Fiera Letteraria - Anno I - n. 38 - 26 dicembre 1946

HERA LETTERARU Discorso sull'Alfieri Sono le J)agg. intrO(luni,c Jel &a11:gio: "Lo vocazi,:me Ji Vino. rio Alfieri", scriuo nell'iJl\•'r• no '14. ture ec,; ", una sera a Mad.rict egli ave- di CJAC011'[0 DEI.Jl:.'N/~'DETTJ va buttato un candeliere sulla temp111 ctt Ella, suo cameNere e ·• se11u-afo ", reo mai passala in proverbio _ /a noia che soUanto di avergli tirato u,i po· t capel- si vergognerebbe di mani/estare. Quetta li 11el pettinarlo. (Altra. lezione da le- che Eleonora Duse cluamava "la cru- A ll':~:,i;~irr;~o~t:a 7°:~:u,c:n.'7:,~~:,o m~: :~;~~;e~~r !~~\ir:~7o t:::et 1 c!;1:t!~ì !~i ::~;:.0,!: 11 :e/~~7/;~i:, p::;:;;;:;,~:~;ut~:! 110oscuri, si L'Orrebbe che prrntegg1assero caso della Vita, perù, vale la pena d1 ri- sto angosciose e /troct. <1uelli della poesia: il suo richiamo dt schiare un ca,idetiere sulla tempia). IL diradarsi dell'uditorio intorno a/- poeta da una parte, e dall'altra il no- Cosi come lo vediamo, il ltbro l'AfJleri tragico _ quello comunemente ~tra legittimo destderto di con/ro,itame quantunque intrapreso con rntenzlo11i ritenuto maggtore _ non ci dovrebbe la voce con l'acustica moderna. Ma non giusttJ1Cat1ve, documentarie e actd1rtttu- /are meraviglia. Dipende da una pate– potrebbe darsi che per gente come 11oi. ra. testam.e11tarfe - Pllù perJino aver tlca e involontaria s/ida che <\ stato pro– cosi malcapitata s-ul pianeta, in U]l'era faria df essere scappato di mano al suo prto lui a lanctare. .Si pensi in/atti a cosi soJJocata, il primo invito 'dell'Al- tutore. Ila IL d.iavolO in corpo; ha la vi- che razza di /cllori, in un momento di /Ieri, e il p1u decisivo, emani da quel- taUlù, la seduzione temerana dei calli- tristezza e di pas.tione, egli abbia dato la parola "Uberttl" che romba, tuona vi soggetti, natt quando e come a loro appuntamento. Allro che gli happy rcw e vola nelle sue pagine? Bastp. provarsi piaceva, e poco o punto di.tposti a ren- d.i Stendhal: 1a percentuale di questi a rileggerle, con quest'aria clte tira, e 1t der conto . .so,w tram et.etcarattere, per privilegiali, a detta ctellO stesso Al/Ieri. primo isll11to 1\ di andare a cltiuct.ere dir cosi, ·personale del libro, e somiglia.- t act.dlntlura scoraggta,ue: " 11 o, 1 ce 71 e le /ineslre, di smorzare gll acce11li sten- 110 come una noce spaccata ai tratti sono uno m diecimila". come ctovrebbe– torei a cui la lettura, per invuo più d1 personau ctell'Al/lerr. Porse ancne per ro essere /atti, ce 10 dfce il trattato Del una VOila dello .ttesso poeta, vorrcboe questo, libro e Al/teri comcutono a se- principe e delle 1e:tere, dove in alcune salire. Ma Poi subito un'allegrezza spa- g110 da. Jar pensare talvolta che, al di nglte se 11e pro/Ila una .tagoma cosi vald.a ci avverte che, anti, quei toni fuori di queste coìncide11ze. 1n.ollo et.cl .tcontrosa, che .rf direbbe perJino rUut– slentoret si possono, si debbono ampli- restante AIJ1eri sta dwe11uto, o quasi, si- tante a lasciarsi vedere. ,, Non blsogno– Jicare: e non C't\ barba di censore o di 1enz10. si et.i esercitare arte alcuna per campa– paliziot.ta