Fiera Letteraria - Anno IX - n. 7 - 14 febbraio 1954

LA FIERA LETTERAR .,uuo IX • N. 7 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 14 febbraio 1954 SI PUBBLICA LA DOMENICA- Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 * DIREZIONE, Al\tMtNISTRAZ!ONE ROMA, VJA D'ARACOELI n. 3 - Tclc!onl: Amministrazione 684097 - Redazione 684098 • Pubblicità: Amministrazione e LA FIERA LE'ITERARIA • - via d'Aracocli, n. 3 - Roma -Tariffe: Commerciali L.100 EdìloTlall L. SOal mm. - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 - Semestre L. 1.400 - Trimestre L. 7:,0 - Estero: Annuo L. 4.000 • Copia arretrata L. 100 - SpcdizioM In conto corrente postale <Cruppo li) - Conto corrente post:ile numero 1-31426 LAPAROLA- .eh~ non ha libro * Una pagina di cinema nella nostra biblioteca, anziché solo nella nostra memoria *' dl ill11ssh110 J!'.-,ancios,a Certe volte, durante la visione di un film, ci colpi– sce profondamente la bellezza di una frase del dia– log9: essa ci col.pisce cosl j,rofondamentc, che ci pia– cerebbe ricordarla, isolata dal resto del 6orpo di una vellicola che forse no,i appassionb:, o infast·idisce, e che è com11nque in 1ina zona troppo lontana da certe indimostrabili esigcmzc dell'arte. Torniamo a casa, e pensiamo ancora a quella frase. Vale la pena di rivedere 1m film una seconda o mia tdfza volta per aspettare q1,ella frase'/ La magu;IJ suggestio,ie della parola, resa piii perfetta a.-cagione d'una raggiunta perfezione tecnica. del ci11ema,esce tl- 1mninata e quasi stupendamente corretta, dal T'Ulalto dell'immagine, dalla vivezza, o umanità, o grat1diosiW dellci recitazione, dalla vita che alla parola sa dare il cinema, nell'estrema este113ionees1>ressiva dei sitoi risultati. La, nota ammirazione del pubblico verso cer– te frasi di 1m film, che rimangono come magicamente t1ell'aria, essendo state non solo scritte ma dette e inalzate attrat1erso il gioco delle immagini, è in de– finitiva un omaggio silenzioso e grato dello spetta– tore a q,iello, fra gli autori dello scenario, che nella poltiglia spesso meccanica del copione, ha fatto ca– dere la 1,erla luminosa di una frase che fa compa-– g11ia come un t1ersu. Bcco quindi che cose dette a cinema dal cinema, in un a,mo z, in mia stagione 11, in mia sala z, vosso– no essere tali che noi le 11orremmo 'Volentieri ogni sera presso il nostro letto, 1>er110terle trnovamenle gustare, a nost-ro piaèimcnto. Come i bei- t1e1·si di certi poeti, la c11icostura si apriva s7>0ntancc1mcntc, 1JCT l'abituditzc contratta con la nostm fanciullezza, alle pa9infl che prediligevamo di più. ~=~m,p.} .. ~U,il~.Lt:: grandi. 1,_;11.;~0ni tnO· dernc, cliè sembrano aver tanto bene surrogato la • portata e la missione del libro, al punto da sosti– t1iirne,1a fiducia presso il pubblicO, in realtà ci han– no allontanato dal libro sen.za potercene restituire, migliorata, la maneggevolezza e la spontanea occa– sione. Pere/tè un libro può sèmprc essere aperto e nel modo cho noi "Vogliamo. Il cinema viceversa ha a!Ji• dato addirittura la sua parola a un margine sonoro, q rrna cimosa di celluloide sensibile, che fra le nostre ·mcrni è come ib- libro chiuso di una li11g1ta ignota per noi ... , Fatto meccanico, e n11dame11temeccanico, 1a pel– licola possiede d11nq11c gelosamente - come tm inde– cifrabile tempio - la parola che desideravamo ri– sentire, segnata, incisa a 1m