Fiera Letteraria - Anno V - n. 37 - 17 settembre 1950

Domenica 17 settembre 195l l , Soere n Klerkecaard c1onne La coscienza del peccato • di P.AOLU BREZZI L A < COSCI.ENZA OEL inlima cd inlegralc che impegna PECCATO > è una noia per lulla la durala dell'etialen• dominante del pen.sicro u terren i , facendo compiere a.i Kicrkc gu rd e costi- nioho 1ul ter io i vari atti ine– taUce an trailo eMCnzialc della renti al proprio do,·erc percbèi 1111 ideologia. A ,ao giudiz.io , ti riconO•Cil in etii un fine che la n.atnr:a umana, eorrou• dall:1 va al di li del 1emplicc adem– colpa orig.inale, produce in ogni pimento del compito conneuo nomo aoa malinconia , on i6DlÌ- all'ulfido o ,.tato in cui 1i:1mo mento dd peccato ed in alcuni posti. anche uno 1tato d 'ango.ei :i e di Tuua,i:i , pur riconoscenQo l11 lOrmcoto, on■ di1per12ione che fondamc11111le 1inccrità delJa po– ti 1a vtt11cmalauia mortale > Cti- 1i1ione kierker1aardi11n:1, li deve tolo di an 'impor11n1e opera del eon11111aree.be egli provava una Kiorkepard). Un 1alc itato puO certa compiacenza :l tormcntar– ,a"Ì. lere JOllanto do, e ,·i è la si cd a 1ormcntare gli altri ele• rcoe. b rh•elazione perehè con- ,·■odo il 1110 e:uo 1ingolo a ,eaao ;il rifiato di pr~der e Cri- principio auo luto di lo1t1 ira ..to come mi.&uradi noi, di ele• Dio e l'uomo per la 11.h-cna nre il proprio io alJa miiura di dell'anima. A,·eva un'irrequic• Dio. tudine mai calmola, che lo 1pin• Kierkcpard ha ri11re10 in que- get·a a condan nare ogni tieu• ,10 il molivo paolino della legge reHa e 1111bili1, a re1pingcre che fa il peccato, intcrpretan- ogni ,·criti ormai raggiun la ar– dolo nel 1emo che i pagoni non riundo • dire che chi 1tim:1 pouono :1vere la eonupe,ole:u.:i ui p0!6eclere la fede, be11cmmi:1 oel peccato, rton avendo un metro l11fede tleua d::atoebc bieogn:i •I qaale paragonare la propria ,i, ,ere 1emprc in uno alalo di eoNOtb; molti ,tanno nella di- dubbio ri!pello ad eua. Inoltre ,pernione 1coi:.a •aperto - egli manca, nella ,ua faticosa ricera dice - e pouo no anche godere ca di una ccrte:ua, quabi11i la vita, ma non appen:1 prendo- senso di ,ocialitÌI, dl 1pirito co– - co1cienui dell'oppo!ition -, 1nuni111rio,diciamo 1Jella eblCJa mille.ate tra l'ideale di condo!• come corpo mis1icd di Cria10: ta propo110 dal Cri.&tiane!.imoil 1uo radiealiimo cristiano, non -4 il loro teaor di ,-ha, allon:i legato aÒ' un lÌstcma dottrinal e l'aqolal li dfcrn e ,i 1co- compiuto, riuhiava di perdere tono ptealori. In tal modo re- ogni ,-alido fondamento, di fH 4a anche 1plqa10 come Kier- Komparir e ogni norma morale bsaan:1 abbia parlato oi un Dio ed ogni gcnrchia di valori. Egli cnemieo mortale> dell'uomo; lo chiede,•a ebc 1i firmaue una cnd eltà di Dio è una tappa cambl1lc in bianco a favore del• per n1Jian1crc il beneuere e 12 rcli, iont , ma chi nt ha il la p,ufezioDe, qnlndi di,·enta an- coraggio ae maoea ogni 1piep– da'nsa · 1111& forma di amore. i.ione 1ul come, perchè e quu• Ma l'aomo moo·erno non ama do l'uomo deve aecogUcre il 1c~ ak'Oltare qaello linguaggio ed :;no dc11a ,·olontii oi\'ina? ln– laa < abolico il peccalo>, come ,eee egli rifiutava ogni tpicga– oa.erva auai acutamente il zionc pcrcbè diceva che le ,,c– Kkrtepard, il cui giudizio tro- riti di fede debbono 1gorgnre va conferma in vari 1tadi di re- proprio dal rifiuto di ogni prin– eent.i 1torici; eo,i 1i è falsata cipio ruionalc. l'etigcnu originaria del mCSl!ag:- Nondimeno Kicrkcgaard ri- 1io erbtiano e ,i è ridotto mane mautro eHieaciuimo od– e l'esser erlltiani ad una baga- l'indi care che il Cristianciimo te.Ila, ad ano Kheno , a WII cou è una co1a seria, che i1 criAtia– tbe 1'impar:a più faeiJmente del no non può adattani in un più comune metticr c ~ (dal l'O- comcdo conformhmo . n1a a·cve larae del No• t r o inti1olato rendere te1timoniaoza alla ve– e Smola di Crhtinn eiimo >). Oc- riti anche a co!to dì p:itimcnti corre riaffermare le e esigenze ed incompreo1iooi, e nel riven• ,·eU'ideali ti > ouia rimcu crc le dic■re il nlore dell'inO'ividuo cose a' ~to dando a Dio qncl nel campo relig.ioso; quel che else è di Dio, il primo pollo, impoh.a è l'auimilazionc tiella ed all'uomo il aento del limite; ,·eriti, il fare proprio ciò che allora il Cri.illnetimo diviene è oggettivo, 1eou cadere nel e dolecua. cnzia, amore, mi- 1oggettivhmo, ma ,tabilendo uo .ericordia >, cade ogni antino- r:tpporlo pcrtonale tra