Fiera Letteraria - Anno VI - n. 23 - 10 giugno 1951

Domeni ca 10 Gi1H;no 1951 LA FI ERA L E T TERA R IA "IL MODO MIGLIORE PER AVV[CiNARE IL POPOLO E' m FARE QIUALCO§ .\ PER LA SUA LIBERAZIONE SJA NIELLA PUUHCA CHIE NELL' ECLH~UM.U,, * l' ag. 3 CONVERSAZIONI CONEHRU * Secondo me le guerre , anche se vittoriose , non risolvono n es sun problema o, se cercano di risolverne uno, creano altri probl emi anche maggiori. In altr e parole, la vittoria non ha rappr ese n tat o che l'eliminazione di un ostacolo sorto à sbarrarci la strada Nehr u a colloquio con li Mahatm a 1l numero scorso abbia– mo pubblicato la prima parte dell'interessante in– tervf.sta con Nchru, stam– pata in Americ a dalla SRL. In quella pr ima puntata , il pensatore cd uomo di go– verno indiano s'era so/fe r– mato su parecchie idee ge– nerali della sua pra.,.si e d.ella sua azione politica. Questa volta. vengono toc– cati problemi di maggiore attualit<i per il letto re di queati giorni. NEHRU QUESTO ARGOMENTO cl porta a sol– levare problemi di car11.tt.ere fondamentale e dt grande portata. Qualco sa av\'enne. po– tremmo dire. quando ebbe inizio la prima guerra moncUale, che mise fine ad un'epoca e ne Iniziò un'altrll. La prima guerra mon– diale fu combattuta per In democra zia e per mettere flne alle aggrcsstonl. Terminò con una eompleta vlttorln, ma ciononostante, come sapplnmo bene, Il periodo frn le due J;Uerre si svolse In un clima di grandi con– fllttl e rlvolg\m entJ. economici e sociali . Qualcosa di nuovo sorge va. Il vecchio mon – do era finito ed un nuovo mondo fat!c o:;a– mente veniva alla luce. cercando di raggiun– gere un nuovo equilibrio . Poi ,,enne fa se– conda Guerra Mondiale. Anch' eMa ter mln• con una strepitosa vlt.torla, ma anche que– sta volta ben presto cl trovammo In mezzo ad ogni sorta di conflltu e di dlrrlcoltà. Ora questo Induce a pensar e che forse c'è qualcosa di tbag llato - o nel nostri obiet– tivi o nel metodi adottati per ragglungerll. Abbiamo riportato la vittoria. è vero. Ma perché qualcosa ci è sfuggito. cl è venuto meno. si che ancora una volta cl troviamo In difficoltà? E' questo un interrogath·o fondamentale che credo merit i di essere a lungo mcdltntc. La conseguenza naturn.le di questo ragio– namento è che le guerre, anche ~ vitto– riose, non risolvono nessun problema o. se cercano di rlwlverne uno. crenno nitri pro– blemi anche maggiori. In altre parol e. la ,•tttorla non ha rappre sentato che l'clhn i– nazlon e di un ostacolo sorto a ibnrnircl lo. strada. Ritengo anche che oggi iii pos.•m dire che l'evoluzione del mondo e la rh·oh11.lone ln– dustcinle l\ll'epocn In cui scopp!b lo. Prima Guerra Mondiale cm.no gro.dunlmentc per– ,,enutl nd un punto In cui eslstcv:mo nu– merosi conflitti fra la Germania e l'ln ghll– tcrrn e gli altri pae<;I.Questi conrmu fu– rono rlsoltl solo pa.r.:lalmcole, e quindi con– tinuarono n M1!-..<;lstcre . Oggi nnlcnc un fat'JO mt0\'0. L'Asia è enlrntn a sua volta In scena. E..'-SR comincia cd Industrializzarsi ed ecco che di nuovo si producono certi conflitti su un allro pinna. Dobbiamo medito.re tut.te que..c;le cose e non Illuderci che cl sii\ uno. maniera su– perficiale e semplice di risolverle dicendo di \'Oler mantenere lo. pace. Dobbiamo com– prendere le cause rondnmentali del con– fllt.tci. Sono convinto che se non lo faremo cl discosteremo più volte e sempre di più dal nostri oblettM. perché non Rvremo In– dividuai.e le vere difficoltà e fissato Il me– todo per giungere Il risolverle. COUSl:SS PER QUANTO molteplici , siano le cnu.c;c di guerra. una delle più fondamentali al f,:iorno d'oggi non è forse rappresentata dal fatt-o che le nazioni non si rendono conto èhe è loro Impossibile mantenere Intatta In loro sovranità e nello stesso tempo vivere In pace? Forse che una sovrnnltà scnzn limiti In un mondo In cui le dlstnn:i-,esi vanno sem– pre più riducend o non ser ve effeLtlvamente a determinare quelle tensioni di cui U-1 parla? E l'a~e nz.'Ldi un organismo mondi ate che possa Instaur are la le~ge nel mondo non acuisce for,i;c erretth•nmente le diver– genze