Fiera Letteraria - Anno VI - n. 26 - 1 luglio 1951

Pag. 6 LA FIERA LETTERARIA·-----.. Domenica I. Luglio 1951 da messa e poeti decadenti, 1•ita;ll di stoffe, bicchieri, im– magini di santi, mazzett.l d'er– be. ventagli del Settecento. vetri colorati. vasetti di fiori. E tut.to questo ben di Dio. e altre cose ancora. lnusate e colorate. si molt.ipllcN.vanonel– lo studio. sulle paret.l, sulle mensole, sopra le seggiole e sopra I tavollnettl: tutte robe ch'egli andava pescando con pazienza e con arguzia nelle bot.teghe degli nnllquarl o sul bancheU,1 di Piazza Trava– glio, dove al tempi di Ercole II d'Este s'Impiccavano I ladri. Assai -più ordine era Della camera accanto allo studio: nel "musco>. Qui. In larghe bacheche di vecchia noce, sot,.. to vetro. De Plsis aveva col– locato le più 5trane e con– trastanti collezioni, di venta– gli, di tabacchiere, di cocci ti! antiche ceramiche. di bastoni dell'Ot.tocento, di set.e e di pizzi. di giornali di moda, di monet.e e d'alt-re svarlat.ls – slme cose che ora non ricor– do. Ma tutte erano dlsPosLe a creare accordi. a carpire un'atmosfera, a suggerire Il– lusorie prospettive. Tra quel muri, In quelle bacheche, si creavano e nature morte>. In una luce perlacea, tra colori lncar,.,atl rosa tea, verde ca– \'Olo e oro vecchio. Era un mondo srego1Rto e Iridescente. misterioso e folle. che fink'a per rlsolvers1 ln una gioia çromatlca, e dove Il giovane poeta-pittore. sotto Il segno apparente della bizzarria, cer– cava e creava tra se stesso e le e cose> una doloe squi– sita catenn medianica. A1tre camere e melodram– matiche> De Plsls ha • com– posto> a Roma, a. Parigi, a Mllano, a Venezia. Non ml mera,•lgllo. Ma Innocenti e lie– te di disperata grazia, come quelle della sua giovinezza fer• :-arese, no11 possono essere. . GIUSEPPE RAVEGNANI FILIPPO DE PISJS - e Le farfalle>, (1940) V.N'.AR'l'E, FEDELE SPEC{'HIO DEL CVORE li suo metodo e lui .stesso Il pubblico nota sa quanto il gioco di q11e11t'artl11ta sia andato con le 1111<• opet•e olh·e l'imp1•essionlsfflo * DC GIOVANNJC CAVJlCCHIOLI • .,.Non e più neceMa1·t,. ormai rintrameMa. persona del e quadro verranno ... Le, sou, et lei pa.rfum, voltigent ,ur critico e dell'eseieta, per facilitare al pubblico la compren- l'air tiu $Olr... ~!~~~ 10 dE~:;;~ll: ~ili!~ ~m~~~lsi·11~:~to~~\bf1è rl!~1~~~or~ n.s~ cal~~~~u~ ~:; 1 \:~s!~!no:.~:n~~:f~~t~~U. U e~f ~:r-r:r,~~ parla correntemente del suo estro, della sua facilità. dei suoi Invadendo quasi Il campo della lirica. .scrltta.– ilori dei suol bianchi e neri assoluti, del suol grigi, del suol Quest.o ha fatto De Pl.sls, è rlu.sclt.o nella .sua. ultima ma– qJat.J. ~o \'uow .iun..,,onah; e del va~to cerchio delle sue pa- niera. quella. veneziana, o almeno apparsa. prlmamente a rcntelc, a cominciare da quelle del sangue: I pittori ferraresi; VeneZla, a dare con minimi mezzi U quadro intero. E quest.o liLICu~ acqu1~h~ e -...