Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 19 - 10 maggio 1953

Domenica, 1 O maggio 1953 Govoni e lo eritiea '* clii RJENZO FRATIAROLO Go,·onl seminatore d"lnunaglnt Govoni esuberante cantore delln nalura e delle sue creature. Oovont splendido nell'el<:x1uio e pnc– sagg1sta vivacissimo. Govoni sbalordlt.l\'O me• taforlsta delln poesia ltnlifHlA. Eccetern, ec– cetera. Si può dunque Intitolare questo scrit• to « Oo,·onl e la critica»? Vediamo. In real• tà Corrado Govoni. glunlo onnnl al cin– quantesimo anno dt attività letternrln. ha dalla .ma. col successo di unn buona stampu (anche se non si può dire che In fortuna. lo nbbla troppo ,·eu.egglato). In valldn testl– monla1nn d"una crltlcn non adusata a facili rompltmentl. che ha trovato tut.tavla per IA sua arte mcttvl di frcQuente pur se camo ~v,ri.() 1 ~,?onf 1 d:irr· a~~r: 11 rJ~;~~~~~\ 10 !;.I(;, quello che gli spetta dl parternità nella nar– rativa e nella poes!n, e si dovrn collocarlo nel glust.o posto nella storln lett.ernrla del nostro paese. Carte In tnvola. si vn dicendo. A q_uesto suo poeta. orlglnallsslmo. n ques10 suo scrittore il qunle sarebbe l'onore di ogni letterntura, In qual si sia pnesc del mondo. che hn per ancora dato l'Italln ufficiale dopo dltt1 lustri di produzione? Domnnda a.Ila quale. per fottunn. non ml tocca rlspondere. Ma ecco, sfoglio le mie cartneee e trovo que– sti giudizi: Corrado GO\·onl. ti più straordi– nario fenomeno che s!a mal apparso ael cle!l astràU deUn poesia (Fracchla); Maestro al giovani,· Inimitabile nell'hl\'enzlone estrosa di Jmmaglnl. dl ritmi. dl parole (Belloncll: Maestro. se ancor ve ne è uno nellB poeslB itallnna eentempornnen (Laurnno); C'è un grande poeta in Oo\·onl (Bartollnl): E. un nome <'he conta nella storia della nostrn poesia. (Alkxtoli): Con Corrado Govoni si fanno 'dleclmlla Ungaretti (Fiumi). E potrei contJnuare. Perchè dunque un dimenticato? Il fatto è che, scrive lo stesso Flt1ml. « quan• do ,;i npprestnno le m~nse di Bengodi. pun– tunlmt-nte. regolarmente. lnfnlllbllmcnte a tutti si pensa ed alrultlmo mozzo della stal– la. foorchè al poeta purosangue». Ounrdn cosa va a tlrar fuori costui, e non si può dire del resto che abbia torto. Qo\'onl. In• somma, come giustamente ricordava Ercole Rlvalui.. patisce li destino di chlw1que pre– para un domani. scava unn \'la nuova. st consuma per rlcost rulre. In questo è la sua umana ed artlst.lca felice ln!ellcltà. I.a storia di Go,·onl il nota: poeta d'Ispira– zione, l prlllll sviluppi del suo lavoro poetico. api,asslonato, scrive Olaclnto Spagnolettl ~fA~~1'6~ 1 i~~~--: 6 J1 ,~~i~~a.~r bl~~ imo di ricavare da certo mondo dannunziano le risonanze più Intime e domestJche ». c·e. in akunl versi delle Fiaìe e una estcmazlo– ne scntlmentnle e Idillica. che appartiene al meglio del Poema parndlsinco, eppure. Il tono è g!