fra le nazioni? Il problema del mondo od ierno è quello di evitare che tali dh•ergcnzc portino a veri e propri attriti. La Società delle Nazioni non falli appunto pcrehè le singole nazioni sl osttna ,•ano a J)orre la loro .sovranità al dl .sopra del comuni bisogni dell'organizzazione di cui tacevano parte? NE HR U LA SOCIETA" delle Nazioni, costitu ita do· po la Prima Guerra Mond iale, era Il rru tto naturale dell'a spirazio ne da lungo tempo nut:-lta ad una collabor azione lnt ernailo– nale. Falli allo scopo per "ar ie ragioni, so– prattutt -o perché. n mio giudizio, i popoli e le nazlonl e I governi non ernno piena– mente prepnratl a questa Idea. Le Na?ionl Unite ,·enn cro alla luce dopo l'esperienza piutt osto Infelice della Società delle Nazio– ni e hanno cercato di costruire su solide fond ament.n. Poi sono entrati In scena gli Stati Uniti. e ciò ha signifi cato una grande differenza In senso positivo. Non dubito che a lungo andarf' Il mondo si orienterà Vt't SO una qualche forma di quella che ,·lene chla– mat.a alquan to , aga mente e.unità mondiale •. CO USI NS QUALE genere di unità mondial e? NU TRU QUALE sia la forma che tal e unità potrà assumere non saprei dirlo. probabilmente quella di una Intima collaborazione di na– zioni autonome per Il mantenimento del – l'ordine mondiale. q·ualco.\a di più ln~omma di quanto le Nazioni Unit e oggi rapp resen– tino. In ogni mOdo. non PQ.\Slllm0 nrrlvar e a tanto lmpro\'\ 'lsamente o medlnnl e del de– creti. Dobbiamo nrrivnrcl grndualmcntc. Le Nazioni Unite - o per meglio dire l'Idea cui sono ispirat e le Nazioni Unit e - hann o rapprescntnto un bel passo avanti "erso La.le obietll'>O, e vnle la pena di pr~e n •nrc que– sto Ideale e di operare per esso. Ma le Na– "zlonl Unite, lnn:rnti rntto . po:;..-.ono funzio– nare tolo se tengono costa ntement.c presente quest'Idea . Non possono funziono.re se tal e idea fondamentale viene perduta di vista e se e!'.se dh-en gono qualcosn di di\·erso da: quello che do,•e\·o.n.o et.sere. Natu ralmente. una delle cara tteri stiche !ond amentalt di un governo mondlnle che sJ att ui nt.tra – verso le Naz.tonl Unite deve essere quella di im pedire che si verJrichi no aggressio ni da part e di un popolo al dan ni di alt ri popoli. In oltre e~"<>dovrebbe prO\'\·edcre a promuo– vere att h·an1ente e concre tam ente mlgl!orl relazlor:I trn. i rnrl pae:,I e la loro collabo – razione in \ 1 nrl camp i di attività. Ora ll mondo quale oggi noi lo \"edlamo è Incredibilme nte ,·aria e le \'arie parti di es:,o debbono affrontare problemi diversi. In Asia Il problema fondamentale e quello dell'allment11zione e quello d1 elc\·are Il te– nc,re di ,·lta i,:eneralc, che è spa\·entosa– m~n·.e b:u ,o. Al popolo manca II neccMS 4 rio per \'!vere. Oli asiatici pensano quindi soprattutto a questo. Essi sono appena usciti dalla fase coloniale ed hanno una certa ,·t– f,alltà. Oppongono una cert.a rc,;istell1,.l\ ad ogni tentativo di relmporre loro Il coloniali – smo, e. sebbene non slnno forse forti abba – stnm.a In senso nssoluLo, lo $0110 certo ab – basta nza per resistere all"lmposlzlone cli qualsiasi form a di domina zione stran iera . Non si può plìt pensate di Imporre oggi al– cunché all'Asia contro la volontà del suol popoli. N~una soluzione che non sia Ac– cettata dalle gra ndi masse può avere pos– sibilità di dur.ntn. COUSINS A TALE RIGUARDO, Eccellenza, non c'è la possibilità che la diffusione del co– muni smo finisca col rlsolver:sl In una nuo, ·a forma di domina zione straniera? Al peri– colo di un'espan sione colonlnlc non potreb – be essersi ora sostitui to quello di un·espan– iilone Ideologica? E quest 'ulLima non rap– presenterebbe di fntlo un'altra forma di do– minazione straniera? J\'EHR U CERTA MEWTE. se, com'è spcs.w RVVenu– to in questi ultimi tempi. Il comunismo si presentasse non solo come una dottri na economica, ma piuttosto come una forma di lmpe rlallsmo. per un momento esso po– tJ"ebbe nrfascln are il popolo. In quanto si presenterebbe ad esso sotto !"aspetto di forza liberatr ice. Ma è Inevitabil e che si produca