Fiera letteraria - Anno V - n. 52 - 31 dicembre 1950

Oom cnic:1 :.il U1crmbrc- l!J:,o cono:.cerc In noblllò del vero l' umnno ~ n– tlrc che si nn~conde e11ctro In m1schcrn di ciò che purLroppo non è. Cost quel ~nt.o che per ~ nldnrt" un uomo mtir!Z'dto i.;ll H corica \'lclno e lo :.calda col proprio alito :.ull;:.bocca letldtl pe1 Ull orribile mule . e lo sono pcrsu~ che egli cosi na:t tuccndo violenza e mentendo o. Ht stesso, per un sentimento d'nmoro lm~togll dnl dovere, per la penitenza n cui t.l era. costretto >. ciò che rumulla nntum.lmente, per Ivàn, n't para gone del messaggio divino, In bellez.zn del gesto. In modo più generale e sot.Ule se– condo l'essen7.n dell'umano. natura, ma ' non perciò meno nmnrn, la resistenza dl clasc un uomo a erlcon0&:;:er In sorrcrenzn di un ni– tro Ccomese si trnttassc di una dignità ) •• salvo che non sJn e una sorrerenm umi– llantc , che ml nvvilLscn, come la fa.me ; ma. una. sotferenza un po' più: elevata, per una Idea, ad esempio, ben dlfflcilment.c l'nmme~ t.erà. perchè forse non mi troverà, runr – dnndoml, la fncc.la che, secondo la sua fan– tasia, dovrebbe aver l'uomo che sorrre per una simlle ldta . Ed ecco che egli subito mJ prl\'n dei suol beneflzl, e nlent'af!a.tto ma– gari per cattl\'o cuore >- Dal che derivo il paradosso che I mendicanti e non dovreb– bero mru mostrarsi , ma chiedere l'etcmoslnn per mezzo del giornali •• che tutto dovrebbe ,wolgcrsl « come sulln scena, nel balletti, do– ve l peu.en tl si presentano in cencl di seta o merletti laceri. e chledono la carità dan. umdo grazlo.,.amcnte•: un paradosso, mn non maligno come nel Sottosuolo, ancora distaccato e nmaro, pcrch~ ciò che lo nutre In Ivan non è il dlverttmento verbnle onde Il pensiero si traveste allo scopo di mrutgna– mento strazlnrclsl, ma sempre e soltanto la nostalgia che le cose non siano diverse da come sono: e il paradosso è debole schermo nll'amnrcua del cuore. Volete rlprovn delln qualità non Ignobile nè maligna delle pro– posizioni'di Ivàn ? Come ricorda Aljòsa, a,na. loghc osservul onl sulla. debolezza dell'amore umano furono. J)OCO innanzi net libro, dello it4rez, ridotto alla plù elcmentnr c cspresslo– nc nello scherzo amaro (citato appunto dal– lo stàrez) dl colui che poteva. fanta.st !carc e l'appa.sslonat,o proposti.o di servire l'uma• nltà >. capace forse ftnanco dl lasciarsi ecro– cifiggere per &11 uomini (...), ma intanto non ml sento di vivere con nessuno per due giorni nella 6teW\ camera>. Vero t:, aggiunge AlJòsa. che tal era 11 caso, per lo st4rez, deli~ persone enon an– cora spcrlment4tc ncll'nmore •: ma sc è In posizione e eucltden • cU Ivt\n che lo rend e, tanto solleeito nd ammirare quell'amore. altrettanto a dlchlarnr lo eun mlracolo sul– In terra> , il ricordo delle simili parole dello stara è Introdotto a questo luogo per 60t– tollncare , della posluone dl Ivàn, ciò cht la nobilita e l'Innalzo. come an.s!oaa esla:en– ro nel senso stesso di Dio. Similmente, la sofferenza é Incompensa– bile per Ivàn anche In coloro cho ehann o mnnglato il frutto proibito e conosciuto 11 bene e 1J mule, e sono divenuti "simlll a dèl" •; perché, e cho armonia è mal Qucata. se c'è l'inferno? • Anche su questo punto, badate. lo st4rc: pensa come Ivàn, quando neg11che cl sin.no pteeatorl per cui 1 non 61 debba pregare. nemmeno t suicidi: e La ChteSd In apparema Il respinge, ma lo pe.n.sc • m:I segreto del mio cuore ohe al po– trebbe pregare anche per loro. Non sarta mal l'amore n Irritar Cristo. Io ho sempre ncll'lntimo presnto per costoro (...), e pre– go ancora ogni giorno •· Se per lo stdra cl 1011 dnvvero 1 maledettl , son quelli che e si son maledetti da sè, avendo maledetto Dio e la vita• · e martiri volootarl che l'inferno non riesco a saz.1are >, cioè gli orgoa:U~i; essi e si pascono della loro rabbiosa super. btn, come un o.rro.mato che si metta nel desert-0 a succhiare il proprio snngue. Insa– zlablU per l'etcrniUa, rifiutano anche 11 per– dono e maledicono Dio che 11 chfama •· Ma per!Jno per tMJ dal cuore dello st4rcz non ~ orga la maJcdlzlone, bensl angoscia e flt.Ut)Cfntttl pietà. come si vede oell'immaa:1- ne del dispernto che sl succhla U sanaue per fame, e son essi Infatti che rifiutano Il perdono, Dio non 1l respinge, anzi li chiama aJl'ct.erna nrmonla. Sennonchè, cltJ, ))Uò consolare