Fiera Letteraria - Anno II - n. 35 - 28 agosto 1947
6 . l•!l!.ltr\ LJ:.'i l.'t.HAHIA t;;~;~~~l~==·~=I==~L--~ nella Firenze medicea ,in piena fioritura &a!pa, abbuntlonano tutto e e.alcano sulla propria tesla il bcrreuino bianco da ma• rinaio. Io fondo sono simpatici per questo, e tulli c1ue&lirom.anzi, condannuti e 111.rncon– dnnnatj in lnghilerra (..llcppen.s1111lha lfD· bito per questo suo libro, accuse di indi- 6Giplina, di follia, e di ecUol!ilb spre giudicateua), non hanno nulla di com– promettente in SC, nulla di pedcoloso, an– zi, dovrebbero C68Cre inti1.0l11ti "P11111a e famiglia". um.;J11is1.ca, s0110stati dati giudizi c.ontraddit· lori, e in partico'are fu detto ch·e rima.se in· differe11le, anli oMile d. f,onle alla rinascita delle arti e delle leuere, tutto chi'JSOnella casistica morale della sua Summufo od inteff lo a comp:lnre lunghe crtinache uni,·er5.llì che nessunO' avrebbe più letio. In lale appt'eZ· zamento vi è moha e&ngeraz1one ed è ;:i,uai più 011Csto guardar senza pregiudizi alk real· tà storica del QuaUrocen!o )aliano invece di presentare. per amor di antiteti. un quadro in bianco e nero cht: manca di OS(ni n:rosimi• alianza. · Per orima CO$a occorre considerare I.i prc– Pl!;razione cu'tural,. di Antonio Pierozzi e 11· salire al tempo della SUa educaz,ione: incon· lreremo. -allora. un'altra fotura caratteristica di studioso e di ecdesìastico. di uomo di fitOVernoe di parie, Giovanni Dominici. noto a .lutti per la wa oolemica con Coloc· cio Salutati sull'efficacia e sui pericoli de'la lette,atu,4 c!assica nella formazione della gio ventù. Nella Lucula nocli.s. il Dominici fu &e\-eri»imo, mentre, PCr ricordare un a 'tro ecclesiastic.o del temPQ, non meno santo di IW" di Antonino. S. Bernardino da Siena fu assai pÌÙ 1teneroso e dichiarò ch'e il carro della nostra mente può essere trainalo sia dal bue sia daVa giovenca, cioè da S. Girolamo e da Cicerone. Entr,ato il;io,-anissimo nell'Ordine dei Pre– dicatori, Antonino Pierozz.i 1i distin1e per le sue conoscenz,. 11iwidiche e PCr la sua operosità caritativa e meritò di esser scelto da E"J1tenio IV ad arcivescovo della wa città natale. Non si deve dimenticare che Ja fj. rcnze del primo Quattrocento non era solo una città di uomini dotti ed amante delle arti. ma sopratutto un centro convncrciale di Ìmpcm:~nza mondiale; in essa i conlrash eco• nemici cd i duelli finanziari si riflettev.,no ~u~~ ~~~ IM~J~ni,!~~~Zau~n~:,~il:i;to;~ POCO dopo cacciando a sua ,oha Rii Albizzi, i Salviati. ,i Peruzzi, e rovinando le loro im· prese irrimediabilmente. Antonino, in mezzo a tali inimicizie. sePPc dcstreRRiaui abilmen· te: .amico di Cosimo, che per lui costruì il convento di S. Marco affrc1Cato dell'AnRe• lico cd abitalo più tardi dal Sa\onarola. soc· coneva le fami11lle dei suoi nemici mediante l'iatituzione della confraternita dei Buonomini di S. Martino: nè -aveva timore di proclama· re eh,. i troppi p;uadaP.nierano iimmorali. tul' tavìa riconosc~-a la le1ti1timi1àdel prestito ad intere~ ,. chiedeva per i lavoratori il 1t1usto 11lario. Poche eP<>Ch~ de 1 1a storia della Chic• 14 mostrano com.e quella, che segna .il panag· gio dal Medio E,-o alrttà moderna, e quindi da'l'cconomia familiare a quello capitalistica, 4ltrettanto viv11ce interesse PC, i problemi IO' oiali ,. per le questioni del lavoro. cOMC1$C con la morale cd i precelti ecclesiastici: An· tonino fo in materia coM scabro.a e inusala un S3'{Q:ioma~&tro cd un abile consi1t',iere; tutti ricorrevano ,a lui dovendo compilare con trotti. fissar norme, combinare affari cd estli 11 nella 5li8 delicalissima coscienza cristiana av\'ertiva ciò che era lecito e ciò che era illecito ... 