù cspoatl ormai al 6'curo. e rln• lere s6C pe r la 508t.a accm6 IJno ad e&Un,ruera.1 del tut.to. Provarono a racce>Rllere le robe. s le guar die aplanarono I m06C'hett.1. tentaro– no di parlamentare. e I mfWhettl non U ab– bs\ndonarono un aolo attJmo. Olorgto propose al compagni d1 abba.ndonRre la partita e. sempre In dialetto. esortò a non abusare del• la Vittoria. ~~.:r 11 ~~li ~c!":~!!,~~re=,.~ ~: le bocche minacciose., scambiando la raJl(o– ne\'OIC22&per vtltt\ e l'oaUniulone per eo– ta@:glo.Non vollero ucolt&r t'OMl,tll. e pre– sero a bravare dttla.l a toRlleN"di mcz:zo a. ogni C05toquel perditempo troppo curloeJ i: quali n! parlavano nè al muovevMo. mante– nendo la diatanu: I pMtort 6J accorsero di essere come t>estle In un recinto E Il 10le splcndevA.. t' Il calore aumentava. e le ca– mJcle rtmanevano abbottonate aul a.aie lnftne ti sudore del corpo prese a aclogllere 11 &aie: !'astuzia del pagtort mJnat'Clava dl =r~:~ ~~~~ ~roc~t'gf~~~ compres,e rhe la vittoria cambf:'n Carda: 11 suo corpo sbucciato da a(l:hl roventi comuni· cava alla bocca un11aete fer0<"e.e Il vino ;~~=~af:r rr~1~~~ :llf8P:!~,a~ :;. troppo chiaro e denunziava ti piacere mal- !t~nl:e!! ~~~~:a~~~•~c:b~a~cit°o? re. sdegno accesero I pastort come sterpi &ec• chi e desiderando mortre diedero mano alle pietre per sfopral In un modo violento. Ma g avvidero che le guardie erano ICOO'lparae dietro gli alberi Si precl('ltarono nella ra– dura dove avevano accampato la sera. e stracciandosi gli abiti e le camicie. ruggm• ~~- d<:°:a1!:~f1 r:~~t1c ~~~1: 1~~~ ~~~~: no orm&I lmbevut.l di aa.le. e Allora semi– nudi, qual! belve ferttc.. sJ rotolarono &ulla t.erra e franarono per la dlM"t&aln.s.lemeal• le pietre più leggert che smuovevano ncll& corsa dlsordlnat a. A ppaf'\•ero Jul scnlJero. spiritati. con Il vi.so ardente e nero. 'tmpre correndo. aume n tando J"lnsoltenlbllt' bru– ciore lllflammau. acatenati come demoot ragg1un.sero la pianura e- Il l\ume dAllt ac– que dolci e temperate. ln.sleme a unA tor– ma di cavali!. btV\!en'\ ff\tl l'l<'qUII " «l'lMllt'r0. ment.., la correo~ aclo;Ueva I grumi di aale e purificava la pelle strR1J11ta. ltncndo a poco a poco Il fuoco vi\'O delle eaml Infette. Smaniando In un dormJvegUa penoso. au cu! la rame &caricava vii.Ioni e lncuht. li v&(l:abondo attele nella sua capanna 1n mezzo al bosco IJ trRmonto de! alomo. poi la notte e li tramonto de lla luna. Con un .s.acco&rrotolato u.scl t.ra gli alberi. orien– tandosi al debole chiarore delle stelle. e dlnanz.l agii occhi rinfreseaU daJ freddo notturno baltnl\VR Mmpre quella cre,ta M a che sonno! Che SO&DI I Quel 1Jallo c.ra un diavolo roao che U6Clvadalle nam– me c repitanti come da un baa:no: le aal– llne stregne dalle 11IImmibrt1n06C; e l'otto 11 cratere dell'Inferno con t cavoli elle dan– uvano 11 girotondo, le retJ lmprirloo ava– no P t'$CI ,•oluU. Il cancello batte.va