l'nnmo e 111ia ,·eogono 1uperati i p:ir<1- Dio per mezzo dd Cri110, ll•<'– dos.,i e 1a ,·ita acquista grande uon10. valore e perchè la no1tra ,•ita terrea• è una prova; eu er uo- PAOLO BREZZI LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 PRIMA ESPERIENZAESISTENZIALISTA Soeren Kierkegaard e I al ~ chiesto più volte, scorrendo le opere di Kler– kegaard, pensando a quel– la aua conce:a:lone apecu- PREC'IJRSORE ~atlva rimasta a lungo avvolta de''" nel più assoluto allenalo e poi , d1mprovvl!o, Impostasi e on atr aordlnarb potenza a fl!Ol!lOfi spiritualità eontenaporo~ea e a non flloson , a letknl.U e a gente che non professa l1 oulto delle lettere, Il perc.M di quella sua lntrlmecn fotto'\. di espan– sione, di quella. sua prepotente conquista degli sp1rttl. Le rilut– tanze di coloro che non riesco– no o non Intendono fare nessun passo per comprtnd erln. l'lronl:i con cui tlll.unt In commentano , la dltrldenu con cui moltl 1B OMenimo e l'ostllitA con cui motu la pe~eultano, sta pro– prio a dlrc:t che essa ~ qualcosn di tnUmamcnte vh·o, una ,·oce che non pub rimanere lnascol– tnta e che penetra :mchc dove al ~ voluto sotrocnme ognl rl– &0nnnsa. Quella concezione è stata. nella cultura modern:i, an.zl nella cultum contempora – nea di questi ulUml decenni co– si avida. di u 'Vent.ure m:i cosl restia Insieme aU"tmpegno di serie fflperienu-, come un colpo di sole, Il Solltfck cui accenna K Puch~? La ragione del trion – fo di Klerkeiaard - eh~ si può parlar e di trtonro anche do\'e la ripulsa ~ cosi Impetuosa e ln– sl!tente - ~ legata In pnrte al recente trtonfo dcll'eslstenzln– llsmo. ma. ln parte ben maggio– re, ans! In massima parte, al cu attere intrinseco del pensiero di KJerkegaard. SI puO com– prendere che le sofferenze di unt. generulone vlssuta. tra Il morso di due 1>po.ventose guer– re. e soprattutto le conseguen1e psicologiche di Unll esperienza cosl lacerant e In uomini non sufficientemente protetti dalln fede del sopr:innat.urale , abbia– no potuto condurre veno fa fl– Josorla del Nulla. L'lnnuenJA del pensiero di Nlet.uche veni\'a ad aggl,ungent ad un complesso di n~azlonl di uau I nlort; sul mondo gravava un orlz.zonte di (o!Ua; Il disordine sembrava In parola d'ordin e ln ogni settore. Come non gett:i.rsl con unn vo– lontà es::i.speratn e disperata alla rtcerca di dottrine dell'assurdo , :~:r~omd~ ~là coi:i:f.~t~~~ avulso dalle 1tes.ae radici della eslstenza, chlu.so al rlchlaml del– l'tnflnlto, nel senso che gli si contesta la po.salb1Utl di essere fuori della nuda materia? Ca– mus, Belden er. Sartre: segni di un'età tormentata e delusa, e, sotto alcuni aspetti, della più !croce sconfitta de1lo spirito umano . SI, possl.amo spiegarci che que1ta fUo.,orta abbia avuto for– tuna. L'Uomo che dlspera \tiene ad escludere opl posslbUltà di certezza e O(pll poulbllltà di valore, mentre ctrca di sottrarsi al dovere di pensare. al dover~ d1 conoscere; percM nell'atto del conoscere egli non e gll p!O un esstte finito e limitato nel– l'emplrfa, be.osi un essere liml– lato soltanto dal suo lo psichico temporale e 1paz.1alc, ma che ricusa. pe.r la sua esseni&, la ftolteua della materia, mentre 11 disperato non cerca invece che l'annullameoto. cioè la Dlalma. n caso e molto diverso pe: quanto rlgUarda Il rapido dlr– fondcnl della dottr ina di K. Anche ln lui c·e angoscia, quel– la e trtsteua mortale > che ha Ispirato tante pagine delle sue ~l:ii:; so~ :f°r~te d:~~ aopra le acque Infide e palu– doee dell'esistenu. Con Sartre l'Uomo pUò obliare tutto U peso della ao!fercn:r.a. e del disordine di ciò che comunemente si chla– miL e vita felice>. Chi vuole seguire K.? Ch.l, per consolarsi degli orrori CUI ha dovuto asst.stcre nrul'ultlmo decennio, delle ferite che ali hn C3ilonato un universo aconvolto e un'umQ.nlL'Lquasi a.Ile soalle della demenza. Rnz1cM cercare l'obllo nfrtdnnd osl alle teorte del Nulll\ e della faclle glal11,\'UOle Incontrarsi con una. fUosofllL che predici:& l'a.ccettazlone di Ofrlll torma di sortercnJA Interiore ? SI sarebbe tcntat.l di escludere ~~f:'!!:S~rr~co~~~ ~:~ d:i M>luzlone. Eppure, all11str~:i del fatti. K. 11 ~ fatto sentire più di Sar– tre proprio In mezzo a queata nostra. gencrat.ione scanzonata. e tesa nlla e , 1 1ta. felice >. La voce di K . ~ rlu1clb. a fnr breccln :r~~o m!f!