Fiera Letteraria - Anno IX - n. 4 - 24 gennaio 1954

1manoscrltU, anche se non pubhllcat1. non si re~t1t,1l~cono Data la sovrabbondanza di scritti che cl pervengono coo l'espUcna richiesta di g1ud1z1parttcolan, comut11ch1amo agll lnteressatl Chf>direttore e redazlonf> d~lht. Fiera sono assolutamente Impossibilitati a dar riscontro a que.ne '1A FIERA tETTEllAIIIA ORARIO DELLA REDAZIONE ll•lS 18·18 richieste. I FJlL~ DELLA SETTIIA&\.ANA Manoscritti, foto e .:lsq'll) non pubblleatl non li restltulleono LA N'\ USJCCA A R.01\A.A ~ Unafavolaprimaverile Il Gml10 Cc.saro di Shake• ~~=~r: 1~~11~~~~sr~: 1i:~~itz~ Romana, g1acchè non è altro che la storia veu,flcata della rivoluzione di Roma :t. Cosi Melchiorre Cesarott1, nella pre- ooter scrivere per li suo perso– naggio. per tutti I suol perso– naggJ, perchè tutU qui, se non hanno ragione. hanno almeno le loro ra11:ionle per loro e per il momento In cui a,11:lscono so• ~l~ l~!~1o~~ll~f· t~t~U~e1 8 cfl~~ rlarso di un contrasto Ideolo– gico che si muta In dissenso Politico e poi In rivoluzione, la .11:randenas!n.11:olare tutta CO· raie della tragedia. la sun man• canza dl veri protagonisti. la sua costruzione narrativa spez• zata (qualcuno ha detto cmon• tata> come un film) e distrl• bulta nel giro di molti bre\•ls• slml episodi. non tutti lmPor• tanti. certo, ma tutti funzio– nali all'equilibrio del coro. alle sfumature umane che v1a via I personag11;Javrebbero do\-uto rivelare. Si sarebbe PQtuto ritenere che riprodurre sullo schermo un testo slf!atto non fosse trOP· po disagevole, quasi già Shake• si>eare a glarlo In re dimostra che I rlschl non eran pochi e tutti nascosti. tra l'altro. ~roorio In ~~if~~tp~~~~i1fff J~~,1~1 zfJ: ne, Infatti, giungeva nel testo a un .suo equilibrio drammatl• ~~r~r~~fl =~\~1e~ge,l'~l~~f; più quale meno. Illuminali di !orza tragica, si comp0ne\•ano alla fine In un quadro armo– nl0.90 d'ombre e di luci da cui Il dramma scaturiva quasi per forza di contrssLI: contrasti fra i due sistemi polilld In lot• ta, ma contrasti soprattutto fra 11:Uuomini che, ciascuno con le sue debolezze, questi si• In questa tragedia che ha Roma a sua protagonista e la rivoluzione di Roma come clima, non <-'è personaggio, per quanto grande, che sia tutto compiutamente grande * Sembra accertato che Silvio Flormo (coi nuom lumt portati dall'amico Bragaglla). comico 11apoletano /amoso agli inizi dt'l Sei– cento come interprde della maschera di Capftan .Mattamoro.,, non .tta nè l'inventore DI FRANCESCO CALLàR.I[ ~;~~;~cut;~~~ ~~ :iitr/lld:a1Y:~ :~~[o~ che. dopo Andrea Calce.se, Coviello Buono– mo. Placido Adriani, Antonio di Fiore e Vin. c:enzo Cammarano. l'ultimo grande Pulci_ nella sia stato Antonio Pctito. L'eredità pcu– sò a Eduardo Scarpetta e. a Salvatore De Muto. E chi è, oggi, l'ultimo erede. di Pul– cinella se 110n Eduardo De. FllfpPO? Napoli, l'Italia e 1l Mondo devono a E. duardo Dc Filippo, attore. e autore com'C nella tradizfone del teatro non .soltanto na. J)Olrtano te necessario /are il nome df Mo– lière? ). se la ma.,chera di Pulcinella è on. cor vfva. Ena vft:e In lui Eduardo: in lui P(}1unaard~n ju~r1:i~ 0 :fèrin d~~:a 0 %0:,:·nconia napoletana ch'f} la meùrnconia del Popol-0 ::::a::i°e,a~c= 1 ~tfe~~i:,C~!ti~~- t'; fo d,~ teatro napoletano é tmpre.gnato df questa sorta df mclancon!a: dalle /arse fmprovvl.se alla Palummella di Antonio Petito, a Quc– sU tanta.qnl di Eduardo De FiUppo. E' uno melanconia ora lirica ora di.sperata, ade• rente all'onimo e al dramma del popolo italiano. Ecco perché il teatro di Eduardo De Fflippo e. a mio at.