11. u Sarebbe stato facil~ per lui tuonar.- den• lro ,il Duomo contro I UJUra, e poi lalCfflrc eh,. il fiorino tinniS&ea suo piacimento nelle bora.e dei bancMcri. Sarebbe stato facile aprir~ la bocca in chiesa ,. chiudere ~li oc: chi appena fuori alla vista delle botteRhe dei cambiatori. Antonino pres- invece il P<1rtito pj•ù diffici),, e do',icalo. Chi~ la bocca in chiesa e aprì i suoi occhielli penetranli. per Il'! ,ie e Per le piazze del'a città. F,iccò il suo SP.ua.rdodentro i banchi, wi libri di con· labilità 11..i.'le letter,. di credito e sui con· tratti. Giudicò caso per caso e distinse usura lecita e u,ura illecita n. Un altru ilSJ)Ctlodella personalità di An• tonio va s~na'-ato, quello di direltor,, di co– scienze, di consigliere di varie donne dd .a mi· l\lj.ore società fiorentina.. Ne incontrò di Ire tipi: una 1iovane vedova, Annalena. che \V leva dedicarsi tull4 a Dio ed istituì una con• wr..,aazionereligiosa: una sposa "anarcl'a, Dio– data, che aveva bisogno di esser a volta a ,gita spronata e frenata, lrancnuta e sorrer ta: due nobili della famiglia Tornabuoni an– date &POle ad un Soderini ed a un M'cdici, Dianora e tuCJ"C'Zia(la madre di Lorenzo e Oiuli1nol, che sapevano restare unite a Dio P,nche in mezzo al mondo. Per queste uhi· mc Antonino scrisse l'Op,e,aa ben oioc1e, tipico prodotto della mentalità umanistica. tut– lo- allietato di immagini floreah. ricco di cort .igJi di prudenza e di moderaziòn~; ccConD'.o– data si mostrava preocc:1pato sOprattutto del· la vanità. Con Dianorll invece ins)te sul pe, ricolo dell'adulazione. Temeva che la moglie del Soderini. gonfaloniere della Repubblica, polcsse peccare di superbia. Perciò insiste sul tema della lusinga,,; a lei cd alla sorci· la SUQ:Reriva: u Ingegnatevi sempre di tenere la camera dell'anima vostra adorna e netta a ciò che Dio, che l'ha elclla a sua abitazione, ci sria déntro volenlieri. Gittatc,i denho Ad 011:nior.a molti fiori di sante oriiz-ioni, molte rose di devoti! contemplazioni, e molti gigli di beli,- e utili lezioni. Non ,i gettale dentio alcuna puzza di COSe carnali. non ci lasciate entrare dentro alcuna bestia, che ,-'abbi;i a f.ar, , bruttyra II e via di seguito. Con questo Antonino si rivelava aculo conoscitore dc la psicologia femminile: col suo risolino a fior di labbra tra l'ironico e il comp:mionc,ole, ammoniva monache e maritale scoprendo l0ro i difettuzzi più insidiosi: la donna spirituale non è t;into tormentala dal1a concupiscenza quanto dalla presunzione, dall'invidia, dalle malircon:a e da fantasticherie. Per tulle l"ar civescovo .. weva la parola adatta. arricchita da un larghissimo numero di citazioni potristi– che e &eritturali, ma in particolar modo. dalla sua esperienza personn 1 e e da una scvér4 me· ditttzionc. Prosejl;uendo nella