~au: &1 ,mprel>Sloni~tl 1rancesl, e certo an• si propone la poesia raccorciata In sintesi, In prospett.tva che i macchiaioli; quelle casuali, e che tuttavia dimostrano contratta e non distesa, che Si può far risalire, come prima bene come egli s'inserl.sca nella storia dell'arte, o meglio esigenza, a Mallarmé e a Rimbaud. Anche De Plsls .scopre dello ~viluppo dell'arte (e badiamo bene, non dell'evoluzione. nella pittura quel modo di alleggerire la. materia, e procedere che è un filosofema, un crit.erlo naturalistico e Inapplicabile pc.r ~Intesi vigorose e vittoriose. Ma lo fa per conto suo, all'eterno presenza dell'arte, alla sua atemporalità): suol senza. tlllazlonl e derivazioni, per pienezza di cuore. come 1 compagni di viaggio, per affinl~à elettive, sono Infatti Suttn, selvaggi e i bamblnl, e come I mistici, se volete. Una riprova Kokoschlta, Utrlllo, Vlamlnclt, Matlssc, come già In Wl primo deJla bontà del suo metodo, Ma 11 suo metodo è lui stesso. ~mpo Carrè. e De Chlrlco; e infine le parentele ritrovate, le Un met.odo lrripetlbllc. parentele lontane, e non per questo n1eno valide e detcrmJ. SI diceva della e zampa di mosca>. Non so quale oscùra uanti: Magna:.co, Guardi, perchè conviene allacclarsl anche suggestione abbia portato Montale a questa immagine, che, a loro, ~e me(jllo ~I vuole intendere li fatto storico, l'Innesto sebbene adeguata, cela qualcosa di buffo, di maligno ed equi– ..~- .. - ·e·. \ vrrt.1,u,,o pel"o 1a1·notare almeno come certi voco. Fa pensare, per una curiosa associazione alla zampa del pezzi traglcl di OC Plsls, li suo alto eloquio tragico, non ce- diavolo che, come si sa, a un occhio vigile sperimentato, non don..,, per efficacia, alle urla e al contorcimenti di Kokoschka, riesce mal del tutt.o a nascondersi, a obliterarsi. E del resto e alle ~uc langose esplosioni coloristiche. Beelzebub non è appunto Il dio delle mosche? E poi l'arte, Il pubblico sa dunque che De PlsLs è un Impressionista, un come ogni C03a creata. getta ombra, trascina con· sè la sua epigono, pe.nsa. ma. non sa quante li giuoco dell'artista è an- ombra sempre, cd è da quella parte che si avvicina II Tenta– i.lato oltre l'lmpreS!lonlsmo. Sia per l'Invenzione, perchè egli to~e. Non slamo già nel Purgatorio, dove i oorpl non danno rivela un mondo nuovo, il suo mondo, un mondo che pos- plu ombra! .,!amo be.n chiamare met.afisico, anche .se non ha nulla cht: Però non solo alla mosca, fa pensare De Plsl/J, ma anche tare con la metafisica di De Chlrlco, di Carrà e di Morandl, alla farfalla, per quel suol tocchi di colore che tra.svolano dato che molto spes.so non c'è nulla di più diverso del carat- sulla tela, e vengono a posarsi &ul semplice e spoglio ordito lori fraterni. Quella di De Plsls è una metafisica che cl mo- del quadro che se ne illumina e accende come a terra e 1 ~-r;i. u t.u.. ,ùlh .., 11 4uv~iu..,no nella luce dell'eterno, .scop~ndo, cespi brulli, a primavera. E se la mosca. traccia oscuri e sl– nelll· cose e fra le cose, quelle segrete, mlsterl~e rispondenze blllinl caratteri da tallsmano o da sigillo magico, Ja. farfalla che Bhoeme avrebbe chiamato slgnaturae rerum. Ml si per• porta certamente messaggi dall'alto. metta di citare, da un mio saggio su questo plttor~ (FILIPPO Angelo o demone, ange ou démon? si chiedeva Baudelalre DE PISIS, Vallecchl ed., 1942J: e ••• La pecullarita della sua ~ proposito della donna. L'uno e l'altro direi, uno non esclude arte é un senso llrlco evocativo, In cui tutta la tecnica è ap- l altro,, e anzi lo condiziona, qui dove I corpi fanno ombra. pl!oat.a a beneficio dell'espressione, l'oggetto non ha valore Cosl è l'arte moderna, e cosi è del resto tutta l'arte che è per :.