tn,·e– su.to da una tm\Pffil.a di v enti contrari. D va piibondo 508prSO au quello ICOm;>!allo &l •rtt.a.a MD.M riu.scln! a dlatrtcansl d~ll~ st.upenda. lndtgMtlone. e più at a,1tava. più la carne 5.1 AOlldlnt'ava nello atom•co au• mmtando Il peso delrtncubo spropoa.lt.ato. Comt' •~MO accade nei S Of(nl. e,11 parte• clp6 come fOMe,-veglio alla lot.ta con I mo– stri saJv,.ndo.,l con la fugA..e ripetendo la fuga della notte ate&a lnsl'1tulto ora dalle terribili 11pp11rti.lon1 come prima dalle voci d1 allarme. Ma non gli rtU&rlv11 di Imboc– care Il glU$to sentiero e. sperduto nel bo– vo. non ricon<>M"eva ~ le m1111cchlt'. ne gll &ltx-rl. n~ un partJcolAN! eh• lo potCMe .Uldare &llRCl!Pltnna. E la Vffil)f3tll lnfu– riavA enrhe nel bo&co.con più orro~ p,-r f ,tt'mltl del remi st.mnc11t1e detti! anlm11II aomres! nel &1>nnoo Pf'r ali t'<'hl dt'II~ 11cq t1e n aACO-,te. str11rip11nt1 d•11II "lvel gt,T(' tt.lo lnf:'OntJltl FO!flle111c~de, 1 11nosul volto. ma umld" appena e legp:er1,-slmc com• le fo,:lle non gono. e cuo mal non quelle ~tmpp•t-e d1111I vt'nto. COLOMBI P)jjft NOZZE ~(fa~unee. d~~!°58gpetia~~u ~~o la,!~~.~ bondo rumln&va dtntro di ~ di abbmdo– nAN! la capanna e Il bol5co. dopo quella Impresa, proprio per non assl3tere " quel trionfo di antmRII e uomini aaz1 da cre- f:':a,1!a ~~":~:.: ~~~ a:1? 1 !::~~J~~ le labbra secche per Il continuo tnghlot– tlre a vuoto. l'lmmaa:lnulone &emPN!pron– ta 6.1 ftM6 sulla scena dell'Imminente fe– &tfno e allora cali atrrettb 11 PAMO, atrin– aendo !1 aacoo come 8C ,rlà v1 att"Mt.ro le aoffocAte galllne Scavala'> agevolmente Il cancello. r&Mlcurato dal ,uem.10 e daJ buio; le reti metalliche del pollaio 8Clntlllavano va~amente come at-tnl di tolro .su una pinte Meura: con un ordigno prntk6 uno strapp-0 tra le maglie. b11dandoa non calpe.,t.are I ca,•oJI dt'l mara:-lne. si lntruduMe nel re– cinto. Le macchie delle IJ&lllneaut tttspoll Jo 1vld1rono: aollevava la tata dell'an1ma– te addormentato e 111 tira,·a Il collo come a,-e,•a vt.ato fare aue donne auri! UACfdel casolari. con un ce,-to brusco e PN!ct&o: li nrso era strouato con la vita. e la a•lllna gli Si afflosciava tra le mani; la rlPOOt'VI\ nel M«o che rt"tl'aevacon I denti. e ~ub!to ripeteva la mimi<'& con un'Altra macchlll di penne calde Ma la cresta &earJatta non face1·a lume In quel buio. e Il ,•oaabondo Avvenl un dlaruat.o atroce. una rtpugnon- !:d1lc!1t= ,::;1r:~~r1~~rnu. ~ Ju:~ tre p,nne con furia. qualche aalllna &1 la– m•ntò n11cquero n1mort lncert.l. egli ,1 rA– rlrò del SIICCO. ritrovò lo slrl'lppo. calprst6 un 10lco Intero di cavoll. di nuovo 8Cavalc6 li t'•ncello. e via di corM, In.seguito da coc– rod~. grida. di Bllanne. suon! di campA– nicct e gemiti dlvt'rsl Solo sul stntlero dr! b<vico ritrovò pace e &llt'nt.lo.e qunndo r,~n.