Fiera Letteraria - Anno VII - n. 13 - 30 marzo 1952

Domcnic.1 30 marzo 1952 LA FIERA LETTERARI," Pag. 5 ATTUALITA' DELLA CONCEZIONERELIGIOSA E SOC[ALE DI FEODOR DOSTOEVSl{JJ I Biblioteca Ilmondo religioso delloscrittore nellostudiocriticodi Romano Guardini ; i . l ~ ' _...3:._____ ' car·catura. di Dottoe,-,klJ ••L'EIPJIS"ll'OlL~R.110,, DI BARUCH SPINOZA più grande dignità del pensiero 10 Bianco RAPl'Olt'fl DELL'U01\IO ~EL s~;coLO Bisogno distoria )I nostro primo dovere e la storia Fedeltà e storia sono la medesima cosa - Tutto ciò che in questo mon– do ha acquislato statura, forma e si– gnificato è un risultato della fedeltà di BHV,\/ELl,O IIONIU IGNORIAMO. hi questo secolo, U tetnp0 degli altri. I L'uniuerso degli altri ci C chliuo. Cl ti/ugge una. parte lmme ,i.sa . veramente colorita. del mondo in cui vivia– mo. Ci $fugge una. 1Ja$lamatrice dei nostri sentimenti, e t1ttta una rete di mvestiture, di figure, alle quali C stato 11cccssurlo r111unzfare. Il tempo dcgll altri, il pa.,.sato, la Storta dcpo.s/tata, q11ella clte dovrcm,no rilrncware: tutto que.sto C lettera morta 11cl11ostro$CC0lo: è come dire eh• cl #ugge la vera tcrulone su cui costruire li nostro pre.sent• e il 110.stro /11turo, la vera dlmen.sfonc che darebbe ulta alla 110$tr« /orma. Nof ignoriamo gli altri hl due più e.,terne e gravt atti• tudbil: Ignoriamo gli altri ,iel loro più lnunediato apparire a noi (perchè .!iJJUJO Il ,iostro di/etto e la vera e propria cecltdJ; ove pero ci /<»simo e accortb cLt loro, li ignore– remmo .subito dopo, nel .!iCtlJO che notl porre,nmo una con• tlnuttd tra quello che abbiamo vtsto di loro in piu.sato, e quello che dobbiamo vedere ,icl µre.sente per ,mpegnare! a un futuro. La n05tra memorlt\ non JIC9Claaderire gli altri a ,wt, è vuota di rlsona,1.:.e e di penna11erue. L11 figu– ra. degli altri non perma,ie in noi, o vi permane inattiva• mente, Quello che abbiomo IJl,'r/o <ti 11n altro no,l costi• tul.sce alcu,1a linea ili noi, 110nha e tempo>: non pa.,Jctto, prese,itc e futuro, non si rhrnova pcrcht non .si conferma. E' quanto dire che noi non abbiamo e altri> davanti a noi. Perchè ci sfa,w e altri> davanti a me è necessario che io confermi, nella 111faJigurazio11e di un altro. quello che ho vi.sto o avute o Je11tito in passato, ,u quello che vedo nel presente. altrlme11tf tra que.slo prosc11te (che non sarei più 1m presente) e quel passato ci sard spezzatura, e l'uomo c-he ml starà davanti sarà dissolto ht varie e molteplici figure. Noi non /acclamo che dlJsolvcre uomini davanti a noi, e gli uonunl dtasoftl sono uomini fnesisfe11t1: non &f.!itono più uomlnl dava11tl a noi. Dobbiamo riflettere profondamente su questo semplfce verttà: la no~tra infedeltà al p:lf.'Snta. dissolve l'umanità davanti a noi. Lacerlcuno fa figura defili uom.Jnt tn tante l11quadrature dfsperslue, che lo ricacciano In una /olla di figure anonime, senza divenire, Jen:a trasformazione. Lo pos.siamo esperimentare nella vita d'ogni giorno: tra gli uomini non si pone mal una rela.:to,ie progresrlva, sode• nuta. da uu impegno a rlconosCt?re un. pa,uato per trasfor– marlo in utt futuro: tutto svapora in un vaoo pre.sente, gli uomini e cambiano> conth1uamente, gli uomini non hanno profondità di storia, ogni uomo vede l'altro non attraver.so una dlme,1-Stolll! ma su una continua fluttuante su.per/tele, clic qualc11e volta, attraverso la pericolo.sa e tnonutevolczza > di certe amicizie, che e Ull fatto di pfgrtzfa. diventa invece e strato> di tempo, ove i cuori calano e st addormentano. Il 11ostro primo dovere è la Storta. E' la nostra unica po.sslbflltà df esl&tere. La mla /lo11ra ,sf costituisce 11e1 rfco- , nosclme11to d'url mio passato fra gli altri, proprfo anche ili q1tanto questo mfo pa,sato è stato una mia irtue.!itfturo da parte degli altri, e nella tra..s/ormazlo11e di questo pas– sato fil un futuro. Se io non ml Impegno su quel che di me è &lato e sentito> e e ricevuto> dagli altri, anch'io 1ascer6 che /a mia figura st dissolva In 11naserie di lnqua.