é, ma In !unzione d'un rapporto arcano che una sensi- fedele specchio del cuore dell'uomo. Regalandomi Ul'la sùa uihta di Iniziati scopre nella plu trita e meno simbollca quo- \'ecchla tavolozza, De Plsls cl ha scritto sopra: • o mio t1dlanlta. E' una nuova corte d'amore, un'alta erotica della cuore!>. Infat.tl questa tavolozza ha forma di cuore nostalgia, del ricordo, del momento e dell'attimo, dell'asso• . · ciaz1one, dell'evocaz.ione, della suggestione, dell'ironia e della GIOVANNI CAVICCRIOLI JL RINNOVAMENTODI UN ARTISTA ECCEZIONALE ]E l'anno delle onoranze a De PL,l.s. Un grande J ~t~~e f-~~o~~n Jt ::~ g!"ande mostra. Degna di tal nome. cioè di costituire una De Pisis 195-1 frasario che la critica con• temporanea ha esercltat.o 1,ul caro De PlsLs - a t.orto o a ragione - sono, In ultima anali.si , parole appese come vuote crlsalldl a. un albero secco. Qui slamo all'es.senza delle cose: a un mondo ben definito. denuncia patente dl un., personalità inconfondibile. 11ifivi;;,en~:J! 0 ns1ad~r u~I ~~~ "* bllco, sia per la critica. Qual• • ~:'..t ':'~.~•;1,~:~~~,:n;:_"/.i L' "isola felice,, si è spostata, lut cambiato mare, e va ~r"~à,:::!,.~'h~•~•~ ~,/ "f uavigaudo verso oceaui rarefatti, per bloccarsi dentro ~~ 0 pfrird!'~00°~~e~~nf~~ ~~t un'aura assoluta1nente llUOl7a e ferina ture e pitture, una part.e delle quali, molto modesta, abbia– mo visto all'ultima Biennale Fuori dalla malinconia, De DI GAR.][BALDO .2\/IS..AR.USSI Della statura di Dc Pls!..5 non è Il momento dl discutere e. meno che meno, di clas• siflcarla. Quello che Importa è che noi sentiamo viva e Immediata la sua personalità, Non alla lettura soltanQl, ma alle ripetute riletture. Impor– ta che di tale personallt.à raccogliamo l'appello. Che es– sa fruttifichi dentro di noi, con 11 suo apporto generoso. P :ls.ls ha avuto quanto gli spct- .segno d.1 un non equlvocabll" tava: 165 tele. esposte nella temperamento, De Plsls è .sua città natale. Ma la ra&• giunto a una serenità eMenzia– .segna ferrarese s1 arrest.a aJ le. a quest.o cielo perlaceo, nel- 1950. E allora. ecco di rlncal- le cui profondità .si accende, w, la mUanese Galleria del quasi avaro e cont.enuto, lo Naviglio, presentare oli ed squillo d1 un colore più vl– a.cQ\lerelli appartenenti alla vace, più rl.sonant.e, come una attuale stagione del pittore, la perla nel fondo dell'oceano, stagione della malattia, nel• un colore che regge la tela l'anno di grazia J..951.E quel tutta, la domina, la Jnt.ona Jn insiste una .stcmperatura di una· malinconia, 6I affaccia lnchtost.ro e la venatura f!. vago Il ricordo del periodo lata di un bianco lieve. La atesino . seconda, morbida che pare un Ma qui, più ancora che al• pastello, si regse sulla scan• t.rove. resist.ono al tempo quel– slone del rosa e degll aran- le che Ralmondl ha chlamat.o :~~~a.d'una freschezza ru• ~~la rr;~~a~ian~p!t1 d~=rnbf~ n tempo, più tardi, e con esso la storta, penseranno alla slst.ema.:,Jonc definitiva. Sem– pre che una tale slstemazlone sia po~lblle In senso de11nl- graila, riferito all'arte di De armonia. Plsi.,, non fa una grinza... La scopert.a attuale di De La mo.,tra comprende In Pl.