Fiera Letteraria - Anno V - n. 17 - 23 aprile 1950

Domenica 23 Aprile 1950 LA FIERA LETTERARIA --------------------------- - GAILILJERIADJEGILISCRILTTORJl ITALIANI ARDENGO SOFFICI 9 uemiato. AN T o L o G I A uno. Jena In gabbtn. Ere. ve- Ottl mlsmo? pesslmtsmo? Che i:.tit di un lunghissimo Jar cosa vuol dire? La vita è un a gh1sslmo pastran o color can- !lucnzn vltt-Orlosn, senza do- nella. portava la testa tesa In- ve, nè come, nè perchè, e che nanzl. con due grossi e ch iari va sbarbando, str oncando tra - occhi spiritati fitti uel vuoto volgendo le turate che noi qualch e boschetto di cipressi scrutandomi Interrogati va- un cantore o un Jet~re mon- di dietro le lenti In pericolo, tentiamo di tar le con le no- neri qua e là! L'ho vista d'e- ment e, aggiunge: - No? tava per regalar e ::i.i camera ti e un palo di bam merovingi stre mora li, col nostr o bene e sta te al tr amonto , tutt a do- Sento an ch'Io che In fondo la. sua canzone, il suo e poc- rrn Il biondastro e Il grigio che mnle, con le nostre convenien- rata. piena d'ombre azzurre è p("ccato e le do un glornnl e ma >, la sua e raotnsla >. De- glt pend evano al lati della ze e Il n?st ro piccolo utlllta - e cald e, e ml ha ratt o spesso che avevo In tasca. scriverò Cazals. nmlco, poi bocca larga e sdentnta. a gul– rlsmo. E un dono mngnlfl co pensare, non so perchè, alla E.c;.satira fuori l'altrn pop - divenut o biogra fo di Verlaine, sa di due flosce band iere. So!- :_ t:~n!om~o~ lc~n~ t d/r::~ ~~ ~~· ie[~i·a"~: t':'~u:.r:i paA~11:r:iu~~~~ : e ~ra Pfi1~:~-~ ~fe~elal~~: r~~ ~~af: r; ~ h!;;, ~~a~: u~~ cj~~ a camm inando , cesl - c'est è pren<ire ou à dietr o a uno di questi massi no e la terza cla55e. Orti ml cost ume e fuor i epoca> , de- · R. 1:.J. lalsse r. bianch icci come ossa imma- pare di capi r me~Jlio la po- claman t.e 1 suol snlAcl cou- DINO CAMP.'\.NA • o. d. e. 11. nI. tutti sgretola ti, lebbrosi e vera umanità e anche le sue plet.s allora di moda. Paul 11 marzo, ore B. macchiati di borr accina ver- superstlilonl. Fort. ebbro di lirismo e di li- Era un uomo 1lovane. di Staz ione di Mtlano. _ 0 _ decupa, fosse sbucato un sa- " 1 05·l01. quorl . da nzante n ca11can con una ventlct nqulna d'nnn t, tar- n'algebra di binar i morti poi tir o e si fosse messo a saltel - la sua amica sui tflvolln l: Ja chlnto. con capelll e barba d: una praterla Immensa Piena lare fra I cespugli et! ginepro, APOLLINAIRE celebre tuba e à bords plat, >, un biondo acceso, la faccia di treni In riposo d' vagoni clrc0,5pet to, cogUendo colla la pancia e la bionda. barba p!ena e di color roseo. lllun1!- dlmentlca tl di ldcém ~tlve in- bocca qualche corbezzol a ma- Un giorno descrt·,crò forse fiorita di cal embo urs di Wll- nata da un palo d'occhi cele- vallde Fu~o carbon e· ban- tura che avrebbe succia ta con quel !est!nl Ideali. Descriverò lY (Bar be d'or est WillJI) rl- stl, che esprim evano a un dlere ~ lan te~ne abbandonat e un sorriso fra umano e caprl- l'antro di tali misi.cri: quella dente sacerdot e pr!apeo :· De tempo sincerità e timidezza per terra . In fondo, lungo la ano: o, sed~to sulle coscle pe- specie di canUna dalla volta Groux zazzerut o e sbar bato , In come quelll di certi bambini linea, una squadra di operai lose a piè d un cipre sso, avesse bassa, semplic emente spenn el- agguato tra la calca, ghlgnan- o di a-ente camp aguu ola, cui che lavorano a un nuovo bi- Intonato sur uno zufolo di lata. di calce, bru talment e ll- do. con I suol occh i dl vecchio quella di cltt.