~~ea se,1!1:i~~:rf!!"e; a schernirlo. Di qui Il ripeters i del noet.ro lnterropUvo : per quale ragione la mosona di K. trova rtlpondenze In un tempo che &embrerebbc cosi poco pro– pizio a intenderlo? Qu1tll sono I punti di contatto, che certa– mente debbono C!istere, tra le tendenze splrltu:ill di oggi e lt\ sua. dottrina? Il.Laspiritualità delnoilro lempo Vorrei dire anzitutto che, (or– se, non 1!11 de,•c guardare con troppo pe.s.slmlsma all'avvenire. In queata nostra epoca ebanda– tn e Infiacchita, solcata da odi!, viltà e grettez.ze senza. nome, al agitano peri) anche correnti di alta spirituali tà. di una spiri• tualltà che si e maturata c qua– al nut.rlta delle eslgenu più profonde dell'uomo di On!, o quindi porta. le carattcrlsUche po.,ltlve del nosl.l'o temp,o. L'uo• mo dJ on! osserva &enaa troppi veli e certo con scarsa fantaala la vita. Considera ogni cosa nel– la eua 1nUma fragilità, nella sua esasperante Inconsistenza, e tende perciò alla conqulata di beni concreti e reali. Per molU questo concetto del e reale > si chiude nell& materia, e I valort dfctUvl al confin ano nel benes– sere quoUdJano; per molti U e del male che lacera 11 suo • aplrtto, perch~ dimentica l'impe– rlo del sua sph1to, la. sua spi– rituale posWone di uomo: dJ– mentlca, in un& parola, la. 1ua ~itf:~ ma colosaale responsa- concre1.0 è qualcosa di ))3.lpe.bilc, te ••&a io, purchè al traUI vera– di sperimentalmente controlla• mente di Dio. bile. Per altri Il concreto ~ tale Nel!& sua oscura e tormen tata Appunto perchè non p2olpablle solitudine Klerkegoord aveva e non controll abile dal sensi; presentilo Il dramma e l'Upl– alla realtà della. mate:rla questi raak>nt: dell'uomo contempor a– &econdi contrappongono iln. real - neo; li dramma dell'uomo come tà dello spirito: solo ciò che ap- peccatore e e disperato >, e la :~~c~:n~:~p~::~tt~vr.rre~~ ::rn1~: z1:n~:~11~~=~n~mù.~f:; Orn la tcndenzn. al concreto, da.lltlndtererenza, decl~crsl e ace• comunque Inteso, è una delle gllere, scuoU!re quel!apatia. che nsplro.i:.lonl del n<>&trotempo; corrode tutti I valori, perfino da una part e la corsa verso le la nostra ,-olontà di ,1nre . CIO conqulste tecnlcb e, (come fine, c:il cui 11 n0$Cro tempo abbi.so • non come meno ) verso li sue- gna. eall &Crll'eva. ~ patho, : la cesso, u daru,,ro, Jl comando, Il ,ua dl.s&:ralJa ~ la prudenza e trionfo dell2o ,,ua nel suol as~ttl la rlrlCMlone. e Ecco perehè cl più 1:1.b!U e materiali ; dall'altra fu bisogno di uno che era ca• restgcnzn di una concrctezs:,, pace. mediante la rlfieas\one, di anch e nona vita ~plrltual e: mandare all"arla tutte le rlfles– qunlcosa che non rimanga In 1lon1; dl un uomo di genio che una simbolica veste Jdeale so- nella razionalità e Insensibilità, pra fa. vita, ma stia dentro In nell'lncoanlto dello schermo e vita, sia la stessa vlt::i..Mal tan- del motteggio, nascondeva un to come onl si è avvertito l'as- entwl asmo di prtma. qualità >. !~1~~o~ /d~::i~ 1 à1 cedr~~ ;,~~ G.~'::,C:.11 :Jr'!~~~•~:. ~u ~.~~ atrutture, e l'odio per certe estc- Col pathO$ l'uomo si desta rlorttà, e Il blsotno di essere dal auo torpore apre ili occhi secondo lo spirito e non s.empll- sulla realtà, deve agire; ~ quln– cemente secondo la lettrr:1. DI dl costretto a prendere una de• qui procedono alLrl caratteri clslone. La scelta e l.nslemc ne– della splrltunl\tà contempera- cessarla e libera: devo scegliere nen: la necessità di uscire dalla ciò che scelgo. e non lo scelgt1 lndl!ferenu, di decidersi: o per mal cosi liberamente cbe quan• una strada o per il'altrn. Il bi- do vedo che non p0$SO (mo• sogno di Interiorizzare qualuo- ralmentc) non sccillerlo. La que e:sperlenu. di ftde, di sta-. scelta e una obbltgaatone etJ– blllre un ae.nso di reaponsab1llt-.\ ca; la Ubertà è l'essenza della lmmtdlata e continua : Il dove- personalità umana nella quAle re di un Impegno e II dovere di a1 determina la scelta. L·lo de-– una testimonianza. ..,e &eeillere e decidersi proprio Si oblelt.erà che Il crlatian esl- in ragione di quanto esso lm- ::1n°cot/t~!0~\tope~f:J~\1:ric~ f!!~b te~za 1 n~~~~a ech~Isf1!