<:11 a~,~"~T~~u u~ ~lld: f;~f11:g; acrcse Il lume e col lume diede fuoro alla. le-ma sempre prtr,parata Ro\·escJando ti sacro. le galline caddero senu rumore. ma 1~umpe e I bttch! si urtarono 51r11de,·ol– mente tra di loro: erano gnlllne gra....,;e. una a,·c,•a pe~lno un u01·0quMJ nato .sot,tc la coda.. BCSt.ladi un 1tallo! al l&ment6 11va- gnbondo. e si dlt'de a s(X'nnroreun11bt'M!n. po! M rtcordò dr11'11cqua('Alda ("hC hclllta q uf'f;~" O J)C'r&tlonee 11rcostò al fuoco una i, t.pat.ta ricolma dJ acqua e Y1ittuncne la A una Nt.ffka plù '1ol-nt11, e dl'-PCr•n– do onn111dl ,1uncrere ln porto. ebbe la fac– l"iA lnvMt.ltA da un n"'1bo di oucll,. atrane fc,sUe rh• (r'lf lmp-dlrono la vtst.A: p-r Ab&- =~~~ l~~~~~e e f~: f!f:~~ c~~n~ p.11.ur~ che Il v115r11bondo si '-Vt'R'IFò dav– vero. t r'0\•11ndO'tl 11 ,·nito co~rto ,11 pct1nc. l"- cep&nn" lnv11~ d11I ,•rnto t'hr neva aoal~ncato l11 pnrta e crtava \'Ottici t' n•m– b! d"llllr11l ( :elldll: le t>fflnl"VOIH1'nnIn qu•f "nrtlrf e s1 onMvano dn-runout prima di rtrenre ui,'AltNII furiosa spinta che le spa?'V'"VR •Ila rinfuu - Pi-nne-. f)"nne pmnrl - ~•ndl Il po– ""'!'"UO. e p~ RIIIIga11tn11:ma anch"' ~ nr,n Cl ll\'{'AA#' f)"T1,--t0.nello St('lfflA('O 11\"f'\"ft Ullfl Plllll\ di olombo. e un dt>lore-lltroce ,n Atllnll!Z'lh•va le v!Are)'f'. " lii tl'mP"S'JI. accn-.~l"V'\ d·tnte-n,11.AII dl."Of'(!ln"'di o«nl g•nt!mt'nto o (1tnl11AI& non011tante la luce del1'11Jb'\ormai matura - Non potrò NICt'Oflt~Tt'utte quelle o-n– ne - monnnrò lo 5ela(1m1to. t<u,·•nd€16J come UDA(()!fl!Aal fuOl"O - e I C'ltllb!nle-rl non An11nno Al,.11ndubbio. lo nnn ho avu– to m111un Allrvam•nto di irallln~.. 8"1,6 dal lttto per ff'ffl1M'f' la pnrtA. e un flllmln,. lo 11t1e-rrl eadl"ndn ,iu un Albt'rn qt,an,~.v-n: rmJ/;P' nn urlo M'nl,.ndMI lndlf""W, prt<1"l lnem,e di $1\I 1rmP"~I~ (ur1A. 11n('lle P"l"t'nè Il dnlorr Allo ~tt'lfllaco nron ac"en– nava II pl11r,nl Quell'urlo J1111rtr11ntf'. 1111.,.. rtrri r'5oonò tome un pctardo e-co d•Jl,i, tt'mT'>'"St,del ...-wno.dtll& mortf' TI VUll– bondo ,·o!M 1(11 l"l('<"hl AUll'anlm'llf' rh,. pl'(I• VltVA 111. ço,ce e !A l'f'S!6t.l"n,..~ d•l J)rlto. ad ali A'P'"rlf' lnc1'1:111ntlto dal111 f'l"'flClmbrA ~ dallR mf'morta d,.ll'lnC"ubo N"rtnt-1":si tuffi lt ON't'l'hlr (f' qompl'f' Pf'n"h~ gJ rn.'11111\'AnO 5111 Ul~ voli~ rnntr11ff11tfl'), Il l•Ata h11Ac11 Jnflh\ IA JY'MA lt'IA'"f:'l.111() d•llfl 1r11llln'l A"Atnpatn ali" Atr"'1'" t!lnlt" c1A un r11n– t"sma. In mf'U.O alls n,tur,,I~ f#fllr•ata che li ae,canlva au,U alberi del bo6co. Dopo due a.noi di ,1agg1 per ti mondo dn che IJ erano &PQ5&U. Giovanni decise di con– durre la moglie straniera al paese. per la vi• alttt. a.I parenti Durante Il ,•!aggio ln ferro• re~·~~~~ ;~~:il~~ ~ l~a:;wre ~f 1 !