· drature dispersive. ridotte a un vaoo e vuoto presente. Se lo ml dlslmprgnerO dal mio -pasrato, se non vorrò rtcono– .scere le mie rela.::fonl con gli altri, tutte le infinite mfniont di 011111 glonio che posso110diventare forma, sarO sempre una vaga e (luttuante irrealtà. La Jedelta al 1><wato. ha qua,ito /edelta agli altrt, tra.• sforma f nomf In uomini. Sulle 11rlmc 1'1101110 che lo tnçon• tra t solttmlo Diego, o fa d01111a, Ludovica. La mia fedeltà a questo primo incontro. Il mio costruire il presente su qual passato lrM/orma11dolo in 1rn futuro, tra.i/orma Lu· dovlca hL u11adonna, llt ima Storia. dove tutte lo ,imma– g/111 di Ieri fanno da co11tcrtUto.atta Jor111adi 0{1gf, dovi\ tutto C. u11tco,sc11.:aquella ri/razwnc di /11ce che è dato dal sentire una relazione tu COlljusc mo/tcplicità, Il 11ostro primo dnvere è l'u11ltcl: 1111/tà COI nostro pa,ssato, unità col 11a.tsato11ostro e degli altri. rifiuto <lì la.sciar svapo– rare gli a/lrl ili ta11tc lmmagh11 l11cocrc11tl.C0Jtruzlo11c di wia dura cocrc11;:a, elle è la sola /or::a elle strappa cOlpo pei co/110 l'/mmayi11c degli altri cla//'lrrcalc c. mettendoli a fuoco, 11e staglia la /l{lttra " uramlcz:za ,wturale. L'eJJc11::a dcll'11111a,10 è /cdeltlt. Fedeltà e .storia sono lo mcde$!ma COM. Tlllto ciò elle i1t quc~lo mondo ha ncqutsta.to statura. /orma e $/gnl/lcalo, l 1111 risultato della Jedeltil.. Ma 11011 del/li /rdcllà come pcrsfslcnza dell'iden· Ileo. del re.do h111,o.t.t/lJ/lc 11c//'lnfl11ito 11er/rr <li tutta. 11t comr vuolC1 e ri11eti::ionc > ma ,wll!I /<'dcltci elle tros/on'lta, 1mr conscrvaritlo: 11 (Jlll'flo il po11tc che tr<1.$/on11a il Tcm.po i1t Storia, e salva l'lmmo sollr11a,ulolo ,d <liSJmr«dt:I nome, del 110111n 1>ro11rio e ,lei 110111c dl'{Jli altri. Certi ra,lporll lrn gli uomi11i so,10 le p/lÌ belle archt• ltttlurc dclru,1i11rr,to. 1\fa certi altri raJJportl so110 la piil. mescltlna ,umc11,do11r,lel morulo. Nel nostro tempo attua. le. volto <1 /g11orarr gli allrt. tc.to a co.,truirsi au11rdamente ~l~t,! 1,~tt!J;t~~~ d:~:~,i/~(~• ~ 1 1ft~~~~1~fR~ :6:!'~:~\;:!e ;~~~~~· storia e 11011 lascitt cl•r gli u/lri tic abhl<rno u11a: l'uomo d'oggi (' ca1,acc <li disperdere Il raJ>porto clu, ha co11 una ~~~~ 1:;~011,1aff.~11~;':,. f~{::::~': ~~~,;:g11rd.:u':.10~!~~~}~ s;,~:. e stare> co,1 u11altro, 1,assa accanto. a,1chc quando ha a clic fare co11 11110 solo," u,1,i sfcrmi11ata /olla di /a11ta1ml. Dobbiamo sentire 1111 l)O' tutti con a11wrc.:zn profo11da 11 senza 11c.,s1rnaV(l(Jlia di schcr::arr che qam,to fallimento mwsta la ,,o~rn csfalcn:::<1,cl /!I sentire irreali in zrn mo11· do irreale, T11tl(t /'(Irte moclcnia, cltr è ,m martirio cfl te a.sociollt{I i, 1w r:;vrcs,o q11c.dasiltrn::t(me. CIie cos<t .sono oli ,wm/111di Pica.<1~0 se 11011 Jig11rc disr1iu11te i11 una .serie di 111ome,1ti disgregali. 11011 per 1t11 a slutc.si ritic/alrlce ma per 1m'mudi,i corro11~pitrice? E 11rrcl1è so110 ombre gli 11omi11Idi Ellot 11cl/a e u11rcal city>? Ma 11011 e'(' bi.s09no di salire ta11to In alto; ac:corgtomoce.11c11clla v,ta dl tutti i aior11f: quei hrz1sehl salti nelle rdazio11I che si credono piiì costa11t/, qirnl co11tin110 e cambiare> elle /arlno I 11mt.rl nmfcì. e 1101co1i loro. quel 11o~tro !N'lllirc sempre vitto e inerte l abfaso del tcm110, anche se ab/Jf,rn10 mille strati di r,oordl comuni, 110>1 (' u110 dei e 11uirtirll, tlella nostra vita di rela.:1011<'. 11011 è trna etc/le prove clr/la 110,tra i11ca– pacltà costriittiva. d1•lla 11ostrn inlcdclftl? Su qurllo rhe siamo stati u,aa volta 0011 {1/1 c1llrl. 0011 ciMcm10 degli inji11iti oltri con cui veniomo a co11tatto, 1101 dobbiamo impcguarci. lnlpcgnarci. per trru/ormare quel e pa.,sato, in rm e presente>. 1iolto alla reati::2:,1zlo11e ct'1m futuro. Artriml'ntl noi non potremo mai ri.Jcattare quel pauato nt 11il,'fre vern.mtmte in. Ult presente, altrimenti noi a1111t:· gheremo nel tempo, nel pa..,.sato,nel nome degli altri. - BRUNELLO RONDI

RkJQdWJsaXNoZXIy