In qunlche modo le obiezioni di rvàn contro la sorrerenza degli adulti che manglnrono Il frutto proibito: ma qua– le perdono compeuscrà la sofferenza dl co– loro che non ebbero bisogno cU castigo e non hanno bisogno di perdono, 1 pargoli che e non hanno mnngl.nto nulla o aono ancora senza colpa alcuna? > Batte qu! Il seeondo argomento di Ivàn contro Il mondo di Dio, sulla sofferenza degrtgnarl di colpa; nntlco tema di Dosto– jevsktj, quello stesao che fu net Dtmonl l'eplsodlo della bambina stuprata, cho più !Manzi, nel sogno cU Mltja, è Il c1tt1no ohe piange; t.omato qul (come sempre, ma qu! con evidtnm testuale) Ulustrazlonc dl un sentlmento-concett.o che gll preesiste, - metaflstca nascita se altra mal, - 1n UDa collana. dl esempi, per aneddoti. Anche Ivàn infatti , come tlltri personaggi dl Do– :;tojevsklJ, è e un collezionista d1 rattere l• Il >, non di tutti, di euna certa categoria•· raccolti dal gtornall o dovunque gli càpltn , « e ne bo già una bell4 collezione •: da cost lungo tempo ama esercitarsi n con• templlll"Cclò che gU duole. Alcun1 di que. sU fat terelli son to1tl dl peso dal Dfarlo dt uno scrl.ttor e, colà intesi n un interes&e • bOClale • che soltan to qui svela. che cosa celasse ln errettl ; a.Itri sviluppano nel sen – so di Ivàn qualche nccenno che nell'JdlOta crn raccontato nel senso del principe Mys– kln ; e non i;arà caso che ritorni anche la cavallina. frusta ta, cosl viva e palpitante nel sogno dl Raskòlnikov, dove certo non avrebbe patlt.o richiami di fonti letterari e, ma qui ridotta nel limiti della citazione dal poemetto dJ Njekràsov. Non serve tut– tavia Il richiamo letterario a rare che co• desti esempi siano dnvvero e soltanto ue m• pi di un sentlmento-concet t.o che loro pre. esiste: nemmeno serve a mettere una mn– schera tmpuslbllc sul sentimento di lvàn; l'Ironia a rtor dl labbra, che poteva spin• ger.:l tes té fino all'aggraziato paradosso , dl\·enta come una besummla masticata fra I denti. lmpetuo~ sarcasmo: eMa non s1 t.ruttn rhe d'un cavallo, c i cavalli Dio cc u hn datl per fnistarll. Cosi cl hanno sple– gnto 1 tart ari, che come ricordo, cl hnn re– gr '1d,O 'O Kn ut • Qual'e dunque dn un esempio all'altro u mou, o 16Piratorc dell'antico tema ln Ivàn? Non :a pnr edpt dlspcrazjont di Raskolnl~ kov neanche li rimorso di Stavròghln al r:lt,•rnante ranta.sina della sua vlttlma: d.1- l'!taccato luJ in peno na dal casi che con– t1;>mpla,11 5tntlmento di Ivàn non è meno crntulto, ml1,tlco, di quello che proverà MltJa per Il clt.tlno: tanto sapientemente 1•1,:,:ah_• struttura del Frate lli Karani4zo v, fuuo di episodi e separati >. l.n realtà è co– me un g1uoco d'cchl che rimandano sem– pre la stessa nota dall'uno nJl'altro, e 1101 Il diverso dilP"ndnre rlel tono la fa ogn i volta come nuova. pur fermo ti senso di rl11:p, .denze suggestive e segrete. che da no~ tn n nota creano un'Indistinta unità. Vl– t.reo e a!:oSOtto. quel motivo appore dunque In Ivàn. oltn• quelln. fissità di gelo, pros• simo in qualch~· modo nllo d1s1,eruzlonc d1 Rtikò lnikov, ma plu duro. torvo. pcrchC senm posslbUnù ct1 rl5oh•ersl. sia nella. qun– lunque azione. di vendetta o di pentimento come in Raskòlnlko,·. oppure Idoleggiato soltanto come In Stavr()ghin, sia nella dol– cezza che l.n MltJa l· come l'nurora dello estas.l che accompa:Jnh l'amore attivo • d1 Aljòsn; e lmpedl'-CClo .sfogo del pianto il cattivo conforto di approfondir e v!cppiu lu LA F I I·.R \ L L T T E R .\ 1 I \ ,---- - l tJ~ i j} tlJKI A LU U~ t\'11(.JH; LJ ~ * Do st,1e •·sk i,j l' ag. 5 (Un romanzo è op era di poes ia) ISDl CC »1·:t CAPJ.'fOLI : qu~ lo libro li Oc Mlchells :-.llchells: e Un romanzo è opera conduce una leltura dl tutto Anr ,·tnt'annl - (llrlche) di J)Oesia >. DostojevsklJ, da e POvtttl Mll11no, A.lpee:, 192'1', Parte Prima: Do!