~~: E' vero. Ma forse ncs.,un perlo- ge nel temp,o si stende ln!atU do atorieo ha avvertito coal pau- nell'eternità. e la scelta non rosamente che proprio dal modo può quindi essere altro che 1l di salvare tali valori dipendeva proiettarsi, oltre tutte le appa– ia S&Jveua. del elnaoll e dtl rtnz.e dell• nuda ractone, olln con.son.lo sociale, la &alveua tutti I calcoli del puro lntellet– della civiltà . In nessun altro to verso l'eterno. rr:i~~u cot!io 0 !:~~~t:1 ~ ~ pe~f:u:~~m~np~:~n:~~~ tare la parala crlaUana ln tutU n!L è un certo rl!chto, o Il rt- 1 settori della. vita culturale, schlo supremo. Ma può, li cri– Intellettuale e arUsttca e 110el1le stiano, non arrlachlarc, se vuo- !c~~~O fae:~~~f~~af,r;t !! tgfC::la 11,Pfn~nt:e ~n vf; da qualsiul veste esteriore, da \'tra saggesza, dove l'istante del qualslul con.sacruionc ufficia- tempo al Incontra con ciò che le. Par posto a Dio, insomma, aupera u tempo? con qualsiasi meu.o umanamen • e Per le decisioni dcli& fini• teua bisogna essere costretti, per quelle della ln!lnltcua. e proprio Il desiderio della liber– tà l'arrtachlarvbl. e soltanto con la Ube.rU. si entra nella Indecisione della lnflolteua (Dfo:rlo, I, 3S3). Enten Bller: o 1·una cosa o l'altra. Non ~ pcr– mes.so non aegulre la propria 1tn.d•, ricorrere al sotterfu,t o per ealmenl d&l proprio com• plto: e: Se un clorno diventerò ertstlano aul serlo dovrò ver– gognarmi, soprattutto. non di non cascrlo diventato prima, ma di avere tentato prima tut – te: le AC&ppatole (I. 72). Ecco pcrcbe c·e un conrutto Insanabile tra l'eslstcnza e U pensiero puro cbc cerca di elu– dere l'imperativo della scelta; ecco pe.rchè la fl!O&Of.la. utra tta è lnconcfilablle con U crlsUane– almo. E non importa se la accl– ta comporta, oltre 11 rlacblo, anche la sofferenza: la discesa. di se. è la lotta contro la vita raclle e I beni del mondo: è U distacco, la rinunzia, l'ango- 8Cla, l'accetta.alone di una e tri– s~ mortale ~ purchè sia reso pos&Jbllcl'Incontro con Dio. lii. lnleriorità a colloquio con Dio Con K. non ~ possibile tale c11.mcnUcama. an&l a1 verlfJca tutto 11 contra.rio. K. mette a nudo la sofferenza del cuore umano, .scopre le pa.rtl phì ln– curabill della sua dispc.ruione, e lo obbllga a continuare a sof– frtre, percbe soltanto da quella .sofferenza, egli dice, viene la salvuza. Soltanto IOe'Ddendo ti~ no In fondo a. noi 1teal, dove non cl e pouJblle evadere dalla consapevolcua della nostr'& ml• IU'la, dal contatto con ciò che In noi t corro.uo e ptaaato, &01- tanto cosi poul.amo trovare la strada per risalire e redimerci. Strada faticosa. strada ripu– gnante, ,~rada In contrasto col de!lderto di gioia Immediata e Klcrkc,aard nel 1836 E' questa l'unica coaa di cui la ruosona di K. sembra volcnl occupare, l'unica per la quale l'uomo K. si atranna, ncllL quale Il crl!Uano K. trova la foru dJ accettare U auo 01euro tormento. Quest'incontro non avviene ne 1u1 terreno 1trctta.– mcnte eUeo n~ su quello pura– mente Intellettuale. n proecaao che conduce l'uomo a Dio 11 pub compiere soltanto nell'in– timo foro della CO&Clensa, e scendendo Il più. profonda– mente In noi steMI attrave rso il parad os.soe la raasea:nazlone , ti.no a spezzare t !Imiti della natura, nno a t1ovan l come Il e non esistente > di fronte al Creatore . Qui 1I 11vlluppa Il mo· Uvo della Interiorità ltlerkc– gaardl ana, la t«>rla del t$lngolo, vi.sto come la categoria es.sen· alale del crlatlaneslmo. e ..• fi– nora non slamo arrivati molto avanti nella concrcteua... ciò spleaa perchè sul popolo taccia ancora lmprcs.,lone, come dl una prepotcnaa. superba e or• gogllosa. quando si parla del Slngo)o, mentre Indica proprio l'~manltà In senso assoluto, cloà l'esigenza che ognuno sta un Slngt1lo,. Il cristianesimo ~ cer- tamente accesalblle a tutti ema solo quando ornun o divenga un Singolo, dlYentl Il e Slnaolo > (1,318). La rellclosltA deve qulndJ rl• Soeren Klerkcrurd - Dlse&"DO d1 H. P. HanMD ta umana. Il devoto Ingenuo farai a quella che K. ha cbla- T mato la più profonda espcrlen · pensa, dice K •• che ctb che con- ta nella preahlera, Il punto a cui soprattutto blSO(l:naU!ndere, orneremo a leggere è che Dio senta la nostra pre• ghiera. Ma le cose stanno lo modo diverso. lA veni situa- zione della preghiera non t quando Dio ,ca ad ascoltare ciò che noi Oli domandiamo, ma quando l'orante persevera ad orare nno a che egli sia colui che ascolta, e che ascolta ciò K e k d che Dio vuole , (I, 239). Non 11 puO rlmanere tutta la v1ta lo un'Idea fantutlca e della ~";;~·~::..o~~·.~:::: I er egaar a entrare nella sua Ca.sa, la ~::::=• .. ~.~:.U!~: ... Con un'attenzione cauta e e Il pastore dovrebbe dire: che ~~::!~~'~f.~ rt.''fal; guardinga, lontana dal fer– !'.:'~~~\° .-:.:.~ •. ~=.T:' .~; vido abbandono come dalle cbl non si accontenta di chie- ~';:,.m:, V:.'