$is consist.e proprio in que• tutto tredici oll e se! acque- sto registro Impensato, ln que• rtlll. Una schiera. se voglia.- sto guizzo spriglonat.o dalla mo, non folta di opere, ma di fantasia e leg11,t.o alla tecnica scelta. felicissima. Ad ogni Perchè anche di una conqul• modo e l'csposlztone più lm- sta tecnica. si tratta, ma le– portante dell'anno, per MUano gat,a al sottofondo della sua s'Intende, che, fra l'altro, ha natuu di pittore generoso, che avuto - dall'ottobre scorso a &I è prodigato e si prodiga questo giugno dl piogge e Instancabilmente. Come &e tempeste - una stagione fosse mosso e in un certo Abbiamo portato avanti le valllno di Venez.la, le spoglie due tele In quanto punt-1 op• del mondo reale (invero Il R posti di una stessa fase pit.to - si riferiva a spoglie di corpi rl.ca, •come osclllazlonl di una umani e noi ne abbiamo r1· gamma, fra le quali si lnserl• cavato il traslato). E' la sin• sce la fantasia di ragnatele, ta~I di De Plsls che presenta composizione di grigi cupi.I In un Unguagglo ancora più talvolta plumbei, rH'leLtente libero U suo modo di vedere un'atmosfera tormentata e l'universo. Grazia. abllttà, ver– case a Brugherio, dove, come satllltà, lievità, ecc., tutto U ~l;;pr1Fc~h~ift~~:. {! :!::f~ zlonl di altezza nella stlma degli uomini subiscano vari e non Indifferenti mutamenti nel cO'rso del secoli e, talvolta, nell'alvo di uno solo. E non dimentichiamo che i critici sono degli uomini. GARJBALDO MARUSSI r~u~~~a ~a:g~tesèu1~~:'atoco~: :nso u~~a~e~1':nuta~~~~~ Sul castello di Ferrara temporanea. E s'è pre.sa una • che non offre sost.a o requie sua rivincita, ricorrendo alle Al conflni della mati:la. Alme– antlco, rlsollevand06l cl<>e col no fino a quest'ultimo a.ppro– Caravagglo. Con questo van- do sereno. tagg'lo: rispetto al contempo• La materia stessa del colore ~:e~ae ~}11n~~t~~i 0 p~~b1fc~. :p~~;~°L!~t~:1 ~~a~af: ;~: non si .sa. nellata di base è ampia, di- • • il festoso pavese del pittore della g101a Ma rlt.orniamo a De Pisls. u stesa come un velo. camplsce quale, dato per' finito da una per largo tratt.o, fino a quando E voce corrente, ci offre la sor- improvvisamente si Infoltisce. CCOMI di nuovo nella presa dellzlooa di un suo rin- oon tocchi minuscoli, d'un magica Ferrara.. Ma novato aspett.o. un tourno.nt gulu.o sapiente, llmlt-atl però. quale di.spiacere non ancora una. "':>lt..a,nella sue qùel tant.o che serve a tenere rltrov&re Il mio bel Distretto carriera di artista eccezionale alto Il tono della composlzlo- dal chiostro rlniw:lmentalc fo~;~~O~fa.~el~~e ~~u~,1:3~ ~~n~:1o~1/arla cadere nella r:o~in:1 c~~:~ N~ ;'anè K~~ lucchlnl) 6 t è spostata, ha I .sei acquerelli sono dellcatl nedetto, col suo convento camblat.o ma.re, va navigando tanto da sembrare friabili ove fu rlcoverat.o U Tasso bt=arsf~!~iro r~~~~t;!