sua in(a.,ticabile attività di scrillore, Piero Bargellini ha composto un'a· cile ma accurata bioirafia dì Antonino da F'rcnze. o de' consigli come venne chiamato per la sua grande discrezione nel suggerire una buona condotta di vita. Accanto al S. Bernardino da. Siena, giunto ormai al'a 4.a e· diziorie. non poteva mancare il fratello idea– le; essi sono infatti, come disse lo Zabughin, i due campioni de 1 Rinascimento cristinno, urio tutto serafico. \'111!10 cherub-ico. Ma questo libro di Bargel\ini è reso prezioso da ben ahr.a ragione, spiegato da 1 1' autore nel· l'introduzione: esso è un e.r oofo per lo scam· palo oericolo di tuU4 la famiglia duranle la ritirata dei T~des.chi da Firenze e daPa Ver na. In quei tristi5:1imi giorni nasceva una bimba all'autorp (chiamata naturalmente An– tonina) ed eii;IÌ riusciva per un s.eguito f,or lunalo di circostam:e a sfugg11ead una razzia: cc Tu che dovevi uccidere la rnomma, hai dal~a~: i~hbabn1:· ~!r;uopiÒnn;s~~~· tttivo~r; vamo man&rc indietro. Soltanto la mam• ma piangedo ti sorrise. Nascesti in mezzo allQ. Q.uerr.i.,sotto le cannonate, nei giorni senza pane, senza acqua, :&enzaluce, scnz.a fuoco, La culla fu una \'aligia, per un anno e mezzo ,ivesti randagia. senza tetto, tra Renie estranea se pur benevola. Quanti ste..1.tici sei costala e qunnt" pene, prima e dooo di miscere. Per le ho chiesto I' ele– mosina di un dito di latte e d'una gocciola d'o',io. Per le ho chiesto la carità di una coperla di lana ,,. Diamo dunque il benvenuto ~I volume ri· c.onoscendo che esso rappresenta un buon : 0 :!ti: ~:fla:d~~:~: 1i 1 ri o r1~rtu- manesimo cd a'IJl illustrazione dei persona!U(i più siRnificativi di un'epoca ch·e, al di fuo– ri di OQ.niesall<1zione rettorica, rimane sen· <a dubbio un'oasi di civiltà. un esempio di operosità. ricca di insegnamenti per i nost11 tempi turbinosi. PAOLO BREZZI PIERO BARCELLINI, Sani' Antonino da Firen zc. Brescia. · Morcclliana. 1947, pp. 323 TRE TRADUZIONI LE!~~~ c~~~:o'rt~ gr!!o~::iJi,::n~:,:.~ ~jr ;;:;~pi(7~e:~r:end~ ~!j~a:~. :', :;;~ mercio altrettanlo importa111e e vile 11uan· lllnto feljcj, ti imprimercene la conv 1n1.ione 10 cruell 0 delJe ve11ovaglie e dclii! ahrc sulln scoi:ia d'un tC&l_o che tutti &appiumo cose si.rettamente (fisio!ogicumcnte) 11 eces- n memona per raceluudere esso unu delle sarie. E l'!i sa che le p.irole s1raniere c.ono più note poesie mad111diane: valula estera - in questo caso. sempre. LE MOSCHE valuta cl1e nel cambio 11erde, per quel– l'ineliminabile dirillo d'usura che, in lai commercio, va sempre a discapilo del pri· mitivo potere d'acquis10. Così ceco pcrrhè volgannente &i dice che tradurre e<1.1_1iv11le o impoverire un tes10: 11roprio per quc• sta sperimentata riduzione o diminuzione. spieg:abi'e forsè 1>iù con leggi fisiche che p1-opriamcnte le1ter11rie, per cui di fronte 11 ogni traduzionè di tesli poetici (percl1è è della poesia ch'fo parlo) ogni volta risor– P:e la stessa eterna domanda: dico &e, nel canto, uo vocabolo , 1 ale come segno 1111110 o come segno 60noro, cioè se vale come ideG-grnmma sostituibile o come insos1i1ui– bil~ espressione sonora (musjrale) d'un oggeUo creato diversamente proJ>rio in quel dat<i-~mono, il quÙle per di più nOn pr<1duce-lo sl~&O ef'feno se poslo prima a dol)G' in u.nu sequenui d·emozioni (gli ele– menti del discon10 lirico: unici oggetti vtri del1a poesia 'e dell'ane 'in l~ent-re). 