. uoo lta,e,. Dio ripulse incontrollate IV. Il problema dellalede * di ROSARIO ASSIJN'l'O CO$l cl al spiega pcrcbt li credente posaa_ ad un certo punto di quella dbcesa In si che e anche la auprema a.see- A J.'IGURA di Klerke- a prestare ascolto alle ragt.o– ~::!~el?!0·re'i?,i:.~tlla di•~ L gaard, il timbro esat- nf di quut 'ultfma, a vedere Istante che 6 u e pungolo, di to della .tua voce, i in lei trasparire l'intim o du tutta la vita ma e anche la dff/f.clle fermarli, chi fa e,sere ognuno dl noi . Qud conquista dell'eterno, rto.,unzla.- fn,dsta neJ collegarlo alle mol- taolto, insomma, clu. al No– re a \-Oler capire : e Che ~no tepltci suggestioni dell'esflten- &tro preclude la po,sfbUilà dJ :::~ ;: 1 v:f~uft'ea~~o Il~ zlalf.Tmo 7 una fUosofto. che un dialogo opero.so , caFe cU me per accusarlo a mc che 1m- dalle pagine del No&tro, ma gettare un ponte tra l in4ivt– porta? 10 voglio' credere. Dove non da. que,te soltanto, ebbe duo. solo e df.liierato, e la so– ml sembra di poter capire li a trarre alimento: una /f.loso- città che ripudia oont oiu.stt– prreterlrO di credere... finch6 /I.a che sempre piU eviden ti /l.ca2ione quando in ,t ,, di– noi uom.Jnl vlvremo lo questo mostra (e sue lacun e, gU lnft- spone a sopprimere oli fndt – ;:1~: ! 1 CT~; 9 f~cntcrà un 1 l- nftf appl_olf a~ . una retorica vidui. a far tacere le loro rin- Quando la nostra aeleru.a. ha senza piu nov1t~ nè rllnllfo- gole voci. . acritto K., non vuole riconosce• ne, priva ormai dl ogni fa- Non una rt.,po.,ta et dara re che v1 è qualcou che essa scino, da quando la ,ua eco Kferkeoaard, su que.sto i,u.n.– non può comprende re. o mc· &f è ripercossa nel &ltf pfi, to: se mal, l'annunzio c:U una gllo qualcosa che non pub In- varl, cd ha suggerito f più problematica sulla quale U .ri– ttramcntc comprendere. allora nurf accoppiamenti, le con- lemio non sarebbe lecUo: una :~~i.!f9!'°;u:.ai:r~~:flo 'adass:- taminaziont più equivoche. problematlca che et obbllga a sa ammettere l'eslstenu dl Non pu6 e11ere che cr)ttoo, procedere per conto nostro, qualche cosa che la trascende. il no,tro leggere Ki erkegaard. arrovellarci mila ricerca df e E' pertanto compito della co- Nel ,enso migliore della pa.- un accordo che non cancelli noscenEa umana capire che vt rola, qutllo che congiunge l'individuo e neppure ftnqa di = :n:u;:b 4:1;~~ ;:' 00~ l 'asse-n.so a1!"or0.10 a<t una tn- Ignorare Il ,aenerale. Un ac– acema umana si dà In gene- gfle attenzione, intimamente cardo che l fndh>fduo ponga, rale tanto da fare per capire e partecipe dei .suoi motivi e e come tale, in rapporto a.s,o– caplre; ma se vuole a!orzarsl delle ,ue df/Jtcoltà.: tale che luto con l'A.ssoluto >, e fn.rtau.– dl capire se stesaa, deve scm- nel vigore della ,ua pagina, rl quella reciproca connusio – pllccmente 1tabutrc 11 parados- nelle sue scottanti e,l1tulonl, ne per cui Il &lnoolo non pe– so. ~J:'ra~O:,SO :i: ~ C:na ~:: in quei pensieri interamente rf.lc ~. ma vive dentro la ,o– = dctermlnat.1.one onZ~ sofferti, sf facciano nostri glf cleta, e quata. non come: u– che esprime Il rapporto tra uno accenti concitati con cui egU oazlone degli fndtvfd uf &i s,ro• aplrtto eslltente. conoscente, e rammenta come l'Individuo 8Pttta, ma come l'atmo&fera la verità eterna>. (l, 319). determini tl suo rapporto con che quutf r~irano. La fede si. rapportava Infatti l'Universale per il comune A quato accordo non ,oc- !.~~ :: O 1 ~n v~t = rappc,rtar&i all'Assoluto, e non corre la <mediazione> con– I sensi, nel mondo dello ep1rlto da una ,ua confu.stone In una tro la qua.le Klerkegaard Zan– all'lnveroslm.Uc; (I 305) e dl generalitti anonima guadagni eia t ,uoi strali f)Olemtcl, 1't:T• qui ti e sublime~ della vita eU- a ,è una unfversalitti che Io chè In essa non lo in4ftllduo ca e religiosa, la lotta del Sin- cancella lo uccide bt quanto è reale, con la ,ua. pena e: il w ;ur.ia 1~0tf!:U:fr~= j~ indivtdu~. Ma _non chiudce - IUO rUchio, e lltf!'meno il le · per tu con II tnUct.ndcnte Ma mo gli occhi, dinanzi alle fra- nerale, la 1ocieta, con le sue 61 tratta di e lottare ~eme ne del ,uo dUcorso. e anzl necessità roventi: ma solo con Dlo >, avendo cioè la ccr- porgeremo l'orecchio allo ,tri - l'lnal/errablle mobilità del lo– tezza dclla vtuorla. sapendo dore di taluni accenti, alla ro nesso mentale, che uso, ed che st arrcrmerà, attraverso la rottura cp.e egli non riesce a uso solo, è l'Assoluto. Ma gfo.. ~~~e~~":;i~~U:Oun c:l~~:s! colmare, trq. IJ?,e e oli altrJ, verà fo~se lo cEntweder– e.rperteru.a pcraonale > quella tra 1a stngolari tti e l'u11iver- Od.er >, 1alternativa taolfente verità che non el pllo tota!- sale:, alla Quale segue u,na la- a cui !(l erkegaard riduc e la mente afferrare ma 1n cui a1 cerante tmpossibUitti di rap - dialetttca hegelfana amputata crede. n succc.uo è qUlndl ie- porti umani, incapacità di del .suo vertice, del momento gato alla nostra volontà di frodare la società. la comu - della ,inte.ri? Per que,ta via, ~dn!tull:.· 0 ~::eJ~n;'ro:rla ~: nità degli uomini; ~u~Ua im- rimarremo al punt~ doruft vo– ta nella ca~ di un con- POSSibflltti quella. mcapacit4 Ievamo scampare. all ana:o– Unuo rapporto con Dio, v1 per- hl clu si de/tnf.lcono le cadua &eia, alla dlsperazione, che ,t verrà. si.a pure In modo del te del pen,iero di Kierke- fanno noia e nausea. neoU epi– tutto originale. Le vie sono gaard, e il suo piU alto pre&ti• oont plU grossolani e:malcerti. BIANCA l\.lAGNINO gio di scrittore, quello che a La vera ere:ditti di Klerke• tutte le sue pagf11edà la vee:• oaard non i que.da , è la ne– menza accorata di u.n. ram~ ce,sttà di &ostltulre: una nuo– marlco, fJ rimpianto per la va medla.ztone a quella di cu.J (Continua. {n 4. J)(lglno) .. o, vh·ere in quello mondo, 41nifiea euer mesto alla pro– "•• op.ano di aoi è a11'cnme >. Col pa»are C:egli anni K.ier– kecaard ,i convinse tempre più elle i iDOi contemporanei ti era– no resi colpel'oli verH il Cri– ,Uanesimo di nn grande lradi– Tempo di prova la nostra • vita Jtoura dolce e:smarrita di Re- coli ha denunztato l'lmponi– olna Ollen. bllit0, in quanto elU.Urebbt Qu«ta e stata, per anni, la la contraddizione ,enza. sa– no.stra lettura di Klerkegaard: narla. e ad essa ci sentiamo di tor- Una mediazione nuova, e nare come a un colloquio col a.ssai df/Jtcfle da conseguire:: Dane, c, un colloquio df.lpos(o una mediazione che lasci in• quando queste tendenze natu- ad ascoltare t·utti i suoi ac• tatti, pur connettendoli, fJ rall hanno prcao u sopravvento, ce:ntf, a farli risuonare àen- singolo e l'unive:r&ale,_cia.!cu– trtonrare &lgnlftea allora rtpo: - tro di noi nella loro più ,chlet• no nella sua. J)Osftfvtta. E uno tare la vittoria in questo mon- ta cadenza, In quella intrln- mediazione che nella. prote– do, alla vecchta maniera uma- secitti df pen,iero e scrittura sta kierkeoaardt.ana veda. la na, e il crl&Uancslmo e abolito. che in lu i come in POchi di- necusilà di integr are Hegel n cont:raato d1 Cri.sto con 11 venta U}lione non seJ)(Jrablle senza tornare Indietro rispe:t– :::o sc ~~n fo~do~:i,.! 11 := di Idea ed Immagin e, di stile to alle sue scoperte: sfa. pu,e avuto II torto di non potersi e df concetto. Un colloquio rimettendo in discu,sione il Inten dere megtto ool mon<io• tale che delle tormentate pa- pa.ssagglo (del quale: tutta l'a– no, l'amore veno Dio e od.lÒ gfne di e: Anti-clfmacu., > ci fa pera del Nostro sottolinea le verso Il mondo. E Il alorno In ,e:ntlre tutto Il pe,o, tutta la debolezze, e,a.sperandoleJ per cut Il crtattan eslmo e ll mon• neceuitd . in questo modo cui alla Scienza dell& Loa:ica, do dh-enter anno amici, ll cr1- osclllante , sOSJ)eso fra le tr op- cosl se:n.sibile al solo procu10 atlanestmo sarà ab?llto. Alloru po f acUi illu&ionl, secondo le dell 'univ ersale, &I accede do· = ~ic,!: :SC:r ~~dl:~rir~ : quali gli uomin i, una volta rl - po aver lasciato dietro le no– su dt lui è caduto ormai II atu- salut e Je quistionl che compe:• str e &pall e la Penomenoloala: dl11.oche In fondo egli fu un tono a loro In general e, non auest'oJiera che a ragione mento, erano 1eul II troppi E Ecco II problema: a forza eempromeui: poicbè anche i ~~l ~::~ z-:rcdei~.U::~ DJl SOEREN JKJlERJKEGAARD ~ppreaenta.nti affieiali delle là, a forza di parlare del cla.ic.1eche •i cblamanno eri- mondo considerato dal punto di •ianc ,eeodenno a cooeeuioni vista della atorla, ecc., •I e pur– con la Tita eomoda, ca]i 1i nu:- t.ropp0 attlvaU, e aem.a più tanti qò da ogni confuiione, cnlrÒ scrupoli, a tacrinre acnz'alt:o in polemica violcnla coi pano- :~ c:~~n=:n: ; ~:n~: v: ~ ri cd elevò una proietta in no- affatto naturale di farlo rlcn– •e della 1aa coscienza indivi• trarc ntll'evoluzlon e dell'uma– dualc. Da quuto punto di vi- nltà. SI e semplice.mente dl· Al è inim.bbio che l'etpc rienu menUcato cho la vita di Crllto reliJio11 del Kittkegaard è ua- quau lù (vHa In cui consiste Il ta particolarment e preziou e la crlsUaneEmo, differente dalla aa vou in1htentc h:1 rappr c- 1to:1a del crts tianl o dalla 1to- terllt to on otilo richiamo al- ~ tc:1i!:; ';!,':ice :ie ~ o i i! l'importanza che ba il divino Ucl e della scienza) e la ato– ~clla vita individuale e colica~ ria. sacra che non bisogna con– tlv1 desii nomini; il r cglio del fondere con quella dell'umani tà uao pen1lcro In m1ter111 1111 nel- e del mondo, 81 è scmpllcemcn- 1 1aa fo&0ddidnionc ad :1c• te dimenticato l'escn zilt.le etero– mntcatanì del mondo pre1entc, genclt.A di natura che dlstln - 11ell'1nclllo al tr:ucenden1c. nel- ~~~/~ 0 :r:-~~ta ~ u:: J i:_ 1 t~~ 11tca1ioae ,·olontaria e c.iolorosa e semplice.mente dimenticato veno il Cri,to. nella ridu1.ionc che 11 crtstlaneslmo al rtrerlaee di tani i problemi a qaello re- eue nr.Jalmente all'etern ità e llrioso . Ecli aveva una 1ola am- che, per richiamare una conii• bizionc, divenir personalment e deraalone precedente, la vita ~n ,·ero erb1i100 C decidere gli =~ ::.Ct n~o1:~:ir co~lr:r~~~ altri • fare altrctt an10, quindi gli Innumerevoli mtllon1 di uo• ponna a W: cd asli altri la do- m.Jnl che hanno vissuto e vi· manda angole.io11: come 1i fa vranno. Senza dubbio, Il crl- 011i, cosa debbo fare 01ni gior- atlane!lmo vuole e.uere annun– no per diventare cri11i, no? Si ciato a tutti; ma blsocna con- ri1orna iruomnu al conccuo di ~J :e !~t:~tàa b~1! :a~I Pfona:~ e 1oeaola Ciel Crhtia netimo >, di cettu1e ro e dlvenl&Scrovert cri· ekrcizio , di forma:,;innc tt.. 11• 1,.n'" ~,. cosi fo•~ blsorn1 "I- 1,..,uoD-1Jiti.. io uu·c,lu,.,..,u,n , :l,<l,,o, .. rc. dlr•. u.t.ere IUII b,w distratU al constallo di Dio la volta In cut !u dcclao 1in dau ·e– ternltà che Cristo aarebbe ,·e– outo net mondo, lui che ha lnse– anato cbe la. vita quaagtù co- 1tltul.scc un periodo di prova. Delle due l'una: o la provvlden· i:.:,,ha pensato che mat sarebbe avvenuto che o. un dato mo– mento tutU o acmpllccmente In mautor numero di persone sn• rcbbcro 1tat1 veri crl.sllanl (e. nella sua prescenia c11a può ben sapere che questo fatto si verlftchcrà, ed e colpa. degli uo– m!nl che non et poNa 11pcre quando 1I vertfleh erà), o la provvidenza. non ha visto abb3• stanza lontano, polche presen– tand o.si li caso che tutti sla:10 veri erb tlanl, questa Vita non e più un pcrlodo di prova. La pro– va, lnfatt.l, e l'abnega.zlone, b rlouncis a &e 1tcsal; essere crl- 1Uano, ecco la prova, ed csecre crtsttano 1lgnfflca rtounclare a lè. Ma quando, In realtà a un dato momento, tutU &0no veri cristiani, qUC!to stato non com• porta più alcuna rinuncia, al– meno 1Q senso crlstlano. Infatti la rinu ncio crl.sUanii 11a &Olamen te IA dove c'! un doppio pericolo; li secoodo del quali, U pertoolo In cui 11 sof– fre in seaulto alla rinuncia a R stes&o, e Udeclatwo.Ma. que.to pcrloolo deve neocua rtameotc e11tre ICOl'.lilurato se tuUI sono •·-r~ crl•tlant nell"epoca In ,r,1· l') vho : poiché liii.IO clfl .... :1 circonda mt lncoraa:aerà e ml 1plni eri tncessantemcnte a di– venire anch'io un vero crlstla– no. E cosl, Vivendo In quesu coodlzlOnl, t falso, rtgUardo !Il· la mia persona e alla mia vita. chlam1Lre la vita un periodo di prova nel senso cristiano, cd è al crtstlaneslmo che dobbh a mo questa e1presslone. No, te cosi fosse, la pron 1denaa non avrebbe aaputo organlJ:zare lo pro,•a; essa avrebbe u uc ura:o un caso, omesso l'event.uall~ d'un caso capace di capovolger< tutti i IU OI disegni relaUvl al crtsUaneslmo. Viceversa, quando , Invece di snaturare Il cr!SUaneslmo con una. leggerezza cosi umana In– serendolo nella storl2odel mon• do, lo prendlamo com·t: quando crediamo che questa vita è un periodo di prova e che la Prov– vldenu sapeva bene ciò che ta– ceva; quando crediamo che In volontà del crl.stianes!mo ~ stata ed 6 d'essere annunciato a tut.