~J:ttn~ =~~e c~lrtin~dJid~t~~~.ano 1 ~~~e,:to ~I! eNLIntenta alle barche e Aire reti, a f!var panni o a oil&re sotto le pergole del caacl. nall. La ~(l:1onesi rlvelb Intera con le gob– be del roml all'aperto. le g&lllne sulle aie. ,·ccchle centenarie sommerse dalla lMa ®I !u.60 In mano. gregRI tranquille sul pog(l:1. asini In ftlR che trasportavano te8()le e mat– toni. spaccapietre all'ombra del ponti: orU. appezzammU coltivati. aranceU; e un 10le senta misericordia. La &PoSA &ppan·e subito conlent.11di trovarsi su quella mitica terra e lndovlnb. al aolo guardare. p&r«chle cose del car&ttf're di Olo\'annl: apeclc la fonda e MPrR malinconia. Il fatalismo del gt'.Stl, la pulen:ta mista alla superbia che a ,•olle lo faceva chlU50 e Impenetrabi le A.rrl-rarono al Lta.m.ontoe sot.to una p!oe- 1t1adi non entrarono neirantlca cua di u-en– tadue stanze La madre di Giovanni sape,·a cantare piangendo. nell'abbraccio. cd ersoo t.antl anni che Il nguo stavR lontano. sem• pre In viaggio per Il giornale. e scri,•eva brevi lettere o ,-aiuti su cartoline patinate. mf:i :~~:v1;;~r;c;,r:e:~11e~~ngl~v~i1: zii e tic. e altrt partenti affeziona ti alla ra. ~1,~111~:~~:~. nel pieno dlrlt.to di augura• - Domani la ca.sa san\ piena di colombi. - &nnuncl6 la madte. O10,·annt aorrlac. La spo– sa non 05b Interrogare. troppo stanca per Il v11ggto e per tante em07Jonl: 11'1 casa era Mtlca e \'Ml.a, la gente che vi abitava solen– ne. la ta\'0IA carica e ~plendente. Il leno al– t\Mlmo con unn coperta di damMCo to."M>, li vlno fortt' e faceva battere Il cuore I parcn t.l erano già sulla logRIRACOperta. rtparal.ft dal sole dalla parete delln cucina re~~~~·,. rnM:r;;;:r: afdru;~ta!!:Ce.a.1! 1 i:::~ ~: araccendava In cucln&dando ordlnJ alle fM· teache La apoaa gracll flchl e pes.che e una retta di cocomero dJ fuoco vivo. aedette su– bito 1u un peu.o di pietra In mm.o alla log– gia, e questa confidente sempllcllà piacque molto: notarono che non era dipinta. appe– na un·ombr. di carmlno sulle labbra. e la complimentarono apertamente Il padre parlo del gr&no \'enduto. lamen– tand051 del raccolto. La \'lilla promette\'& bene. ma l'orto della pianura era qua&J. &ee• , . .., - Le ataifonl non rl.apettano Il loro corao, l'Inverno dura t.roppo, l'est.ate succede al• J'J~ror:':O'!i: 50 &vrebbepotuto conUnu&rc a me– morta. &ema augerlmcnu. sulla canlcola. aulla difficoltà del trasporU. sulle t.&MC che al mRn(l:1&\'ano Il raccolto. sulla grandine e I fulmini, la tramont.ana che SPOiiinava Il l\o. re.., Sorrise alla aposa reclamandone se1ret.a 1 ~1~!•r\~lcf:t~11risd~I r=~. ~~: ao con m ano languida Il ij:lltlO d'An10ra che le fiut.an la gonna. &ra bello stare lo ozio, g uarda ta da tutti. covata come un uo,·o pre– r.loso. e ucolt.are la voce della terra e quella del Clt'lo. A sua volta. aorr1&ealla madre che &Ccorrev&col caffe bollente. La IOSIJla erll frC5.cllcome una grotta. al d~~rt~1~"cfi"c'!::'o~~,~~~~g~~tfC~ e celeate adornavano Il bianco delle piume. I colombi face,·ano glu-glu. gll occhi neri della r agazza balenavano aotto le ciglia ab– bassa.te. Rh•oJta alla madre dJ.sse: - n s aluta donna