Fiera Letteraria - Anno IX - n. 41 - 10 ottobre 1954
LA FIERA LETTERAR Anno IX· N. 11 SETTIMANALE DELLE LETTERE.DELL ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 10 ottobre 1954 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE, A.M~UNISTRAZlONE ROMA, VlA D'ARACOELI n. 3 - Tele!onl: Ammlnlstrulone 684097 - Redazione t>84Ll'J8 • Pubblicità: Amministrazione e LA F'U..:RALETTERARL\ , - via d'Aracoell, n. 3. Roma _ Tariffe: CommerclaU L. l50 Edltorl11.li L. 80 al mm. - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 - Semestre L. 1.400 • Trimestre L. 751;• Estero: Annuo L. 4.000 • Copia arretrata L. 100 - Spedizione In conto corrente postale <Gruppo 11) • Conto corrente posi \le numero 1-31426 Un terzo tempo perla narrativa di ~IASSHIO FRANCIOSA Quando slamo uscltt dall'equivoco calligrafico, e .siamo .ttati lanciati a. contatto, anche in letteratura, con l'avven– tura neoreall.tta, ci damo accorti subito che Il nuovo genere ridava un diritto di dttadfnanui al personaggio, e lo riani– mava dal bouoli emblematici e introspettivi dove aveoo dormlcchfato. in.serendolo nei /atti, occupandolo in una azione. contagiando/o con altri /atti ed azioni altrnl. Quedo t accaduto - par(iamo naturalmente dell"ltalia - dfcci anni Ja. Il nuovo genere, cosi rigidamente legato al dominio della cronaca, parve promettere. In tutti i iuol primi tentativi (ht parte sbagliati, ma tuttavia intere,san– ti). non solo la reitltuzione del romanzo intuo come una codnizlone compleua ed oggettiva, ma una proJicua ap– prossimazione della letteratura ai deS'fderi di un pubblico. Dopo avere pallentemente 1/ogllato per dieci anni una letteratura nodra coetanea, e pottmdo dunque fare il con– iunlluo di una narTativa ben delineata e potentemente in cammino, non ci tentiamo di celebrare a occhi chiusi Il decennale dell'avvenimento, che pure tanta importanza ha avuto nel nostri gusti e nelle nodre J}Tegiudlziall.Dobbia– mo anzi affrettarci a indicare i pericoli di un genere. U11pericolo t questo. Alcuni scrittori della corrente rcalUta scambiano i /atti col /atto. Trovatf.si a contatto di cocenti eventi personali (lnfanWi, giouanlli, bellici e postbellici), U hanno sJruttati - con maggiore o minore Jortuna a ieconda del talento -, e li hanno consumati e co11clu1f.Queiti avvenimenti, con l'alta tnteniftd che derl– vaoa dalla loro eitrema attualltd, non tornano più. Éisi so11O come un diario del ttitto scrutinato. Non resta allora a tali $CT'lttorl.per quanto poco attrezzati a quuto. che trovare altra materia alla loro icrittura. Se non ne hanno di propria. ne J}Tendonoa preit.ito. in blJ.fea una Jrettolosa teoria di ,celta a carattere realiita. Scelgono cose /ra la cronaca, e mettono in Jlla, nei loro libri, dei /atti anche mollo crudeli, ma per niente sentiti, filtrati e punti dal– l'ago dell'arte. Altri, invece, fn1i1tono sulla corda dell'espe– rfen.za personale. E ien.ta avvedertene, tornano all'aborrita stazione di partenza. quella del bouetti31no prebellico dal quale ci .ri era dipartiU con tiero orrore. - Sorge bi noi Il ttmore - scrive andando ben plù oltre di noi Ello Vlttortnt. pre&e:nt.ando uno del suol cGettonb, e pteclsnmente Il se– condo libro di Beppe Fenogllo - che questi giovani &erltto– rt. appena non t.rattlno plu di C06esper:lmcntate personal– mente, corrano Il rischio di trovaral al punto in cui erano veno In ftne dell'ottocento, i