à crepuscolnre ». Tutt1wla. scrive Rave• gnanl («; l .contemporanet». I. p. 152), • at– trnYerro lo sfnccettlo lussureggiante delle immagini, attraverso il blznutlnlsmo del.e slmllliudlnl, nascosta tremula qualche nota di umanità... li Oo,·oni rivela. una reallfl ,,1ssuta int.lmamente, dl\'enta pnrte sostan– zlaie del suo spirito e simile a quella. che fllllmn,·a Il dolente Intimismo del Coraulnt. La sua. continua Ra,·egnanl. è poesia natn do una concreto realtà e non da uua retor1- cn llbresra. dal linguaggio del fiori di carta e dAlle preghiere delle campane. dalla. sin• ronfa degli orti secrcU e dal raccogllmento del oorwentl .semichmsl. dalla monotonia provjnclnle delle morte giornate e dalla qule• ta dolcettn dei c:-epu.scoll». Cosi egll non ha più .bisogne di ricorrere air«cesso del n,e:g:I. aS!ocla le cose nl suo spirJto. si rea- ~~Ìa dr~~a d:ri: ~engi:%~~e~:~u:adctie et~~ no.l!tà estenuate .delle prime pro,·e già sl a,·serte. In Fuochi d"Rrtlflclo, la felice voca• zione ad un ardito \'Jvldo analogism.o. non sern:n qunlche venaturn di sottile e amara ltor:la. a pµnleggiarc un modulo espressh·o spesso faclle e dimesso (Alherto Frat~lnl, ~l. I~a~5tu:l~naf~~~ct~ntoind~SC1~1l~a~~ Govoni sl lascia. guastare dal futurismo. che In lui « è so:o una maniera, perchè questo buon romagnolo non si lascia conquldere dalla mania del motor-e. Quel suo carico di lmmnalnl costipate e di me1afore st1ane. onde nppare dlspre7.ZOe difetto di logica non meno che as..~rn:a di equilibrio estetico, si può definire fe.nt.astlcamente selvoso e dsl. la metrica scordata. Certo se egll a,·essc avµlo educazione elasslca. avrebbe - alme• no In porte - acquistato poteri sclett.{vl. coerenza. misura. oompostezza slnt.nttfca e stilistica. sl che alle natie posslbllttà sareb– be dcrh·ato gran vantagg!o ... :t (Andrea &>r• rentlno. I! frammentarlsmo nella letterat.urn .!talhma, Roma, 19~0. p. 180). Giudizio non certo bencrnlo. cui non rlmedln la critica di uno studioso serio come Il Fmttlnl. Il qunle tcrive ahimè (op. clt.) che Govoni rimane « purtroppo pericolosamente propenso a scl– ,-olare da graziose fantasie ad una sarnban– cfn di sensazioni nnaloglcamente trasposte, in un lmmaglnlsmo troppo rloercato e vlo• lento in.Slemc. che rlchlnmo. a certa deterio– re eredità dannunziana (ma filtrata e mo– dulata In cadenze più popolari e llberel: dffettl racflmente riscontrnblll nel Qua.demo del · sogni e dt>lleStelle (1924) do,·e. accnnto nd accenti e tonl di un crepusoolnrls1no stan• co. più d!Sturba una accentuata Insistenza dl mc1a!ort" ricercate e sforzate, che cedono a \'Olle il pa~so ad un verseggiare facile ed esterno e perslno a monotoni « repertori » descrltth•l che non giungono a rlscat.tarsl nel moth·o llrlco delle e.numerazione evo– cative >. In ~nltA come !uturlstn egli sentiva solo fl blsogno. come tanti alt{_!, di liberarsi delle vecchie !orme metrlcJ1e. stlllsUche e grrun– m11.tlcali.per potersi sentire a casa sua nel mondo della poesia. A tanto. scrive Il Pel– lizzl. <• Le lettere .... p. 2:j) lo incoraggiò il ~-~i~t~ 0 ~d~J1 1 ~t{~~~ :n~e~fm!se°fn6~~ quel ch'era. colla. sua particolare e singolare 11s!Gnom!a di p'!"et-n.