à mette !n .mg- . narlo col viso arro ssato dal canna, una di quelle melodie lumlnata da becchi di gas , gufo fit ti nel sogno. Descrive- gezlone. Nell'insieme Ja sua n- L 'tt I' sole sorto da poco. lascive a un tempo e malln- zeppa di rozze tavole, Intor- rò Quelle che furono le Sofré e, gura somigliava curtosame n- 0SrrlOree llomo Un cavallo magro sperso in coniche che turbano Il cuore noallequall slp lglavnno,.qua- de la Piume. te a taluni ritratti di Rubens, mezzo a un terren o soutarlo delle tlmlde ninfe e le attira- si gli uni sugli altri. gl Invi- R. 2:;1-2:;2. specie a uno che esiste nel ) rode una manciata di neno no nel crepuscoli di Teocrito ... tatl celobrl e oscul'l In com- museo di NaPoll e del quale ✓ coperto di brina. A. 98· 99. butta, con un gotto, un pon- VERHAEREN ml rlCOl'dai In quell'istante: Il treno si muove lcntamen- ce, un bicchiere di latte o di ma ciò che magglorm ente ml Artisrc, lucido es 0111a ,PO e figlio del propri o temp o, offici è ww (i!!ura comp les.sa da cui la ~olanuì della su.. 11,agl!.1ore arte si distacca te scegliendo con precauzione f 1 treno rotola. rotola, ro- assenzio do.vanti. , rrogatl nel Lo vidi all'e sPoslzlone degli colp\ !u Il resto di quello sco- la sua strada lo a... fumo che s'add ensava tut ta- Indipendenti quand o questa noscluto , e cioè com'cgll era Ultimo sru'ardo n Mllano A un tratto una et! queste via come Quello del tr eni In si teneva ancora . ;,ovcram en- vestito. Privo di un qualsiasi Ciminiere fumiganti e la gu- donne che ho di !accia, bru- un tunnel, e finiva col na• te, nei baracconi i>ostlccl del soprabito che lo riparasse del glia. del Duomo nel \;asto ciclo na e bella. - una napoletana scondere, quasi, un p!anofor- Cours la. Relne. Camminava gran freddo di quella mattina. e rimane viva azzurro Intriso d'oro senza dubbio - sveglia un te In !sfacelo confl nnto In un nvan tl e indietro per le salet te aveva In testa un cappelluc - , bambino che le dorm iva in nngolo, a dtsposl~IOn(" del zeppe di quadri festosi o bi- Prato, ZB marzo. grembo da più ore , r-1 sbotto- clienti, accanto a una specie stacchi, con un passo rap ido Queste case di contadini , ~\~~c~r~:~~t~e:c: l~~ea~!~ di cnttcdra , dove o~n! tanto e strascica to simile a quello et! diGUGLIELMO PETRONI con la loggia, U terr azzo, la carselo alla poppa. Ma Il mar– colombala, e Il tetto rosso o mocchlo. che ha, pare, del- L A NECESSITA' di scln- ed alla più diretta comunica- nera stro, rappr esentano, In l'altro sonno non vuol sa.per– dere In Softìcl l'auten- zlone delle sue fol'tunate · ed fondo, la vera ed original e ne e si meti.e invece a ber- tlco dono d! .!:Crittor c, intelligentemente cere ate architettura t.-Oscan:i. eiare. Pazientemente allora, la nonchè quel lt\ capacità esperienze. Dovremo dunque , " · 90 • contadina gli fa un po' di ntn- ~~~~~:~1:~;~:a e::~~~~:~I t~~~; ~~! ~~t·~: j~:!~~t~'ire~ I due odori più buoni e Più ~l.na ~:t.-O~o 10 s~i~edd:i~r:~h~~ le proprie esper ienze artlstlch e significativo, rifiutare tutto santi son quelli del pane caldo del marito che nel frattempo e 1ettero.rle, fu trn 1 primi e quanto venne in lui dlrama.n- e della terra bagoo.ta dalla s'è destato anche lui. si ritirn plu autorevoli dei pochi che dosi dalla deviazione che si pioggia. T. 12 _ nel cantuccio del <;edile, volta rluschono, nel vol;ier di una espresse con la. neoclassica le spalle alla luce che piove ~enerazlone, a distru ggere lo Elegia dell'ambra, e tuffare! Prato. dal soffitto , e cava di tascfl &pinta del J)Omplerlsmo pro- Invece all'assolata purezza del La magnt!lca montagna pc- una peretta di gomma rossa f~~f~:~e, 1 ~'lt~~r=n~o~:~r~~; i~~d~:aris:e~.::l~c~fi~~~~le ~~ trosa, a destra. tutta bigia, cori ~~~ 1~ 1 ci::o~~~;:~~i~j~~I~ che dominavano la cultura. e scoperte e massacri, di Ricordi Incur iosito, la. guardo senza l'art.e italiana, beatamente in- di vita artistica e letteraria. stesso al quale aderiva. Oggi averne l'aria. Essa sbottona consapevoli che la poesia e In questi libri che per una che la constatazione di eerte ancora più il giacchetto, e na– rart.c avevano già da tempo generazione sono tutti indi- conseguenze appartiene ad scostasi alla meglio con uno spiegato uno st.end:irdo d! mentlcabili, sotto diversi altri elementi che non la .con- scialle che ha addosso, mette umvcrsalità. splrlt.uJ.le, d_l no- aspetti si esaurisce U Soffici slderazto ne · letteraria dea:11!uorl tutta una. mammella vltà dl concezioni non plu clr- più autentico, quello che ap- uomini d'una dl!flclle genera- ambrata, tonda e turgida. In– coscritt e dagll an tichi con - partlene ad un particolare e zlone come la sua, Ardengo troduce 11 capeZ1-(ll0nel plc- 1lnl delle singole culture na- vivo momento della storia del- Sofflcl scrittore, l'Ardengo colo ombuto. preme dclcemen - fto~~~:~Jnl~n ~~~ ~:? ~ 1~:r~ ~~~na~Je:~ 1 ~cupa ~~c~ ';!~~tl!~~~ld;:to esle4:: ~i:~~e ~:ai~:C~~n:t~~~ to uno del poch i cora e:alosi Scrittore solare, lo chiamò le sue campago:e, d'!lla terra che succi. Vedo 11 latte blan– arlls t.1Italian i Che aveva. a.vu - De Robertis, e scrittore solare toscana, della gente semplice chlcclo che cola lungo il boc– ta la forza e la struttura rimane per noi il some~ sem- e sana, penso che possa es- clolo di vetro, appannandolo. adau.e per far si un ab!to pre pieno dl luce sia. che cl sere ancora un Insegnamento Quando la. peretta è piena, la mental e europeo, ;;eppe ado - faccia. penetare l'essenza. di valido, una precisazione del donna prende uno del fazzo– prare la sua. natu ralezza di una stagione, 11 colore di un fortunato Innesto dell'inge- letti e ve la sgronda. dentro. iel' lt.tore per comun icarlo di- paesaggio, l'aspetto di un voi- gno e della senslbllltà !talla- Poi rlcomJncia. Senonchè, do– rettamente alla generaz ione to, o Ja. con!lgura'Zlone d'un no nella cultura europea. Cer- po due o tre volte 11 fazzo– che lo seguiva. Ques:.a la fl- carattere del tanti uomini che to a tutt'oa:rl occorre ben dl- letto è tutto Inzuppato di latte a:ura del Soffici che gli uomi- egli conobbe durante le sue stlnguere tra l'arte di questo - l" resta ancora l'altra pop– nl dl quaranta anni oggi pos- più effica.c1 e giovanili espe- .toscano vitale e sensibile e pa da. mu ngere. La poveretta sono ricordare con p;ncere ed rlenze pari gine ed europee. le sue sempre più compromet- si guarda intorno smarrita. anche con affetto , e posso- Non è che Soffici non abbia tenti e non felici compromls- - E ora - dice alflne tra no cons iderare tutt 'ora vivo, una sua. particolare penetra- slonl con una. aullcltà spro- sè - cosa faccio di tutto que– quanto viva riman e quella sua zione della psicologia.d'un con- porzlonata e fredda. da neo~ sto latte? prosa, e l'imma gine del ri- tadlno della sua terra , o di classico che fece della propria E mi fissa. con aria umile e belle antlborghese aperto a un grande nome del periodo rctt.-Orlca.un moralismo astrat- cordia le. tutte le esperienze le quali, aure o francese; ma&nchequei to dal costume e dalla realtà - Perchè non 10,buttate In anche quando potevano esse- tratti In cui tocca con tasti del tempi. terra? _ Je chiedo. re storicamente spericolate, meno visivi, più Interiori, un GUG LIELi\IO PETRONl - E' peccato - rjsponde, e eran però salutari, perchè oggetto od un personaggio, Ardenro Somcl: Savll'Jlone ARDE NGO SOFFICI (Contbiua. a pagina 4) rappre sentavano la rottura sono tutti in partenza espe – tra il pomplerlsmo paesano e rlenze del sensi, esperienze vl– casalln ao che domtnava l'ar- slve, che hanno bisogno di t.e ufficiale del Pae se e le vl- partire dalla superf!ce. Co– tali, infinitam ente superlor ! munque la. sua arte più toc– corren tl spir ituali ed artisti~ cante e diretta è visiva, e sen– che europe e. slblllstlca, ed il So!flcl che Salde::a e nio .dernitò del Rlin9sor italiano Non cl mera viglia però, rimane 1n quell':imblto ha mentre cl sI sente por tati a tutti I tratti del grtmde arti– tanta affettu osa considera - sta anche se il respiro è bre– zione del Soffici p1ù puro e, ve; è Infatti la ricerca. d'un in fondo, lnftnl ta.m:mte sem- Inutil e per lui amp iezza uma– pl1ce e efficace, Il sentirci an- ntstl ca che lo conduce In se– che costretti più d~ quanto gulto a quel travisamento del vorr emmo, ad altre conside- suo e dono > (come lo chiamò razion i alle quali lo svlluppo Serra ) ed a altre conseguenze &tesso della sua opera ci con- mor alistiche che esulerebbe– duce, e cl conduc e proprio ro ln gran parte dagl! intenti Come l'arte lo innamora, così tutto quello che nell 'arte si crea di nuovo , lo seduce perchè, oltre 1 conftn l di quel- del nostro scritto. Del resto, V AOW, comeslamo, di raf- ,Francia, come spes.sofa, si rtn- le sue benef iche e precis e Sofflci stesso cl avéva prova- fronU, diremo che Arden- nova In dentro, la mente presa qualil.à d'art Uta, egli forzò to che non gU sarebbe stato 10 Soffici ala un , po' 1~ al rimoderna.menu , che dal non poco la sua plll suadente necessario scendere alla. sua cl~, unTrr!':i:n1f1!~ ~da~!~!:~ ~ 1 1~:~~~n; pe~~~~u~:p!~lers > si na~r:i~n fat.to di considerare ~!~:,~;~ a~i 1eZ: g!~~~tr::, ~r~~t~~': :.~~~e m:e~:8'c1:~~= 1.i1~g~i::• ~e~~~c~o~~~ ~l!~nÌ che , non a caso, molti non co- a lui occorreva solo piu am - na cogliendo suffragi coeplcul. futurlsU, Imperversano Intorno, munl valorJ dl quella. gener a- pia. e complessa. e:;perlenza E se II confratello !rancese-plt• rinnovando l'aria dl cnsa; e lu!, ~ione, tacciono da decine di personale; infatti, allorc hè fu tore, musico, poeta, crltlco - !n Insieme al Paplnl, fonda e Lacer– annl, come un Jahl er o un Re- reduce da una gr ande bat- una lirica.non corno la sua, !re- ba > - uno del tanu organi. di bora , per non dire che del taglia, da una esperienza spi- sca, latlntJva, perdutamente li- battaglla e propulsione del tem- ptù slgnl!lcatlvt. Ce:te cose, ritua lmente e visivamente più ~J:~e~o~~~~I dd~:: ~~e ~.a 1 ~!~~ :n~/ F~~~0; :, 1 ~~~~i. 1 i\ ~~: quando sono in se stesse di vasta come quella della Gran- tra l due venga meno. D'altra vacchtoll ed altri, aceede al!a dominio universa le, anche se de Guerra, seppe darc i Kobi- parte, qui In Italia abbiamo n- poesia d'avanguardia con un en– dobblamo profond amente rin- lek che nella. gen eralit à. non rure tH poeU-p!t.torH:rltlcl, 0 tuslasmo che per poco non su- 1razlare chI cl aiutò a. con- è da meno delle sue m lgllorl poetJ-plttorl-narrat ort (gli esempi pera 1a aat.urnlna. pugnacltà. di qulstarle, presto si assimila- Jlluminazloni dlar istiche, sep- più celebri rimonta.no, Io sap- un rn.a.ssacratore della tradi!.lone no , presto cl se ne nnposses.sa pe rapp resentarci l!i. Ritira ta plamo, a S&lvator Rosa e al D'A- come 11 Luclnl. Ma c!ò aceade, e, se per coloro che in quella del Friuli. che man t!ene an- ua;l1o); CCIII,Il Sartorio, li cui principalmente, pe,r consldera- posi7Jone \' prend ono, J'evolu- cora tutta la fr esc~ezza del• =~~~t!!b!, '~:t!J~~l ~!~~~ :~! 1 u~U~~~~l~ ;r j J! ~~\! ~ i~: zl~ne di lene infinita mente la sua migliore e plu na turale porui.to al verao Istantaneo; Jo manza. e l'editore, conqul31stan– piu faclle, per coloro che han - arte. Scipione, mo.ero e perverao; li do sul e carro dt fuoco>), giac– no saputo dare, alimenta ndo Se per compr endere l'essen- De Pii~. pa.ssato da un crepu- chè, dopo, è 11 distacco, che vuol la salutare Polemica, ben plll za di quel suo dono basta acolarLsmo spedito e sensu050,alle signlflcare dissenso, od anche tm– difflclle diviene, se non in se- aprire le pagine dl Arlecchl- stlllua zlonl e ragnature allusive; pllclto rawed lmento. de ar tistica, in sede cultura. - no per farci una idea. del Il Can1lullo, che va per le po- Porse egli ha magglor slnce– le, riprend ere il pas...o:,o come modo In cui Sofflcl fu tanto llcromle _avveniriste; Il Berna- rlt:\ degll altri, una sincerità di &e Quelle che furono le loro efftcace nell'Istillare quel r.uo - ~ 1 ~\r'!:,:ld: lu~ ,! ~.taJ~i J::: ~:l~~~~fc~ ec 1 ~esu~ls=::'a.~r~~ scoperte di Ieri non dovessero vi senti menti che .ibbattero - chL e dello Slataper, alle e05C ture esteriori, tn cospetto delle essere anche per loro che, na - no, In pochi ann i, tutto Jl rissa un occhio penetrant-e e r!- attualità oltralp!ne. e Il ca,o Me– turale svolgimento. Quell am - mufftto pompierts mo in cui velatore; t'Oppo, che va mctten- dardo Ro.uo e fimprtu!onl1mo > Pleua. che Soffici, dopo essere si beava la provlnci:i italiana., do fuori composizionisparse, iul- - 1909 -. e A. Rlmba:id > - stato tra 1 più vivi promotori blso1ma leggere le pagine che le quali non è dato, per ora, acri- 1911 -. (semplicistica ma acu– della nuova educazione uni - cl accostano at maggiori arti - vere un giudizio, che, Invece, la ta Interpretazione - presenta- ri ~a~~ =~:e l~pe:~!• ~~: oric; ~~t~~Jii~~~:n:n crr~t1! ~!:f~~~ !~g~~à a~~=r·:i~:a Bna;~ ~l~na~l~:~::~~) d~1à ~ glc";~:f~; neoclassica, nel più evldent~ di vive-.-.za. partlcol:lrlss! ma Il ~~! :: ,~:~c:i~1:r ~:~ 1 1 1tii:~~ci :rl~e~z~ ~~~l.ltàpotell:el~~a ~: contr asto con Il se b:esso plu suo amico Apolllnalre o PI- e, negli esempi, rlcorde:-emoRar- des\ma temperie, si esprime con vitale, solo con lo spirit o re- casso, Verhaeren o Jack Lon- faele caste llo. pittore, rivela~ ! e Cubl.1mo e oltre> - 1914 -, llaloso cd Il tormento dl un don, Medardo Rosso o Foraln, poeta dal veuo den~ e mor- e Scoperte e ma.uacrl > - 1010 Bolne o di un Rebora, o 11 Verga o Campana; ed è an- dente. -. e Statue e /antoccf > - 1019 rigoroso morall.15mod! un Ja- che necessario compl'endere Per ritorna re al Soff!cl, ripe• -. e Carlo Carrà > - 1928 -, hler avrebbe potuto trovare ed apprezzare Il fugnce Futu- ttremo che egll ala un tO!cano; e Prfmt prfncfpl di una. estetica soluzioni vitali, non rettori- ris mo soffl clano, non privo li che vuol dire aiola di esistere, ,•uturlsta > - 1922 -, quest.'ul- che; ma non era e, 1 no 1 n J)Ote- tutt'ora d'u n !ascino arti sti- ~n 0 1;1;,~ : ~~r~s~af~:~!~o~r~1:i ~l~ aii:f~~r:o! : 13~~ 1 ~!:r~ va essere questo l . nt.mo del co, anche se svuotato dl gran del mlmetlamo, In particolare Bocclonl, spirito tra I p!ù vividi suo spirito, che per la purcz- parte di quella viva polemica l'acclimatamento al regimi ar- e convincenti dell'epoca (ed an– za della propria arte, attln• che lo animava e lo rendeva 11At1cl di 111. delle rront!cre, rtac- che lui, dobbiamo ricordarlo, plt– aeva alla più semplice vltalltà, lndlpendepte dal Futuris mo che, .nell'andare e venire di tore). In codesta opera di col- teca Gino Bianco Ja,boratore culturale, bcncM mancante dl metodo cd anche dl tecnico Impianto, eg!I apporta, con l'ardore e Il proressato an– Ucrocl&mo, Il senso del neofita ricco di bergsonlane Intuizioni; ma sa di terragno. d'uno che 1n Toacana affondo. la suo."Tndlce. Parnd05Salc e, Intanto, nzzeccato, attua una r.orta di crociato.cs ~– tlca, misto. a alngolc v:a!oriu a– zlonl di o.rtlatl e di opere, su uno sfondo di pcraunslonc e di ln~ – grlt.'l, dove si profila, anche, un concetto etico. Non perde mnl di vista la. sua. toscanità, la quale è anche saneu::i; e !orse a. lui pittore, che sa coniugare le esperienze di C~zanne con quelle personalmente dedotte dallo stu– dio di Fattori e Slj:norlnt, ~ me– glio rlUMtltodi considerarla come dono d'Intelletto nel quale Il rea– lismo e la salder.zaoriginari ab– blan !Rt.toda aoste1no all'acqui– sto di modernità; non sempre, pero. Come l'arte lo lnnnmora ed ~ li suo nume In terra, cosi tutto quello che vi si produce di nuo– vo lo seduce; e la sua no.tura di senslt.lvo non ci mc-tte molto ad accostumarvisi, a corromper– si, diremo. Con le anl!che strut– ture ormol saretolate, e uno.psi– cologia In fulmineo capovol1l– mento, che, o.Ila bue, va Irri– gidendosi nel dogma estetico, In un !ndMduollsmo esegetico e proverbiale. ill aun nativa. eplso– dicltà slarga ed erompe. li e CU• bf11110 >, 11 e color bmo melico , dl Rhmky Konmkow, Il e p11ro ,uono >, l 1 este111fo,rcspaziale e Il e lib ero /lguratlvlsmo > di Oe– bussy, .sono n lui da prcu o. nel san1ue e negli occhi; l'orri:ladel pre<:onl di pocs\n nnt!-accade– mlca, le fulgurnzlonl e li mlsta– vonlsmo dlaartlcolato dl Rim– baud, troppo Incombenti pcrchè non ne aora:aqu11lche barocche– ria Insensata e stAnchevole. Dal– le cPonftJ glovanlll , 090 1-1908), Intrinsecamente fl.ssate nel clas- slco, passa al brusco, :alle ma– nevoleu.e scaltrlte e saltuarie che gll provengono dalla con– suetudine con gli stro.nlerl; sa• Tanno essi Trlstan Tura e Ma– rta KrysJnska, Iwan Ooll, Re– verdy surrealista avanl! lettera, Jarry e Kahn; saranno ancora gli Apolllnalre ed ! Cocteau, che, al par di lui, denunciano un .so.strato umanistico. Inutile arrannarsl ad altre fonti. In apj>resso e Bl/ uc ez/, Si– multaneità, Chimi smi lirici> - 1915 - e Kobflek , Giorna le di guerra > - 1918 -, accentueran– no Il culto per una maniera fre– neUcnmente progress!va, che poggia. (è daV\'ero cur!oso, ciò) su un fondo ras.sodato: dal quale insorge un banvtl!!ano ri– gurgito Vlslvo ol!att h·o !onico, In una necessità arl!.stlca al di fuori d'ogni preoccupa.z!one per 11 chiaro contagio tsterno. Qua, pullullo e fughe di appunti che schifano la usura d'un qual– sia.si argine. e non diciamo or– dine: Ili, una spavalda Irruenta, 11 ditirambo dadal3ta, !a nota– zione-scherzo, la m!mlca che cscandesce in una rete di \'lbra– z.lonl dlonlslacht. In C08Ufatt:a labilità morfolOQ:lcn ,·anno na– tando mlnuz:zolllca.stlr .!: ritorni dell'lmpresslon!Smo sof!lclano, del co.,lddetto e vocfanedmo> secondo, che dll.nno sen.so alla fluida C0!5mlcltàdel nostro, al suo sentimento, tra Il luc!rer!no e l'onirico, della natura, che vi diventa paganesimo lirico, mn Impervio o lndosn.to. as! corri– spondono nl moment! assoluti del e Giornale di bordo> e di « Kobilek, Giornal e di guerra >; n propositodel quale ultimo, non ripeteremo, dopo tanto vagheg– giare che se n'è fatto nel mo- ~i~~ l~e~fia~ ma~:m;~ le i~~ numeri opere che al mondo par– larono del penult.lmo connttto. E. forse, nessun documento analogo a-li può star ,•tclno, per sensibilità purgata e acuita, se consldcrlamo, ad esempio, e Con me e con gll Alpin i >, dello Jahler, la e Sagra etc>, del po– vero Locchl, « Il Fante alto da ~r:~:m:i. v: n~: d~~I (~~r~i ~\ ~ nitri ortodossi cantori, le nota– zioni, poche e magiche, d'un Bontempclll, acre e lmmag\noae del Bonettl, crepuscolar~ e do– lent.i del M0&cardelll, popolare– sche ma forti dell'Ah•aro. SI badi, ora, ad altro Upo di lmpres.,lonlsmo poetico: per di– re, del Buul, sollecito d! lnUme legature e di voce uguale: d'un Bacchelll, !ortun0150 e ahlotto; d'un Folgore, pasto.so ma fresco e toccante; d'tUl' Fiumi, tutto brlvldl e correnteun, lr. una sua impalpablle serlcltA; d'un Oo– \'Onl,feflomenlco, lmprontamen– te vMflco.to da colori e slm111- tudlnl; d'un Campana, Incanta– to, caldo, len ladramente archl– tettevole; d'un Luclnl, grasso e dr01ato. Il suo, quand'anche per &hlrlblul o clvettamenU, accenni a sdolcinatura, sa di Incontaminato e lmmedlato, che è l'Imo della sua persona; sotto– traccia, una vigoria, un occhieg– gio mallz.!oso, uno sbluarrl rsl nel suol ste&al chimismi, Ma la sua sanità non vuol smentirsi, nè capitolare In pie– no al lenocini; slcchè, In lui, nnche Il e plle-mll e > parollbe– ro non è punUgllosoe !ebbrlcl• tante, nè secentescnmente este– riore o sommnr!o come quello del congeneri, .salvo !I Marlneltl che pur si denuncia, talvolta, fnlso o montato o nddlrltturn decrepito. E sta sempre In pit– ture, nella consolazione del co– lorc-paroln, del sentimento cro– matico che felicemente ritrova la sua rispondenza \'erbale (In questo, I francesi sono davvero mlrablll: e non è solo li famoso sonetto di Rimbaud sulle voca- NICCOLO ' ~IC ll ,1.INO (Continua a pagin a 4) POESIE SETTEMBRE Scc11dr dai monti alla valle settembre soffia ndo 11e/ piff,•ro agreste, il lum e del ves pro fi,1111mu11tc gli ves te di porpora e d'oro le spalle. Corre pd cumpi vclocr sellcmbre, spegne ndo fo ,Wll grtrndc ars1tra ,rei g_rllppc,l1a:::urri dell_'1n.:a111al11ra clic ,l sole ira i pum pi111cuoce. (da e Poc:,ie g1ov;,.nili >) CAOS R11ot.: d'a::;urro tria11gol i d'oro spasim o d'ombr e preg,raut, lamp i cotcraft e di dramauti f11oclri di gemm e c/iiare umidità, S/!:uordi di raggi viofo 11cl ciclo/ Giranti 11el maref Glaciale 1idf[j;c d;~t!~'reJ:tlì:~ure lale,rti soli pigr o fiorir di lun e nel cielof tic/ marcf fra nastri giallas tri rossastri d'arcobal e11i grappnli d'astri fosforici app esi 11ell'i11f foità fcrvi Oa att esa di c1tori f11t11ri estasi pena dì mondi profondi silen::i meditab ondi e/ellrica immobilità ansia. Ma '"' brivido immc11so che go11fia i gorghi del vuoto remoto vici 110. Uu crollo di gioia folg ori rumore o,1dc moto e la vita per l'eterm tò. (da e Giorna le di bordo• ) OZIO DObCE DELL'OSPEDALE 0:10 dolce dell'ospedale si dorme a set1ima11c i11tere il corpo c/ie avevamo co11gedalo non sa credere ancora a questa felicitò di viver e le bianche pareti della camera son come pare11lcsi q1tadre lo spirito vi si riposa fra l'ardente f1trore della baftaglia d'icri ,p ''tnigJtta {iorikJ che· domani ricomiircerà, -. ... ~ so~la c/iiara crogiuolo di sc11si multipli q"·' t1tt_to co11verge in mc'rmitò ù1dicibilc nusteriosamente se11to flHire ma tempo d'oro dove tutto è ug1tale i boschi le quot e della vittoria gli c,rli il sole il sa11g11e . [dei morti ,o stesso il 1no11do e q1taltro gialli limoni cl,e guardo amorosame11lc risplc11dere sul mio nero comQdino di ferro. (da e Kobilck >) MA'ITINA Lo luce _,io1i. è c/Jc 1m 111a:.:oli110 di fiori piiì souili un ron:;;10d._mosche d'oro e verdi il ciclo sen::a. lJ."eftO. pardessus pariKi110 si potrebbe ballare a tutl~, proni c'è .la n11mc0;come ù1 paradiso w1a ng11ora vestita del lrrcolor dcll'llalia ,ic/le [cromolitografie Palrio1ticl1t L'Vade verso l'orie11te Jamais je ne voud rais ètrc son chien 'J>foitosto piangere di fe11cre::a sc,l miracolo. della ge_11le clr e ris1,scila og11i gior, 10 J,. q1testo emgma umversale clic piglia per almaHacco e passa e passa con la lra11q1tillità dei giovc 11cl1i Ail! noi ,noriremo per aver tropp o adoralo le cose L'aria d'anilina mi bagna com e ima :amic i~d~u{;;:: [ nel turcliinetto Vedo tutto Il baccalà che sPerim e11la il N ir-.Ja11a fiorito di pomodor i , . [,re/le ::a11golc a.:::11rre l ombre dell e gro11da1e abbassal e sugli occhi gla1tclii le 01nbre degli 11omit1iclic si sprof o1rdall~dcl/c pcrsim, , 11cUa terra trasparc11te E a µ n tratt o_ .' !lPiscf! questa verità . Og11i. 1111ov 11 . Cciv1l1:;:;;a::,011c esce dal ris o dei bambi 11 i Il timpan'! del s~lc batte sullo specchio del parrucchi ere per farnu sorrid ere ma "°" si può e/re scgllirc it silc11: io fa frrscl,c::: o [dell e ort (1 miei capelli sono sinistri!). (da e Bifcessr.t. + 18 Simul taneità>, etc.) APERTURA E FRAMMENTO DELL'ELEGIA DELL'AMBRA Q11cstc campag ne clic il fall ace aul,111110 già di malinco,iia tinge, e s'a ppr o11ta a darle nud e e desolate al vcm o sì e/re la ro11dit1 se ,i'accora e ,.;iKra tr_mpo f~ quando aper te al sol t1ovcÙ0 1 d, fiori rncoro11atc e di ver::1trc poscia e ~i fru U1, immagine beala parve , d1 t1011 mortale giovinc:,:,a. Sta11caor la trrra e rubcsce11te, q1mlc egro corpo e/te febb re alta consu mi prua, e I postremi s1toi do11i maturd. Pu re 11011 stm.:;a beltà ttè me11 soave è la stagione e q1ttsta ulti ma luce di feco11da11te ·vita 011de ris 11011a prr .ve11de_m111iali ca,!ti il pia 110 e il colle, e di fer ·v,do mosto 11 giorno odora. Vaga11do .tpr.uo tacil un,o f' solo pc' matt11ti11i clit,i ullor che il trt,lcio stilla ancor di rngiod,i " alle ulive lc volti il f ,·i11.gurllo e ::ir/a il tordo; o a sera lu11go CU(tdrdestrade, o iu r itJtJ art'acq11e cl!". parl1s~o11. la proda , oude tra l'erba dtnltc strrsc,e luccica,1 di cir li, se mw voce t !re vien da l1 11gr, 1111 noto ~110110, o. scmb1a_11:a .11ma11a il ve1110al/e lla 1mprovv1so e rrstieglia, in 1m si desta fo s11wgata memori a, e d'altri giomi lt, nm cmbra11:a III mc scc11d,- e si spar1:,c. AftOt:SGO so• ·•·101

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