Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 19 - 10 maggio 1953

Domenica, 10 maggio 1953 LA FIERA LETTERARIA STORIA DELLE ORIGINI DELLE LETTERATURE ROMANZE ... : Pre&entfamo ai no.stri Jet- D tori l4 tradul:lone di uno Ml pili rec~ntf lavori di Don Ramon Menéndu Pid.al Il tCJlO, che è quello di 10ta u e conJ t-ren.za tenuta a. San- tander nel l119lio del 1951, CO.!ltitufJce il volu.me 1 de~ e Publlcacfones de la Unt- t • • eOJ"'le ID lott,1 uer.!lidad ltf enéndez Pelavo df Santander >. Due teorie in. lotta Due teorie oppoate lottano ... vecchie canzoni che, dopo novecento auui di silenzio, tornano ora a risuo– nare nelle nostre orecchie, raggiungono un uuo,•o successo, e ci mcravigliauo ... sull'origine delle letterature )(,.. nel popoli di lingua romanzn, <>Mlll sopra l'origine della poe– sia che sempre precede quella. della prosa. di RAMON MENÉNDEZ PIDAL La teoria che chiameremo colo IX o dè.ll 'inlzio del XII individuali.1ta suppone che la se cl fossero rlmaste. poesia in lingue romanze na- :;b;:roo);~l~l~~stiuo~~l ~~~ La «nwwashshalw» stenti; cl futono prima altri e lo «zejel» t~J!rr:dnU:~ s1I'g~1~lc:n~l~; • La clt.az !one d'origine m:i- nè si de,•e parlare di loro co- sulmana prlms rJcordAta me.– me pre«denll storici pcrchè rlta particolare attenzione. ogril opera d'arte nasce con Per I Jtworl dell'lllustre a.rB– J1ndlviduo geniale che la crea bi.sta sp:1gnolo Jullnn Ribera. e conclude con lui la sua puntu11ll:r.z.'\U dall'arabista e storia. romnnlstn ceco A. R. Nykl, Non esistono generi lette- dnll'eglzl11no Abd[l!adz Al-Ah– rari se non nella menl-e del wanl, dal professore spngnol,:, tra.ttatlstl, non esistono 17en~rl E. Gnrcfa G6mt:!7, e d11 altr!, oon entità propria che e.slite conosciamo ln tcstlmonhmza es.se' te completata supponendo di due scrittori arabi del se– tCfit! perduti; solo esistono colo XTI, Aben BBMan e A:– opere di uno o di un Altro poe- HIJnrl, secondo In quale un ta Individuale, ognuna con conosciuto poet,a nativo di Ca• u:,.a piena ~tanllvltà. bra (al sud di Còrdovnl, chla- Sl può ben dire che ln lette- mRto Muci\ddam, inventò un ralura frn.ncese comlncla nel genere poetico nuovo, la mu– aecolo XI, quando si scrive lm 10C$hshal1a, compoalzlone che Chanson de Roland. che lm :-ompeva le forme della me- ~~r~~11s~~~~a d:fr~fd ~e~ ~~i: ~~ab:u:~=l~eflo tr~~u~~ che In Italia non c'è poesia di ammettendo nella sua ultlmR neuun11 specie fino al XIIT. strofe vel'$l In arabo volga:-e Questi segnalati lndlvldul o nella llngun rom11nu del che scrl.uero le prime opere crlstltl.nl . tn llngu11 volgare che og(l'l si Questo poeta Jnnovatore flo– oonservano, iniziarono Il 1oro rivo. sotto l'emiro di C6rdova nuovo cammino lnspirandos! Abdl\llah (882-912). C'era da In opere della lRllnltà antla aspett.arsl che questa canzo. e medioevale che essi conti- nett11 con cui termlnav11 la nuano e cui succedono. • composizione potesse co:uer- Pos.slamo e dobbiamo co- varcl alcun esempio di c11ntt strulre cosl la storia letterula del crlsU11nl moiarabl Anda– unlcamente soprR re11lt-àtan- !usi: tuttavia, frA le molte glb!U; non e·~ bisogno di rl- muwash.!lhaha.s pubblicate. si correre ad fpot~i. dato che trovavano alcune con versi tutte queste si ranno senZI\ finali in arabo volgare. ma eollde rondAmenta. nessuna In spngnolo. DI fronte a questo modo di I fllologl, nnsJosl di trovare vedere, la teoria tradldonali- In queste poesie arabe resti 1ta crede che le origini delle della lingua mozarabica. do– letterature romanze siano di vevano contentarsi di un'llltr:\ ~n:u a~t~~r!u~tl t~~t~ =!~ ~i~ tjef.oe~ ~c: :~~-isJtn!c:~ 10no essere spiegati senZI\ fare 11)(Uh3hah.a senza versi volgul I conti con una lungR tradl- finali, ma che, scritta In ara– z!one d! testi perduti, che len- bo dell11conversazione. le me– tamente sono andati model- scolava a \'Olle voci o frruil lando la forma e Il fondo ab!