>toJen klJ gente> al e Fratelli Kar.i • Ad:amo- (romanzo). Primo ca~~~~e I - Primi roc• ~e~ft' poe"J~. ~~<L ~la~': :::~~;, 1:!':na0 r:' A~~~t~ conti mri che hn espresso lo sue cru , 1945. Capitolo n - Due romnnzl ldce per 1mm:1glnl e non Burfe - (novelle). Premio umorlstJcl per tmtu1U; tormentoto uo• F-rncchla dtll'c Itnlla Let- Capllolo 1n - lt.lcordl di mo. mn. che Il suo tormento temriti > 1931, Vlcenza, unn CU3. di morti comJ)OSC In ritmo e fl&Ure, e Jacchia •• 1931. Capitolo IV - Omlllau e n6 più né meno di tutti g:IJ Tradus.lone d e 11 e Eclo; he offesi nitri poeti: manc1wa In cl- di ' 'lrrUlo - vtcema, Capitolo V - Mtmorle del retti, -5e non per accenni, eJncehla >, 1931. sotto.."J.tolo nella straboccbC\·ole lettera- Distacco - (novelle). Mila- Capitolo VI - Delitto e turn dostoJevskla.nn, una rl• no, « BomplaDI •• 1931. castigo cerca. Indirizzata a W.I fine. Del contenuto e di allre Pnrte Secoudn.: Jtullllatt • Mn In rlccheun del S&§Ul: lo cose - F'lrcou, e La. Nuo- r.alllà del De Mlchells sta nel fat- vn. Italia• • 1935. C3pltolo Vll - Il gioca- to che, per fnr clò, cali non Sanl o .su Ton.i (Dal fram- tore respinge né Ignora li e re- mento al romanzo} - FI~ Capitolo vm - L'ldlOLll Sto> di queU'opera cosi dtn• renze, d .,a Nuova Italia>, Capitolo IX - L"etcmo ma• sa. di pc~ ero e di umani• 1938. rito tà; soltanto, egli tratta quel Urad:1. Deledda e U dce&• Pn:-tc Tena: Il bene e U cresto• col rispetto, mti al- denllsmo - Plttnu , e La male tresl col distacco, con cui Nuovti Ittilia>, 19S8. g:~:~i~ ~I - _ 1 t,~r:Jgi~en te =/ ~at.u!5!te~I~ :id e 01 :; L'arte del Verp - Ftrcme, · Cnpltolo XII - La mite opera di poesia. dove trovi e La. Nuova. It.all:u , UH.1. c n: ~~~nà~IvU - I fratelli ~l\~ ,·~a~o~l.trovl la de1lde- 1 l~t:~~~ Conclusione Ordhmzlonl a e La NuO\'a Sonetu per Ctsa rtno e allre Glusuncatlon e e blbl!ogr 3 r13 Itnlln >, Editrice, F1renae, poesie. Per la prima volta In Allre opere di Eurfalo De Jrultnionl . P" ·9!J• (J-70 - Li 'l•C Jl(J()(J NUO\,.Al'l'AlilAElll' 'lllt:lì . IIHlì~Z~: · P.zzalndi11endenza 29 Cristo si alacc;l dalla croce, a auc,•Jare le liOUcrcnze del b2.m bini 1 ,o,·erl (Interpretazione di Oscar Kok0$Chka) !--l>lj s·nppunta, su eia unn pnrLc contro In Ch!e~t di Roma dnll'n!tra rontr o 11 lutcrn • ne.simo. 111 ronna mmo n · l> en.st, mit. :.Oltan – to perchc quc~t"ullnnu gmndcggm meno 1>er lut 1..-omc nemico du abbattere : uon o C0..'-0, l>l'rcn, di In dulie sue poH7JOnt J)Oll– tlche l;mt anche co.~lH. quella polemica e connntarata .illll partlcolnrc /orma 111ent1:i cli lui, e.stremo In tutto, e perciò. quanto alla 1'Cllglone, ml!.tlco. Posizione polemica tuttu\'la, poe1lcamente difficile, Jlercnè non più espressione di un Impulso dell'anlmn o tu per tu con re stesso: e quel certo lm– bn.razw d'autor giovine. onde IvAn comin– cia Ciu!ltlfic..'lndo In forma del suo pc,emn con richiami alla rormn del medioevali misteri, è Il tenta tivo dello ~tesso Dostoje,·sklj di al– lontanare dn ~ l'opacn materia alutnndost n vederla come scmpllce mate ria della for– ma. In cm dovrebbe rlwlversl. In pnrtt co– lnrc, gll accenni di Jvàn riguardano eun poemetto monostico cccrtnmente dnl gre – co) >. facente parte dell'antico. tradizione russa, dov'è descritta In Vet'IJlne che S1 muove n pietà del danno.ti all'inferno, al– cun! completamente ,:ommersl In un lago di fuoco senzn ma.I poterne riemergere: e "Iddio stesso li oblln", espressione di sin– golare profondità ,.. rorz.'l>; ma anche di questi ultimi si commuove ln Vergine, per• fino dct carn efici di Gesù, perehè ndcs.!O sono soltanto creatu re che soffrono. PerclO ordina e n tutti I snntt, n tut ti I Mn.rtlr l, a Lutti gli Angeli e gli Arcangeli d'lnginoc– chiarsJ insieme con Lei e d'Implorare la grtlz.ln di tutti I pecrotorl tndist:lntnmtnte >. otttmendo infine da Dio la sospensione del loro tormenti per qualche tempo dell'nnno. Il poemetto, dice Ivàn, ha « certi quadri che non sono lnrerlorl per ru-dltozza n. quelli danteschi >; e l'Illustre richiamo , co– me In nota crlUca suUa rana di unn de– tt rmlnnta espre.sslone, come l'altro. &ulll\ derivazione dal greco. tutto servo n. lndl– rlzznre l'attenzion e ,mll'opcrn letternrln. co– me tale. mostrnndo di là. da un "Vetro,di– stante , I suol contenuti <t-utt:win gli stessi di cui si nutre l'anima di Ivàn , dentro e fuori le ricerche en 1dlto) : mostrando cioè l"angolo visuale In cui Idealmente dovreb– be mettersi l'ascoltatore del poema che se• gulrn. E' un tent.ntlvo. meno ancora, un'indi – cazione; ma 1J cran colpo d'ala che stacco. dalle 7.0ne ragionative il poema di Ivàn' nel punto stesso che npre In via all'acccn- primo, do.I Glooolorc a L'eter– no 1narfto 11 secondo, da I cte– monU a I fratelli Karamazov l"ultimo , I titoli, cl avverte U consapevolezza che pla.ogero è inutile. <Non 681 pcrchè dico