'Un Cflempio? Ak'gria ,in/anlil 01. los rirujOnes ,te las ciudatks muenas! ... Y a!go nuestro de llyer. lJWe w,lnvi<t vemos vagar por t!Sffl.5 calk., vieja.~! Infantile allegria nel cuore intimo tielle morte città! ... E qualcM4 di no.tiro e: a11tico ,mcora 11r1/i 1-ugare, in queste veccllic ~Mde! E' conservato il senso legico dei veNi di Voi. e.sseri familiari, /arali amicl1B golos,e, voi m'evocate, volgari mosche. fa 1l/tivene cose. Oh. vecchie moscl1e voraci come pecchi'e nell'llpril~. 11ccchie mosche peni11aci sopra ,il,, mio crtmio i11/a11tile! Mosche ,l'i primi .sgomenl'j nel saltn1e familim-e. le estive s-en luom1ti, quando cominciai <r SOS,'Tlllrl'! E nell'aborTitn .m.wla. veloei mosclie svogat!!, a/faticate ,inll'amor di quel che volt,. -· tutto è volare -- so~. rimbalzando sui cri.stalli nei lunghi giomì, md1mm1li .•. Mo:schti ci'; tutte le are. d'infanzia e ,ra,lole5ceì1r;a, di mili gi'overnlÌ ,forata: d; qulesla ~oncia innòcenza. che, ormai1 la fede ha gioca1.a, ,li ,sempre .. Moscli.e 110/(lari. che ln esseni-a famiffori non troe'le degno canlore. Si>che avete riposato i.sul 8iacat1olo /(1/aft'>, -'«l grnntle al.brro se'IT(lto. s11lla ,leuera d'"mlore. sugli occlù nMorti dei morti. Anionio Machado, ma 1 0 ,;tesso tradunGTe OreSle Maeri '6'è aeoOrto che la pol:sia (la emmionc) di M.ichad 0 nel testo in1liano non esiste più, avt.ndo egli dovuto limi• Fatali amiche golose. tanii a tradurre non soltanto nella no51ra né operose come peccln'e lingua bensì anche in pmsa. e J>r0prio ~ter né. a'.J1111e farfalle. !uMu0.9f?. la Posposìz.ione ch'egli ha do,•uto fare dei piccoline, rivoltose, due aggettivi « muenas » 0 « ,•iejas » Per- ooi m'euocaie, o vrc-cchie ché è proprio &Ut di essi che ntlJ'originale an1Ì.Che, /lllte le &Jse. cado il finale ncccn1(( di 11111a la bre,•c Si capisce che il trn1Ju11ore ll(.11 avrfb, poesia machadiana cui In s\rofe app,orri<!ne be potuto 1occ11r,.,cosi delicatamente Ja no– - flono anzi essi s1cssi l'esilo rii Inie lirica. stra lira flcn1.a nulla o quasi nulla 6Rcrifi• come dimostra deL resto la J<,ro « con:u- caré (1an1omen<,, ]a Rima, cuj Machado dà 11:azione:omediante la rjma o assonanza (la l'intlQstituihile valore ch'ess.a realmente ha: rima. dice Juan dt Mairenn, è coniuga:idc.-ne dì far durare lino alla parola successiva fra sensazione e ricordo). Senonchè è cerio una. parola-emozione antel'edcnte. in m<,(1 0 r.he Macrì (e io non, insis10 sulla libcrtù che qudle due detcrmina10 emozioni ei di traduzione dc) quartultimo e pcnnhimo coniughino in una, cioè si faccinn{I con– verso, non esscnd& eS!li i dominanti) non temporanee), s•cgli non possede6!ìe quello po1eva tradurre « città monc » e 1,stnHlc virtù che ho deuo Scnonchè oru è il mo. vecchie». Nel primo caso perche avrebbe menlo di dire. oh~e quelli della 1radt1zio- 1radi10 la durata del vcr,w. csse1100 « cit- ne, gli altri pregi che rncl'oman11ano al tÌl » più breve di « ciudades ». ne) secondo lettore 11ue;i1a Selezi{lfle: il quadro c0m• Cil•O pttchè avendo eacrificato la rim11 era 1>letG-,!ntan10. rh'est!a offre dello svolgi– ormai inutile la fedeltà flin11111!ca. n<,11ba. mento dolfo poesia di Antonio Mac!!ado da stando certamente la conserv111.jone dol- « Soledadcs II a « Un cnncionho apc,-crifo ». l'ordine primj1iv<.