_, n~~ ::~funt ~a r~;id:el~taa:! ~~i~~n~~'k· 1~1u~~ 1 g_d~r°so1~ va e ferma. E' come seu ca- queo gluoco di Tosi nella sua piomba fisso sulla plana :!~c~o un 1:~~!W~o afi~s!: ;~tsg1ll e~':t~(~in:r~:C~; f=:~a~nt~~on~ul dei;~ac,i~ bo.ttau lvre arenato su una accennati (uno ha velature dJ tà, enorme st.ella dorata sul- spla~& meravigliosa. que! !':d: ~~r1~~ 1 1 ~~~~ :_1!f~: ~~e :S~~!: Lt:or: ~~P~el 1 ~~~eeJ:, 1,u~~ ~ls~ no ha contorno ben definito. della canapa viene dalla essere vlrtuost.smo, quasi pe- ma altri si fonde nell'insieme campagna, assedia le mura, rlcoloso, proprio per la sua ed è 11 contrapposto del tono le case, e della gente risve– rafflnatezza estrema. Quando a restltulre loro la !orma. SI glia gll erotici umori e le non era uno scheru>, sott.o ponga attenz1one, per esern· brame d'Inferno. Il mare. forma magari di un omaggio pio, al vaso di Uort: non he che non è lontano, lo è a Rosai O a Monndl O a Ko- corpo, diafano, trasparente. quel tant.o per cui qul le koc.sc.ka, scher7.o come m<>&S8immagine Irreale e le dellca· smànle scoppiano improvvl– lnltlale sfarfallante, ma non tez:ze dei colori, delle glustap- se. Il profumo del tlgll si nelle intenzioni e diventate. posizioni. l'improvviso slancio mescola al !art.ore della ca– alla resa dell'espressione _ degli steli floreali raccolti napa. V'è una battaglia mu– che è quel che cont.a. _ un dentro un'atmosfera viva ta e invisibile di odori sul fatto di pittura. spandono vlbrnlonl di une ba.stlonl. E il Costello, me• Di quesU omaggi. ln!attJ sottlglleua esasperata. Pre- tà. palazw metà. fortezza non è R.SSente II percorso del· valgono I grigi. Ma prevalgono s'erge enorme .sopra le casè l'arte dl De Pisl.s, intesi dal quasi di più negli oli, di una di rosso mattone cotto. S&m– pltt.ore come un suo primo sostanza magra, purificata. bra cile l'Intera città stlA. consenso a una. pittura. che lmmaterlalc, dlafanlca. per svanire nell'aria per la aveva sentito, della quale ave• Fra le tele se ne staccano calura, se non fossero t plop• va ra.ccolto l'istanza. che due In particolare: la naturs pi e le ro.se a trattenerla. =r:'n:!~ lu~Jra :u~~~~;~~ ~~! :~ ~~f~ 1 ~ !1~~~:~ul: fo~~aa sl~~~~~a~o a&°~1aFt~: per la fantasia. nato da affl- prtma è cosUtu!ta da un& nano negli animi. SI capl– nltà di natura, più che da gamma di grlgt sostenuti dal sce perchè qui nacque la una affinità. elettiva. La quale verde del fust.o dell'aglio, un pltturn metaf\slca. Qui ve• ultima avrebbe potut.o operar, verde tenero contro I grlgl diamo anche noi sulle esta– a freddo, come accade in tan- acquosi e perlacei, sul quali tlche terrazze • Le muse In– ti. perdutisi nel corso di que• sto cinquantennio cosl vario, cosl tumultuoso e cosl flut– tuante. E non solo per gli umori... Ma lui no, lui, Of' Plsls ha sentito, s'è appaMIO– nato a più dJ un mRe.stro lun– go la strada, ma /le n'è im– padronito, 10 ha restituito tra– sformato, senza. negare mal ls fonte. l'origine dell'apporu alla sua ricchezza Interiore. 