tutto questo, Aljòsa? Ho mal cU capo e mt sento triste >, cosi pun– teggia lvAn in brevi pause lo. sua raccolta cU aneddoti, o proseguo e con un'nrla stra – na (_,), come 1n uno stato di follia•• e CO• me se non avesse udito U frate llo>. Anco– ro: eIo non comprendo nulla (_ ), o non vogllo ora comprender nulla. Vogllo tener– mi ai ratti . Da un pezzo ho deciso di non comprendere. Volendo capir qualche cosa. ecco che subito altero 1 rnttJ, o to invece ho deciso di tenermi ad essi... >: parole convulse, di WlA logica che a. tono. di vo– ler essere logica è solo balbettio e t.or – ment.o: e come vaneggiando >. Ma. precisa nel vaneggiamento permane la dlreztone nella quale esso opera, cioè In volontà di autoatraziars i In cui sfocia la breve oasi di dlsten.s!one npertnsi dentro di lul dopo Il coUoquto con Katjertn n; una ,·o– lontà. eccitata, frenetica , come nccndc n chJ per lieve urto esterno esce dnl torvo mu– tismo dove si rode; e- tale volontà g:11 si moltiplica e 1n una specie d'cntusta.smo > per 11 senso di venire straziando 1n pali tempo u fnLtello che ascolta.. cosi al prin – cipe di Umiliati e offesi, a Raskòlnlkov, per confes.saral occorreva un interlocutore, non cl.ntco, Jngcnuo, del cui strar.lo godere. « Io tl tncclo soffrire. AlJòsa, tu sembri fuori di te. Io ml !ermo, se vuol. - Non fa nulla, voglio sorrrlre nnch'lo, - mor– morò Alj òsn :t. Cosl lo trasclno, pnlpltant e, fremente, nella propria febbre, fino al più lca.sttccr degli nneddotl narrntl, nuovo se no In quanto ripete. accentuando lo stra – zio, l'inseiulm ento del btunblno da parte dl Makslm Ivànovtc nell'Adole.tcent c; COI• pevole questo come l'altro di un llcve ma– lestro, subito eccitando nel crudele padrone la trovata di un castigo che 1ntratte na:n Insieme 1 suol gusti di cacciatore e lo. sua tlrannla di poorono della terrn. o del servi, esercitata fino al sadismo. Per l'appun to, e è una giornata d'autunn o, cupn, fredda, nebbiosa, otllma per la caccio.>: n bo.mbino. spogliato nudo, e trema , folle dl terro re, senza osare un grido>: lo fanno correre, gli lanciano dietro 1 cant, è sbrana to su– bito come bcstlll. Intensa visione per quan – to è rapido., l'orrore vl si raggela e pur vi– bra nel rncconto tutto cose, o commento è solo Il flato corto dl Ivàn che lo mò– dula quasi di voluttà incalzando senza tre • gua l'an.sla; nè c'è contorto vlclno o lon~ tano dello 6gUardO di Dio, non la cupola d'oro di una chiesa come per il puplllo di Makslm Ivànovlc. e nemmeno la deserta tcona che strin geva al petto la e mite >, mo. tutti sonO' pronti e 05.5eQulosl alla \'O– lontà del padrone , quasi il luogo formi un mondo a sè, dove solo quella volontà sia misura del bene e del male: anche 11 bam– bino, che non osa un grido e obbedisce, anche la madre che sta 11 e dinanzi. o. tut~ tl >, impotente e present.e, priva di un qua~ lunque Dio di cui farsi sostegno per rlsta– blllre almeno ella coi gridi una diversa ve– rità , che di questa suoni condanna . ePn– re che U genera le sin stato intcrdett.o. Eb– bene... che blsogna\'n. fargli? Fucilarlo? Fu– cilarlo per dare una. soddisfazlone al senso mornlc o!fe<o? Parla. Aljòsa ! - SI, fucl– lnrlo! - di~ olauo Aljòsa, levando lo sguardo sul fratello con un pallido e con– vulso sorriso >. E' la. prima vlttorln cU Ivà.n. faclle vitto– ria, benchè suoni come frattu ro aUa legge d'amore, in nome della quale non basta n Ivàn anzi lo rifiuta , castigare U carnefi ce: eE ~he annonla è mal questA, se c'è l'In– ferno? lo voglio ti perdono e l'abbra.clo,non che si continui a soffrire >. Perciò nel pun– to dl tirar le somme del suo eccitato ra– gionar per nneddotl, di nuo\·o Ivàn si rac– coglie in se stesso, di nuovo eU suo ,·alto sl fece dl colpo molto triste >: ciò che gli è impossibile non è credere che w1 giorno, ln effetti , e la madre abbraccerà 1l carne – fi~. che fece straziare il rtgllo suo da.I can i. e tutti tre proclameranno frn lo lacrime: "'Tu bai ragione, Signore" >: eMa ecco l.l busWLs, è proprio questo che to non possn accettare (...). Se I patimenti del bimbi han servito per completa.re quella somma. di dolori che era necessaria per l'acqulst.o del· In verità, lo affermo fin d'ora che tutta In verità non vale un simile prezzo. Non voglio, insomma, che la madre nbbrnocl Il carnefice che fece dilaniare 11 figlio suo dal cwtl1 A. lei non è lecito perdonnr gh ! (...) Io non voglio l'armonia, non la voglio per amore verso l'wnanUA. Preferisco ·che le sofferenze rimangan o da rlscattare . Pre – ferirei rtatnrc col mlo dolore lnvtnd lcato e col mio cruccio inappa gato, anclte: .se aveul torto!