una reslstenzn ad est~oe ta le resistenza an– drà sempre aumentando . La dirrlcoltà oitQ:1 in Asia è che Il paese o Il gruppo o l'Idea che rappre sen ta una qualsiasi forza libera– trice arrnsclna Il popolo. Tale forin llbe– ralrlce o,•e appli cata nel campo politico può assumere ll nome di na2lonall smo. Ma pub essere applicata anche al campo economico, quando riguardi. ad esempio. I prob lemi della riforma agraria o altri che Inte ressa– no Il popolo. Quindi Il modo migliore per aurarre Il popolo è di fnre qualcosa che sia connC!so all'Idea che CS.'K> ha <lelln libera – zione. sia polltlcn che e<:onomlcn. CO USINS IN CHE MODO dunque si potrebbe fer – mare li dilagare dPl comunismo sul due pla– ni In cui cs.,<;o attualmente opera? Primo , Il pi11no · nazlonnll sta, sul qua le In Russia. 1\ qunnto semb ra. sta cercando di al tuare un d!..,eirno fornrnlnto molto tempo 1>rhnn che I dirigenti comuni sti giungessero al potere. Per esempio, sn1>plamo che l'csp:mslone co– munls tn, o 1>ermeglio dire l'esp:mslone rus– ~a. in Estremo Oriente - In Cina, In O!np- !;°;~01-:-Pi1 iit1~~~;1~Jo rii:!~;/~u~~f! · 1J!~ 101!'.ICo.Ognuno del due plani è usato In funz ione dc!rnltro . E' Più che possibile - non è vero? - che la Ru~ ia ogp:I si serva della sua Ideologia come me:i-.zoper realiz– zare mire nnzionnllstlche che vann o ben oltre ogni Ideologia. NEHR U LEI ha accennato alle atttvltt\ della Rus– sia al primi del secolo: Indubb iamente es.'ie ebbero carnttcre netui.mente imperialistico. Non c'era a sostenerle neMtm .,,alare Ideo– logico, se non la \'Olontà di espansione di una grnnde potcm,n. E allrl paesi dominati dnlla Russia hnnno a suo tempo reo.gita ~~O~;~)l~~j ;?e~~ler~~l~nc:il~r~ :a p~ :! del comunismo. In cui appnre nt.cmente essa si discost ò dalla tradi zione Imperialista e parlò a molti paesi dcll'Asla un linguaggio antl- lmperlnll ~tn, presentandos i come una fot1~"l llbem1rlce . Clb li o.ttrasse un qunr to di secolo fa . Quel popoli non sapevan o molto della Russia. ma essa esercitava su di loro J\'EHR U QUANDO sl parla di comunismo è ne– cessarlo dl.stlm:rnere fra certi principi Ideo– logici di carat tere econom ico di quel comu– nismo che noi chiamiamo In genera le so– cialismo nei suoi vari a.c;pcUI. e• le tattiche particolari di cui si serve Il Partito Co– munista. per esempio . In India. Dalla me– scolanza delle due cose si genera unR certa confusio ne menLale, perchè vi sono alcuni R.SJ> ettldel socialis mo, più che del comuni – smo, che attirano un gra n numero di per– sone In India . Mii, d'altra parte c'è In In – dia molto risentimento e molta ostilità per I metodi del Partito Comunl st.a. che sono divenuti esclusiva mente terro ristici e che sfidano non solo Il governo, ma la maggior parte delle tradizion i del paese. Pert-anto l!0no convinto che, a meno che Il governo non riesca In alcun mOdo a sOddlsh,re le necessità e le asplrl\Zlonl economiche del popolo. in India Il comunbmo non pren – derà molto piede. COUSINS SE IL COMUNISMO, quale Lei lo de– scrive, non riuscirà con li terro rismo o con altri mezzi ad affermarsi Ideologicamente In India. esiste la possibilità che esso tenti di pren dervi piede In maniera plll diretta, cl<>eat traverso un•azione aperta o un'aggr es– sione? Come Interpr eta Lei l'Jnvaslon e del Tibet? Ritien e che ciò rappresenti una mi – naccia diretta all'India, Indipendentem ente dal progressi Ideologici che I comunisti pos – sono fare o non tare sul fronte Inter no? NEHR U NO. Non temo alcuna minaccia esterna del gene re per l'India. E certo non ho pau – ra dl una minacc ia dal lato del Tibet. per . una quantità dl ragioni, su cui non starò ora a soUermarm!. Anche pratiche ragioni mi– litari vi si oppongono. Ma la vera e fonda – mental e ragione è che non ritengo che 1•1ndla e la Cina abbiano Intenz ione di comportarsi ostilmente l'una verso l'altra. CO USINS RIT IENE possibile che la Cina a causa del suol legami con In Rus.,ia, possa la– sciarsi com•lncere che I suol Inte ressi coin– cidono più con la reall u.az lone degli scop i Ideologici e nl\Zlonali.stlcl della Russia stessa che con quel tipo di Asln Unita di cui Lei ha parlalo? NEI-IRU NON lo credo. La Cln:l bada da sè Al propri lntere!i.f>I. E.