Fiera Letteraria - Anno VI - n. 40 - 21 ottobre 1951

Domenica 21 Ottobre 1951 LA FIERA LETTERARIA DAL POETA DEI "CAV ULI BIA~CHI ,, ALLA POLEmCA 01" DUE nll'Eltl... ~JANCA'l'I ,, I Le prime poesie P UO' parere strano. ma tra t prlmls– simi pretesti Hrlct del Palaueschl C/ cavalli bianchi, 1905), e atava– mo per dire fra. I auot primi temi d'intreccio, a J,estimonJare la .serlet.t\ che atteulava. il poeta tncom!nctando verso la propria. materia, cl son perfino due apologhi gnomici. La fo11te del be,ie, Il campo dell'odio. Con varianti non sostan– ziali. I due apologhi si rileggono nell'edi– zione 1930 delle Poesie, dichiarata. e deft– nltlva ~: però senz.1. ie ept~rafl, tolte dal Cantico dt!lle creat1tre, che In origine ne ribadivano la serietà: non .wlo, ma è qui 11 luoio di dire che aver premes.so alle Poesie 1930 (disposte, avverte l'introdu– zione. secondo l'ordine cronologico). n.lcu– nl componlmentl del 1909, e anzitutto I!, canzonetta. Chi so110? L.c Il saltimbanco dell·anima mia>). significa. falsare U to– no delle poesie anteriori. suggerirne una lnterpretaz!one ~ falsetto. quale In realtà fu tentata anche per es:;e, ma a J>OSterlo– ri, dopo U deciso avvento del l;'alazzeschi umoriste.. Non per ciò parleremo di un Palau.eschl inlzialment.e crepuscolare: già nel volume 1905 si leggono composizioni, nel loro ge– nere perfette, per le quali sarebbe altret– tanto gratuito parlare di umorismo, come di crepuscolarismo: • semphce giuoco con l'armamentario del crepuscolarismo>. con– cludeva il Gargiulo. E a .confrontare Ara Ma.ra Amara. con gli ap0loghl su ricor– dati. diciamo il massimo di una flgura– zlone senza signift.cato col massimo dl una composizione slgnlftcante. ciò che le unisce è il ritmo di cantilena, che le con– duce e sommerge: pretesto, la. ftgura e ti concetto. di un Ipnotico e fantomatico ~rbl.mento del slgnlflcato nel ritmo. • Nel suo magico mondo due cose regna– no: la fissità assoluta. o 11 molo as:;oluto >, dice 11 De Robertls; però, cominciando, pluttosto la fissità. che ù moto. qualcosa intorno a cui la ~ente sta ferma a. guar– dare (immagine ripetuta da una. compo– sizione all'altra. anche I due apologhi gno– mici son costruiti cosn; e Io :,tesso moto. considerato con ft.ssltà, diventa Ipnosi a sua. volta. ' Da vetri scurissimi leggera.' una. nebbia viola. traspare f\ntsslma luce. E s'odon le note morenti del balli I più lenti. SI vedon dal Yetri lenere passare volant.l le tuniche [bianche di coppie danzanti, cosl Diafra.mma. di evanescenze, poi, con non felici ritocchi' di ritmo. diventata A palazzo Rari Or; si veda anche La. la.1icia. E' chiaro che siffatte composizioni ten– dono a un effet.to di vaga fiaba, fra deli– bata e narrata: ciò che le distingue dR 1!mill e possibili fiabe crepuscolari, è il fatto. rUevato dal Gar~iulo. che il let.tore resta. e Irrimediabilmente ; i.ll' oscuro circa Il sentimento da cui nacquero>: all'oscuro circa il sentimento, anche dove il slgnl• flcato è persplouo. Altro caso dal crepu• scolari, Il cui sentimento elegiaco si sco– pre, fin troppo; da ciò Il loro verso. uml– llato sl fino alla prosa, dove la prosa è la consapevole impotenza. dcll'elell'la esa– lata in ironia, ma l'at.tegglamento lirico ne viene, nonché ne ~a.to . confcrmat-0: li– rica In prima personn. sln!l 'ola.rc. Urica– sfogo, anche .dove In modi prosastlcamen– te narrativi. La QU9.Htàdi canto di quel verso. st.'\ appunto nella sua apparenza di prosa messa male In versi, quasi un &lnghtozzo. Ma il verso del Pala.zzeschl. che è? Lasciamo per ora t rlchlaml alle canzonette napoletane, avanz.'\tl dal De Robertls; es:si Indicano certamente bene il gusto d'Invenzione del Palaz.zcschl, po- · co dicono dell'aderenza del suo verso a Qualcosa che lo giu!tlftchl come t.ale. D'al– tronde. son richiami a un ritmo, gioioso, frenetico. non del primissimo Palazzeschl: ma se anche nell'umorista. futuro e ritmo. metro, assonanza, rima> st.'