Fiera Letteraria - Anno VIII - n.47 - 22 novembre 1953

Domenica 22 novembre 1953 GAJLLER!A UN ALTRO MITO MODERNO * Teologia e"libri g alli,, )f. Il Greene è maestro nell'interpretare una temperie morale dove nel peccato la vita p1ir seguita ad abbarbicarsi, a sperare )f. 1:i EmLIO CECCHI 'f Prima dei romanzi di più !orte e me– ditala sostanza, il t:reene lavorò qual– che tempo in un genere prossìmo al cg!allo>; dicono add1rittu~a come scrit– tore di !atica e sceneggiatore. E può anche darsi che siano cose da cui s'm~– para quando uno stia attento a non ri– men~rcl l'osso del collo. li <giallo> è un prodotto artificioso, dove. l'algebr!ca compllcatezza delle situazioni e la vio– lenta sorpresa delle soluzioni si inve– stono in motivi originari dalla cronaca. o si può anche dire ch'è una cronaca rhiaroscurata ed esasperata, al punto da scambiarla all'ingrosso per fantasia. Di qui certe parentele, benchè tutte pa– rentele incestuose o adulterine, fra il <giallo> e la letteratura surrealista. Ma se il Greene derivò qualche cosa dal <giallo>, non fu già sviluppandC!lo nella direzione surrealista. Al contrario. Egli ne dedusse metodi compositivi, e si giovò della !amlliarità ~el .lettore ~on un certo genere di situaz1om per rem– tegrare cotesti metodi e situazioni sulla base d'una emoz.Jone, d'un sentimento schietto. Cercò di !are, a cosi esprimer– ci, del <giallo> serio. D'iniettare nel <giallo, passioni autentiche. J?el resto, in suoi romanzi più slgnlficatlv1, che ap– partengono all'ultimo quindicennio: La roccia di Brighton, Quinta colonna, Il potere o la gloria, come negli ultimi: Il ,:occiofo della questio1te e La fine del– l'avve11tura la tradizione del e giallo> !uorchè in ff\omentl stanchi cd espedienti d1 comùdo. è 4unsi irriconoscibile del tutto. In tali romanzi. l'Idea che il _Gree– ne ha della vita. Il suo schema de1 sen– timenti e rapporti umani, tendono sem– pre a comporsi In un e mito> che, da un libro all"altro, può modificarsi negJl aspetti secondari, e naturalizzarsi in am– bienti differenti, ma in sostanza è piO. 0 meno lo stesso. E come altri mili odierni, da quelli meta!lslci di Ka!ka a quelli poJltlci di Kocstler. écc. {con t quali autori, frattanto. il Grccne non ha nulla a spartire}, è il mHo d'uno spavento e di una !uga materiale e morale; e l'eroe protagonista, un per– ~uUa.to che va a .linlr& .Jl~le.. Jaucl della morte. Non è affatto Improbabile che talune figure del Conrad abbiano In origine ,1,ssal fortemente Impressionato Graham Greene. Alludo particolarmente a Lord Jim, e a personaggi dell'Ospite segreto e di Sotto agli occhi dell'Occidente. La. questione è che. in Conrad. le colpe e le condanne che li perseguitato. come Jlm, espia nella persecuzione e nella !uga non disintegrano però la sua strut– tura morale. Talvolta anzi rl!lettono alcun che d"una !atalità cavalleresca, hanno d'un fosco, disperato eroismo; mentre nel Greene è un clima 'Cli disa– stro, anzi di massacro, In cui la volontà e la coscienza abdicano nell'aspirnzlonc alla morte. I condannati del Conrad ceri::ano di lottare lino In fondo; non già nella spe– ranza di disarmare il destino e rientrare nel vivere comune, ma per asserire an– che sull'estremo limite una dignità uma– na. Mentre nel Greene sono come lnn:i– morati e quasi inebriati della propria distruzione; a11a quale in qualche modo li scortano I postulati d'uno strann cat– tollclsmo che. a proposito del \Vaugh, una volta chiamai appunto un cattoll– clsmo in articulo mortis. Il Conrad. In– somma, appartiene ancora ail.1 traòl– zlone eroica ed umanistica ottocentesca; mentre col Greene -s'è !atto Il salto de!i– nltivo da tutt'altra parte. A Brighton, In una giornata di corse di cavalli, un anzianotto agente pubbl!