<;.c;a è stre ttamente 111lealA l\llR Russia In molti modi. ma In ultima anali si decide dn sé che CO,.':,a fnre e che cosa non fare. Non vedo come potrebbe g\0 4 vare alla Cina, e !)Otto questo riguardo 1>erflno alla ste..,;,sa Russia., 1I pensare 11d un 'Invasione dell'India . Nell"attunle situa– zione o c"è una continuazione della pace o cl può e.,w;·rc-In gucrrn . E ~~ c'è u,na gue1• 4 ra Ml scala mondia le, allor1, Il principale teatro di opcrnzlonl, quello cl1e pub dccl 4 dere le sort i sLc~:;e della guerra. sarà :11- trove. non In India . Potrebbe es.ere In Eu– ropa. E' quello Il teatro pili Importante . L'India non compare affatto come teatro di opera zioni dl unn certa Importan za e in– du lgere a progetti cosi RZZRrdatl significhe– rebbe rorse compromettere Il rlsu!Lato finale della guerra. CO USINS ALLORA, se si arriva Rd una resa del conti. se la guerra scoppia. quale !unzione crede che J'Jndla potrebbe avere nella guerra? NEHR U uni\ notevole o.urn 1:lone; e non v·è dubb ia ATIUALMEt.."'TE !"India sta facendo !I che le simpatie - le larghe simpatie - possibile per evitar e che si arr ivi a questn riscosse dalla Russia In Asia un quarto di decisione. non perchè essa pretenda di po- secolo fa furonn dovute a questo, cioè al tcr 1nnuen 1.are I destini del mondo. ma per- fatto che essa si alleò al nnzlona Hs.rno del chè è assolut..'lmcntc convinta che una guer- ,·ar l popoli. . ra della portat.a che ora si può prevedere Negli ultimi anni si è venuta producendo significhere bbe IR dlstru:i-Jone totale di ogni unn sensibile diverge nza di vedute ncll"im- Idea e di ogni obiet tivo cht: la civiltà si prc- postRzlone del probl emi. e In tenden :i-..n co• !lgg..:. Infatti quelle stesse tesi contro .cul ntunlsta è venuta a porsi In conflitto con , si coznbMterebbe. pur se sconfitt e sul cam- quella nazionalista In molti paesi: l'In dia po di battaglia potre bbero trionfar e a se- l'l ndonesln, la Birmania e alcuni nitri. Ove gulto della gei1erale rovlr1a che potrebhe ciò ~I è vertrlcato, In tende!l ZR nazlnal lsta abbatte rsi sul mond o. Quindi diviene di lm- sl è finora dlmostra tn la plu forte. purchè portanza esscn1.ll \le Impedir e questa guerra ;~!;i:~~rl~~l~~è :J>=g~ 1f1~~e 1 ~'t.a~6f!~ ~ ~~ti;:1 d1u1':ul:"~~~~ ~~ ~:~~ c!!tul= le riforme sociali che sono cosi fortemente nel mondo . desiderate, specie per quanto rigua rda Il Sono .profondnm ente convinto che I po- problema agrnrlo. ma anche In altri campi. poli di ogni pnese. In tutto Il mondo, desl- COUSINS ~it";,~ ~ljffi:1~:· 1~~a~n~rc~~!~ = laès! PER quanto concerne la sua affcrma– :i-lone che ogni qualvolta la tcndem.a co– munista si trova ln conflitto con quclla no.– zlonalista. è que$ta ultima IL prevalere. U– db1placerebbe dl sviluppar e ulteriormente questo concetto In rapporto all"Jndla? ì\E HR U VOLENTIERI . Il comuni smo ebbe b<>n poca Importan za In Ind ia fino all'Inizio della Seconda Guerra Mondia le. M non co– me Idea nlquanto vap:a che attirava alcuni come atta n favorire Il movimento na1,lonale d"lndipendenzn. Quindi esso rappresenta solo una plccolls,.<;lma fra Uone del movlmc_n– to nazionale e non a\"eva altra Importanza Aveva allorn. anche un certo seguito fra I lavoratori Indu striali . Ma nel quadro gene– rale delle cose non contava . Fu cffet tlva 4 mente negli ultimi tempi della guerra che li comuni smo oomlnolb ad ncquLc;tare Im– portan za. e clb In parte a seguito delle pos. slbllil.