Fiera Letteraria - Anno I - n. 38 - 26 dicembre 1946

FIEHA LETTEllARIA L'UFFICIALE DI CAVALLERIA Racconto di Giacomo F. atta A l~~a~h~~tc!~:i;:i es~:!~a~:~r~;:~u;:,~•g 1~~~~ ~:::d!i:s:o!:IJ 0 ~:~;u~;~t~~lz~~::a c~~e ~~u1~ 1 ~~ ,•anti a mc la strada 1ilaw1 lisci:, e :.e •1è ondulata, sapcnl 11rob::ihih11('nte i11v('c– n·a11dn,·a ,•erso il mare sinuosa estrosa; chi::ire. La immaginai g('nitrice di .1111111- "i svolgc,·a or di qua or di ]:\ a guard:H rosa prole, un :10,oroso tra,·agliato 1.i◄lo. ndla valle. :1 curiosar n('i ~i:,rdini. l'u ora iu riposo. di figliolanza. Forse di ,•i. po' sospinto dal kggcro 1icndìo, si1osando 1>ere. Ln bamhinetta che l:i chiam111•:1- lieto i suoi ghiribizzi e con nei Jlit'di grand·maman i.·er;;:,assorta nel vi:Stl ili qualche s1>uuto di danza, giunsi prima Pie,·c, 1•i rl11os:n·:1 lo sguardo lim11ifl.1,cu clw non credessi al 1>ia110,al mio tcl'!ni. mc iu un pacsnggio di suo gusto, vi 11.0 ne. o /\\'rei potuto gridare: Thalasi.:1 ! dl'llnvn ,•i dilaL:lla l'animo. Quando P te. In disparte, suJlo s1iiazzo, volti all'ou•:•· nero viso voli<' ri1irodurrc l'c:.11rcssione no, rit.ron1i dopo tanti ::inoi la co11:.paguia del mio falli in una smorfia cv.;1 bufT,. ilei cin<1ue pini. Quei polA!ntementè radi. e insieme graziosa che fece ridere, e-un l':1ti bc,·cvano alla luce immensa con una mc. la signorina che avevo notato 611· :-cte da gig:111tì. Mi 1l:1rl11ronudi fona 1: trando nella s :i.ll 'I. L:l creaturina si tr.lsc d1 fclicitil, e perdonarono nlla rutile J)rC'· n 11inngcre. Ave,·a incontrato, 1wl k•ut:1 muru. Ma promisi di torn:1rc nllc loro tivo un pensiero dc:t0lato? innbrC', nell'aspro odor dclln rcsin:1 eh,~ ora il sole vicino al rr.cridiano distill;1v:1. to in ta.uto il i!>Uosgu:1rdo :1Hl·cluto ,. sc:rn:tOuato ritorn:1va. Orn. col tiglio, !"ve. chio s'era fatto un (lo' irvnic<> 11cutri, cui, la flgll:l, co11 la moglie complice. Che •·oim nccadrchbe, fJl'll~ai, a.e J>er ,soli ven– ti minuti i membri tli qu<'l.'ordin:1ta fa. rniglia pensasst'rO ad :1lta voce? l..:1 socict:\ come h1 natura procede ma l!chcrata. grano cornmeui.ali del danzato. re moudnno certi hcllastri che aff'ett:1v:1- 110 la 1lolitcsse. Uno di loro disse: - Papa u.e dit toujours c1uc ce qui ma1:que h mon educatio11 c'cst de ne 11as aimcr Ics fromagcs. - Sullu t:11·ol:1, le loro mnui lccc:1tc, innncllate, dalle unghie ,•cr niciatc, gareggia,·ano in vnnità. ,1uellc di– ta pnrc,•ano persone. Non e'l' JJ•)Sa inrt.ta - pcns:1i - che <'Olll'crba maligna Dal profondo mi sorgeva come il ricordo. l'aura d'una vita che non mi [u d'esilio, come se quegli alberi mi fo:.scro 11arenti. ,1ucllc terre aspetti d'una passione im1r.c. 111orabile. L' ANTIFEMMINISMO Nel saloue dell'albergo 11.i f):tnc che il )iOrriso della signor:1 irlandese avesse in- 110,·inato il mio e ,·i rispondesse con humor. Prcnde"'\'a il l.t con burro mnr. 11.cllata d'uvaspina e crostini cosi ben rosolati che ue 1,ro,•ai qu:1si al dente la gradita impressione. Mnngia,•n quell(' cose dolicntc con ci\'il· tù .augloirnssone. lontana, come se il suo 1mlato rosse stato di cnrtonc, Le 11ugm·ai buon appetito e lodai la giornnt..