– cltarlo d'una impresa che raccoglie e manovra le scommesse è pedinalo dalla banda d'una agenzia avversarla, che ha ·da sistemare con lui vecchi conti. Per stornare i brutti presagi e appoggiarsi a qualcuno, l'ometto si accompagna con la signora Ida, una mezza prosututa, ridondante, clamorosa, ma non priva cii una bizzarra !orza di carattere. Ed ap– pena dopo un·ora che sono Insieme. In signora Ida non se lo trova più accanto, perchè quegli altri, nè più nè meno, lo hanno misteriosamente ammazzato. E' una banda sdrucita e miserabile, capeg– giata dal Ragazzo; poco più di un ado– lescente, che magari può ricordare l'eroe del famoso !llm: Piccolo Cc:aare. A pa– gina trenta, l'agente pubblicitario è sta– to !atto !uori. Ma di costi, per le rima– nenti trecentocinquanta pagine, il perse– cutore diventa perseguitato. E' la sign'>– ra Ida che, per una popolana solidarietà col suo amico d'un'ora, a poco a poco riesce a mettere In azione una macchi– na anonima, lentissiml, sorda eò enor– me, nel cui ingranaggi Il Ragazzo e la sua banda alla !lne rimangono presi e distrutti. La !lgura della signora Ida è artisti– camente una creazione magnifica. qu.:.n– tc- più nell'intreccio essa non stralà, e neanche si mostra trop1>0: ma agisce lnat– !errabllmente e indirettamente am·aver– so le leve d'un mondo sotteri·anco di malviventi, poliziotti, donnette, caflettlc– rl, allibratori, esseri indefinibili, ccc., che sanno e non sanno, dicono e non dicono, si prestano e non si prestano; ma !ornlscono tuttavla movimento alla mac– china vendicatrice: in !ondo. la stessa macchina del peccato che, Invertilo Il pro– prlo corso, diventa strumento di giustf– zla e tortura al peccatore. L'Immagine e dlrel la personificazione di questa giu– stizia pandemia, senza principi. sen7.a codici, !amlllare anzi !In triviale nel tratto, spietata nelle de!inltive sanzioni, è un capodopcra di pittura psicologica, sullo s!ondo d·una verminosa !ogna so– ciale. Converrà invece lare un cuor risoluto ed ammettere che, in confronto alla si– gnora Ida, Il Ragazzo e compagni, ben– ché presentati con molta cinica bravura, non riescono a persuadere in tutto e per tutto. Gelidamente !croce, sessualmente lnibito, Il Ragazzo !a pensare ad una specie di stirneriano e Unico> da peni– tenziario per minorenni. E sull'ultimo della orribile carriera, nell'Imminenza della disfatta, I suol ricordi della reli– gione cattolica nella quale egli !u cre– sciuto entrano (ormai In ritardo) con effetto più superstiziosamente so!lstico che comunicativo. Il personaggio è d'una struttura troppo Intellettuale, portato e tenuto sopra un tono troppo stridulo. E c'è ancora un bel tratto, prima che Il Grecne trovi il segreto della umana slm– palia e della religiosa inquietudine che egli prodiga al misero e !ugglasco prete messicano nel Potere e la gloria, e !orse soprattutto al Maggiore Scobie nel Noc– ciolo della questione. Questo romanzo di capitale importan– za nella carriera del' Greene, ha per epoca la seconda guerra, e per scenarlo qualche località costiera dell'Africa occl– c!entale, !ra