à offe rtegllsl du rante la guerra di raf – rotta rsl appunto pcrchè favorernl e alla guerra. (Ciò. nnturnlmcnte. doJ>Oche l'Un io– ne Sovieti ca ern lnterYenuta nel conflitt o). Es..w si venne costituendo come forza a sé. ma il.i preu.o di romperla con Il naziona– lismo. Guadngnò qualcosa nel campo orga– nlzzntlvo, ma perse molto nella rottura col movimento nazionalista e qulndt con l'osU– l!là. suscllMa nel membri di questo mo– viment o. Oggi ln Indln 1I comun ismo si con– trnp pooc decl~nment e al nazionalismo. Può creare disordini e dare parecc hio fasti dio In certe w ne, sfa lnd ustr mll che ai:i:r!cole, ma anche In que.,to le sue possibilità sono limita te. Ora il problema che ~1 pone ~ ques10: fln dove Il movimento nazlona lhta può arrivare a risolvere alcuni dei plu ur– genti problemi economici? se non cl riesce, na tura lmente .ciò rapprese nterà un lncorag:– gl11me11to per le Idee comunis te. Se mvece cl riesce. il comunismo o le Idee comun~te in India perderanno molta della loro m– nuenza COUS INS LEl CONFIDA dunq ue. Eccellenza, che l'e\"oluzione naziona le dell'India si svolgerà ad un ritmo che renderà J)()Mlblle al pa~e di resl.stere al comunismo ed anzi di pro– durre quegli anticorpi che, a luni;o andare , potranno Immunizzarlo contro II comuni– smo? serne Il costo, ma una cosa è certa: eMR signific herà distruzioni su vastissima scala e potrebbe essere un a guerra di lunghiMl ma ~~rftr1s~1 t~~~~~a1!~ ~i~ 1 ~1l'°1t~e~~mT~~j vittoria o di pace , ma piuttosto In termlnl di quello che sarebbe o stato del mondo dopo di essa Da questo punto di Ylsta essa è la brS: N~il!r~c::tiert~1 s~~ ~:i~f 1~n~ er h".:'t:t~ ~ :n~c~~~\~ 0 n~/1~f~it1c~~\1: 0 :: capacità per limitare ht guerra ln Corea. Se una gran parte del mondo riuscirà. a rima· ner fulro del connltto. forse potrà contrl- ~~~~to" n:nei;:;;~~ 1 ~k~1/~~:~1i:n~~~r di COUS I '5 CERTO, non v'è dubbio che , come Lei dice, I popoli di tutto Il mondo desiderano la pace . Ma la dei:lder,mo a.nche tutti I gover· ~~n~~I Em~!if°~~m~u~t~~!~~~~~: ~f/eW~~: mente. ad esempio. le Aggressioni? Non si deve forse In gran par te a questi due fat – tori quel timore di cui Lei parlò l'altra \'0ita? NEH.RU POSSO racc ontar le ln quale clima è avve• nuta la mia preparazio ne? Quand o Gandhi l~!tlt i~tt~u~of~ ~a e 1 ~o:t~ t:-bl~t:u;a~~ et fim perla'Jismo brit annico •· Gli Inglesi ave– vano a loro disposizione tuue le rorze ar · m11te, tutta la macchina statal e, tut te le ri– sorse. Noi non 11veva.n10 nulla . se non le nostre nude mani e, se \/UOle, una certa forza spiritu ale. Era piuttosto curioso che egli cl dicesse • Non abbiate paura • e che Jo dicesse non ta nto a gente come me, quan– to al povero disprezzato lavoratore del cam· pi, che era sempre stato .Preso a calci da tutti. Eppure, strano a d!Nil. qualcosa del suo messaggio non andò perdut o. e noi cl li – beram mo del timo re e prov nmmo un gran sollle\'O. Infine, come Lei sa. è stato In gran parte atttRverso la tattica e I metOdl di Ga ndhi che abbiamo ottenuto la nost.ra lnd lpenden– tR. Ora , forse non è possibile applicare esat· tamente alla situazione mondlRle questo stes – so par agone. polche le condizioni sono dl– ,·erse. ma ritengo che fondamentalmente cl slò;1J 1 ~ f1'::io~e s~1~S: ;8~:c~~~unque iblioteca Gi· .o Bianco I paesi più forti ha.nno, non già. paura di un qualsiasi Rltro paese, ma delle conse · guen ze di quello che potrebbe accadere. Ed lo credo che l!e cl fosse possibile diminuire Questa grande tensione e angoscia. ciò rap– presenterebbe di per sé un grande gul\da – gno e cl offrir ebbe qua lche possibilità. qual· che occasione di lavorare plu concretamente per la pace. . Vorrei perciò suggerire che Il primo passo ~f;~~~~e ~ ~eo!ff~ 1 \~ J ~~f~e t~!~f i~ei~ te del popoli e nel governl Non posso sug- i~ r~!~ ur~~~!~~;,tv~Fch1is:!ò d~ l;-~:e!i~ u~ circostanze è dal passi da prendersi In rai, porto alle circostanze. Ma se tale è Il nostr o obiettivo, dlmlnu!Rmo questo timore e que• sta tensione. Ritengo che ciò possa farsi e sono affa tto sicuro che la reazione dei po– poli sarebbe di straordinaria impo rtanza . Al· lora Il secondo passo diverrebbe subito più facile. Ecco perché eravamo desiderosi che la questione della Corea venisse risolta, se possibile, rapidame nte. dato che per Il mo– mento essa rappr esentava IR causa che più ~'!'Ì:!mo~~~1tr.'~v~1tf:~ta;oers!dariche a;~i-:ca:1~ mondiale. COUSINS A PROPOSITO della Corea. ora che la posizione militare delle Nazioni Unite sem– bra essersi sta b!llzzata e che noi sla mo rlu· 8Citl a riguadagna re Il terreno perduto, cre – de Lei che la possibilità per le Nazion i Uni– te di arrivare alla pace In Corea sia mag · giare di quanto non fosse nel dicembre scor– so, quando le nostre forze venlvnno ricaccia– te verso Il mare? NEHR U m~1to~~~TOtare un~! 