- per salvare un arccnto I di qucslo riportando per intero il capitolCI che comunque •(venula ~neno In durata) dell'immagin11rio Juan de ì\tairena su\J'Ar– ~<,n a';'!:bbe in e~ua! n1-0lloavu1 0 1a 1:1esFa to ~ica - uno dei cupisalcli J>er la com- 1ntens1ta. E l\lner1 (1I quale de\'e scusanni prensione non sohanl(( dellu poCEia di Ma. se ho colto l' or.ca !ÌOlle di questa sua 5':le- chod 0 bensì in genere di 1ut1n la nuova 1.ione delle p<,-esie macha11iane (I) per so-1 J>oesia. Io 1>iù. 11 rendere maggiormente s1cnero un'antica e risopula diffidenza ver• roccomandnbile l'Gpcrettn clic ri1>0rt11,con ,S.O le lradu.zic.:ni) ha fotto benissimo II ri• teslo originale a fronte. una cinquantino di solvere in pro1m il testo. non CSl>Cmlo p06- ooml)06izioni l\focri l'hn rorrcdalfl d·un sibile qui altra via fii scamp,& oltre quesl.a 511ggio c.he c0i!li1ui~e uno dei migiiori d'uno franca rinuncia. est:mpi di come la critica e la biografia Ma indugiamo (e orn rhe l'nhbiamv ri- di ur. J)(IC!fl poss1111<.-divenire un'unicn in– l~ta !ollanto per trarne 1111 e~t:mp10 nega- .,rindibile cosa, nonchè d'una nutrila bi· Ilvo e dove~ farlo) su <111est11 r:ultnion;, hliogirafia c. ri1>e10,di 11uella pre1.iosiE~:m11 di Oreste l\larrì - sul modo come Oreste Arte Pc.elica ,li firtizio Maircoa. la t1uale Mncrì hn dimostrato di con<,sccrc e di 1,0r· per i giovani è 1111 11011elim.inabile 1n11110 montare_ ncJla rnllp:gfor J)llne dèi r::i~i ciue• d'appoggio per tutti i \oro futuri J)assi. Sie 1crr 1 bili dirfìcoltà che ogni volta <ìÌ cr• E p:ià che siam<, in discorso d: trad 11 zio– g,G1IO davami )1) 'fraduttore. Il quale si ni. chiu1liamo ((UCsta nolu col segnalarne 1ro,•t1 nella dis1terante J>OSizione d! 1 hi de- ahre due: un Blok o un Jesscnin. ve /are (ahra cosa dnl creare) 111sua·;iltruj Una scelta di p<,-e.mclti e liriche di Ales, J>0esiri, in <1uun10 egli, conp:iu11;;:c al m,me sandro Blok è s1111u eurrita O prcfata (con <!a!ln conoscenza o emozio~e direna del- un sa~gio crit(co concepito in Pane anche I oggettG-), daJ nome <lc\•e r1trovart> la co~ come 1111roduz1onee eom111c111 0 nl'e poesie e (IUindi, da questa. di rimbu~r. 0 l'uhro racco Ire) da Ré11:i10P<,-ggioli (2), le· ('IJi bc– ~omc. - UJI nom,. clic, lo sapp111mo, non 11cmere111.euel r:1111p 0 delle ci!J)Ortazioni e m_at quello del ,·oealx,-lario. Talchè ecco spirituali non si con10110 più. Purlr<tp()O 'e virtù cardinali indispensabili a un buvn no11 abbi1u11-0il soccon=o. qui, del 1eslC1ori- 1rad1111oreper inoal:r.ars !. dalla ca111111.- deJ. g!rrnle. scnonchè d:il @iuoco dcl'c rime. l'amanuense o peggio del trndiwr-·. t>II, ICI• delle as..~manzc, llelle flessioni metriche (il raz,.a de!J'a<liutorc, del creai-Or:: prof,.,ndn Poggioli ancor:i una volta dimostra. Il ciuc– eonoscen1.ll storica. critica e filologica. 11V11• t.lo pr<,p0sito. un11 pron1a sènsibilit3) ù fa– c.hil a11iva disposizione al canto. c'.1.'tl co- cile arguire che il snlvabile (una 1rad11zio- 11oscem:a e pratica di qutlla tc.n:a lingua ne è sempre un res1aur-0 alla- nnturn - co– ch'C il discorrere i11p0esia. V.irti1 che ben me a dire un rifare una collina. 