1 nomi sono tanti e, dal sette• cento !tallano, si a!facclanc; fin quasi alle soglie degli anru più reocntl. E chi meraviglie– rebbe. accorgendosi come In alcune opere risulta. ovldente che il De Pisls ha studlat.o li Pitocchetto, e fra' Ga.ig&rlc Anche? Non nelle forme, si– curo, ma ln certo tono del CO· Jore - i violaci.t di fra' Gtll• gario. l verdi del Pitocchetto .. - Quale pittore mira.bile! Quale spirito fermo nella sua inquietudine! qu1etantl >, qui rivediamo la I ma. poste le gue radici nel nascita delle prlme e Piazze proprio tempo (radici nutri– d'Italia >. Ma. vi sono anche te da una vasta, att.enta, Incantevoli angoli di glar- profonda cultura) ila lnnat– dlnl ombrosi, certe piccole z.ato Il ,guo albero di grande case sett.eccnto un Po' rustl• pittore dai molti e gloriosi che, ma d'una misura. squi- pnvesJ . sita; organetti ambulanti; Nelle prime .salette vedia– fanta.stlcl carrettini del gc- mo I suoi prtmi contatti col lati a foggia di cigno, di dra- più vivo e nuovo mondo cul– go, dal colori squlllantl, e turale Italiano, aperto alle qualcosa di nobUmente cam- correnti europee del prlncl– pagnolo che resta intorno a pio del s,ecoJo. Dc Pisls, nel tutte le cose, per cui !Jl ca- 1916, era in rapporti con pisce come dl qua sta sorto Carrà e Oc Chlrtco, mlllta– De Plsls. rl al Dbtretto di Ferrara. Noi diremmo che nel quadro CubLsmo, pittura metafisica. della pittura europea di que• senso della costruzione, del– sta prima metà del secolo, lo spazio della sintesi amo• l'opera di De Plsls rimarrà re per cCrtl oggetti che sa– come quella di uno degli ranno sempre fra I suoi pre– artlstl mn.gglori per fantasia diletti (e che riconosciamo e scnslbllltt\. Quale coe- già nel Paesaggio con le renza In questa grande espo- consiglie (1916) e nel Poeta stzlone. Le, 165 opere, scel- folle, (1919) dove sono pa– te con 1 amore e l lntel- lesi gli inOussl del movl– llgenza che sa porre Glu- monti formatisi Intorno ad ~~~ll~~r~°n~o all~l ~ue~~! Apolllnalre e a sorncn. • mostra non .solo un avvenl- Il secondo periodo tm– mento d'importanza nazlona- portante per De Pl!Jls è quel– le ma anche europea Infat• lo romano. Nel Po.esaggio df ti' Ja personalità di rie Plsls. Tivoli (1920) e nel Porto s'Impone come una delle più di Ripa .Grande 0923) ve– complete e aperte e solido diamo I Innesto della plt– deJ. periodo fra le due guer- tura cubista di derivazione re {E 1 quadri reéentl di toscana (Soffk:1 e Rosai) Di? Plsls sono spesso degni con l'Impressionismo dolce e dei suol per1odi miglior!, luminoso dl Spadini. che noi Indicheremmo tn Il terio periodo quello Parigi 1925-35; Londra 1935: declslvo per la personalità Milano 1940-42 1 e Venezia di De Plsls, è quello del suo 1945-46-47). ' primo viaggio a Parigi. Ec- Mal De Plsls si è lasciato co Il Fagiano col quadro dt trascinare dalle formulette, Carrà 0926), La cour du Dragon (1926), Natura mor– ta con le farfalle (1926>"· L'lsplrazlone dell'artista non tentenna più, non ha pi\1 dubbi. Le opere si liberano da ogni hnpacclo stili.stico. La. cult.ura è In essa una base sempre più solida e meno palese. La pittura è divenuta poesia, succo, es• senza della vita. D'ora In poi I periodi riguardano la cronologia della vita dl De Plsls. I suol viaggi non lo portano a scoperte nuove di stile da apprendere, ma