Fiera Letteraria - Anno VI - n. 38 - 7 ottobre 1951

Domenica 7 Ottobre 1951 LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 Settentb1•e [li''. LACAMPANA DEL TEMPO POESIE diAU 1 REDO PETRCCCI di~nrialo DeMfobelis CiA JCno ol punto delln 1trodo dove ,i t~rna ind1'etro. O oorui a ~rdi/ioto, addio quel luo~o 1t>mpre più lon1ano dov• In 1trndn • l'11ltimo ori::ionle erono il. ""1"0 di """ ri~a, ed onJio lo con,1rr1m1el'tf nl 1>11l11ìt1J del cuore. Cnd11tn il l't'"'"• .,u ,e Ml'J.4'1 11 un t.rouo ('(Id« In rrfo, e rrM11 ove lfli era il VIIOIO di 1m'11ue11:11; COJÌ ho fin• '6 tio1J1Jnt1ì, mi.Jtrri'n,~11mf'nle ven11to, ontfoln, 1m3elo o ,il/o, Arlele. Ver,o 111p11r. ,,u1rd1tmlo non 101piro, come o ro11dme che Jeltf'mbre chiamo. 111 noi ''.'• primn cht1 ,in luoflo e, luogo, ITO$COlor1 1pt1remlo: e ,/ti 1ron tempo non era il fomr '"o che ci a/fidavo di te, m11 noi inconJCi, tiltro pre,en:ur. CoJi ""' cido ore ~iii nwore il giorno mcmtle1imo d'nlbtt n11re la fo1111, mo e1ur1/e è l'oml,rn oc;,., J11/ libro, &porlo dalUI /in,-11rr,, in,i.,ton 1tfi occhi, ml!11tre comincfono i bi,bigli drllr, Jera. Pur m'fo1,rro1,o, e J,.mbrn 1,1rano il vuoto di quell'nn.,in cn1l11tn,che ,colora /un,-i lo m~tn, u: non u "" ,arriso lo pusuadl!J ind11l/lf'lldo, «o che dura. ,\fa, o pi1i antichi SO/l/liorni, " 1·oi ripiega l'anima comi" fncq11n {l"I declino, t·oi che HOIÒ il fnnciullo forH solo Pf'.r at'f'.rne IIF1tia, nmnmlo a/Ire appaTf'.fl:.e tHrchè dir:er-Jf', e nf'bbin n lui Jugli occhi addensnvnno i ,o,ni onde 111nrdavo come chi, nllro pcnMnc!o, altro ri.Jpon.de. Chi in lui, per lui, l'nspl"tto delle cose trOJten,wn p,1:icntr? Oh troppo doki colli lornnndo, ritro1,ot1ticome erano nllorn; coi /c,1011i b11.1Ji delln tite ,ui 8f'1Ji, e irti di dure pannocchie i cnmpi dì ,rnnturco in riga; doe,•e corrono in1tnn/,. le 1-flllinfl battibeccnntlo, a il bimba che le ,cczccio., palfito nella ~f'mln tfoltrnu,, col pùlo ,a,tili.&Simo n1trnverst1 f orlo e l'incrina com• un1h'O ,ul Vf'tro. Tempo int~fore è q11PJIO ace il .lilen:io ha quuto 111ono,rombo che prolungo l'ultima noto, eco q110Ji omhrn; forn ilare, o omaro ,110110, di ,wrrole lMlfnbiU colma a chi l'alf~NI or ,i tw no, 1·oce nr/ 1 ento, e botte più /orte quondo lo distin1tue il cuore. Qui rìcolctt ttrcnndo lit ormf' antiche, teso l'orf'CCltio. o capa chino, dove 1,ol1e lo ,troda; M il ritorno è come ,tor fermi e camminare f'.nlro una fnrolr.. (Vic.enu, 1951). EURIALO DF. MICHELIS Racconto di FRANCESCO CARCHEDI TESTA CCI O * Note 11cr 1111 raeeon(o diPIElt PAOLO PASO11'M / ;:a':;, c;:m:1r1~:to ~;,~ Dalcono il rnurttto e ,cen– dono aulla ,carpata, vf'.ngono ~:,,i~!