1m albero. dimo&tra di possedere Macrì. senza 1lubbiC1 una grc;ttn dopo un terremoto, e a rifnr Ol)J>Cggiandosi ~on profiuo alle ,me .::ere.I- W1i oggetti vivi con altro malcriu]I!, cioè ltnli 110fi di cntioo e tH esploratore di al• con e in altra cultura) è stato nel 111:glior trui 1t.rritori .;pirituali, bastt1ndo c111cs101110(10 s:ifrat<,. E un plauso al Poggioli ,·a Piccolo inferno Gu· l'Htudey ci aveva· MJtlG'J)OSto, in «rt! suoi libri. ambieuti londinesi e i11g.le &1 in gcn~re, i.imili a <1ues:..idest:r:ui dnl· l'lhppestall. E, E.i badi bene di aceogljcrc i1 suggerj111e11to ud ,uoi C6lJUj termini, anche il Woo,lhcuure, nei migliori doi suc,i volumi uve,·a appuntato gli ,1rali, debo)js· simi per la ,•erità, nella carne di una SO· cictù e di un'ambiente consimili Un :nnbienre che osci.!la tra il fumos.o. il dannw1ziano, lo &pericola10, l'intel.!ai• tua.le, l'artistico alla maniera dei male, de11i (imitazione 1.erò, e più evidcnle d1 ogni perla giappouese), compiarendosi di vite 61.rambe, d.i avventure senza fine, di affcni complicali, di amori pervcr&i, col 1,olo riFuhato di mostrare ch~ro a! pub– blico dci leuori prov,·eduti, l'e~enza ti11i. camente borghege di Cfue.lla stessa socie:a. Una borghcsiu che va avviundosi a grandi passi al disfacimento, che mostra la trama 1eneriuim11 rome un vecchio ves1i10 liso, una borghesia condannata da 5è s;tCssn, dal. la sua dcl.io .!ezza più grave oglU giorno. L'Heppenstal con penna spreg.iudie11111 ed abile inserisce in questa socic1D Ja storiu di uno ,;eriuore, di "6ua moglie, di un pederaF.ta, di alcune cocotto dagli animi compl,icati, il tutlo riunito e concluso at· traverso avventure ed <mozioni 1waria1is– sime narrale tulle da!Jo scrittore in pri– ma persona, con lo scoppio deJ'a gu rTll, c1ue111a ultima. e con 1a na,cila di un fi– glio allo scr.illore stesso. E così, sempr.,. fantomaticamente questi s'agita, pasea di bur in b:ir. e nel giro d! poche pagine tro• va la maniero di piangere per il n:onflto e per la moglie, di conu:nuoversi cioè, di sci.oglierp il 6Uo cinismo, fedele ace<,mpa· gnatore del 11110persona@gio per lutto il librp. e di panire militare dOPo una vi· aita in cui il tempo maggiore e le annota– zioni più felici sono dedicate alla viai1a degli organi genitali. Un bel finire. come si vede. s;pecie do– po un jn1ero libro confuso e dolcemente ol66Sso. Questi ~omplicati dannunziani e ci. nici inglesi, si t.ciolgono rapidamente CO• me u1.., ice-aeeme dinaoU al ca 1 ore degli affeui famigliari e perchè no? din,nzi alla parola palr'-il. Agiscono come tanli Oecar W ilde, ma non ap;:.t•na le grande floua In più l'Beppenstall unisce- a qucsla te– nerezr.a di sentimento, un linguaggio brn· eco, non 1roppo pudico ma ncanl'ho sgra– ziato, uno stile veloci?, una grande possi, bilitit di r11econ1are per &corci e per per s;onaggi improvvisi. E il libro, si può dire chu vive soprattutlo fiU qu~sto: sulle aper· iure imprevedute, sui pon;onaggi bizzarri che mos1rano Ja tuia curiosa da dietro Ja <tu.inie di un palc-O~cenieo di caffè conccr• 10. da llOl>r".t il 1avc;Jo di bar. ln più, or– riccltiscono il romanzo i personaggi e le si111a:r.ioni della fantasia e dcU'inunagina• zion,. d<.1/o &cri11ore·p.ersonaggio, che so– g~. pen.