-i. con 11ncata ,·occ e l:1 lnscini tra In grntitudlne e il dubbio. Mi pareva che abitasse un u10nd0 fragile, cltc "i si muovesse in punta. di piedi, per non destare che so io, -.uplte discordie. moti disordinati. Al di. ma terr.perato del suo animo c1uella die• ta era favorevole e il tono ,·erdc della ,tanza vi si accordava :issai. Sapevo che ,•crde era lo sfondo della stm memoria; il 1°erde nel suo .abbigliu• mento dominava, e. in quel p:1csaggio 11iuttosto arido essa sosplra,•a sempre la ,•erde brina. :O.la n on parth·a rr,ai. Il ,·erdc è un colore di frescura, pc.osai; per so– Spir:1rlo t.auto bisogna ardere. Mi disse. :1rrot:11ulo gli erre con terroN? che nella ..ala da pranzo - c'cst tcrriblc - terri. bi(' - Mn corresse subito l'esagerazione irl~ndese con un sorriso ch'è solo In· .:l!so. Trovai In sab infatti molto n11imat:1. C'erri nell'aria un odor auccoleuto di vL vandc che lusingandomi il 1i:1so c11trav:1 in me, J>are,·a fondersi alla mi:i sost:m– za e corroborarla. Il Busso aogJogermanico i:r..'ill\;tò nl suo t:wolo e mi cedctt.e il J)Osto p:1noramico. ben sorpreso ch'io a,•cssi pesato sulle sue ._,ll"ssc bilancic (delle bilancie di teJ di rngno) quel riguardo, Mi piaceva di tnll• to in tanto ritrol•arlo, prestarmi alla, sun fnvola, battermi un po' con lui secondo lt• regole d'un giuoco ch'egli tro11po :qr prc:r.:zava. :\li sono molto sfrondato 11',t\ 111'èrimasto un debole per chi mi invitn •> mi costringe a osscr,•arc In for111:,. Gt•rtc su(• sfu1i.nturc crnuo il rlor flore ,•encfl,·o o balsamico d'un'Nluc:1zione t•strcmn: ml comunleavn Il scntimt>nto netto della su:.1 e della mia unicità. Ma \'gli era. dirò cosi. unticosll'.ico. della letteratura rivoluzionaria li secolo scorsÒ, nella visione mbUco-sociale del sansimo• nismo, ha atteso ia Donna-Messia, ha celebralo la coppia sacer– dolale come segno d.i perfezio11e umana, ha rivendicalo ; diritti della natura uniti a quelli del/o spirito ~ome forma di nuovo Cri– stianesimo. li san:;imoni.smo si dispeise per l'Europa, si diresse verso /'Oriente ullu ricercu della doni.a sacerclotale: e malgrado del suo torbido misticismo, si prodigò 1n opere coslruttJVe (ier· rovie, canale di Suez, banche). Ogm sogno di emancipazione delfr donna esalta le sue l!J.colfrl divinato11c, mentre la livella sociuHz• zm1.dola. ccnti raglonc,•oli. di inllcssioui .1cco11.~ danti. 