~g~~sta~tO, :,~:Pt~rr~~f. r~r/:::.1c:,~1:: ~~~,:~~:· ::a~~ ton<. unltf, In qud cento nittrt di &trada trova110 mille ocea– ,toni pf'.r dft:ldcrsi, dlsperdtr&i. Uno rf'..tta h1dff'.tro, noscondf'.n– do certe ,ue l11te11::fonl dietro una /accia chiusa, M!Oltante; ,compare per una via laterale, o torna Vf'.r.!O i giardinetti. Due, ad un tratto . .ti mettono i~!e~ m~rihcf :c~e~~e:itfsof:~ ,iel loro dfac:orso. ancl1'tul ,co,tantl, oOensfvi; poi &e ne vamio, Succede però che &I ri– trovino &ulla scarpata. Anclic ' h la loro co11vlvcnza pare di contlriuo per dl!gregar,I; &I &pargono .qua e Id( ognuno con la &ua }1onda (,a sono /atte 1ple11dfde /londe, Jodera11do il manico con del na,tro bo/an– te rouo, giallo e verde); ,e $1 radunano è per qualche batti– fondo tcolpfre un pe::::odi car- ff ~::;:o ~ 'n~ cf'.• ~f.li ~~c~~ renti. Ma in ognfiatto o Im– presa c'è un Jondo di Ironia: niente deve es.sere ratto sul serio, perciò ogni loro pauto– ne (qudla di ucciderf'. lucer– tole, µe&care) ,ctoola &u un ~~::~ut 0 :;:'ic,,.C~fò ~la~nr~: della Je,uagglne dd quartierf'., dove è nf'.ce.Jstirlo non euere dlvan. Eul li opJ)Ongono sempre a vicenda la noia, fa pouibllltd di Poter /ore o ~::i~d~efd 1 df 1 ~11~~c C:,f"ac#~ d1 {:f~~g~~,.c'~fuf!~én~:rJ~de. Appena acc,t tutti sulla scarpo:ta, ,1 mettono s11blto od accendere il fuoco. Franco si china In una :ona um:a erba, raduna un po' di &lecchi. di µei:ettf dl lf'.gno ,porco della più lnftrta e nau.,f'.ante delle r,~~eR~;~f~)d! ~ 1 :e~~;~,{?:~i ~~:!e1!o,.f1/~ fri[,~'i~a,/1~ 1 ~ 1 1i ,ulmlnante che esce dalle ta– tche dei ragazzi, tn,leme a briciole e 1paghl, un J1dmh1an– te vrtto,o - Il fuocherdlo t accuo. Li pruso f'.ra pronta u-ia cocurna trovata tra l'ìm– ·-iondezza, di una incredibile ~rcchlala, pt,ta, rldlcold; la mettono &ul Juoco, e Franco rl gdta ibodato I pf'.::zettl d1 1'10mbo U.JCIU dallf'. .sue tO.JChC col jlomrnl/ero: tutti .stanno r'Jlnl ,ul Juochrrcllo. lnqulf'.li, dtspdto.sl, o l'n'lere Il piombo che ,I /o nde; intanto Franco arrotola una cartolina non meno lurida dtflo cocumo, a forma di cono, f'. ne pianta la punta aul turieclo: quando fl piombo t Jruo lo versa dentro quella 1pf'.cie di imbuto, pct– ch> ne prenda la formo; a,pcttano che ,t rabreddl; Carlino va a riempire la co– cuma d'cu:qUfl, e la vcr1a 11tllo terra intorno alla cartolina per at,rdtare 1l raOrrddamcn– to: dOPo poco il ~::;:.etto di piombo a forma di cono è pronto e Franco t.e lo mrtrc in taJca: adc.uo a&pf'.ttano che ti aprano le bot teghe per a,1- dare a prendere un amo. Il fuocherello continua ad arde– re. ,ut ll'gnl secchi come oua– me. Romanino ha