provinciali del naturalismo. Il -preoccupante paragone di Vlttoril1I denuncia proprio quuto pericolo. Molti rea/1.stipensano /utilmente, che delle trame perJettamente studiate siano iold un colpevole frutto di applicazione; che eue siano opera e malefizio della Jan.taiia, e quindi jlniicano col denaturare la materia uiva .del loro veri racconti; e che quindi il romanzo nella sua itruttura claulca, anche se reio vitale da motivi e conte– nuti moderni, sia un nontenJO mediato per l'occhio del rea– ltitd, che deve iolo guardare e rlJerire. Eui perdono cioè quella chiara vifione del problema che apparteneva loro per eredftd naturale; $/ugge loro di mano ti sen.,o ite,so della narrativa, la sua unica ragione di eliitere, che è quella di raccontare un fatto nel modo più compiuto possibile. Il ucondo pericolo cli.e S'f corre t una conseguenza di– retta di quanto abbiamo detto. Il pubblico, a causa del linguaggio, tanto semplificato e immediato, avrebbe potuto tornare o ,cegliere qu.e,U libri come l'e1Preuio11epi~ idn– nea del sentimento del tempo. Ma l"abuio e l'lnsl.!tema di /atti personali offerti maldestramente, e Sf)e$.tO ribaditi ,otto le ipoglie di perionaggl troppo super/icialrnente au– tobiografici. e resi i1Ui1tentt.jlno alla noia, ha diiorientato queito pubblico, al quale il cinema continua ad offrire la realt4 nel suoi a.,petti più lnteruianti, ma attraverso il gioco comunicativo di una trama e di una ·,ceneggiatura spe,so perJetta. Non vorre111mo,in concluiione, che queita letteratura reall-1la jlnf,se con l'euere iollanto una letteratura di cli– ma, come t ,tata una letteratura di clima quella dei cal– Uvra/i. So che molti dei giovani narratori 8i sono gid re-1ì conto del riM!hfo, e stanno lavorando al ripari. Que.tti ri• pari non po.stono che aggiungere un punto a favore al de– dino letterario di tutti. Si tratta iemplicemente di accet– tare in pieno la letione reali.tta, in quello che ci ha in.tegnato proJicuamente (maggiore comunicativa e semplicità diretta ed e,sentiale del linguaggio; e!Jicace riprodutione dd /atti nella loro andatura cronbtica ed obbiettiva); e di saper applicare ai /rutti di queita lezione, gli altri frutti pro– Jicul d,I un'altra lezione. quella dei maestri del romanzo tradizionale, americani, inglesi, ruuf, Jranceii, ed anche, t il caio di dirlo, italiani. Dalla conJluenza di queite due convintioni, e da uno itudio regolare e .seniato delta ma– teria e dello ,we, potrd icaturire il terzo tempo dell'av- ~i~t~~:u~0c~!t!fah:1,1~};:~:1~~ ~ef:':°eq:Jfib~°n"eifa iua /orza upreuivo, nel iuo potere ipirituale e sociale. MASSIMO FRANCIOSA ILPOETA PIU'VIVO DELLA "QUARTA GENERAZIONE,, ·*' DA LONTANO: PER PASOLINI La poesia di P. P. Pn11ollul, eome 111atruUura nelln 11Jun ulUma rnccolta, « La tnegllo glo,·entù », ed In alcuni poemeUI pubbllcntl 11u « Uoueghe Oscu– re » e •u «Paragone», coneente 11.n largo discorso sulla fine lo atto della « poesia pura » e •ul ritorno ad un a poeela crl•Unn~, volgare, popolare V.N.A SCOPERTA DEI CRITICI AHERICANI :*, LA LUNGA M RCIA DlSTYRON Con un romanzo ed un lungo racconto il giovamss1mo William Styron è g1a stato annoverato, dai critici più avvertiti, fra i pochi nomi di cui si stima che qualcosa rimarrà Biblioteca Gino Bianco LETTERATURA IN BOZZE I PENSIERI ELEORE UN'IDEA BELLA IMA NON 't1AN'f0 di GINO SEJIERINI
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