– U, senza che per queato mini– mamente creda che tutti VO• gllano accoallerlo: allora tutto t a poeto; per cln.scuno In pnr– Ucolare questa vita dtventa un tempo di prova; e la chlea:a e sempre m!Utan te In questo mon– do. Un concetto come quello di e comunità>, talmente dibat– tuto anche al nostri giorni, ap– pllcato a questa vita, e propria• mente un'antic ipazione dell't• •crno dovuta all'lmpaz.i•nz 1 Al termine e lottare > corrlspoc• de quello di e Individuo >, ctoe quando Il prende la parola e lottare ~ nel senso aplrlt.iatc e crlsUano e non nel senso ma– teriale dt e dar battaglia ~. ln cui si tratta meno dell'Individuo che delle mlgllaln di combat– tenti, di cannoni , ecc.... nel senso crLsUa.no, non c"è mal lot– ta all'Infuori di quella degli In– dividui; p,olché la carattt rtstlea dello splrtto 6 appunto che cia– llCUDO sta un lndMduo davanti a Dio, che e la comunità> sl:i una determinazione Inferiore a quella dell'Individuo che clascu• no puO e deve essere. E anch o se gU Individui fO&Sero mlgll:: i.ia e combatt essero lnsleme, nel senso crisUano, ciascuno, pur lotta ndo Insieme con gli altri . combatte tuttavia. per se stesso. e renderà conto come Individuo nel giorno del gtudlilo In cut la sua vita sart\ C!amtnata co– me vita Individuale. La. comu• nit.A appartiene dun que lonan• zl tutto e &0prattutto all'eter– nità; essa e In quiete ciò che l'lnd1V1duo e nell'Inquietudine. Ma questa via è appunto 11 tem• po della prova, dcll'lnquletudi– ne; ceco perche e la comuni– tà > non h& la sua patrla nel tempo, ma soltanto nell'etem 1• ti.. In cui. ncll• QUll'tP. ~ !'In· slemt di IU,tl g,JI ~dlVlci.:I usclù vlt.tnrlost dalla lotta e dalla prova. PlncM ea1Ste quuto mondo e ln esso la chiesa cristian a, questa e mUltante; tuttavia , !e è alata data promessa cho le porte dell'Inferno non prCl·ar– ranno contro di lei. Ma guai, guai alla chiesa crlat1ana se pretende di aver trlqnfato In questo mondo; allora non e31a ha trionfato, ma Il mondo. Al– lorr. è stata cancellata J• dtr– fcrcnza di natura fra cristian e• simo e mondo: questo ha vinto, e quello perduto. Allora Crlsto non è plu l'Uomo-Dio, ma. un uomo straordinario, la cui vita si 1volge al pari di quella uma– na. Allora l'eternità è abolita e la scena dtl compimento di tutte le cose è tras portata nel· la temporaUtlL Allora la via che conduce alla ,1ta non è più. ri– stretta, nè la porta anaust2., e oon M>noIn pochi a trovarla; no, allora la via e larga e la porta spalancata - le porto dell'Inferno hiLnno prevnl&O e molti, anzi tutti ne trovano l'en– tra.la . Cr!Sto non ha mal voluto trionfare In questo mondo; Ciii e venuto In e110 per softrlre: e propriamen te n sof/rire ea:ll chiamava trionfare. Ma quando l'impulenza umana e J'lnsolcn• i.a afacclata imputano al cri– stianesimo le proprie Idee e opinioni, tnvf'CP di Ju clart ,•ht c:h 'l:lnf :;mo •~ nroi m : ::~: .rl~lùunco~~::ni!:U :1lb~:: ::r:~~:o ::::rt;'a;n:::l~~'/r:cf :t'; ::~:~::, c::;:r!o c:d~t!':::rtt: rebbc potuto mettere d'accordo alla df.lperaztrme, e l'ambigua e di Indignazion e> , per tanto col mondo, non sarebbe .stato furb eria di chi, dietro lo scher- crui vicina alla vibrata scrit • mandato a. morte, cosa che non mo dell'Intimo e del sacro. tura in cui Ki erke:gaard - era atratto neces.,arla; sareb• nasconde a.s ai piU volpine e Johann es de SUentlo - sten– ~ ~ ;·rn:ot ~do~nco~!n i!e d1~:~ carnal~ pretese, magari la di • de: la sua e: li ri ca dialettica>. nero nella Chiesa trlonran:.c I fesa dr u.n ordin e sostanziai• Qua to è, per noi, il Mu- •uoi dl.seepoll che abolirono O me nte lngi tut o e disumano. &aggio che si sprigiona dalla .smentirono n detto che u dlsce- Cosi abbiamo letto K ierke - lettura di Ki erk egaard: l'fn– polo non è mal al dtaopra d~l gaard , cosl torn eremo a leo• citamento ad una certezza per maestro; maestro. pcrcM lui 11.: gerlo. Con un'att enzione cau• 1 cui nell'uni ver&ale, una volta croelftaso e loro diventarono po- ta e guardinga , lontana dal rf.lcattat o dall e ,torture che tenti, colpatJ d'onori e di con• fervido abbandono come dall e lo degradano a semplice: e oe– aldcraz:lone; come lo divennero rfp ube incontr ollat e, dall e rJ- nerale >, l'ind ividuo , to. non I suol dlaeepoll nella crtsUan!tà bellionf brtu che: e im pulsive; ,olo r f.lpettato . ma salvato :5 t~~ 0 ::i 0~~~ nc~sJ~~: : un'a ttenzione che,et rf.lparmi, contro . ogni peric olo di 10- mcntc cwtode ndo nel se;re to 11ell a certeu a del! Intimo, del- pr a,l1az1011e e&terna: con tutto del cuore 11 loro crlsUanC61mo. la , ua irri ducibili tà all' este ra la sua intangibile i1iteriorU4 , ed lmpleiando le loro faco~tà no, il taglio aperto da K ler- con tutte le sue anste ed i t I loro dool nattm 1ll per rar keaaard tra l'int eri or ità e .m oi pudori. bunn., rlu.cli.I r\l': mo:'.do l'r l lerlon !a In mo rìl1ttta11.::n t.0 ::,1\l tlO ASSUNT O

RkJQdWJsaXNoZXIy