• Un poeta, lasclnteci dire. a due dimensioni e senza tempo: come quella sua 1erra ferrarese. la piana acquosa e· bassa d! Tamara e Tresigallo, la meridlo• nate zona. del Grnn Delta. che di lustro ln lustro acquista sopra l1 mare. non allro che per ccltlvare canapn e rape da zucchero; e i pnf'san: di questa terra che l'lndustrin ognora estende per rngricoltura, hanno vizi c vJrtù degli operai delle clt.tà più grandi, cd anche tngenullA e freschezza come I oon• tadlnl delle terre più lontane~. Questo è li mondo di due sole d!menslonl che ao,·onl ebbe ne11·anlmo e cantò ... Nè di questo mon– do particolarissimo... noi avremmo avut.a mai una vlve.."lte Immagine senza la poesin del cosiddetto ruturlstn ferrnrese ...». Cosl Govoni tro\'a In rlechozzn miracolosa del mondo anche colà ove regna rumllt:\. la più nuda e Jn più dlsincantatn (Ravegnani). Vo· luttuosamente immnglnlsta. In oertl suol gluochl di \'tlro si tro\•ano bellezze lndlsCU· tlbtu. e nttraverso Il suo lrldlscente cosmo– pollLiSmO sarà f8clle rh1trncclare II filone della vera r!cchev..n go\·onlana. la natura. raooostamento alla terra, In celebrnzlo.,e della campagna. le noie fondnmentnll di una nuova georgica umanità; le Immagini fre– ~hc. ,•erglnl. rugiadose. sembrano pullulare dall'animo del poeta come dn un forzleff' 1.neuurlblle. L'Inaugurazione della primave– ra e forse per quec;to li suo llbro più perso• nale.E tuttavlA. scrive Spagnoletti. • Il llrl• Smo e ln piena fa$<! prosastica. sbnnd11to. lnsl&tente nel r!chlaml. con un ingenuo spt– rlto architettonico che tratl!cne la fuga pe. rlcolosa delle analogie nddlzlonnte senza eenipolo, Anche qui. talora. I risultati sono eeo'!llentl. ed una lettura non superllclale può rivelarli, se riesce a sfuggire allo sforzo caMro teso verso li limite della scnsunle nnnonia della frate. Il calore di Oo\'onl è accettabile quando tenta accosuimentl figu– rativi (e pittorici In fenso stret.to ) - si leg• gano Paesi e Bellezze -. meno acceUablle quando corre n precipizio su arglnl purn– mentl! melodici. 11 succesl>l\'Ola\'oro. conti• nua SPaitnolettl. si ue:-rie nella confusione. Ea:11hr 1 ln~clnto spes~o Intravedere molle dlrtt!onl. .s9:1zn mal prenderne una: e te• ne:1t!osl sCX!>restretto a quella sua urgci,,1.a !'e"n.'luale. J ha nccettatn come mm !el!c1ta. lne'r!rvc era ,m ~~o di cui do,·e,·a liberarsi». · r e: o.;i o di que.:.to scrh•e Carlo BclCC• chi (« Frontespizio :t settembre 1038): 11: Dal momento In cui veniva a mancargli l'aiuto di qualcosa che fosse phi dJ un meccanismo cerebrale per In J>OCtlca delle sensazioni. egll nvrebbe potuto <se ne avesse a\'uto In falsa ambizione) nbbnndonnrsl t.11110 e purament~ al perfezlonamenlo del gioco verbale. Per tale strada snrebbc forse riuscito a inaridire quella specie di rancore che lo morde sem- ~~-· f~li~l!ft di1~~c g~af!mf1 1 a!