~a. invrnta, evade ogni dieci pa– gine: ora crea la morte dell'amico inver lito, ora gcopre chissà quali avvemure die, tro l'apJ)arizione di una donna bcUiEs.ma in una conferenza c&01eric11 In definitiva i: quesio ~n libro diver· tenie. ben 1rado110 da Jacopo Darca e pre– senlalo da Longane$i con la consueta prc– ci!ione e cura etbtor~ale, E, D, C. RAYNF.R HErPENSTAU.: Piccolo inferno Ed. Longanesi, Milano. Pugg. 269. Li re 320. L'arte di vivere D ,. una 1;e.cie1à molteJ)Lice eh~ fa!lisce, dalla somma dei llcludcnli e e011trt151anti fenomeni, attra,•erso la 1-011omissione degli errori altn1i come ètiperionze probative di una coSl:ante vtri1à, l'A. ba !ratto gli estre– mi di una r.vi ;,cerata, cd autentic.a &Crenità mentale, o di un ec1uilibrio cOl!i invidiabile da t1uggerire in modo lrascinante la 110,.tra imitazione. Egli eos1ruisco un va!ido pron~ tuario di i;.aggcl':za proprio stÙl'incoerente mJtcria dell'l:t1pericnza iintei!ettuale seco– lare. Egli J)()SS.iedeoramai il dono di 1,061.i- 1uire, .nella assimilazione, culturale, ciò cho è connciti\'o nel proceS$0 fisiologico. Rile– @a le pui;uaci mtmbru di contraddic.cnti ideologie, liloaofie, culture, le riconduce su queL piano di verità ogg::"Uiva che cia– scuna dj e&1enativamente 110.H;C()eva. Giae• chè l'uomo cerca la vtritÌl, « lo spirito, co– me l'angelo, si -impadronisee di 1u11e le cose che sono incluse nel marrocosmo, Di• ciam 0 piunos10 che lo sp!rito tenta di im– padronirsi di tutte le eo~e e che, il mondo fii riAeue in noi deformato, come il ciclo 1!11 i fiori nello \'flSCa d'!L giurdioo ». Conto conciliare tal~ incOn\'eniente in una minima e sopportabile - a mente d'uo• mo - annonio? 'L'accordo, assicura Mau· r<lis, 1,i oniene medianltt la serena e 111c10- diea contemplazione, nelle idee tt nd folli umani, della superiore Vl:rità che vi agisce. Si traila quindi di un ecc!et11smo cristianll aJ)Crlo, 01ti1•1istn e carit.ati,·o, che nei dubi– tosi circui1i dt11 cammino umano non eon• eidcra il « male» c."-01110 J>Ositiva enti1U, ma -. allll 111anicr11 tomisiica - riassume anche dni mali panico1ari un I.iene funzio– nalt-, rhe affianca )a co111prens'one privile– giala del macrocosmo, Questo Mauroi,, è dunque w1 criS1i11110 al qua 1 e non si po– trebbe auribuire una frure come 11u~1Ja comu.nqu,., 1rihuta10 per il suo limpido t1ag– gio ,il {!ualo SGpr11ttutto 111ira e rie~ce a creare l'amb:ente {il campo di cuhura) jn. dispensabile perché lu vigoros.1. pianta di Block arigni aurhe ntl nos1ro cuore. E ciò M:lll'm insistere sulla lezione clic. da un Blok. pGssono ricavare oggi i gi~vani vogliosi d'una ,wolta nellfl nostra poesia. come sarebbe inutile decantare J'ai1110 che. proprio qggi, 1>UÒdcrh·are da un }l':.Scnin cli cui Olg.i Rernevie e Frnnco l\fotacott:i (3) ci presenlflrnno già un anno ra venli poesie (inc<Ute ancora in ltnlia) comp<,stc dal J>Octa ncg}j uhimisaimi anni delln urn tragica esistl'nz11. c. c. (1) Al'iTON10 h1Aa1AOO: P~·ie. Sagg:o. teslo e versione a cura di Oreste l\Iacrì. presso << li balcone» l\lifono 1947 pa- S'ne 220. · · ' (2) ,\, E'hA/\1111.