elle vatga. a "prendere prov- Dalla pubblicazione delle tragectie so- re, 110n desiderosi di cariche, 1iott ade– ved11ne71ti ·•. Signor Commissario~ che no corsi piu che centocinquant'ann1, scatì dai piaceri, 110n traviali ctai vizt, anct.ate cerca1ido? Questo è Vittoria Al- dalla morte del poeta piu che cento- 11011invidiosi del grandi, non vaghi dt /ieri, poeta. d'allro secolo, e ce l'avew trenta, Da allOra si ~ religtosamente ri- far pompa di ctot.trine, ma vera,riente col re, coi preti e coi Jrancesi. petuto che, tra i nostri grandi, egli t pieni di u11a certa 111al111con1a rtJtesswa, Ma allora: sarefftmo tornati oggi al.- il solO autore tragico: anzi, chi voglia cercano nei libri un dolce pascolo all'a– l'At/teri, solo per poter pronunciare Il- prendere a prestito ouet gusto neoclassi- nlma e un breve compenso alle umane beramenle la parola liberti)? Lo rtlegge- co, che non solo al Parini intento a ce- miserie; le qllalf /orse assai pili vlva– remmo per vendeUa? No,i .ti voleva lebrare l'Aljieri, ma all'AlJteri medesimo mente vengono se11tite da. citi Il propriamente dir Questo; e d.'allronde pl1Llarchista e libertario riusciva di non minor ctanno ne sopporta". Quanti sarebbe troppo onore per chi ha l'aria JX)Ca sod.dis/atione, l'umco rappresen-i ••,non", a quante mai cose costoro di poterci vietare anche la lettura di tante geniale in titolo _ come dire: hanno dOt,'Uto rlnunZiare, volgere le certi poeti. Comunque, in qualche mv- l'unto _ dell'itala Melpomene. E spalle: di fronte ad. essi, di po– mento, la tentazipne t forte di pentirci questo ,. vera, sebbene il giudizio .rUivo, non rimane elle quella ..,maun– dei giorni fluidi e scapestrall, giorni c!i .rulla poesia con una specie di pa- conia riflessiva.", e lo spettacolo ctclte lusso, giorni di pignolerfa estetica, quan- tente professionale. Da allora le tra- umane mtserie. Un modo di leggere c11e do cl pennettevamo cti sollevare, contro gedle si rappresentarono _ e si rasscnniglta a un esilio. vero è che net quei tali accernl stentorei, obiezioni che lessero _ sempre meno: e anche gennaio 1786, quando L'Alfieri. /mfva et.I bella.me1t1.esi chiamavano "di gitsto". (E ~uesto è vero, sebbene lo compensi 11101- 1crtvere Del principe e delle 1e·tere, chi sa se verran,no ancora. altri giorni, ·to onore di studi e ctotti contnbuti c l'Europa. era. ancora. madrlgna al suoi /1- in cui ci toccller(i di pentirci dell'attua- saggi e recensioni e memorie e mono- gli: quasi dovunque imperversavano le le pentmiento). grafie, nonchè una venerazione onnal m.onarchie a.rsotute, e l'uomo non cono- Ma l'AIJ1erl non i' un t1µo maueaot- passata in proverbio. Og{/1- finalmente sceva pera11che la con.rolaztone di chla– te, che si lasci in/luenzare dalle 11oslre quelle tragedie non si recitano pitì. a/- m.arsi cittadino. Mentre a not, prole di ragioni per cui. B1sogner1 t vedere come /atto, e a leggerle sono rimasti f lettera- un'etd di luce, f nostri stessi padri han– ci risponcte; quello che conta, sar(, Il suo U e gli scolari soltanto, gente che ha no promesso sut nascere che oppressori modo di napparlrcl. Nell'autunno de/ dei doveri. Quanto ai dilettanli _ (a e tiranni erano per sempre divenuti 1803, lo Cltateauorianct transitava per vera e piu ambita platea di un ;,oeta, spauracchi da Jtaba, che ogni ritorno Firenze, diretto a Roma, ambasciatore ma.rstme se dl teatro e impegnato con dell'oscurantismo era per sempre scon– dl Napoleone presso il Papa. J,'u l'unica lo spettacolo - non si PUò In coscienza giurato _ come sf vedeva ~ntssimo m volta che vide l'AIJ1en, ma lo vide mor- dire che le tragedfe dell'A/J1eri corrano una. Jamosa scena del ballo ExcelSior - to, proprio nel momento che stavano molto i,er te foro mani. e che la nostra vita avrebbe proceduto chiude11ctolo nella bara. "Siccome ta Che cosa succederebbe, volenctole rie- dt pari passo con la marcia inetuttablle cassa era un 1M corta, vollero piegare sporre alla luce elettrica delle nostre ri- della civ1lt(i. Ma a11c1Leal paragone di /a. testa del morta sul petto, il elle gU balte? Capocomici e attori sono stmpa- questi nostri giorni maturi e strarlpant.i Jece /are un movimento /oru11dabile ". r1che persone, clie /an110 di continuo il di /ellcit{I sociale, troppe virtù esigeva Vero che sia, o aiutato alquanto da u11a pendolo tra l'aritmetica della cassetta l'Alfieri per /are un buon lettore; ta,ti.:> in,magmaz1one non immune da necro- e la nostalgia. delle cose ln~elligentl. ht che se allora gli eletti non erano uno manzie ossiamclte e connivenze coll'ol- nome della quale nostalgia, qualcuno di i1' diecimila, oggi cl .taretibe addtritura tretomba, Il tratto rtsulta in og11f ca.so loro potrebbe anche indursi a mettere da temere che quell'impiego sia aa ca11- da/la collaboratione d1 due voeti: qucl-1 m cartellone, poniamo, del Nostra II cettarsi dal novero delle occupa;:ionl lo morto, nella bara, e auello vivo e coruscante Oreste o la fragile, diafana, umane. amt>asclatore, che dtce di averlo vu~o. ipersensibile Ottavia. Col rùultato, Cosi ci si spiega abbastanza bene ca– Delle lm111agtni di poesia ha la portata purtroppo, di un doppio e com:erge11te me l'Al/1cri maggiore a.ob1a Jinito col ril ulteriore, simboliea. Fin da ouel primo /astid.lo: del capocomtco. costretto a so- manere solo, o in .!J)(.lruta compagnie. momento, Indovina nell'AlJter1 ima scon-, .ttenere, malgrado l'ostUlt 1). aell'espen. PerCht\ saretot>e dl//iClle ingannarsi: fl certa,tte possiblltlà di movune,~l1 postu-1 mento, quel drammi cosi negati a qual- teHore delineato con traut cos/ eslge11ti ,ni. Teniamocelo per detto tutti Qllan~,. sia.ti re.rtauratione sulla sce11a; del pub- era proprio quello elle il paeta augurava compresi Dli scrl01 e i d.olton che sten- blico, contrito 11ell'Obbllgo morale di 11a- a se stesso. Non occorre molta gra.Jolo– dono i foro verbali su un Al/led suppa- scondere - per quella venerazione or- gla pe riconoscere, nei segni del ritrat– sto ormai /ermo nella bara, che piu d1 cent'anni di buoni .ttud.i sembrano or- mai avergli costrutta sulle sue nu.sure. Niente, per esempio, poteva parere pw giusto elle t'evoc0rto aaesso, per ntro– varceto congmrato 111quest'an.tta d1 li– bertà,; arrotare sulla .tua, cosi splendida di