~1~te st ~iiso~-~ Ma Govoni, mollo più semplicemente. e na• turalmente. o che non ne abbia avuto la fon.a, o per segreto suggerimento Impostogli dalla stessa natura a sua salvaguardia, Go– voni è rimasto qual'era, conservnndo plu delle sue forze terrestri che acqulstfmdo di quelle ehe avrebbe potuto offrirgli WlR lunga elnbornzlone della. coscienza e dell'arte. E" rimasto Il flgllo di un tempo npprosslmatlvo. quale fu li suo d'Inaugurazlooe della prima• ,•ern, che si compiaceva di dati propri natu– rali. sembrnndo già molto questa cond_lzlone come reazione all'lnnaturallt.à dell'arte dan• nunz!nnn ». A parte tutto, com'è che la poesia di Go· ,·oni si descrl\'C meglio che non si giudichi? e che pnrlnndo di lui Il discorso cnde sempre piuttosto sulle hnmaginl che sulla poesia. più sul suono che sul ritmo. più sulle figu~ :_10 1~ea~~'fJe Uc~:d~u~~~;iz::~~ ~~·~s~~~: crnl"J CScrlttorl. 11. p. 176). La colpa In ve– rlt:\ « è delle spesso belle varie e doviziose - mA nnche JncontlnenU e Infinite - lmmagJ. ~~~~: c~~l~,·~s:P~~r~~~- ;g~toso1~ell: loro llnea. ma 11 loro perchè. Nulla è più U'COm'è ». tutto è «come» un'altra cosa. E le Jmmnglnl che si seguono cosi rapide, oltre rocchio non nutrono più Il cervello: si scom– pongono e ricompongono nella retina come In Condoa un caleidoscopio. E nasce nel let– tore quella. sazietà da cui non vanno mal esenti i poeti troppo immnglnosi. E Oo\'onl sa di questa. dlsperazlone che sempre lo minaccia?,_». Si potn\ giungere n tali conclusioni, più o meno; leggendo e sfogliando la vasta bibllo– grnfln govonlana. Ma per chi voglla. traver– so una scquentn di pnglne critiche. studiare a fondo Govoni. cito, olu-e quelle già segna• In.te. le pagine di Bolne. In Plausi e botte cFirenze. 1918), di Fiumi, In Govoni <Fer– rara, 1918). di Baldinl. in Salti di Gomitolo ·(Firenze. 1020), di cecchl, nella e Tribuna• (25 giugno !OZI. :>~'l febbraio 1922). di Rave• gnant. Govoni (Milano, 1921). di Papini ln Testimonianze (Firenze. 1924). di Petronio, In Poell del nostro secolo (Firenze. 1937), di Gargiulo. ln Letterat.ura ltallnna del no– \'ecento (Flrente. 1940). di R. Franchi. In Istmo (Roma. 1942). di Giorgio Ferrante. In Poesia di moderni (MiUmo, 1944). Ma blso· Fnerà leggere altre.~! I seguenti scritti: di J-:Orlco Tho,·cz, «Gazzetta d~I Popolo». 4 gennaio 1920: Ettore Jannl, « Corrlere dell:l Sera». 18 no\'Cmbre 1922; J. Malone. ln Stu– r.1 e :-nggl di letteratura CBolognn. 1923): Piero Nardi. « I libri del glomo Il. 1923. p8• itlne 63~-636: Amnldo Bocelll. «O!orna!e di Genova», 27 agosto 1~29: ~ •Quadrivio». 1933. 5: A. Marc!'-Calchl. « L"Italla lettera– ria». 1929.16: Lorenzo Olusso. ne« I contem– poranei» (Milano. 