- iomRnzc tn qualunque del suol tuall del diversi generi lette- ,·ersl. Ciò· s'o.,servava nella rari: poco o molto soggetto a unica collezione dl zeJel a di– questi modelli, l"lndlvlduo più aposldone, quella di Aben gcnlale non pub scrivere 11010Gut,màn, poeta cordovese mor– con la guida del suo genio mR to nel 1160 li suo z~Jd n. 82, incanalato e limitato dalla deve essere' qui citato perchè trAdlzlone culturale in cui a·c non contiene puole o fr11sl formato e a cui serve. sciolte rom11nte. ma un verso In nome di questa teorlll Intero, che CAnta l'lrrRgglRrlii pbsslamo anticipare che l una dell'aurora: alba, alba u de pura Illusione d! coloro che htz en nuevo dia, verso cbe t~~~~ 8 ~~d~~e d:~: ~rt~~:~ ~:ttin~~:bl~!~~~er:e~ ucnuÌ {:~~ 1 :~: a:,rori'fa~tl cr.~g~~tt :ie: 1:~1~ c~:tl 1 1ng:t~ereer~e~~= Qualche Ipotesi ~ sempre ne- lare rra I cristiani d'Andalu– cessarla perehè senza ! pote.si sfa mezzo secolo p'l'lma che si non al potrebbe uscire da uno scrl,•e&scro le prime mattlnRte stolto· agnosticismo, con 11far provenzali oggi con.o1erv11te, le oom.Jnclare lR storia della poe- quali apoartengono alla fine sla romanz.a dal primi testi del sec. XII. comervRti e proibendo di pen- La mattinata, come poe,glt1 sa.re in qualche c.ou di prt- In cui I due 1U1Jantllamentano cedente. sia per affermare ln Il giungere dell'Rlba, l'ora del- ~= :~~n~~nsl:1 ~:ss:~!rl:a ~ov~~::~~ ~m~~:~;edelll~ intelligenza umana percM re- mattinate tranct.sl del Nord, at11no in sospeso Inquietanti hanno .sempre nel loro rltor– problc.m1 connessi e quando, nello la parola alba,· che an– t.ntro la teoria lnd!viduall.sta nuncla Il glun1ere del nuovo il suo più dotto, geniale e brll- elorno: e questft parolR appa– Jante espositore, Giuseppe Bé- re tre volte. r!petut.a ne.Ila dler, sente che la eplcA fran- mattinata attribuita senza ce.se nMct nel secolo Xl e non fondamento a Rlmbaut. de VA• prlmR e qu11ndo, lnvocando la quclras (fine del scc. XII): aulO'l'ltà di Bédler, Silvio Pcl- e L'alba. l'alba, oc l'alba>. legrlnl Afferma che la lirica orbene, ora ll'applAmo chf' Upanlca nRsce nel sec. XIO o as.ul prima al cRntavA In Cor– ana fine del XJJ e non primR, dova pure rlpetendo e alba, fanno una Affermazione molto alba!>. pos.ltlvl.sta. si, ma tuua,•la Abbiamo qui un altro fatto oosl lpofetlca come quella di ben tangibile .sul cui non ha cok>ro che come noi afferma- \'Oluto 110ffermarsl la critica no una lunga tradizione Rn- negatr!~ di ogni poesia lspa~ terlore. na anteriore 11Ise.e XIIl, e L'unica Questione sta nel questo fatto è che ciue\ cAntl deçldere quale delle due !pote- popolari, della cui cslstenZA si l la plu fondAt-a, quale )11, cl offrivano tuUmonlanza le più probante del fatti cono- cronache della prima metà del sclutl e quale ~lceve più ap- sec. XII senza pcrb darci d"es• ponto dalle plu recenti sco- si prova alcuna, ora fRnno perle. giungere 111nostro orecchio un Non poss!Rmo qui entrare verso evoc11.tore nello :ejel In lunghe Rfioment.a.t.lonl già n. 82 di Aben ouunAn. Un so– del resto dR noi esposte In lo verso lirico! Ma sufflclentr precedenti studi. In que.stl, 00- a scoprirci l'esistenza di un me appoaglo della teoria tra- genere llrloo non tesllmonlRto dlzlonall.sta, raccolsi la testi- dR quelle cronache: la mat– monlanz.a di tre cronache tlnat.a. scritte nella prlm11 metà del ::.:1ono~e ~~ecad;tfn!u2:tl~~.j Scof,rimento con t quali gli abUanu di S11n- di «nwwnshshal1ns» tiago nel 1110, quelli di Sa- hagùn net 1116. quelli di Sa- rap:ozza nel 1134 o quelli di Toledo nel 1139. rlce,·ono I ti! ed altri personaggi che 11rrl• vano a codeste cltt.à: altri cauti con I quali l soldati lo• ledanl dell'lmper11tore Alfon– so vn ctlebrano le loro vit– torie contro I mu.sulmanl nel 1134 e 1143, lamtntl funebri delle vedove toledane alle ese– quie del morti In codeste cuerre. FondAndoml su tali notizie potei affermare che prlmR del ttcok> XIII o alla Une del Xli o pure parecchi anni prlmA. che si compone~e Il Poema dtl C!d (1140 clrcal, poem11 sé.mprt più ettato come prima opera dellR letteratura spa– ;nolA, IR poesia Urica 110rge,•a gll in tulte le manlfestatlonl cmoz.lonalt della vlt.a. nel re– itnl di CuUglla e di Lc6n; era ne.ct: ssarlo riconoscere che nel– le orlQ:lnl della