'J'utto era chiaro e rertu. Colsi ,,ucsta frase: Sci tmp1,o franco. la don– na bisogna cullaria nel nostro amore co. mr un bambino. - Voleva 1>Crsu:1<1crc la sig,wrn chC' possedevn znolta CSJ>crien:tn r- p<'rh:ia 11111:1\oria. S<•guito ,l:t tre signori. clll' lo ;1,c,•:111,1 con oi.sH1ulosc Jjroteste costretto n intro– dursi 11ell:1s,il:1 11er il primo. ecco COILC r1vcdc1•0. nll:l distn11u1 d'un anno, quello c1,1e s'('ra. nclJ:1 mi:. memorin llissip:1to. I~ Impressione che ancora di lui pre,·;dsc In rue C'r:1quella d 'uu cOrJ)o 11cs:rntc circn cento chili. Gettò sui iite<luti uuo sgut1r– do d:1 uomo 11ubblico. scusibilc alh• Jllatec, :1ppassionat.u •li fama, Lo sta\'n 111ggouJi. tnl:111110 tra stupito l' ofrl'so che nel!tSUnO in quel luogo lo riconoscesse, qu:wdo in– coutrò r1ucllo dl Pie,•c; e gli occhi gli seholnrono obliquamente sul tn111>etor:11. \M.'sto. Ma rile\'Ò subito il c:iPo, guardò 11cll':1ria con b:ddanza. Lutulent.o, il ci\'i. eo focccndonr-, sla,·ato come le 1 iareti di una clinic:1 il noto medico. JJresldcntc in Huffiano1>0li clcll:1 i!>Ocietàche si uomi11:1 :il S:1{·ro Poeta - roo In rosctt:1 ddla l.,cl.!ion d'onore :ili'occhic-llo <lclla giubb:1 in 1wnJct.ur, 11cr:1,:1 un t111•0l011,1•gliollc· gli altri imbnndito, Lutto corLcsia s1>en deva la solita fals:i monet.a. Er:1 seduto fr:1 tre l'icchi albergatori nei c1u:11l l:t m:11:tt.tia coloniale s'era risolta, (!Opo t.au – te crisi, nella heatitudi11(' ,h•ll'alta tlcco– r:izlone. Ora formavano. brutti fonciulli in,•c-..-chinti, ('OlllC il sennt.o clclln colonia. Ognuno dcclina,·a .all'altro il rl:uardo, l'onore di ser,•irsi per il J)rimo, accusan– ilosi lict:11r.cnt. c ind,•guo. li f:irisco è furbi), solt:into furbo, :nna ,1uest11 mondo con im1>e11itenza: il suo amor proprio vratica ogni fr~Jc, gli cor. rOmJ)c l:t ragione, in'1'3SS:t e J:)rospcr.a co– me un tun.or (', Salutai il siguorc biondo e rotondo che u due passi dal loro ta,·olo s'era seduto, per a,·crc lo sguardo libero. Rice, 1 cva e dav:1 del tu ai suoi commco– suli. uomini e donne. uu t.u simile a quello che danno i poliziotti agli incol• 1>nti. Uu ridere smodato, s<'oppi, sorll c. gnrgnrisn~i gli scuote,•a il pa1u::i110dina– mico, e dngli occhi dilntati celesti In lucl' balcnn,•a, gli scivolava pcl 1·i$0 lise.io li• scio, 11! n:cnto qu:1si soa,·e. In <1ucl ridere c'er:1 tutta una ri,·olu2io11e. Quellr1 clTer. vcscen1n1 rigurgitavn. i11011dnv11 la tnvola· ta. ra1-:giungen1 mc pul'e, incuriosh·n e s<!andaliuava il dottore che 11011 sospetta. \'a nel s:gnore rumoroso uno p1endo rol- l lega. Mi 1>i3ct'va di co11fro11t:1rli, fuccie di,·ersc dello stesso mostro, per ridurli • a lor,, dispetto, alla stcss:1 ft,mlg\i:1. Co, 11.unista uuo, conservatore !'nitro se 11 c:1•0 11 :1vessc av\'icinati si s:1rrbhcr1> ca- 1>iti e oJl:iti con !>recisione. E.r:rno tutti e due inte11I per parlare come Arturo Mo.rtini, a rrrgnrc In ,•lta. Ma c'era nl!I comunista un priucip11., di s:llut,c: J'iniclligtnz:1 implica u11 che di morale necessari:i.mente. Pecora 1>erdu. ta 1lell:1 C.1s11d'Israele, dalln Germani., ,li Hitler s'era rifugiato a Huffi:inopoli do,·c sbnrca,·:1 il lun:niu a rorzn di true-– chi. Vi,·c,•:i di psicoanalisi e in quest.., si dilcttnvn, corr,c un odorato pervertito di matC'ric