1928): di Carlo Z1mnlero In « Aspetti letterari». 1934, pp. 114-125.del Momlg!!an<". In «,Le tentlenr,e della llrlca ltallana dal Carducci Ad oggi». e La nuova. Italia>, 1934,pp. 381·389; e di I:.ulgl Tonelli, In • Nuova Antologia». del I aprile 1939, pp. 324-331. E" vero. La por,.sla go\'onlana ha avuto \'I\• rla fort.ima. Molti hanno rnlutamente dl– menUcato che oon le e Flale » egli si rivela• va un poeta nuovo. erano un annuncio &!cu– ro che nella nostra poesia cl snrebbe statn una rivoluzione. che lo st.esso Pascoli sarebbe stato superalo nell'hnmaglnailone. nel sen– timento e nella fnutnsla. e che 00\'oni espri– meva quello che nella poesia. del Pascoli era stato posto so:o come possibilità. Una disa– mina attenta del processo e"olutl\'O govo• nlano !a Casimiro FAbbrl ln « Idea II del 5 novembre 1950, lo stesso Fabbri che già nel • Meridiano dl Roma» del 9 marzo 1941R\'e– \'R hcutamente accennato al motl\•l poetici nnche del suo teatro. Ed ecco che Auro D'Al– ba. sempre in e Idea.» (18 febbraio 1953), vuol ricordare che ao,·onl è poeta che nes• suno riesce a Ignorare che s'occupl di poesia. Poeti che vanno oi;:gl per In maggiore snc• chegglarono e saccheggiano dal mlllnrdarlo Govoni cui bastereb~ folo un po' di sorve– glianza e. diciamolo pure. di oontlnenta. per mette~ knockout tutti gli ncent.tonl delln lmpen·ersante poetica cfoggl. Vicinissimo al poeta. Lionello Plum! dh prova In e Pnrna.so amico» di aver penetrato a fondo Il mondo govoninno: « C.orrado Govoni sembra in \'e– rità un esemplare sontuoso del e poeta fan– ciullo> che vuol vedere cosa c'è dent.ro Il ba– locco_. Colui che si guarda nttorno con OC· chi slupltl come se ,·edesse le cose per la. prima volta». « Bambino che sembri figlio nl tuo figlio bambino ...» cnnta Paolo Bu:z1.i... 00\'onl. uomo semplice, scrl\'e A. Mele nello stesso numero di «Idea». Mn, insomma. è chiaro che t.ulti sono stati presi dnl suo ma!flCO!laute.. « I..n inesauribile rlcche7.ZRdi trnslatl Inediti. perseguita con ingenua gioia di trovnte che di se stesse preziosamente 61 appagano: la fncoltà sempre doviziosa e ~!~ 1 ,~~~:i~,~~tfi~lln~~~~~t~ ~e~~bj~: re più volte la fnccln nl mondo. anzi a tarla ~ dlsfl\rln; rltrneudola ln questa perpetua mute,·o!e7,.,za ~ pnnlca osm~l. sempre fresca. lustra, capricciosa. A poter oomporre del poe. ti di ·.ma sorta di rlmnrlo dell'lmmagina?.!o– ne, è quASIcerto che egli risulterebbe Il più ricco ed intemperante del secolo... (A. Plc• eone Stella. e Il Messaggero»). Verri\ dunque la buona orn per Govoni? I giovnni lo sperano. e I crepuscolari. J noo– elnsslci. e perlìno t mnlthuslanl sa.ranno ca– talogati. Ml\ per Go,·onl In cosa è diversa.. Se proprio lo \'Olfllono mettere nella lettera– tura bisogna !nrgl! largo. lnsclarc molte pa. glne tutte per lui, un capitolo col suo nome e basta: perché ao,·0111 non proviene da nessuno. è un ma.estro. Il poeta fondatore di una S<'Uotache non avri\ né continuatori nè discepoli. ma soltanto se cl nrrivono. nt– trnverso !o stesso processo lnterlore. maei;trl com(' lui. ti che pnnnl molto difficile• (Cal– lo Zannerlo. « Aspetti letterari»). E Oron Zecca. un patito di Govoni. se debbo giudl• CRI'(' dal ~uoi numel'061sshnl articoli (« Gaz– zetta Padana». 