aggressioni, la nostra rabOla contro la tirannide. Naturalmente gli scrlbf e 1 dottori diranno che si tralla di pretese .rerr,plfcistiche; ben altro è L'Alfieri, ptu complesso, ecc. Ma allora cl1e valgono 1 poeti, con tutta la loro i111mortalttd, se al momento buono non gli si puQ ch1e– ,i.ere le parole a 1101nece.tsarie, che noi da soli 110n avremmo saputo cavar Juo– ri? H secolo ha fatto di tutto per vin– cere in .rospetto, viltà e ferocia quei "pravi secoli" clte avevano arroventato Il nostro poela e /use le parli del suo me.tSaggro p1u vutosamente ribeUi. Quel– le parole dt allora tornano a costellar– si del loro .t1gnlJlcato originario, quali a se stesse 11110sve11t11rato ricorso le Ila restituite, E ancora: 1ue11te poteva parere pm giusto che chiedere all'AIJ1erl ct.1versare 1 tonici del suo vess1mtsmo aut nostri malgrado tutto: bisogna di coraggio malgrado 11 disertare delle Ul11.s1oni, b1- sog110 dl perseveranza malgrado Il di– sertare delle con.tota..--tont, e bisogno so– prattutto di saperci smentire da not pri– ma di essere smentiti dat /atti. Eppure, anche stavolta l'Alfieri /a un "movi– mento Jormtdabtle ". Quale oggi a not torna, quale In se stesso l'etern,td lo n.a mutalo, .reml>ra restio a riapparirci nel punto dove lo evocavamo. Q11cl "movf– ,mento" ce lo riporta in primo luogo co • me l'eroe dl un'autobiografia: lo .tcorbu– tleo e cordiale, saturni'no, coerc1twu, stravagante, scomoao, attraente, .regalt– gno, spmtuate e irreparaoumente lirico protagonista della Vita scritta da eMo. lo, 11011 so clie tremore e segreta appre11- siv1t(i della pe11na., <:ome di chi sf inst– nui tra le ambagi ct.el futuro per com.– panie promesse cui 110n osa crea.ere, ec– cessivamente favorevole. E c'è anclte una ve11atura. da tenerezza.: la ricerca ctell'a– nuco _ per cosi dire - di terra lonta– na, dct co11Jfcterite in cui troppo si spe– ra. percJ1j\ vi si possa credere. Evide11te– mente l'Al/ierl ha chiesto pì1t del lecito, e gli t· toccato uno strano co11trappasso. Libero da t uao pretendeva 1l .ruo letto- Il PREMI LETTERARI FRANCESI re: da tutto, /uor cli.e da quella ri/tess1- I due m11,.simi f>re11" fotterllri ,uiwi• va 111alinco111ae senso dell'umana ,nf. 11 ili Frtmcw 1wr l'm1110 1916, il Prt). aerm, due cose che /aceva110 parte in- Gnncourt, ~ il Pri.r Thco1>hrnste Henaudot. trinseca della poesia, at/1eria11ci. Libere sono stati asseqnrttì risvetlili<tmrnte o da lUUO, fu.or che dal poeta Vittorio Je1111 )(ll'(JIICS Gaulitr, f}t'r il SIIO roman:n Alfieri. J posteri viceversa 11a1t110 conti- e llistoire 1/'1rn Fr,it Di1Jn11 >. e 11 J11les nuato, /mora ahneno, a subire tutte le Uoy l><'r il rucl:'fl11to descrittivo cl; 1111'im– tirann1dl, da cui l'Al/ìert li avrebbe vo- /lrl'lfft rni partecipò ,,niconalmc,1te, f."ioè luti libtrare, lìoerandost rnr;l"ce da quel- il bombur1k,m('11to i/elfo Ruhr, sottu il ti• ~;n,~:d1a~:.e il liber~tore at1rebbe VOlU- I ;;:f,'.' ;~i:~~/ ,:;7i',;;.~:i~:c~:~1;, <;°fu'lt:rc d11to Si 11npara /i,i dalle pr;,n.:J scuote clw due almeno, tra le ve,itt lrr.gedze del– l'Alfieri, s1 so110 salvate per nucro, e 110n ruccede mai di nominarle senza t competenti aggettivi dt urd1uarir. t..r.u,u– strabillante, unica riuscita. 