Sierra Leone, la Liberia e la Costa d'Oro. Quanto nel Greene sia!'lo solidi I londamentl di !atto su cui egli intreccia le sue trame (come, nella Roc– cia di Brigkton, la conoscenza dell'am– biente dei total121,atorl, manutengoli, av– vocati equivoci, ecc.), si scorge da un libro: Viaggio senza carta geografica., che narra sue peregrinazioni ln quelle pla– ghe africane (Ed. e Pan Books >. n. 13). Ed anche nel Nocciolo della questione, ricorre Il giuoco•dl rimbalzo d'un perse– guitato che si fa persecutore. Un poe– tastro, Wilson, che non trovò di meglio che passare In colonia, ad uno di quei servizi di spionaggio in !amJglla con i quali sembra che l'amministrazione bri– tannica cerchi di garantirsi che i propri funzionari righino dritto: per primissi– ma cosa Insidia la moglie del Maggiore Scobie, capo della polizia inglese. Bac– chettona, ma lesta a !arsi sbaciucchiare, grande lettrice della Wooll e simbolisti, Luisa, la moglie. martlriz:,.a Scobie con 13. storia dir-.,non reggere al clima e alla opprimente società locale. Cosicché Sco– bie contrae un debito di duecento sterli– ne con un mercante e contrabbandiere siriano, e la manda per un periodo di va– canza a Città del Capo. In assen:,,a della moglie. Scobie s'inna– mora di Elena, trent'anni più giovane di lui. ch'è giunta quasi agonizzante sulla scialuppa d'un plrosca!o silurato. Scobie è un funzionarlo di prim'ordine, ama– tissimo dagli Indigeni e In procinto di essere nominato commissario del porto. La relazione con Elena, Il debito col si– riano, contratto nella dovuta !orma com– merciale e ch'egli denuncia ai propri su– periori. se non accrescono, nt!ppurc le– dono gravemente la sua onorabilità cd autorità. Diremo di più: che In quella colonia di cinici dove si trova a vivere, egli è il solo con una cosclen7,a morale; che se non è puritana. e non è pietistica e non so quanto cattolica, è almeno una coraggiosa vocazione di verità. Ma la co– scienza è sempre rivelatrice e distruttiva di chi la porta. Cli altri accusano e perseguitano Sco– bie. secondo I loro interessi sociali. per !°adulterio con Elena e la collusione col siriano. Mentre egli è tanto logicamente convinto di queste colpe. al tempo stesso che incapace a pentirsene: perchè n·u11a a lui Importa del punto di vista sociale: e d'altra parte egli sa come tali colpe gli fossero inevitabili, sotto al peso della ne– cessità che glie le Impose. < Disse: "'Non so come pentirmene". Era vero: egli ne aveva perso la facoltà>. Se non addirit– tura la !r11;se. Il concetto torna sovente in questi libri: Incapace a pentirsi. e in– capace a pentirsi di non pentirsi. Nel suo amore d·Jrldlo. come oggettività assoluta. nel suo sincero anche se eretico senso dtlla i;::razla: secondo lui. lddio stesso \edc pietosamente quel peccati. non co– me atti di egoistica malizia. ma di mi– serabile e Insormontabile necessità vita– le. Ed in qual('he modo si stabilisce !ra lui e la suprema giustizia una sorta di complicità. Per non scandalizzare la bi– gotta Luisa, una volta prende il sacra– mento In condizione di adulterio (e que– sta è !orse gratuita, e un po' grossa). Frattanto. com'è nel corso naturale delle cose, Elena viene attratta da amori più giovani e sereni. La nomina a commissa– rio portuale deterge la reputazione di Scobie da ogni macchia. Ma ormai la sua Iuga terrena è compiuta, E mentre si matura l'Idillio di Wllson. li poeta-spia. con