1 b~~fla ~e ::u~~~ ra~ Ma Il ratto ronda.mentale è che una vera soluzione del problema coreano o di qualsiasi altro problema In Estremo Oriente esige che tutti I var i paesi geografi camente intere s· satl siano d'accordo. Qual sia.si altra solu– zione, per esempio quelll\ bnsnt n sulla forza ; 1 g~~~e,po1o~o1~tl~~!r/e:: a8:t~~~r! 1 :è r~~~~ blema militar e e rlsoh•crlo. CO USINS ECCELLENZA, negli Stati Unltl alcun1 giornali hanno prospettato qualche dubbio sulla Sua politica di ncutrl\mà nel confron– ti della gencrRlc e crescente ten!ilone tra Oriente e Occidente. E" :-.lato rilevato negll Stati Uniti che l'Indln oig! 1vm è vera– mente neuLrale, ma piuttosto orientati\ vcr,o la Rus.~la e Il\ Cina. Le rincrescerebbe di rare qualche commento In pro1>0S1to? NEHR U LA PAROLA neutralità, ovviam ente, non è la parolR esatta per definire la nostra po– litica. Normalment e Il termine ncutrnlltà si r, uò usare soltnnto in contrap posizione a bel – irernnza In tempo di guerra . In tempo di pace la <tuest ione non si 1>0nc. a meno che non si pensi !\Cmprc in termini di guerra. La. nostr o. politica è semplicemente questa: de· slderlamo t:lucllc::ire ol(nl problema In bl\SC Al suol meriti e nlle clrcost:mze del momen– to e quindi de<:lderc che C0Ml rltcn lnmo sia meglio al fin i della pncc mondlule o In vista del nostri altri obiettivi. Ripetutamente, In seno alle Nnzionl Unite o In 11ltrn sede, nb– blnmo llJ>)>Of,:glnto col \'Oto o Incoraggia to una certa politica che o.dalcune nazioni pia– ceva e ad nitre no, e viceversa. Noi non comprendinmo . o per meglio dire compr en– dlnmo , ma non voa:llnmo ndottare una po– litica o un atteggia mento contro un deter– minato pae~e unicamente per Il principio di es.sere contr o quel pnese. Quc.!lto non signi– fica giudicare una. pnrtlcolnrc questione !n base nl /'i\10Imeriti, mo. piutto sto In base al presupposto di essere contro un deter minato ~!esi':i ocf~~~ ~:1 ~a~t~ 1;~.~l~~;~~~os~~~~ r:rlt.erl nffa tto diversi dl\l nostri. Non abb ia· I.'incant o del serpente mo alcun desiderio di Interferire negli affari interni della Cina e non vogliamo che la Cina e non vogliamo che la Cina Interfer i– sca nel nostri. Penso che Il popolo cinese e quello Indiano, a prescinder e dal plù re– centi sviluppi , hanno nutrito per un periodo assai lungo sentimenti molto nmlchevoll nel collfrontl l'uno dell'altro. Penso che, mal– grado I mutamenti, desideriamo che questo rapporto conti nui e non \/0gllamo tare alcun pa.sso che J)OS.'itl suscitare o&tlHt.à fra questi due pae..~I che hanno In comune una frontiera di ecceziona le lunghezza e che Intrattengono npporti scambie\'oll per lo meno da 2000 anni se non di più. COUSI NS FA DISTINZIONE fra Il popolo cinese e li governo cinese? NE HR U NON In questo senso, perchè ritengo che nel momento attuale Il governo cinese rap – presenti largamente la gran de maggiora nza del popolo cinese. Non saprei dire se tutto. Ma quel che volevo dire è. che rondamen – t.almente I cinesi sono !'Itali semp re Influen– zati da sentimenti amich evoli verso l'India . Quale possa essere la politica del governo cinese - e come tale politica 1>0ssasvilup – par si - è un'altra faccenda, ma non vedo alcun motivo per cui essa dovrebbe svilup– par si In man iera ostile verso l'India. COUSI NS COME si 1>0trebbe. Eccellenza , &tRblllre nel corso del prossim i anni bC Il governo clnet.e abbia o me:10 l'ap poggio del popolo? NU ÌR U LEI dice 1 proSSlml anni. Io non so queUo ~ne i1rì':\ràa 1~~ll t~~IP ~~~~lfo ml~ d~~I~~= convincente che l'attua le R0Verno cinese è salito al potere col pili lar go appogi::lo pos· slblle da parte del J>0polo In realtà, anzi. f1~ eècfiu~~pu~:to po~e:C\ècoe~n e!