corrotte. Oracolo ormni dcclinan. te d'una diccina di persone assai ricche nel pudore delle quali il suo sgu:irdo 11e. ne1runte brutale me1te1·:i lo sgo111c1110. Sono il materiale ddlc sue combinnr.ioni. Pl'o– ,•oc:1dlvcrzi fr~ conluf1 sessm,ln.cnte m:,. I le assortiti, promuove altri scicntirlci mnLrimoni. Qu:1si geninlc crc:l.tOrl ' di si. tuazioul, romanziere nndat.o :l male. bu· giardo scn·ito dn un'imrr.agicndonè e dn un giud::Eio rhe s:111110 imitare In ,·eritìl qunsi alln JSl.'rfczionc. In Pandemonio il suo lngl'gno merita un impiego gran- M'crn gr:1to che non lo fraintcndcss1, irritato e stupito per certa mia sordità, nmrnir11to per certa mia rndifferen7.:I. A,~,·u orm11i rinunciato :1 cercare i miei artinci, il trucco del re.lo conlr.'Jl"llO,Quan- 1lu, anni ra. apprese dalla contessa, dc Besnncclc. presso cui ero st.ato 11recetto· r(• ch'io non ero uno tlei e )Qro > non sa. 1)e~•n capacitarsi. e indovln;-11 .più ~·un:, ,·olta che c0nsiderasse, allora, 1 111le1mo– di come un'approprinzione indebita. Ave– ,•a rt-rocc il sentimento di castll, e nessun talento mosorlco. Ora tornnv:i da mc con utt anhuo un po' superstizioso. contcnt~ e scontento di dìn.cntie3rvi gli 11lti 11at:1h. Se n'nndnvi, talvolta oll'imprOV','iso, con un cipiglio carico d'insolenz:1: lo usavo con lui della stessa pa1.icn1.a che mi scr• viva per l'albt'rgat.orc, per l'agente di cam- La Chiesa ha riconosciuto ai/a aoana la funzione di ispira– trice di bene e di cnntà, di Santa, ma non mai d1 sacerdotessa: nella sua saggezza ha inteso e;reare nel 5UO ordine un eqwl1brio che mancava alle auliche re/Jgioni che consideravano le sacer· dolesse nella funzione es!etico-erolica. Le crisi rivoluzionarie hanno trovato nelle dcnne accese agitatrici, ma la conlus,one di diritti e di costu.mi ha dato sempre luogo a oscure esperienze emotive negatrici di valori morali, classici e cns/Jani, di una so– cietà che si svolga per asceso, cii conquista in conqwsta, piullo.– sto che con forme Jiveilalnci. Se la società ha bisogno di libe, tà per svolgersi, la famigiJa e.;ige autorità per conservarsi. Se la la· miglia si identifica con la ~ocietò, è in crisi. Gli accenli piU. Jorti contro la don11a emandvala .c;cno del P1oudhon. Confusi i com– piti e le }unzioni, equl'locumlosi suila lendenza a un maggiore ri– spetto e a una maggio1 e dignità clie l'uomo deve alla donna, si é confusa l'ispirazione morale con il regno dell uguaglianza, tra• sformando i rupporli umani in idoli, in simbolJ, prima forma di egoismo e dl corruzione e principio della dissoluzwne dei costumi. Se la l'Jrza e H punto di pculenza della virtù, la coscienza della forza devo? contiurre l'uomo al rispet– to di sè e degli allri. La donna con la sua inferiorità hsica trova nel malrimomo il pdmo grado di giurisdi– zione. Le liberlci pubhliche sono suide, quando i costumi do· mestici son salvaguardali. L'analisi dei Pro11dhon insiste nel