• e Questa è unn rlvoltn •· dice AIJòsa e ~ mmesso e co ngll occhi n ter– ra•: o ribatte Tvàn econ tono pcnetrnmc , respingendo In 1,arola: eSi può forse vl– \·erc di rivolta? Oro. lo voglio vivere• · la– ~clando Incerto pero dove Lrovi QU.'llcow che concili In :.et.e di umana giustizia per cui rifiut a l'nbbrocclo fra In madre e il carn efice. con la :.cte di amore divino per cui vuole l'unlven-ale abbraccio, qualco:-ri che vincn In lui In rivolta cht Intan to i;oJ. ~ ~::i11~: :~!~. ed:!~ 1 i~tt~~l~l~e~~~ rUl~~li con lo scopo di rendere alla fine Celle! g:1 uominl, cU dar loro Infine U ri,POSOe la pace; ma che per questo sla necessario cd Inevitabile tormentn.rc una sola minuscolo creaturina. (...), e sulle sue lncrime invendl– cat.e fondare quest'edtflclo: accetteresti tu, a queste condiziont. di esserne l'architetto ? rispondi senza. mentirei - No, non accet– terei , - proferl. plano AljmQ. >. Dove per misurare un'altra volttl l'o.mnamcnto n cui è giunto 1n Ivàn l'eroe ribelle di Oosto– jevsldj, sl rlcord.t che nnchc Ro.skòlntkov chiedeva Il consenso dell'eroe wnllc, Sònjn, all'idea. bla.,tcma che era diventata. U suo mondo, ma. poteva ottenerne In risposta rolo dlsperat l dJnlC&hl; quanto al principe di UmUta.tt e ollùt , non cercava consensi , cercava. scandalo e orrore, o Stravc)ghtn era lui ad aderire col rimorso al mondo che li suo peccato negava. ~~:to po~~ c:1~ ~:'c:!1° drr~:~ 11 a!ern:i!; { compiuto del mes.sagglo di\flno. vtene com- 1 pluto bensl e per tl.nl tcrt:cnl, però nten– t'o.ftntto ignobm: nlent'atfatto, cioè, come se e tutto questo movimento cattolico dcaU ultimi secoli non sia In realtà. che scmpll– ce brnma d1 potere In \'ista solo dl sordidi beni >. Ecco invece che quel fini terrent sono tanto sotWmcnto eguali al fini divlnt. che quasi si COnrondonocon css1; infatti 11 tm dlmento viene ertcttunto per pietà- degli uomini: non del poch i elettl. del molti de• boli e qualunque, di front.e a cui 11 mes– sargl o divino si erge troppo categorico nel– la. sua volontà di A$!0luto, aggiungendo con Ia sua auster ità sconforto a. sconforto. e Saresti forse Tu venuto solo agli eletti e per gli elett i? >. chiede 11 Grand e Inq uisi– tore a Geru. ementre I resta nti milioni, numerosi come la snbbln del mare. di es– seri deboli, mn pieni d'amore per Te, non debbono servire che come materia per i grnndl ed i forti?> Como dal fondo della sua mlserla uwocavn per sè Marmelàdov, co– st 1a cura del Grand e Inquisitore si volge proprio a quel deboli, con noblle e umana sofferenza : c No, a. noi son cari anch e I deboli :t; infatti anche Il Grande Inquisi– tore s'era preparato In principio e nd en– trare nel novero de:l Tuol eletti, nel no– vero del potenti e del fort i, anelando o. "completare il numero" . Ma. ml ricredetti (...), torn ai indietro e ml unii allo. schJera di quclll che hanno corrett o la Tua opera> , t.:UJUALO DE 1\RCllEL JS Infine , n poema del Grande h iqul!i tore è l'np~onn ta dimostrazione dell'Intrinse – ca Jnnttuabllltà del messaggio divino; con w 1 prepotere ormal del roglonamento sul pathos, onde U temo. si contamina. delln vecchia. polemica dostoiescblana contro un certo determinato tipo di sedlcente erlstla– neslmo (quello del gesultJ, di Roma) , come raztonallsmo, soclo.Usmoe perfino ateismo. Olà sappiamo che questo. polemica si rial~ laccia. allo. posiziono sclovlnlsta. dl Dosto– jevsldj dopo 11 rltom o dalla Siberia, e che è lo. stc~ di ToJstòJ come russovlnna. ne– gnz!ono degl'1ntellettuallsml rnzionall in no– me del popola.re istinto; ma. meno coerente In Tol.stbJ, giungerà negli scrltti 6«'1111 di costui a. nuova. forma di razionalismo, per una. Iett ura nntlch!esasticn del lJbrl Sacri, conforme un libero modo che arrt va più. In là di Lutero . Non a caso invece Dostojev- (Val vol ume e DostojevskJJ >, La Nuooo Ital ia ed, Plren::e). OSCAR KOKO SCBKA - e Ehrens teln >, (1931) Il "Dostoevskij " di De Michelis A NCHE se fosse soltanto vero quel che 1l De Ml• chells scrive, nella. coo~ cluslono della sua lun– ga e grnnde fatlca (Dostoev– skij , Firenze, e La Nuova Ita– lia > Editrtce, 1950): cPuò dnrsl che 1l nostro esame sin ~ o.deÌo~sa~en:~ ~ punto volle essere 1l nostro wnlle (o amblz1oso) proposi– to: guidare ad una lettura di Dostoevsk,IJdal punto dl vtstn della poca1a • - anche so sol– tan to ciò tosse vero, - la gioia di chi abbia. in mano Il !i'~1:nb:., W b~ rfc 1 ftechfuft!