1/1 s:;ene!:Jgta– tura che .tt inUtola a 1".firra: dove, a parte la paesia e altri più riposti mo– tivi, il semplice romanzo "della figlia dt Cinlra infelice" basta a produrre quel– la co11g1u11zionetra orrore ct.el castigo e Innocenza della Viltmta la. tempesta suL Jtore che i! antica. ricetta, ma 11empre in/allibite, per ottenere dagli spettatori una partecipazione pietosa, e ancora. f11Jaut dagli occhi ·• Il pianto eli– ce ". L'altra 1\ il grande evento slntoma– ltco - nella vita cti u11 poeta l'eve11to pu() anche essere rappresentato dalL'in– ntstrazione. La prima è quella trepida, contro con una Jigura, un'Immagine, una favola _ che /a salire a galfa tutti , temi Istintivi. E' tL mtt.o centrale _ come oggi lo st chiamerebbe - dell'autore; e 1L capro emissario ma11ctato proprio per , desertt et.I Giudea col stLo carico di ri– volte, 1nsurrezio111, proteste e squilibrt peccaminosi; ,\ la grande espfaztone da cui /orse 110n si esce nQ peraonali n(' redenti; ma etevati a dolorose altezze che sono, dl per .t(' sole, un contpenso (uber alle Gip/eln ist Ruh, diceva. Goe– the). E' il Saul. Il Prix Go11co11rt, fo11tlato ,lai Fmtelll CrlmcQ11r1, i.• ,'1/Jlo cr.'l..«'l,f111110, sccomlo fu tradì::ione, clii 1111r,ui'liric, di tliec-i lette• r<tti riuniti ('Otrle tli co11surto al Uesfou. ra11t /Jro1u111t.J.'ammnrio è stato dato cla Andr~ 8illy, prrsi<l~11tc dellu Giuria, li 11mt folla di s,·rittori. aior11rtlisti e foto· {JT<l{Ì. Prancis Carco si é rifiutato di r;Olflre 11e1· Gu11tier e ha (lbbmulo,wto fa sala su,– ::a <1tlr;11df.'rt!.il tradizio11alc simpo.tiO e dopo acn arr11sc1to i giudici co,ifratl'!lli cli c·11011 (WCT letto il libro che volelK//10 premiart' >. Un altro membro ddla Gi,,. ria 110 tlichitirc,to che Cllrco era irritato contro sè stesso e contro lutti ptrrhf' il men11 del lfrto sim1,osio 11011 era di s110 gusto/ Quasi 1·011temvorm1eame11tt> il 11reside11. te dellu Ginria pu il Prix Thiophra11t• Rerwudot, ha a111111nriato i11 1111'altra ,nlu dello str.uo rislnrtmtt' l'aggiudicazio11e del 11rti.mio ,~r il ;,,iulior reportage oior– nalistico dell'llmwtfl, srcontlo la t:olo11tci ilei fondatore del aiornalismo fra11cuc. Jerm J"equu Gcmtier, che ha 38 anni, è criti1·0 tlr(l11111wtico riel e Figc,ro > e f11 già .veuretario 1lelfo Coméclie Pr(111raise, ""rira eh" lasc,O l'an11n acorso ritc11cudola in,.Om(H1tibilt' co11 la aua profesicione di critit-o. Il libro J>remiato, che è il 11110 111"f"umlo roma11::o, è basato sulle uice11de di 1111 mso giruli:iario. Qui per,; casca una domanda scomb1- J11/eic lloy, che Ira 39 a,111i. è. 1111 ex 11f- 11.ata: basta110 la Mirra e fl Saul a /on- li~·ialii <fdl'escr~ito. ? scrio~ ora pe.r ,mri dore la gloria di un poeta tragi- oror,wf, I' J)é'.r1od1c1, spu1e e Combat >. co? Certo che bastano, anzi, so- Fugo! ÌII aereo dal NfJrtl A.friw poco 1,ri• no pili di quanto occorra, quando un.'J I m11 1ll'll'Ar111istl=io francest. dt.l 19,10 e 11iù parola sola è su.jJiciente, una parola ve. tllJ"l!i ,,; 11111 1(1tt font <1r.ree in colla/Jo– ramenie