con– siderare come errore i! metlue aJJ'f:sercizio deile funzioni pub• bliche una persona che la na!ura e Ju legge coniugale hanno consacralo alle fu11zio11idomesi;che: ciò significa proclamare la confusione de.i sessi. Le considerazicm del nvoluuonatio francese merilano d'essere nchiamate per jJ p1olondo influsso che la stessa Chiesa e il dirillo 1om0110esercitarono su di lui. La corruzione della società non comincia con le generazioni che hanno amato ma con quelle elle non hanno amalo ancora o con quelle 1n cui la voluttà ha preso il posto dell'amore. L'uomo e la do11na sono uguali solo nel segreto della vita interio1e, no:i nel!ù direz.-01,e della vita. La donna non può soslenere per polenza di facoltà H paragone con l'uomo: essa viene a contatto della socfalò. atlru– verso l'uomo. Spezzato questu ordme naturale, l'uomo diventa un miserabile, senza che la donna acquisti maggiore dignità. S'instaura il regno dell'intrigo e della C[)r/1gianena: la pornvcraz1a. L'uguaglianza dei dirilli civili e politici assimila le prerogative della grazia, di cui è dotata la donna, con le facoltà utilitarie del– i'uomo che avviliscono e mercanteggiano la donna. L'atomismo democratico e il tramonto della famiglia acwscono i dissidi poli· lici, diffondono l'intolleranza, confondendo J'umanità con i sin– goli uomini, con J'impegno religioso dei propri compiti e del pro· prio lavoro, nella distinzione di funzione e di vocazione. Le so– cietà a carultere utopi.;lico, disegnate da Campanella a Cabel, nello sforzo d1 imprimere un nuovo ,·orso ali umanità, non hanno consideralo la funzione base della famiglia, nella perennità dei suoi valori. ! dioso. bio e per mc stesso. . Ave,•a per me un'Inclinazione che 1! su~ sangue d'un bili nntico e concentrato ,i:h rimpro1•era,·:1 ccrtn1r.e11tc. Orn mi tl1ee1·.a _ Chcr ami. il y a parfo\s sur ,·otre ,.,. s 11gc l'eclat d'une pcnsl>e qu'on ne snurai.t lmagincr natteusc. reodu cnrore plus P•– iiutull p:ir votre parfnite courloisie... . Le preoccupazioni moralistiche del pensatore fumcese ver– tevano su questo pericolo di una distorsione della uussrnne na• turale della donna e di una sua caduta nel sellansmo pollllco, nella ricerca emotiva di riti oscuri, crisi della coscienza y1wicika. GJUSEl'l'I-: SANTONASTASO Pie,•e del Colle tutto cffcn·cscrnte cli ,·1- ta ,•enne a, salut..,rmi, in un frnnccsc cau– lante, pieno di nas:1Htà. Lo prrscnt:11 .il Busso. a cui pinCt!Ull;. E. cosi mc ""'. r~ rlspnrmiata la u.ctà anzi tre quarti. . ,mo,•i conoscenti, senzn n1•crnc l'aria. i.1 :.t.udin,-~no, facC',•an run dell'altro dt'i pie• ,·oli usagi;.i. Ora 1>01e,·oliberamente gunr– dare intorno. 1-, solitudine dnlb (lu.lic u'-civo m·a,·C',,a reso l'o<'chio e l'ort'crhio ~i 1 ~iii;, 0 r•:~:nc~c;~~ilfnn~~~~~cf; i<;i.s~~1:\ 1;~~ •-------------------------~ già incombente. Scnti,o C' cercavo, in fondo, quello che il ,r,io spirito anc:orn non nominava. Me 1w n1··vidi 11iU tnrdi. Di t.