\ranno e In (unzione mediata. o ironica>, anche per 1 versi seri di lui vale l'affermazione del Gargiulo: e ritmo. metro. a.ssonRnza...ri– ma. qui non stanno In fum.lone diretta, come nella lirica In senso stretto>. Con quanto di llrlca-srogo era nel crepusco– lari. manca insomma al verso del Palaz– zeschl il peso pregnantemente lirico di ogni cadenza come tale. E non si sconosce con ciò il particolare effetto -ritmico del metro In Palazzeschl, sconf\na.nte sempre dal metro, cioè negato nella sua specifica funzione, che è !unzione di canto; per cui vale una. f\ne pagina del Serra. Jntess. & cogliere l'al di qua. del canto che è a fascino fragile e gracile di quest.'l poesia: SEB.IO E BUFFO IN P ALAZZESCHI. Quanto maggiore quantità di nso un scoprire dentro il dolore, tanto più uomo euli sarà I"' }(,.. rius<'irà a profondo D:C EU.RJCAJLO DJE .N\. llCHELJCS come quando uno si mette a. cantare senza saper le parole Cin E ·lasciatemi divertire!, net~ l'lncc11dia.rio>. Tuttavia. la consapevolezza del gluoco come musica pura., nasce solo con la sotu- zlone umoristica: In La.n.tcrna. slamo an~ cera al tempo 'quand0 pareva al Borgese che , l'umorismo del Palazuschl !O&Se proprio Involontario>. Ben plù, se vuole sciogliere la cantilena e avviarla - alla lirica? no. al ,·acconto. la ftduc1a nella materia patetica arriva J\no alla storia lo.crtmevole di Frate Puccto, che arieggia una composizione 1905 del Corazzini, La. chiesa fu rlco11sacra.ta . Sennonché. sia nel lacrimoso racconto. sia in quel punto est1·emo d'Ipnosi Ccle miglia le ml;lia le mlr:lla >), l'effetto lacrimoso od osses.slv.:> lascia sentire come un vuol.o dietro, la solita carenza. del sentimento llrloo-aut.o– biograflco; l'interno martellare delransla c'è e non c'è, manichino senza sostegno. Valg~ il confronto col Corazzini. Cosl a.c– cade che un'altra storia. Ma.da11ta.Coletta., se da un lato importa per l'acredine che Immette nel pathos e nel buff,1, d'altro lato <e proprio perciò) importa per li nuovo ufficio. di cantilena mallitla, che vi as.suqte il ritmo. specie nel ritornello: Saltella e balletta madama Colett.a ! • Saltella e balletta! Non a ca.so , parallelo alla postuma ln– tei::pretazlone umoristica delle prime poe• gJe. è il met.odo. ristampandole, di roml)ere la. cantUena. del ,,erso lungo, .sveltire 11 pseudo esametrp nella mJsura saltellante della canzonetta trovata poi. ~a se ca• suale, eppure signlflcatlvo, puo sembrare il canto del pappagallo: Chi V'UOleCucù? Cucù non c'è ptù. Cucurucucù, 1n quella specie dl e rivista• che è, ln Lanterna. Rosario. poi chiamata Conve– gno proibito,· non arbitrarie come altrove r~usclranno in Ma.dttma. Goletta. le postu– me spcu.ature del verso, perchè non Ca.– ranno che sott.ollncare il ritmo frenetlc~ che c'era già: Saltella e balletta madama Coletla ! Saltella e balletta! Il Riflessi del 1908 Sono I segni d~ una crisi che si apre In quel labile S"ns'o del verso; e la con– ferma Il prossimo volume, non di versi. di p1·osa, Il primo libro in prosa del Pa– lav,eschl. : riflessi , 1908). Il quale si ~– vide In due parti. In diverso 1modo lnte• ressantl; e per cominciare dalla prima, vi troviamo in forma d! romanzo episto– lare Il tema di Diaframma. di evanescen– ze. di Gioco proibito: i;:-là Il titolo. col due punti lmzlnll e la lettera rh!nuscola. se lntroduce alle nvoluz!onl tipografiche del futuristi. meglio intanto sì richiama a un verso di Gioco proibito: e ... impronte sfu– mate di luci. di nebbie: rl!lessl >. nondl della su:-tpioggia viva. ro\·ente. Ma. è egli dunque degenerato a tal se1no. Il sole?