Fiera Letteraria - Anno IX - n. 27 - 4 luglio 1954

TORINO, 4 luglio 1954 LA FIERA LETTERARIA A cura di RENZO GIACHERI VITA DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI IL PUBBLICO SE'MOSSO Che il grande pubblico dovesse recarsi ad ascoltare una conferenza con lo .rtesso interesse col quale Ji reca ad uno spettacolo teatrale o cinematografico, è ·idea che poteva nascere .solamente a Torino '* dl ADOLFO D.l.:-1.L\TA Chi dice Torino ipensa a una città pro-– vinciate. tcmaceinente legata alle proprie tradizioni, E' un vecchio chché che non corrisponde p!ù alla realtà di oggi. Un'in• dagìne 5ul carattere e sulle Idee del tori– nesi, condotta col criteri di quella che En– rico Emanuelll ha pubblicato su La. Nuova Stampa, sul carauere degli abitanti di Na– poli, riserverebbe non minori sorprese ai letlorl non piemontesi, C'è uno spirito nuo– V<l,che nasce dai frequenti rapporti con ~~~i!~~·I ec:~i:r~I 1 h u~s:t: ~~a:~tlie~ 1 n1~!'. sport. SI pensi a certe Iniziative tipica– mente torinesi, come quella dell'arte In ve– trina. e si avrà subito il senso di un modo orirlnale e spregiudicato di affrontare pro– blemi vivi del nostro tempo, e di abolire compartimenti stagni. Che l1 pubblico. li grande pubblico. do– vesse recarsi ad ascoltare una conferenza con lo stesso Interesse col quale si reca ad uno spettacolo teatrale o cinematogra– fico, è idea che poteva nascere solo a To– rino, e della mente di una donna IMelll- !e~~~ ~~beèao::1 f,:f~ 1 1~z;io~! 8~1ts,~~~~ ltiiod~~{nf:r~ ~~f: ~!~ ~g'f~rf~~~ 1 'c~~~·va~ ~mano. Roma, riunioni cultura!l che at- ~~t~~~i u~re5~~~d~h~u~~l~~,°'c~onsi:"~~~; da una semplice Intuizione: accostare di– rettamente Il pubblico agli uomini più rap– presentativi della cultura. senza far capo a.d alcun organism<l accademico o culturale preesistente. Se l'associazione tosse nata da un congresso di dotti o di pro!enort. chis– sà qual! complicazioni burocratiche ne a\·rebbero appesantito la struttura, minac– ciandone magari l'esistenza. La Prof. Antonetto. dlreurice dell'A.C.r., ce ne parla Invece con la massima sempli– cità E' una signorina assai giovane, simpa– ticissima, dal modi niente aHatto ,profes– sorali. Fu il conte Camerana ad accogliere nel 1946 la sua proposla, che ad altri sa– rebbe parsa addirittura Ingenua. Dopo due anni la sede dl Via Po non era più sufli• ciente a contenere Il pubblico, e fu neces- ~~~o u~~ st ~~:1~~ 1 e i1ie:1~À~é~1.1~f!fanvaan~~ ue~ alll\'ltà a Genova, nel 1950 una sezione si creava a Roma, nel 1951 ne sori:eva una ten:a a )1\lano. Nelle quatt,ro clllà venl– \"B S\"Olto.In giorni diversi della settimana, lo stesso programma, e ovunque l'iniziati– va otteneva !o stesso successo di pubblico. quale non era più dato di vedere da anni ad una conferenza. Tanto a Torino che nelle alt.re cltlà si e verificato io stesso fenomeno: dapprima l'afflusso del pubbll– co ru dovuto alla curiosità di vedere da vicino e di ascoltare le personalllà Italiane o straniere del n,ondo culturale. In se– guito. ad un pubblico m<lndano che andava alle conferenze per vedere e !arsi vedere. si sostltul gradua!mente un pubblico di ap.. P.as.slon.atl. soprattutto Insegnanti, profes– s10nlsti, studenti. NOTE DJC COSTU .~E PAGINA TORINESE GLI INTELLETTUALI GIOUANO AL UTHIST oB I LA STAGIONE SINFONICA DI PRIMAVERA Le~~endario Strawin ll maestro parve soggiogato e intimidito nel dirigere le aue opere * di ,..\LFltEDO CVCCHIAltA Sono i vecchi po11ti che attraversano la città per andare i,i coUtna alle vi!le barocche e ai 9icirdi111 o,pilali. Po11t., mcz:-chrne d'acquf! e di cielo, P<lllh 111. 11it1tra di Na110leo11ee Vittorio. E a11cora abbiamo al.zato cu.!e da 1010 parte o dall'altra. Po, in me:-z<l ci po:.,.,,i il /1ume co.!1 buio la notte e seni,,rc piono di ra9a::ze e uomtlti suicidi, E' il.. gra11de fuune della pianura padana, il fiume buo110 o cattn;o a secondo delle piogr,e. I 1>011t1 li luurno fatti 11erpoterfo vedere nel me.::::o e ae11tirlo 1x1.,sare ron quel ro11ibo ,'IOrnione dei !JIOr11i di 1nc11a. S0110 1io11tiche dieono la no.,tra atoria e la no.,tra for.ut . Ancora s, .sentono le artiolierie di .lfa.,.,ena e i carri della Wermacht o della 5. Armata: gli uo,nhu n<ln credettero ai loro occhi. Li videro dai JJOnti con la fretta dei conqulJtatori. ed ebbero 1xmra (11011 ci venne ueuuna que, giorni in co/l.i,,u, per /ars l'amore - ot collina c'era,w i morti la,'!Ciati ,'!Olt<l 1/ sofo). Ora è rima.,to 101 ricordo illustrato dai. vecc1u giornali: quanto ai. ponti. s011O,'ICm.ure al loro pwto c<l11 lo ba[a,t,,'ltre rabberciote da, colm di can11011e. E piace crncora guardare il fiume che J)Q,$,'l(l 0011 lll sua dign1to&ri 1,azienza. Se11tirlo Wtpirarc 1irofondo questo fiume deYa 1m11mra J)(ldanri c<l11 le storie di tra!'}hctti e mofotari, antiche leggende di cacce -, ,'IIJfdati ,'1lrat1ieri. Ponti d1 11ebbin11eUe.,ere d'i11verno. mcrau!glrn di turi,'lll, ~o,1ti di aolc che porta110 lo11tan!>. E t1,tt'i11t<lrno ci .,i,,11bra rc.,pirarc /'aria del uocchlo Piemonte. Ricco d, v,g,1c, 9iard111i e mont<1011e.!J)6rdute s1d /011do, E J>OCO più lontan<l IUIO Clf!Ù !)rilJ'ia elle guarda i a1wi JJ011t1 co11infinito amore. RENZO GlACHERI

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