-into in tant.o Pieve lanciava un frizzo che mi di1·erf.i. ,•a, foce1•a una di c1uelle osservazioni c_hc lo r<'ndevano strano al !lusso. che lo 111- curìosiw1. Indicandomi, al tavolo fiori10 J:1. u11 ciuffo di mimose unn signora an– z.iao::i, dkcva che il noto 11o('ta Solipso 11,·ev:t cnmbiato di stato ci,·ile. Alla buo– nora! fui colpito d:dla rassomiglianza. Al'ev:t, corr.e quel poct:t <'nrnalc. un:1 foe. ci;1 larga soprnfTatt..-i da!ln c:1rnc. Adf!sso guartlnv:i verso di noi con una cs11rcs~ir,· ne di mat.erua indulgenza. Quella ruS"'-f>– miglianza esterna era l'indizio ct•rLo di on'altr.a, jk'reiò J'osaervavo. In quel luogo Nel frntello delll\ signorinn. un bel 1:io· 1·a1H>tto dni diciof.to ai \'enti, nel sut1 nppetito vidi un çhc di guC'rricro. Lo sguardo lucente di leì s'ammorbi<lh•a quando era volto al danzatore mom.la1.o. M.111giava. come il fratello. con gran.le aJ>pftito e uel gioco del mangi:irc cunie un bel frutto In lingua si ,,cdeva di t.autc> in tanto. s•iu:.pose al mio spirit.o il coo. fronto dei sentimenti coi quali, guard,111- dola, st..ivo giocnndo cd altri molto di- 1•crsi, e fui un JX>' adombrt1to. ~li tro,·~i disumano . .Le belle creature hanno cessnto d'essere il tr:1slato dell'amor di me :ite:c• so. La rr.adrc era tutl:I npcrta sulle sue crenturc. Suo marito crn assorbii.o proba. bilmentc da Jjcosicri conunerciali, Di ;:1.11.· terra ingrata, non alligni in c1uellc co– sdcnzc pigre. Ma n<lcsso la tt,.h1 curio, sit:'l pareva al Busso troJlpo democratica e c1uci tre volgari 11oliglott.i che lo anda. vo osservando lui non li vcde1 1 a, non li poteva vedere, era troppo grande i)cr :wc– rè una vista wirroscopicn; ma uno di loro l'osser,·ava; non si può impedire a un enne di guardare un \'CScovo. OssC'rvò me pure e cnsarono dl parlare inglese, s1 misero a parlare in frnncese. quindi in italiano; e rlnirono ucl dialetto della re gione in cui sono nnto. La signora aveva un viso gentile che contrastav:1 all:1 nura nrclgna. Il piU giovane era de1Jrcsso. Il pii1 anzinno lo spronn,·n e lo consigli:l\':1 di:tnzi con sciolto scilinguagnolo, in un francese pieno d'intcrcalnri corrc,1ti, d'ac. I Il dottore in lettere dnllc i;hctte bi:i.n. I che imn~ncolate mi scmbrnv11 orn un buo11 t1i.i,·olo, un povero dia,•olo. Sempr<' sol(> n) suo tavolo vicino alla \'Ctrina che d:'l sul i:;inrdino, csplllso dalla vita. non ,•c– tlc1•a nessuno. Sembra,•a chiaed1lernre. senza for rumore, con una vt"cchia mania. E' un ragazzone biondiccio carhctico, sul– la cinquantina. Mangia senza fantasia. tut.to ap11licnto al suo pasto. l'<'rto enu p·ccisn coscier.za igienica, E' qunsi inde. ccntc, fa pensare alla flsiologin. Mastica lungamente, serr.br :i. dc:.tinarc 1~ vivan· ,le diverse alle diverse funzioni degli or– i_cani,Questo per la secrezione della bile, quello per stimolare l'intestino, cccct.crn. I ~la e<-colo sorrid!'rt'. i mu~coli rncciali ha_n– no i11fotti composto la smorrln dcll:I lle-1 ic:z:za. L.