9 luglio 19&0,20 agosto 19~. 10 aprile 1951. 21 marzo 19:"•3;« Gazzetta di Penna». 27 marzo 1950: e Corriere di Ro• ma». 21 settembre 1P50: « La Giustizia•· 25 ottobre 1950: « Il Popolo di Roma», 17 marzo IP51: e Il Popolo•· 20 marzo 1953, • L'Itnlla ». 9 r,prlle 19f>3. eccetera, Cl'celeral. Oron Zecca scrive ora che una trl•te fra• granza vagola nelln nu~va poesia. del poeta.. li poeta ritrovando la fede ha ,·lnto Il dolore e si è portato In 1.onedl terenltà e di fiduc!a nella vita e In se stesso. , La fe:te ha dato a Oovonl unn nuoni. forza, mn non gli ha cRmblato la natura di !nnclullo :;ensith-o che s'incanta dlnnnzl nl fenomeni delln na– tura e nun rn dinanzi ad essi trnt.tencre il suo entusla.smo che gli detta Immagini sem• rre belle e rempre nucvc. La fede gli ha aperto allri onzzcntl, altri mondi. più llm• pidl e phì sereni do,·e Il nostro tormentato destino trova la tranquillità, ln pnce: la fede. inscnnna, hn dato al poeta. co:plto da tremende svenlure. la g!oln di vedere li Sl– a:nore. Un cammino lungo sulla strada della P~sla, quellCId. CorrAdo Go,·onl. unn racca !'Otrcna pf'r cinqunm'annl. E cinquant'anni :on tanti P1>rq11es1afatica. per questa fe– deltlt nlla ?~sin. ~ do,ero~o ono1n1e In questa occasione- Il poeta ferrarese. t' rnprn- 1u110·r!valutnrf' ln sun or,ctn r0f"t 1 ca ro:1 serenità e slncerlt.3. 3 collocarla nel suo glu• i;to posto nelin .storia IC'tle,ar.11 del nost10 paese». Nè le snp>·eldire: Cli ml'gllo. A:1gurl C.nvonl! RENZO F!UTTl\llOLO te a Gino Bianèo LA F I E R A L E T 'l' E I~ A R I A CRONACHE 1''llf .. ANESI * Pag. 7 Pittori dellarealtà Fiorenzo Tomea al lavoro A"\0§'.ll'RIE ROA ~à.NE * .*. ,li G,UUll,ILDrl ill,IRVSSI AL PALà.ZZO REALE DJ[ ..N\.ILANO ·* Incrementare le ville.-museo p;t:~ ~!1/~~~ll~a!~~:!d~af! t1ev:!~e~~~tod;la~,::~~~ :~1~~: ~:r~e~n ~~~rt\en~~rrÌit1cu; sA~~ e~tarqeu~t~ 0 u~:~}~n1l!iJ~ ~~~~:01~Ji°'J°m"b~iu~aca~~=n~t ch~ide~~n~l~n=:r:~ec~ è ordinata In questi giorni u· naia di mustrazlon..l). VI han• stuochI ed anche affreschi ca• che si pub fare? Il male our• lat.e e firme e cert.lflcatJ e per• chle come le tre scimmiett.e na Mostra del , Pittori della no coJlaborato nomi qualifica- dono e si sbr!cio!ano. La ri• t.roppo è entrato In profondità sino bisogna conoscere genera• orientali, cteclne e decine di Jwaltà. in Lombardia •> è sta.