• (p. 9); ovvero: •1o dovrei Impe– rare solo per Il mio pallore merav1ilioso, ed ognuno dovrebbe cibarsi nell'ammira– zione della ferma pure1..z.a. del m.lo viso bianco> lp. 85). Sorge irresistibile Il so– spetto della parodia: o di uno squilibrio almeno, di cui sono spia le goffagglnl del– la materia verbale: cosi e elleno> quasi sempre per e esse•: • il nostro Ideato>. e Il mio vissuto>, sostantivamente (p. 3, 4. 96>: la buca delle lettere nobllitat.a in e cassetta dell'impostazione> (p. 4, 20): e sempre f: un poca. di lndltferenza >, e un poca di forza>, ecc. (p. 8. 37. 58. 63). ac– cord3.ndo l'aggettivo sost-antivato al gene– re del sostantivo che segllc. che un ele;antl651mo fo;;-lio Giappencse ha potuto dire qualche cosa In prot>Oslto, con parole un pochino astruse m.t molto note\·oll > Cp. 1841. L'avventura futurista Dov'è andato U Principe pallido? Vede– telo in uno dei nuovi Poemi <1909). che s'intitola Il Principe scomparso: Dove sia? Continuerà la sùa via. guardando qua e là, con l'aria uguale del più perfettamente infelice, o m queste o in un altro mondo, come W1 povero vagabondo. E' la chiusa della composiz.iont, ~Pll– cita nel tono crepuscolare coll'll! non maJ; curioso llbro ln confronto a quello 1907. perchè. da una parte, l'antica impassi– bilità vi si seioalle in voci <non c'è dub– bio) plangevoll, dall'altra tende chlari.s– slmamente alla .soluzione contrarla. l'al– leifa e tlplca follia del Palaueschl: non un·aue,ria priva di risonanze amare, ma. tutte bruciate, di là da esse la voce si rifà bianca, Impassibile. Per i toni plangevoli. vedere Lo scono– sduto <un altro • Principe scomparso). e La. Priiictpessa Bianca.. esemPlata sul Dialogo di marionette del Corazzini: due llrlche POI lasciate cadere. Altre reste– ranno, non meno corazzmlane: però nelle edlzlonl future l'autore si studierà, a.g. 1rruppando dlvers1mente l versi, di .spe• anere In cantilena Il pathcs; esempio: per oggi e per dimane e per tutti I giorni di tutte le set– delredlzlone 1930. nell'edizione no Lre versetti affannosi: per oggi e per dimane e per tutti I g_iornl di tutte le ,5ettlmane. ftlma.no . 1909 era• Altrove, in Ma.r Giallo, Mar Rosso, la voce plangevole verrÀ. rlsommerSQ nel va.go incanto d1 fiaba. mediante aggiun– ta di qualche versetto a rlt.ornello: ma. proprio la natura delle postume corre– zioni attesta la presenza. In origine, del tono oorazzìni~tno. com'è riconoscibile t.a!OrR. l'lnadeRUnta volonta di efTett.1 drammatici e in malo modo pre~osL Cosl. In Mare Grigio: Ma quale fu l'acqua ad emplrlo?, ecc.; in Habel Nassa.b: Vogl'ire! Vogl'lre lontano!. ecc. Quanto all'umorismo, basti Indicare Caricature, Diana, Il fra.te RossiJ. Soluzioni pJangevoll o scherzose, una cosa hanno In comune (nel 1909), 11 vef,50 breve In luogo del quasi esametro: non importa se qui e là l'Invenzione ri– pete vecchi temi, puntualmente magari, ~~a~~~: ~ue':1~~;:i~rr~ t 1 ~~~c:c~:= zosa. Dana maggiore scioltezza del modi anche inventivi, deriva l'accostarsi vie ptù al modi del racconto (fra. le liriche poi soppresse, cfr.Lord MaUor>: ma an– che In Chi son,e?, di tessitura più vlclna al modi lirici. i due mome!ltl dell'accen– nato duallsmo. il patetico e I l'allegro, creano un andirivieni del tono. Qui è 11 nuovo. più maturo Palauescht: dove quel due momenti vengono esplicitamente & contatto, e nè cade l'elemento plangevo– •le, nè pe1·clò respinge l'allegro, nè acca– de fra I due una fusione che cl voglia una speciale alch!mla per Tlconoscerli, ma nemmeno si giustappongono. Vedete Chi son,e? (tlpiclssima del Palazzeschi, tuttavia 1& ripresa corau.iruana resta J)untual&). Rio Bo. L4 MatrlgM, La. fa,t,.• tana malata .. A proposito della quale ul– tima lirica. pareva Incetto al Borgese ~ e s.ia stata scritta sul scrio>, ma invero• simile • che quella squisita. lmpareggia– b1le, definitiva caricatura rtella tisi let– teraria. sia dovuta a un puro caso. a un equivoco dello scrittore>: e certo. Il Pa– laueschl non è 11 Folgore. l'osclllamento fra. 1 due toni nasce in lui da un tono della fantasia, non da un giudizio. Eppu– re, l'Interpretazione e seria> alventa ve– ra, &elo se corretta con l'opposta. messa innanzi daJ Borsese <e viceversa l: solo cosi è dato cogliere il fascino sconcer– tante della sua voce senza segreti. S'lntcnde che cosa avvicina 11 Palaz– zeschl a.i futurlst.1: proprio l'cLllegra fol– lia che lo fa Il saltimbanco della sua anima: fin d:-tl 1905, nel clima degl'in– cantl fiabeschi. è notevole In Q\lCSlosen– so Il capriccio del titoli, Ara. Mara. Ama– ra., Oro Doro Odoro Dodoro. Ma nel vo– lume 1910. L'incendiarlo Ceditore Mari· netti. succeduto legittima.mente al gatto delle edizioni ca6a.llnghel, ~ quell'estro strambo arriva. allo strepito del -5U0nle alle sca-ndaloslta. tlpograf\che. ciò ha perso l'aria compresa e convinta che aveva nel futuristi. come stessero apren– do alla storia nuovi orizzonti, cioè ha perso la sensualità ditirambica che era l'anima di costoro; rimane un gluoco senza perchè, come le ramose parolacce, su cui si esercii.e. quel riso più che mal Impassibile e bianco, nè perciò <come nel Bontempelll) gelido. ~tratto. Anche nell'Ju.ccnd.i.a..rio,infatti, il gioco non è tanto gluoco che non sia Insieme l.l tono gracile e patetico del Poerni, che Indi– cammo: delica.t.o impasto. :! solo qualche momento se né Isola fuori: qualche luo– go eversore nella poesia che dà il ·titolo al libro (quasi ricordo di Mila: f: La fiam– ma e bella!>). qualche altro. Insieme a toni crepuscolari, nella. Visita. di Mr. Chad: due liriche pol lasciate cadere; qualche tono patetico oratorio nella Morte di Cobò, nell'Orologio; più Impor– tante per gli sviluppi futuri, qualche to– no acre dispettoso e corrotto, f\no al toni 1ncestuosi degli ultimi ve:si delle Be– gltin.e (poi soppressi>, nno al toni•sros::o degli ultimi versi di una. lirica aggiunta. nell'edizione 1913. I fiori. Cere.o di affettare un sorriso tra. la sofferenza e l'lnditrerenza. dice nella lirica Il baUo: è la definizione migliore del ridevole Palaz.ieschl, 11 tono del suo e E lasciatemi divertire!>. pate– tico senso di nulla nella Vi.,lta. alla con– tessa. Eva. Pizz:ardini Ba e In tante altrEa lnvenzlonl. Soltanto, bi.sogna avvertire che quel finto sorriso non è maschera melodrammatica, come tanti e Ridi. Pa– gliaccio> di crepuscolari a teatro: sl per la discrezione del deLtato. sl perche, non meno che nella sotl'err.nza. non· meno che nell'lnadercnza. il Palazieschl si rt- . conosce aderire anche allo ·sCherz.o. Perciò, ormai non c'è pericolo a par– lare di parodia per alcune composlz;lonl: le Suore del Corazzini. sciolte di S06Pir0- lJI sa. tenerezza al tepore del sole <c- S:ile di convalescenti. - Suor Anna sorride cosl •>. qui diventano addirittura le Suo– re della Regola del Sole: quando appare I! sole. e esse emettono irrida •, a mez– zogiorno lo 1,alutano e con un: ur:·~!. spe– ciale>, la sera gli gettano baci: Addio! Addio! Addio! A domani! A domani! Domani! Domani! G~~: s~~~r:h;ro~~i~~rl;:;i~;;e d~;~ la nostalgica fantasticheria. lvl acrarez– rata ed etrusa, la poesia Villa. Celeste. Dove sei?, domanda. Il Gozzano alla co– cotte: e il Palazz.eschl, con l'aria di chiedere l'Indirizzo: Dç,ve sarete? Dove vi &.vran mP.ndate? Siete ancora unite? Avete trovato un'altra villa? lkn più: nel Pri11cipe e la. Princrpt"na Zul! <poi dll'cntata Il Principe e la Prin– c!pcssa. Cocchio di Chiodrno>. la p;irodla si esercita sugli anUch! imml)bll! incan– tamenti dello stesso antore! Ma anche la volontà parodistica è uno spunto che si annullà In Quanto tale. diventa un modo dell'estro allegro; al pari degli al– tri estri allegri. vale nel pathos e per !I pathos che Io corregge, come si vede confront.'\ndo ciò che manca alle ma• "schcre stilizzate di Sto Cderivate dal Principe e la. Prlrtcfpessa. ZuD> accanto nlla gentilezza di sestno del Palazzeschl. Che In tutte codeste composizlooi Il mòdulo nana.Uve si rafforzi, spesso nella. forma del ·dlaiogo, consegue a quanto d:cemmo dcli' l11cet1diarlo come sviluppo del Poemi: un mòdulo, che mentre adat– ta a sé con estrema. levità l'uso del ver.$0, nello stesso tempo, in quanto verso. lo compromette vie più. Il risorgente peri– colo di cadere nel toni alti, nel sentl– mentQ scoperto. è causato <o :-tlutato) proprio d:-tll'equlvoco dPlla presPnza del verso: cosi in Monastero di Ma.ria R/1,a.• ratrice 0913; nel volume Poesie, 19251, dove li poeta dipinge sè In contra,;to con le suore che e 1tlorno per giorno con dolore> soffocano Il proprio io. mentre ...lo giorno per giorno con dolo;-c lo vado a scavare per metterlo alla. luce. Proprio ciò che la poesia del Palazze– schl non ha mal ratto! Inutile dunque che le Uriche ciegll anni 1914, 1915 lln volume nel 1930) tentino di farsi lirica davvero. nel modi diarlstlcl del contem– poraneo Ungaretti (cfr. Apro la mia Jì- 1u:stra): • con un'arte forse soverchia,., dlrà Il De Robertl-5. e e con un proposito di concentrazione che non poteva esser suo. ora che tutto lo pcrt.ava al compor– re prosastico e al gusto del rappresen– tare>. Invero. la mancata concentrazio– ne fu sempre essa a impedlr~ll. nell'uso del verso, le rag1onl della lirica. E la migliore delle ultime composizioni resta; Mezzogiorno, non per nulla stampata ac– canto a Rio Bo nel volume 1930: per la voce bianca, fiabesca, che rlacQulsta &0- pra l'astratta volont-à della lirica strie/o ~eiuu. e Una poesia. per cosi dire elementare, an• terJore alla fattura. e all'elaborazione, fis– sata nel momento più va.go , qmurdo è an– .cora solo un desiderio di lmmnglnazion.l legglcre e sopra tutto un respiro crescente , della !rase che s'alza verso li canto e ancora non ne ha trovata la misura>. Intanto, nella raccolta 1907. J.,a11terna, 11 tentativo di rimediare alln. caren1..a liri– ca suggerisce d'Intensificare l'effetto Ipno– tico, raggiunto nel Cavalli bfa11chi con l'Jmmoblle ripresa. a poca distanza. di una telegrafica net.azione: sulla materia anco– ra crepuscolare, tornano lc stesse vaghe fantasie d'Incubo. ma condotte a un pun– to estremo d'Ipnosi col ripetere, nonèhé una notai.ione a Qualche distanza.., una pa– rola o gruppo melodico di parole più volt.e di sétulto: e 11 ritmo di cantilena som• merge più che mal le Immagini che v1 si ventono disegnando. Pallide evanescenz.c e fosforei;çenz.e pas– sano e ripassano In Questa prosa, incan– tate rantastlcherlc di un giovine Principe pallido e bello che le scnve, a effusione di sé, a un bello e pal1ldo assente: e Le so– lite ombre nella stanza, le so1lte. rUlet– t,ute dalle molteplici candele palpitant.l net candelabri d'argento sud!cl. P. Lutti goccianti di lagrlme uguali. e l'umido pe– netra ogni giorno di plù, e si pl'opaga nel novembre grigio. e una flgura s'avanza senza muover passo, se ~e ode ora Il pri– mo frusciare della veste serica> Cp. 197). Sono le applrlzlonl del versi. con abbon– danza anche allora d1 vecchie (qui t.al– ,·olta speclflcJtmente bodlerlane>: la dlffe• renza sta nel deciso sforzo, che mancava 11.llora.di afferrare le ra;:-lonl liriche di simili lmma1rlnl: lo sforzo di costruire, nel• la prosa. Quanto di Urico stricto aensu era.. in imminente pericolo di mitncare nel versi. li risultato dello sforz.o si vede sopra.t• tutto nella pioggia. di pag. 24: Immobile allucinazione d'incanto come nel versi. te– nuta ossessivamente sul pedale dl una pa– rola. e a.iu: .ata dalla costruzione slntat– tlca R brevi coovdinate. dove ogni propo– sizione si allinea accanto all'nltra senza 1m1·nrchla,dunque s! spengono reciproca– mente. E' Il perchè delle molte virgole, sostegno di codesta s!nlassi. Come nel ver– si, quanto alla materia: ma ora subendo lui stesso l'Incanto che crea: viene in mente Il Bauaelaire già. rlpensa.to dal Rimbaud, l'aereo C:unp;mn delle poesie. Contraddltitorio risultato dello sferro li– rico intrapreso ..b~og:na, tener presenti co~ desti squilibri: denunziano Infatti una. permanente- natura antlpatetica e antJ– apolllnea: cosl si spiega li pre-futurlsmo del tlt-olo. e l'altro scherz.o in copertina. <ripetuto nella n ediz. di Lanterna e nel libro dell'anno seguente>. il nome del– l'editore. Cesare Bla.nc. che era Il gatto di casa. Naturale che l'antlìlrlsmo e l'an– tipathos saltino fuori apertìt verbù nella. seconda parte del romanzo: che è. direm– mo oggi, la radiocronaca delle contrast.an. ti notizie stùla repentina scomparsa del Prlncil)e pallido; una scomparsa fanto– matica, ma In tono più che mal lieve, a cui collabora efficacemente la scrittura.. abbassata di colpo a giornalistica: e La. scorsa notte. nella sua villa di Bemualda.. le Toscana. si suicidava li Principe Va• lentino Kore. La notizia si è dlvulga.ta per la città arreca.ndo vivissima tmpres– s10ne> (p. 155). Già la scrittura della. prima parte era 1 troppo tesa, per non te– stimoniare una specifica volontà di stile: ora ti brusco· passaggio. se non basta a capovolgere quella In umorismo ice n'è bensl l'Intenzione, primo sgonfiamento dell'esi.etlsmo>, viet.9. di considerare que– sta. corriva com'è, priva di controllo. E da notlzla a nbtlzla la 1-adiocronaca crea un riLmo di scherzo senza. pcrchè. che corregge e porta via la banalità della nuova scrltLura: Il ritmo delle poesie, non le poesie di Ieri lmmobtl! e assorte, il ritmo Ilare intravisto In Ma.dama Co– lelta.. Non per nulla Il Codice di Perelà già si annunzia di prossima pubblicazio– ne. Vedete allora il sorriso ermetico degli ultlmlSSlml righi. ultima vaga notizia sul– rappas.stonante mlst.ero: e E' certo infine. Il .famoso Codice di Perelà Il parco è serrato serrato s~rrato, serrato da un muro ch'è lungo le miglia le mlgll!l le mlglla. (Il parco u.rnidoJ; rra le composizioni poi lasciate cadere si cerchi anche, Ipnotica al masslmo. Il Prl11cipe Bianco. E per vedere che. In so- 1,tanza. si tratta dell'es~lt?nte del primo l\bro. :s.lcontrolli tl passaggio dal citato Diaframma. di evanescenze a una lunga composizione del 1907. Gmco proibito,: in cui quel nulla di evane5oeen1,a, non si ar– ricchisce mica d'altre !mmaglnl. non si dà corpo, non si corhpllca, ma inafferra– bUe sl moltiplica su se stesso. Inafferra– bile a se stesso: Vt passan leagere davanti le Impronte sfuma-te dl luci, di neb-- [bie: rille6Sl. Dlspalono ap"paiono lenti si ranno ora vivi ora smorti appaiono spalono lenti. La cantilena potrebbe continuare a.Il'lnn– nlto. se non fosse il mòdulo che la. re1rge, di voluta sinfonica; basterà poco perché il Palazzeschi, fattone consapevole. stla contento nelle prossime canzonette ad al– lineare suoni e lettere addirittura senu neS$0,in funzione speclftcamente musicale: Flloftlot\loftlofllo flum! Bilolù. Filolù. u. 1Ublto commentando: Non è vero che non vo,1100 dire,. V()i'llòn dire qUl.lCON.. VoiUon dire ... Tale la mira. I risult.'