-i signora a cui bacin b mano chlalf,andola Contessa s'è lei pure orna– ta d'un urbano sorriso. - na,·ie de ,•ous ,·oir - gli dico. Con una bocca costi11:1. I ta, un:1 voce pastosa. e un nnslno ritroso come offeso dn enlti,·i odori dice che . ~:t~:"j~ ~~;11 1,:1:ns~:t!. e 1(:C~/;;o;;~r pi::, I I rcssorc s1losn,·a adagio ndagio il disgu• :,;,todipint.o su quello della Contes~a. Ani– mandosi int<'grJ.va la Jl:lrola cui gesto, ma la <'ontcssn nvcudo cessato di guurd:irlo in f:icda il suo discnrso pt•rdev:1 dlrezio ne e soe.tcgno; essa ave,·a passato lo sguardo su quella mano con..e se fosse una cosa bulTn, un topo. Egli se la guardò infine nl'l'Ossendo, e la mise i.otto il ta– volo, sulle ginocchia. Un sonnro scrot. chinr di scar)le mi fece 1•olt11rc. Entrò ncll:t saln col mento teso. cou busto cret· to e i,asso cadenz11to un signore che sup. l>Osi ancorn rosse un militare, un cx uf– flciak di c:1,-allcria, Ave,·a le gnmbe lcg. gcrn.entc arcuate. Quel suo sguardo im- 11rovviso e preciso. mi face\'n pcns:ire :,. un mantro di scherma. Lo ave,·o gi:'l notato nell'albergo e il momento in cui m'ero deciso ad abbordarlo la rr.ia lm•cn. ti,·n non potè offrirmi che un pretesto b:tnalc. Mi sembrò che lo pensnsse nn· che lui, (' sorri<lcmmo insieme. Gli n,·e vo chiesto un fì:irr.mifero per la sigaretta. Me lo porse nff'abilmente In una scato– lctt..:1d:1 cucina. Vidi che :1vc,,:, il colletto ili relluloid(' e ln cra, •nt.tn a nodo fisso. .\In la mi:1 sti111;1 11011 fu diu.inuitn. JI,, couoi.ciuto dC'i fraucesl di tJUalità che Vl' ~tivano CIJlll(• i111picgat1 del d :1z.io . .\IC't..– tc"auo l:1 loro nntitl't altrOV<!e focevn1111 ,Jei 1iSJ):lrmi. P11rht,•n.con online, un 01. dul(' i.upcrflcialc: d:111:isua bocca la frai.e usci1·:1 senz:1 una rug:1. Parevil che nssa– porassc le 1iarole che proreri,·a come un poet:1 che stia n1g:linndole, c-011 orccc.hio delicato e irritabile, )le ne arconi ancor più u,,•nt1c gli 11arl11vo. L:i sua retta pru nunzia come l:t 1irccisione del suo di• i.cor:.o foce,·a in lui 1iarte della politcsSI' come <1m.>st:i.per 1111 i;c11tiluomo fo J),1rtc della mor:tlc. Avevo l'imprt'ssiom, che amasse n.olLo Je rcgule e i dogmi. Nel viso \'Ct!Chion,·c,•a gli occhi nuovi di barn l.tola, cilestri. Gli ride,•:tnu intt:ns1uncntc luminosi i)rlmn che il resto del ,·olto :,;C' ne risentisse; d'un:, strana luce. come !<C il n;ntivo del suo ridtre tro,·assc nel suo "'-llirito »on ordinarle relnzio111. 