pre&a viva una lucatola: pensa di met– terla &ul Juoco, e t11tti Il strin– gono l'ltorno a lui invasati di allegria: Sergio glielo Jtrappa dalle ,nani e la lego o uno r.,ago, e tenen dola co,I 105pe– 'l corre ur.so a /u«O, ,egutto da tutti gli altri. Le Ja .sfio– rare le jlammclle per Jarla arrostire lentamente; la pelle della Jucerl olo an11eri.sce, ri– bolle; es.sa muove davanlf al mu,o le ::am pe anteriori, come braccia umane, 111 u110 spcui– mo atroce. Su Testaccia ,l vedrà ,em– pre un cielo caliginoso e allu– ci11ato. (Teporf'. pnmavf'.rlle ancora gd1do; vernice verde deglt alberi macch1afl dal vio– la o dalf'b1daco di atbcrclll tla frutta, con gra::,a di paesag– gio 9iappo11ese. Panoramica ì11l::late - dall'alto, come 111 q11alclle clauìco del cmcmo Jru.ncese, Rc11éClarr -: Por·ta Porte.se, 1'1/ormatorio del 1111- norem1I - di Ul/0 t,lilllO, so– lido barocco romano - l1111uo– tcvcri alti, de&erti. Ma questo di &corclo: l'obbieltivo .!i /cr– mcrd subilo contro la riva di Testacelo. Ponte Tcslaccio. Argi11e verde, 1pclacclliato. vc– lcrioso, sull'acqua del Tevere ancora tumido per la p1c11a invcr11olc. Lungo blocco g1al– Ia,tro di case a cinque, sf'.i pia11i del primo novecento, cl• 111/teriall, 11ordichf'.. A.1/alto delle &trade intorno al J1ume. Veduta lontana f'. nebbiosa della zona portucn.se, del ga- 10111ctro. Lotto, strada, muretto, scar– pata, /lume. Cinquanta me– tri a destra, il ponte. Ven- f.~~~o.~:~~h:c~~!~~op~~: rete oppe,a ad una stanga, come ,n UII po$IO abbc111do- 11ato, mf'.ntre sul ponte passa con fragore aJo,10 lo Circolare. LucertOle &ulla scarpata cotta dal sole; /cci, immondizie: erba ancora abbo:.stan;:apulita e /rf'.sca. Lu11go la t.carpa.to, fino al livello ddl'ac qua sono 1covatf'. delle buche molto lunghe (Sci o sette metri; perpcndicolarl al /lume; /orse J>Cf' lo scolo; e larghe solo poco J)i11 di mc.:..:o metro. LI dentro Soncino e s110 Jrotcllo l1a11norinchiuso 1 /oro tre 9att1,1I, costrncmlo 1111a &I?Ccic di recinto. Porta110 og11i giorno un po· di car,,f'. o 1111 po' di latte. L1 curano, Ma /orse il 111a,1glarc 11011 bo:.!ta. I tre gat– tmi sono schelctncl, si copro– no d1 cro&lc. La prigio11fa li ::n~e::J:t~i~e/c~foa~~l ~;; al gatto piU piccolo, e a &ua 1J<!ltaha d11iorate le ;:ampc dal p111grande, 3 Sullo sfondo di P,a::.:a Te- 1taccio, col giardinetti dalle aiuole tetrar,1f'.nte ra,ate f'. i pisciatoi di.sin/ettoti e /efldi. ,porri qua e la a indurire l'aria povero e provinciale, ,r di,pongono nei vuoli ddl'ano– nimo più jltlo le Jo~111g/1e det ragoz::ì. Il padre di Sergio t di.loccupato (alto. diMJ.uato ancl1c moralmente - abb1c– ::fonf'. e 