\tl le corrispondo– no però. poco più che nel brano ln.:Jicato: l'antica mat.erla del Poema parad.sfaco <delle Vergini delle rocccl, per g:ustlr\– carsl liricamente si appoggia a tom espli– citi di quel O-Annunzio: vedete Il narcl– sls?Tlodel giovine maiato. come Stmonctto nella recente Fiaccola. sotto il moggio. E quel riprendere un'immagine çta pagina a pagina. altrove non ha più nuna del Cam– pana, si di certe riprese muslcall del D'An– nunzio in prosa. Altre immaginazioni sul– la luna lP. 104> arieggiano Il Wllde. e molto del morboso Dorian Grav è mau•rla della. materia molliccia: la quale. se si corregge QUIe là di un tono più personale, - un risentimento, un dispetto mali– lrn.O, - è esso quando di e corrot.to > se– oondo un'espressione del Pancrazi. suona &I fondo delht voce bianca del PalazzeschL Abbiamo detto Wtlde. D'Annunzio: per &lcum luoghi si può aggiungere Il Pa– scoli; tutte voci. colt.e però dove concor– sero medesimamente alla suggestione cre– puscolare: non mai come qui. lnfat.ti. Il Palazzeschi è vicine al Corazzini delle estenuate. dolci-falsissime letterl? che ne ricevé in quegli anni. fndlchlamo appena. In Riflessi, Il sole • anemico <.. >, come una pover1 danzatrice tisica dlnanz.1 ad un pubblico lndHferent.! • lp. 8), Il giovi– ne allo specchio, • come un bel ritratto oY'ale di un adolescente che sia per mo– rire. e mi sono sembrato adolescente, un adolescente malato e bianco> ecc. lp. -13J. Quanto alla scrittura. sJ sa, dire Coru– Wll vuol dlre le Inamidate preziosità che toccano l'estremo nella Esortnzionc at fra– tello; le raffinatezie stllistlchtl del Palaz– zeschl sono del ,enere-: e Perché perché Il sole non m'lnnonda? L'oro. l"oro m'in- I i .. 10 Bic ) • .., .......... ➔ .. --~.,..= • J ...... ·-~:~: .J -1,? ·.J•• ,.,- ..... ..·••." --~-~· -~\ "'.,.,.· ·.,r.:.-~ ~,[::!.-:2 J...,.. - ~,.,. ·""" Schh:t<1 àl0tanlle di Pal.U.U!it:hl risto dal pittore Bucci Già intanto, nel 1911, era uscito Il co– dice di Perelà, :rreslstiblle sbocco In pro– sa del versi narrativi e dialogati: non però lcome nella •prima parte di Ri/lcasn cercando altrove da Quel versi le ragioni della prosa tentata.. Vedete Infatti: 11 folto del libro è costruito esatlamen!e oome i dialoghi delle poesie. cli cul ogni battuta correvi\ a lnsegmre l'altra, e èla– scuna. banale per sé. creava In Quel ritmo d 1 insegulmento Il proprio amabile. rlt.mo . ·Non si tratta. dal Codice alle poesie, di somiglianze generiche: il plù del luoghi son costruiti pari pari In qur:i, diciamo pure, versi: a volte perfino con SOttoll– neature di rima. Ecco un caso limite (p. 125 ,5g.): - Qua a me la prima. bottiglia! - Pha! - Qua. qua. - Alla salute di Perelà. - Viva Perelà ! - Viva Pe;elà ! - Viva il min1strot - Vi"a la Regina! - Viva il nuovo CodJce! - Evviva il Codice di Perelà I L'ultima battuta. notate, è un endeca..– sllla.bo . Come prosa, questa non è ne.nunM.O un accenno di soluzione: e anche fuorl dal versetti dei di.a.loghi. molti capover– si più ampi &0no soltanto la traScrlzlone · tutta di ségult.o del \'etSI di Ieri. Per esem– pio. 1 due ultimi righi del capoverso e La sua. bocca fredda> ecc.. di pag. 87; e a pag. ·89. nel solUOQuiodella dama che si rimprovera dl aver avuto paura: e E paura di che? Paura di me!>. in clauso– la nnale di capaverso: le due coordinate di un periodo a pag. 273, terminano ad– dirittura con due endecaslllab1 in rima, e ostia. pura di luce e di calore>, e ostia pura d'amore e di dolore>. Non che manchino soluzioni meglio prosastiche. Cfr. a 1)3.i. 216, dove Il nulla. aereo. tema del libro. abba.ssa ben!ll, come risultato di POesla, 11 plano del luoghi felici che in6lcammo In R1/lesai, e spicciola. l'in~ Len.sltà di allora in sospiro un po' trop- po elegiaco: ma anche ottiene di atte;. giare quel sosplro in modi meno Impen– nati. O a pag. 269 .sg., cfr. Il periodo, e Un Re, un arcivescovo. un ministro•· ecc.. che vuol essere lo sttsso effetto Ila– re e sventagliato delle battute di dialo– go, ma costruito In schietti modi dl pro– sa come raramente f\n qui: un periodo organlzz.ato gerarchicamente: però. a forza. di incisi e di Idee aggiunte. l'effet– to rimane di