Luisa. approfittando di certi sintomi d'una affezione cardiaca. Scobie piglia deliberatamente una forte dose di sonni– fero: e si addormenta In pace con sè stPsso. gli altri, e, nella sua speranza, col Signore. Può immaginarsi se l'assoluzione con– ferita ad un carattere come quello cli Scobie abbia suscilato polemiche. che qui non c'è spazio per riferire. E agli ef!etti d"lm breve cenno come questo basti con– cludere che Il Greene è maestro nell'in– terpretare una temperie morale dove nel peccato, quanto più spoglio d'illusloni. desolato, miserrimo, rifiuto e spa'T.7,atura della realtà, la vita pur seguita ad ab– barbicarsi. a difendersi, a sperare. e quasi ritrova una sona di squallida in– nocen1.a. Nella compassione da lui este– sa a ciò che potrebbe chiamarsi l'Infer– no. taluni vor,liono sentire una certa am– biguità. quasi un sottile Invito diabolico. E' un'accusa. ripeto. che ora non cl sa– ttbbc modo di discutere su!ficlentcmente: ma da cui credo che Il Grccnc. come Il suo Ma,l?Jtlore Scobie, !lnlrebbe con l'es– sere prosciolto. E.\lll.10 CECCffi Bibliotecà Gino Bianco LA FJERA LETTERARIA Fag. 3 DEGJL][ SCJRKTTOR][ STJRANKERI GRAH M GREENE C.raham GreenC",Alltla Valli e TrcYo'r Howartl n Vcncz.ia, mentre si gira e LI\ mano del forestiero» Lamanodelforestiero .. Racconto cinematografico di GRAHJ_MGREENE Pubblichiamo il bra,10 ini– ::.ialo della storia di Gralta,il Greone: La Mano del Forestic• ro cosl come ò stata acritta ori– gimtriamcnte dall'autora. Du- ra11te la 3ucc:esaivaelaborazio- oatre il– luatra::.io11iriguardano la luvo- d~~it°~~~ ~elWl~ucono inr,ua- PAHTE PRIMA Cllplfolo l'rimo II bambino. con una certa aria di ,olers.l rendere conto di tutto. senza dare conto di nulla, avanzava. ac~mpagnato dalla zia, sul ca'rnpo di auerragg10 deJraeroporto di Ro– ma. Egli non sembra\'a però !are attenzione Alle racoomandaz.lodl che la signora gli an– dava facendo nè alle lnfonnazionl che for– nlvn alrho.!teu dell"aereo: era t.roppo occu– pato a guardare. L'attenzione del bimbo era i?~:~!~!~~ f 1 a':::;;t 0 ~Ì ;a~gi~ ~ 1 ~v~~= ttlltl. tranne quello su cui a\'rebbe preso posto: per quello cl sarebbe stato t.empo. e Ecco mio nipote - sta\ 1 a dicendo la zia Indicando !"elenco del passeggeri. Roger Court. Lo terrete d'occhio. vero? E' la prima volta che rlmRne eolo! ». Appena sentita questa atrermr.z.lone gU occhi del bambino abbnndonarono gli aerei per andarsi R po.. 1'11re.con ~pressione di dlspre1.ZOsul petto. prominente. le gambe grasse e la bocca pro– nunciata della donna. Come può sapere. sembr11va pensare li bambino quando sono, rolo. quante volte sono solo? Ln zia pareva capace di sollevare raereo col suo garrulo ch!accherto. e A Venezia. do- ~~a~ ~r:r:ev~h:_ ~. 8 f1~~tu~~l~~~~ ~: ro? Non le darA alcuna noia. E" vissuto ab– bastanza a lu~o con me, e posso garantir. glielo. Suo padre deve venirgli Incontro sta– scrn da Trieste ... ,.. E avrebbe, sen2.a dubbio r:~ 1 :~ ;:1t'ii/ :o~~~: 1 rl ~J:~~ ~a~ certa brutalità. a interromperla. e E' ora che ,,1snlutlatc - !ccc, mentre l'Ultimo del com. pagnl di ,·iagg1o del bRmblno tintrava nel– l'Aereo. ro L~;~~ =~ ~:mp~ieabb~~~~~~ m~t;;a:: b1no le sfuggi e non si volse se non quando fu R met:\ della scaletta per rispondere con freddezza: « Addio zla Rose». «Ci vedremo fra quindici giorni... > ripre– se la donnP. ma s'Interruppe accorgendosi che il bam.bir.o le aveva voltate le spalle. PC!"non