11aturalc • - occhi lu– efdl comf'. quelli del Jlglio, non plu però come quelli di u11 animale. di un ucctllo, mo piuttosto da ubriaco. u,1 poco come lacrimosi. c11e ridono ,empre con viltà agli altri} Il padre di Nando lai10ra al /tfrrcati Generali; il 1,adre di Rc11ato i ,m salcr,,ilano c11e /a Il brigadiere: il padre di Car/rno f diSOCCUp<!tO (di 11a– .scosto dalla famiglia va alla caritd per bere - è go,1jlo, 11cr q11alclle tlf.alatlla ghiandolare, o mal di cuore - l'f'.n.flagione del viso rossiccio - pelle lu• cida, da ln/f'.::iont, da forun– colo. co,1 rada barba bianco e sporca - btrrctUJ ...). Ma a prcsentor,1 con più dllpra:o e vfolenui a:aranno le Jlgure dri Jratelli moggforl: Il fratello di Carlino, compa– re 11eivanlf di Carlino, che Ila una particolare a/lulo11e per lui. Dc11cht apre.:::anteme11te lontani, vcdul1 df ,cordo, f Jralelll gra11dl, verranno a re– .stare b1c1.sfco,1 brulul1tà. Mo– delli assoluti di vita del Te– stacelo, dal Mucatl Generali olla .sta::lo11e di Oslfo. aalle o/– ftcine del lungotevere verMJ Porta Portese ai clr1cma dc! rionf'.. • Rljleuo di quella vita ,ul fratelli ml11orl: le ,carpe cl.I Fra,1co e di Romano, di moda nelle vetrine rionali, .se,1::a ~~~f/io?lf,uci:, C:'~~::~ :e~; : 110 che fa Romano. 0911/ta1110. $Ulla scarpata, cal::ando u11 vecchio palo di quelle scarpe Jc111ml11ec e inso/e11tl, a 1rn pauo di samba: proprio ,c– condo Il più tlllOVO modo di ballare la samba alla &ala Dru,colatll, o in qualche •ala da ballo di Partito. 5 &O lnd:'' 1:a:,!g::io Iter R~~i~~i!~s; bi.sogna a,i.:,tutto osservare la sua ini::lale dl&lra::ione: 11 momento in cui ,wn f'..sprlme 11ientc, bcncht-, gld inCOPl.!Cla– menle caltioo. ,I pensiero gli corra ver lo mente &tn::a la– &ciar tracce nel suo vfso tenero di ragau.cuo; dal colorf'. bru– no, appu,ilfto; c·e qualcosa di tarato f,i quel vi.so , di volpino, di moralmente ma cabro, ma n•ilo pura epidermide, nel d1- Sf'.gno piu &uperJlcfalf'. dei lf– neamenll, nf'.lla L'OCe /emmllll– le f'. 1111 Po' nasale. Vive dentro di 11,.f tutta uno vita e doppia • di lf'.nza, Utl palrlt11011io di co,1vcn.:-ionc rfo11ale: u11a as– soluto ma11canzo di pieta. L'btinto di di}f'..~a11acompiuto 111 lui, debole. un ìrrigidimc,1- 10 huoh1bde; ormai non pu() Plll tor,iarf'. l11dff'.lro dalla ,ua immoralità, dal suo inco11,c10 fr:"t~~ggrrocs,~::11i;~:.~;,/'c;1i altri J>O$lOt10Jurc s-pictata– mc,1te prf'.&a sulla &ua t1atura fcmminfle, $lllla sua possib1- lità. di tradfrc vcrg09,1osamf'.t1- te la vita del Tf'.&tacclo. 