letteratura spa~ola. c·era una attivo. produnone poetica perduta. Oltre che le testimonianze delle cronAche crt..st111ne,a\'e– \'MlO qualcosa d1 molto più antico. ave,•fUllo notitiR dAUl. da scrittori arabi, di un poet:t cordovese che sul finire del gec. IX Imitò canzoni del crl– atianl che ,,h•evano sotto 11 dominio musulmano <I cosi deltl mo:lfrabh, Il che cl per– metteva afftTmare che pure I cristiani di Andalusia a,•ev&no le loro canzoni d'alcun! secol! più 11ntlc~ di quelle del can– zonieri ga!lllCO•Portoghesl. Questi risulta.ti venl\•ano ad essere Intollerabili per la cri– tica ncgatrlce della tradizio– ne e furono re.spinti da critici fflrc!/~ttf)l~:~r.~?tr~e~a~~: Cosi stando le cose, mentre al dlsperna di trovue cRnzo– nl mozarabiche Intere, Il pro– fe.s.sore S. M. Stern, T'l~l 1948, diede notizia di \'enti mu- 1ca. ,h.tl: aha., ebree Imitate In tutto dalle muwuhshahas ara– be e pro,•vlste di ,•cl"'SIflnAII In llnguR spasnola molto ar– caica. Poe.o dopo, lo stesso Stcrn pubbllcava unR mu– u:ash.thaht1.t ln &?"$bocon fl– n11lc romanzo e Attualmente Garcla G6me:z sta studiando un'altr3 serie di tcsU arabi della stessa specie. S'11pre cosl un nuovo orlu.ontt': 11lba, al– btl! un nuovo giorno sorge nel campo dellR ricerca filologica. i.ia letteraria che linguistica e già I nUO\'I studi contano Im– portanti l11\'ort dello stes.--o Ga-:-cla Qòmez. dell'ebrelsta Fr11ncisco Cantera e del ro– manista "OimllSO Alonso. Le ragioni che furono di ostacolo per tanto tempo 111111 scoperta di questo .strano te– soro ciclla prlmlth•11 età 1,sp11- n11.sono ben comprensibili. Le mutca.shshaht1.t che flnl– \'ano con ,•trsl yomanzl st•d!f– ronde,111nopiù difficilmente d1 quelle conchlu.se con ,•ersl In arabo \'0lsare o quelle scritte tutte in anbo cluslco: i co– pisti non spagnoli stentavano 11copiarle o. se. le copia.v11no. ometteva.no I versi spagnol!. Cosl. questo gene.re di poesia con una parte cosl scoperta– mente popolare. cessò presto d'tssere copiato; ~ singolare che sran parte del manoscrll– tl che oggi i,,en•ono per 111 pub– bUcatlone del~ mu1cash.$haha.!I del grandi poeti ebrei con le ~~r:::~~ea:'l ~rRelj~OSt geht~~ nizO: si andarono accumul11ndo nel corso del secoli. L'autore più 11ntlcodi queste poesie che ora cl lntercssann C Giuseppe lo Scrivano dell:,, prlma metà del sec. XI. Pot. blsogn11 rlcordare I due più grandi poeti ebrei del Medio– evo Mosé Ben Ezn. nato • Granata (verso Il 1060, morto nel 1140> e Giuda al-Levi, na– to a Tudela o n Toledo h·erso Il 10753 rifugiato nella corte di Alfonso VI nel 1091, QURn– do gli Almoravldl domlnRvano l'Andalusia e venuto più tardi a Cordova fino a che si tr11- sferlsce In Egitto e a Gerusa– lemme nel 1140, datR a cui debbono essere 11ntcrlort le sue m 111oash1hah.as con stro– fe finale romanica. Dopo ven– gono allrl due: Giuseppe Ben Sllddl di Cò.r:dova e Abramo Ben Ezra di Toledo, che pure nella prima metà del XII se• colo coltivano Il genere di cui trRtùamo. Infine. Il più tardo è Todros Abulafla che tlgura. all11corte di Alfonso Il Saggio e muore verso Il 1305. In.~mma: que.stl autori che elabornno canti romanici 11n– dalu~1 appartengono qua.si completamente ~ all'epoca di gran fioritura della poesia ebrea medioevale In mano del giudei spaiin.oll che, Imitando 111poesia ar11b11,portarono la ebrea 111111 sua maggiore al– l<ZZA. Imitarono con gnn succes– so le mu1oa.,hshahas e quelle che cl Interessano, modellate sopra canzonette romanze, fu– TOno scritte quasi tutte nel alnquantenn!o che va d11l 1090 al 1140: solo ce n'~ una scritta clnqu11nta 11nnl prlma, ante– riore 111 1042, e un·111traposte• rlore di un secolo e mN.zo. L'unlcR muwa1hshaha araba finor11 pubblicata con cantare 11ndalu!IIO è quel111dl Al-Am& Il Tutelf, motto nel ll31: cioè coetanea delle principali ebree. Il centro geogrri!lco In cui si s,•olgc l'nttlvltà di questi au– tori è formato da tre città an– daluse C6rdova, Siviglia e Granata. In queste rltl'o,•aLe muwcuh1haha.1 noi vediamo realizzato quanto cl dice la Chronlca Adeton.d Imperato– ria là dove rlftrlsce 1'11rrlvodi Alfonso vn. vlttorlooo degh 11lmoravldl nel 1139, a Toledo: e Tutta la popolazione della clttA. compost.a di crlstlRnl saraceni e giudei. uscirono al• l'incontro con liuti, cetre e molti 11ltrlstrumenti c11ntando ognuno di loro nella. sua lin– gua> .. Ordunque nene rc.ste i;I c1ln– tav11 In Toledo In spagnolo. 