~~~~~:u~n~~ questo largo appoggio. Altrimenti gli sareb – be st nto quasi !mpoi;slblle pervenir\'!. COUSI NS CREDE che la Cina, con J"lmpeto che J>O– trebbe derivarle dalla sua rl\"oluzlone, ,po– trebbe volgere lo :,guardo verso l'Asia sud• or!entAle? NE UR U SAREI dell'oplnlone che quello che )n Ci– na nel momento 1,rcsenLe desidera più dl tutto è la pace per risolvere I s\lol imtneno:I problemi e consolidarsi. Pertn nto non ~ pos– sibile che essa pensi nd un'csuanslone ver~o l'Asln sudorlcntnle o In qualsiasi nltrl\ dire– zione . E ciò sul puro terreno dell'op1>0rtu- 11ltà. se cosi voglio.mo dire. E.<iSa è vincolata al proJ>l"iproblemi. Quindi non prevedo che ciò po~'I o.ccudere. Naturalmc11te. nelln più vasta J)rospctt.lvu della storia è dlnlcile dire che co~n J>Olràaccadere In futuro , che co:-.a una potente nazione J>os.c:n fare J>er qunnto rlg1m1·da lo sviluppo di tendenze espnn s.lo – nlstlche. E' molto lnteresso.nte In storia di quanto è avvenuto nell' Asia sudorientale ne– gli ultlml duemila anni . Durante questo co– si lungo periodo due grandi paesi, In Cina e l'India, hnnno sempre premuto l'uno sul– l'Altro nell'Asia sudorienta le. Ma. non cl so– no slJite guerre. Abblnmo avuto uno o due e!~~il~ ~)n~~:~-J)~~1il~~16ton;l1~~l~~~:=i~ ~= tale è durato costanteme nte almeno un mi– gliaio di ann i. COUS!ì\S TORNIAMO aU-Unlone Sovietica per quan - · to concerne r nr1?omento da Lei sollevato, J;:ce<:llenza. secondo cui la politica dell"Oc· cldente verso la Russ ia Sovletl cn nel primi tempi del regime si risolse nel determinare una grande nmnre zza In Russia . ?I.fa non ~ forse anche vero, Eccellenza, che alla fine della guerra , nel 1945, I sovietici rurono pie– namen te e cord lnllncnte 1ccolt ! dalle na– zioni dell'Occiden te? Certo a quell'epoca l'ant ico sentlmc1ito di amar ezza generato si negli ann i lnt-orno al !920 si era dissipato. Eppure , malgrado che nel 1945 r~ st&fa pienamen te accettata, la Russia decl~e di comin ciare la :;ua marcia sia ad oriente che ad occidente - Che cosa deve pensare . ad esempio , della Russia Il popolo cecoslo\'l\c– co? Suppongo che ben poche nazioni 3b– blano fntto più della Cecoslo\'acchla per rendere bene accetta all"Occldente la Rus – sia So\'letl ca. Che cosa ha da rispondere su questo punto? NE HR U NON ho proprio nulla da rl!iponderle su questo punto . Molte cose accadute neU-Eu- ~o~;c 9::~~~lri 1~ 0 ~ec 1 :slo~'~~c~l~ 1 . 1 1\ mfu~~~~ no profondamente addolorato . Non voglio i;ccndere a questioni di dettaglio, ma pen– so che questo particolare tipo di svilupp i è un male per ogni pae..,;e,Ma quel che ml turba di pili è che es.so è un mAle anche nel senso più vasto della parola . Vede. dato li modo In cui Il mondo è oggi costitu ito, nessun pae$e e ncMun popolo può fare a meno, diciamo . della fotta delle armi per la propria difesa . protezione, sicurezza e via dicendo. Clonono.~tante , lo sono fondamen – tal mente convinto che la rotta delle armi ~~jì•u~ 1 ~ vech 1 ~ei~~nht 0 :~~~;c, E~~~h:P~~~ la morte . Ero In Cecoslovacchia nel 1938, a\l'epoc:i. della crisi del Sudctl , e tutte le mle slm– paj.\c andavano nl popolo ceco.'llovacco. Fu per mc un grande dolore , 1 edcre allora che ~~~~1cr 1 :\~ 1v~~~ngn~g~~d:1;~;/gl~it: 0 su:c:~ : te e cadeva nelle mnnl di Hlt:cr . e lo ste1-~o dolore J)r0\'0 oggi, perchè nuche o~p;I quel popolo deve . affrontare gra\'I difficoltà . Ora ~~IC~tOt ~?e ,d~1?criri;;gn u~:li-t~Ol\~;~~nesoru~ zione magica. Bl~ognn nppro!ondlre II fe– nomen o e trovare le c.'IU1'e prime. E' oggi evidente che nlcune delle Krandl nnz!onl del mondo .!l<)ll0 cosi oi..~c.<;.,~lonrate dnl timore di quello che J)Otrcbht necnderc. dell'nv~rt:<1· None ccc., che \'J fil pre1mruno, col rlsultaL-0 f~ 1 ep~~i!~~i~~ènl~\a " 1 g1~!rf:e~jrf;~n~lJ~~~ Forse anche qualcuna delle ~te~e aru::res– ~lonl è cs\\lsatn prnprlo dal timore che l'a_l– tra pnrte possn n~umere Il predominio m quella ,zonl\, E ciò non i! meno di certo a una w 1u1.lone pactnca COUS I NS TORNANDO a.Ili\ C{'cosloVacchia: con– \1fene U!I che nl'l 1945 e 1946 Il mondo Na relativament e libero dal Umort?? Qaall paf · l ritlene avrebbe ro potuto esH•rc com1ilutl a quell'epoca 1>erevitare il colpo di Stato In c ccoslo,·acchla? NE II RU tr~~: cmirc1\t\~r:~~èd~~?laE~~~ude1ì~e~~~~ ~ rn molte co:;e sono nccndutc, l'una concnio – natn nl\'nltrn. L'unico pn&'o fondamental e sarebbe stnto di portare !"attenzione mondia – le ad aver meno timore dell'aggre~lone e me~ no timore di unn po!.f!lbilc i;;uerra, orlentRn – dola. naturalmente. verso Il costante tentl'\– t!vo di trattare que..