certo p1mto della traiet• toria, CL 1m certo chilometraggi-O di questa biblioteca infiammabile; e cosl facile a scomparire 11elle sue poclto e costosissime copie. Fragilissimo inc,mabulo dell'airoenire, la pellicola contiene l'opera d'arte più deperibile di ogni altra. Una volta, ho visto 11ndoc11me11tario, in cui si ve– deva la cell11loide di vecchi film, ridiVCnt.are celhi– loide in trucioli vergini e biondi. E' ho pensato 110n tanto alle immagini, c11e in fondo dal mezzo interme– dio - l'obbiettivo.- ricavano la trist<i e viatta eredità, oggi si direbbe bidimensiona1ità, delt'arti.fico, ma vro– prio alla parola ch..e accompag,iava qr,elle imma• gini, e che risuona tiegli a11ditori moder11i con tale soave 1m1a11it« da far dimenticare l'espedie11te fonico che l'ha, come in scatola, cons61'Vata e rifabbricata. Il <parlato> moriva 11elnero di quellci fettuccia di cell11lo'sa, senza dare alciin segno di agonia, 11e8s1m grido, anzi 11elpiù a,tsol11tosegreto. li). u~aUra 11olta, ero capitato in uno dei 1,ifl. pic– coli ,Jesi di t11are, che abbia mai visto. Si traltalJ(1 di venti case aggrappate a una roccia vulcanica, in– fiammata, su un mare aperto e profondo. In tale lo– calità s'era avventtlrata alcuni mesi prima mia e trÒu– P6 > cinematografica, e tutti gli abitanti - gente sem– plice - ne parlavcmo ancora. Quegli uomini di cinema civevano lasciato un grande e quasi mitico ricorclo di loro stessi. Tutto il paese ne oveva ricevuto una scossa, uno <choc> violBMto. Aveva110 vissuto in buo– na fede la febbre di fit,zioni che il regista andava tramando con l'aiuto della sua macchina da presa ,e dei suoi gruppi. Brano stati mobilitati tutti per far da comparse in questo film. Poi tutto era fit1ito. Sulla sabbia intatta, e sile,aziosissima di q11el1,aese, t1on si sarebbe pi,ì po_tuto lrovare 1m sol corianclolo di quella festa. Ma se ne parlava ancora; con fervore, la lavo• razione di questò film in 11n paesino che t1011 avev<1 neppure la piiì piccola saletta di proiezione, che ,1011 avrebbe ,mai visto del cinema, era giù nella lcggend(I. Epp1tre, questi buoni abitanti non ris,>ettavano la <varala> di questo film, anzi non l'avevat10 rico110- sci1aa. Trovai i resti dei copioni frn mucchi <li spa::– .zatrtra, o tra carte destinale a servire 1,er scrii:ere la spesa della pensione. Rovesci(li i fogli a caso, e sco– '])6rsi le battute di dfalogo. E dovetti avvedermi che esse er(l?IO quasi irriconoscibili. I/ossatura tecnica, coi piani e gli spoata~enti di macchina, dava (llla <parola> tm'andatura mozza e indecisa, propria di tm a1,p1mto scritto. Pet1sai che anche qi,est'altro mo– do di conservare la <parola> cinematografica 11011 poteva aver fortuna. Sulla carta, come a margim3 della celluloide, essa non esprimeva più ness,m f<l– scino, ness11na illus1one. Ecco q1lel elle ci manca. Si dot?rebbe <ivere in cu– sa, presso la 1,oltrona dove ititorpidiscono i nostri so– gni, un piccolo am>arecchio dove po8sano veni1:tt vroiettati a nostra t1olontà - come 1m fonografo am– malo - quei brani di cinema, che so,,o rimasti 11clla 11ostr<ianima: senza tutto il ciarpame, clte d'obbligo precede e segue in tm film, per rc,gioni così s11esso commerciali, q11alclte cosa di b1to110per 11oi. Sarebbe· come ·avere hl casa uno scrigno piccolo o una biblio– teca preziosa: aprire questa biblioteca, e cioè i/111mi– tiare questo schermo bianco, 