sono i luoghi utili a.Ila ma– nifestazione della sua matu– rità, c:1e è un ben dosato fauvismo-Impressionista- Ecco la meravigliosa Natura mor– to. con Il ventaglio 0929), dove sono glll. presenti li ~~~:: J1c~~Fa~ir~n dlpa~i:: Ed oggi. dopo le varie soste dopo le diver&e e alW!rne vi– cende delle sue esperienze, tutte di una fluidità estrem& ma tncontaglata, senza una caduta e tutte poste sotto il FILIPPO DE PISIS - e Il conlcllo >, (1932) fant.ahla ... , -----------------------------------------~----- colare, nel gran fervore con– tinuo di opere: Natura mor– iti con gli asparo.gi (1930), Giardino di Sahit-Cloud, 1931; San Mol3è, 1931; Il Co11iglio, 1932: Ritratto di Giovinetta, 1932 (Manet e Boldlni hanno qui un degno continuatore). Ricordiamo nncora Pia.ua Navona, 1933; Greto d'Arno, 1934. Ed è bene andato oltre l'impressionismo, per la coraggiosa applicazione che ha saput.o fare dell'ultimo cczanne. quello degli acquarelli, dove Il colore è solo un piccolo accenno. e Insieme un gesto di potenza demiurgica. O forse anche De Plsls ha trovato da se, dat.o che la verità è Poi sempre una, Il 1,uprcmo magistero di quegli accordi distanziati, scanditi da.I vuoti della telo, e che si raggiungono, ~ rlcompongono a unità. come le e sparse membra> del cosmo. Che cosa Inten– deva egli veramente, quahdo scriveva. anni fa, per alcune conchiglie sul suo tavolino di poeta: • ~.gli accordl tranq\11111 di queste conchlgllc sulla rlva del mare sono dolci come le BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE armonie delle slcre platoniche ...>? Piut~sto si potrebbe utilmente parlare della sua grafia, del suo segno. A questo proposlt.o .si è parlato di • zampa. di mosca,: • ..-il mira.colo di tanta felicità espre~lva ... la scrit– tura a zampa di m03Ca che ha latt.o li nerbo della sua pittura •più bella e più nuova ... > (Eugenio Montale, Tempa, 15 aprile 1943). Non so cht abbia conven.lentemente notata questa espressione di Montaje, e vale la pena di riprenderla e con– siderarla. Zampe di mo.sca possono benissimo venir chiamati quel npidl. sf\orantl, allu5lvl cd evocativi accenni che. nella dispe– rata foga del suo dire, De Plsls va tratteggiando, e servono come punti di forza, punti di richiamo e raS$Cmblemcnt alla realtà del quadro che si sta formando, all'entità del quadro che si maniresta, e ne costituiscono l'Impalcatura, Il sostegno. A volte è dato, è tratteggiat.o solo Il di.segno, simile a un • diagramma delle forze>, che emerge dal e nulla,. Qui li colore, di solito, fa la sua beatificante apparizione all'inter– stizio fra chiaro e scuro, e anzi si vorrebbe dire fra luce e tenebra (lo accctt.o la e teoria dei colori> di Goethe la Far– be11leltre, che ml sembra la più adatta per una trascrlzion~ metafisica del colon come !atto fisico>; oppure Il colore viene camp1to In pieno, con violenza e sprcgludlcatcua. Allora la campltura è simile alla nebulosa di un mondo che nasce. E gli spazi vuoti dimostrano una volta di più che la realtà fisica del mondo posa su una realtà metaf\slca che lo Invera e .sostiene: e se questa manca, Il quadro, le nostre persone, il mondo, scompaiono, o