11rabo e ebreo e le muwa.sh– .1hahas da poco s('()perte por– tano i;eco la vo-;e di tre poooll che nel secolo xn si mescol11- v11no nel divertimenti delle città merldlonall di Sp11gna. Quel canti che contano ot– to·secoll hnno .l noi glu111~t·r~ una eco viva dell'eooca. La critica antltr11dlzlonallst11, che dtment1cav11 111testlmonl11n1.a dellR Chronfca Tm.p!ratori, e s'ostinava ad 11fferm11re che non c·era alcun testo poetico prece.dente al sec, XlI, ha ora ,·ul esempi del c11ntl dall" cronac11 ricordati In occasio– ne del rlccvlme-nto di un l}cr– sonagglo, di mezzo secolo An– teriori 111poema ~I Cld. Mndre e figlin, confidenti d'amore Plll che I canti di ricevi– mento cl lnlerus11no quelli di tema amoroso. La m11gglor p11rte del canti mouirablci sono posti In bot'– ca di una dom:ella e In vari d"essl la tanclull11 oomunlca le sue ansie n.morose alla ma• dre che cosi Invoca: c_Ahl ma– dre! Che raro. madre?>. Que• sto non è un partlcolare qufll– alasl ma un rAtto di itrande sl1nlfic1110 peTCM pure lA mll– dre ~ confidente della don• :t~ 1 i ~~~~ 0 !ffe n:; :eatf; cantfqas de amioo ga!Rlco. porto1the.st : ll rltornello Af madre, moiro d'amor che si tl'O\'R ln una cantiga del re Denls di PortOfl'allo potrebbt eucre pure ritornello per mol– lis.slme altre. La mede~lma ln– vocatione alla mRdre noi scor– g:lamo nelle \111lanelle o cafito• nelle cast.lgllane:-co~l trequer.– t!, che Lope de ve,a !1Cher7-t1 gener11llzzando: • Senza figlia e ff!adre non c'i verso > cloè noQ si fa nequna c1mzonr senu nomln11re la figlia e la madre e COM uguale suce1!de nel canti d'ott't'l: senta flgll11e madre non c'è 0$trl stroh al– cuna tn SpAgna. E clb è qual'– cosa d'aSSfll caratteristico. F!– gliR e madre non sono gli In• grcdlentl :ibltuall della canzo– ne llricR popolare d'altri pae• si. Bench! I canti ln cui la donnR parla del suo am11to siano usuali In tutti I uacs• (c.hansons de ren.me In Fr11n– cla, f'rauenlleder In Germania ecc.l quelli che prcdomln11no sono canti di malmATit11ta. m genere In dllento del geloso multo o in lo-le del1"11ma ·•ti'. Per clb l'Intervento della m11- drt come confidente costanti'. protrettrlct affettuo..~a del!<1 :::~à v!~~~fA ~h~~r i!~t!: ca con torprendente coinci– denza attr11,•cr90 I secoli. MC\ non c'è solo questo. c·e un·11t– tra canzone In cui l11donzelh1. vedtndo li suo am11.to , li su~ ch~ru!:>inoAndarsene e \a~cla:-– la sola. non pub trattenere I! pl11nto: e Ditemi. ahi. sorelli• nel Come resistere alla m,a ~na/ Sen~a ram1co non ~trò vivert-, t'Ofer6 alla su.a ru:~r– ca >. Dolente !Amento che nel– lR SUA cosl sempll~ belle7.Zll si dlsUni;ue per es.sere diretto alle ~relle della raguu ln– nRmoratR. Pure a cauta. di ciò sor.n sln~lul 11lcune can1117G.$ dt am1170nelle qu11ll l'nnamorRt!I m\'OCfl l:1 sorella o le .•ore,::: a11. ,rmanas! Lo stesso che" nelh, canzone moz.arab!ca: av vcrmanitlla&f molto più significativo dell'in– tervento della madre polchè non si 'l'!tt·o\'R In altre lettc– rRturc e per Questo lega plu strettamente la cAnzone mo– zarabica alle cantiche galalco– portoghesl. Ciò si prolunga poi nelle più tarde c11nzonl castlgllane ed è un carattere di particolare lmpomtnza perchè corrispon– de a uno desii aspetti più Sd· llentl della letteratura spa– gnola: la sua 11u.sterltà i;nora– le, specie per ciò che concer– ne le rehn.lonl set.suall. Quest11 11u.sterltà si manife– sta, per esempio. nella novel– llstltk paragonando le due prlnclpaH raccolte del sec. XIV El Conde Lucanor, domln11to da una continua preoccupa– zione moraleggiante e Il D~– ca»1erone del Boccacclo, al di là della preoccupazione ét.lca e molto chlara è pure nello A madls spagnolo, glorificazio– ne del primo 11more. Infrangi– bile nella sua fedeltà. di fron– te al