8arebbe come alzare il coperchio di una scatola cli Sorrento, e rise11tire <i nostra ,;olontcì. la flebile musica del <carillon>, che ci è cara. ì\lASSL\1O FHANCJOSA CHE COSA l~ANNO GLI SCIUTTOIU STRANIERI 1(-. A fmgg. 3, 4, 5 6, 7. \\'illl1tnt Fnulkncr 11cl suo alberj:"0 rom11no Scrivoperchèmi piace dice WilliamFanlkner * «Sono un uomo di camf>agnae non un letterato - Non mi interesso di letteratura • Scrivo f>erché mi piace» di 11. H. n,-; IJ01lfl,, 1 ICIS La stanza d'albergo I~ cui U.rl pensano dei boi libri,. Cl sono tre personaggt che Mr. Faulkner ml riceve non _ So che sta per uscire li stanno a slgnlllcare la trinità ha nulla deJl'Btmosrero del suol suo ulLlmo libro. della cosclertta umana. La SO· libri Per ricrearla gli ni.cconto _ SI a set.tembre Cl ho IO.· cletà in cui vivono e corrotta. Il\ famosa strAge familiare che vorato 'circa O0\'e flnnl. Il primo personaggio rifiuta dJ avvenne nel 1555 tra I rnem• -E· un racconto della contea accettare Il male e cosi facen• brt della ramlglla Matte.I In Jmmaglnar!a di Yoknapataw- do rifiuta r.e stesso e si uccide. ~ell~::~a\:Sa d~~~a~ble~~ pi~? No Non ha nulla a che ~ori'% nd ~u~:~t~ d~le~ culturale romano e dell"am- rare cotl Yoknapatawpha. SI 11 terzo si rende conto del male ba.scll\ta americana gli hanno S\'OlgeIn Pranela, nlla nne del• e ta qualche cosa. dato II benvenuto. In prima~ guerra mondiale. E" Alla fine del libro Il ten.o Emerge sul lineamenti minu- una tnvola ba68ta sulla sto• personaggio è vltUma della fol• ti di Paulkner una eurtosltà ria della Croclrlsslonc e della 11a. Una cerlmonJa al soldato compiaciuta. Re!;urrez!one. Ignoto \'lene interrotta. L;uomo - Ce ne devono essere mol• - vorrei che mJ riferisse la morente è a terra. nel rango te a Rom11dl t-t-orlecome que- fine di questo libro. e sputa sangue. Sopra di lui sta. . - come parlarle della nne c'è l'Arco di Trionfo. < Uccldla• - A Roma. e un Po' o,•un- quando lei non conosce Il 11- molo!• grida la folla. « E' già que ln Italia, sede per ,;ecoll bro? E oome parlarle del llbto morto» dlee qualcuno. ::~mlnazionl più o meno glo• ~6a~:i~trn'°o~~~~:r ~! :!;:.:_ \i1:nm~ 0 rle;ò ~~~f~. risponde: Om sono lo a godere del suo t,1, vediamo. Ricerco ruenLalmente nel 11· compiacimento. Cosa avrebbe Parla ropldamente. con una brl di Faulkner un filo con• .scritto Paulkner se fosse nato \IOCC bassa. tutta interiore che duttore verso una maggiore In Italia? conserva un lieve sccento del umanità ed un -senso pili ade• le~~~ 1:1 P:~nl~ac~I~/ ~~ su~l1 protagonista principale ;T1ihf ~~ .:=~:b!li1:'A~~ ~ 1 ~h/':i'-g~n:~/!a ~~~iicM~ ~~~ :ri~~~g~:~se\~s~~: t~r: t~. 1 °Ch,ée:. trt;~~!g~~ gli intellettu1tll e i letterati. e t0 ora. sarebbe stnto ancora nJ 5t a, di« Intruder In tbc Dust. • non si cura di quel che I let• croclfìMO. ~dn~:~. 1 !1 ~!1n~~ ~J~ --------,----------------------------~- \'Crso una lenta e Intima ma• LA "STOR. IA DEI ROMANI,,DI GAETANODE SANCTIS :~;f'."e".\i•~;~':,;!n~t 11 ~~.; problema del negri non è un problema di razza ma un pro• •*' ~1:::::ne~ms!n~Sls~~ang~es~ Riedizione di ui1 che è stato chiamato Il suo I senso una via d"usclta per quel Capo avo ro :E[~~J:a~~~~d~~n;:~ la penna e l'ascia, giocano con Dopo esserci occupati, nf'l· ~sr::c::::e~c 11 /u(fit~~~drc~~~ ,IMlvl all,r '110r. 1 1\ di Roma, a\·ttmmo dd\•uto ot'gi muta re argomento, tanto p\ù che il materiale non cl manca. Ma come far attende1·e /11 ~:;~m 0 on~~~u~1tafl~. uct:r~: Scoria dei Ro»l(rni di Ca~tn• no Dc Sanctls? In realtà lo'. casn editrice e La Nuova Italia> di Fh-cn• ze. che si è assunto Il glorioso compito di rl1>ubbllcarc l'o• l >cra grandlosn, completando. a con le 1>arti tlnorn inedi· te, ha. cominciato da quella che 1>erora è la rnsc termi• nalc. QueUo che attualmcn• ~~ota 11 efii:::;.