· ti quali un Mlchelanrelo Mu• sposta è una sola. Mancano i e molti dicono che miracoll Htà di tuttl I conflnnntt che In stupende vU!e che portan rtm– ta allestita In questi giorni raro un Giuseppe Marchlori e quattrini neccs.sarl per Il man- non se ne po.ssono fare. Co• cerl.l casi ~on oltre centinala. pronta d'un Snnsovino. d'un una Mostra fotografica delle un Renato Cevese ed è di no- i.en !mento e il restauro delle munque si deve almeno !are Bisogna dunque snellire la Palladio, d'un Longhena. d'un ''i-\~teil~~e~ >Chiaro. Far CO· i~~f;e 1:u!\\\~ ~~e1i~ setu~~I 1~ :;~~~ ~;~~• J~sol!:~/~b~~~~= ~ / 1!1&:r v:;~':;~~,~~~ g~cect:a .i de~:ro":;ir~ca q~!(c~; ~ar~~~~; 1 i1ef~~~~~~oe .P!rnc~; noscere la loro bellezza e 50- raccomandiamo non solo allo lite perchè gravate da falcidio• Innanzitutto bisogna che si buon risultato si sla già giunt.l. crollerà parte del nostro pat.rl• pratt.utto la loro situazione tra- specialista. ma anche al gros- se tasse. proceda. da parte degli orga- Comun9ue sia, quella dC.:lano- monlo arU..sUcoe la nostra con. gica chè, molte di queste vil• so pubblico. Ne segue - e U fatto par- nl compct.entl. alla notifica di tifica, e una battB.Qlla che de- SBpt\'Oleua di crederci uomlnl le. abbandonate da! loro pro• In ,•erltà II pubblico deve es. rehbe "eramente Incredibile w.tte le ,•me che rappresenta• ve essere ,•Inta cd è Ja prima. c!vill. prletarl, son condannate amor- sere as!olutamente al corrente tant'è mostruoso e sciocco - no un vero patrimonio art,!st.l· Il problema però non si rl• Agire dunque subilo è ne- teJ:iu~~'i '48 il primo a met- e:~oa. ~:!t.!menr1:. realtà è In• ~rr~ -~f1~ 1 _t~~r~~fr~arr\~~~r;. ~~e ~Ib 1 it~~:r~ 1 fuc;f:è_ -qiansl :~viu!i!~i;:e~~en~:r~ ~~c~~ 11 !t ~~ 55 ~(~ 0 \~P=~~ti"n:~~~~; ter 11 dito &Ulla plaga ru Re• Molte moltl~slme vll!e del t.rasformano la villa In c. casa nessuna villa veneta è notlfl• l'esenzione delle tasse che tol- danneggiate con tagli di albe· nato Cevese. segretarlo d1?1;1l ·s:,o, 'G6o e '700 vengono ab- rurale• asportano statue. moz- cat.a e nemmeno lo erano fino gono al proprietario quel de• rl. con stacchi di affre!chl. di ~e~~c! 8e~u~~~nja~~lt 1 u~ 1 ;;: ~!1~~o~att;~s~~~~~e 3 1~ ~~~tlnue•. ~~o r~~ 1 :'o~st:·ca~~~ 1 1~f! 0 co~ ~uf:'°~elte;~~ad~~! persino due ~~r~al~tir! 0 ~~~taau~~'.et~enPc~~~nazi 1 f~ 1 ~~[~ed~·1~ 1 J. 0 r! do d'allarme sul e Tempo> di f!enlh O quel ch"è peggio, In !onne e alloggiando nelle sale. Pure sap,>iamo che not!!lca• .:hl non veda che Il problema si faccla"!-o rlsp:tt.are e ,e non ~~~:!t a~utf~~~he ndau'.~~= s ';n~h'pri:f~\ro,,r1e1arl <non ;~~r~e C::n1::tt~i~'.t!· ~~=, ~~Jo~~ >dj! 1 ~ 1 :;ie' ~l~~u~:f~ !1:o~s~, :t\(lb p~~tot~~~,~~! ~=~r~~~ ~1fii:~ 8 ~1 ~;1!~10 5 ~t~ SCO. Cevese l'anno scorso fece tutti grazie al c!e:o. ma pur cl e fieno e carri. luna lmp:-rsa ~pav:ntosamentc .!d una solu:t\one od 111\ct\ea trasformI le vllle In musei. pure una Mostri\ al , Na\'I• pili soluzioni se vogliamo ai;,co• In ItaUll nbb!amo nel depo• ::~~~ d1~~~t~n~~~~ 0 \'e~et.f~~~ ~elcob~~:~c:rc~ld~liiS~eea~aanJi ~i es~ d1f°~W:~1;;, 1 Jto~~ Jfr~r~~ cinque, sci e settecento e On- maggiormente prezioso il no• z~. Venezia) centinala e centl- rloaJJO Maruss, ne ~risse .