Tristano o 111 lAncillotto francese, esaltazione dell'Amo– re adullero. S'osservi bene: dieci secoli di Urica spagnola che porta alla poesia l'amore veni:lnale di fronte a! rondò, vfrolai, e ballàte francesi, che scherni– scono Il marito geloso. Unità della.trndizio-ne ispanica Per queste chiare coinciden– ze nel particolari come nello spirito t'SSC-nzlall', le c11n=oni moz11rablche, documentate da.I secolo XI, cosi come le can– ti9as d~ amigo post~riorl, c.o– fl C'Ome le villanelle e le copia., cast1sll11ne che durAno ancor oggi, si rr.ostrano come tre ra– mi di un robusto tronco mil– lenario. Ecco un solido fon– damento e .wstegno dellR teo– ria fJ'ad!tlonallsta. E tornando alla c11nzonclna che Invoca le sorelle, essa non cl 'Rlt1'1le.solamente per code– sta slngol11re Invocazione e per l'estrema semplicità della sua Intensa liricità; cl sorprende pure per la sua forma metrlcn che è una quArt.lna, In cul so– lo rimano I due versi pari e .sok> s'usano rime Imperfette o as~nanze come Qui si vede: Garld. OO.!I ,av vermaniellas, com' contener a mieu mali sin e/ habl!:> non vivrevu adoolarei demandari LA quartina oltoslllaba con 8010 due rime Imperfette era creduta. dR tutti una form11 tudA che solo appariv11 nel gecolo XVI sia In Sp11gn11che ln Port()fl'.allo. Cosl, 11fferm11- f:"!n1t1 d;;po~~rw. J:~~~t1 Marln e Carolina Mlchal!lls. Ma noi orR Incontriamo niente meno che all'Inizio del seco– lo Xli una Autentica quartlnM con rima Imperfetta, ldentlc'.'1 a quelle che oggi risuonano contlnu11rnent.e In tutta la Spagna e s'offrono Rll1nces– s11nte es[J[enza lirica popolare dall'Andalusia all11 Catalogna., dall'Aragona a.I PortogRU0 e RIIRORl!ZIR, Sappl11mo or11 di certo che 111°strofR ottoslllablc.a vis.se Ignorata da tutti gU eruditi In uno ,toto lalente da tempo lmmemorablle f!nchè, al prin– cipio del sec. Xli, un Insigne poet.a ebreo, Glud11Ha-Levi ne salvb un esempio dall'oblln eterno e flnchè nel sec. XV ce ne salvò un altro un dlllgentr musicologo, esempio del pari Ignorato dRI citati specialisti. L'elernn A udalu.sia Sempre più ftdando nell:1 teorlr. tr11dldonalist11._pos.s!R– mo !anelare Il pensiero a tem– pi usai lontani. Sappiamo che nei gusti rafftnatl dellR Ro– mC\ Imperlale nel Sec. I. 11ve– v11.nolarf!o oosto I canti de.i– la Betlca. quelll di Cadlce, IA cltt.1 p-inclpalc di questa r~– glonr. E' Il poetl :\1Rrzlale cil!.: cl Informa che 1'11.llegrA Cadi– ce. lc►.,Ola Gade..,, mandava continua.mente le sue balleri– ne II Roma; che I canti g11dl• tani (cantfca 9aditnna) ac– c.ompagnRtl dal plcch!ettJo del· crotali be.lici, erano dive– nuti di gran moda a Romm, t.anto che non c·cra giovane elegante che non Il canllc– c.hlaSJC; 11gglunae Mgrz!Ale che le ugazze di C)ldlce puel– lae 9adjtanc, er11no molto I– mitate nelle loro danzt1 la– scive, pervertltrlcl del più ca– sti Ippolltl rom11nl. D'altra parte è Plinio li Giovane che ci fR sapere l'attrRtth•R che queste cant11nt1 di Ca.dice rsercltav11no nelle riunioni del più gravi m11glstratl ro– mani. E Stado cl rl'lcconta che Il rumorio delle nacchere di C11dlce si dlstlnguev11 nel– la strepitosa conru.s!one del Saturnali di Roma. Chiunque a.bbl11. coscienza dell'enorme longevità del caratteri trad1- rlonllll In un popolo, a&so– clcri. queste notiz~ antiche con Il ratto attuale del gTR:'I· de prestigio RodUtO dai CRn– tl e !!alle dame delle donne andalu.s~. Certo passano mùltl secoli fra la cultura roman.. e l11 moderna ma ora, fra co– desti due fatti tanto separa– ti l'uno dall'altro, vediamo un lRrgo ponte d'unione che e! tende un'altra cultura molt.o dive.ria. la mw:sulmana. Quel– h: notizie degli scrittori ro– manJ si corrispondono per– fettan1rnte con quelle che, do– po cento sconvolglmenll d! popoli " di ci,•lltà. afftorann negli scrittori ar11bi, ponen– doci Innanzi agli occhi un al– tra epoca di grande favore e diffusione rattglunt.a dai can– ll della Betica. mltate e cantate dai mus.sul– m11n1d'Oriente. E' li cordo– vese Aben Zuzmàn che nel sec. xn si \'tl:1t11che i suo! :ifcles si cantino nell'lr11c. E' reglZIRno Abcn