coordinate, dove la stessa Irresistibile dispersione tende a organiz– zarsi. entro quella Gerarchia, come mo– do espressivo. E' la ragione per cui in Pa.lau.escht (osservazione comune\, la virlil'.Ola prende li posto del punt'e \'lrgola. Non mancano luoghi siffatti a testlmo– nlare Il serio travaglio che conduce il ,falaz.zeschl dal versi alla. prosa: ciò che accusa tmmat.uro Il libro. è Il suo nasce– re come unit-à. fuori dagU slegati mo– menti di singole mvenzlonl ~ episodi: ma insieme l'assenza di un ritmo Ql fan– t.a~Ja che lelil:hl U libro a unità, co·me nella costruzione più 50lita 1el periodi. così nell'lnven.Z.lone. In orlg:ine, il nucleo unitario c'è ma non poetico. un simbolo: perchè se e vero che U libro, dtce Il Soffi– ci. è fatt.o di e luci ed ombre soltanto, a sprazzi semoventi come nella natura> (11 modo che Riflessi dtnunzlò f\n nel tito– lo); se è vero che la realtà poetica del l:bro vive nella rinunzia a e flssare I con– torni di una nuv.ola vagabonda nel s~re• no infinito ed lncomprens1bile >; chi poi volesse rlntracc\!U'e la prima Idea di Pe– relil. nelle opere di teri, dovrebbe rifarsi all'lncendlo dei pagliai in Riflessi. gfa caricato di simbolo (della Poesia) nel– !' In.cend.ia.rio: , Ogni verso che scrivo è un lncend(o >, , Io sono una fiamma che aspetta! • Senza toni dannunzlevoll cd eversori, non è il simbolo di Perelà? Ve– detelo quando comunica ad Alloro (no– me anch'esso ~imbollco) il desiderio di diventare di fumo, ragione delia condan– na di Pcrclà. e per propaganda autolncen– diarln > (p. 187). Allegoria dunque, non favola va;:a– bonda e tratuita, .se non proprio l'idea :: ispiratrice, l'Idea organlz.zatrlce di Pere– lii: allegoria dello e spirito puro>, che di. vent.a proprio la Poesia nelle concorren– ti allegorie del pazzo volontario (p, 166 sggJ, del poeta Scopino tp. 37 sg.); lo spirito puro cui l'abl!iudlne to~lle lo sguardo lnge:rno del suo primo arfacclar– sl al mondo: e laggiù lo acctu1Stero tante belle qualità, ma finirò Pèr perdere la mia qualltA ·migliore, forse la sola vera. qualità: la mia leggerezza> lP, 217l. An– cora: è lo spirito puro, che può dare &eltanto se stesso, e gli uomini lo canea– no di doveri eslranel. gli affidano e ope– re serie, gravi opere> lP. 19tiJ, addirit– tura scr.lvere il Codlce! salvo poi to– gllergll con mfamla l'lmpan Incarico. e senza aver capito la sua. natura nè pri– ma nè poi. Infine, è lo spirito puro, lo spirito di tutte le cose disinteressate e alte, che senza nulla domandare doman– da al fedeli devozione e amore, e dà lo cambio sacrificio: e Ma allora essi à.nno ragione· di odiarmi, gli ~trì, se amarmi vuol dire soccombere. ~umo ragione. ob– bediscono\ al loro Istinto d1 conserva– zlone • lP, 231>. Fabula docct: e per diventare poesia dovrebbe. o diventare l'anima mtima della vicenda nel suoi vari episodi e con– catenazione de;U episodi. - ma proprio l'assenza di tal rigore cosLrutti\'o dà al libro la fantastica libertà che piaceva a? Soffici: ovvero ~sser sole lo spunto al– la e fantasia pura> del resto. Ma nel libro del Palazzeschi, nemmeno ciò .si ri– scontra lo spunto rimane tanto serio, che talora si sforza al pathos, come nel.. le poesie: e come nelle poesie, sfiorando e sorpassando talora l'esplicita enta&I (p, 68. 83 sgi;.L Per restare a un esem– p!o ,1à ricordato. \'edete I due endecasil– labi in rllna a pJg. 273; e non è tutto arbitrio la sot.tolineatura del pathos e dell'cmfasi (accanto al moltiplicarsi del– le rime scherz.ose> che si riscontra nel• l'ediz. 1920 (p. 210. 22Z>. E' essa m!atU J,1 serietà. a cui si ricollega quanto cU acredine e corrotta> fa Il pum;ente 41 t.ant.e alleg-re fantasie sessuall del libro (p. 62, 65, 77 sg:.J, Il morboso dell'inven-

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