~i imma ginarsl una guida plìl ac– corta , abile, delicata. e pene– trante di De Mlchells, del qua.le questi aggettJvl vogliono dare una caratterizzazione cho non escludo l'altra ch'egli ha dato di se stesso, umile cd am– bizioso insieme, cU fronte nl proprio autore. Mi si permet– ta di dire subito che rileggere Dostoevskij in compagnia di De Mlchells è stato anche per me, che cU letture critiche sul– l'autore de I frate lli K arama• zov ho un largo att ivo, un vero ~ ~:!°eh~. v::o~~lff~ ~ cl a\'Vertc già sul fronte spizio, con le parole stesse di Do– stoevskl.J, cbc e Un romanr.o è opera dl poesia >, s1 è trot– tato dl un godimento partlco – lnre, la scoperta cioè che egli mo.nteneva fede al suo autore , 5enza. \fenlr mai meno al prtn- ~~i0éo~mi~~ ~~ fc>1' :a:gf!7 e guldn fa.1 punto di vlstn del– la poesia >. Tutt i sappiamo che anch e ~a:ie;to:!n:1 ~:rev~m:e~ tutto Il narratore, l'art ista, U poeta ; mo.sappia.mo nnche che la critica dostoevsldann 6 fnt• ta per almeno t-re qunrU di :maltsl filosofiche che - pur Intendendo queste parole In senso Jarghlssimo - se non ullonta nnno dnl poeta, ne nl– tcrnno tnlvoltn U slgnl!lcato. E' chiaro che di fronte ad una J)ersonalltà come Dost-Ocvttk.U snrtb be assurdo rlnunzlnre 11 Intendere Il pensatore ctt den– do di Intender cosi meglio Il poeta; non è certa mente que– sto U caso del De Mlchclls, il quale di Dostoevskij pensatore :c 1:~lc~oio n~~ln~a ~uf 1 f ~ 1 ~Vl) profonde - .sfumat ure. anche se egli h1l letto il suo nutorc, e lo ra n noi rileggere, pr!ma di tutto come artista. Noi o.h– blamo già avuto ln Italia ri– lievi prezlotil In questo semo negli arti coli su DostoevsldJ del complnnto Leone Glnz– burç: e !!:peclalmente In quello i,ulln Clcm lclUi di Doitoev• akfj, In cui Il Glnzbur" nrgu- l hiunque abbia nella sua biblioteca qualche opera di Dostoev.~kij, potrà mettere tranqu il– lamente accanto allo scrittore il Libro del srw abile e delicato esegeta D I ET.TOR.E LO G ATTO tame.nte rlcordn\'a ln trnse dl ' Dostoevsk1j: e Io son deboluc• t· cto 1n ruosofin, ma non nel- •· l'amore per essa; nell'amore per essa son forte>; ma è pur vero che negli ultlm1sslmi tem– pi da noi, con le trad uzioni del libro famoso di Berdjaev La 1 •-a..i r.: com:ez!OM d' Doi toevskfj . To – rino, Einaudi, 1945), d1 quello meno famoso ma pur degno dt rilievo dello Scestov su Do– stoevik11 e Ntetz!chc, La filo– sofia dd la tragedia (Napoli, Edlzloni sclenttflche itali ane 1950), e in partJcolnre con In pubblicazione dell'ampio e orl- ~~:1t!nL~~Jel d~g~m l~ pensiero dl Dodoe vi klJ (Mlln – no, Mondo.dori, 1948), ci si è mossi, per ripetere le parole o.ppunt.o del Cantoni . eIntorno al temi principali della.proble– mat ica dostoevsklnna >, ed as– sa.1 meno intorno al problemi ~~11~:: =·1f g:1~~~· Non era impresa raclle quel– la del nostro critico, e l'averlo non solo affrontata. ma sost.e– nuta, è merito che poteva tro– vare ricompensa solo nel rlsul– tnto. Un merito tanto mag– giore in quanto la mnncnta conoscenza. dl recenti studi dostoevsk1nnldi co.rnttere fon– damentalmen te (se non t.otal– mcnte) letterario (ml riferisco al lo.vari del complnnto Bem pubblicati a Praga ), ha co– stretto 11 Dc Mlchells a per – correre da solo strode, dn al~ trl già in parte percorse, con un'esperienza. che o. lui avrebp be forse rlspnrmiato qualche passo pH1 faticoso. Ho detto forse, perchè non è do. esclu– dere che proprio n questa maggiore indlpendenzn della !j\la rntlcn !o.I debbano molte delle p.'13lne piu ardite ed orl- f~n~~~ :f 1 ~ff ~;°n ~~lf ai~;~ : nl stessi di Oostoevskl t1Ipro– pri problemi :u·tli-.tlcl. lo spunto 1>er lnt.emlc1·e come ~a essi problemi ::;In nut.n. l'nrte. DI ::!mili ncecnnl Il Dc Mlchclls ne trovn lnfatU parecchi nel corso deUa sua. indagine e vi si rifà come n pietre nngolnrl. senza tuttavln cedere alla U'n– tazlone di rlnum:lare 1>eressi alla prop~la lnlcrprclnzlone, ricca.della cono~cenzn di tutto U comples.'