S&na Al-Mulk che sulla ftne del xn scc. fa Li. prima antologia di questi canti chiamati nelle collezio– ni posteriori Cil'.11.Ck>ll!S 9ra- 11adma.,, E sono soprattutto I Poeti 11rabl e I loro Imitatori ebrei del secoli Xl e xn. orn .!ICOpertl.QUASItutti nati ln Andalusia che non cl danno semplici Jl0tlzle Informative sopra l11 srande diffusione del nuo,•l cantica gadllaria, ma che. cl conservano e cl rl• petono I versi stessi delle canzoni moz11rablche che ser– vivano da tema al genere In– ventato dal poeta cordovcse di Cabra. Il canto dellll loco– $0 battica h11 la sua grande epoca d'espansione per mezw dell'Impero arabo oome l'ave– va Avuta per mezzo dell'im– pero romano, m11noi ora tro– viamo che, dopo alcuni secoli di crbtlaneslmo Il canto del– le ragaz.ze Andaluse è raccol– to (be.nchè dentro una cul– tura antlc:,ristlana) sotto un11 tendenza molto oontrarla alla precedente: Invece di canti per danze lubriche, preferite a Rom11, troviamo ora canU dell'amore verginale, I pudi– bondi 11nelltl del primo 11mo– Te, Rfndatl all'affettuosa 11s– slstcn.za dcll11 madre e dcli! sorelle. Insomma, I cantico 90dltana nell'impero rom11110 rivelano. come le canciones 17ronadina.1 nell'orbe Lslamlco, Il perpetuo potere diffusivo dell'Inestinguibile genio ctea– tore andaluso, lo stesso pote– re di diffusione che oggi spar– ge la ricca vRrletà di canti 11ndalusl per ogni luogo della peni.sola Iberici!. e dell'Amerl– CR lspRnlcn. -La let.terntura spagnola e le origini poetiche All'lnlzlo ricordavamo d'aver Impugnata l'affermazione se- condo cui la letteratura spa- 1?nol11lnlz.!11vAcon Il ooema del Cid e per questo Adduce• vamo testimoniante crlstl11ne e mussulmane. Or11. 111sco– oe.rta delle mu.1h.t1taha.!I con finale rom11nzo, venne 11dag– s:lunaere a codtstR antlca Im– pugnazione nume'l'ose prove, non necessarie alb. q1,1Mtlone teor 1 ca. ma sulrndlde nella lo– ro tona convlnt'ente e nelln loro precisione !lluo;tr11tlvtl. P"'t cementare olll fennamentr l11 te,orla tradl.tlonale e per ,:et– t11re a te.rrA 1en,erarle e t'rnp• po .sicure affemuionl espres– se dRllll c.rltlcR del fatti t1111- 1tlb!ll. Per 11n11logl11 con quan– to ben pl'ovato rispetto 111111 Soagna, oo.sslRmo Rffrrmar– che un oaese tanto vivo di se:ieo artistico com" 11t.alta non pntè m11ncarr d'ogni ae.., "'"""' di nneslA. nno al sr:c. XTTI ,iecondo qu11nto s1 è ll'O– lltl affermare e che un:i c1d– tur11.tanto oreeoce e tanto ln– ventlvia ('()mc 111franC"'~e non oot" 11ttenderr Il eecoio Xt o Il xn pf'r costituire i11 fo:-m~ voleA~ de· suol c:,,,:ll eol:::I r: lirici. La Sua ma :-.pp:ue tr11 I ponoll romanzi un p11ese di eccetlone oer c.,c~ere l'unico che oosstf'rtl' QUAiche notli.lR pr~Lsl'l della sua prlmlllvl\ can,.one oooolare ~ che con– ,ierva e~emol imPortantl della ~tessa, E ciò h11.valore Indub– bio ucr 111~torlR lrtterrlR In i:ener11le. P11recchln t('mno f3 l'snosl 111ml11opinione che hl lettiorRtura sp•utnola bench" mollo sca~a di testi, per Il c11rattere aN"alco loro e ner Il t•n11ce tradldonall•mo cht Il 11nlm11, dovev11.f""''iCrt11ccetta– h come a:uld11. n•lle v,irle bui'• .stlonl che ror!ilne della r~lca medlov111.. i111~cltR. opinione che è "·11111 at-l')a.st11n;,:a C"Om11- v!sA. <O. T. Northup, G. C!– rnt. Th. Frina:~. ccc.l. Or11ve– dtAmo che nelle orl't'lnt dell,i ooes111. ltrlca rapporto l'lt)aino– lo offre rlcorjl unici nel suo Pc.nere. Rlspdto all'eplc11 JR Souna conserva memorie e tesi! di grande lmoortanza. benchlo un oo' più tardi e a11- ~RI più scaTSI di QUCIIIdella Francia. menlre rlsnetlo 111111 lirica primitiva I test! SPII· i:noll, che prlm11 er11no u•al più t«rd! dcitll epici. Ropalono ora con una antichità m11g– P:!0Te di quelli di Francia e devii Altri DRCSI fratclll. Corr.e solegare ciò che. è 1:1 contrRdd!tJone con la. grandt scarsi~ di produzione che lll antlcR lettentura suatnol11. most':'11.J11empre In confronto con la francese? Scnz.a dub• blo I popoli romanzi ebbero nell'alto Medioevo c11ntl llrl– ci pooolatl bcnchè non ... 1 conservino: ll canto è sv11go necessario alR nelle feste chr. nel lavori delll'l vita. Questi c11nt\ Indubbiamente mtCQuc1,., In tutta 111Romania quand:> nascev11no le Jln,-ue romante. sempre più dlfferenzi11ndoa! dal latino scritto; e furono I cantori •Spont11nel e I g!ullArl che dhertlnno Il pubblico per prote~stone. che per prlm; si sforzarono di dare una for• ma artistica all11 llnp:ua bass, della conversa1lone Incolta. E ~olo plu tardi I chierici cui li loro m!n!stcro lmponev11 Il do,•cre di parlare 11!redell In lin1tua comune. do\·ettero sen– tire Il d~slderlo di 11.ssoclare t :tlvolt.ll Il popolo 11gll ufncl ecclesla,tlcl con ca:ltl ,·olgRrl ac:anto 111canti lltuN!"icl. M11 o~gl domina la tendcn,:a a spiegare la nascita delle let– terature romant.e solo median– te la leaeratura latina antica e quella scritta d11I chltticl medloev11ll; la letteratura o– rale e papolare. non è neppu– re presa in considerazione: la si considera una semplice !po– ~!, ve:-islmlle. ma E.CnUI fondamento tangibile. de11do come unica base Il la– Uno scrltto, ti classico e Il medievale, scartando questo volgare accu.-andolo d'essere del tutto Ipotetico perchè quc.o;to latino popolare nessu– no RTdl scriverlo nè alcuno avtcbbe gaputo scriverlo dRI momento che aveva del suoni Inauditi, estr11ne1 11ll'alfabcto usuale del latino colto. suoni che le lingue neolatine solo dopo molli secoli e molto fa– ticosi tentativi rlu~lrono a scilvcre con i caratteri del- 1'11Ua.be1.0 ereditato. E ciò no– nostante co:lesto IRtlno popo– late, dedotto dBlla ftlol()(t'.laIn ,,1st._ del risultali U01ulstlcl, è una.reall.À l~!ca cosi tanii:lblle come se lo avessimo scritto da\'Rntl agll ~hl. E' perclb supposlr.lone di senso comune. rlpçtlamo. che a lato dcllR poèsla IRtlnR itcr!tt.a dal chie– rici nell'alto Medioevo. si ebbe un11 Urica In llngu11 volgare, camata dal popolo Illetterato, llrlca che nessuno pensava scr\Vere. sia per la su11 llnKUa lndòmlt.a alla penoa per I suol suoni estt11nel 11ll'alfabcto IR• ~1::1~!f ~f1~ 1 s;~la::mJ~a~i~ latina. Tuttavia, cl Accorp;lamo ora che codest11,lirica popolare prlmltl"a cl ha IAsclato abba– stant.a. canti posti In scritto. Ma se codesta lirica al scrl– \'ettc. notiamo che clò avven– ne solò ln And11luala; usando ~~(f~l~,e!°d!W~ ~:i~ls~o~:~h~ ~-~ 1 f11i~~~~unf~ 1 ~e~/~u:Rdl~~; lettçatura. ohe non dipendeva In null, dalla pratica multl– seoolare radicata nell'orbe la– tino. La. cultura Islamica. nella s'ua ansia d'appropriarsi I prodotti delle più str&ne civil– tà·, nel sua vorace potere d'as– s!mlladone, potè abbellirsi di codesti canti moz11rablcl. d'In– colta e seducente belletza, In- corporandoseli corne quintes– senza vlvlnc11nte una nuo,•a poesia araba. Ecco che pe:– coai strano avvenimento, la Spagna, ora nella poes18 !Iri– ca, COJneprima In quella epi– ca, può documentare il suo fi~f:~n!'ifs~tgnc~: l~efaroun1~ ci nel noyero del popoli fra– telli. E' evidente poi, precisiamo pure, che cosi QOmc le lingue romanze, derlv11t-e dal latino volgarmente parl11to non si formarono senza un costante ~~w~~:elè 1 : ~~o c~~~~uri evidente che l cantJ del popolo e del giullari del popolo non vissero In usolut.a spontanei– tà, ma che dovettero subire I influenze ecclesiastiche fre- quenti. 1 ,Il Vlllore filologico del CAn– t~ mozarabici è lncalcolab!le. Quello che la lll'!ca lspanlc11 del .seooll XIU e XIV cl offri– va er11 molto nel Nord-Ovest e a5681 poco nel centro della penisola. Ma, benchè sia mol– to e as.sal Import.ante ciò che conteng:0110 l canzonieri ga– !Alco-portoghesl e benchè la loro arte cortiglan8 si Ispiri al ~~~t~lielrcregi:j to:~r:~: fedelmente dn.ll 'arte anonima I popoJa.re che è ciò di cui ora f !rig\~~è 0 ·a!:~t:~::, a~:t ~~~' di lei si poteva riunire. Invece ecco che ora Irrompono im– provvisamente In questo cRm– po della storlR, venti canzoni endalllse più l\ntlche e quasi luue d"autenllco cara.nere ~r11- dlzlonale tanto che I ricordati secoli XIlt e XIV non cl ave- ~-:~ ~j~C$~r ::e gi::d:o:!~: (1111mo del secoli XI e xn. E codesti dR poco r1trov11tl, luce del secoli XI e xn pri– ma t11nto oscuri. sono come dettH 11nem che s·unlscono 'Ja"-f!