restano unldimenslonall, piatti, men– wgnerl, la Jar\'a della realtà, ma non la Realtà. (Quando si legge di mo\'lmentl artistici che vogliono richiamarsi alla • realtà ,, I • pittori della realtà,, per es., non cl si Intende più: quale realtà, quella dell'arte o quella della fotografia, quella dell'artlglanat.o che riproduce per filo e per segno le specie sensibili, fisiche, che privat.e di quelle Intelligibili. metafisiche, non sono che caput mortuum, documento, ca– davere? Qualche cosa di cadaverico e appunto ln quell'arte. che fa pensare al baraccone delle f\gure di cera). E' compito dell'artista rivelare l'lnvlslblle nel visibile. pc, vl3ibllla ad invlsibilia, unificare il di là e Il di qua, trascen– denza e Immanenza in quel summum che è l'arte. Nell'opera d'arte lnfattl u di là e tutto presente nel di qua ... Ma Il di là. esiste poi 1n sè e per sè? Domanda indiscreta! Esiste come nella donna esiste Il flgllo non ancora nato, esL!itecome l'ope– ra d'arte non ancora creata. CE' una rLsposta da arti5tl) Penna e carta eccoli qui, colori. pennelll e tela sono qui, ma non c'è ancora la lirica, non c·e ancora Il quadro. Ma lirica AROt\NGIUWO CARLO:PUtura di Di: Pi1i1, (e Primato>, Ro– ma, 1.5gennaio IM3). BARBANTINl NINO:. Corattcrf della p1Hura Ualfana •CU/a XVIII Biennale, e~ Ou :zct.ta di Vcncz.Ja•· 28 11,prl!e1932). BERNAROI MARZIANO: COnJe. rtnta Dc Pi.TII, (e Qa:z:zett11, ael popolo•, Torino, IO ~en• lllllo 19.50). BARTOLU,"1 LUIGI: ta XVII Biennale d'Arte II Vene::fa, (e Brennero>, Trento, 8 mai• i:Jo 19301: - Dc Plsl.T, (cOomua>, ~mano, ottobre 1940). BELLICARLO:Una col/ction11di Prov11tci11, (cQuadran!.11>, nu– mero 9. Roma, 9enna10 l03 1 U. BERTOCCHI NINO: Alia I Qua– dr/11innafe,C.p. IV: Romani e Scuola dl Pr:1t19f, (I L"Italla Letterari">, Roma, 22 !ebbralo 1931): - Lo Il Qu11drfenn11/c:Parofci 119i'fd0Jalri,(cll Front .uplz.lo •, rtrenzc, luglio 193.5). BONUOLU. OE.',fETRJ.O: /f p1t. !Ore FIiippo De Plrl1, !• LI· del •· MIiano. gennaio 11n:&J. 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Il ritorno In Jtalla doveva essere altrettanto fruttuoso pe,r li Maestro. Possiamo af• fl"rmarc che De Pl.sls, venen– do a stnbllirsl a Vene-zia. alla quale, del resto, era rLmasta sempre volta. la sua mente, si trovò ad e.ssere Il degno continuatore della ve– ra t11:dl~ 1 one veneziana (S. Stin, 1942: La Salutt: 1943: Il giardinetto di De PfsfsJ. Ed eccoci ad alcune delle !t\e ~:~n!fma~~i~Pjfe i~c1~~~ 1946: La raga:zo. di Siust 1941; L'Infermiera Norina 1949: Natura morta con l'a• rancia. 1950: Ritratto dl donna, 1950. (Coli. Je.sl), De Plsls, ln qua.si tutte Je opore qui esposte, è un 11· rico raff\nato della vita e della natura. Sempre squl• sito, sempre attento agU echi di quant.o è stato fatto di meglio In ogni epoca, col .suo accento tipico e moder• no, col suo tono suggestivo e toccante, aperto a tutte le esperienze, ma restando sem– pre personale e fedele a se stesso, egli è oggi uno degli osservatori più profondi del– la bellezza e un prodigo dl• spcmatore di gioia attraver– so la sua pittura. RO:'llEO LUCCHESI

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