~t.equestioni In 5eno alle Nazioni Unite o con altri znezzl efflcncl. COUS INS IN conformità di questa sua ultima dlchln– rRzlone. converrà, Eccellenza, che la migliore speranza di pace per li mondo sta dunque nelle Nazioni Unile , tanto per tornare su un punto già esaminato In precedenza nel cor60 della nostra discussione? NEH RU Quando Lei pnrln delle Nazioni Unite al– cune lmmaa lnl si J)rcsentnno l\lln mia mente. Una di e,;se è Il grande Ideale che ha lspl– tl\to, che hn dnto "lln Rlle Nazioni Unlte. Un 'altra è lit .,t.rutturn dell'orgnnlzzaz lone, e cosi .,,la. Ritengo che tutte que11tecose siano fondamentalm ente non solo nobili. ma essen– ziali. Ma ciò non l'lgnlflca che lo approv i lndlscrlmlnatnmente tutto quello che le Na – zioni Unite ranno. semplicemente perché si trat.ta delle Nn:i-Jonl Unite. In realtà , ciò 11011 ~~~t:i~tJ 1 ,~~~~<;i ~]l~c 1 ;i:~t~~~~1!~1~~~~rcah~e; :: conforme a quello che si voleva che fo~ e. Quindi se si vuole che le Na.1lonl Unite siano ~g~~ 1 i !~rFt i'~~d!1;-;m~h 1 ! dsgt~te ~r~~I I~~ tere che 01,erl sulla ment e e sullo spir ito de– gli uomini - occotrc che e~ e fun d omno In modo npµunto dn Influenzare In mente e lo spirito degli uomini. Orn se le Na1.ionl Unite non lnflucn znno In senso positivo la metil. del mondo, non sono le Nazioni Unite o ~~~ ~::'ciern~~~d~ ~~~ 1 ~:~!fr~1V1~a~larw Del reslo anche ~e vi rlu1icl.s.,ero, Il risul– talo di ciò non sarebbe l'Ideale democrntlco. ma unn. fon a di dittatu ra mOltare su tutto Il mond o. Eppure, è assolutamente lnevlta.• bile che un qua lche organo :ml tipo delle Nazioni Unite sl prenda cura del mondo nel senso plu vast o, non tnn to nel scn.so coer– citivo. La coercizione può in definit iva essere escrcltat.a soltanto nel confron ti di un pic– colo delinquente , Ml la società crede ln certi fondamenta li principi morali. Se tali prin– cipi stessi vensono sfidati da gran parte della ,;oclet.A. si produce un conr!ltto. In deft– nitlva le Nru-,Jonl Unlt-e debbono non 60lo essere , nntur alment e, unive rsali , mn debb1.1no anche, come dire , privare In cert a misu ra le .. aa re nazioni di alèunl ru;pettl della loro j~~di ~~tàm~;~ll lcerne u~ov:~~enr°nos~ ~g s,~~: (plttt:ra indiana) nel scn60 plu vasto del termine. Il mop do odierno è un curioso miscuglio di un certo grado di unl rormltà e di molla varietà, molta varietà nel senso che coesl– l!t.ono dlvcr&e tradizioni .!.toriche, &i.sternicul– turnll, modi di vlVerc e condiz ioni econo– miche. Alcuni pnesl sono molto nrretratl , I~~~~ di~\\~. ~o e·t~~~e~ 1 1\?er:~~ ~? e~~~ cu:turale. R\u,;ciRmo nd avvicinarci maggior– mente gli uni agli altri grazie ni rap 1dl s1~tem1di comunicazione, mezzi di trasporto , e<:c. M {\ rimangono differenze sosta nziali , come J fattori rau.ln ll. Che co~a tare di fro nte a que&ta varietà di elementi? Non è bene cercare di renderli un Uorml e di lrregg1mentnrli. Tutto si rl.!.0lve dunque a questo: dare. nd ogni rorma di vita In maggior Ubertà pos– sibile di s\/llUPJ>.arsl secondo I propri pri n– cipi, fnvorendo ove possibile tale s,•Huppo ?enza troppe Interferenze. cercare sempre dt comprendere quella forma di ,•lta e natural – mente, non Interferire In es..~ nè con~en– tlre che es..-.a lnterferL'ICa nelle altre . Cloé, nel mondo quarè oggi dobbiamo o.dottare il principio di ,•!vere e lasciar vivere, ma sem– prt? con una crescente collaborazione che po~M gradualmente lntegrnre sempre più le varie parti del mondo. O1?1Ji tentntlvo di Imporre con la forza que,;ta integrnzlono porta e non pub non 1>0rtare ad una formi\ di dlttl\t.ura militare che ~arebbe dannosa da molti punti di vista e soprattutto dal punto di vista •dello svUuppo dell'Individuo o del gruppo.

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