-;u st.ro Paese. Il hoslro dlscor• 11al11. di opere d'arte che nes• queste steS!e colonne. setto è rivolto sopraltufto al suno vedrà mai. Perchè non Og:ç! la Mostra, organlzzata propr!etarl I quali invece dl al· concederle ln prestito a qubte dftgl! E11ti Provinciali per il loa-glar ospiti Ce non diciamo vtue • museo? Insomma si do• Turl$111o del veneto v!cn rat.ts come facevan i Contarlnl che vrebbe farf' qualcosa come av- su un plano più vasto e gli nella loro villa a Piazzola po• viene In Inghilterra dove ca- scopi fon stALi chlarlt.! da una ...,.., ___ .,, tevano. capperi. allogjilare con- stelli vastissimi. e con proprle- com•ersazlone che Giuseppe temporaneamente più di cento. t.arl pressocchè squattrinati co- Mau.ottl ha 1enu10 alla verni. cinquanta Invita.ti coi loro ser• me I nostri. si mantengono In ce. Mazzottl ha r!cordato, trn vi e cavalli e con quel che se· errlclenta semplicemente fa· raltro. come tali ville siano lita. gue) vi allogalRn Invece coni• ccndo pagare un biglietto d'Jn. te costruite dall'amore di uo• SII e maiali. gresso per chi vuol \'lsltare le mini Jllustrl. ucmlnl d'arte e di Ma visto che danaro l pro- opere ch'essl custodiscono. lettere 8 comlr.elnre dal f!gl'o prietar! non ne hanno. o dico• Certo blsoina mutare li con- di Dante Pietro, dal Petrarca. no di non averne, gli organJz. cetto del museo vecchio e poi• dli Guarino dal Bnrtolcmco zatorl della Moslra hano ehle- veroso. Un i;er\'lz!o po\ di au- Pagello ed a'1u 1 Illustri uma• sto aiuti Rllo Stato e fin'ora topullmann, che 'allacci tutte 1 nl~ti come Lu!~! da Porto e hanno avuto Vf'nt..lmilioni. Po• le \'!Ile e che faccia capo s. 0-:-olamo :eo'or,n! e G'ang or• chlfs!n\o - dicono costoro. Venezia. attirerebbe mollissimi g!o T:l~s!no e Veronl:a Frnn• Molti e molti altri ne occor• stranieri. E' stato fallo anche co p~r g!ungf'rf' al Tl~hmo. el rono. Ed è vero, mn a pare dal 9re.s. Mauanu qursta pro- Bembo, 8 oa~pare Gozzi. ::i nostro anche lo Stato pub In posta e non è lnattuab!le. l ~!~~~~lo~~f1ec~! 1 ~ro~~~le s~~~ 1~i ~~l,t~i;:oitio~\n~1:~;· s~~~~~ ~~ GIOVANOLA punto d! !CO:n~ar'.re ~br!clo'ate tutto dobbiamo volere salva• VINCE1"ZO CARDARELLI d1l tempo e dnll"abb1ndo110de~ guardare I beni che cl hanno Dlrr-ltore l e-!! uom~nl .I Q'J:1:1 anz!. In mo1- lasciato In eredità I nostri pa- li c'I.~!.ne hanno !\ccele::ita fa dr!. benf' che sono valori rlei!o DIEGO FABBRI ro~'~a mit~<.!cdo cata'0'!O AC· ~~!~~! e: d~~he~l~~!~n rs~!~u~~ Condlreltere rcspQnsablle C<lmj)a"IHI !a. Mostra ed è cu- C'.\ aver perduto cuore e cer. Tt • co 1T1po;ra.rt1 colonna) rato rer l'i>;-,:-tmt~ e 11r:•a!'..;- S:,la di una ,,ma l":-:itL'\ t~:,~forr.u.!a In shlla \'elio. P~11.i.roColonn11, 36e • Roma

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