1-:g11 però ha trovato Il modo di ,e– sistere ad cui, rt'ndtt1do&1 tm– prc11dlbllf'., cl11udct1dosi In u,ia provoca11tc impa&&fbflita: li– brato In uno &lato d'a11tmo fr1de}1nfbile. /atto i11Jo11do di /f'.lic1td, e di malfg,1ilti ancora frc1ca. Scompare &empre dal grupJJO: come cntraue nel ,uo no11 f'.slsterc. Si volgono gli occhi a ca,o e lo s-1 L·cde s-ul– l'argwe a trenta o quaranta metri lontano, occupato a fe~~:;,re ;,r: :/r~a~;~./d}g; fionda .stretto nella deJtra e J'tla&tlco. allentato ma pronto a guluare, 11elta &1111dra. E' scn::a f'.lprculone: se 11011 quella sua abituale, volpf110, aue11le. Cl mf'.tle un'atten::10- ne /tua qua11to pnra d1 rn– terf'.ue. fio u11a tata un 1>0'lunga, fl cluOo r1cro gli sporge ~ulla fronte; la pelle molle f'. r1cra- 1tra; 11clla bocca e 11cll'attoc– catura del ,rnso c't q11alcosa di malato, di abblcttamc11te a11l111t1lcsco. Ila bcfliu1mi oc– chi, illVl'.'Cf'., la{l/lllh lii modo capriccioso, l11t1ghi e av,1u11ti– tl, co11 lf'. pa/f>ebre tc1rnamc.11tc cd clc.ganttmc11tc vo11jfe. Il }1u.sso co11ti1111a di i n/orm e e 11aturale Jc.ficHà che pa.ua per lui - tenendolo ,os~ so a uno gafc:za di gf'.&ll che e la sua os-st!1lone - e la sua acutf'.::– ::a maligno, dd:nno alle ,uf' parole una chioru.:a partico– lare, una ten.i;icme, una per– Je,:1.one n.ell'o.dcrire al mod1 Biblioteca Gino Bianco Eclissi Cri1io ,u bianco neU'ai:urro: du• pi«ole c,uort• rol• ,ovrappo,u: la l..uno e un'ombra opaca: lu, la Terr11, Quanlo aJpemuti per 11.derla un poco, labil• o.!lia nel calice dei cieli/ E: tua, con te la trai, mo i1nori dove. in perpe1uo rof1endo1i. conJi.Jla. Ed ecco, in una le11l.fleJtie,,o ,.,a, let.ar1i, argenleo la.'ffpada. la Luna. Tu pGJJi iK"ora fra il ,uo cerchio • U Sole, dietro di le lo cif'.Ctl ombra r«endo lua ,e,i:'app,odo. soli1aria, int.ono ttnnrupanle nel tuolo. E lo ,il,nte Lu,ia ,u ,e la prende e ne di,c1no, lieue co me la r•1na in ,ulla ,iepe. t.ia t.ia celando il u,lto $110, la formo. Un pwua. un attimo nel rempo eterno: ru 1raJeorJO,ella lorno ,idJ 'obi.uo. * Vedo un fanciullo ,lutunno: culo doi torchi il n10.sto; Vftio un fanciullo, lontano nel lampo, riempirM CO'I JeJtO /urliiio u .ruo ,wcio di noee eoni. uno coppo. e bub, imbroltondori il .,i,o. Tutto ro.JJO. tutto dolce oui e lo tOTa per lui. Hai * pregato Hai pn1ato. Non riconaK"o più l,o tua forma mortale: ritroi-uto Mi d'un wbito fal« per dit;iderti da me. Sta, non ,cendere! Ma ùntmi ch'io ra1Pun1u1i pouo ou ,ei; Je per poco li perdei riaverti 001fio più ,u. Più '"· ~f'in•inocchio. Mn okf!ndo 11 1, 11/llllllr. l,11 ('tlr,vr, h11i1t .,i u,l,i111/,. l.11 trnrlirn /l"ndo. Cnnw l'11nimn: Alll"l11fll! Al ,FRF.DO PETRUCCJ LA MINIERA

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