creata, una elle Uevllf _ comt: ra:1011c 1:"0n hl RA.P. Prese porte a 37 et suol dire_ la nostra. argllla, a TI· i11eur~io~,; ·?ullc, ll11hr e_ htt oià ~criflo .1''': scattare da quatsiasi ingiuria del tem- rt•C('/r, libri su/fc rs,,n,tn:e de.1 p1lot1 ~• po la memoria. df u110 scrittore. Ma /a r111rr 1·"· La :s1u,. e l't1lf~e. lleurc11st. • 6 r,,1, gloria ct.etl'A/Jieri, quella. sognatisstma stato p11bblw1la a ,,,111tr,tesu cte Moncfe•. ambitissrnta, che egli furrosamente ado- rù Jino a riuscire a conseguirla, pare m qualche moa:o p1t} grande che Quella del poeta di Saul e di ltfirra. Nei tempi che certe lpotest ;, pateva• no fa.re senza tremare ct.t vecterte realiz– zare. 1mo si sarebbe /or.te 11crmesso tl giuoco dei "se". Se un incendio, una guerra, u11 saccheggio di.tlruggessero bi– blioteche, librerie, deposlll di editori e ogni ,tpeele di doeume,1tì, se dal catacli– sma .!l .talvassero soltanto ll Saul e la Mirra, che cosa penserebbero f posteri dell'Al/iert? Fatti glt scongiuri, U giuoco terminerebbe co,i la risposta.: molto ml- cora., ma meno /orse di quanto 11epen– siamo 1101. In genere un'illtmag1ne .a semplificarsi e snellirsi, cl guadagna. _ si pensi ai lirici aeU'Antotogla, al loro fascino inesauribile, si pen.ri ai poeti d1 un solo ver.ro questa volta pero ci M– metterebbe. Not abbiamo u,i Al/Ieri i,tu grande et.i COSI, di una gloria. Pili vibran– e CULTUHA E VITA• il nuorv prrio• dico sovietico ha chhm1<1to ,1 r11ccolta oli storici russi perchè ooglicmn de111rncfrirt' al momlo le conce:ioni a11tiscie11ti{irl1• delle, e storiogm{ia borohue >, Nel suo r,r_ tiralo in malcrif, /ti r(ui,ta scrive c/1/l i mercati libre,; d'lnghilttrra e d'Amerirtr so110 11it'ni di la1iQri di e falsari> dr/111 ,torin. Disou11" pe,tm,to cnmbattere, c1>11 l'intcr11reler:io11e nurrxista della 1toria tlel XX Serolo. e ln ,tori,, fal!Ji{icata rht' gli auturi re<1:io1rnri, specie (lnglo-amrri– cm1i, vanno 11rOJJ(IOlllldando ricf mor1do >. Gli scritturi sovietici 1/eV()rtO iflu,trare l'i11(111e11::a de.Ila stori<r TIIIS(I s11lfo stor'ill dct montlu. E,si druorro 1le1lic11rc la loro (llttr1.:io11e t!. i loro studi alla storia dd· l'Europa orcitlt'ntale, dell'America e del mondo orientale e prmlurre opere aulla stol'ia past.rirol11:io11arin t/cll'Unione s,r cietica. te. Volevamo arrivare a concludere eh.e ,I Itri strali critici della rfoista co,itro anche questa gloria del tragico t\ uno c,/i storici 1ovietici li sono riferiti alle dei coru1otatf di quel protagonista clte e idw/1':w.:ioni dd 11mm1to •· aflt e de/Jo– '1 .ttaglfa 1ulla Vita scrtl,la. da esso. I li-:::e ttore.tiche > e aali e ~rrori 11a:io11a- Si d1r1~ che ogni autobiografo Jtnt.tce forici -· Quc.s1'11l_timosm,le i:ol""'.'1 indivi– col divencare l'uomo della propna auto- ,tua;r """ stona del po110l0 b1elor11uo, biografia, col raccomanctare al Juturo H usc,ta ?r o:a, e nella q1~a~e !arcbbcr? ritratto di s<' consacrato dal proprio au- .~tnte .• ulenlr::zate > le_ c0!11h:.1?"' ~ella "': toritratto. La cosa è vera solo Jlno a un la ~1clo~11ssa sotto , lituani ne, temp, certo punto. Il ptU delle volte l'auton- med•euah, tratto lavora i,i polemica col rftratto •<-.'