>Odell'opera dello Eurlalo Oc l\tlchtlls scrltt.ore che questi poteva on• che aver visto davanU n sè ~::1: u~~r:!ft'.e ·ta~;u ~W~ gg; si presenta nl critico. BasUno comunque due esempi n chia– rir questo momento : e Mo.turo cd esperto nel suol J}roblcml d'arte e nrlln qualità del suol toni, mezz.l e soluzioni - dice &,=~~tJ. tJ~':,; 11~1f,1:~o~~~ delsottosuolo> (pag. 130>,do– ve non ~ dlrrtclle notare qunal un capovolgimento della. con– sueta vnlutazione del fumoso libro, del quo.le tuttav in al cri– tico non .,fugge il significato Ideologico che vorremmo dire si Ulwnina at traverso 11 rlllc– \'O dell'arte con cui è ra.ppre – sentato 11 ;problema. che ne è 1l nucleo. Ma torse ancor piìl ch1aramcnt.c ciò risulta dal– l'altro. osservn.zionc, a cui 11 confronto con Tolstoj dà. forse un particolare rlllevo: e Meglio che tn altri scrittori {per esempio n Tolstoj, in cui la polemica filosofica. è un estre– mo limite negativo della tan - f:,s1~~=: t'~~J ~~c ~=trkJi animo e d'idee: col parados– sale risultato, che non già 1 suol stati d'animo scadono (o salgono, come piace \'edere) a esposlZlOne d'Idte, ma anche 1suoi se.ritti propriamente SJ)C• cutatlvl. di lettero tura. e soclo– log.la, s1 animano lrrcslst lbll· mente mercè quello stesso rit– mo monologante che nella sua. prosa. d'nrte appartten, agli sta ti d'animo che si cerca.no con frenetico scavo. Tanto erra chl considera Dost.oev– skJJ fuori dal suo tono fonda– mentale , che è cU poetai >. Piìl dl una volta 1l Dc Mi • chells prende le mosse da. un accenno dello stesso scrittore, e tanta è la sua acutezza nel– l'intenderne la motivazione ar– tistica, che l'interpre tazione s1 snoda nell'esame dei passagal dall 'un& all'altra. opera o dal · l"uno all'altro del periodi a cui esse apparten gono. Pro– fondamente caratte risti.ca è, per esempio, ln valutazlon e dl quella che Il Dc Michells chia – mò la csccondn atorla. dl Do– stoevskij > il periodo cioè suc– cessi.va a DeZUto e ca.t fgo, che ebbe inizlo col romanzo Il gio– catore. eSt.orla intensa e a :u~~od~~°fe{:caBQf=: data Ieri ::ilproblemi d.'n.rteche continuano nd essere t suol, con l'unità attuata In Delitto e cai tlgo fra motivo Interno e vicende estern e, frn pocsln e r:n~~ ~~ ~tft~ì ~~~~~A~n~ di materia e ror-.tn poetica. nel– l'art.I.sta,arri vai.o al punt o del- ~t~~ ru:1~i \-01:n:~· ~J= simo non più oltrepassabile di rlgore e compiutezza espressi– va, è lmposslbUe andnre n\'nn~ U nel senso di strlngcrc più dnppresso Il tema già appieno nHerrato nella sua purezza; e t&;lova.allora. risommergerlo nel caos donde lo si era tratto , rt– ere~lie lo intorno, inveota~U ~'::if 1 i~~~ ~~~rii~~! marsl, talcbè poi solo a. fram– mentJ ò dnto rla.Uerrarlo, pure :&P;'~n:l~al eni~=~~• La citazione è stata lunga, ma. è certamente in questo brano una delle chiavi per in– tendere 1l processo analitico che 1l De Mich ells fa cU quel metodo cU Dostoevskij, che egli ch1o.ma e Il metodo di lasclare ~~ l~~~~-"cFoont dati psicologici e 1 dati est.emi della sua storia, lllumlnnn doll soltanto a baleni in qunJche rattt ~todo di Dostoevaldj tosso stato sempre compatto, la cosa avrebbe certame nte minoro Importanza dl quan – to non ne nbbla invece se si pensa nlla varietà dl modl di cui qucst.ometodo si rivcskl - modi fantast ici. glust.nmcnte dice il De Mlchells, il quale cerca. di Isolarli ad anallzzarll se non per ogni singola opera, nlmtno per momenti comples– slvl abbracclnntl anch e plìl opere. Valga. per tutU questo esempio a. proposito della. no• vltà del e modi fant astici> del– l'I diota In confronto a1 roman– zi nntelrorl: e ...innanzi tutto quel modo di costruire incu– rante di riportare nella vlcen- :J:~ 0~ ~fo\~~fa :: gtor parte che prende n rac~ conto sotterraneo, sotto lit.pa – gina; infin e l'accentunta scts– slone del temn e del tono, da una.pnrte candido, angcllcnto, dall'nltra. Invece dlssonnnnte; che non è lo st-essodell'antlc n contra pposlztone dl carnefice e '.fttlmn , pcrchè t due temi vivevano nllora In funzione re– ciproca, mentre ora clb accn.