~ ~!~i7~iscdccl/~ realtà Il tomo 1 della 11arte ~~ ~~~11~'~}1\ \Yc1~:i~~a~11l1.6'~~!: <1uisteJ e traua. In due di• ~l 1 ':~{tecraf~~!n!~s~~tc c:;Ci 1 1~i:k dell'nrcalsmo romano e dello svolgersi e declinare dell'an• llca tradizione rcligio;;."t. Il successivo tomo II trnttcr:\ dello svllup1>0del dlrillo, del. le finnnze e dcll'economln. Nel frattf'mpo .,a.ranno rlpub• bllcati, col debito aggiorna• mento, i prf'cedenti tre \"O• Jum1 (l'uhimo diviso in due f:~:~ !is.sf ::,~. t:;;;:;;l ~r~n tr~~~ tazlone della storia di Roma dalle origini alla ballnglia di Pldnn. Anche 11 grosso pubblico cono11ce la :i1ingol:trc \•lcendn del volume tcstè pubblicato. 11 manoscritto ru stu1)idn,• menlc trafugato do. una macchina In cui era rlm.isto abbandonato per un Istante. li glorioso vegliardo. che n- f1~~ac11°~.K1~~ l'~r;_iamrr~o~~= namento dovette rlco11titulr• lo rezzo per vezzo aflidnn• . ~~ :ira ars~n~r~~'ìo 1 si ~t moria cd alla 11un11conllnatn erudizione. Chi S."I quale osln• 1tf.– di ETTORE PARATORE co'.o ~!n per Il ""1q':tl1\Jo Ma~tro la cecità che da Uln• ti anni lo ha dolorQ3llmcnte colpito non può non rima– nere stupetntto dinanzi a CO· si straordinaria forza d'3nl• mo. a una prova cosi cccezlo• nale (e tanto più sovrumana In rapperlo con l'enorme con• J:Crlc di dAtl r3cchluui. C di. scussa nel volumel. non può non salu1arc In Cnetnno De Sanctls. con commossa nm• mirazione, un eroe della selenin. :\1n per Il De Sanclis lutt<" ~~I no:im~~nfto~rzirt1 1i~~~ sclentltlco detbono esser la• ~~~ 1 ~tiS1oi:ra~-i ;~~l~1.n~"si! ft~~ee~ft ~iùdti~' e~~ i~f; superiore, anzi è egli !l~cs.~ la categoria dello scicnzinto ~:~r! 0 rh'1osgfi':~ cf~1~e I~~~~: zlonl. Ogni suo lnvoro co,.ll• tuiscc termine di confronto ~f~ 0 s,rr~l?ta~~~:trg~/e;rc;,:~ dccgia soprnllutto nella Sto• ria ctei Romani, come .'-Onno tulll quelli che hanno ali• mentato, durante la giovi• r:~~an~~-~~~IS'l!r 1 :?o:fan d1,~i~; e politica di Roma dalle ori. s:lni o.Ile guerre di conqul11la. Più che mai esso riluce ora nd volume con cui s'inlzin In riedizione del ca1)6lnvoro: volume parllcolnrmenle grn• dllo ad un'Clà e cultura CO· mc 'In nostra. eo11I ghiotta dello studio complessh·o di unn civiltà. cosi caratleristi• camente lndiri:r.zala verso le grandi sintesi. . Eppure Il tomo desancti• siano polrehbc ant"he 11go• menu.re il lctto,-c frcuoloso o spron,eduto che YO!ci;scC· levarsi d"un halzo ad una vi– sione sfntctlca. e sin pure rortcmentc pensata, del pro• bleml trnttatl. In ciò - s~ . una scatoletta di fiammiferi. . Ml fa senti~ con que3ta pausa che un libro è un libro. cosi come un quadro è un qutidro nel Dc Sanctls. Egli si limita e 11 vero resta an09r sempre <PI•• 121·127) ad enunciare alle soglie. i:enericl • criteri d"lndagine, - Il primo dovere delrar• 3:C? ~~--= :~l~t ~ t• 4:iu~ quo::ia'! 10 un 9 escmplare cautela In si strumento ecll reputi ti ml• ,nate.ria tanto scottante, un ·guore., Non c'è Il tempo per fermo richiamo alla tradlzio- mettere del t1 credi I personali ne. contro più reccnll Inter• nel libri. L'artista dice solo ciò pretazionl altrettanto sedu• che a quel dato momento gli ccnti quanto temerarie, che sembra Importante dire. pure ~~~n~u~:R~~~1t't Sh~~~~sarndr:~~r.!m5i~v~i tC01tti11ua a w,g. fJ Faulkner quando Faulkner scrh•eva e Soldler's Pay » e vi• \"C\'a da bohé:mlen a New Or• Jeans. si lamentava. della soli• tndlne dell artista americano e scrh,eva per cercare una comu– nicazione. - Gli .scrittori h4nno lllu– sloru private all'origine del lo• ro libri. Io Intendo Il mio seri• ;·ere come la. frase che nppan·e un )')0° dappertutto sul muri. nclrultlrn11 1tuerra.. In America t1 Kllroy was bere>. fellroy è staio qui. to scrivo per dire ne alla morte. Ormai anche In quest"nno– nima stanza d"albergo non e dltflclle scorgere li rantasma di Quentln COmpson. che spez. Ut il suo orologio sulle rive del fiume Chnrles. Fermare Il tem• po. Il ricco tempo che pur al presente contiene ancorA il pas. sato, 5Cmbra essere l'nsplra– zlone di tut.ti gli eroi di FauJ. kner. Lui stesso pòrta come I suol Compsons e I suol Snrto• rlses la respon.sabllltà e rosses• slone di un passato glorioso. In cui armonlR fu recisa da un 'lt· to di violenza. Un ntto di vlo• lenza è alflnlzio della coloniz– zazione del Sud da parte del bianchi. un atto di vlolenu.i nel l 839 ~na rorhtlne della carriera del suo bl11nonno. Il tnmoso Wllllnm Cu(hbert Fnul– kner. Nello schema mistico e glustlticalorlo di oues1.·uomo del Sud che df'I Sud è nato II vede– re la dec11denza. ln terrA ASSI.I•• A. ì\l. DE 00:'IIINICIS . f. T.Mari netti e il movimento futurista a cura di Fortunato Bellonzi Saggi e articoli di: Giulio Carlo Argan Fortunato Bcllonzi Carlo Carrà ·Corrado Gov'onì Vittorio Orazi Enrico J>rampoliui Gino Severini J. T. Sohy Ossip Zadkine Christian Zcrvos Testimonianze di Francesco Flora Carlo Linati Attilio Momigliano Giovanni Papiui Lionello Venturi * Pagine di F. T. MARINETTI Nel j,rossimo mw,ero LA PAGINA MILANESE JOYCE CARY!' NARJRA'.IL'OJRE JCN RJCBASSO? Nonconformismo puritano L"nstro di Joyce Cary è SI\· lltt> durante gli ultimi Rru\l nel !lnnamcnto delle lettere brltann.lchc. Malgrado le Ini– ziali rlser\'C. gli ostacoli. la differenza di una parte della critica egli si è a$Slcurato per ogni n\\0\'0 libro \"attenzione di un ,·a.sto pubblico di lettori. In considerazione dei lcltcrati. Pure. per molti In ,•a!utnzlo· ne giusta dell'opera oro.mal ,•asta di Joyce Cnry rimane lincorn problemnllcn. Se do– vessimo parlare come gH Or· gnnlr.1..atorldf umt grande no– stra !lit.tura diremmo che In qucsllone non è di sapere se egli deve o non de,··essere am– messo. La sua nmmlsslonc nel gruppo del nnrrntorl seri. sl- 1mllicntlvl degli ultimi quln• dici mml non fn dubbio per nessuno. SI traua soltnnto di mpcre se gli si deve concedere una delle quattro ~rand! pa. reti delln sola ccntrAle od uno spazio molto più modesto In una sala laterale. Su Questo le opinioni sono divise. Alcuni, fra I quali vn citato un narratore e critico di sicuro ln~cg110. Wnltcr Allen. autore del primo studio critico com• pleto dcdleRto a Joyce Cnry (The Brltish Counell e Long- . * . Più d'ogni altro autore conLcmporaneo, Cary ha la facoltà di an– nullarsi completamente scomparendO dietro ai propri personaggi 1f ,li GIACfUIO_ i11\JT01\Jl1, 1 I mnns Grcen edit. London). sono disposti a considerarlo uno del mngglori narratori britannici del secolo. nitri non meno nu1ore,.,oll sono Invece propensi n vedere In lui uno scrittore d"Jngegno fertile ma di metti llmilàU. di scnrsn ori• glnallfà mnlgrndo !"apparente \'Rrlet1\ dell"0J>ern. 1~ersonnl– mente slruno !rn qucst"ulllmi. Pur l\mmeucndo le qualltfl non comuni di Joye1>Cnry, pur riconoscendolo ln!lnltomcnle superiore l\ molU autori che un"nblle pubblicità francese od 11merlcnnn riesce nd Imporre all'nttenzlone del lettori. rl• 1111mlnmornrnmen~ del tutto convinti ctn un suo romanzo. Se la ter7.ft fnsc delln sua attività narrativa Iniziata tar– di. a più di 42 11..nn1 dopo uni\ e.sistem..a movimentata e va~ ~~lr~a ad:}~~~- , rng,I';,~ 1 ~ finora ultima ha rinnovato cd accresciuto le perplessità. Senza rormare una trilogia i tre romnnzl connessi dalla presenza degli stessi perso• nnggl centrali. scritti ln prl• 1111< pcrsonn benchè il prorn– gonlsta-norratore sin di vol– li\ In \'0ltn un nitro: t1 Herself Surprlscd 11, t1 To be a Pll~rim» e t1 The Horse·s Mouttt». ri• mnngono i più raggiunti. &<;. si J(lustltlcnno In ln11tn rama fl ~~~;~!~s9:,;";;; ~( g~~~1~1~~~ di rllornnrc in nitra occnsto• ne per meglio Indicarne le quallti\ rnre. I Umili. Il slgnl• f\cnto. Ad essi poLremmo ug. giungere anche H successh·o ti The Moonlight •. Ma dal 1946 quando con CO· desii libri Il suo nstro era i::tunto allo zenith Joyce C1uy cl ha deluso. Prima con t1 A FeMful Joy •. in cui lii potC\'a rlnlrncclnrc un parallelismo con « Hcrself Surprised » nel- l"e\·ldenle filiazione d n11a t1 Molly FJanders > di Oanlel De!oe. uno del maestri da cui Cnry è stato mnggloripente ntt.rntto ed influenzato. poi con e A Prlsoner or Grnce > cui om rn seguito come seconda tac• elntn di un dltt.leo e Except the Lord• <Mtchnel Joseph edlt. London). L'assunto è nei tre casi ftSSfllnmblzloso. l'hn. pegno dello scrittore completo. Nè si può dire che ! roma11z.1 siano mancati o sbugllnti. Piuttosto, nati dn mflntlmn necessità, !rutto di uni\ ur• gente preoccu1)az!one dello scrtttore. rimangono tutta\'ln opachi, privi di colore e di rlsonnnzn. DI Joyce Cary è stato detto che più d'ogni altro autore conlempomneo ha In facoltll di annullarsi completamente scomparendo dietro nl propri pcrsonnp:p:I. Ei;:11pcnM\ per n trar.•,lte del loro cervello, vede per I loro occhi. spes.._~parla per bocca loro lmmedeslmAA• . dosi di ,•oJta in \'Olla con un ammirevole facoltà mime• tlca nel protagonista del ro• manzo sia esso uo1no o donna. Se ne ha un caratterlsllco e• semplo in t1 Prlsoner o! Ora• ce:• ed t1 Except the Lord». Essi formano un dittico ln cui Cary la.narra la storia di Che– ster Nlmmo, un personaggio abbastanza curioso. tipicamen– te inglese. cui non è tutla\·la :ì1~!~ 0 al\ t~!~o~~:rr~e~t'oèevll~ un indlmentle11.blle eroe ro• mnnzcsco come ad esempio :'llr. Bcluncle dell'omonimo ro. manzo dl V. S. Prltchelt. Non n cnso sl fn questo no• me. Frn Chester Nlmmo e Mr. Beluncle \"l sono del punti di contnLto. Ambo appartengono ~~1~ 1 ~~o~~~e~jfl~s~nntif~ ~~: dli\ e piccola borghesln brl• tannica specie ln provincia: quella dei puritani noncoofor. misti. dlssldenLI fanatici delle più noie congregazioni prote– stanti. gretti e settari. trop. po spe.1'80pronti a confondere I propri morbosi de11tderlcolla \'Olontà di Dio. Il Mr. Belun• cle di Prltehett leggermente Biblioteca GinQ Bìanco

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