veder la zia sventolare la mano. ~er scelse uno del due PQ6tl dall'altro lato della carlinga, per quanto questo lo espose RI rischio di ,·edcrsl sedere accanto un estra– neo curioso, Un bambino non è mal certo di poter essere lasciato In pace. Nessuno esita R Importunarlo e questi perciò è co· stret~ a difendersi o dletro una porta chlu• sa (<quante volte ti ho det.to di non chlu• dertl 3 chla,·e! >) o nel folto di una siepe (« ti abbiamo cercato dappertut.to »). Appc• na rappar'!cchlo i;.I levò Roger apri la sua \•allgettR, non senza prima essersi dato. au– toma:!camente. un·occhlata attorno. e tirò di fra le pieghe del pl~lamR. un giornaletto per bambini - un fog-hoqualsiasi dal oolori vivaci - un glornale per cui. a sentir la zJa. non valeva la pena di perder tempo. Era un po· miope e teneva Il capo molto chino sul foglio, mentre leggeva che un crudele 60rriro ~r.t~~~ ~on.sk ;~a~,r c:g1d,e~'i~g1\~~e vi'!os:~ cintura dl salvatngglo. sebbene r,wvlso lu• mlnoso ne fosse stato dato da tempo. perthè Mr. Hognn a,·eva proprio In quel momento chiuso a chiave la porta del fienile e. tlran• do !uorl l"Accendlslgiui stava per dar fuoco alla pagila. Rogcr Court. ~plrò e alzò lo sguardo dallo scritto. Era giunto nlla fine dells. puntRt.a ed era mollo Improbabile po– ter trovare In IL'llla Il numero successivo del periodico. Spettava a1 suo cervello !or• nire Il seguito alla ,•lcenda. ,L·autore - che si firmnvn C11pitano Pcter Day - avrebbe senza dubbl•J trovato li modo di !ar uscire il protas;onista da quel fienile anche se rusclo ne era stato chiuso e serrato a chia,•e e non eslste\ 1 rmo fi1·cstre. Gli autori ccrca\'ano .fempre un lieto fine. ma nnche un bimbo di otto anni sa che non tutte le conclusioni SO· no fellcL < Sei glA stato in aeroplano?». L·hostesa gli s·ern scdtua accanto. mn ebbe la stessa gJaclalf! accoglienza della zia. « Sl - rispo~e Roc!er: e intRnto Il fienile era In fiamme e Il maggi()re Ronnie Dunn si batte\•a tra li fumo nel tentativo di trovare Il modo di usclrne. I ,mo! sforzi I\On erano però seguiti d11un autore benernlo. pronto ad Indicargli una botola pro,'\·ldenzl11le: !I destino del maq-g!ore si trova\'a nelle mani di un rea– lista. e Ern tua madre la &ignora che ti ha ac– compaanato? >. «No•. « Tua madre abita a Venezia?». .«No». « In Inghilterra? ». «No». « Non è... morta. \'ero?». La ,·oce della 110.ste.,., slittò in un tono d"affetto oompas– s.!one\•ole ma ln brutalltà della risposta la gelò. : ggn ~i~j~i~R ~~nn~i~. Capisco» ma a ~ludlcare dalla sua aria confusa si sar~bbe detto che era tanto g!owme per capire. quan• to era maturo Il bAmbmo. 11quale ricorda, 1 a bene :e lunghe assenze. gli scatti nervosi se• gultl da improvvise pumz.lonl e rapide mi– nacce. l'3.rrn·o di sua zia. e le pnrole burra– scose che levlt!l\'BllOsu per le scale fmo A.I pianerottolo della stnnza del bambini. frasi ~~: 1i;s;~ ;~de~n~~~cfa'~/s!in;~I~~: e non ami che te sle~o » - quest·u1tunR fu quellR. che ,e11ne ripetutn più spesso ed eri\ rimasta fissn nella mente del bambino nello ,;tesso \('ino con cui era stata pronunclR.ta la prima \"Olln.cosl che. durante l due anni a Roma quando la zia tentava invano di strnppnrgll qualche sc~no d'affetto (o:dopo quanto ho fatto per te») - egli, con un certo .senso di colpa s·aspettava sentirsela ripetete. Era infatti cert,o di non sent.lre di jA~cen~e~o. ,.:i~ f!d!:t~~~!v~~~nrel~ colpa sua se non pote\•a ottenere li permesso rl'allontanarsl da Trieste) e sua zia altret.• ~fg,'~~~~~mi~ 1 ~·1v~:ne~t~a~er"?urr.e1f~ noi non nmlhmo la.'Sente per ciò che fa per noi. L·amore è una cooa che casca addosso. Non si può far nascere. Accorgendosi che la. h.oatcs.s. a modo suo. cercava di rendersi gra. dita. le dL'-00a malincuore: o:Mio padre !a parte della polizia». «Credevo che lavorR.SSea Trieste ». «Appunto». <Oh». Questa era l'espressione inglese che l"ho.tteu sembrava conoscere meglio. e SAral contento di vederlo. immagino>. Il bambino pensò chr quella frase non richiedeva rispo– ,;ta, e la donna si d,ectse a lasciarlo in pace f~ ~~f~~-eCh~·u~~riifS:s~ 0 R~g~~sii8cf~'.é: dere che erano venuti a prenderlo all'aero– porto con un mo1oscn!o. Alr.'\lbergo e Europa> !u oonsegnalo a un lmp!egat.:J li quale lo guidò su lunghi pavl– menu sdrucc1ole\·01t. e bnllanti. Oli fu rl• messa una lettera di suo padre che egll strln- ~1C:a~~~~ ~~I ,:c,r u~:~~:re5ijì'.:rl1°ài protez.lone di quest.'ultimo. che non si sa. per quale bizzarria gli si rh·olgeva come Ad un adulto. 1 Spero che la stanza s!a di suo gu.<;to > gli disse aprendo la porta di una stimza al primo piano e avanzando entro un·enorme camera che sembrava tut.to pavi– mento e luce. o: li Maggiore Court cl ha chiesto una stan.. za a due lettL Ml auguro che qui si trove– nnno bene >. e SI ». Disse Il ragft7.zo.Andò alla finestra e guardò fi.sso, al di là dell'acqua. l gradini di ;>1et.rae il grande portale di Santa Ma– ria della Salute. Un ,•aporetto sporoo e SO· vracc:Hloo avam..a,•a per Il canale. facendo ballonzolare sull'onda provocata dal suo pas– r.agqlo ln fllR di gondole che si tJ'O\·avano dinaru:I all'albergo. L"lmp!egato s·attardò un momento: non si sentiva molto sicuro di sè, di fronte ad un palo di spalle più chiuse e insoc!C\·olidi quelle di un milionario. e Se de~!.:l.erafar oola:r.ionc posso acoompsgnarla nella MlR da pranzo ». « E. proprio necessario? » chiese il bam- bino. e Non ha farne?». o:No». « li Maggiore Court non arriverà che col treno delle otto, e cl ha incaricati di occu• par;I di lei». Il bR.mbinoguardò li suo interlocutore co– me un prlgfonlcro guarderebbe 11suo guar– diano. «Bene> - disse. e rifece la strada dietro l"altro. Innumere\'oll specchi gli rimanda– rono 11suo viso fra piante di fiori ma egli non IO\"lde. sis~mclfd p~a!~\~~~'lAod:n~inw~~::· J~ dove Roger ;x>teva dominare Il Canale: sta- ~~r; ~itl~bna~~a~~I~ ~'!1lf!~i~~ ~rad~~: · tore era uscito ad augurare buon vlngglo ol cliente che partJva. Il riverbero e quel blanoo nbbagllarono 11bambino 11quale vol– se lo sguardo nelln sala qu11sl vuota {era nncora molto presto). Qualcuno stava spin. Grl\hnm Grccne con Alida Valli, lntc.rprcto principn.lo di e L.1. mano del forestiero» gendo verso dJ lui un tavollno a rotelle ca– riCI>di h&r4 d"oeuvrea. Passlvamentc lasciò che g.l! riempissero U piatto: non poteva. spiegare a nessuno la. nau&ea.che provava. Quando prese la !orchetta. rioordo la !et.– tera sgualcita che ave,.•a nella mano destra. Gli ave\'ano proibito dl leggere a t.avola. e rora della ribellione aperta non era ancora scoccata. per ciò depose la lettera accanto al piatto e tentò di mangiare. Assaggiò qual– che !ag1olo. una patatina. ma guando una. acciuga troppo salata gli brucio la lingua po.so la forchet.ta e si guardo !urtlvament.e. Intorno con una gran voglia dJ ,; cappa.re e andl\re a n~ndersl In camera. Ma lo che/ bloccava rl:&clta. Poi una vooe gli parlò ac– canto. « TI senti molto solo? ». Un"altra persona adulta s·cra di nt.lO\."O e~e 11~:~1~0 f::1aunr'~i!1~rl~.ale g~ll~~ pcl$,!toe tanto meno Il monosillabo del bam– bino. L'ultimo interlocutore era una. slgnor11. resa espansiva dal vino bevuto a tavola, e traboccante tutta la gloviaUtà del Nuo-.;o Mondo. Adorava. I bambini e sapeva tutto di loro. Non per nient.e ne aveva cinque lag– giù a Piladellla! Nessuno avrebbe potuto in. segn.1.rle qualcosa lntomo al bambini - e non urto questo di cui a,,eva già sa;.,uto avanti di rn·olgergll la parola. vita morte e mlraooll dal primo portiere. e Troppo olio? Anche per me la prima set.Umana è stato lo stes6o. Non mJ riusciva di mandar 1iU più di due portate. E forse tu non sei abi– tuato al burro. Sù. non stare a preoccuparti e vieni a fare un giro In città oon noi. Noi partiamo col t.reno delle cinque. ma e·è an– oor:i temPo di veder qualche alt.ra cosa. Sta– sera avrai un bell°appetlto per la una. n"et! si:01i:v:~~n~:n~ ~~~ria e s16J>~~~: che riusci a cavar a Roger la più lunga fru• se che egli avesse pronunciato da quando era partito per Venezia. e Debbo aspct,are qui mio padre. luJ deve... deve venire qu! ». Perfino dopo due anni le parole e mio pa• dre > gli J>C$avano sulla lingua. Era. quello Il modo con cui lo chiamava 5empre e oon un leggero tono di disapprovazione. sua zia. Una \'Olta. molto tempo prima. Roger rave– va sfidata. e Papà ha !atto qua1006a dJ ma– le? ». La risposta della donna gtl aveva la• l'Cla+.ouna vaga Impressione che non tutto andava come doveva andare. e Tuo padre è una persona per bene e non ha fatto nulla. ::~~le :ir~:;c~~ ~o~~:it~a1:~~1e~ J~ ~ mo dO\'TCbbesaper mantenere una donna! • che uruta a un altro intereala.re della zia «non IX)6.Sl1.mo permetterti di nutrire un cane a carne! > gli a,·eva !atto nascere il sospetto che suo padre era stato incapace a provvedere a sua moglie e a se. La po– vert.A. vedi per esempio gli accattoni sulle M:allnat.e di pla,za di Spagna.. era una cosa. vergogno,sa. e presto quella. fra.se oonvenzio– nale. che sembrava allontanarlo per sempre di più da e suo padre>, dl\"enne usuale sulla sua bocca. ~ Il telefono lo svegliò e per ~ non riuscl a rioordare do,,e los.se : penso che qualcuno stesse suonando li campanello dell'apparta– mento di sua zia a Roma. La camera era a\'\'Olta dan·os.curltà e quando allungò 1& mano per accendere le luce. non riuscl a. trovare l'lnterrut.tore. sembrava che la stan. 1.a gli fosse girata Intorno e la finestra e U letto avessero cambiato di posto, Poi tfoor– dò che SI tro\"ava a Venezia e questo era.._ chi? Non rloonobbe la. voce: più di un quarto della suR esistenza era tra.scorso dalrultima ,·olla che ra,•eva sentita.. La voce d1ce,•a: « RoRer? Parlo oon Roger? >. «SI>. «Sono papà - tuo padre». «SI». « Sono appena scero di treno. Sei sveglio. caro?». « 51 ». e Contento di rivedermi?>. «Si». « Vengo subito da te. Ma questi r;ondolleri pretendono troppo. Vogliono mille lire per <lrrlvare all'albergo. Prendo il vaporetto>. «Sl>. «Debbo risalire. tutto ll Canal Grande. Cl lmpl~gherò mezt·ora. Hai molta fame? •· e No>. 1Non vedo rora di rivederti. caro. A !ra ~A>. presto» rl6J)OSte • con educazione 11 bambino e riattaccò Il ricevitore. L'orologio ~~?adf ~eui!~ ~~rq~~- ~=t8:~~ }1~~t· l~~a~~~ett~t.t~ in~a:n~tin~~J~ Vide avanza.re un vaporeno dalle cui fine• stre nerf! di fumo.. Ulumlnate si SP.()rgevano ~~r~~a~~g:ri 1 C:~1 !:::'r:~u~ fl;:~~~ Uno di c.ostoro. pensò. è mio padre! Cln• quanta passi plft lontat1,o, allo .scalo di San Maroo. 11,•apore at.traccò. ma alle nove me– no cinque suo padre non era nncom arriva.– lo. Fors~ a\"eva perdute il , 1 aporetto ma oc ~;~f ~~utf 11 ~~r a~~cir:e~~e:~hfitti!~:n'!! ,;tette Rlla finestra per \"ederll passare. Oli stessi scafi. le stesse lucL le stesse facce e la ste-.s.sascia' d'argento. Presto oom!nciò a piangere per un senso di mistero pluttosto che per paura o solitudine. Ma dopo un po– co ricordò che la sua balla al vecchi tempi. roleva dire che se si sta a guardare una pentola bolllre questa non alza maf Il bol– lore ;:,erctò tomo a stendersi sul letto \'Ol• tando lR schiena alìn finestm e Rl canale contando I vaporetti che P"'668\'ano. dal ru– more .che facevano. Flnchè. Il suo viR> af• ~~~~:: d~~K!1:~! 1 i~~1ud~l~~ib!~? 0 ~acn:r una. 11!EJ)ensero in tutte le .slaru:c. e rimase F.Olo IR fo...~apenombra del coni.do! . Alle due del matt.lno rultlmo v11poretto si diresse wo– to ,·erso Il suo ancoraggio. Capitolo Secondo I Roger Court guardava. la lancia della. po• 117Jaattraccare all°lmbarcadero dell"AlbeQ;o Europa Il direttore era li pronto a ricevere il funzionarlo di pol!zia. un uomo magro e lungo Il quale emerse con aria pigra oal111 cabina, Un ufficiale di pallz.la in uniforme lo aiutava a sbarcare sostenendolo sotto ti gomito. Il direttore allungò una mano per prendergli la borsa ma. alrimprovvlso. con un balzo che dette a Roger l'Idea di un grillo. Il funzionarlo !u a terra. Il ragaz:zo rientrò In csmera e sedette sul letto dl.stratto aspet.t.ando chr lo chiamassero. Era qua.si ~~~~~ a 1 d a~;~ 1 :e. ~:·: unim~~~~ quando si profila. per un profano un caso molto gra,·e. er: 0 r~a!~\ s~:t~~ah°ni 1 ~~1:C~t~o~ :e=n~: a quello che do,-e,•a fare. Poi s·cra vestito ed era /iC_CSO giù. Al baloone dell'ingresso disse. e Mio padre non è venuto». s~~\t~~::~t 0 .col treno d! stamani> rt• <No. E· arrh·nto Ieri sera. Mi ha telefo– nato dalla stazione. Credo che sia stato as– sassinato ». L°altro rise: « Allora perehè non è venu– to?» - doffiandò Rogcr e alrimplegato mo– rl lmprovvl.sament.e la risata in gola, la• sciando a mez.z·arla un suono. sensa senso. <Beh - Ccminc!o. poi corse nella stanza accanto n cercare Il direttore. Il direttore disse al bimbo di non puoccuparsl Avreb– bero pensato loro a tutto: egli do,•eva solo andare nella salR.da pranzo a far colazione. Erano le otto e mezzo. Alle nove Il direttore si era deciso. di malincuore. a telefonare al– la poliz.la. Ma un uomo non è W\t\ banconota. Se una banoonot.a ,·lene .smarrita blsognR affrett1m..t a cercarla. Se un uomo viene assa..q,inato cgll è nl sicuro. fuori circolazione: e prima o po! il suo corpo salterA fuori. nel canale o nella laguna. Prima si Iniziano le ricerche e prlmR ~I crea una pubbllcltA tutt'altro cho desiderabile. Se ruomo è vl\'O (Il che è co– f:a più probabile) ed ha solo perduto il treno o paMato la nette In un bordello. ritnrdando Je ricerehe si msntlene la faccenda lontano dal glomall E questo per il bene di tutti. anche della stessa stampn. IR quale sembra non capire che con I suol resoconti dl \'IO– lenta sta avvelenando a J)OC'O a poco il gu– sto e la fantasia del pubblico. Il telefono squillò e Il ragazzo oolleYòoon

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