Filomena Acr1tano e U mand" queste due pala di colombi con rau– gu.rto agli ap()Sl. La madre rllpose secondo ru.ao. rtempl al– l a me ssagacra la taaca del grembiule di con• ! et.ti. le offri un bicchierino di r060llo <- Al· l a ul ute - e (l:1ùun aorao) con una mancJa di due lire. La sorella più grande di Olo• vannl segnb su un quadernetto a quadretU: e Fllomcn& Acrttano. due pala». La sposa prese In mMO I colo mbi. crM0 dolci e caldi. aorrtdeu beata t.ro, •ando a:entlll~lmo l'wo di otfr1rll a1ll spo&Inovelli quale dono &Jm• bollco. - E tra due ore I&cag.ane &Arà piena - rt– pet.è la madre e cOn.stfT\6una iro&SA chia• ve e I colombl allA fanUM:a Le ragau..e che pt,rtavano I oolo n1bl pre– t.e-.ndevanodi ,·edet't' la gl)()68.ma la sposa. per non CQCrcatUrclat.a di forme. nè alta. n! b!a nca di pelle. otteneva scarso suc– ces.so col 6UOcorpo maaro e I capelll cor– vini. A l paese le &lgnore erano tut.te bion– de, 11.11c11e la madre e la sorella di Giovan– ni. e di pelle blanehtMlma. un po' a:ra.sse come attrtbuto di nobiltà. Le ragazze rccl– t.auno I complimenti eMgerat.1 senza con– vln:rJone. alcw1e sJ a.ccost.avano a porgere la m&no. ge ln conndenta e • pratiche del palauo •· E I plcclonl rlemph·ano le 10!- ~~ =~~.mqouefJù ,~: !':c~. ~~~ poi cl fu una aoata di qualche ora. per Il mezu,gtomo. A pra.llZO 11 piatto di eent.ro tu un bell'am:111todi quei volatJII: la gpog a ne ebbe una coofUSA pietà. tutt.avta fece ~::.~-e ade~~cus;.!~~~r:iettedellacor::~,a a~:: vano una carne molto delicata. che non u.z.Java mal - Un'altra Rlft, un ~ di petto? - Al p&t"ie 61 m&nglRVRdavvero bene. e quanta Crut.ta! Due ore di AOnno la liberarono a stento dal pranr.o auccolento. Arrt,·6 una rR(;ll:r,1,11 a mani vuote. col denaro contato In mano: _ A1•eteda ,•endrre un paio di colombi? La madre rictvet.te li den11roe oon.&eiDÒ I ,·olatlll. La ra.1au. a aAlutò d!M'eo;.e l acale. r1nchlu.se con fracam 11 portone 'I'rL'COr51 cinque minuti bUTMrono Era la st.t.55'\ ra1azza che riportava gli ste&SI colombl. ma con due nMlri & colori. e In V!./iO un'aria plù wlennc: - TI a.aiuta donna Vlrgtnla Man.eJ e U mand11 que6to palo d! colombi con rauau• rio as:11 &po$!. - reclt6 di un nato. ln. ca– denza. 1A Spl')8a non potè t.rattenel'1J e scal)pc) vta per rfden! In Ubertà O Alt.ronde non c·e:-ano più colombi In p&e6C. e quel palauo non era un mercato Quando rt– tom6. la r&gau.a la rua.rd6 oon attcnz.tone. le piacque: - Sembrt un& oambOla - 066 e a\'Vamp6 come scottata - Ctnt·annl gempre con– te,ntl - e parti seru-..a,·oltarsl, con ls lira strtt.tA In mll.llo p~lta~I J~dt~~ 6Jf"j"e,ri~."!