->-+--.....,,-<--'->-<--'->--<-..4->-<-H-. i~h~::n:t~~~::~!:~ c;:;':n~:t':%z~,~:::~e~ Ì ,i che autorizza quella dei leltori a ventre. t Un nuovo libro di lisi f Ma fl caso d.ell'Al/teri è pareecltlo di/- t Un nuovo successo che rinnova ,i ferente. + "Di~~ 1 ~omi~~~!"';;;'Ro + ~EGLI STATI U:<ITI , 0 , 0 ,udi; ,,/t,- t DI CAMPAGNA,, t ~:; 0e1:~tp~~:1;i~ 111::r~ad~ 1 !;~~::1~ ::;~e1~:::: 1 NICOLA LISI 1 vo roman,o ,ulla vita di """ famialia ci- À "AMORE ED SOLAZIONE,, Af' ncse: e li Pa1liglione delle Dorine>, L'eroe j del libro è 1111 l)retc ilalia110 ideallz:uto, ,i. E' un diono eh, Lui ..:risse dol I v scom1111icoto (lr,//r, sull chiesa per ere.sù, , ± À G11nnnloal 31 Lug\10 19U, Il p,rlodo plu J :'~at:;'::~;: > (I~~~ :;:,;;~;a Cò~~~I~ :,~t,~:::•, drommaùco d•lkt guena. pt1 fa 111 nu il J v p1111luc!Ja alla trog:lco od,fffO d11Jrag:osto. " che tutti oli 11omini di buona fedt sor10, t S.nch• lo.e mi.n~ona d,!rAuto,e dJ ler- f ~:; :;~~~o, d e~j~:u:i°:r:leirJ:t\ e s~~:~ib;:. f mar, quel che d1 g1od110glt cod,vo 101. _t y t'occh10. lo 1\10 vocu~one d! tcntlo1t nel. V chil1rato lrt biogm(r.n di e: Bol::flc •• overa ! \'onimo tu ph). lort• d,1 ruo proponlm•nto t poslum(I di Stefcm Zw~,a. mccita recente• I • ne nocque un Ubro riel quale gli av- 1 mente puM10 l'editore V,/.·ing, F'rn11ccs 'A( venimu1tJ 11el,vono Ml!lprt o.Ipioao 1p 1. Perking, 1,er tre a1111i amica inUma di l r11uo!,delle su• celebrow vblonl. o 1 qui F'. De/ano lloo:serelt, per /7 t1 s1,o stret. ç 111p1ego 11 ti.10l0 che Lw ho doto ol u. X fo consigliere politico C 11er 12 il suo Se• y bro, la desolo:uone. con11nc;entt.6Mmp1t l t,retario del Lavoro hfl .1critto il miglior AI 1roilentn 01111!0 caldo luce e n,Ua p111rl11t1a f libro finora redatto sul trentaduesimo 1111111ulob1ht'1 d•lfomo,111, 1 pre!lidc11te dcgl; S1ati U11i1i_ Cruelh eh, d.. id,rovono & Ll.11 u.n t mogg1or reoi11ma aoronno, questa voho, .,.,A, * f pii,,che por Il po11a10 1oddl1ta111,meatrt v gh o.ltn. I 11.101 v,n leuor1, 1 ledeh dell'or- l UN PHOFESSOHE Nf.:GRO /m uss1111to, A. f ma1 lontGno po- non II Mnùranno ""'' y per lo ,,rima volta negli Stati Uniti. la ~ certo non era ouesto 1l libro a cui egli contava alf1dare tl meglio dl sè. Le date e i falli, reglst-rati propno nel li– bro, ci avt:erto110 che vi mise mano in epoc.a Ulù di collasso, sfogatosi onnat 1L gran vento e furore della creazione, Non importa: que.rt' opera ci arriva addosso rome se Il poeta l'at.esse scaraventata dietro le .tpalle della posurtti>, in un ac– cesso del temperamento. Il gesto non gli era tnsollto, e per mouo meno che ia .rmanta dl avere ragione presso le "fu- l~lUPPO DE PISIS: Tf'sta ài fanciullo _;,. nulla IJ'od.1tt. Af car1a1 di Rcllore di UnitJerslt/J, Si tratto ~ Sono nprodom n,! volum• pr911,voil I dt.l Prof. Charlt.a N, Johnson che è stato J d1M91lld,! p,ttort LOTTI. ~,:~ 1 :~.t:j";:!J~:~{l~~is~'"c;:e~c7i~:i,,t; (r~:: I Pegine 240. l, 220 : York. llecentcmente il Prof, Jol1uson è y \ Malo d1inmato Ila Tnw1a11 mdl,, 1/('/eg11=io• !,<-.V ALLECCHI'->·+ "E' americar111 prt>.!JSO /.'UNESCO.

RkJQdWJsaXNoZXIy