1A prhui, 1·olta che lo ,·idi ru per di dietro. C:lm– mina,·a :ti solito Jl:t:.so c:ldcnz:ito nella penombra <.lei vusto corridoio. Dovt"n1 a\•ere, in quel womcnt.o, fa ragione un po' assopita J>erchè. quasi senza ucco,. gcr1r.ene, ergendo li busto, entrai nel suo ritmo. C.1mmi1111ndo al suo pai.so si cl,~ i.t:txa iii me u'n che di ct"rto, di lìer,) & di m:1r1.iah•, sentimenti nei quali sono J)OCOallenato. Chiss:'l JJerchè SUPIIOSidi a,·erc con lui (corr.e pili tardi mi fu con rcrmato) qunlchc trascurat:1 affinità. Or;, pastcggi:i,·a corretto e ottimist.3. C'est un hommc comi' Il faut - disse il Russo. Avevu il nwut.o ornato da una barbett:1 c:he parevn tintn :1lln 110lvcre di nero fumo. P,1re1·:1che gli stesse molto a cuu. re. Ogni tanto &e lo ta~tavn. Se la man, tiene, col lavoro che com1>0rt:o1 e ju un'epo– ca in cui I peli al \'iso sono gC'neralmcntc 1>0co ap1Jrez1.:iti l'i dc1··cssere una m.giu. oe. ,Forse unti donna gliela a,•rà, un tem1>0. pnrticolanncnte l\•cucggiatn.. O..n terrà per rkordo, c:ir:1 11rcscuz:1. Foue 1>ernio del suo morule equilibrio. Avcn i capelli cont:i.ti. ricadenti su\ fronte a frangia, disposti sul capo COl'ro delicato tocco. divisi in parti uguali da una. scriu,in:itura che si sperdeva ocll:\ radura del cucuzzolo. Gli rimaneva. tut· tnvia l'aria maschin. Nt'i tt"1r,11iandati fu certamente u11 bell'uom(l. La sua 1oelct1n 111n11iniilc. di,m: Pieve. ri– rhiede apJ)licazione e paZlenu, l'il, lusione di ri1mrare quanto basti :igli ol• tr:1ggi del t.cu.po . Un tenero bnciullesco amore di sè ,•i 1Jresie<le. A 011er.a nnìt3 l'immnginn2\011c che lo specchio gli ofl're lo toccherà come un om:iggio, come un e buou giorno >, e allora esce. A u.e 11arc1-ndi ,·edere in lui gli effetti d'un certo carattere, In 1·ista di lui mi .,ollecitnvn 1·erso so~Jlese riflessioni. Come ~i gmmla,•a al fisico si gu11rd1n-:,. 1>robabil. mente al morule. Doveva avere inllllO 1111ell'istin10 vi1ale che 1i chiama ittioto d'illusione. L.-i natural(' simpntln che n,·cv:i per ~ stesso ai suoi occhi ]o trasrlguravn. Sa– persi giustan;cntc amnrc è u11a grazia del ciclo, il scg1to d'1111a 11reziosa 11rmoni:1. ma è ancor,i '))iii assurdo odiarsi con r:1 gione che adorarsi senza. All'indom:mi di <1ucsta giornatit, che fo l'ultima, all'Hotel Roosevelt. ero seduto al mio t..1vol11,inc.1p:1cc di 1>roscguire la letturn (111i11tcr1·om11c,•oper In tena vol– ta). nou n,i riu5ch-n d'intcri·ngarc un vcc. chio libro che mi sta,•:1 molto a cuore. Guardavo come 1111 volto la stanza in rui a1•evo p:1ss:1to t:lnti mesi. Alln ,,igilia del· la mia partcnzn era forza <'he io gu:1r. dassi le cose che mi avev:1no circoodat.o In ore difficili. Er:t con.e se m'intrnttc– resst fra buoni testimoni. La JJrirua volta che vi entrai guardni quella cnmcra. d'al– bergo come si gunrd:, una persona che non è deliri nostrn educnzionc, <'011 In quale si snrà tuttnvla costretti n passnrc qualche tem110 e mi foci concili:111te. Quell'nr1r.adio smaccato, laccnto nl te. uéJ'o color di rosa che, d:i un angolo sembrava sempre mosso \'<'rso di me. non l.'frl certo ratto, come parc,•a pretendere. per piacermi .(Su un'int:1ccatur:,. della specchiera ern dipiuta, per dlsshr.ul: irla. I MIGLIORI E PIU' ACCURATI LAVORI = TJPOGRAFICI = I T A L G R A F ROMA VIA CICEI\ONE, 44. TEI. 32286

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