-vfso. dopo quello df Luigi Pirandello, il teatro italiano più. si– gnificath;o, concreta c.fJJres.,tone in un mon. do poetico e quindi opera che esce dai sup. 1)0.fti confini di una citta. di una regione. df un paC 'ae.ed è universale. Eduardo Scarpetta rlco,trui a sue .spe.se il teatro San Carlino. ed Eduardo Dc Fllfp. po ha ricostruito a sue .spc.!c il San Ferdi– nando con l'intento di dare alla sua Napol un teatro moderno ed una SC'enaaf comme. diograft napoletani. Eduardo si mette da parte JH!r /ar po.sto agli altri e .fO.ftcnerli con l'autorità che si i meritatamente ac. qutstata. come attore e come autore. Il progetto di Eduardo De Filippo e di ,,orlata nazionale, ma l'avvenimento della ana~gurazione d.el San Ferdinando. la isti– tuzione di una nuova scena e il programma di quest'anno sono tutti elementi che a.c– qui.,tano importanza interncuionale.. Il no. stro mCLS,fimo attore.autore vive11te. comin– cia con un omaggio al Teatro napoletano, ed a questo «omaggio• è dedicato il car. tellone della stagione presente: da Antonio Pe.ttto ( l'ultimo grande. Pulcinella, come s·t d~tto) a Edt.iardo De FIiippo (l'ultimo erede d, Pulcrnella, ~ome ho voluto cliiamarloJ, da Palu~elln a Oli esami non finiscono mal, che e l'ultima commedia scritta da Eduar. do. In mezzo ci .stanr.o (non é questo l'or– dine di roppre.scntaztone.J: Lu bbuono ma– rito fa la bbona mugllera. commedia di A– chille Torem che fu poi, dallo stesso ri– scritta in lfngua e iappre.,entata nel 1867 col titolo I marlLI e coi successo che tutti .,anno; Miseria e nobllU\ di Eduardo Scar– petta. la cui prima s'ebbe nel /887; Mese mariano di Salvatore di Giacomo. rappre– rentato nel /910; Vlcenzella di Ubero Bo– vio. data 11el 1919: Addio mia bella Napoli di Eme.sto MUrolo; 'A pace d' ·a casa 'li Diego Petriccionc: 'A figliata e ·o ca!è d' ·e notte e gghluorno di RaQacle Vivfani; 'U Cumltato df Chiurazzl; Sarà stato Giovan– nino di Paola Riccòra: Ventiquattr'ore di un uomo qualunque df Ernesto Grassi; e Natale In casa Cupplcllo (un « cfas.ttco •· nel Teatro di Eduardo). Le commedie si succederanno di dieci in dicci giorni. co.sic– che Eduardo ha battezzato questo primo cartellone del ricostrutto San Ferdinando « Calendario napoletano•· D'ora iii ava11ti. 09ni anno. dall'au,unno alll primai:e.ra . Eduardo reciterd per la più gran parte della .stagione teatrale nel suo teatro e rappresentando in pre/crenza com. medie non sue.. Sta agli scrittori napoletani di tcr!t'ere le commedie: ad essi è toccato un grande prli:flegio clic. altri teatri dialet. tali Italiani l)Orrebbero avere, primo /ra tut- ti il Teatro veneto che sembra abbia t più m,merosl autori ma non i più validi. a afu. dicare da~l'e.sito dell'ultimo (il Seno) « Pre. mio Gallina• che quest'anno non C stato auegnato. L'impresa condotta a termine da Eduardo Dc Filippo, che ha impegnato tut– ti l .suol guadagni di vent'anni di lavoro con un coraggio ed un altruismo unici, po– trebbe ae1'1,'ire d'esempio; in ogni modo dà alla tradf:!ionr, del teatro napoletano la pos. slbllltd di non spegnersi e ol/re al teatro ital 1 ano quella di arricchirsi di nuoi:e ope– re. Bisogna intendersi .tulla valutcufone e. stet(('a del teatro dialettale. dato che ci son:> a_ncòra critici autorevoli che con/on. dono lingua e linguaggio e stabiliscono una separarione netta tra l'Immagine poetica e la parola con cui i e.spre.ssa.tra la natura e lo spirito. E' valido. in arte ciò che e e.tpr €3.fo com11iutamente, coeràitemente e quindi oo.!tltulscc una unita poetfca: e non importa se esprUso in lingua colta o fn dialetto. Un arti.sta che ha qualcosa da dire troua il modo di dirlo e li mezzo dl e.sprt. mer.tt. e questo mezzo non può incidere, li– mitare.. diminuire il valore d.ell'opera sua. Non cl sono mezzi di tU1)re.s.s1onc univerta't? ma solta11to opere universali, e il con/it1c dell 'univrr.so nell'arte lo .tf può raggiungere in .tfcilia110. in napoletano, in veneto o in ltnqua tcMcana. Il /ar dipendere, poi. il va– lore di una commedia dall'ab!litd de.ll 'fntcr. prete, se questi ne è anche l'autore. è cri– terio estetico altrettanto errato o, comun. que.. non da appl:.Carsi quale regola. D'accordo con Silvio d'Amico che l'Italia ha bisogno di teatri d'arte (ma che vi r,o.s. sano andar tutti e. dunque. di te.atri papo. lari anche). ma l'Italia ha pure bi.togno df teatri popolari vernacoli -per rinsanguare il sito Teatro: di autori e d1 attori. Occorre• ra rtcor6arc che la Te.sséro. la Pezzana. la Marini u~cirono dai teatri vernacoli? e oc– corerd, altre.si . sottolineare che i De Fflip. po sono attori in dialetto e in lingua? E st Biblioteca Gino Bianco potrebbero /are altri nomi e, pa.ssando agli autori citare Goldoni, Verga, Capuana, Pi– randello. DI Giacomo e concludere che un poeta non può e.sprimer.,i interamente che :;!~~/i~fd::a h!el~$i~tgo~: :uena::c~iec:: di uomo e di arti.,ta; può trattar.ti df Fi– renze come di Aci Trezza. il cui dialetto si dil/erenzia in talune parole ed espres.,ionl da quellG di Aci Catena (entrambi paesetti vicino Catania). ma ciò non costituisce un limite: u .tf tratta di due poeti veri che hanno qualco.sa da dire, la diranno in /or. ffi'!' e.sprr$.Ytvediverse. in acitano e in fio• rcnUno. mo sul piano dell'arte il loro lin– guaggio sarà universale. Che .si debbano ancòra ripetere queste co. se. a qualcuno .sembrerà strano, ma purtrop– po C cosi. Sembra d 'esse.re tornati ai tempi in cui altri o gli stessi critici. in ostequio alle direttive di via Veneto, dovendo scrl– t,ere di rappresentazioni di compagnie dia– lettali, critavano questo termine inviro a Mussolini e ne u.Javano un altro: si lesse al. lora. per esempio, Che Assunto. Splnn era « uno del maggiori esempi del teatro regio• nale •· / Dc Filippo arrivarono a Roma pro. pro quar.do. in quel periodo di buriana tea– trale, Shakc81)eare e Forzano erano messi sullo 1tt :s.so piano. Corradini e Ratti erano ~!~~!d~c::::i p;~~x~diÒd:i:;~:l/acr:uJ~~~~ gua, e non si parlava che di teatro di ma..t– .se e di teatro del no,tro tempo; f Dc Flllp– P'? arrivarono quatti quatti col loro vario. pmto campionario di ,tra.ccl, di /ame e di ml.seria secolari, di solitudine e di melan• conia. « Parvero u:-i'ere.tto ncll'ltalfa dome– nicale delle adunate». scrls.se . Al/ re.do Mc. zio. Ma trion/arono. Nonostante .ti parlasse dJ vietar!? alla critica di occupar.sene. i cri– tici. segnalaro110 l'avvenimento: era l'unico teatro. qut-llo del Dc Filfppo (e lo e di più oggt) atfraverao il quale ltf avi:ertiue una eco della vfta italiana. Non ho detto della socicta italiana, cliè ancòra deve nascere. Ji'HANCESCO OALLARI

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