-, B1.0K: Poemc.u;, e firi· eh~. Tr11d e J)rH. di Rc11a10 Poggioli. 111 ediz. numCnlG.M. Gutlnda i\Iodena l!M7 pagg. 184, L. 250. . . ' (3) SERCIOJF.SS& .~rN:P~ie. n cura di O. Hesmw]e e F. Ma1ncot1u Guandti l\:Jo,. dcno, 1946, pagg. 80, L 100. ' pronunciata dal flUOpre,:Jeet\MòOrein n•u,si– marii -· il g,ia.n.senìsta D: mondano La Ro– ehefoucauld: « Le! ,•enw; se perdent dans l'intéré1 eomme leg 0Euves Se penieni dans la mer ... Le viet:16entrent daos la composi– tion des vertus conunei ICil poisoru,. c111rent dans la eomposition dee. remèdes li, Per Maurois il vizio si annoia II margine.:, le ,,irtù in rubrica. E ciò sarebbe, dispiaciuto ad un altro gianr.enista, il più g&nto, il più esaltato di tuui, a Biagio Pa&cal. l\la <fii comprende bene come, dati i tempi di re– roci egoismi, il nosiro abbia pensa1c, di auuare la sua battaglia o colpi di buon6 paro!e e di consigli e prop01Umenti esem– plari. Siedono perciò, in, quE'llla 11 arte di l'i– \'ere n, 11entimen(i nobjli ed etCT11i;tanto da (.-OneludCre quasi &c:nza ~pito Ja glori068 ,t~h•eru dei grandi mora.liwi francesi, da Mol'te-&quieu a l\firabeau. e a Marivaux. da Rousseau a Fénelon a Bot.sue1, a Fome– nelle. Lo c0n&Ue1udine iniziata nel '500 da Erasmo o proceduta nei eecoli con nomi ee– cez.ion,atmence impegnativi, trova in Antlre Maw-Ois un t"pigone coerente grude\'ole ed umano. Como ba io A11:11oleFrance un pe– nc.1.rante querulo, pen::nn.t' e zelante con· traddit1orio, Infatti il @arca.stico autore del « Giardino di E1>icnro », si è posto, t.aivolta inconsciamente, gli 6t(fsi J)l'Oblemi che Maurois ha OAlti p11cifica10, tcmperand" lo– gica cd esperienza, metodo canhiano c. me– todo &eolaetilo Nell'eva&io~ poetica cbt' li fa vibrare ammirati di fronte ai prestigi ddl'artc e della natura. France e l\laurois sì incontra– no: ma il divario incolmabile rimane pur sempro noi presuppcsti come nelle conclu– sioni. L'istan.-.a sc~uica e sogg'-'tth·istica ha preelu.."'Oogni indagine cosu-uuiva 111gran– de impre6Sioniste; egli di con1inuo ripiega nella scepsi, travoli;cndo, e.on !:i sua spie– lata e corrosi,•11 cr-iticu, e col suo conrct– l0So umorismo ogni lievito dell'umanu giu. dizio: « Bo ae<1uistato J)er -s<i mila franchi i reeti dì un antico priorato, con w1a bella ~:ila <li pietra in una torr'! e qu~sto ,·er z1Cre che non cohivo. Vi JJ,IISSO il mio tem• PQ.. a guardare le nuvole, nel ciclo o sul– l'erta, le fusa bi1111cl1edtlla car<11a~clva· tica. Ciò val meglio, senzu dubbio che a· prire le rtlnc o crl.are un nuovo ·tiJ)o di 1or1>edinicra ». _li consiglio di Ana:o 1 e è ((UCJlo (1u11a– v1a magiStrale. intellig~ntissimo) di un ci– nico clis1)crato. A confro1110. le 1111rolecli Mauroi~ risuonano cli 8CrCnità e di fede semi!1on_do.di ~uon grado ragioni e giuui: fìc~z•?m d1 C.fllstcm:a su quella rigorosa s1.r1se1adi luce che è la vi111, « Siate mo– desii e arditi. Primu di voi innumere,·oli @Cnerazioni di uomini .. hanno attr:ivcri.010 tra due de.serti di ombro. la slrctta Juc; della ,'lta. Che temete? L:i parte è breve e il J)Ubblico monnle com!" voi ». MASSIMO f'RANCIOSA ANDRE' l\IAUROIS: Un'arte cli viuerc. Ror~1a, Frute!li Palombi editori, 1946 • Tra duzione a cura di Giuseppe Bianchi.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy