Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 22 - 31 maggio 1953

Domenica 31 maggio 1953 RASSEGNA Dl STUDI CC,ASSlèI A CURA DI ET10RE PARATORE }(-. L .-\ f I E R ,\ L [ T T E R .-\ R I A Lo St,•1•i11 ,li Ro,1111 vista do UII * s,,vietieo RASSEGNA DI Fll.OSIJFiA A CURA DI LUIGI QUATfRùCCHI * '- l f., t Verso la 1netalisica Pag. 5 Ouando l'Angelo parla * <ili/SO PIAZZOLLA Mal fui adolc3cent.e. .~on cuoi 111..,Ywc.-;..a e non avro vec.rmala. ~ono tra cni :.onrt, ira chi conum,a a airml: devi amare .c-ppur.: eono SOJO, SUlù CO!llc: i>UO ~ere il &llf.:nzlo a un a.uro Incenerito: qui rci;tub ptr tlllrl, altri m1llennl. [l Dove lo .sono a vivere, n.m p«ssan le 8Lagiam. l.lUC.no Juo;o è va,;o; ....... mo, non puoi nt!uuneno lmmatlnarlo. lii Qunndo tu guardi li c1c10dlel a te: 1a.:»u tutto e ~reno. tutto e luce! l'u dici qu~to, e t..addormcntl queto, :.e un r11,,;r,IO oella luna ~~e:~~c; l:i°"'~~~ll~~:~'nti:,mpleatrranw. 1 no gl! occhi atnnchl, .~tanchl del ciclo, ancora 8enza ttmpo. IV I fiori s'alzano tristi, e vl\'ono un !!tante su1ll steli. Non cade mal la neve perch.i quasi perpetuo .:! Il blanco della luna. V Quando giunge una madre, ancor più in alto f31go per non udire In sua voce: Qucsfangclo è Il ritratto di mio flcllo. VI Spesso. quando ll ,ole btve l'ombra, tento sorrider presso un'ala 6tanea; mii peruo che do\'rò, dopo un ! &tali.tè , tarmi davvero triste. ·vn Io \'e:to tutto e ascolto! Non sogno più da aecoll pr:rchè devo vegliare. vrn Quando c'è no,•llunlo, unn, ch'è dì Venezia, clunge &em-pre nell'arco deliri luna: lieta' nella sua gondola d'un tem.po . IX Se tu \'edral due stelle più lucenti, r:el mezzo della nolt.e guardale a lungo: null'altro &0no cht: I miei occhi aoc~l. X Per me non è mal tardi; sono fuori del tempo e devo ancora: òcvo spera1e sempre! XI' Una viennese morta lungo Il SOMO più non ricorda che fu viva un storno. Sicché quando ml vede ruarda l'ali; e trema tutta, cd ha per mc parole che non dico. xn Io sono renno tn un celeste t-111!0 a guardia della luce. • Sono qui sveglio per aver pietà, solo ad ilmnrc dall'eternità. xn1 Posso aoltanto an1are quando gli alberi snelli si coprono di neve sulla lun•. XIV Un bruno adolescente di Caulno ml moHra le gue mani flagellate. Io lo conduco allora silenzioso EOpra un cri.stallo ,,ago e J::l'ln:lico lug1u fra rerbé nuQve sua mndrc già mvecchh1ta da rr•n tempo. Uormono l,~ttl cd 1::uanw, verlio per completare l'èra mia celeste. XVI N:ucosta nella nube una cll'lesé c:-r :1.su questl 1U06hl. Vnghbsimo è, Il suo canto mentr~ al accende l'O:-.sa sucll abl.ul . xvn L'èrba che qui spunta hR una ru ~ua.da rara e so-;na !'api della terra pena sen;,,8, nemmeno un'orma che 14 J)ltrh.l. Ma a volt,e una lar!alla -- soltnntò una farfalla - vn~a. bianca. sul !ili: e cerca. ne cerca Invano un·a1tr4. xvm CQn me da tln lontan!.Ulmo tramonto cammina una razz.ella e bruet. l'er,a mentre auill occhi 1uo1 poaa. Il mie lume. XIX Tu che puol dire, dire alle cose: E' 1lorno, ecco Il iole tornato fUlil vti.; tu che puoi dire, dire a qualcuno: t.'amo, e ricordar l'lnfanr.Ja lunco il t..mpo, mal lu potrai capire la mia malinconia. xx Un pilota nato a Boston e morto nella nebbia di Berllno, ,•enne da me una 1er11, venne e d~: Oh, questo è Il vero cielo! Poi si chinò non ao 1e per dolore. Ma negli occhi auol di un verde Ueve vidi, ad un tratto, Il volto di un fanciullo, morto nella nebbia di Berlino. XXI Qui il tempo è senza lltantl: Il cuore non ha età. Solo il allenzio, umpre, bruca !lori d1 luna aU'lnflnlto. xxn i1:orl presso li Danubio ancora affrattti . Venne quu.sù e ml dl.sse: Io VoSllo ripartire! Ma quando vlda che tre.mal neell oech1 a Il ora planae e tacque. XXlil Non c'è maJ buio per le mie puplUe. E dire che potrei fra tant& Juc. ve.i.ere In un i &t.an ~ DM> che ml chiuse 1n queato 1pazto lmmH\ao senza cUrmJ nemmeno fino a quan•o. XXlV . Una fanciulla d'Oslo, mal stanca dice a me che ra.a&omlflio 1ll'uomo 1uo rimuto a.ne.ora vtvo in un fiordo a chiuntrl& tra 1, 1p1J1M.. xxv Jl'ra 11 mio &Uenalo e U tuo rumore: fra le mie vf'llle e I tuoi rlJ)()61 c'è tanto, tanto apulo ch'Jo pot.rel iSnorarti, e tu vivere Invano. XXVI Uomo, .sovente a5COlto i passi tuoi Jergert nella nott.e. Ora ti dlco ch'eul, quUcht velli. - ,e altW.lmo è il 11l1nalo - echentan nella luna. xxvn Se un giorno tu verrai dove aon'lo Cli.pira! lutt.a la desolar.Ione de-a:uocchi che posa,tl ,uue co&e per vivere con t.e, ma falto d'ari&, come le nubi, proprio come l'all, che, da millenni, vegliano ançora le mie spalle u,enti. XXVIll se tu dovesal amare veramente ti chiedo queato: Non dire alla tua donna - anche .se lo.più bella - ora tu aembri un an,elo davvero! ~~ 0 tr~~:es1~e!~ 0 ierutto 1.ttr'l1t11.4., perché non puoi aapere come sia eterna la mallncenla di mè angelo vero. XXIX U. morte ~ 5010 un t.e.mpo; poi 1'apre, come un dolce abl.Jlo. e tu sei fermo come pletra abban:ionata. Poi li cuore cede e, quul in un •.urw,, ,copre te fantasma. Intanto l'aria ,·empie d'erba bianca e scende l'arco della luna est.Iva a coglierti; leggero: e innanzi a me tu a vivere continui. xxx Un Q:lomo ti vedrò; poi svanirai nell'aria Tali'& che circonda 1U 6cclu da secoli di luce. ! 0 u1' cre~r~ ~r11o:!1e 1 ~r H, per ma, un o,pt~ d1 più. Ti dico Intanto addio, I'! pensami aovente; pen.sa alla trbtnza mia 'P.trpttu,. MARINO PIAZ~Ll.4 NARRATORI Atu·he il Mat·letta si pone in qmstu rigoglio di nomi nuovi * iblioteca Gino Bianco

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