Fiera Letteraria - Anno V - n. 10 - 5 marzo 1950

LA· FIERA LETTERARI ANNO V • NUMERO IO SETTIMANALE DELLE LE T TERE DELLE ART I E D ELLE SC TENZE ROi\tA, S MARZO 1950 SI PUBB LICA LA OOME 1 ICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO UME RO LIRE 50 ulll i .slONE, AMMlNlSTR/\Z JONE: ROMA, VIA D'ARACOELJ n. 3 • Teleloru n. 684.097 e 684.098 • CONCESSIONARIA DELLA PUBBLlCITA': PUBLITAL: Via COndotli, 6. Roma. TAIUFFE : COmm. L. 60 . Eclttor1ale L. 40 al ID/m ABBl >NAMENTl . Annuo L 2 200 5cm . L. 1.150 · Trim L 600 • Estero: Annuo L. 4.000 • Abbonamento speciale (Insegnanti e studenti> : rata mens1le L. 185 . Copia arr etrata L. 80 . Spedizi one tn c. c. p. tGruppo II >. c. c. Postale n 1/31426 i[ IL DITO della BEALTA' * di FERNALDO DI GIAMM·ATTEO L A CONDANNA p!O a.ceca dcll'appllca– zlone dc! poatulaU marxtsUcl alla crl– Uca tsteUca è torse quella d1 Edwln Mulr, un aaa:ilata lnaleae che do. oltre ,cn t'annl svolge un'npprcu.aui. opera di chla – rlflculonc dcll'nmblcnte culturale moderno. Affermare che tale condanna cl persuada pie• na.mentc, sarebbe ecccul..-o. Dire, pcrb, che alcuni auol concetti ed alcune aue acute di• aUnalonl fra l'c euenatale > e U e aecondarlo > In letteratura. rlapondabo alla realtà delle CO&e cl acmbra quanto meno oneato e doveroso. V'è soprattutto un auo saaa:lo, The PollUcoJ Vlcao In Llterature, che può aiutarci ad Ulu– mlnare di luce pll'.1atcura I metodi che all tsponenU dell'estetica marxllta tmptea:ano oeu•anallll del fenomeni arUsùcl del noatro tempo. Quel aaagto di Mulr è molto breve. ,::• pll'.1 un1'1.nota che un aaaalo vero e proprio, llml– tandoal l'autore ad alcun.1 rilievi marginali cd e,·1tando dl a-rola:eNIuna tratta.alone atstema– Uca d~ll'Ar1omento. Non IO ae q:11 COilOlca le opere d1 un oeora Lukaca o dea:ll altri crt– tlcl (di un l"ISCher, pu eaempto, dl cut avre– mo occaatone di parlare alLra volta) che han• no settato le bui teoriche dcll'e1teUca marxt– a.ta, rna - se pUr cona.cendole non crede di chlnmarle dlrettamente 1n causa - u auo al • tentamento non 1uona tanto rl.ftuto di am– pliare Il d~rao, quanto dealdcrlo di tentare un primo, acrto e avvicinamento :t al pro~le• ma, 1tabllcndo al tempo ltl!SIO alcuni caplsal • d1 1enerlcl che posuno valere anche In ae• aulto 11. contatto oon 11 nucleo di quell'estetica. E le OAervazlonl In marsine non sono da but– tar via, quando appaia no originate da un Indi· M:utlblle ,rorzo di comprensione. Vedremo poi dove v11dano a parare. Non hlL alcun aenao - affermano t crlUcl marxllU - esaminare l'opera d'arte nella sua natura Individuai& qualora non al ~naano preKntl le condlllonl e reali> che l'hanno de– terminata, oaallLla 10CletAdi cui l'opera atesa:i. ~ eaprcsstone diretta, PUr aensa ;-tungere !ld una posll.lone coal U&Oluta, e pur a.vantando rlaerw 1ulla pe:re.ntorletà di quel e non ha alcun aenao >, anche I critici non marx\sU Ml'no dbposU a condivide.re queato punto dt Ytlt.a. n puro formalismo hi. ormai r,uto u suo tempo, • aartbbe. addlrlUura l1dlcolo Il tffltat\To dl rtesumarlO. M.& non ~ cho n prlmo pa.uo dell'esteUca marXUtJ. Dopo di questo, ent.ra 1n g1oco U aJ.a,rilllcato che 11 vuol datti alle condlz1on1 rull e alla aoclttà de1trminanU l'opera d'ar– te. E, con 11 ala;nlftcato, entra ln iSoco la pol&lbllltà di g1udlaare o di avere comunque una fedele nozione at.orlca - onl, mentre la vh1amo - di tali condalon1. Nel libro dl un crlUco marxista brH.annlco (Davld Dnl– ches: Titti Noi,,tt and the MC>Um WOTld) che Mulr ella p!Ctvolt.e e a luna:o. 11 lepe: e Ra· nimente, per non dire mal, la natura d@lla situazione contemporanea ~ nppana cosl chla , ra aall ouervatorl. Noi ora posala.mo const. de.rare 11 pauato recente cono,ccndo clb cui cl ha condotti e analluarlo oon la famllla.rttà del cont.t.mporanco, e pure con quella coant• rJone di causa che ftnora era rl.servata 11.Uo storico futuro. Mentre di reaola I contempo – ranei non J)0$&0nO dallo. conoscenza dca:11al– beri rtsallre nlllL foresta e alt atortcl non pos– aono dalla toreata accnde.rc •ali alberi che la compon,ono, Ja nostra sttuu!one ae.mbra of• frtrel la poaslbUltà di ,·edere chtarament.e s!a gll alberi slngoll che la toreata nel suo com– p\cuo >. E noi ora possiamo vedere. chlnra– ment.e questo: che In nostra civiltà 11 sta dl• !i.lntearando o, &aa1unge 11Oalchca ln termini meno aaahlacctanU, che cJ uovtamo In uno ltadlo di paaanto fra due clvlltt.. La crltlc.l che Mulr muove a tale oucrvulonc ha una coru!Jten&a molto rort.e, penino ovvia: 6 una p:csundonc pura e acmpllce arrermare che la sltu.uione at.t,uale ala chiara a tutti, 1n tutti 1 ,uol upeuJ. Vero ti piuttosto Il contrarlo, e, non tanto per rq:lonl parUcolart che osnuno può rtconoscere con I propri ocehl, quanto per 1 'us loma a:cncrale (e non ancora confutata) che una a1wutone ltOrlca non aa'rà mal ve– ro.mente chiara alno a quand o non sarà tra– acoru, atcch6 un Jt1ud1&10 completo su ·di essa non potrà darlo che lo ,torico futuro che ne avrà sottomano tutti gli clementi e li dlgporrà nella eaatta prospet.Uva. all~n~::: ::;,l~~~~n:~I E ~~~h~ul te::t~ cl sembra che vi ala - nonostan te Il dlverao parcro del Mulr - nulla di strnno o di lnn.c– cettablle. Ma le dlfflcoltA soraono Immediata– mente dopo. La sempJU'l.ca1tone diventa au• 1>2rflclalequando al bua unicamente au pr~– sunz'lonl lndimoatrate come quella di ritenere che l'at~uale situai.Ione ala chlai:::aa tal punto da parmettere agli 1tcs.sl con!.cmporanel un g1ud!Zlo atortco. Ed 6 questo -l'argomento che 11 Mulr avrebbe dovuto approfondire, ala pure entro I llmltl dJ una breve nota, e che noi non pcalamo approfondire -In luoa:o auo poi• chè non conOIClamo direttamente l'open del Dalches. . Olllle prcmCSM. acendlamo al prtnclpl pll'.1 propriamente crltlcl che, aecondo l'esempio del Dalchcs, dovrebbero servi.re per l'eume dell'opera d'arte. e un·opera - acrt..-e Il cri· tlco manllta - pub rapprcae.ntare molte C06CI Insieme, mn c1b che Importa 6 ape-re qual'6 Ja coe.a esscnslale ,u cui si accentra 11ntc• res.se e che dà all'Opera atcssa la 1ua vera Impronta, sapere Insomma qual'à U real work, l'opera reale e quali 1000 au elementi acce.s– sort .. E db che 6 l'opera reale, cl<>che !s ba.se oraanilzaU ,·a _del lavoro forni.Ice al com– plt-5$0, pub essere con · ccrteUA determinato soltanto dall'esame ~I rapporto che corre tr11 le parole atampate o la clvltt4 che le ha pro• dotte>. Qui occorrerebbe conc:»cere, le appU• culonl d.\ tale metodo allo opere per poU!r giudicare con piena fondat.eua, ma d.agU eaempl che cita U Mulr Oodlcauvo aopratt11t• lo quello che rla,.t11rda ElloO al pub arsulro chi: caso contJene - Insieme. ad alcune. vcr\t.A locontcat.abUI - un aottlllsslmo errore. P~.· comprenderlo (si aan\ notato che ,lamo ;-tuntl a: vero centro del problema) nle Intanto la prlnia ouuva &ton.e del Mulr: e: SI potrebbe esse.re completamente d'accordo con quao:o a.55er~e Il Dalches se si fOIM ctr~I dl ciò ch'egU tntenac per real work, e &e 1I credcsae che 11 rapporto fra l'opera e la clYl.ltAche l'ha prodotta ala poulbtle stabilirlo con pre• ci.slone. L'opera che abbiamo dlnan&I 1tam• pata, ! una cosa. esatta, mentre la cJvUtà da cut e acaiurtta "l)on la pom,iamo mal ~rt FERX.\LDO DI CIAi'IMA '.M'l!:O (ContfnMa a pogfna 2.J iblioteca Gino Bianco DOPO LA PRIMA · DI "STROMBOLI,, * PER UNA LfflERA DIMAURIAC . A pag. 3, 4 e J FRANZ KAFKA Saggidi: Thomas Mann Die10 Fabbri Bonaventura lecchi CarloBo Remo Cantoni Rodolfo Paoli Nello Saito Dl1a Lombardi Mario Stefanile

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