~o ~:n ~ ~~ ~i'~iwf~:':~ / I ~~:,br~~c:,::~ lltig1061e famehcl. Il loro glu-glu non rt• sultava più tanto dolce e sommCMO.1nz1 atrtdeva. e le loro ali agitate produetvano vento. e un odore peAt,llemJale emana,•a dal loro corpi. Trecrnto pala di colombi ln una alomat.a, Il 61mbolo npparlvl'I cSfl– gcrato e ln;ombrtUlte. e la cerimonia mo– notona più del canto delle cicale. La sposa acopri che ili occhi dei colombi aono dJ ,·etro. Immobili. e una certa paura l'&&Sall. al rtcordo dl un" favola lnfanUle, di uc«l- 11 dagli occhi prei.1051e falst. dal pltdl d'oro. d1111avoce metalllca: più che paura. una nausea A cena un altro arrosto. am– morbidito col rcwnlU"lno Inzuppato di olio e 11ceto.contorno di l&ttughe tl"nere M8n– g1ò con sUu.a. quul per ,·cndlcarsl dellB paura del pomcrlnlo. e la carne era dt'll– cat!Mima, innocente. Natu!"31mcnte .qnò \'oli di colombi. poetico sonno molto lldat.– to per una 5PM,a. Trascoru una aeuJ.m.&nA la apoga co– m1nel6 a SZDA;rlre: colombl arrostiti. l'6- sat.1. alla a:eno,•e6C. c ol &Ufì'.O, pranzo e cena sempre colombi e le 50 fflt.re-non Il a,•uot a– vano mal, le rant.esche sempre dlec. ro a colombi. a buttar loro li bN-<'nlme.a net~ tare. a tnse;uln!. A volt.e Il glu-glu era C06l stordente ehe tutt.l avevano ti m11ldi capo. - Ma non c'è nient 11l tro da mMa:lare-? - 61 l&mentava la spo&a. - Te lo ave,•o detto - rls'J)06eO10,·annt. Ma non le a,·t'va det.to niente. Come 8Vreb– be potuto prevt'dere? La sposa cap.t.ata p er cuo In cucina 150:-prese le fante5che a ura.re Il cono aJ colombi: aoffOCllltadlii dts,uato. per poco non ~,·enne: raccontò al marito la barbara NCCutlone con le lacrime ari! occhi. Olo– unnl tentò di oonsolarla. poi. lnfaatfdlto In.sorse: - A1 colombi 11 tira Il collo.. e non ac·f– frono ncmmennl BLsogna purt amm.&zzar– ll prima di lnl'Uarlt allo aplf'do! Q uella sera stcua al parlò di partm"a. t.ra. lo stupore addolorato d,.I par"tntl c'·e ,·tde ndo la sposa lllantuldlre- ~ttavt·10 che &Iannol.u.~ In metto a lnro: la mad :-o mormorò perol~ 'fradevoll Olonnnl si ln– collerl ma non 08b ClCCUSAre I colombi. ti cibo sempre- uguale. I p11.~r1. le clcalr e le m05Che: altrlmt"ntl nM.'Uno a,•rrbbe potu– to sah•aN! la sposa d&II&fat'lle Imola del parent i. LA partenza fu dtttM dopo una not.te ln,.onne. LA ml'ldre pl&nM" cantando. In m& nfem d11atr..-z1are Il cuore del nauo. ma la spog.a l\ngt'ndogl sofferente mucherò & stento la glola pro!ondR di abbMdonare quel luoghi e quella 1tente li viaggio di rttomo non fU lieto. Olo– vannl pt'M1wa Alla mRdN! e a quel pianto crudele. ne l trr no faceva caldo e le mo– sche. a c& u.sa della \'t'IOCltà. pl"e('lpltAvano come bolidi aul volto Sostarono • Formll'I Al INlmonto. all'O.'llt'rla dt'llll Quercia lÌ Falerno Il aiutò a dlmt'nUcaN! A un tratto la sposa rabbrtvldl 6Clffocandoun grtdo: - Colombi! - e additò KroMl e paclftrl uccelli che volavano ad all aperte gulte ~d~~f&rlto auardb e 10rrtae. La apo...a - Sorridi 5Cmpn! Perch! &orridi? E Gh>vannl rlSt' ai, -rtame nte: - Sono gabblanl - dia.s e - e non si mC't– tono a rosolare allo sp!t'dol r... \I, dt AN(H,LIG

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