- :~ ~e d~ ~i1~~0 n~J~~~ non senza che ciascuno del due temi abbia. cercato nmplo svi– luppo tonale indipendente.men– to dall'altro >. La tentazione d'arrlcellire le nostre proprie osservazioni con citazioni del testo è ce.rtameo– to grand e, ma Il De Mlchells ha cosl acutamente giustifica– to Il suo esame con le paro le stesse dl Oostoevsk.lJ. che si hn l'lmprtss lono di non potere n nostra. volta. rlnssumt>rc li rr=~ !U1~1~~·1 1~1 ~h~ J)~~~~: n libro cl si presento. diviso In tre parti con un proprio ti – tolo ciascuna: Dostocvtkl j cru– dele. M ultil ateralità e Il bene e U male, comprendente ognuna un periodo cronologico della vita e dell'attività di Dostoev– skij, e quindi l'esame delnt ope– re che cadono In ognuno dl es• b'f: fino n Deli tto e can tgo Il ~=·~~::eii=~ delle opero e.samlnate; esper– to però non solo delle plìl mi – nute o.ccortezzedell'ana.Usllet• terarla , ma anche di quelle psicologiche, soclolog1ehe e fi– losofiche messe in atto dalla. critica contenutistica o utlllta– rtstlca come si diceva al tem– pi dl Dostoe\'SkiJ, egli &i af– fretta giustamente a qgiun – gere, non 1n1zlando ma rlas – swnendo 11 proprio viaggio. che e è appena necessario ag– giungere che 1 temi .si ritrova– no commisti, perch~ sempre 11 crudele strazio deriva dal– l'nmlettsmo multan tme, e sem– pre la mu!Waterall tt.. in Ultl • ma anallsl, à fra Il bene e il male, come sempre l'osdllan te multilateralltà tra bene e ma– le ~ causa di stn.zl >. Il lettore arrt va da sè alla ~:'e~~;;ensg~ =~ questo modo trovi llustWca- ~~~e il f= ~~ oC::~: glco che è altra base della maggior parte delle opere cri– tiche su Dostoevakl.J. Non che al crlilco occona una mpon. denza cUretta ed tmmecUata tra l'esame delle open, e la bio– grafia dello scrittore; è piut– tosto che a Iul appare - e giustamente - euenzial e, mant.ener sempre vivo 11lega •, me tra le :dnaolo opere che proprio per il già cl&ato com– penetrarsi dl temi. finirebbe– ro col non intendersi a pieno ruort del legame lteMO, e que- ~~~~~ ~ :. L'elemento blolraf1co non manca naturalmen te nel libro, ma è soprattu tto conslderato In t WlZlone di certi momenti pcuttcolart. della creu:loDe. ar– tlstlca; da questo punto di vi • sta. perciò 1n un certo aenso è presupposto come Ilio noto al lettore almeno nel suo com– pltsSO, come la condanna. a1- t:~fC0~ 1'~ "=1.: claimente con gli altri scrittor i russi e cosl vta. Il Do Micbe– lls 1n ogni mod o .speàso s1 ri– chiama al precedente blogra • fico, là dove esso all ha sug- =~~~ c:.=r.: Per esempio là dove, comtn– clamo a parlare dei BtconJ.i di una casa dt mortf , opera se– guita al due romaml umoristi· et Il sogno ctello noe n vfll.aO– glo Stepdncfkooo, dopo aver detto di essi. che Il meal10 che riescano a dare, ~ U senso d1 un'inQuleta ricerea , non 61 sa a cora dl che , e dopo essersi domandato che coaa cercasse =~~et rntteristlca e riaolut1va dello ~:,~~ f r~= :J autobiografia: eRitornato alla vita., non soltan to Ja soluzto- 110 farsesca. , ma. ogn i altra do– veva restarg ll estranea, che non rosse 11 tentativo d1 rag– gtlllli'.ere 1n s6 la. materia del– l'esperienza patita ; e già in – tanto , come uomo, per un'esi– genm morale fine a se stessa. ma poi anche come artista , per cercare da quella parte la so– stanza. del suo mondo poetico, perchè se nnche non lo .snpe- d~ve:sei:~~:i1ote .nei~= che soltanto da quella parte trovavast un contenuto ade– guato alle sue native esigenze di realismo inllll<:O, di appro– fondimenti abbsa.ll e frenet1c1 dell'anima. umana, di un ritmo dl narrazl.one spitgatamen te angoscioso>- Diverso fu naturalm ente 11 caso per quel rillevi di eauto – blogra.tismo> che sono stati fnttl a proposito dl certi per– sonaggi come per e.semplo del– l'eroe del racconto Il cocco– d.rtllo, nel quale al. volle vedere - ma Dostoevatij lo smenti più tar di ntl Diari o di uno ~crftto re - unn. caricatura. di un avversarlo dello BCrlttorc, il cr!Uco Cernyscevskij, o di Kar – mozlnov, un personaggio de I demonii nel quale senza dub- :'ùo ~~~~ 1 /ra sr~~rc! 1 ~~ genev. Comunque infatti se ne :~ ~ 11 1tnfrJ>srllf~~;~ •f\:e: stt momenti rimangono 1n sé e per sé sempre fuori dell'ar– te. Ciò non può dirsi 1nvece del ricordo veramente trasfi – gul'nto art.lstlcnmentc del co~ ~~ul~t:i':v1'i~:~er;3~tt ~ ~: lftt o e castigo (La Isàeva, ri – masta \'edovn fu, come è noto, la prima mog:Uedi Dostoev– skij>: un riscontro che dà al De Mlchells tuttavia anche u modo di rilevare come una ~P~ ~v ~ ln 8~~ f/J!cr;! New ch1ova - prima olot tll e 1b io eca Gino Bianco

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