~ar:;:1~!e t~!~1zf~~J ~~~~ .strvalasl 11ttra.verso l secoli Splendenti del bRSS0 Medio– evo. Cosi lo slRto latente del– la. prlmltlvR lirica spaii:nola ha ~o d'un tutto due se– coli: e code~ti duecento anni rlsai.ttall per con11hma:i:er~I al– l'cpoc11,. documentata, trAg1tono RI oomplesao ooerenza e chia– rezza !ncr~cUb\11.dato che le l'.lhnz.onlmozarabiche. a uarte 11 Joro ,rahde arcalamo e J'lmoregn11mento dell'11mblcnte 11r11bo. offrono str11ordlm1rle ton11R"llanu: con le c11nronl po<,terlorl. ~la nello !l'plrlto, nell'etica, nel temi. come ncl- 111metrica, e persino nelle for– me l''lpres.slve; da un l11to.~– mlvllanu con le c11ntlche ita– lalco-oortoahesl. dRll"l'lltro. so– mlwl1Rn7econ le vlllAnelle CA– stl121lane. I tre rami che prima si vedevano associati M>lo da una con9:ettura. che la crlUCA lndlvlduallsta \mpugnav11. RP• ull!ono ora. con irandt ev1- òent.11. come un comple~o do• lato di unità e continuità trn– dlz.JonAle. Considerate In se slcsse le venti cantoni mozarabiche e con.siderale in confronto con qu11nto di plu antico sl OO· nosce dell'arte trl'ldlzlonalc. for1rumo un ,tetoro plu rlc;co per la sua antichità, lR sua rlccheua e per lR manlor varietà del temi. In queste canzoni noi Po•sl11mo11scoltare la briosa vanità che 111 r11- g11.zui.pone nel suo bianco collo. rlnutRndo le gioie che lo PoSSono occultRl"'f"agli avidi &guardi dell'amato; l'Intimo &1omento dell'Amata nel i;en– tire che J°Amlco chiama alla porta, 1 11v\rglne11 rllros\a alle carezze, la. 1nenante protesta di mal d'11,more; la supplica. all'an1ato perchl non s'allon– tani: Il ttntlre l'amRta che Il ouore suo è preso d11ll'amato che si as.sent11;profondR pena d~lla .solitudine. tom1cnto del cuore a vedere che arrlvR la Pasqua e ch'egli non giunge; lnterrog11z!0ne alla Indovina: e Quando verrà?>: Amarezza nell'apprendere che l'amico ama un'altra. Questo è Il semplice poema Rrr'>r060 che la fan:lulla mo– zarablo, 1ydlae nel suon canti, poemA ripetuto In eterno, per– pe1u11.mente nuovo nella sua effusione COfdlale. E codeste \'ecchle canzoni che, dopo novecento anni di ~~~~zl~\e~rn~~~t~!a oar~~~fu:j rllS'!l:lungono un nuovo succes– si e cl meravlgl111no, a parte la sJ 1na mortoloala gnm- :i~1eC al~tet~s~ 1 ~~~~1,.:!: llone del lessico, cl ricreano coo la loro sostanz.Jale sem– plicità, l'lndlclblle lncn.nto. la !re.scheua simile a quella del-1 le villenelle e delle cAnzonclne che ebbero la forza dl viviti.– ca.re la uande poesia di un Gli Vicente e di un Lope de V~a. Pag. 3 n,.,-non Menendt::1 Pldal FlGURE DELLA CULTURA SPAGNOLA D'OGGI * Menéndez Pidal maestro d'umanità e discienza ~ Arri.uato di nuovo nel nostro paese, <L 84 anni, per ricevere 'il Premio dell'Accademia dei Lincei, si riempì di a,nm.ira-" zinne per i progressi dell'ltalia, e in particolare di Roma .._ I RINALD(]> FROJLDI ·* matJone sempl!ce.mrnte ipote– tiche. Ma essi, per rt.!plneer– le. debbono far tacere le te• ~Umonlantt: delle cronache cristiane e de1tli scrittori mu– sulmani, trstlmonlanze che s.:mo fatti tanto tangfblli co– ::1e l? Sit.5,l;C. canzoni del se- (cloé so!flun) dell'ant!ca si– nagoga. di f'ostRt nell"lrntlco Cairo: li cllrna secco d'Egitto che ha conservato tanti pap!n greci e laUnl, ha pure con.ser– \'ato I quadm1I ro,•lnat1 e I fos;ll rotti che 1n quella Ghe- Questo lntcn·enlo delle 80· rcll~ In conf!denu lirica è On l'andRIUSO Aben Bas– sam cl Informa che I canti del mozarabi cordovesl ispi– rarono, tra il IX e Il X sec.• l'inventlone poeLlca di Mu• caddam di Cabra, poi seguita da un11 !area sch!er11 di poeti. E' Il gra:1de poeta e nlosofo cordove~e Abtr. HRzam che nella prima metà del ,ec. XI c1 ancrtc che le muwashtha• has andaluso!: erano molto 1- Molti lavorano In questo senso con grande erudizione ma con spiacevole esclus!vl– smo. Chiudersi In questa ten– denu v:ene ad essere come lo sfo:-tarsl di t ,plega.rt rorii;lnt delle lingue romanz.z prcn• RAMON .\tEN[NDEZ PIDAL ,.___________________________ ......; iblioteca • o s:anco .:.

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